SUPERMAN
TERRA 24
FLASHBACK
Nello spazio vi era un pianeta ghiacciato con un sole rosso ad illuminarlo.
Sul pianeta vi era una struttura di ghiaccio,con 9 spigoli,che la rendevano simile ad una stella,con
una cupola bianca in cima.
Alla base c'erano delle colonne di ghiaccio,oblique e incrociate.
I lati erano irregolari,fatti da blocchi rettangolari e anche sulla cima c'erano delle forme geometriche
di vario tipo e di varia dimensione incise sul ghiaccio.
Nella cupola,in un'immensa stanza nera, c'erano dei volti umani olografici immensi.
Nella stanza c'era un uomo con capelli bianchi,lisci,con la riga sulla parte sinistra della testa che
indossava un lungo abito nero,che era simile ad una tonaca,che copriva anche il collo.
Al centro del petto c'era un triangolo bianco,rovesciato,con dentro una "S"maiuscola.
Nella mano destra l'uomo aveva un bastone di cristallo cilindrico con una pietra bianca.
Al centro della stanza c'erano 3 persone,dentro un fascio di luce chiara e con intorno 2
circonferenze di metallo che ruotavano di continuo.
Quella più a destra era una donna,con addosso una tuta nera,di stoffa,con delle aperture sugli
avambracci e dei lacci stretti di gomma sui polsi.
La donna aveva un'apertura nella tuta che dal collo arrivava al centro del petto,restringendosi.
Aveva una fascia nera,stretta sulla vita,pantaloni neri larghi e stivali neri.
Accanto alla donna c'era un uomo molto alto,con capelli neri,barba e baffi.
Indossava un abito nero,con un'apertura triangolare,con la punta verso il basso,sulla parte frontale
che terminava al centro del petto,con i contorni grigi.
L'abito era largo e arrivava fino a metà cosce,chiuso da una cintura grigia e poi iniziavano i
pantaloni neri,con gli stivali neri e lucidi.
Alla sinistra c'era un uomo con capelli neri tirati all'indietro,con barba e baffi corti.
Indossava lo stesso abito dell'altro uomo.
"Questa non è una favola."disse l'uomo "Non è il frutto di avventata immaginazione.
No,miei buoni amici.
Questi addebiti..."
L'uomo guardò la punta del bastone che si illuminò 3 volte con luce bianca "...che ho esposto oggi a
voi...le precise accuse..."
L'uomo mise il bastone in orizzontale con entrambe le mani e camminò "...elencate qui,contro
questi individui...il loro tradimento...il loro scopo finale di sedizione sono...elementi tutti di
innegabile realtà.
Vi chiedo ora,di pronunciare il verdetto..."
L'uomo indicò i 3 con il braccio sinistro "...sugli imputati."
L'uomo si avvicinò indicando il gigante al centro "Su Nom.
Questa pazza aberrazione,i cui unici mezzi di espressione sono la violenza e lo sterminio."
L'uomo riprese a camminare "Sulla donna Ursa,sorella della terribile Faora,la cui perversione e
l'odio verso tutta la sua gente hanno minacciato perfino gli infanti... del pianeta Krypton."
L'uomo andò davanti a quello al centro "E in fine... sul generale Zod.
In cui il consiglio riponeva fiducia,che incaricato di presiedere alla difesa del pianeta Krypton,è il
primo architetto del progetto di rivoluzione e autore di questo complotto.
Teso a fondare un nuovo ordine tra di noi.
Che avrebbe avuto lui,come capo assoluto."
Zod lo guardò.
"Avete udito le accuse."disse l'uomo "Il consiglio pronunci ora il suo verdetto."
"Colpevoli."disse il primo volto.
"Colpevoli."disse il secondo volto.
"Colpevoli."disse il terzo volto.
"Colpevoli."disse il quarto volto.
Tutti i volti scomparvero.
"Il voto dev'essere unanime Jor El."disse Zod "Pertanto la decisione è ora soltanto tua.
Tu solo ci condannerai,se vorrai,e tu solo verrai ritenuto responsabile da me."
L'uomo mise il bastone a destra,illuminando la punta che mise un suono stridulo.
I 3 si spaventarono.
"Unisciti a noi."disse Zod.
Jor El si allontanò.
"Tu sei già astato in disaccordo con il consiglio in altre occasioni."disse Zod "La tua potrebbe
diventare una voce importante nel nuovo ordine,seconda soltanto alla mia!
L'uomo scese delle scale che lo separavano dalla circonferenza al centro.
"Ti offro un'occasione di grandezza,Jor El!"disse Zod "AFFERRALA!
UNISCITI A NOI!
TU TI INCHINERAI DAVANTI A ME,JOR EL!
TE LO GIURO!
ANCHE SE CI VOLESSE UN'ETERNITÀ!
UN GIORNO TI INCHINERAI DI FRONTE A ME!
SIA TU,CHE IN FUTURO,I TUOI EREDI!
I TUOI EREDI!"
I 3 guardarono in alto,mentre la cupola si apriva dalla parte sinistra.
In aria c'era un rettangolo,simile ad un vetro,piatto,nero,con dentro dei filamenti verdi circolari,che
andavano verso il centro buio.
Zod iniziò a pronunciare delle preghiere a bassa voce.
I 3 iniziarono a spaventarsi seriamente.
Zod chiuse gli occhi,Nom si mise le mani sulla test vennero risucchiati dentro il vetro,che si
allontanò nello spazio.
I 3 rimasero a premere con le mani contro il vetro.
"PERDONACI!"urlò Ursa.
"ABBI PIETÀ,JOR EL!"urlò Zod "È ORRIBILE QUESTO POSTO!
ABBI PIETÀ!"
L'oggetto si allontanò dal pianeta.
In una stanza c'era un vetro rettangolare,con linee bianche e nere,con rettangoli neri e bianchi che
ruotava,sopra un pilastro circolare nero,con intorno 2 circonferenze bianche che ruotavano
continuamente.
La colonna nera era dentro una circonferenza sul pavimento,bianca,dentro una circonferenza
chiara,con i bordi neri e con dentro figure geometriche nere.
Intorno alla circonferenza chiara ce n'era una verde,divisa in parti,con un blocco
rettangolare,scuro,fatto da piccole parti rettangolari,simili a colonne,con linee luminose.
Le pareti della stanza erano fatte di colonne di cristallo,oblique a destra,sulla parte destra e a
sinistra,nella parte sinistra.
Le colonne erano identiche a dei cristalli.
Il pavimento era bianco,con una leggera nebbia sia da una parte del corridoio che dall'altra.
L'uomo con i capelli bianchi era nella stanza,con altri,e indossava una tuta aderente
bianca,luminosa,con un triangolo nero,al centro del petto,con la punta verso il basso,e una "S"nera
dentro.
Su di essa indossava un lungo cappotto bianco luminoso che arrivava a terra.
Nella stanza c'erano altri con addosso le tute aderenti bianche,luminose.
Alcuni avevano dei mantelli bianchi,altri indossavano dei cappotti bianchi,lunghi fino a terra,senza
maniche e luminosi anch'essi.
Ognuno aveva un simbolo sul petto,con dentro un segno diverso.
Un uomo con capelli neri si avvicinò.
"Uno spiacevole compito,ma portato a termine magistralmente,Jor El."disse l'uomo "Hanno avuto il
destino che meritavano.
Vale a dire isolamento nella zona fantasma.
Un'eterna morte vivente."
"E,nondimeno,una possibilità di vita."disse Jor El che si mise le mani sui bordi del cappotto sul
petto "Mentre invece il nostro...è suicidio!
No,è molto peggio.
È genocidio!"
Tutti nella stanza lo guardarono.
"Ti avverto,Jor El,il consiglio ha già vagliato questa tua strana e cervellotica teoria,appellandosi
anche al dio Rao."disse quello con i capelli neri.
"Amici miei,voi sapete che non sono mai stato un impulsivo..."disse Jor El avvicinandosi "E che
non ho l'abitudine di fare affermazioni temerarie.
Ma devo dirvi che dobbiamo abbandonare immediatamente questo pianeta."
"Jor El,tu sei uno dei nostri migliori scienziati..."disse quello con i capelli marroni.
"Si,certamente,ma lo è anche Von Dah."disse l'uomo con i capelli bianchi che indicò una donna,con
capelli castani a mezzo collo,con un lungo abito bianco luminoso.
La donna si avvicinò.
"Non voglio mettere in dubbio i tuoi dati."disse la donna "I fatti sono innegabili."
La donna girò intorno alla colonna centrale sorridendo "Però le tue conclusioni sono davvero
insostenibili."
"Questo pianeta è destinato ad esplodere tra 30 giorni."disse Jor El "Se non prima."
Tutti rimasero in silenzio.
"Io ti dico che Krypton sta soltanto cambiando orbita."disse la donna.
"Jor El."disse quello con i capelli bianchi "Sii ragionevole."
"Amico mio."disse l'altro avvicinandosi e mettendogli le mani sulle spalle "Non sono mai stato
tanto altrimenti.
La pazzia è vostra."
"La discussione è terminata."disse quello alle spalle dell'anziano "La decisione del consiglio è
definitiva."
Quello con i capelli bianchi si allontanò.
Tutti si misero alle spalle di quello con i capelli marroni.
"Qualsiasi tentativo da parte tua di creare un clima di paura e di panico tra la gente,verrà
interpretato da noi come un atto di insurrezione."disse l'uomo.
"Tu mi accuseresti di insurrezione?"disse Jor El "Da quando è divenuto un crimine aver cara la
vita?"
"Verresti mandato in esilio,in esilio perpetuo."disse l'uomo "Nella zona fantasma.
Nel vuoto eterno che tu stesso hai scoperto,Jor El.
Rispetterai la decisione del consiglio?"
Lui si toccò il cappotto "Io rimarrò in silenzio.
Ne io...ne mia moglie...lasceremo Krypton."
Gli uomini vestiti di bianco se ne andarono.
In un altra zona c'era un pavimento nero,la stanza era immensa e piena di colonne cilindriche
bianche,con delle placche circolari sopra,ad intervalli regolari,con tante aperture rettangolari da cui
usciva una fioca luce bianca.
Una donna castana,con capelli lunghi,camminò tra le colonne.
Indossava una tuta aderente bianca luminosa e in braccio aveva un bambino dentro un tessuto blu
sotto,con una linea gialla verso la cima e rosso in alto.
Jor El indossava la tuta aderente bianca ed era davanti ad una colonna nera circolare,con dei cristalli
che uscivano dalla cima,da dei tubi solidi,simili a cristalli.
La colonna aveva la parte posteriore dell'apertura in cima che era più alta di quella frontale.
Accanto a lui c'era una circonferenza composta dalle colonne con i cristalli.
Dentro questa circonferenza c'era un'astronave divisa in 2 parti,una a terra e una in alto.
La parte a terra aveva un buco circolare al centro,una circonferenza di cristalli,poi c'erano decine di
punte di cristallo che andavano in basso e altre grosse punte che andavano verso il basso e l'esterno
sotto.
Le punte più grosse avevano delle luci bianche.
La parte superiore era identica a quella inferiore.
Sotto la parte inferiore c'erano delle aperture rettangolari,messe in gruppi,composti da 4 file e
strutturati in modo da formare un cerchio.
L'uomo prese un cristallo,poi guardò la donna.
"Hai finito Jor El?"disse lei.
"Quasi."disse lui dirigendosi verso la moglie "È l'unica soluzione,Lara.
Se lui rimane qui con noi...morirà certamente,come noi."
"Ma perché la Terra?"disse la donna "Sono dei primitivi,indietro di migliaia di anni."
"Il vantaggio gli servirà a sopravvivere."disse lui "La loro atmosfera...lo sosterrà."
Jor El tornò nel cerchio di colonne,divise in blocchi e la moglie lo seguì.
"Contrasterà la loro forza di gravità."disse Lara.
"Sembrerà uno di loro."disse Jor El.
"Ma non sarà uno di loro."disse lei.
"No."disse Jor El "La sua densa struttura molecolare lo renderà forte."
"Sarà strano."disse lei "Diverso."
"Sarà veloce."disse Jor El "Praticamente invulnerabile."
"Sarà isolato."disse Lara "E solo."
Jor El guardò il cristallo e sospirò "Lui non sarà mai da solo."
Jor El mise il cristallo vicino al suo volto con la mano destra "Non rimarrà mai solo."
L'uomo mise il cristallo nello spazio della circonferenza.
Il consiglio era riunito nella stanza delle circonferenze bianche.
"L'imput energetico negli appartamenti di Jor El è in eccedenza."disse un uomo tra le 2
circonferenze.
L'uomo indossava un casco bianco luminoso con la parte superiore circolare,che copriva volto e
collo,con 2 aperture rettangolari per gli occhi.
Il corpo era coperto da una tuta aderente luminosa bianca,gli avambracci e le mani erano coperti da
guanti neri,aveva una cintura nera e stivali neri.
"I nostri dati indicano che la perdita è dovuta ad un uso improprio dell'energia."disse l'uomo.
"Investigate."disse l'uomo.
"E se l'indagine rivelasse che è così?"disse quello con i capelli bianchi.
"Sapeva la punizione che rischiava."disse l'uomo "Anche come membro di questo consiglio.
La legge sarà rispettata."
L'uomo tra le circonferenze scomparve.
Jor El prese in braccio il neonato e gli diede un bacio,poi lo mise dentro il buco nella parte inferiore
dell'astronave,sopra il tessuto blu,rosso e giallo.
"Farai un lungo viaggio,mio piccolo Kal El."disse Jor El "Ma noi non ti lasceremo mai.
Nemmeno di fronte alla nostra morte.
La ricchezza delle nostre vite sarà tua.
Tutto ciò che ho,tutto ciò che ho imparato tutto ciò che provo,questo e anche di più,appartiene a te
figliolo.
Tu mi porterai dentro di te.
Ogni giorno della tua vita.
La mia forza diventerà tua.
Vedrai la mia vita attraverso i tuoi occhi,come la tua sarà vista attraverso i miei.
Il figlio diventa il padre.
E il padre diventa...il figlio.
Questo è tutto quello che potrò inviarti.
Kal El."
La moglie mise la testa sul petto del marito.
Da uno dei tubi verticali trasparenti sulle colonne,uscì un cristallo verde.
Jor El lo prese con la mano destra,mentre le luci delle colonne si accendevano e si spegnevano,poi
lo mise sul bordo del mezzo.
La struttura tremò e alcuni pezzi di ghiaccio caddero dal soffitto,poi ci furono altre scosse.
Jor El andò verso delle colonne,toccò uno dei tubi trasparenti,che andò verso l'alto insieme a quelli
accanto,mentre le luci nella stanza diventavano rosse.
L'esterno del pianeta era diventato rosso e il sole si era ingrandito a tal punto che stava inglobando
il pianeta.
La parte bassa dell'astronave andò verso l'alto unendosi a quella superiore,mentre Jor El metteva la
mano sinistra dietro la schiena della moglie e la struttura tremava.
Una delle colonne rettangolari di ghiaccio,piena di linee e rettangoli più piccoli si staccò dalla
struttura.
La stanza del consiglio tremò,mentre altre colonne si staccarono.
I membri del consiglio iniziarono a spaventarsi e a barcollare.
Jor El toccò altri cristalli e tornò dalla moglie,mentre il mezzo,simile ad una stella,si sollevava,fino
a rompere il vetro circolare sul soffitto.
Dalla struttura partirono delle scintille.
Il mezzo si allontanò dalla superficie.
Da un buco rettangolare,sulla parete di ghiaccio,i 2 poterono vedere l'astronave allontanarsi,poi si
voltarono vedendo la sala piena di pezzi di ghiaccio e cristallo che continuavano a cadere e
cominciarono a camminare.
Delle enormi punte di cristallo,emergenti dal suolo,trafissero la struttura,bucando il pavimento della
stanza.
Anche la stanza del consiglio venne trapassata e si aprì in varie parti.
L'astronave si allontanò dal pianeta ghiacciato,mentre il sole si espandeva.
I membri del consiglio iniziarono a correre nella stanza distrutta,mentre Jor El e la moglie
correvano per i corridoi con le colonne.
La cupola bianca luminosa cominciò ad affondare dentro la struttura di ghiaccio.
Alcuni pezzi di cristallo si staccarono e colpirono quello con i capelli marroni e altri,mentre quello
con i capelli bianchi cadde in un crepaccio nel pavimento.
L'intera struttura cominciò ad affondare nel terreno.
Jor El e la moglie corsero tra le colonne,ma lui la fermò vedendo che una parte del pavimento stava
crollando davanti a loro.
Intorno alla struttura ci furono delle esplosioni nel ghiaccio.
Decine di persone caddero fuori dalla struttura insieme alle colonne di ghiaccio.
Il sole si restrinse fino a diventare un puntino all'orizzonte,poi esplose e disintegrò il
pianeta,scagliando i resti verdastri nello spazio.
L'astronave si diresse verso lo spazio,dove c'erano nebulose arancioni e stelle,passando vicino al
rettangolo con dentro i volti dei 3 criminali che ancora urlavano,poi proseguì oltre.
Alle sue spalle c'era una circonferenza di energia arancione che si espandeva.
All'interno il bambino sentiva la voce del padre.
"...che Einstein ha chiamato teoria della relatività."disse Jor El "Incastonata nei cristalli dinanzi a te
è tutta la sapienza scientifica proveniente dagli altri mondi che popolano le 28 galassie conosciute."
Il mezzo proseguì nello spazio evitando un buco nero.
Alla sua destra c'era una nebulosa viola,poi passò vicino ad una nebulosa arancione alla sua
sinistra,poi passò dentro una nube rossa di polveri cosmiche.
Il bambino all'interno ora aveva 2 anni.
"Antichi scritti cinesi mettono in evidenza il complesso rapporto..."disse la voce di Jor El.
Il mezzo proseguì nella nebulosa.
"Questa complessa equazione che con la sua estrema potenza porterà..."disse Jor El.
Il mezzo uscì dalla nebulosa.
"I poteri principali saranno la tua vista,la tua forza,il tuo udito e la tua possibilità di spingerti a
velocità pressoché illimitata."disse Jor El "La storia primitiva del nostro Universo è stata un
mosaico sanguinoso di guerre interplanetarie."
L'astronave passò vicino a Saturno.
"Ti è proibito interferire con la storia degli uomini."disse Jor El.
L'astronave si diresse verso la terra ed iniziò a bruciare.
Le punte più esterne si consumarono e si piegarono.
Kansas.
Dentro un pick up rosso c'erano 2 persone.
L'uomo al volante aveva un cappello fedora nero,con giacca nera,camicia bianca,cravatta
nera,pantaloni neri e scarpe nere.
La donna aveva capelli neri,cappello marrone,maglietta nera con fiori bianchi,gonna nera e tacchi
neri.
La parte dietro del pick up aveva una lastra di legno con dei sacchi.
L'astronave si schiantò nel campo alla loro sinistra.
La donna urlò e l'uomo sterzò con il pick up e si fermò.
I 2 scesero dal pick up e l'uomo andò a controllare una ruota posteriore,vedendo che era sgonfia.
"Accidenti."disse l'uomo "Senti,penso che..."
La donna guardò sconvolta alle sue spalle,l'uomo si voltò e vide sconvolto una scia bruciata nel
campo di erba gialla con un buco alla fine e delle fiamme nella scia.
"Oh….."disse la donna sconvolta.
"Dio mio."disse l'uomo.
I 2 raggiunsero il cratere alla fine della scia e videro l'astronave ridotta ad un ammasso nero,con un
buco che dava sull'interno giallo e il bambino uscì fuori,spalancando le braccia.
Poco dopo l'uomo era senza la giacca e stava cambiando la ruota.
Accanto a lui c'era la moglie accucciata e anche il bambino con una fascia rossa legata alla vita.
"In tutti questi anni,anche se molto felici,ho sempre pregato Yhwh che ci desse un figlio
nostro."disse la donna e il bambino la abbracciò.
La donna prese una pezza,alzandosi,e la diede al marito "Non ti affaticare Jonathan,ricorda cos'ha
detto il dottore a proposito del tuo cuore."
Jonathan rise,poi guardò il bambino e divenne serio "La prima cosa da fare quando torniamo a casa
è scoprire...a quale famiglia appartiene il bambino."
"Credo che non abbia nessuno,non da queste parti almeno."disse la donna.
"Marta,stai pensando a quello che io credo tu stia pensando?"disse Jonathan.
"Potremmo dire che è figlio di una mia cugina del nord Dakota."disse Marta tenendo la mano destra
del bambino con la sinistra "E che ora è rimasto orfano."
Lui sorrise scuotendo la testa "Oh Marta."
"Oh Jonathan,è solo un bambino piccolo."disse Marta.
"Marta..."disse Jonathan indicando il campo "...tu hai visto come l'abbiamo trovato,vero?"
La donna guardò il campo.
"Marta Clark Kent,stai ascoltando quello che ti dico?"disse lui.
Il krik sotto il mezzo cedette all'improvviso e l'uomo cadde all'indietro.
"Jonathan!"disse lei soccorrendolo.
Il mezzo si bloccò improvvisamente e venne tirato su da dietro con le mani dal bambino con
estrema facilità.
I 2 guardarono il mezzo nel cratere dietro di loro,poi si guardarono e guardarono il bambino che
sorrideva.
Jonathan gettò a terra la pezza.
FINE FLASHBACK
FLASHBACK
In un campo di football c'erano dei giocatori vestiti di rosso e altri di grigio.
L'allenatore con i capelli castani,berretto nero,maglietta grigia a maniche corte,pantaloni neri e
scarpe da ginnastica fischiò con il fischietto,poi corse "Andiamo ragazzi,coraggio."
I giocatori e le ragazze pon pon,che avevano una maglietta rosso scuro,con numeri giallo
ocra,gonna corta bianca e scarpe bianche,andarono verso le macchine parcheggiate sulla strada al
bordo del prato.
C'era una panchina rettangolare con sopra dei pezzi delle corazze dei giocatori.
Vicino alla panchina c'era un ragazzo con capelli neri,lisci,con la riga a sinistra,maglietta
rossa,pantaloni marroni e scarpe bianche.
"Forza ragazzi,muovetevi un po'."disse l'allenatore avvicinandosi al ragazzo con la maglietta
rossa"Mettete qui i caschi in ordine.
Cercate di sembrare una vera squadra di football."
Un uomo con maglietta nera,berretto nero e scarpe nere si avvicinò al ragazzo "Kent,metti in ordine
questi caschi."
"Va bene."disse il ragazzo,mentre gli altri 2 se ne andavano.
Una ragazza con capelli rossi,una fascia bianca sulla testa,maglietta viola,gonna bianca e scarpe da
ginnastica portava una grande quantità di pon pon su una panchina rettangolare parallela.
"Lana."disse il ragazzo avvicinandosi "Non preoccuparti di questi.
Li porto io.
"Grazie,Clark."disse Lana.
"Figurati."disse lui.
Senti,tutto un gruppo di noi va da Mary a sentire dei dischi.
Ti andrebbe di venire con noi?"
"Certamente."disse Clark sorridendo "Grazie Lana,vengo molto volentieri."
Un ragazzo castano con camicia bianca,pantaloni giallo scuro e scarpe chiare si avvicinò "Clark non
ce la fa,ha un sacco di lavoro da fare."
"Come non ce la faccio?"disse Clark "Li ho sistemati tutti."
"Tutti quelli?"disse il ragazzo indicando la panchina rovesciata.
"Oh Brad..."disse Lana.
"Dai muoviti Lana."disse una ragazza in un'auto.
"Dai,andiamo."disse il ragazzo che la portò via.
"Si,beh,ci vediamo Clark."disse lei che andò verso l'auto.
"Dai andiamo."disse il ragazzo salendo nella macchina rossa decappottata,piena di ragazzi e
ragazze.
Clark li fissò irato,poi gettò a terra una parte dei pon pon e si voltò.
"Buon lavoro!"disse una delle ragazze.
"Addio!"disse Brad ridendo.
Clark prese in mano il pallone da football,lo fece cadere e gli diede un calcio destro mandandolo in
orbita.
Un treno passò sui binari in mezzo ai prati.
Clark correva ad enorme velocità alla sinistra del treno con uno zainetto grigio sulla schiena.
Una bambina con vestito rosso lo vide con un binocolo.
Lui la salutò e accelerò, superando il treno,arrivò ad un punto dove la strada intersecava i binari e li
superò con un balzo,si guardò alle spalle ridendo e corse via.
La bambina mise la mano destra sulla spalla sinistra della madre che aveva i capelli rossi ed aveva
un lungo abito grigio e dall'altra parte c'era il padre con giacca grigia.
"Mamma,ho visto un ragazzo che correva forte come il treno,anche più forte!"disse lei.
"Oh,Lois Lane,hai davvero la fantasia di uno scrittore,bisogna proprio ammetterlo."disse la madre
toccandole il naso con la mano destra.
"Ah,Lois,per favore,leggi il tuo libro."disse il padre e lei si mise a leggere.
"Nessuno vuole mai credermi."disse lei.
Clark correva lungo la strada lasciando un fumo dietro di se.
La macchina in cui era Lana passò accanto ad un uomo che era al bordo della strada con un cavallo
che li salutò.
La macchina arrivò ad una curva che conduceva alla strada dove Clark stava correndo.
Su questa strada ve n'era una perpendicolare che conduceva alla fattoria,con un campo di grano a
destra e una zona verde a sinistra.
Clark arrivò all'inizio della strada di casa,prima che la macchina potesse girare la prima curva.
"Ehi guardate!"disse una delle ragazze alzandosi "È Clark!"
"Non è possibile!"disse quello accanto al guidatore "Ma se l'abbiamo lasciato..."
"Clark?"disse Lana stupita.
"Ma come hai fatto ad arrivare qui così presto?"disse il ragazzo al volante.
"Ho corso."disse Clark a braccia incrociate su un camioncino,con la parte dietro di
legno,posizionato dalla parte opposta della strada di casa.
Jonathan smise di aggiustare il trattore e lo guardò.
"L'avevo detto io che era un po' strambo."disse l'autista che mise in moto ed andò via.
"Hai fatto un po' il gradasso,vero figliolo?"disse Jonathan che indossava la maglietta bianca e
pantaloni neri.
Alla fine della strada, sulla sinistra,c'era una villa a 2 piani,grigia,con il tetto appuntito,oltre ,sempre
a sinistra,c'era un edificio ad un piano,marrone,con il tetto triangolare,mentre a destra c'era un
grosso fienile grigio,con il tetto curvo.
Clark si avvicinò "Non volevo farlo."
Jonathan gli mise il braccio destro intorno alle spall si avviarono verso la casa.
"È solo che quelli come Brad mi viene voglia di farli a pezzi."disse Clark.
"Lo so,lo so."disse Jonathan.
"Anche se non dovrei."disse Clark.
"Eh già,tu sai fare tutte queste cose sorprendenti e a volte pensi che finirai con lo scoppiare se non
riesci a raccontarlo a tutti,vero?"disse Jonathan.
"Si."disse Clark.
"Ti capisco."disse Nathan.
"Insomma ogni volta che ricevo il pallone riesco subito a fare un goal."disse Clark.
"Eh lo so."disse Jonathan.
"Ogni volta."disse Clark.
"Già."disse Jonathan.
"Insomma,significa fare il gradasso se uno fa tutte le cose che è capace di fare?"disse Clark.
"No..."disse Jonathan.
"Si mette forse in mostra un uccello quando vola?"disse Clark.
"No,ma ora ascoltami."disse Jonathan "Quando ti abbiamo trovato abbiamo pensato che qualcuno
avrebbe cercato di portarti via dopo aver scoperto quello che sapevi fare e questo ci preoccupava
molto.
Ma poi,quando un uomo invecchia e comincia ad avere una visione diversa diventa tutto più
chiaro."
Jonathan lo indicò con l'indice sinistro "E la sola cosa chiara figliolo è che tu sei qui per un preciso
motivo.
Non so quale sia,ne chi ti abbia mandato,ma forse è perché...non lo so.
Eh...però una cosa è certa:non è per fare goal quando giochi.
Facciamo a chi arriva prima?"
"Tanto vinco io!"disse Clark che corse "Su!"
Sotto la tettoia esterna della casa c'era la moglie seduta,che aveva i capelli grigi,indossava un
grembiule da cucina bianco,con sotto un abito marrone con macchie bianche.
Lei era seduta su una sdraio di legno,alla destra dell'entrata, e davanti a lei c'era un tavolinetto
circolare con una brocca con dentro del succo di frutta.
"Andiamo"disse lui correndo nel granaio seguito dal padre,mentre il cane abbaiava.
Jonathan si fermò toccandosi l'avambraccio sinistro con la mano destra e provando dolore "Oh
no..."
L'uomo cadde a faccia in avanti a terra.
Clark giocava con il cane nel fienile.
La donna si accorse del marito a terra "Jonathan…
JONATHAN!"
Clark corse all'entrata del fienile "Papà..."
I 2 corsero a soccorrerlo.
Tempo dopo i 2 erano su una collinetta che dava su una valle verde con poche case rettangolari ad
un piano e un edificio bianco con tetto triangolare più alto.
Erano tutti e 2 vestiti di nero.
Il cimitero era circondato da una staccionata.
I 2 erano davanti alla tomba,mentre dietro di loro c'erano altre 2 persone davanti un'altra tomba.
Clark indossava una giacca nera,cravatta nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
Marta indossava un cappello nero,giacca nera,gonna nera e scarpe nere.
Intorno al collo aveva una croce di metallo attaccata ad una collanina,alle mani aveva i guanti e
nella mano sinistra aveva una Bibbia.
Clark le mise il braccio sinistro intorno alle spalle.
"Tutte le cose che so fare...tutti quei poteri...e non sono riuscito a salvarlo."disse Clark.
La madre gli toccò la mano sulla spalla,poi i 2 uscirono,ma Clark prese uno dei fiori e lo diede alla
madre.
Anche gli altri 2 uscirono e gli uomini chiusero i 2 cancelletti del cimitero.
La notte seguente Clark era letto e sul comodino alla sua destra c'era una radio che mandava
interferenze.
Fuori il cielo iniziava a schiarirsi.
Sentendo strani suoni si alzò e toccò la radio,spegnendola,ma i suoni continuarono,così si avvicinò
alle 2 finestre sulla parete dietro il comodino,mentre un coyote ululava.
Lui indossava un pigiama bianco con cerchi rossi.
Udì un suono simile ad un fischio stridulo,poi passò accanto ad una piccola libreria alla sua
destra,raggiunse una scrivania e si affacciò ad altre 2 finestre guardando il fienile.
Indossò un lungo cappotto grigio e aprì le porte di legno del fienile,sentendo il fischio più forte,poi
avanzò camminando,guardò il pavimento,scese dentro una botola aperta dove c'era un contenitore
coperto da un telo grigio con del fieno,lo sollevò e trovò il suo mezzo con dentro il cristallo verde
che emetteva luce,poi lo prese in mano.
Il giorno dopo la madre si alzò ed aprì la porta d'ingresso,poi spostò le tende della finestra alla
sinistra della porta.
Dietro di lei c'era un'entrata di legno,che arrivava a metà parete,con il centro aperto e con 2 colonne
sulle estremità.
Oltre l'entrata c'era un tavolo di legno,con 4 sedie,un mobile di legno a destra del tavolo con sopra
delle lampade e dei contenitori.
La donna indossava una cuffia bianca,maglietta blu,gonna nera,grembiule bianco e scarpe
nere"Clark?"
La donna andò in cucina "È ora di alzarsi."
Lei tolse un panno dalla gabbietta di un canarino "Buon giorno."
"Clark?"disse lei andando in cucina "La colazione."
La cucina aveva un piano di legno alla sinistra della porta,con delle credenze,mentre davanti a lei
c'era il lavello con 2 finestre dietro.
"Hai intenzione di dormire tutto il giorno?"disse Marta aprendo la credenza e prendendo i
cereali"Clark,andiamo su,alzati."
Il sole iniziava ad illuminare l'orizzonte e il gallo cantò.
Lei mise i cereali su un tavolinetto vicino ad una portafinestra con accanto una finestra e vide Clark
all'orizzonte con il cane,così mise le mani sulla porta.
Il cane corse verso di lui.
La donna lo raggiunse camminando tra il grano.
Lui indossava un giaccone rosso scuro,con linee nere,camicia verde chiaro,pantaloni grigi e scarpe
nere.
La donna si era messa una giacchetta grigia.
Lui la guardò.
"Devo partire."disse Clark.
"Sapevo...che sarebbe venuto il momento."disse Marta "Lo sapevamo tutti e 2.
Da quando ti abbiamo trovato."
"Ho parlato con Barnaba ieri."disse Clark "E ha detto...ha detto...che ti darà volentieri una mano
d'ora in poi.
Mamma..."
"Lo so,figliolo."disse lei avvicinandosi "Lo so.
Dove...dove sei diretto?"
"A nord."disse lui.
"Stammi bene figliolo."disse Marta "E ricordati sempre di noi."
Lui la abbracciò 2 volte,poi i 2 guardarono l'orizzonte.
Lui le mise il braccio sinistro attorno le spalle.
Tempo dopo Clark camminava tra i ghiacci e le montagne rocciose.
Tempo dopo camminava in una zona dove c'era solo ghiaccio e pezzi di esso in acqua.
Il cielo era scuro,ma l'aurora boreale illuminava il tutto.
Clark indossava un giaccone rosso,con righe nere,pantaloni blu,scarpe nere e un borsone blu,che
teneva sulla spalla sinistra.
Lui passò su un grosso pezzo di ghiaccio sull'acqua e poi proseguì.
Davanti a se c'era una lunga vallata di ghiaccio con fiumi occasionali e alture intorno.
Clark si chinò,aprì lo zaino,guardò davanti a se,prese il cristallo verde luminescente con la mano
destra e lo scagliò lontano.
Il cristallo toccò il ghiaccio a chilometri di distanza passando sopra i fiumi,poi cadde su di esso
sciogliendolo.
Il ghiaccio iniziò a muoversi,l'acqua iniziò a gorgogliare,blocchi di ghiaccio iniziarono a
spostarsi,mentre delle punte oblique di cristallo emersero dal liquido.
Le punte divennero alte e si intersecarono formando una struttura enorme,poi ci fu un flash così
forte che la luce dell'aurora veniva del tutto spenta,poi altri 3 flash,con esplosioni e scintille.
Clark si diresse verso il complesso intreccio piramidale di colonne di cristallo oblique da una parte e
dall'altra,passando su dei blocchi di ghiaccio.
Salì delle scale di ghiaccio e arrivò ad una zona dove c'erano blocchi di ghiaccio a varie altezze
come base e tutt'intorno le colonne di cristallo.
I blocchi di ghiaccio erano piatti in cima.
Su uno di essi c'erano le colonne cilindriche con i tubi trasparenti verticali,ma le colonne erano di
ghiaccio.
Clark prese un cristallo trasparente,allungato,con delle punte alle estremità,da uno dei tubi e lo
guardò,poi lo mise dentro uno dei tubi,che erano di varia altezza e si guardò intorno.
Davanti a lui si formò una luce bianca che mandò scintille di luce verso l'esterno,poi si formò un
volto di ghiaccio.
Si udì la voce di Jor El "Figlio mio."
Il volto di ghiaccio si illuminò e divenne quello di Jor El "Tu non puoi ricordarti di me.
Io sono Jor El.
Sono tuo padre.
Ormai avrai raggiunto i tuoi diciotto anni,come li misurano sulla Terra.
Secondo i loro calcoli,io sarei morto da molte centinaia dei loro anni.
La conoscenza che ho di processi sia fisici che storici,te l'ho trasmessa durante il tuo lungo viaggio
verso il tuo nuovo ambiente.
Sono fatti importanti,certamente,ma...tuttavia solamente fatti.
Ci sono tante domande e tanti dubbi ancora da risolvere.
Qui in questa...questa fortezza della solitudine...cercheremo insieme di trovarne la soluzione.
Ora figlio mio...parla."
"Chi sono io?"disse Clark "Dimmi."
"Il tuo nome è Kal El."disse l'uomo "Tu sei l'unico sopravvissuto del pianeta Krypton.
Anche se sei stato allevato come un essere umano,tu non sei uno di loro."
Dall'occhio del volto uscirono delle stelle e una zona nera.
"Tu hai grandi poteri."disse Jor El "Dei Quali alcuni soltanto hai scoperto fin'ora.
Vieni con me allora figlio mio."
Oltre le stelle apparvero nebulose di vario tipo.
"Attraversiamo le sbarre della tua casa terrestre,viaggiando attraverso il tempo e lo spazio nelle 6
dimensioni conosciute."disse Jor El,mentre si vedevano nebulose circolari bianche con macchie
rosse"I tuoi poteri supereranno di gran lunga quelli di qualunque mortale.
Ti è proibito interferire con la storia degli uomini."
La nebulosa circolare si aggrovigliò formando un cerchio e si espanse diventando marrone.
"Devi invece far si che la tua guida sproni altri a farlo."disse Jor El e dietro la macchia marrone
apparve una luce rossa "Durante il prossimo anno,studieremo il cuore umano.
È più fragile del tuo."
La macchia mandò verso l'esterno circonferenze di energia rossa.
"Nei 2 anni trascorsi,passando attraverso il tumulto fiammeggiante,che è il bordo estremo della tua
galassia...entreremo nel regno del sole rosso di Krypton,fonte della tua forza e del tuo nutrimento e
causa della nostra distruzione."disse Jor El mostrando il sole rosso e il pianeta blu "Il pianeta
Krypton,figlio mio.
La tua casa allora."
Nel firmamento nero apparve una macchia viola rosa e bianca a forma di circonferenza che poi si
allargò e l'interno divenne nero,con macchie viola al centro.
"L'hanno seguente studieremo i vari concetti di immortalità e la loro base nei fatti reali."disse Jor El
che mostrò un buco nero,con una luce bianca intorno che poi formò una macchia eterica che
sembrava liquida"L'accumulazione totale di conoscenza,che riguarda le 28 galassie conosciute è
contenuta nei cristalli che ho inviato insieme a te.
Studiali bene figliolo.
Vi sono anche molte cose riguardanti le 3 dimensioni visibili e le altre 3 non visibili,con ipotesi su
quelle superiori.
È durante gli ultimi 12 anni che abbiamo raggiunto conclusioni logiche."
Il buco divenne una macchia viola,si dissolse,lasciando dei filamenti viola eterici in mutamento.
"Quando sarai tornato ai confini della tua galassia saranno passati 12 dei vostri anni."disse Jor El
mentre venivano mostrate macchie bianche che si separavano"Per questo motivo,tra l'altro,ho scelto
per te la Terra.
Ora è giunto il momento che tu torni al tuo nuovo mondo.
E che tu serva la sua collettività.
Vivi come uno di loro,Kal El,per scoprire dove sono necessari la tua forza ed il tuo potere,ma
conserva sempre nel tuo cuore il tuo orgoglio per la tua particolare eredità.
Possono essere un grande popolo,Kal El.
Desiderano esserlo."
Nel firmamento apparve il volto di Jor El "Manca loro soltanto la luce che mostri loro la strada.
Per questo motivo soprattutto,per la loro capacità di bene,io ho inviato te.
Mio unico figlio."
Il volto divenne di ghiaccio.
FINE FLASHBACK
1978
Kal El era tornato nella fortezza ed era un uomo.
Indossava un costume aderente di stoffa blu e rossa.
Il collo e la parte superiore,iniziale,del petto era scoperta,poi petto,braccia,pancia e gambe erano
coperte da un costume azzurro,al centro del petto c'era un triangolo rovesciato verso il basso,con le
punte alla base,in alto,piatte in obliquo.
I bordi del triangolo erano rossi,l'interno giallo ocra e dentro c'era una "S"maiuscola rossa.
All'altezza della vita c'era una cintura giallo oro,con 2 linee rosse verticali,ai lati e poi c'erano degli
slip rossi.
Da sotto il ginocchio iniziavano gli stivali rossi aderenti che avevano la parte centrale,frontale,con 2
punte verso l'alto,ai lati.
Dalla zona tra il costume e il collo,sui lati e dietro,partiva un mantello rosso che arrivava alle
ginocchia e su cui c'era un triangolo giallo,identico a quello sul petto,con l'interno giallo e la
"S"maiuscola gialla.
Kal El spiccò il volo,allungando le mani davanti a se e tenendo i pugni chiusi.
Tempo dopo un taxi percorse le strade di una metropoli,poi si fermò.
"Siamo arrivati."disse il conducente "Eccolo qui il Daily Planet."
Clark scese dal mezzo e si diresse verso il palazzo.
Il grattacielo aveva l'entrata nera,con delle porte che giravano su se stesse.
L'entrata era rettangolare,con sopra la scritta bianca "DAILY PLANET".
Sopra l'entrata c'era una placca rettangolare,nera.
Intorno all'entrata c'era una zona marrone rettangolare,poi il resto del palazzo rettangolare era
grigio.
La parte finale aveva 5 livelli rettangolari,uno più stretto dell'altro e in cima c'era un mappamondo
di metallo,fatto con linee intrecciate, con la scritta "DAILY PLANET"che ci girava intorno.
Lui indossava un cappello fedora grigio,giaccone grigio,occhiali grandi,giacca nera,cravatta
nera,camicia bianca,pantaloni neri,scarpe nere.
Una macchina fotografica inquadrò una macchina da scrivere,poi inquadrò un uomo che usciva da
una porta con la parte frontale gialla con scritto in nero "Daily Planet",poi inquadrò varie persone
sedute alle scrivanie,poi un uomo che parlava con una donna.
L'uomo aveva i capelli grigi,camicia gialla e la donna capelli biondi e camicia bianca.
"Ehi!"disse quello che aveva la macchina fotografica che scattò la foto e l'altro gli fece di "no"con
l'indice.
Poi fu inquadrata una ragazza con capelli neri,lunghi con camicia azzurra.
"Sorrida."disse il ragazzo,lei sorrise e lui scattò la foto.
Il ragazzo aveva i capelli marroni,ricci,giacca marrone,camicia bianca,cravatta marrone,pantaloni
marroni,scarpe marroni.
Il ragazzo si avvicinò al tavolo dove lei scriveva.
"Quante "n" ci sono in "mannaia"?"disse lei.
"2"disse lui indicando con le dita della mano destra"Che sta scrivendo miss Lane?"
"Un'ode alla primavera,come si scrive "mariyuana"?"disse lei.
"Ah...m-a-r-i-y-u-a-n-a."disse il ragazzo.
"Grazie."disse lei alzandosi e prendendo il foglio.
Indossava una gonna lunga.
Lui le andò dietro.
"Ma,miss Lane,dove trova tutte le grosse notizie?"disse lei.
"Un buon reporter non trova le grosse notizie,Jimmy."disse lei bussando alla porta di un ufficio
rettangolare,con la parte alta di vetro,con contorni metallici.
Dentro c'era un uomo con un maglione chiaro,cravatta rossa,camicia blu,pantaloni neri e scarpe
nere.
Dietro di lui c'era una pianta e un attaccapanni.
L'uomo indicò quello con cui parlava con l'indice destro "Un buon reporter le trasforma in tali."
"Capo,ecco quel pezzo dell'omicidio così come la vedo io."disse Lane "Con un bel titolone in prima
pagina e forse qui anche la mia."
"Una sola "p"in "Raptus"."disse l'uomo andando a sedersi "Lois Lane ti presento Clark Kent."
Clark,che era senza cappotto e cappello si alzò.
"Ciao."disse lei passandogli davanti.
"Pi..."disse Clark porgendole la mano e lei andò avanti "Piacere miss Lane..."
Clark aveva sotto braccio sinistro una borsa di cuoio marrone e sull'avambraccio sinistro il
cappotto.
"Si ricorda la mia rivelazione bomba sulle orge di droga e sesso della casa di riposo..."disse Lois.
Jimmy si avvicinò e gli strinse la mano "Molto lieto.
Jimmy Olsen.
Fotografo."
"Oh salve,Clark Kent,piacere."disse lui.
Dietro la scrivania dell'uomo c'erano 2 librerie piccole,con una scaffalatura in mezzo piena di premi
e ai lati 2 finestre con delle grate.
Alla sinistra della scrivania c'era un archivio con cassetti di legno.
"C'è sesso,c'è violenza,c'è il problema razziale..."disse Lois.
"Si,come in un bel bidone aspira tutto!"disse il capo tentando di aprire una bottiglia di vetro con
tappo di metallo "Kent!
Mi apri questa?"
"Oh si,signor White."disse Clark afferrando la bottiglia.
"Potrebbe essere la base per tutta una serie di articoli."disse lei mentre l'altro si sedeva "Dare un
senso a delitti senza senso,di Lois Lane."
Clark si sforzò di aprirla,ma non ci riuscì,così Lois prese la bottiglia.
"E possiamo interessare psicologi,sociologi..."disse lei sbattendo la bottiglia sul tavolo e dandola
Clark.
"Lois..."disse White.
"...possiamo fare i conti."disse lei.
"Lois?"disse White.
"...possiamo fare interviste e tante altre cose..."disse lei.
"Così sbarchi una montagna di immondizia a sfondo scandalistico."disse White scrivendo "Il Daily
Planet ha una reputazione da mantenere."
Clark aprì la bottiglia e il liquido uscì fuori macchiandogli i pantaloni.
"OH!..."disse lei.
"Oh mi scusi..."disse lui timidamente,mentre lei lo puliva e lui indietreggiava.
"Mi di spiace,mi dispiace tanto,è colpa mia."disse Lois.
Clark prese il fazzoletto dal taschino "Oh no,Lois,perché qualcuno vorrebbe far fare una figura da
scemo ad uno sconosciuto?"
Lois rise.
"Dai da qua."disse il direttore che afferrò la birra.
"Si,grazie,mi scusi signor White."disse Clark.
"Jimmy?"disse White vedendolo appoggiato alla porta "MA PERCHÉ TI DO TANTI SOLDI
INVECE DI FARTI ARRESTARE PER POLTRONAGGINE?
PORTA AL SIGNOR..."
"Kent."disse lui.
"KENT!... UN ASCIUGAMANO!"disse White e l'altro si avviò subito "MUOVITI,RAGAZZO!
MUOVITI!
E IL MIO CAFFÈ LO VOGLIO SENZA ZUCCHERO!"
"Si,subito."disse Jimmy.
"E NON CHIAMARMI ZUCCHERO!"disse White alzandosi.
"Si,zucchero."disse Jimmy uscendo e incontrò un altro ragazzo con occhiali,maglietta rossa e
pantaloni neri "Al capo un caffè senza zucchero.
Per me un tè al limone."
"Ah,Lois,perché non porti Kent a conoscere tutti gli altri,che dici?"disse White "Grazie."
Clark prese il cappello e il cappotto timidamente.
"Devi presentarlo in giro,comincia oggi a lavorare con noi."disse White aprendo entrambe le porte
di vetro "Gli ho dato la cronaca cittadina."
Lois si fermò "Scusi,capo!"
La donna tornò nell'ufficio "Ma la cronaca è roba mia!"
"Lois,Clark Kent potrà sembrare un reporter timido e garbato,ma ascolta...ascolta...non solo tratta il
suo redattore capo con reverenza e rispetto,non solo ha uno stile conciso,efficace ed aggressivo,ma
nei miei 40 anni di mestiere lui è il dattilografo più veloce che abbia mai visto."disse White che la
portò fuori e aprendo una delle porte urtò Kent.
Lois tornò dentro "Ah,capo...ha dimenticato il mio articolo."
Lei gli diede il foglio.
Clark entrò nell'ufficio "Mi scusi,signor White,stavo pensando se forse può fare in modo che..."
Clark estrasse un biglietto dalla giacca "...arrivasse metà del mio stipendio a questo indirizzo
settimanalmente."
"Al suo bookmaker?"disse Lois.
"Al mio che?"disse Clark.
"Allora forse ho capito:l'assegno è destinato alla sua dolce mammina dai capelli grigi."disse Lois
indicandolo e voltandosi.
"In realtà ha i capelli d'argento."disse Clark.
Lois si voltò senza parole.
"Ehm...farò il possibile."disse White che prese il biglietto.
"La ringrazio molto,signor White."disse Clark che uscì,mentre Lois lo guardava a braccia +
incrociate"Mi scusi."
Lois sorrise.
"Beh..."disse Clark.
"Al tuo paese sono tutti come te?"disse lei.
"Ehm...no,veramente no."disse Clark.
"Ah...ci avrei giurato."disse Lois che gli fece cenno di seguirla in una zona dove c'erano delle
scrivanie "Prenditi una scrivania laggiù."
"Quella?"disse Clark indicandone una.
"Si."disse Lois chinandosi in avanti e urtandolo "C'è uno schedario..."
"Scusa...mi scusi."disse lui scuotendo la testa e sedendosi e mettendo il cappello sul tavolo alla sua
destra.
"Salve."disse l'uomo alla sua sinistra,che aveva capelli castani,ricci,camicia bianca,cravatta
marrone,pantaloni neri e scarpe nere "Jim Frizone."
"Salve,Clark Kent."disse lui stringendogli la mano "Piacere di conoscerla."
"Ben venuto a bordo."disse Jim.
"Grazie."disse lui.
"Ecco l'asciugamano,mister Clark."disse Jimmy portandogli l'asciugamano.
"Ah...è...Kent."disse Clark.
"Come?"disse Jimmy.
"Kent?"disse Clark.
"Oh Clark Kent."disse Jimmy.
"Jimmy Olsen."disse Clark indicandolo.
Il ragazzo rise e andò via.
Tempo dopo Clark,Lois e un'altra scesero da un ascensore.
Le pareti del corridoio rettangolare erano bianche.
La donna aveva capelli rossi a mezzo collo,occhiali,maglietta blu scuro,gonna nera e scarpe con i
tacchi neri.
"Ho conosciuto questo tipo eccezionale."disse la donna.
"Favoloso!"disse Lois.
"E abbiamo passato un bellissimo week end insieme."disse la rossa "L'ho conosciuto a quella
festa,c'eri anche tu."
"Ah già!"disse Lois "Ok,ciao."
La donna se ne andò,salutandola,urtando Clark e schiacciandogli il cappello.
"Oh,salve Clark."disse lei che lesse un giornale con la mano destra e si teneva il giacchetto bianco
sulla spalla sinistra con l'altra mano.
"Ciao,Lois."disse Clark.
"Allora,com'è andata la prima giornata di lavoro?"disse Lois.
"Ah,beh...francamente ho trovato l'orario più lungo di quanto mi aspettassi."disse Clark.
I 2 arrivarono ad una zona dove c'era un grosso mappamondo in un buco circolare sul
pavimento,con ringhiera.
"Ma il fatto di aver conosciuto te e Jimmy Olsen..."disse Clark.
"Ah si?"disse lei.
"...è stato bello perché siete dei buoni."disse Clark.
Lei si fermò "Dei buoni?"
"Si."disse Clark voltandosi verso di lei.
"Ah...lo sai Clark?"disse lei camminando "Ci sono rimaste pochissime persone al mondo che
vedono nel prossimo la qualità di cui parli."
"Quale qualità?"disse Clark.
"La bontà."disse Lois "L'unica simile che ho conosciuto è mia cugina."
"Ah...io la trovo così normale."disse Clark.
Lei lo guardò e poi uscì attraverso la porta circolare.
"Atte..."disse Clark che rimase incastrato "Eh...scusa…
Scusa..."
"Clark!..."disse Lois.
"Scusa."disse lui che si fece indietro,lei uscì e lui riuscì a passare "Senti...ah Lois."
"Ah,ciao!"disse Lois vedendo un altro.
L'uomo aveva i capelli neri,corti,giaccone marrone e pantaloni scuri.
"Ciao."disse l'uomo stringendole la mano.
"Fatto niente di bello oggi?"disse Lois.
"Non prima di incontrarti."disse lui.
"Lois..."disse Clark.
"Ah si..."disse lei.
"Clark."disse lui porgendo la mano destra.
"Salve."disse lui entrando.
"Ciao."disse Lois andando via.
"Lois?"disse lui correndole dietro,mentre un commerciante di frutta bloccava un ladro.
Lei si mise il giornale in bocca ed iniziò a mettersi la giacca.
"Posso aiutarti,Lois?"disse Clark afferrandole la giacca sulla parte destra.
"Grazie."disse lei "Ce la fai?"
"Si."disse lui che si era messo il cappello e teneva il cappotto sull'avambraccio destro e aveva la
borsa nella mano destra.
"Che ne pensi del capo?"disse lei.
"Si,il signor White è molto simpatico e Jimmy Olsen e fantastico..."disse Clark.
"Ehi!"disse un uomo riccio in un vicolo con giacca chiara,camicia marrone,pantaloni chiari e scarpe
nere"Venite qui!"
Lui puntò contro i 2 una pistola.
"Andiamo!"disse l'uomo "Andiamo!
Venite!"
Clark si mise davanti a Lois.
"Clark,sarà meglio andarsene da qui."disse Lois.
"No,sarà meglio fare come dice lui..."disse Clark.
"Forza!"disse l'uom si avvicinarono.
"Ecco."disse Clark mettendo davanti la mano sinistra.
"Sbrigatevi!"disse l'uomo.
"Signore...aspetti a sparare,stiamo arrivando..."disse Clark che si mise verso il muro di mattoni alla
loro destra mentre Lois era dietro "Scusami..."
"Muoversi!"disse l'uomo facendolo indietreggiare.
Clark indietreggiò "Ah,senta deve stare attento con quella pistola,perché..."
"Di la!"disse l'uomo che li portò più in fondo dove il vicolo curvava e aveva la parte a sinistra piena
di cartoni e cartacce ammassate fino a 2 metri "Di la!
Avanti!"
"Scusa..."disse Clark.
"Contro il muro!"disse l'uom si misero contro la parete.
"Un momento signore."disse Clark mettendo l'indice sinistro verso l'uomo e abbassandogli la
pistola lentamente "Un momento.
Io mi rendo conto che oggi sono tempi duri per molte persone e che c'è molta povertà,ma non è
questa la soluzione.
Non si possono risolvere i problemi della società...con le pistole."
Clark sorrise.
"Sai una cosa amico,hai ragione."disse l'uomo sorridendo "Mi hai convinto a cambiar vita."
"Oh...buon per lei signore,così mi piace."disse Clark sorridendo e guardando Lois "Non vuole fare
del male a nessuno."
"Si,certo."disse lei mettendoglisi dietro.
L'uomo gli puntò la pistola dritta sul volto e lui finse di spaventarsi.
"È vero."disse l'uomo "Basta che la ragazza mi passi subito la borsa."
"Ma certo..."disse Clark facendo un mezzo sorriso.
"Su,da brava,adesso."disse l'uomo.
"Lois..."disse Clark intimorito voltandosi verso di lei.
"Presto!"disse l'uomo.
"Credo sia meglio che..."disse Clark.
Lei allungò la mano destra con cui teneva la borsa bianca e la fece cadere poco prima di dargliela.
"Lois,ma che fai..."disse Clark spaventato.
L'uomo si abbassò per prendere la borsa,lei gli diede un calcio destro al volto,mandandolo contro il
muro opposto,poi lei andò contro il muro alle sue spalle,voltandosi,l'uomo sparò,Clark afferrò il
proiettile con la mano sinistra,si accasciò sulla porta alla sua sinistra e scivolò a terra,perdendo il
cappello.
L'uomo corse via.
Lois guardò a terra e vide Clark "OH!…
CLARK!"
Lei lo soccorse "Clark!"
Lois iniziò a scuoterlo "Sei ferito?
Clark!"
"Eh?"disse Clark e lei gli rimise a posto gli occhiali.
"Che tè successo?"disse lei dandogli 2 schiaffetti leggeri sulla guancia destra.
"Ah...cielo...devo essere svenuto."disse lui.
"Svenuto..."disse Lois "Sei svenuto?"
"Si."disse Clark annuendo.
"Ah..."disse lei allontanandosi.
Lui guardò la mano sinistra vedendo il proiettile,sorridendo,poi raccolse il cappello.
Lois raccolse la borsa.
"Quello è buono,eh?"disse Lois andando verso l'uscita del vicolo e guardando nella borsa.
"Non è questo Lois."disse Clark "Supponi che t'avesse colpita.
Vale la pena rischiare la vita per 10 dollari,2 carte di credito,una spazzola e un rossetto?"
Lei lo guardò sconvolta "Come fai a saperlo?"
"Che cosa?"disse lui.
"Hai appena elencato il contenuto esatto della mia borsa."disse Lois.
Clark guardò nella borsa "Ah...eh...una pura combinazione."
Lui sorrise ed uscì dal vicolo "Taxi."
In un altra zona della città c'era un uomo in sovrappeso,con cappello fedora,bianco,giacca
bianca,camicia bianca,pantaloni chiari e scarpe nere che camminava mangiando.
"Dylan!"disse lui ad un uomo che portava una scopa ed un secchio con le ruote.
"Ciao Otis."disse l'uomo.
In una macchina c'era un altro che lo guardava.
L'uomo aveva i capelli chiari,giacca blu,camicia blu,cravatta blu,pantaloni blu scuri e scarpe nere.
L'uomo suonò il clacson.
Un altro con giacca bianca,cravatta nera,camicia nera,pantaloni bianchi e scarpe marroni si
avvicinò.
"Che hai da suonare?"disse quello fuori "Che succede?"
"Guarda chi c'è?"disse l'uomo indicando Otis con l'indice destro "Becchiamolo!"
"No,un momento."disse l'altro "Potrebbe guidarci dal grande capo in persona."
"Lex Luthor."disse l'altro.
"Esatto,bravo."disse l'uomo salendo "Prima di sera saremo capitani."
L'uomo scese in una metropolitana che aveva la stazione piena di negozi.
C'era un cieco con un cane che vendeva i giornali.
L'uomo aveva una giacca marrone,pantaloni marroni e scarpe nere.
"Ultime notizie!"disse il cieco "Lancio di missili XK101.
Ultime notizie..."
Otis andò dal vecchio "Ciao Met."
"Oh,ciao Otis."disse l'uomo.
"Prendo il Daily Planet."disse l'uomo prendendo anche un altro giornale "D'accordo?"
Otis se ne andò e il cane iniziò ad abbaiargli dietro,mentre il padrone lo fermava.
"Va bene..."disse Otis "Glie li pago,vedi?"
Otis prese delle monete "Ho anche qualcosa per te..."
"Grazie."disse il padrone che prese un biscotto per cani e lo diede al cane.
I 2 uomini arrivarono nella metro.
"Qui Metropolis 46."disse quello con i capelli marroni alla radio "Siamo a piedi,passo e chiudo."
"Andiamo."disse l'altro.
I 2 seguirono Otis che mangiava.
"Ecco sta andando giù,alla banchina d'imbarco,io lo seguo,Aram."disse quello con la giacca bianca.
"Ok,Erik."disse Aram che riprese la radio "Io chiamo i rinforzi.
Sta attento ora,hai capito?"
"Va bene!"disse Erik mentre l'altro se ne andava "Sto attento,d'accordo!"
Erik andò alla banchina d'imbarco e guardò nel treno dai finestrini e dalle porte,vedendo Otis che
camminava dietro il treno.
L'uomo entrò nel treno,scese dalla parte opposta e lo vide fare l'equilibrista sui binari,poi prese la
radio "Aram!
Aram!
Marciapiede 22.
L'ho visto e gli sto alle costole,livello inferiore.
Binario 22."
Sentendo che il treno stava per partire Otis si mise con la schiena poggiata sulla parete,dove c'era
un'incavatura rettangolare,con la parte superiore a cerchio.
Il treno passò e l'incavatura nel muro venne tirata all'indietro da un pistone.
Otis entrò in una stretta galleria rettangolare e andò a destra.
Il pistone richiuse la porta.
"Ah ecco!"disse Erik sorridendo.
Otis scese delle scalette di metallo.
La parete nera alla sua destra aveva vari tubi,come anche quella a sinistra e c'erano sbuffi di vapore
che uscivano dal pavimento.
Otis si mise a mangiare un'altra merendina,poi imboccò una galleria rettangolare,camminando su
una grata.
Il soffitto aveva diversi tubi perpendicolari alla galleria e c'erano alcune luci bianche circolari con
una grata di ferro davanti.
Ai lati della grata c'erano molti tubi.
Otis veniva ripreso da delle telecamere connesse a una moltitudine di schermi rettangolari,di varia
dimensione, posti in una stanza.
Uno dei televisori era più vicino,mentre gli altri erano messi su dei tavoli di metallo vicino al muro
di mattoni contenuto in un'arcata.
Un uomo,seduto su una sedia,stava osservando i vari schermi.
L'uomo aveva i capelli ricci,marroni,giacca nera,camicia gialla,pantaloni neri,scarpe nere.
"È incredibile che quel cervello possa produrre tanta energia da far muovere quelle gambe."disse
l'uomo che andò verso una scrivania dove c'erano dei pulsanti e ne premette uno vedendo Erik che
si avvicinava alla porta nel muro.
L'uomo provò a spingere la porta.
In quel momento stava per passare un treno e l'uomo si mise di spalle contro la parete.
L'uomo aprì un contenitore rettangolare incastonato nel tavolo nero,pieno di pulsanti,leve e
video,mise una chiave,con la mano sinistra,dentro una serratura nella scatola e spinse avanti una
leva.
La porta iniziò ad andare in avanti,mentre l'uomo ci faceva forza contro,poi quando il treno fu
abbastanza vicino la porta lo spinse bruscamente facendolo finire sotto di esso.
Nella stanza,con l'uomo c'era una donna bionda,con i capelli legati,una mantella nera,maglietta
nera, con un buco al centro del seno,gonna nera corta,calze nere e scarpe nere.
L'altro agente e 2 poliziotti corsero nella galleria.
L'altro agente raccolse il cappello del collega "Oh no..."
"Disgustoso."disse la donna.
L'uomo al tavolo annuì.
Dietro il tavolo nero,circolare,diviso in 3 parti,c'erano delle grosse radio rettangolari e pannelli
rettangolari incastonati nel muro,con luci e pulsanti.
L'uomo si alzò e si diresse verso una porta di metallo rettangolare con la parte superiore circolare.
La porta andò verso l'alto e lo condusse in una stanza dalle pareti di mattoni chiari,con delle arcate
tutt'intorno,dentro cui c'erano dei pannelli rettangolari connessi a dei tubi neri,attaccati al muro.
Accanto alle arcate c'erano dei tavolini neri,con sopra pulsanti e leve.
Il pavimento aveva una circonferenza,con dentro delle scritte nere e un mappamondo
dipinto,coperto dal vetro.
Il lampadario che scendeva dal soffitto aveva una parte centrale circolare,con una circonferenza di
lampade ovali sul bordo,poi la parte inferiore aveva una corda che pendeva.
La porta dalla quale uscì Lex era più in basso del pavimento e ai lati c'erano 2 muretti rettangolari.
Alla sinistra della porta c'era un pannello nero.
La porta era in un muro con sopra un'arcata.
"Che disgusto."disse la donna e la porta si chiuse "Sei proprio malato."
L'uomo,che aveva dei faldoni sotto il braccio sinistro, si voltò verso di lei "Malato,signorina
Teschmacher?
Quando manca poco all'esecuzione del crimine del secolo?"
Lui la indicò con l'indice destro,mentre lei si appoggiava su un macchinario rettangolare alla destra
della porta "No,no,no.
Via da li,per favore.
Come pensi di congratularti con la più grande mente criminale dei nostri tempi,eh?
Dicendomi che sono brillante?
No,no,no,sarebbe troppo ovvio,lo riconosco.
Carismatico.
Diabolicamente dotato."
La donna rise,appoggiando l'avambraccio destro su un archivio di metallo "Diciamo contorto."
"Ho ho ho."disse lui.
"Ha ha ha."disse lei.
Lui iniziò a scrivere su un blocco,mentre lei apriva un cassetto.
"Vieni via di la!"disse lui avvicinandosi "Via via via!"
Lei richiuse il cassetto "Dimmi una cosa,Lex...perché tanta gente deve morire per il crimine del
secolo?"
Lui afferrò la corda con la mano destra "PERCHÉ?!
Mi chiedi il perché?
Perché il telefono suona sempre quando si è sotto la doccia?
Perché il leader più brillante e diabolico dei nostri tempi si circonda solo di perfetti imbecilli?"
Lex passò sotto una delle 2 arcate dalla parte opposta della stanza e arrivò in un'altra stanza con una
libreria di legno a destra,con diversi scaffali pieni di libri,un tavolino a sinistra con un vaso
antico,una statua antica di un caprone con lunghe corna,il teschio dello stesso animale,messo su una
spranga di legno verticale poggiata su una base rettangolare e una lampada,un altro tavolino a
sinistra,con la statua di un cavallo,una lampada e dei libri,poi c'era un lungo divano bianco,con
macchie marroni e dall'altra parte un divano identico.
"PERCHÉ?"disse Lex "Perché?
Mi dica!"
Otis entrò in quel momento "Sono tornato,signor Luthor."
"Ecco,appunto,parlavo di te."disse Lex scrivendo sul blocco "Ti hanno seguito di nuovo."
Otis si voltò di scatto e urtò una lampada che per poco non cadde.
Lex chiuse gli occhi "Nonostante i tuoi riflessi da volpe."
Lex andò verso una scrivania piena di carte,con una lampada a sinistra,con dietro una sedia di legno
nero,con contorni irregolari.
Dietro vi era una parete circolare,coperta di librerie alte 4 metri e piene di libri.
C'era una scaletta che conduceva ad un piano rettangolare con cui arrivare agli ultimi piani.
"Signor Luthor?"disse Otis "Signor Luthor?
Mi scusi..."
L'ex aprì una cassaforte d'oro,incastonata nel centro della libreria e ci mise dentro il blocco "Otis..."
Lex chiuse la libreria "È quello il giornale che ti ho chiesto di prendere?"
"Si."disse Otis avvicinandosi.
"E perché non lo sto leggendo?"disse Lex ridendo.
"Ehm...forse perché ancora non glie l'ho dato."disse Otis che lo indicò con l'indice destro.
"Esatto."disse Lex indicandolo con l'indice destro.
"Ah..."disse Otis porgendo il giornale.
"He he he."disse Lex che prese il giornale velocemente e lesse "Finalmente è ufficiale.
Grazie a questo doppio lancio di missili nucleari saremo artefici della più grande truffa immobiliare
di tutti i tempi."
"Lex,cos'è quest'ossessione immobiliare?"disse Teschmacher appoggiata su un tavolo con
l'avambraccio sinistro "Non fai che parlare di terreni,terreni,terreni."
"Signorina Teschmacher,quando avevo 5 anni,mio padre mi disse "Figliolo..."
"Vattene?"disse lei.
Lex rise "Prima di questo disse "Figliolo,la borsa può anche crollare,le grandi industrie e le banche
possono andare in malora,gli uomini non valgono proprio nulla,ma avranno sempre bisogno di terra
e la pagheranno un occhio pur di averla".
Capito bene cosa mi disse?"
"Terra."disse Otis.
"Esatto."disse Lex.
"È un peccato che lui non abbia visto come,da umilissimi inizi,io ho creato un impero."disse Lex
allargando le braccia.
"Un impero?"disse Teschmacher indicando il pavimento "Questo?"
"Signorina Teschmacher,quante ragazze conosci che abbiano un indirizzo in questa zona di
Metropolis come questo?"disse Lex.
"È Metropolis anche qui?"disse la donna "70 metri sotto?"
"Hai un'idea di quanto paga la gente la sopra?"disse Lex indicando l'alto con l'indice sinistro "Per
poche misere camere e un ascensore in comune?"
Lex e Otis parlarono insieme "Cosa si può chiedere,dico io?"
Lex chiuse gli occhi.
La sera seguente White,con la giacca marrone era nel suo ufficio,in piedi,con il telefono all'orecchio
sinistro e nella mano destra aveva una lunghissima lista rettangolare.
L'uomo mise giù il telefono ed uscì dallo studio "Olsen!"
"Si"?disse Jimmy che arrivò con una giacca nera,con righe rosse e camicia rosa.
"Manda questo aggiornamento sull'audience."disse White.
Jimmy prese la lista e annuì "Si."
White rispose ad un telefono "No,basta,fallo così.
Esatto."
White riattaccò il telefono e trovò Jimmy a chiacchierare "Che cosa ci fai ancora qui?"
"Ora vado."disse Jimmy.
"Vai!"disse White.
"Stavolta non l'ho detto."disse Jimmy voltandosi.
"Vai!"disse White indicandolo con l'indice sinistro.
Clark e Lois erano seduti alle loro postazioni.
Lei indossava la camicetta rosa.
"Ah,il profilo del maniaco sessuale."disse White arrivando alle spalle di Lois.
"Già!"disse lei togliendosi la matita dai capelli "Scommetto che vincerà il premio pulitzer.
Che ne pensa?"
"Slip con una "p"sola."disse White tornando nello studio "Ehi!
Bel lavoro su quello scandalo fiscale,Kent!"
"Molte grazie,signor White."disse Clark che indossava una giacca grigia.
Lois si alzò e anche Clark lo fece,prendendo la borsa.
"Ciao,Clark,buona notte."disse Lois andando a prendere un cappotto dall'attaccapanni.
"Ah,lascia,te lo porto io."disse Clark.
"Grazie."disse lei.
"Ah Lois?"disse Clark seguendola "Ce l'hai un minuto?"
"Ehm...queste 2 vanno agli indirizzi che ci sono sulle buste."disse lei dando dei fogli a una donna
bionda seduta ad una scrivania.
I 2 andarono nel corridoio.
"Lois,volevo chiederti se stasera verresti a cena con me?"disse Clark.
"Ah,peccato Clark,ho un impegno,mi dispiace."disse Lois.
"Ah..."disse lui.
"Eh si,c'è l'aereo presidenziale in arrivo e la sottoscritta vuole essere sicura che lui,sai di chi
parlo,risponda a certe domande..."disse Lois.
"Santo cielo,ma tu non ti riposi mai?"disse Clark.
"E a che scopo?"disse Lois "Ah,lo so,sai come vive una casalinga?
Prendi mia sorella ad esempio:3 figli,2 gatti e un mutuo!
Bleah!
Io darei i numeri il primo giorno."
Lois aprì una porta.
"Posso accompagnarti all'aeroporto?"disse Clark.
"Solamente se sai volare."disse Lois prendendo il cappotto mentre lui rideva"Eh,Clark?"
"Si?"disse lui.
Lei indicò la porta "Signore."
"Oh scusa."disse lui allontanandosi.
"Io adesso mi dovrei cambiare,scusami."disse lei chiudendo la porta.
"Si,senti,Lois,io..."disse lui e lei gli chiuse la porta in faccia,incastrando il cappotto nella
porta"Ehm..."
Clark bussò alla porta "Lois?
Lois?"
"Mi faresti il piacere di impostarmela?"disse lei dandogli una lettera "Grazie."
"Si,certo."disse lui e lei chiuse la porta "Notte."
Lui le appese il cappotto ad un attaccapanni li vicino,poi si mise il cappello e andò nel corridoio
verso gli ascensori e corse vedendone uno aperto.
"Lei scende?"disse Clark vedendo 2 persone entrare "Scende?
Va giù?"
L'ascensore si chiuse e lui restò fuori.
L'altro ascensore si aprì.
"Lei scende?"disse Clark.
"No,vado su."disse l'altro che indicò la freccetta dell'ascensore con la mano "Non lo vede che vado
su?"
L'ascensore si chiuse.
"Notte."disse Clark a 2 che camminavano parlando e che non lo videro nemmeno.
Clark chiamò l'ascensore.
Ormai il cielo era nero.
Un elicottero si avvicinò alla città.
"Controllo a terra."disse il pilota "Stiamo cercando miss Lane,per l'aeroporto di Metropolis,per
l'arrivo dell'aereo presidenziale.
È un volo urgente."
"Ricevuto."disse la voce alla radio "C'è a bordo una persona da sbarcare,passo?"
Lois arrivò sul tetto di un palazzo vicino.
Indossava un cappellino giallo ocra,giaccone giallo ocra,camicia bianca,pantaloni chiari e stivali.
"Negativo."disse il pilota.
"Potete atterrare."disse l'uomo che era una guardia dentro un ufficio rettangolare sul tetto "Vento
0,30,15 nodi,raffiche 30.
Regolazione altimetro 1000 e 3 millibar."
L'ufficio rettangolare aveva un tavolo a sinistra dove c'era una guardia,poi c'erano altri 2 tavoli con
poltrone con 2 in abiti bianchi e un altro con abiti bianchi era fuori.
"Ricevuto,passo e chiudo."disse il pilota.
Lois entrò nell'ufficio e l'elicottero atterrò.
Lei si diresse verso il mezzo.
Il vento causato dalle eliche del mezzo fece muovere un tubo fissato a terra.
Lois salì a bordo e l'uomo vestito di bianco chiuse lo sportello.
Il tubo iniziò ad agitarsi e ruppe il gancio metallico,legandosi alla parte bassa dell'elicottero.
"È guasto."disse il pilota "Non riesco a prendere quota."
"Che succede?"disse Lois preoccupata.
Il cavo mandò scintille.
"Hai preso un cavo!"disse la voce alla radio,mentre Lois cominciava ad urlare "Hai preso un cavo
elettrico!
Riatterra!"
L'elicottero girò su se stesso.
"Riatterra!"disse la voce alla radio.
"MIO DIO,HO PERSO IL CONTROLLO DELLO STABILIZZATORE!"urlò il pilota.
"HA PERSO IL CONTROLLO!"disse la voce di quello alla radio "CI VIENE ADDOSSO!"
Tutti nell'ufficio si gettarono a terra poco prima che la coda dell'elicottero sfondasse le vetrate.
L'elicottero atterrò sul bordo del palazzo,restando con una parte dentro e una fuori.
Il pilota prese una scossa e svenne,mentre l'elica prendeva fuoco.
Lois provò a svegliare l'uomo.
La ringhiera del palazzo iniziò a piegarsi.
Lois andò contro lo sportello che si aprì e lei vide la strada dalla cima del grattacielo urlando.
Il cappello le cadde di sotto.
"AIUTO!"urlò lei "AIUTO!
AIUTO!"
La gente sotto il palazzo cominciava ad ammassarsi.
Lei si slacciò la cintura e provò ad uscire dall'altro sportello.
A terra erano arrivate delle macchine della polizia e dei pompieri.
I poliziotti fecero allontanare la gente.
"AIUTO!"urlò lei "AIUTOOO!"
Lei provò ad aprire lo sportello,ma la ringhiera si piegò e lei cadde,aggrappandosi alla parte
inferiore dell'elicottero.
Clark uscì dal palazzo vedendo la gente,poi vide l'elicottero e in quel momento il cappello di Lois
finì a terra.
Lui raccolse il cappello,poi guardò di nuovo in alto e si allontanò rapidamente.
Clark guardò una cabina telefonica,poi proseguì.
"AIUTOOO!"urlò Lois che si teneva all'elicottero.
Clark attraversò la strada correndo e si aprì la camicia,rivelando il costume blu,con il triangolo
rosso,con l'interno giallo e la "S",poi entrò in una porta scorrevole circolare di un palazzo e si mosse
a super velocità,facendo girare la porta come una trottola,poi uscì con il costume addosso e senza
occhiali.
Un ragazzo di colore,con delle ragazze, aveva visto tutto ed era sbalordito.
"EHI,AMICO,MA CHE FAI!"disse il ragazzo "È una bomba quel vestito."
"Scusate."disse Kal El che volò verso l'alto.
"VOLA!"urlò il ragazzo sconvolto.
L'elicottero si piegò verso il basso e Lois cadde di sotto urlando.
Kal El volò verso Lois e la prese al volo.
"Ma che diavolo è quello?"disse un reporter.
Kal El la prese in braccio "Tranquilla,la reggo io."
Lui allungò in alto il braccio sinistro e andò verso il tetto del palazzo.
"Lei mi regge?"disse Lois guardando in basso "Ma chi è che regge lei?"
"È incredibile!"disse un reporter vestita di verde "È veramente incredibile.
È riuscito a prenderla guardate..."
L'elicottero cadde di sotto,facendo urlare la folla e anche Lois.
Kal El afferrò l'elicottero con la mano sinistra e lo portò verso l'alto.
La folla iniziò ad applaudire.
Kal El riportò l'elicottero e Lois sul tetto.
"Signori,quest'uomo ha bisogno d'aiuto."disse Kal El indicando l'elicottero con il pollice destro,poi
guardò Lois "Spero che questo piccolo incidente non ti abbia fatto passare la voglia di volare."
Lois scosse la testa terrorizzata.
"Statisticamente parlando è ancora la maniera più sicura per viaggiare,lo sapeva?"disse Kal EL
allontanandosi e sorridendo.
"Come no?"disse lei "Aspetti..."
Lui si voltò.
Lei fece alcuni passi "Chi...chi è lei?"
"Un amico."disse Kal El che spiccò il volo,salutandola "Addio."
Lei guardò in alto,lo salutò,poi collassò a terra.
Kal El volò nel cielo allungando il braccio destro davanti a se e tenendo il pugno chiuso,poi allungò
l'altro braccio.
Sulla parete di un grattacielo,c'era un uomo vestito di nero,con cappello circolare.
Nelle mani aveva dei congegni circolari per fare presa sulle pareti e anche sulle ginocchia.
L'uomo mise l'oggetto sul piede sinistro di Kal El e poi lo vide in piedi sul vetro,con i pugni
poggiati sui fianchi.
"Ehilà."disse Kal El sorridendo "Non funziona l'ascensore?"
L'uomo urlò e cadde all'indietro.
Kal El lo superò volando "Scende anche lei?"
Lui si mise in piedi su un vetro,prese l'uomo al volo e andò verso il basso.
L'uomo seduto ad una scrivania nell'ufficio guardò la finestra e non vide nessuno.
L'uomo aveva i capelli grigi e una giacca grigia.
"No..."disse l'uomo che riprese a scrivere.
Kal El portò giù l'uomo tenendolo per il vestito con la mano sinistra.
"Agente?"disse Kal El che scese accanto ad un poliziotto che rimase bloccato nel vederlo.
Kal El gli strinse la mano "Buona sera agente...Jonson.
Dicono che la confessione sia un sollievo per l'anima."
Kal El prese dei gioielli dalla borsa sulla cinta dell'uomo "Io lo ascolterei quest'uomo.
È tutto suo."
Kal El volò via tenendo le braccia in avanti e i pugni chiusi.,mentre il poliziotto metteva le manette
all'uomo.
Degli uomini in una macchina nera spararono contro un'auto della polizia che li inseguiva.
Gli uomini erano tutti vestiti con camicia celeste e pantaloni grigi e indossavano tutti una maschera
sul volto.
Alcuni proiettili bucarono il vetro posteriore dell'auto dei malviventi.
L'auto imboccò una stretta strada tra le fabbriche e quella della polizia,che era di fianco
all'altra,andò contro una baracca distruggendola,poi travolse delle bancarelle di pesce.
L'auto si fermò al porto e i delinquenti salirono su una barca sparando.
"Forza!"disse quello con il fucile "VIA DA QUI!"
Kal El volava sulla città con le braccia in avanti e sentì gli spari.
La barca prese il largo.
Poco dopo un uomo riccio contò i soldi nella barca,sorridendo,poi un altro castano lo raggiunse.
I 2 si misero a guardare Kal El che era a braccia incrociate sul mezzo e rimasero bloccati.
Uno con un piede di porco uscì da un'apertura alle spalle di Kal El,i 2 sorrisero,l'uomo lo colpì alla
testa,ma il piede di porco non gli fece nulla e vibrò più volte nelle mani dell'uomo,facendogli
muovere le braccia.
"Delirum Tremens?"disse Kal El.
Jonson era nel commissariato e parlava con il capo dietro il bancone.
L'uomo aveva i capelli neri e corti.
"Sergente!"disse Jonson "Deve credermi!
Le giuro che volava!
Aveva un grande mantello rosso e degli stivali rosso fuoco."
"Stai qui tu per favore."disse il sergente al nero alla sua destra andando oltre il bancone di legno.
Dietro il bancone c'era una scaffalatura di legno con dei cartellini e una porta con delle vetrate.
"È schizzato via in un baleno!"disse Jonson "È volato in aria come un enorme pipistrello!
Lei non mi crede?"
"Un enorme pipistrello?"disse il sergente mettendogli la mano sinistra "E aveva gli stivali rosso
fuoco?"
"Perché non mi crede?"disse l'altro "Volava!"
Il sergente lo portò all'entrata "Ti prendi la serata libera e torni al bar per continuare a bere?"
"Stava volando."disse l'altro.
"Tra qualche minuto ti raggiungo anche io."disse il sergente che rimase bloccato vedendo che al
centro della strada c'era la barca con i delinquenti legati alla ringhiera frontale.
I poliziotti esterni e la folla guardarono in alto.
I 2 videro Kal El che si allontanava in volo.
"Jonson?"disse il sergente "La prima bottiglia tocca a me,vado a prendere il berretto."
Kal El continuò a volare sulla città,mentre dei fulmini cadevano.
In una zona dove c'erano dei palazzi marroni,alti 10 piani,c'era una bambina che era davanti ad un
albero.
La bambina aveva i capelli castani,divisi in 2 trecce,un abito rosa sul petto e viola in basso,formante
una gonna,calzini lunghi e scarpe nere.
Sull'albero c'era un gatto.
"Ehi micio!"disse la bambina "Vuoi venire giù da li?"
Kal El volò verso l'albero "Ciao."
La bambina lo salutò con la mano destra,tenendo la bocca spalancata.
"Te lo prendo io."disse Kal El che prese il gatto con la mano destra e poi con la sinistra "Andiamo.
Non avere paura."
Lui atterrò e diede il gatto alla bimba "Ecco qua,signorina."
"Grazie molte,signore."disse lei prendendo in braccio il gatto.
"Di niente."disse lui accarezzando il micio con la mano destra "Ciao micio.
Ci vediamo."
Lui volò via "Addio."
"Ciao."disse lei tornando dentro "Mamma!
Mamma!
Il gatto non voleva scendere giù dall'albero,poi è volato un uomo giù dal cielo e me l'ha riportato!"
"Ma quante volte ti devo ripetere di non dire bugie?"disse la madre dandole uno schiaffo.
L'aereo presidenziale volava tra le nuvole in una tempesta.
"Aeroporto di Metropolis,qui aereo presidenziale."disse uno dei piloti "Dateci l'ultimo
bollettino,passo."
"Aereo presidenziale,qui Metropolis,vento 240 nodi."disse la voce alla radio "Visibilità:800 metri."
"Ricevuto."disse il pilota scrivendo su un taccuino e dandolo al pilota a sinistra "Beh,non c'è da
stare allegri,tu che ne dici?"
Un fulmine colpì una delle eliche a sinistra,facendola esplodere.
"COSA DIAVOLO È STATO?"disse quello a destra.
"Il motore numero 1 non ha più potenza!"disse quello dietro a quello a destra.
"Ci siamo persi un motore,se n'è andato."disse il pilota a sinistra "Numero 1 escluso.
Aumenta il 2 e il 3."
L'altro premette dei pulsanti.
"Aumenta il 4!"disse quello a sinistra "Aumenta il 4!"
"Emergenza."disse il pilota a destra,mentre l'aereo andava in basso "Emergenza!
Abbiamo perso il motore numero 1!
Chiediamo lo stato d'emergenza a terra!"
"Avverti che abbiamo il presidente a terra!"disse il pilota a sinistra.
"Posizione attuale,10 miglia dalla pista!"disse quello a destra.
Kal El si mise sotto l'elica distrutta e spinse l'ala verso l'alto,tenendola con la mano destra e
mandando in avanti il braccio sinistro,con il pugno chiuso.
Il pilota a sinistra guardò dal finestrino e vide Kal El che lo salutò.
L'uomo lo salutò.
"Che è successo?"disse l'altro "C'è di nuovo il motore?
Ma che diavolo succede la fuori?"
"Tu pilota."disse l'altro "Non guardare.
Fa il pilota e va avanti.
Li c'è qualcosa.
Non ti dico che cos'è.
Solo...fidati di me."
Il pilota guardo fuori ancora.
Poco dopo Kal El era nella fortezza di ghiaccio e parlava con il volto di Jor El.
"Insomma...ti è piaciuto?"disse Jor El.
Kal El era tra le colonne con i tubi in cima "Non so cosa dire,padre.
Io mi sono lasciato trasportare."
"Lo avevo previsto,figlio mio."disse Jor El "Io..."
"Com'è possibile?"disse Kal El "Tu non potevi immaginare..."
"Quanto ti è piaciuto?"disse Jor El "Ti sei rivelato al mondo.
Molto bene.
Sia pure.
Ma devi continuare ad utilizzare la tua identità segreta."
"Perché?"disse Kal El.
"Le ragioni sono 2."disse Jor El "Primo non puoi servire l'umanità 28 ore al giorno."
"24."disse Kal El.
"O 24."disse Jor El "Secondo il tempo della Terra.
Il tuo aiuto sarebbe richiesto di continuo,anche per quelle cose che gli esseri umani potrebbero
risolvere da soli.
È loro abitudine abusare delle risorse di cui dispongono."
"E secondo?"disse Kal El.
"Secondo...i tuoi nemici scopriranno l'unico modo per ferirti."disse Jor El "Ferendo le persone che
tu ami."
"Grazie padre."disse Kal El.
"E infine,non punire te stesso per i tuoi impulsi di vanità."disse Jor El "Impara semplicemente a
controllarli.
È un difetto comune a tutti,persino su Krypton.
La nostra distruzione poteva essere evitata senza la vanità di alcuni che si
consideravano...indistruttibili.
Senza la vanità,in questo momento...avrei potuto stringerti tra le mie braccia.
Figlio mio."
Kal El allungò le braccia in avanti e il volto sparì.
Lui abbassò le braccia guardandole,poi si guardò intorno.
Alla tv,nelle vetrine,tutti i telegiornali parlavano dell'accaduto.
"Dunque è accertato che l'aereo presidenziale ha preso fuoco e stava precipitando,quando un
personaggio è apparso nel cielo e si è sostituito al motore."disse un uomo,poi furono mostrate le
immagini dell'elicottero che veniva tirato su.
Davanti alle vetrine c'erano folle intere.
Dietro la folla c'era Clark,con il cappello fedora nero,giacca nera,pantaloni neri e scarpe nere.
Un uomo lo affiancò.
L'uomo era riccio,con cappello nero e giaccone blu.
"Si,figurati quando succede."disse l'uomo "Figurati quando succede che un tizio vola."
"E chi lo sa."disse Clark "Magari succede."
Clark andò via.
"Già."disse l'uomo.
In un televisore c'era un uomo che parlava "Che possa essere uno scherzo?
Ogni ipotesi è valida.
Vero o falso?
Miracolo o imbroglio?"
La tv era sul tavolino e accanto c'era un lettino con sopra la signorina Teschmacher,con una
parrucca riccia,marrone e costume da bagno,messa a pancia in sotto.
Dietro di lei c'era una lampada circolare che emetteva luce viola e alla sua sinistra c'era uno sfondo
dipinto sul muro che mostrava la spiaggia di un'isola,con delle luci gialle sopra.
"Signorina Teschmacher!"disse Lex.
Lex stava nuotando in una piscina al piano di sotto.
Aveva una cuffia bianca,con contorni verdi, e costume rosso.
"E chiuda quell'affare!"disse Lex nuotando a dorso.
La donna spense la tv.
La piscina dove era Lex era la parte bassa di una stanza allagata,dove c'erano 2 rampe di scale
laterali,con una ringhiera in parte distrutta.
La parte bassa aveva 3 arcate,una davanti e 2 sui lati.
"Lex?"disse Teschmacher.
"Si?"disse Lex.
"Com'è la storia di questo tizio?"disse Teschmacher "Credi che sia un articolo genuino."
"Se lo è,non appartiene a questo mondo."disse Lex nuotando.
"Perché?"disse lei.
"Perché se un essere umano poteva escogitare un così fantastico scherzo,quello sarei stato io!"disse Lex.
Otis aveva un cioccolatino in bocca e spostava dei cuscini.
Aveva un cappello fedora arancione e camicia blu sbottonata,poi trovò una
parrucca,spaventandosi,prese la parrucca con la mano sinistra e la mise sulla testa di un busto
romano.
"OTIS!"urlò Lex "L'accappatoio!"
Otis andò al corrimano opposto a quello della zona dove la donna era distesa e prese un accappatoio
viola "Subito,signor Luthor!"
Otis scese.
"Tutto combacia in qualche modo."disse Lex "Essere qui a Metropolis in questo particolare
momento.
È come se ci fosse una specie di giustizia crudele."
Lex salì la prima rampa di scale ed arrivò ad una zona piatta,da cui partiva la seconda rampa e dove
l'acqua arrivava ai polpacci"Per commettere il crimine del secolo si deve affrontare la sfida del
secolo."
Otis lo raggiunse "Senta signor Luthor...forse questo tizio che vola è soltanto qui di passaggio.
Non crede?"
"Di passaggio?"disse Lex mentre l'altro gli metteva l'accappatoio "Che cos'hai nella testa,Otis?
In quella testa che taglierei volentieri se ciò servisse...a distruggere tutto ciò che lui rappresenta.
Otis,la prossima volta...mettimi l'accappatoio dopo che sono uscito dalla piscina."
"OH!..."disse Otis vedendo l'accappatoio nell'acqua.
White,il giorno dopo,era nello studio,con molte persone nell'ufficio e mise la prima pagina del
giornale,con la foto di Kal El,sul tavolo.
White indossava una camicia gialla e pantaloni marroni.
"Guardate!"disse White che mise il giornale sul tavolo "Il Post:Vola!"
Lui mise un altro giornale sulla scrivania "Il News:Uomo volante senza fili!"
Lui mise un altro giornale sul tavolo "Il Times:Bomba blu in picchiata su Metropolis!"
White mise un altro giornale sul tavolo "Il Planet:L'uomo dal mantello sbalordisce la città."
Il direttore prese l'ultimo giornale "Questa è la storia del secolo.
Voglio che il nome di quel tizio volante sia legato al nostro giornale come il pane al cacio,i fagioli
alla pasta,la politica alla corruzione!"
Alla sua destra c'era una donna riccia,con capelli neri legati,camicia chiara,pantaloni neri e scarpe
nere.
Clark alzò la mano destra.
Indossava gli occhiali,la giacca grigia,la camicia bianca,la cravatta nera,i pantaloni grigi e le scarpe
marroni.
"Io...io non credo che lui si presterebbe ad una pubblicità da 4 soldi signor White."disse Clark.
"E questo chi te l'ha detto Kent?"disse White.
Clark abbassò la mano destra,che aveva una penna,mentre nell'altra c'era un taccuino.
"Ehm...è solo una...una prima impressione."disse Clark.
"E chi ha mai parlato di 4 soldi?"disse White andando vicino alla donna alla sua destra "Lo farò
socio se necessario!
Esatto?"
"Esatto,capo."disse la donna sorridendo.
Lois era nello studio.
Indossava un lungo abito verde scuro,con i bordi grigi.
Aveva i capelli legati dietro la testa.
"Voglio sapere tutta la storia!"disse White colpendo il tavolo con la mano destra,mentre gli altri
scrivevano "Voglio tutti i retroscena di questo tizio!
La famiglia!
Dove abita!
Che cosa rappresenta la "S"!"
Lois trovò un biglietto sul suo taccuino con su scritto "Stasera alle 8 a casa sua.
Con speranza,un amico."
"Un amico..."disse lei a bassa voce.
Clark guardò Lois.
White andò da un uomo con i baffi indicandolo con il dito indice destro "Tony,chi è?"
L'altro spalancò le braccia.
White si rivolse ad un nero "Mike,come si chiama?
Cosa nasconde sotto quel mantello?
Batterie?"
Lois si voltò verso Clark che iniziò a scrivere.
"Perché si è fatto vivo ieri sera?"disse White "Nick?
Da dove proviene?"
White si rivolse a Lois "Ha una sua ragazza?"
Lois sorrise guardando a sinistra.
White andò verso Kent "Per quale squadra fa il tifo,Kent?"
"Ehm?"disse Clark.
"State bene a sentire!"disse White andando verso la scrivania "Vi garantisco,ragazzi e ragazze,che
chi riesce a farlo sbottonare si ritroverà con l'intervista del personaggio più esclusiva da quando...da
quando Dio parlò a Mosè!"
White mise un sigaro nella bocca e un altro glie lo accese "Allora che cosa fate ancora qua?
Muovetevi!
E dateci sotto!"
Tutti uscirono e White prese il giornale.
La notte seguente Lois era sul giardino esterno del suo grattacielo,all'ultimo piano,dove c'erano
delle fioriere di piombo.
Lei aveva i capelli legati dietro la testa e indossava un lungo abito azzurro.
Lois guardava il cielo,poi guardò l'orologio.
La terrazza aveva una zona fatta di mattonelle,poi degli scalini e un'altra zona.
Entrambe le zone erano piene di vari e fioriere,alcuni cilindriche,altre rettangolari.
La casa aveva una doppia entrata con sopra un telo grigio.
Vicino all'entrata c'era un tavolinetto bianco e delle sedie bianche.
"Si,certo."disse Lois andando a sedersi "Alle 8…
Alle 8!
Bell'amico!
La storia della mia vita.
Cenerentola resta in cucina."
Kal El arrivò volando mentre lei beveva e si mise poggiato sul bordo del palazzo "Buona sera,miss
Lane."
Lei si voltò di scatto "Ah...salve."
"Mi scusi,aveva progetti per questa sera?"disse Kal El.
"Oh!"disse lei alzandosi "Per via di questo vecchio vestito?
No!"
"Se vuole posso tornare più tardi."disse lui.
"No!"disse lei.
"Per me non è un problema."disse Clark.
"Non si muova!"disse lei avvicinandosi "Ops...cioè...si muova pure...solo non voli via,d'accordo?"
Lui sorrise e scese dal bordo "Scusi se mi sono presentato così.
Stavo pensando...devono esserci parecchie domande su di me a cui molti vorrebbero dare una
risposta."
"Si."disse Lois andando a prendere una sigaretta "Certo.
Un momento solo."
"Certamente."disse lui afferrandosi il polso destro con la mano sinistra e mettendo le mani al
centro"Non dovrebbe fumare,sa,miss Lane?"
Lei si voltò verso di lui sorridendo "Lo dicono tutti.
Cancro ai polmoni,vero?"
Lui usò la sua vista per vedere i polmoni attraverso la pelle "Non ancora.
Ringraziando il cielo."
Lei spense la sigaretta,poi prese la bottiglia sul tavolo "Ah,gradisce un po' di vino?"
"No,non bevo mai quando volo."disse Kal El che guardò l'interno.
La casa aveva un mobile rettangolare,con una lampada,un vassoio circolare,con delle bottiglie e
bicchieri sopra,uno specchio rettangolare a muro,con i contorni di legno,la porta bianca,un'arcata a
sinistra,con un vetro,con davanti un mobile rettangolare,con una pianta e la statua rossa di uno
gnomo,mentre al centro c'era un tavolo.
Il lampadario aveva una cupola chiara al centro.
"Carino,qui."disse lui.
"Ah,grazie."disse lei posando la bottiglia "Vogliamo cominciare con l'intervista prima?"
Lei si sedette e lui prese l'altra sedia,incrociando le mani.
"Beh,cominciamo con alcuni dati essenziali:lei è sposato?"disse Lois.
"Ah...no..."disse Kal El "No,non lo sono."
"No?"disse lei scrivendo "Ha una fidanzata?"
"No,non ce l'ho,ma se ce l'avessi lei sarebbe la prima a saperlo."disse Kal El.
Lei restò bloccata per qualche istante,poi si riprese.
Lui sorrise,mettendosi la mano sinistra sulla bocca.
"Q...quanti anni ha."disse lei.
"Più di 21."disse lui.
"Ah,non vuole che si sappia la sua età,vero?"disse Lois e lui annuì "Ah...quant'è grosso?
Cioè quanto è alto?"
"1 e 93."disse Kal El.
"Un metro e 93."disse lei "E...quanto pesa?"
"Uhm...sui...sui...100 chili."disse lui.
"Sui...sui 100 chili?"disse lei.
Lui sorrise.
"Beh...suppongo che le altre sue...le altre sue...beh lei è un uomo...normale?"disse Lois.
"Come ha detto prego?"disse lui.
"Beh,per dirla con delicatezza..."disse lei mettendosi le mani sul viso e poggiando i gomiti sul
tavolo,con un mezzo sorriso.
"Si..."disse lui chinandosi in avanti.
"Lei...mangia?"disse Lois.
"Beh...in realtà non ne avrei bisogno,ma a volte lo faccio."disse Kal El sorridendo.
"Si...eh si certo."disse lei alzandosi e lui la seguì "Dunque è vero che...che...che lei può vedere
attraverso...attraverso qualsiasi cosa?"
"Si,si,è vero."disse Kal El "Beh,più o meno."
Lei andò dietro la fioriera di piombo "E che è del tutto insensibile al dolore?"
"Fino ad ora."disse lui.
"Ah...di che colore sono le mie mutandine?"disse lei.
"Eh..."disse lui mettendosi la mano sinistra sulla bocca e poggiando il gomito sinistro
sull'avambraccio destro messo in orizzontale "Ehm..."
"Oh mi scusi,devo averla messa a disagio."disse lei toccandosi la testa.
"Oh no..."disse lui.
"Si..."disse lei.
"No,no,no."disse lui "È che questa fioriera dev'essere di piombo?"
"Si e con questo?"disse lei.
"Io attraverso il piombo...non riesco a vedere."disse lui.
"Oh,questo è interessante."disse lei scrivendo "Con il piombo ha difficoltà.
Lei...ha un nome proprio?"
"Cosa intende?"disse Kal El "Come John o Bill?"
"No,io..."disse lei camminando.
"Rosa!"disse lui.
"Eh?"disse lei.
Lui la indicò "Rosa."
Lei sorrise e si rimise vicino alla fioriera.
"Oh,mi scusi miss Lane,non volevo metterla a disagio."disse lui.
"Oh...no...non mi ha messo a disagio,si figuri."disse lei "Il suo passato qual'è?
Da dove proviene?"
"Ah...beh...è difficile spiegarlo,vede..."disse lui "Vede,io vengo da…"
Lui guardò il cielo "Beh,vengo da molto lontano.
Da un'altra galassia per l'esattezza.
Da un pianeta di nome Krypton."
Lei alzò la testa "Eh?"
"Krypton."disse lui.
Lei rimase ferma per qualche secondo "Oh...Krypton.
È scritto C-r-i-..."
"No..."disse lui avvicinandosi.
"Non si scrive così?"disse lei.
"No,è scritto K-r-y-p-t-o-n."disse lui e lei scrisse.
"Le piace il rosa?"disse lei.
"Si,il rosa mi piace moltissimo."disse lui e lei sorrise.
"Perché sei tu?"disse lei.
"Come?"disse lui.
"Insomma,per quale motivo sei qui?"disse lei "Ci deve pur essere un motivo."
"Si,per lottare per la verità,la giustizia e per la democrazia."disse Kal El.
"Oh..."disse lei ridendo ed andando verso l'entrata "Allora ti ritroverai a lottare contro ogni
funzionario in carica di questo paese."
"Sono certo che stai scherzando,Lois."disse Kal El.
"Io non posso crederci."disse lei.
"Lois?"disse Kal El "Io non mento mai."
"Ehm..."disse lei "A che velocità puoi volare,me lo puoi dire?"
"Ah...veramente non lo so,non mi sono mai preoccupato di cronometrarmi."disse lui "Senti...perché
non lo scopriamo?"
"E in che modo potremmo farlo?"disse lei.
"Fai un giro con me."disse lui.
"Vuoi dire che potrei volare?"disse lei ridendo ed indicando l'alto con la mano destra.
"In realtà a volare ci penserei io se sei d'accordo."disse lui.
"Ah!"disse lei ridendo e andando verso l'interno "È veramente fantastico!"
"Ma..dove vai?"disse lui.
"Ma,dici sul serio?"disse lei.
"Certo."disse lui avvicinandosi e togliendole delicatamente il quadernetto di mano e la matita "Che
cosa c'è che non va?
Questi non ti servono."
Lui posò il quadernetto e la matita sul tavolo.
"Mi metto un giaccone?"disse lei.
"No,non ne avrai bisogno."disse lui prendendola per mano e portandola verso il
cornicione"Pronta?"
"Clark...ha detto che...tu sei solo il frutto della nostra immaginazione."disse lei "Come Peter Pan."
"Clark...chi è?"disse lui "Il tuo ragazzo?"
"Clark?"disse lei "No,no,no.
Non è niente."
"Peter Pan eh?"disse lui "Peter Pan volava con i bambini,Lois.
In una favola."
Lui la strinse a se e si sollevò in aria.
I 2 iniziarono a volare tra i grattacieli.
Lui le tolse la mano dagli occhi.
I 2 passarono davanti alla statua della libertà,girandoci intorno,poi andarono verso l'alto e
superarono le nubi.
Arrivando in una zona dove c'erano altre nubi più in alto.
La luna era piena e c'erano le stelle.
Lei lo prese per mano,separandosi dal suo petto e allargò il braccio destro verso l'esterno,tenendo la
sua mano con il sinistro.
I 2 sorrisero.
Lei perse la presa e cadde di sotto urlando.
Lui la raggiunse,la prese e lei gli mise le braccia intorno al collo.
I 2 scesero lentamente guardandosi.
Lui le lesse nel pensiero.
"Puoi leggermi il pensiero."pensò lei,mentre i 2 volavano "Sai l'emozione che provo,non è vero?
Io non so chi tu sia.
Forse un frutto della mia fantasia?
Forse sono impazzita?
Sono qui ritornata bambina per mano d'un dio.
Che sciocchina.
Guardami.
Tutta trepida,come una scolaretta timida perché tu leggi in me.
Puoi leggermi il pensiero?
Vedi quello che provo per te.
Mi chiedo perché sei tutte le splendide cose che sei.
Tuo è il cielo.
Ma ora è anche mio."
Un uccello volò vicino a loro e lei si spaventò.
"Non potremo starci sempre insieme?"pensò lei "Tu e io?
Se hai bisogno di amici...puoi volare da me."
I 2 scesero sotto le nubi in verticale.
Lui alzò la mano destra verso l'alto chiudendo il pugno e sorridendo.
"Se hai bisogno d'amore...leggi in me."pensò lei che venne presa in braccio "Tuo è il mio cuore."
Lui la riportò sul terrazzo e la mise a terra.
Lei gli teneva ancora le braccia intorno al collo.
"Abbiamo dimenticato di cronometrarci."disse lui.
Lei annuì.
"Beh,la prossima volta."disse lui allontanandosi "Stai bene?"
"Si.."disse lei.
"Buona notte."disse lui volando via.
"Oh!...buona notte."disse Lois "Che uomo super.
Superman..."
"Lois?"disse Clark bussando alla porta e lei ci andò "Lois?
Mi senti?
C'è nessuno?"
Lei aprì le serrature.
"Oh,scusami,posso entrare?"disse Clark.
Lui indossava una giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.
"Ah si..."disse Lois guardando verso la finestra.
"Scusa,ma,non mi hai sentito bussare?"disse lui.
"Si..."disse lei guardando verso le finestre.
"Lois,noi avevamo un appuntamento stasera,non te lo ricordi?"disse lui.
"Oh..."disse lei.
"Lois?"disse Clark avvicinandosi e lei si voltò "Non avrai mica...bevuto?"
"Oh no,no."disse lei.
"Ah beh,spero proprio di no."disse Clark "Allora...possiamo decollare,che ne dici?"
"Vado a prendere il cappotto."disse lei.
"Ok."disse lui.
"Deve fare freddo fuori."disse lei "Oh no...voglio dire...mi serve la borsa,devo pettinarmi e
mettermi il rossetto..."
Lui si tolse gli occhiali per qualche secondo,quando lei chiuse la porta, e sorrise,poi si guardò gli
occhiali nella mano destra e aspettò alcuni secondi.
"Lois,c'è una cosa che devo dirti."disse lui "All'inizio..."
Lei aprì la porta e si avvicinò.
Clark si rimise gli occhiali "Ah...all'inizio ero molto preoccupato per... questa serata,poi…!"
Lei andò alla porta e lui la seguì.
"Poi mi sono detto...diamine ti farò passare una grande serata."disse Clark.
Lei aprì la porta.
"Ah,ciao Clark,come va?"disse lei uscendo.
Lui rimase bloccato per diversi secondi.
"Magari possiamo..."disse Clark uscendo e chiudendo la porta.
Il giorno dopo Otis e Teschmacher leggevano un giornale con su scritto "Ho passato la notte con
Superman".
La donna aveva i capelli legati,una giacca nera,con i contorni bianchi,pantaloni neri e scarpe nere.
Otis fumava il sigaro,aveva una giacca grigia,camicia rossa,pantaloni grigi.
Lex era seduto alla scrivania e indossava un abito simile a quello di Otis,con camicia bianca.
"Beh ora...data l'esatta posizione della galassia di cui ha parlato e la vicinanza della galassia di cui
parla al sistema solare...è sorprendente."disse Lex "Una civiltà che può viaggiare ad una velocità
simile,piegando spazio e tempo."
"Come lo sai?"disse la donna.
"Altrimenti il viaggio a velocità luce sarebbe durato di più."disse Lex "Si…
SORPRENDENTE!"
Lex si alzò e andò alla scala "Troppo bello per essere vero!"
"È troppo bello per essere vero,si."disse la donna "È 1,93,capelli neri,occhi azzurri,non beve,non
fuma e dice sempre la verità."
"Signorina Teschmacher,alcuni leggono guerra e pace e pensano che sia solamente un libro di
avventure,altri leggono le ricette su una cartina di gomma da masticare e scoprono i segreti
dell'Universo."disse Lex.
"Ma Lex cosa centra la gomma da masticare con lo scoprire i segreti dell'Universo?"disse lei.
"Mmmmm."disse Lex che aveva gli occhiali,poi si voltò verso la libreria e mise a posto il libro
celeste "Esatto,signorina Teschmacher.
Esatto.
R...r...r..."
"M?"disse Otis "Vuole la "M"signor Luthor?"
Otis spostò la scala e Lex si afferrò agli scaffali.
"Ecco qui."disse Otis "M."
"M come "minchione",Otis!"disse Lex indicandolo con la mano sinistra "No!
No!
R!"
Otis si mise sotto la scala.
"R COME "RINCRETINITO"!"disse Lex "RIMBAMBITO!
RAMMOLLITO!
R COME RIPORTA QUI LA SCALA!"
Otis riportò la scala "Subito.
Subito.
Non avevo visto,mi scusi signor Luthor,io..."
Lex gli schiacciò una mano con il piede sinistro,facendolo urlare.
Otis iniziò a portare la scala lentamente verso destra.
"Secondo quelle interviste,il pianeta Krypton...esplose nel 1948..."disse Lex che si sedette sui
gradini aprendo un libro "...quindi quel ridicolo scherzo della natura è stato 3 anni è mezzo in un
razzo spaziale da li alla Terra.
Ergo..."
"Ergo?"disse Otis "Ergo,nel 1948...si sono 3 anni."
"Lo sai perché il numero 200 è così altamente simbolico,sia per te che per me?"disse Lex.
"Per tutti e 2?"disse Otis.
"È il tuo peso e il mio quoziente di intelligenza."disse Lex battendo il pugno destro sulla gamba
destra "Ora...ragionamento deduttivo,è così che si chiama...frammenti del pianeta Krypton sono
rimasti vaganti nello spazio.
È ragionevole presumere che alcune particelle di detriti siano finite sulla Terra."
"Meteoriti!"disse Teschmacher.
"Esatto."disse Lex sorridendo e mostrando un'immagine del libro "Ecco."
Otis portò il libro alla donna.
Nell'immagine si vedeva un uomo di colore africano,con un lungo abito bianco,con un meteorite
nero,pieno di puntini verdi in mano.
"Un meteorite trovato in Africa."disse Teschmacher "Lo so che prenderò una sberla sulla bocca per
questo,ma...con ciò?"
"Con ciò?"disse Lex "Vuoi dire che per noi sono solo meteoriti?
Molto giusto.
Ma...la radioattività specifica è così alta che,per chiunque provenga dal pianeta Krypton,questa
sostanza è letale."
"Un momento,signor Luthor...vuol dire che fuoco e proiettili non gli fanno niente e questa roba qui
potrebbe ucciderlo?"disse Otis.
"Si!"disse la donna.
"Oh mamma!"disse Otis.
"Già."disse lei.
"Ma non sentite una scossa elettrica nel trovarvi nella stessa stanza con me?"disse Lex.
"Oh non come la scossa che avrai quando gli mollerai quel sasso."disse lei "Ti vedrà a miglia di
distanza con quegli occhi che battono i radar."
"Oh Signore..."disse Lex togliendosi gli occhiali "Gli occhi tappati non vedono...e neanche
Superman vede attraverso il piombo."
"Non riesce a vedere attraverso il..."disse Teschmacher.
"E la kryptonite lo distruggerà."disse Lex "Qualche domanda scolaresca?"
"Ma chissà come ci si veste in Africa."disse Teschmacher voltandosi.
"Ha l'aria di un camicione."disse Otis guardando la foto.
Lex chiuse gli occhi.
Un elicottero volò su delle colline piene di pini.
"Mamma uccello a convoglio missili,passo."disse il pilota.
A valle c'era una strada tra 2 tratti di bosco,con sopra un camion con sopra un missile e con davanti
2 jeep militari e dietro una jeep.
Il camion aveva una placca metallica rettangolare,con la parte vicino alla parte iniziale del camion
che era più alta rispetto a quella dietro e il missile era incastonato dentro la placca.
A destra la discesa giungeva fino ad un lago.
"Ricevuto,mamma uccello."disse una jeep "Parlate."
"Tutto a posto."disse il pilota "Ci vediamo alla base."
"Ricevuto mamma uccello,passo e chiudo."disse un militare.
Dalla parte opposta della strada,molto lontano,c'era una macchina verde telecomandata.
Luthor era al lato di una strada e aveva un telecomando rettangolare in mano con delle leve e dei
bottoni.
Lex aveva una parrucca riccia,camicia bianca,pantaloni bianchi e scarpe bianche.
La macchina curvò a destra e si cappottò su se stessa 10 volte.
Lex sorrise e se ne andò.
Otis era dietro un albero vicino alla strada e vedeva il camion muoversi.
Indossava una camicia rossa,con dei fiorellini,pantaloni neri e scarpe nere.
I mezzi si fermarono vedendo la macchina semi distrutta.
Sulla strada,vicino alla macchina,c'era Teschmacher che indossava una parrucca rossa,un vestito
rosso lungo fino a metà cosce,scollato,aveva le calze scure e le scarpe con i tacchi rossi.
I militari scesero dai mezzi.
Otis si mosse dietro al camion,con un alberetto davanti,poi lo gettò e salì sul mezzo.
Uno dei soldati le mise l'orecchio sul petto.
"Chiama un'ambulanza,non voglio quel corpo in mezzo alla strada."disse il capo e uno si mosse.
"Ha difficoltà a respirare,signore."disse quello accucciato "Lei che dice?"
"Beh,consiglierei...un massaggio pettorale e se non funziona...bocca a bocca."disse lui.
"Signor si."disse l'altro che fu afferrato dal capo e tirato su.
"Sergente,non voglio che nessuno di voi faccia ciò che non sia pronto a fare io."disse l'uomo.
"Si,signore,ma io..."disse il sergente.
"Chiama un'ambulanza."disse l'altro che si chinò.
L'altro se ne andò.
"Bene,ragazzi,avvicinatevi."disse l'uomo e i soldati si misero in cerchio "Dietro front!"
I soldati si voltarono.
Otis era sotto il missile e aveva staccato un pannello.
Dentro c'era una zona con gli ingranaggi,mentre dall'altra c'erano dei piccoli schermi con delle
tastiere e delle leve rosse sopra.
Otis spostò la prima leva verso l'esterno accendendo lo schermo dove apparvero numeri rossi,poi
iniziò a digitare i numeri che aveva scritti sull'avambraccio sinistro.
L'ambulanza arrivò sul posto e Lex scese "Salve.
Qualche ferito?"
Otis scese di corsa una discesa nei prati e si infilò nell'ambulanza poco dopo,mettendosi ai posti
dietro.
Ai posti frontali c'era Lex e Teschmacher.
Lex mise in moto mentre Otis rideva.
"Fatto tutto!"disse Otis "Tutto fatto signor Luthor!"
Teschmacher rise.
"Tutto fatto signorina."disse lui "Tutto fatto.
Proprio come mi aveva detto."
"Va bene,va bene."disse Lex"Allora Otis,non è che non mi fidi di te,ma...non mi fido di te,Otis.
Cos'hai fatto?"
"Beh,ho...regolato il primo vettore direzionale..."disse Otis scoprendosi il braccio "...a...38,il
secondo a 67..."
"Bene."disse Lex.
"...e il terzo a 117."disse Otis.
"E il quarto?"disse Lex.
"Qua...quale quarto?"disse Otis.
"Un momento!"disse Lex "Un momento!
Un momento!
Il terzo a 117?!"
"Si,l'avevo scritto signor Luthor."disse Otis "L'avevo scritto..."
"OTIS!"disse Lex colpendo il volante con la mano destra "Otis...IL TERZO DOVEVA ESSERE AD
11!
IL QUARTO A 7!"
"Oh..."disse Otis mentre Lex colpiva il volante "Accipicchia.
Accipicchia.
Signor Luthor..."
"Otis!"disse Lex.
"Ho paura che il mio braccio non era abbastanza lungo."disse Otis.
"Vuoi vedere un braccio bello lungo?!"disse Lex irato "OTIS!
TI VA DI VEDERE UN BRACCIO MOLTO MOLTO LUNGO?!"
"Oh no,no,no,signor Luthor!"disse Otis.
"EH!"urlò Lex che gli saltò addoss caddero dietro,mentre Teschmacher prendeva i comandi
del mezzo.
In strada c'erano 3 mezzi della marina e un camion con un tendone blu che copriva la placca su cui
era incastonato il missile bianco sul retro.
Lex era su un camion dalla parte opposta.
Indossava un cappello da cowboy chiaro,camicia chiara,pantaloni neri e scarpe nere.
Il camion stava andando sul ponte dalla parte opposta all'altro.
Otis,con l'occhio destro livido,era accanto a lui,con un berretto verde e camicia gialla.
"Stai a vedere adesso."disse Lex.
"Ah..."disse Otis annuendo "Si,signor Luthor."
Il camion trasportava una vera e propria casa ad un piano,chiara,con il tetto a triangolo.
"Non mi avevano detto che questa strada doveva essere bloccata."disse uno di quelli nella prima
jeep.
"Non ti avevo detto..."disse uno di quelli dietro all'altro.
"Io non dicevo a lui,dicevo a lei!"disse l'uomo.
Le jeep si fermarono e i soldati scesero.
"Togliete quell'affare dalla strada!"disse uno dei militari "FATE MARCIA INDIETRO!"
I 2 scesero e altri militari arrivarono.
Teschmacher si teneva alla ringhiera del ponte,poi salì su di esso.
"Come va?"disse Lex "Giornataccia eh?"
"SI,LEI DEVE..."disse l'uomo.
La donna superò la recinzione ed entrò nel tendone,aprì una parte del missile e mise i numeri.
Poco distante c'era una diga,in una gola rocciosa bianca,con la parte dietro piena d'acqua,mentre la
parte davanti aveva un fiumiciattolo con delle costruzioni allungate bianche ai lati.
Dalla diga partivano 2 ponti bianchi che conducevano a 4 strutture,divise in gruppi di 2 e ogni
gruppo aveva le 2 strutture connesse dai ponti.
Le strutture avevano la parte inferiore cilindrica,con delle colonne bianche e la parte superiore era
un cilindro più piccolo,con delle aperture rettangolari ai lati.
Jimmy Olsen si sedette sulla parete rocciosa alla destra della diga.
Indossava una maglietta scura,camicia rossa,pantaloni scuri e scarpe nere.
Aveva la macchina fotografica legata intorno al collo.
Lois era in una macchina rossa,in mezzo al deserto.
Il deserto era sabbioso,con parti di vegetazione.
"Come sa il Daily Planet è molto interessato alla questione."disse Lois che parlava ad un microfono
connesso ad un registratore.
Lois aveva una giacca bianca,gonna bianca e scarpe con i tacchi bianchi.
L'uomo accanto a lei era un indiano con cappello da cowboy nero,camicia bianca,panciotto
nero,pantaloni neri e scarpe nere.
"Una cosa non mi è molto chiara,perché vendete a gente che non conoscete nemmeno?"disse
Lois"Non avete..."
L'uomo indicò la strada e lei sterzò vedendo che stava per cadere in una discesa.
"Si,grazie."disse lei.
"Considerando le voci che corrono su ciò che c'è sotto la diga che hanno costruito in queste
zone,l'avrei venduto anche al generale Custer."disse l'uomo.
"Voci?"disse lei "Solo per delle voci?"
"Io ho degli strumenti di rilevazione elettromagnetica e le assicuro che da quella diga partono onde
di frequenza molto strane."disse l'uomo "Ho il timore che ci sia un reattore nucleare nascosto e non
voglio correre rischio."
Clark era arrivato al Daily Planet.
Indossava gli occhiali,giacca grigia,camicia bianca,cravatta scura,pantaloni grigi scarpe e nere.
Nella mano sinistra c'era una borsa marrone e il cappello fedora grigio nell'altra mano.
"Salve."disse Clark che posò il cappello e vide che tutti guardavano i televisori sui piani attaccati
alle colonne rettangolari.
"Salve a tutti."disse Clark "Qualcuno ha visto Lois in giro oggi?"
"No,non l'ho vista,ma il capo ti vorrebbe vedere."disse un uomo con capelli neri e maglietta chiara.
"A me?"disse Clark.
"Stai bloccando la visuale,Clark."disse l'uomo.
Clark vide il televisore e si accucciò,poi si allontanò "Scusa Jim.
Come sta Judi?"
"Bene,grazie."disse l'altro.
Clark bussò allo studio di White ed entrò dentro lo studio "Salve,signor White,voleva vedermi?"
White era seduto alla scrivania,con il bordo esterno curvo e guardava la tv posta su un lungo mobile
a sinistra.
"Ha visto Lois in giro?"disse Clark.
"È andata in California per indagare su una truffa."disse White togliendosi il sigaro dalla bocca con
la mano sinistra "Ho mandato con lei Olsen per aiutarla.
Laggiù,qualche tizio non ben identificato sta comprando migliaia di ettari di territorio deserto a
prezzi incredibili."
"Già,è davvero inspiegabile."disse Clark.
"Tutto il mondo è inspiegabile,Kent,non l'hai ancora capito?"disse White che gli mostrò un
foglio"Guarda questo dispaccio."
Clark lo prese.
"Di notte entrano dei ladri in un museo,uccidono i guardiani e cosa rubano?"disse White "Un
meteorite senza valore.
Come te lo spieghi questo?"
"Beh,francamente non ho mai capito la violenza in nessuna forma,signor White."disse Clark
toccandosi gli occhiali con l'indice sinistro.
"Lo so che la pensi così,Kent."disse White indicandolo con l'indice destro "Ed è per questo che
volevo parlarti."
White si alzò "Io mi occupo di giornalismo da 40 anni,amico mio.
E sono arrivato dove sono con grinta,con passione,olio di gomito e con qualcosa che purtroppo ti
manca,figliolo."
"Ah...ehm...l'umiltà?"disse Clark.
"No,no,non l'umiltà."disse White gesticolando e andando avanti e indietro "Tu sei pieno di umiltà.
Aggressività voglio dire!
Fiducia in te stesso!"
White mise le mani sul cornicione della finestra "Fatti avanti!
Fai sapere a tutti chi sei!"
In quel momento Clark si mise le mani sulle orecchie sentendo un suono stridulo che solo lui udiva.
I cani in strada iniziarono ad agitarsi.
"Qui parla Lex Luthor."disse la voce che seguì il suono "Un solo essere vivente con meno di 4
zampe può sentire questa frequenza,Superman.
E quello sei tu.
Tra meno di 5 minuti una pasticca di gas venefico contenente un composto di litio e propano verrà
immessa in migliaia di condotti d'aria di questa città annientando metà della popolazione di
Metropolis."
"Io ero già reporter quando tutti i miei amici facevano ancora i galoppini."disse White "Sai cosa
devi fare?
Chiedi a Lois di presentarti a Superman!
Scopri chi è!
Com'è fatto!
Dove ha preso quel costume blu!
Se l'è fatto fare?
È di seta?
È di plastica?"
Clark uscì.
"Lo so che ti sembrerà un po' eccessivo,ma è l'unico modo per conoscerti."disse Lex "Sapevo
che,vista la mia reputazione,non avresti mai accettato un invito a prendere un tè.
Ma un disastro,con gente in pericolo,gente che ha bisogno di aiuto,beh,si,sapevo che a questo non
avresti resistito.
Un'occasione per fare il boy scout,capisci cosa voglio dire?"
Clark andò nel bagno vuoto,aprì una finestra,si tolse gli occhiali,mettendoli nella giacca e si gettò di
sotto,si piegò in avanti e il costume si materializzò al posto del vestito,poi volò in alto e si mise a
volare tra i palazzi.
Superman si abbassò e volò verso il basso,passando vicino ad un autobus,facendo alzare tutti,poi
passò davanti alle vetrate di un grattacielo.
Tutte le donne si misero a guardare dalle vetrate.
"In te c'è una forte vena di bontà."disse la voce di Lex "Ma in fondo nessuno è perfetto.
Quasi nessuno."
Superman volò verso il basso e atterrò.
"Ma che cosa..."disse un uomo in macchina.
Varie macchine si fermarono in strada.
La gente lo circondò.
"Indietro,per favore."disse lui allungando la mano destra "Indietro,non c'è niente di cui
preoccuparsi."
Superman iniziò a girare su se stesso a super velocità,scavando un buco.
Roteando aprì un buco sul tunnel che conduceva verso il rifugio di Luthor e atterrò.
Le telecamere lo inquadrarono.
Lex era dentro la stanza dei video,con Otis e Teschmacher.
Lex indossava una giacca nera,con un fiore giallo a sinistra,pantaloni neri e scarpe nere,Otis aveva
la giacca grigia,pantaloni grigi e Teschmacher aveva la maglietta bianca,gonna nera e stivali neri.
"Guarda quel boy scout troppo cresciuto."disse Lex,mentre la donna sorrideva "E dimmi come ti
sembra."
"È carino."disse lei "Ha le fossette."
"Lo trovi carino?"disse Lex "Ha le fossette?"
Lex premette dei bottoni "Te le do io le fossette."
Ai lati della parete del tunnel si aprirono delle aperture rettangolari dietro cui c'erano delle
mitragliatrici.
Lex premette un bottone.
Le mitragliatrici spararono,ma i proiettili gli rimbalzarono addosso.
Superman avanzò tranquillamente.
Lex prese un microfono "Non è ancora finita,Superman."
Superman si voltò guardando dietro di se,poi camminò.
"Lo sai come si dice?"disse Lex "Se non sopporti il calore esco dal tunnel."
Lex premette un pulsante.
Dei getti di fiamme inondarono il tunnel,ma lui ci camminò in mezzo tranquillamente.
Teschmacher chiuse gli occhi,mentre Otis si metteva le mani sugli occhi.
"È la tua ultima occasione,Superman."disse Lex.
Superman seguì la grata e arrivò in un lungo pozzo di metallo con dei tubi che scendevano verso il
basso.
"Scegliti un sapore che ti trasformo in ghiacciolo."disse Lex.
La porta alle sue spalle si chiuse dall'alto in basso e Lex premette dei pulsanti.
Due tubi neri,con la parte frontale diretta in avanti,aprirono le placche rettangolari frontali e da esse
uscirono centinaia di pezzi di neve che riempirono la stanza.
Lui incrociò le braccia e il suo corpo si ricoprì di ghiaccio.
Lex premette un pulsante e la neve smise di uscire dai tubi.
L'intera stanza era ghiacciata e ricoperta.
Teschmacher lo guardò e Lex sorrise.
Lui allargò le braccia e il ghiaccio si ruppe.
Lex si alzò,seguito dagli altri 2.
Otis mise l'orecchio destro sulla porta blindata "Credo stia arrivando,signor Luthor!"
Lex era seduto alla sua scrivania e Teschmacher si nascondeva dietro una tenda.
La porta di metallo si piegò in avanti e Otis si allontanò.
"Sta arrivando senz'altro,signor Luthor!"disse Otis correndo dietro la poltrona di Lex.
Superman spinse la porta con le mani e la staccò dal muro.
"È aperto,si accomodi."disse Lex.
Superman avanzò.
"Il mio avvocato si metterà in contatto con te per i danni alla porta."disse Lex "Otis,prendi il
mantello del signore."
Otis si avvicinò,ma Superman lo guardò male.
"Non credo che me lo voglia dare,signor Luthor."disse Otis indicandolo.
"Dov'è la pasticca di gas Luthor?"disse Superman.
"Da qualche parte."disse Lex ridendo "Da qualche parte nel mio cervello in realtà!"
"È così che una mente malata come la tua si diverte."disse Superman "Programmando la morte di
gente innocente."
"No,causando la morte di gente innocente."disse Lex.
In una stanza c'era un militare seduto ad una scrivania di metallo,piena di pulsanti rossi,con davanti
una lunga placca rettangolare con un video al centro e dei pulsanti intorno.
L'uomo premette un pulsante e i missili nucleari vennero lanciati.
"Controllo marina,effettuato ottimo lancio."disse la voce alla radio "Effettuato ottimo lancio,missili
terra."
In una stanza c'erano 2 generali e 2 uomini in giacca e cravatta nera,con capelli neri,barba e baffi.
Un generale aveva un binocolo,mentre l'altro aveva gli occhi dentro 2 buchi di un oggetto di metallo
rettangolare,connesso ad un braccio di metallo che andava verso il soffitto.
Erano in una stanza di cemento,con un'apertura rettangolare.
"Missili entrati bene in traiettoria."disse la voce alla radio "Angolazione perfetta.
Lancio riuscito."
Lex camminava nella stanza circolare con il mappamondo degli Stati Uniti a terra,con il bastone
nella mano destra e Otis dietro,mentre Superman era dall'altra parte.
Otis portava una mappa rettangolare.
"Ora,come forse sai o forse non sai,io sono immerso fino al collo nei beni immobiliari."disse Lex"E
per fare soldi in quel campo uno deve comprare a poco e vendere a tanto.
Giusto?"
"Giusto."disse Otis.
"Giusto."disse Lex "Quindi il problema è come far aumentare il valore del terreno dal momento
dell'acquisto al momento della vendita.
Questa è la California.
Lo stato più ricco e popoloso degli Stati Uniti."
"Non ho bisogno di lezioni di geografia."disse Superman mentre Otis metteva la mappa di plastica
trasparente a terra.
"Ah,si certo,ci sei stato."disse Lex "Dimenticavo,viaggi molto,non è vero?
He he he.
Dov'ero rimasto?"
"California."disse Otis alzandosi.
"California,esatto."disse Lex "La faglia di San Andreas,sai cos'è?"
"Si."disse Superman guardando la mappa "È la congiunzione di 2 grandi masse.
La faglia è assai instabile e si sposta provocando dei terremoti in California di quando in quando."
"Magnifico."disse Lex sorridendo"Non avrei saputo dirlo meglio."
Lex indicò,con il bastone, una linea messa sulla mappa trasparente,posta sopra quella sul
pavimento"Tutto ciò che è ad ovest di questa linea è il bene immobile più ricco e caro del mondo.
San Diego,Los Angeles,San Francisco.
Tutto ciò che è al di qua della linea non è che centinaia e centinaia di miglia di deserto privo di
valore che guarda caso è di proprietà..."
Lex diede una bastonata ad Otis.
"OH!"disse Otis "Della Lex Luthor Corporation."
"Ora,dammi del pazzo,dammi dell'irresponsabile,ma...mi è venuto in mente che facendo esplodere
una bomba di 1000 megatoni nel punto giusto..."disse Lex.
"Si potrebbe distruggere quasi tutta la California."disse Superman sconvolto "Milioni di innocenti
verrebbero uccisi...la costa occidentale così com'è..."
"Cadrebbe nell'oceano."disse Lex "Bye Bye California.
Salve Nuova California,la mia questa volta."
Otis mise a terra una seconda mappa con 5 zone recintate e una scritta sul mare che diceva "Costa
del Lex".
"Costa del Lex...Luthorville..."disse Lex,mentre Superman scuoteva la testa,con un mezzo
sorriso"...Marina del Lex...Otisbourg..."
Lex vide che l'ultimo nome letto era stato scritto vicino a Luthorville e guardò Otis "Otisbourg?"
"La signorina Teschmacher ha un suo posto signore..."disse Otis.
"Otisbourg?"disse Lex.
"È solo un minuscolo posto..."disse Otis.
"Otisbourg?!"disse Lex.
"D'accordo!"disse Otis chinandosi e prendendo un fazzoletto dalla giacca con cui cancellò la scritta
dalla mappa di vetro "D'accordo!
Lo cancello.
Era talmente piccolo…"
"Sei un visionario Lex Luthor."disse Superman camminando intorno alla mappa "Un visionario
malato e contorto.
Il tuo piano non funzionerebbe mai."
"Ammetto che ci sono stati dei problemi...regolare la precisa traiettoria del missile,trovare il punto
ottimale di sollecitazione per la linea della faglia...che guarda caso...è l'obbiettivo 0,proprio
qui."disse Lex che colpì il vetro con il bastone frantumandolo.
"Oh..."disse Otis.
Lois era in macchina da sola e ai lati della strada c'erano delle salite con dei cespugli.
Jimmy arrivò davanti alla diga.
I missili cambiarono rotta.
"NON È POSSIBILE!"disse uno dei generali.
Alle loro spalle c'erano 2 uomini in divisa bianca seduti alla scrivania con i pulsanti.
"Si può sapere che diavolo succede?"disse uno dei generali che si avvicinò.
"C'è un guasto al comando traiettoria."disse uno dei 2.
"Dovete fermarlo!"disse il generale.
L'uomo premette un bottone diverse volte "Funzionamento negativo."
"Non potete abbatterli?"disse uno dei 2 uomini in giacca e cravatta.
"Assolutamente impossibile signore."disse l'uomo "Hanno i nuovi dispositivi di protezione P20."
"Chiamatemi il pentagono!"disse uno dei generali.
Uno dei missili volò sul deserto,mentre l'altro volava sopra dei campi e dei paesi.
Lex andò nella zona dove c'erano i divani.
"Beh,cosa ne pensi,bimbo mio?"disse Lex "Interessante?"
"La tua teoria è molto avvincente,Luthor..."disse Superman.
"Otis?"disse Lex "Va in sala controllo,subito!"
Otis andò via.
"Ma non è altro che la fantasia di una mente malata."disse Superman.
Lex rise e si mise davanti ad una cassa di piombo rettangolare "Fantasia?
No,no,Superman.
È storia!
Sta accadendo!
SIGNORINA TESCHMACHER!"
La donna arrivò con Otis.
"Si Lex?"disse lei.
"Dov'è quel missile ora?"disse Lex.
"Sta sfrecciando come una saetta sul Grand Canyon."disse lei e Superman si avvicinò "Anche l'altro
va bene."
Superman si bloccò e guardò Lex "L'altro?
Ce ne sono 2?"
Lex fece cenno ai 2 di andarsene e loro ubbidirono,poi si sedette sulla cassa di
piombo"Esatto,doppio pericolo.
Neanche tu,con la tua grande velocità,potresti fermarli tutti e 2,mentre io, d'altra parte,potrei
fermarli con il mio detonatore."
"D'accordo Luthor."disse Superman afferrandolo con la mano destra e sollevandolo da terra"Dov'è
il detonatore?"
Lex guardò verso la sua scrivania e Superman scansionò tutta la zona con la vista a raggi x dopo
averlo fatto cadere sulla cassa.
Superman si voltò e guardò la cassa di Lex,poi si avvicinò "Pazzo degenerato.
Pensavi di potermelo nascondere racchiudendolo nel piombo?"
Superman lo afferrò con la mano sinistra e lo tirò sul divano dalla parte opposta alla cassa "Farò con
questa cassa sbarre per la tua prigione."
Superman si chinò.
"Non toccarla!"disse Lex.
Superman lo guardò,poi aprì la cassa.
Dentro c'era una roccia verde,connessa ad una catena di metallo.
La roccia si illuminò e Superman si tirò su spaventato.
Lex iniziò a ridere "Te l'ho detto."
Superman si allontanò sconvolto.
"È kryptonite,Superman."disse Lex "Un piccolo resto del tuo paese natale.
Non ho badato a spese per farti sentire a casa tua."
Superman si allontanò e andò con la schiena contro un tavolo,urtando leggermente il cranio
dell'animale con le corna,poi si appoggiò sul tavolo,con le mani,chinandosi in avanti.
Lex rise e prese la catena con la roccia,avvicinandosi.
Alla vista dell'oggetto Superman spalancò gli occhi e mise davanti a se il braccio sinistro.
"Sei stato grande a tuo tempo Superman,ma era già scontato...che quando sarebbe arrivato il
momento di incassare..."disse Lex avvicinandosi "...questo vecchio,degenerato e pazzo...avrebbe
fatto da banca."
Superman indietreggiò.
"La mente batte i muscoli."disse Lex avvicinandosi.
Superman si appoggiò ad una colonna scendendo dei gradini.
Lex gli mise la catena intorno al collo.
Superman barcollò "Non ti importa neanche...dov'è diretto l'altro missile,vero?"
"Mi importa invece."disse Lex che lo portò verso la ringhiera con sotto la piscina"So esattamente
dov'è diretto.
Hackensack,nel New Jersey."
Lex lo gettò nell'acqua.
Teschmacher era poco distante.
Lex rise "Adesso devo lasciarti.
Senza rancore,eh?
Abbiamo tutti dei punti deboli.
Il mio è a San Andreas."
Lex scese dalla ringhiera rotta,spense le luci tirando una corda e camminò,ma Teschmacher lo
raggiunse fermandolo.
"Lex,mia madre abita ad Hackensack!"disse Teschmacher.
Lex guardò l'orologio e poi scosse la testa,poi andò in sala comando.
Superman cercò di nuotare.
"SIGNORINA TESCHMACHER!"urlò Lex e lei lo raggiunse.
Superman andò sott'acqua e tentò di togliersi la catena,poi provò a romperla.
Teschmacher andava avanti e indietro nella stanza dei monitor,poi uscì.
Lex aveva le gambe su un tavolo.
Superman mise la testa fuori dall'acqua.
Teschmacher si affacciò da dietro una statua greca di bronzo,lui la vide e lei si nascose.
"Si...signorina Teschmacher?"disse Superman "Signorina Teschmacher...non può starsene li..."
Lei si guardò alle spalle ,poi mise l'indice sinistro davanti alla bocca "Shh..."
"Non può starsene li mentre milioni di innocenti,milioni di innocenti muoiono."disse lui.
"Beh forse..."disse Teschmacher.
"La prego...la prego mi aiuti a salvarli."disse Superman.
"Se l'aiuto mi promette di salvare prima mia madre?"disse Teschmacher.
"Ma...Lois...e Jimmy..."disse Superman.
"Ma la mamma è sempre la mamma!"disse Teschmacher "E se promette io mi fiderò perché lei dice
sempre la verità."
"E va bene,lo prometto."disse Superman "Si,lo prometto."
Lui andò sott'acqua e tentò di togliersi la catena,lei si tuffò e lo afferrò,portandolo verso le scale.
Superman si appoggiò alla parete,lei lo baciò,poi gli tolse la catena e la lanciò in alto.
La pietra finì su una grata circolare di ferro e cadde dentro il cunicolo circolare.
"Perché... prima di togliermi la kryptonite mi ha baciato?"disse Clark.
"Credevo che poi non me l'avrebbe permesso."disse lei.
"Grazie,signorina Teschmacher."disse lui alzandosi.
"Perché non riesco mai a farmela con quelli onesti?"disse lei.
Lui le accarezzò il volto.
"Stia da parte ora,non c'è molto tempo."disse lui che volò in alto e sfondò il soffitto,volando in aria.
Sulla città ormai era sera.
I generali andavano avanti e indietro nella sala dei video.
La macchina di Lois era nel deserto e la benzina era quasi finita,mentre Jimmy era sui ponti che
connettevano le strutture cilindriche dietro la diga.
"Signore,missile esercito ancora diretto ad est."disse uno degli uomini ai video.
Uno dei missili passò sopra la testa di 2 contadini che montavano delle staccionate,seguito poi da
Superman che volò su un lago,nel deserto,dietro al missile.
Superman affiancò il missile che passò dietro delle catene montuose,poi gli si mise dietro,gli afferrò
la parte posteriore con le mani e lo spinse in alto.
Lex si alzò di scatto e camminò irato"Signorina Teschmacher…
SIGNORINA TESCHMACHER!"
"Missile marina diretto a terra."disse una voce nella stanza dove cerano i generali "15 secondi
all'impatto."
La macchina di Lois arrivò vicino ad un benzinaio,con alcune costruzioni vicino,tra cui una
rettangolare e una a casetta con il tetto a triangolo ad un piano.
Lei suonò il clacson.
Superman spinse il missile nello spazio e guardò verso terra e spalancò gli occhi vedendo
l'esplosione nucleare.
"Mio Dio!"disse uno dei generali.
Jimmy sentì il boato dell'esplosione che era detonata nel deserto.
Superman volò verso la terra.
Nel deserto c'era un enorme solco che stava andando sotto terra,staccando una parte di terra
dall'altra.
Superman volò nel crepaccio,scendendo fino alla zona dove c'era la lava e volò tra le rocce che
stavano crollando.
Un terremoto colpì la zona del distributore di benzina dove era Lois che mise in moto la macchina
appena in tempo per evitare il tetto del distributore di benzina che cadeva a terra e l'esplosione
successiva.
I pali della luce iniziarono a cadere sulla strada e lei dovette sterzare per evitarli,mentre alla radio
dicevano che il missile della marina era esploso e aveva riattivato la faglia di San Andreas.
Superman volò sopra la lava,mentre enormi massi cadevano intorno a lui e l'intero soffitto si stava
abbassando.
Il ponte rosso di San Francisco aveva i bordi che si stavano spezzando e le crepe stavano
raggiungendo l'asfalto,mentre le travi di metallo ondeggiavano.
Un autobus della scuola dovette sterzare per evitare delle macchine.
Gli studenti vennero sballottati da una parte all'altra.
Un gruppo di bambine,guidate dall'insegnante,era vicino alla scritta "Hollywood"sulle colline
quando arrivò un terremoto.
Le bambine urlanti dovettero scappare per evitare di essere schiacciate dalla scritta che crollò.
Degli allevatori avvertirono il terremoto e gli animali fuggirono.
Un treno stava passando su un ponte quando arrivò il terremoto.
I pastori scapparono,mentre i passeggeri avvertirono il terremoto urlando.
Dalla parete rocciosa alla destra del treno si staccarono diversi massi.
I cordoni di metallo del ponte rosso si staccarono.
Varie macchine andarono una contro l'altra,mentre l'asfalto si crepava.
Il pulman,per evitare le macchine,andò verso il bordo e la parte frontale sfondò il bordo di
metallo,nel punto in cui l'asfalto si era rotto,mentre una macchina colpiva la parte dietro del mezzo.
L'intero ponte cominciò ad ondeggiare.
"Andate tutti dietro!"urlò l'autista.
Superman,muovendosi a super velocità,mandò verso l'alto degli enormi massi richiudendo la faglia.
Il ponte di metallo continuò ad ondeggiare.
Gli studenti dentro urlarono.
Superman afferrò la parte frontale del mezzo e lo portò sul ponte "Ok,ragazzi,è tutto a posto."
"EHI!"urlò un ragazzo nero "È SUPERMAN!"
Superman volò via.
Nel deserto si formò una crepa che salì verso una collina di sabbia e tranciò in 2 le rotaie del treno.
"ACCIDENTI!"disse il macchinista che tentò di fermare il treno "DERAGLIAMO!"
Superman mise una delle rotaie dritta,poi si mise con la schiena in orizzontale nel punto in cui c'era
l'altra rotaia facendo passare il treno.
La diga iniziò ad avere delle crepe sulla sua superficie.
Jimmy,che era sulla cima,si affacciò,mentre l'acqua cominciò ad uscire,facendo esplodere parti della
diga.
Jimmy tentò di fotografare l'evento,ma una parte della diga iniziò a staccarsi,lui si spostò,poi una
parte del bordo cadde e lui si aggrappò al bordo per non cadere.
Le reti elettriche poco lontane dalla diga iniziarono ad esplodere e a mandare scintille.
Anche dentro un edificio c'erano delle scintille che uscivano dalle pareti,vicino ad una scala di
metallo e anche dalle pareti alla base.
Gli operai fuggirono urlando.
Un cavo elettrico cadde sul cofano di un mezzo con dentro 2 operai.
Superman atterrò e abbassò una leva su un muro staccando la corrente poi indicò con la mano
destra"Signori lo salverete quell'uomo?"
2 operai portarono giù un uomo da delle scale.
"Si!"disse uno "Ci pensiamo noi!"
L'acqua continuò ad uscire dalla diga.
Superman volò verso la diga e afferrò Jimmy "Ecco fatto,Jim."
La diga crollò poco dopo,mentre la gente del piccolo paese vicino fuggiva dalle case.
Superman posò Jimmy su una strada "Qui sei al sicuro,figliolo."
Kal El volò via.
"FANTASTICO!"disse Jimmy "MISS LANE ARRIVERÀ QUI FRA POCO!"
Superman volò con il braccio destro in avanti e il pugno chiuso e poi mise in avanti l'altro.
La terra tremò nella zona dove c'era Jimmy e diversi massi caddero dalla parete.
Anche dalle pareti ai lati della strada di Lois cadevano dei massi.
La macchina si fermò in mezzo al deserto,mentre Jimmy scappava.
Lui si voltò e urlò vedendo una crepa nel terreno dietro la sua macchina.
L'auto cominciò a sprofondare nel crepaccio.
"AIUTO!"urlò lei che tentò di uscire dal mezzo dal finestrino,ma della terra iniziò a cadere nel
crepaccio a causa delle frane circostanti.
Superman volò nella gola dove l'enorme flusso d'acqua spazzò via un ponte e poi 3 villette.
Lui gettò di sotto un grosso masso che provocò una frana,poi gettò giù altri massi da altre alture
riempiendo il fondo valle con le pietre e bloccando l'acqua.
La terra continuò a cadere nella macchina di Lois.
Superman tirò un sospiro di sollievo vedendo l'acqua che era ferma,poi però iniziò a preoccuparsi e
volò via.
Poco dopo vide l'auto nel crepaccio e la estrasse,trovando Lois sepolta all'interno,strappò lo
sportello e si mise in ginocchio toccandole il volto,poi la prese in braccio,indietreggiando,poi si
mise in ginocchio,accarezzandole il viso,poi la baciò,posandola a terra.
Passò diverso tempo e lui non si mosse,poi si alzò e iniziò a scuotere la testa "No...no...no...no…"
Lui alzò la testa "No...no...no.
NOOOOOOOOOOOO!"
Superman volò verso l'alto con la mano destra chiusa in avanti e urlando.
Volo tra le nubi.
"Figlio mio."disse la voce di Jor El e lui si fermò,vedendo il volto del padre tra le nubi "Ti è
proibito interferire con la storia degli uomini."
Una seconda voce affiancò quella del padre "La sola cosa chiara,figliolo,è che tu sei qui per una
ragione."
Superman si guardò intorno,poi pensò "Tutte le cose che so fare...tutti quei poteri...e non sono
riuscito a salvarla."
Superman uscì dall'atmosfera terrestre ed iniziò a girare intorno alla Terra a velocità luce
invertendone la rotazione e mandando indietro il tempo,poi girò dall'altra parte facendo ruotare il
pianeta dalla parte opposta.
Lois era sulla strada e la sua macchina si fermò.
Il terremoto non arrivò,ne ci fu l'esplosione nucleare in nessuna parte del mondo.
Superman atterrò accanto al suo sportello e lei lo vide.
"Ciao."disse Superman sorridendo "Lascia perdere,credo che sia a secco."
"Certo che è a secco!"disse Lois scendendo "Il guaio degli uomini d'acciaio è che non ce n'è mai
uno quando serve!
Ma lo sai che m'è successo,mentre tu te ne stavi in giro volando?
Mi sono trovata un pazzo che parla di cubi con energia strana dentro conservati sotto una diga
insieme al corpo di non so che!
Poi ho vagato tra strade vuote in mezzo al nulla e...e come se non bastasse questa stupida macchina
è rimasta a secco!"
Lui si avvicinò "Mi dispiace per te,Lois.
Ma ho avuto un pochino da fare."
"Scusami,non fa niente."disse lei.
Superman si avvicinò per baciarla,ma Jimmy arrivò correndo.
"EHI!"disse Jimmy "GUARDA CHI C'È!
SUPERMAN!
E LOIS NON SI VEDEVA!
HO CAMMINATO NEL DESERTO,NIENTE CIBO NE ACQUA E SERPENTI OVUNQUE!"
I 2 risero.
Lois gli tappò la bocca.
"Scusate,devo fare una cosa."disse Superman volando "Ci vediamo più tardi."
"Non riesce a stare fermo un secondo."disse Jimmy "Ah che peccato che mister Kent non sia qui
anche lui."
"Già,povero Clark."disse Lois grattandosi il mento con la mano destra "Non c'è mai quando…
Clark!…
Aspetta un momento...aspetta un momento..."
"Cosa?"disse Jimmy.
"Nah...questa è l'idea più sciocca che io abbia mai avuto."disse Lois.
"Le voglio dire una cosa,miss Lane."disse Jimmy "Io credo che lui le voglia molto bene."
"Clark?"disse Lois "Certo che è così."
"No,non Clark."disse Jimmy guardando in alto.
"Oh beh..."disse lei "Beh,Superman vuole bene a tutti,Jim.
Ma un giorno...chissà."
Superman volava sopra le valli e sentiva tutto ciò che lei diceva.
La notte seguente un uomo era ad una scrivania.
Aveva i capelli bianchi,lisci,con la riga a sinistra,giacca grigia,cravatta grigia,camicia
gialla,pantaloni grigi e scarpe nere.
Sulla scrivania c'erano dei fogli,2 telefoni,una lampada nella parte opposta e dei pulsanti su una
placca rettangolare.
La sedia era una poltrona di pelle marrone.
Alla sua sinistra c'era un archivio rettangolare,delle tende rosse,una portafinestra con delle sbarre
sul vetro.
Dietro l'uomo c'erano 2 porte di legno,con delle vetrate.
L'allarme suonò e si udirono dei cani abbaiare e dei fischi.
L'uomo aprì la porta finestra e si trovò su un balcone prima che dava su un cortile rettangolare di un
carcere con alte mura,con proiettori di luci sopra.
Superman stava volando e portava Lex e Otis.
"MI ROVINI TUTTO IL VESTITO!"disse Lex "SMETTILA SCEMO!"
"SIGNOR SUPERMAN!"urlò Otis.
"SMETTILA!"urlò Lex.
Le luci interne del cortile furono accese e Superman atterrò.
"Buona sera,signor direttore."disse Superman mentre delle guardie bloccarono Lex e Otis"Questi 2
uomini staranno qui finché non avranno un regolare processo."
"Chi sono,Superman?"disse il direttore.
Lex si tolse la parrucca con la mano destra "LEX LUTHOR,LA PIÙ GRANDE MENTE
CRIMINALE DEI NOSTRI TEMPI!"
"...MENTE CRIMINALE DEI NOSTRI TEMPI!"disse Otis.
"LE COMUNICO UFFICIALMENTE..."disse Lex.
"LE COMUNICO UFFICIALMENTE..."disse Otis.
"...CHE QUESTE MURA..."disse Lex.
"...CHE QUESTE MURA..."disse Otis.
"VUOI CHIUDERE IL BECCO!?"urlò Lex.
"Portateli via."disse Superman.
"BRUTTO IMBECILLE,SCEMO,BUONO A NULLA!"urlò Lex.
I 2 vennero portati via.
"Questo lavoro è di nuovo al sicuro,Superman."disse l'uomo "Non so come ringraziarti."
"No signore,non mi ringrazi,facciamo tutti parte della stessa squadra."disse Superman che volò in
alto "Arrivederci."
Superman uscì dall'atmosfera del pianeta e guardò il globo.
