THE BROOD:LA COVATA MALEFICA

TERRA 33

1979

Due uomini erano su un palco,in una stanza buia davanti ad una platea.

Il palco era rosso,era l'unica zona illuminata e i due indossavano una specie di accappatoio chiaro.

Uno,quello a destra,aveva i capelli neri e bianchi,con la riga sulla parte sinistra della testa e aveva un'aria fredda e determinata,l'altro aveva i capelli chiari,ricci e

la barba chiara,lunga.

"Tu non mi guardi,Mike."disse l'uomo con i capelli grigi "Tu non mi guardi negli occhi.

Sei debole.

Solo i deboli fanno così."

"Potrei guardarti negli occhi se volessi papà,ma è...è che...è che non mi va di guardarti negli occhi."disse Mike.

"E quindi è ovvio che sei un debole."disse l'uomo "Devi aver preso da tua madre.

E forse sarebbe stato meglio per te se fossi nato femmina.

Così ti saresti chiamato Michelle.

La debolezza è una cosa più accettabile in una ragazza,Mischelle…

Oh…!

Oh,scusa volevo dire Mike.

Mi sbaglio sempre."

Mike lo guardò irato.

"Già,ma aspetta un momento..."disse l'uomo dai capelli grigi "Perché non ti chiamo Mischelle già che ci sono?

Così almeno non dovrei più vergognarmi della tua debolezza.

Potrei comprarti i vestiti,le scarpette,dei bei cappellini,sciarpette,potresti essere il tesoruccio di papà,COSI NON MI DOVREI PIÙ VERGOGNARE A FARMI VEDERE IN

GIRO CON TE,NO?!"

Mike iniziò a piangere.

"Che cosa ne pensi,Mischelle?"disse l'uomo "Non ti sembra una buona idea?"

"No,papà."disse Mike.

"Cosa?"disse l'uomo "Hai detto qualcosa?

Scusa,ma hai una voce così debole ,da femminuccia, che non ti ho sentito?"

"Ti odio,papà."disse Mike "Ti odio."

"PARLA FORTE,RAGAZZO!"disse l'uomo.

"TI ODIO!"urlò Mike "Ma non posso odiarti,perché ti voglio bene.

Mi fa sentire colpevole dentro questo odio per te.

Non riesco neanche a parlare."

"Allora non parlare."disse l'uomo "Non parlare,dimostramelo.

Non dire niente,non mi interessa quello che può dire una ragazzina,non parlare,dimostramelo!

DIMOSTRAMI LA TUA RABBIA!

DIMOSTRAMELA,COSÌ TI CAPIRÒ!"

L'uomo urlò e si scoprì il petto.

Le spalle e le braccia e il petto erano pieni di bubboni rossi e si sentirono dei mormorii dal pubblico.

"Va bene così,papà?"disse Mike "Sei contento?"

"Ti vedo,Mischelle."disse l'uomo "Vedo tutto."

"Vedi,papà?"disse Mike "Vedi che cosa mi fai?"

"Avanti continua,Michelle."disse l'uomo "Va pure fino in fondo.

Non ti interrompere,va pure fino in fondo.

Ti sto osservando.

Osservo tutto quello che stai facendo,Mike."

"Oh,papà!"disse Mike che lo abbracciò.

Le luci si spensero.

Un uomo con i capelli castani,lisci,con la riga sulla parte sinistra,la giacca grigia e i jeans blu era seduto ad una delle ultime file.

"Però..."disse l'uomo accanto a lui "Quell'uomo è un genio.

È proprio un genio."

La luce sul palco si riaccese e mostrò un ragazzo con una maglietta rossa e pantaloni neri "Il dottor Daglan vi ringrazia per essere venuti.

Il vostro pulman vi aspetta fuori.

Grazie."

Tutti si alzarono ed uscirono.

L'uomo con il cappotto grigio salì delle scale rosse,con la ringhiera gialla.

Salì tre rampe di scale,poi arrivò davanti ad una porta ed entrò.

Nella stanza c'era una bambina bionda,voltata di spalle,seduta su un cuscino quadrato e stava disegnando sul tavolo.

Indossava un lungo vestito rosa.

"Vieni."disse l'uomo "Sono io tesoro."

La bambina si voltò,gli andò in contro e lui la prese in braccio.

"Oh,papà."disse lei "Papà."

La folla uscì dalla clinica,che era in un bosco spoglio,pieno di neve.

La bambina ora indossava un pesante abito rosso e un cappello dello stesso colore.

Passarono accanto alle persone che si dirigevano verso un autobus verde e poi arrivarono alla macchina.

Poco dopo la bambina era dentro la vasca e faceva il bagno,in una stanza dalle pareti fatte da tegole di legno verticali e una finestra,con una tenda dietro.

"Allora tesoro..."disse l'uomo che si mise in ginocchio,mentre la bambina giocava con una bambola "È calda abbastanza?"

Lui iniziò a lavarla "Metti giù la bambola,tesoro.

Girati."

Lei lo fece e il padre rimase sconcertato nel vedere che aveva la schiena piena di segni,graffi,manate e morsi "Oh mio Dio."

L'uomo prese la macchina e si diresse verso la clinica,passando sul retro,per la strada che passava in mezzo al bosco.

Accanto alla clinica c'era una casa allungata,con le pareti di legno e il tetto nero.

Il dottor Raglan era nella stanza d'attesa,indossava l'accappatoio rosso e aveva un asciugamano arancione.

Il pavimento della grande stanza era rosso scuro,c'erano due divani di pelle marrone,con sotto un tappeto bianco,una scrivania dalla parte opposta,diverse

librerie e le pareti dietro ai divani erano di vetro,con due porte.

Sentì bussare,mentre guardava sulle carte.

"Si?"disse Raglan ed entrò il ragazzo con la maglietta a rossa.

"Scusa Al,ma Mister Karter è ancora qui."disse il ragazzo "Sta cominciando a mostrare segni di impazienza."

"Ok,fallo passare."disse Raglan e il ragazzo aprì la porta.

"Mister Karter?"disse il ragazzo.

"Grazie."disse l'uomo entrando dentro la stanza,con il cappotto sotto il braccio sinistro.

L'altro chiuse la porta.

"Quanto tempo è passato."disse Raglan che gli pose la mano e lui la strinse "Che posso fare per te?"

"Voglio vedere Nola."disse Karter "Voglio vedere mia moglie adesso."

"Frank,lo sai che è sotto terapia intensiva."disse Raglan "Non posso interrompere l'isolamento."

"Però le permetti di vedere Kendy tutti i week end,no?"disse Karter.

"Hai ragione,ma non è la stessa cosa."disse Raglan "Le visite della figlia sono state programmate fin dal principio."

"Si?"disse Frank "Beh,allora cambia il programma!"

"Che vuoi dire Frank?"disse Raglan "Perché sei così ostile?"

"Mia figlia è stata picchiata e duramente."disse Frank "È stata graffiata e morsa!

Ed è la madre che l'ha fatto!

La madre che è sotto trattamento psichiatrico con te!"

"Questa è un'accusa incredibilmente grave nei miei confronti,Frank."disse Raglan camminando per la stanza e guardando uno specchio,mentre si aggiustava i

capelli"È stata Kendy a dirtelo?"

"Kendy,non ne vuole parlare."disse Frank "Si comporta come se non fosse successo niente!

Ma è stata Nola.

O qualche altro matto che hai messo in isolamento quassù.

In ogni caso niente più visite alla madre.

La bambina resta con me."

"Allontanare Kendy da Nola,a questo stadio,può essere fatale per lei."disse Raglan "È un momento molto critico."

"Si,ma sono sempre più convinto che Nola abbia troppa influenza sulla bambina."disse Frank.

Raglan si voltò "Comunque non hai ragioni legali per impedirle di vederla."

"Sono a tua disposizione se mi vuoi portare in tribunale."disse Frank"Anzi,diciamo che ne sarei felicissimo."

"Mi sta troppo a cuore il bene della tua famiglia ,Frank..."disse Raglan andando alla porta "...per arrivare a fare questo.

Ma non forzarmi la mano.

Riporta Kendy a sua madre per il week end.

Non farà del male alla bambina.

Quello che hai visto deve avere un'altra spiegazione."

"Finché non mi darai questa spiegazione..."disse Frank "Kendy non tornerà qui."

Raglan aprì la porta e Frank uscì.

Raglan chiuse la porta e andò a muovere un pulsante di un attrezzo allungato bianco,da cui uscì la voce del ragazzo.

"Si Al?"disse la voce.

"Kris,prepara la Karter,per un'altra seduta questa sera,per favore."disse Raglan.

"Va bene."disse il ragazzo.

"Ah..."disse Raglan "Kris?

Prepara la fase due dopo cena."

"Ok,Al."disse la voce.

Frank andò da un avvocato "Alfred,questo Raglan è un impostore,un uomo che sfrutta le disgrazie della gente."

"Si,ma è un medico no?"disse l'avvocato "È un vero psichiatra,voglio dire."

"Si."disse Frank.

"Eh..."disse l'avvocato,togliendosi gli occhiali.

Frank si alzò di scatto dalla sedia e andò su un lato della scrivania "MA LO VUOI CAPIRE CHE QUESTA PSICOPLASMIA È UN LADROCINIO VERO E PROPRIO?

E TUTTO UNA FARSA,HO ANCHE ASSISTITO!"

"Frank,non ha importanza quello che pensi tu."disse l'avvocato e lui si sedette.

"Stammi bene a sentire."disse l'avvocato "Tu chiami quel Raglan e lo metti ai ferri corti,hai capito?

Altrimenti è solo questione di tempo,prima o poi arriverà la polizia a casa tua e tu perderai tua figlia per sempre.

La legge difende sempre la maternità."

"E se io riuscissi a trovare abbastanza testimoni per provare che questo Raglan è un individuo pericoloso?"disse Frank "E che il suo istituto è una gabbia di

matti?

E che non è un posto per una bambina?"

"Fa un tentativo,ma ricorda che se Kendy non si fa vedere all'istituto,il prossimo week end,tua moglie può intraprendere un'azione legale

immediatamente."disse l'avvocato "Potresti ritrovarti con un'ordinanza del giudice nel giro di sette giorni."

"Se non lo faccio,Nola farà troppo male a Kendy?"disse Frank "Credimi,Alfred.

Voglio andare fino in fondo."

In un paesino,c'era una scuola,con una zona davanti dove c'era una parte più bassa dove c'erano degli scivoli e dei giochi per dei bambini che si stavano

divertendo.

Frank entrò nella classe,che aveva la parete bassa delle pareti gialla e scese qualche scalino,arrivando ad una grossa stanza con tavoli,colori,matite,penne e

colori.

La maestra stava mettendo un giaccone rosso a Kendy.

Aveva i capelli chiari,corti,una maglietta chiara,una gonna e degli stivali.

"Ah,ecco papà."disse la donna "Sarà meglio di me con le chiusure lampo.

Ecco fatto.

Adesso sei a posto."

L'insegnante le mise la sciarpa intorno al collo,poi la accompagnò dal padre "Un giorno vorrei parlare con lei,mister Karter.

Sulle attività scolastiche e di Kendy.

Non è venuto all'ultima riunione."

"Già,non...comunque va bene,d'accordo."disse lui.

L'insegnante gli diede la borsa.

"Grazie."disse Frank che andò via.

"A domani,Kendy."disse l'insegnante.

Frank andò dalla madre di Nola.

Kendy era seduta su un divano in salotto,mentre Frank e la madre di Nola erano su un altro divano in fondo alla stanza.

Le pareti erano verdi,c'erano diversi quadri,una finestra.

C'erano due tavolini di legno circolari.

"Grazie,Frank."disse la madre di Nola.

"E di che?"disse Frank.

"Per avermi portato la mia nipotina."disse la donna "Se dipendesse da Nola non vedrei mai Kendy."

"Non è vero,Giuliana."disse Frank "Anche Nola sa che Kendy ha bisogno della nonna,specialmente adesso."

"Sei molto caro."disse Giuliana che bevette alcol "Ora anche tu saprai cosa vuol dire."

"Cosa vuol dire cosa?"disse lui.

"Essere genitore."disse Giuliana "Preoccuparsi per ogni cosa.

Avere un passato così nebuloso da non sapercisi riconoscere.

I bambini sentono molto il passato."

"Giuliana,Kendy ha soltanto cinque anni."disse Frank.

"Eppure anche lei ne è vittima,credimi."disse Giuliana "Trenta secondi dopo che sei nato,hai già un passato e sessante secondi dopo già cominci a mentire a te

stesso."

Lui si alzò e anche lei.

"Giuliana..."disse Frank.

"Scusami,credo di aver esagerato un po' con la nostalgia in questi ultimi giorni."disse Giuliana che bevette "Dev'essere il tempo.

Ma avere qui lei mi distrarrà."

"Devo andare."disse Frank che uscì.

"Va bene."disse Giuliana.

"Ciao papà."disse Kendy e lui le diede un bacio sulla guancia.

"Sta tranquillo,staremo benissimo noi due."disse la nonna.

Frank uscì e la nonna le andò accanto,mettendosi in ginocchio davanti al divano.

"Torno subito tesoro,ti prendo qualcosa da bere e poi guardiamo queste vecchie foto."disse Giuliana.

Nola era dentro una stanza con le pareti di legno,delle foto sulle pareti e poggiava su una specie di lettino.

Aveva i capelli castani,lisci all'inizio,ma ricci alla fine.

Aveva una riga sulla parte sinistra della testa.

Indossava un lungo abito rosso,che arrivava fino a terra ed era aperta sulla parte inferiore.

"Mamma."disse Raglan e Nola aprì gli occhi.

"Si,Kendy?"disse Nola "Dimmi tesoro."

"Mamma,mi hai fatto male."disse Raglan "Mi hai dato dei pugni e mi hai anche fatto dei graffi con le unghie.

Mi hai fatto male."

"No,non è vero tesoro."disse Nola "Devi aver fatto un brutto sogno.

Le mamme non lo fanno,non fanno del male ai loro bambini."

"Davvero?"disse Raglan "Non lo fanno mai?

Non lo fanno mai?"

"Si,qualche volta si."disse Nola con occhi spalancati "Qualche volta,ma non sono mamme buone.

Sono delle figlie di puttana!"

"Come chi?"disse Raglan "Come quali madri?"

"Come la mia."disse Nola "È una figlia di puttana!"

"No,non è vero Nola,non devi essere ingiusta tesoro."disse Raglan "La mamma non fa mai questo.

La mamma non fa male ai suoi bambini."

"Tu mi hai fatto male."disse Nola "Mi hai picchiato,mi hai preso a pugni...e mi hai buttato per le scale!"

"Fa vedere che cos'ho fatto."disse Raglan "Non ti fermare,tesoro,fammi vedere che cosa ho fatto.

Fammi vedere come ti arrabbi,Nola.

Fammi vedere!

Fino in fondo.

Va fino in fondo Nola.

Fino in fondo."

Giuliana diede una foto a Kendy,stando seduta sul divano con lei.

"Questa è quella che mi piace di più."disse Kendy.

"Ti piace più di tutte?"disse Giuliana.

"Si."disse Kendy "La mamma in ospedale quando era piccola."

"Ah,è vero."disse Giuliana "Mi ricordo di questa fotografia.

Fu nonno Barton a scattarla."

"Mi racconti la storia di quella fotografia?"disse Kendy "Perché mamma è stata in ospedale per così tanto tempo?"

"Beh..."disse Giuliana che bevve "Un giorno la mamma si è svegliata e aveva tutto il corpo coperto di...enormi bubboni.

I medici non sapevano che dire,non riuscivano a capire che cosa fossero quelle brutte cose che le crescevano sulla pelle."

"E poi quando è diventata grande i bubboni sono svaniti e non li ha avuti più."disse Kendy.

"Esatto."disse Giuliana.

In cucina c'era una porta e accanto un piccolo sportello biancho,chiuso con una serratura.

Ci furono dei colpi e lo sportello fu sfondato.

Giuliana si voltò e una bottiglia di latte cadde,bagnando il pavimento,poi ci fu un calcio che fece cadere lo sportello.

Nella stanza entrò una figura simile a quella di un bambino,con un impermeabile rosso,un cappuccio,capelli bianchi,naso aquilino,labbra grandi,con un'apertura

sul labbro superiore.

Anche una bottiglia di succo era finita a terra.

"Vado un attimo a vedere che sia tutto a posto."disse Giuliana che si diresse lentamente verso la cucina,ma sentì un gran frastuono.

Dalla credenza iniziarono a cadere a terra bicchieri e posate,pentole e tazzine,poi prese un martello per la carne.

Cadde una scatola di biscotti ed un tostapane,poi iniziarono a cadere confezioni di cereali.

Giuliana,dopo aver aspettato che il rumore cessasse,entrò lentamente nella cucina devastata,guardandosi intorno e camminò lentamente,poi guardò su una

credenza e vide la creatura che gli soffiò e lei fece dei passi indietro.

L'essere saltò giù urlando e le diede una martellata in testa,facendola cadere su un tavolo e poi a terra.

La creatura cominciò ad urlare e a colpirla molte volte,fino a trasformarla il una maschera di sangue e ad ucciderla.

Kendy andò in cucina e trovò Giuliana,poi guardò fuori dalla stanza,alla rampa di scale che conducevano al piano di sopra, e vide la creatura toccare le aste

della ringhiera della scala,per poi sparire,lasciando delle manate di sangue.

Frank arrivò ad una casa in costruzione e salutò il capo dei lavori.

"Ehi,siamo un po' indietro."disse Frank "La signora Brendy dice che si vuole trasferire qui per metà maggio."

"Non ce la faremo mai."disse il capo degli operai "Forse per la metà di giugno.

Questa mattina ho scoperto che il permesso per l'impianto idraulico è stato bloccato per il cambio di codice dei fabbricati."

"Mister Carter?"disse un operaio al piano di sopra da un buco sul pavimento"Salga,la vogliono al telefono."

Frank andò al piano di sopra e rispose al telefono "Pronto?"

"È lei Mister Karter?"disse una voce.

"Si?"disse Frank.

"Mister Frank Karter?"disse la voce.

"Si,Frank Karter."disse Frank.

"Sono il sargente Lors,dovrebbe venire."disse la voce.

Poco dopo Frank era seduto in una stanza nel commissariato si polizia.

Parlava con un uomo con i capelli neri,lisci,con la riga sulla parte sinistra e in giacca e cravatta.

"Un nostro agente ha notato il vetro della cucina rotto mentre era in servizio di pattuglia nel quartiere e ha trovato il corpo di sua suocera in cucina."disse

l'ispettore "L'arma del delitto era per terra,accanto a lei."

Frank vide il martello insanguinato,in una bustina di plastica,sul tavolo.

"Poi ha trovato sua figlia di sopra che dormiva tranquillamente."disse l'ispettore "Pare che non si sia accorta di nulla."

"Adesso dov'è?"disse Frank "Vorrei vederla."

"È insieme al nostro psicologo,il dottor Kirk."disse l'ispettore passeggiando per la stanza.

"Psicologo?"disse Frank "Perché,ha avuto una crisi nervosa?"

"No,no."disse l'ispettore "Al contrario.

Ha dimostrato una freddezza inconsueta per l'età che ha.

Anzi direi anche troppa freddezza,perciò ho chiesto al dottor Kirk di parlare con la piccola.

Per avere una sua opinione.

Nel frattempo potrebbe darci il nome di qualche persona che può aver avuto motivo di assassinare sua suocera?

Perché questo non mi sembra un omicidio compiuto da un rapinatore spaventato.

E neppure da un maniaco sessuale."

"Giuliana ha avuto un certo numero di relazioni,ma io non li ho mai conosciuti."disse Frank.

"Che mi dice del marito?"disse l'ispettore.

"Si chiama Barton Kellyvard,lavora per il governo."disse Frank "È fuori,ad Arfax.

Erano divorziati da oltre dieci anni."

L'ispettore andò ad aprire la porta e fece entrare lo psichiatra.

"Venga,dottor Birkin."disse l'ispettore.

"Salve,lei è il padre di Kandy?"disse Birkin.

"Si."disse Frank che si alzò "Vorrei riportarmela a casa adesso."

"Signor Karter,la prego,mi conceda due minuti."disse Birkin e Frank si sedette"È

importante."

Birkin si sedette "Francamente non credo che sua figlia sia uscita da questo incidente completamente indenne."

"Ha assistito all'omicidio?"disse Frank.

"Sospetto di si."disse Berkin "O che abbia visto qualcosa che l'abbia...traumatizzata,che l'abbia sconvolta.

Disturbata in qualche modo.

L'agente che l'ha trovata ha detto che ha fatto fatica a svegliarla.

Per me questo è un fatto indicativo.

È un tipo di sonno profondo,anormale,che molta gente,ed anche i bambini,usano per sfuggire a qualcosa che gli costa dolore affrontare.

E la piccola continua a dire di non ricordare,di essere stata portata dalla nonna o addirittura di averla vista."

"Lei crede che ricorderà alla fine?"disse Frank.

"Mister Karter,io penso che lei debba incoraggiarla a ricordare."disse Birkin.

"Perché?"disse Frank.

"Perché la bambina potrebbe avere un grandissimo esaurimento nervoso,se non riusciamo a farle raccontare la sua esperienza."disse Berkin "Vede le malattie

continuano a manifestarsi spontaneamente prima o poi.

Ho visto soggetti ,come sua figlia,con ulcere gastriche brutte come quelle di un uomo d'affari."

"Ok,ok."disse lui che si alzò "Ho capito perfettamente.

Adesso posso riportarmela a casa?"

"Credo di si."disse Barkin che si alzò.

"Per me va bene."disse l'ispettore.

Uscirono dalla stanza.

"È di la."disse l'ispettore che lo portò all'ingresso della sala d'attesa.

La bambina era davanti alla tv e mangiava cioccolato.

La sera seguente Kendy era nel letto del secondo piano della casa.

Il padre era seduto sul letto,accanto a lei "Non vuoi sentire una favola?

Non una di quelle del libro.

Te ne posso inventare una io."

Kendy scosse la testa.

"O vuoi raccontarmene una tu?"disse Frank "Quello che è successo alla nonna."

Kendy lo fissò.

Il telefono squillò.

"Ora dormi tesoro."disse lui che spense la luce,dopo averle dato un bacio"Lascio acceso in corridoio."

Frank scese al piano di sotto e rispose,ma era troppo tardi "Ma porca..."

Il ragazzo che era con Raglan tolse il telefono a Nola "Nola,niente telefonate esterne.

Sei in isolamento.

Lo sai no?"

Nola indossava un lungo vestito marrone lungo che la copriva completamente.

"Chiamavo il dottor Raglan,non è ancora venuto."disse Nola.

"Sta arrivando."disse il ragazzo.

"Cris."disse Nola "C'è qualcosa che non va?

Sii sincero."

Raglan entrò in quel momento.

"Allora sono io."disse Nola "Sempre io.

Va tutto bene,tranne me.

No,no,no.

È Frank che parla.

È lui che distorce le mie parole.

Non ha più pazienza,non mi crede,non aspetterà che guarisca.

Lui crede che io...che io diventi come mia madre.

Ogni giorno,ogni momento che passa pensa che io voglia cambiare Kendy in Nola da piccola."

"E ha ragione?"disse Raglan.

"NO,NO,NO,NO!"disse lei mettendosi le mani tra i capelli "È l'ultima cosa al mondo che vorrei!

Chi è?"

Raglan si mise seduto accanto a lei "Sono papà."

"Oh!"disse Nola "Frank mi odia,papà.

Lui mi disprezza,capisci?

Lo sai,lui crede che io voglia fare del male alla mia bambina e vuole portarmela via per sempre.

E non è giusto da parte sua,è assurdo che faccia così."

"Non devi giudicarlo severamente."disse Raglan "Lui vuole solo proteggere la figlia."

"Oh,no."disse Nola.

"Fa quello che deve fare un buon padre."disse Raglan "Proteggere la sua bambina.

Non c'è niente di male.

Non vuole che le facciano del male.

Non vuole che neanche sua madre le faccia del male.

Non c'è niente di strano,no?

Non lo trovi anche tu?"

"No."disse Nola.

"Così va meglio."disse Raglan che la baciò sulla guancia "E poi è quello che io ho fatto per te,no?

Frank,protegge Kendy nello stesso modo in cui io ho protetto te,non è così?"

Non è così?"

"No."disse Nola.

"No?"disse Raglan "Che vuoi dire con quel no?

Cosa vorresti dire con quel no?"

"Non mi sgridare."disse Nola.

"CHE COSA VUOI DIRE...con quel no?"disse Raglan.

"Non devi credere che io non ti voglia bene..."disse Nola.

"Cosa vuoi dire con quel no?"disse Raglan.

"Che non è così."disse Nola piangendo.

"Non è così?"disse Raglan "NON È COSÌ COSA?"

"Non mi hai protetto mai."disse lei piangendo "Non è vero.

Non l'hai mai fatto!

Non l'hai fatto!

Dovevi farlo!"

Raglan si mise di spalle.

"Avresti dovuto farlo."disse Nola "Non dovevi guardare da un'altra parte quando lei mi dava i pugni!

E non avresti dovuto andar via dal tavolo quando distruggeva le mie parole!

Dovevi fermarla!"

Nola iniziò a colpire la schiena di Raglan "AVRESTI DOVUTO PICCHIARLA QUANDO PICCHIAVA ME!

AVRESTI DOVUTO SCHIAFFEGGIARLA QUANDO SCHIAFFEGGIAVA ME!

OH DIO!

IO TI VOGLIO BENE!

Ma tu non mi hai protetto.

Avresti dovuto.

Tu fingevi che tutto fosse normale!

Guardavi da un'altra parte.

Dovevi proteggermi.

Perché non l'hai fatto?

Perché non l'hai fatto?

Non mi volevi bene?"

Nola si mise le mani tra i capelli.

Il giorno dopo Kendy era davanti alla finestra,senza la maglietta e il padre le fotografava la schiena,poi scartò le fotografie mal riuscite e le mise in una busta.

Poco dopo Frank e Kendy andarono in aereo-porto "Eccolo lo vedi?

Ecco nonno Barton."

L'uomo indossava un cappello grigio e un lungo cappotto blu,su una giacca grigia con una cravatta nera.

"Barton?"disse Frank e Barton si voltò.

"Oh,Frank,come va?"disse Barto che gli strinse la mano.

"Saluta il nonno."disse Frank e Barton prese Kendy in braccio.

"Ciao."disse Barton "Scommetto che non ti ricordi del tuo vecchio nonno."

Barton le diede un bacio.

"D'accordo."disse Frank che prese la valigia"Da questa parte."

"Non era necessario che tu venissi qui Frank."disse Barton mentre camminavano"Potevamo vederci in albergo."

"Non mi andava l'idea che tu arrivassi e..."disse Frank "Quanto ti fermi?"

"Beh,io vorrei ripartire dopo il funerale,ma i genitori di Giuliana dovranno venire dall'Arizona e poi c'è sua sorella in Messico…"disse Barton "Non so proprio

quanto mi fermerò."

"In che albergo sei?"disse Frank.

"Al Park Plaza."disse Barton "Sai,avrei voglia di far visita alla nostra vecchia casa.

Pensa ho ancora le chiavi dopo tutti questi anni.

Giuliana si è sempre rifiutata di far cambiare la serratura.

Non ho mai capito il perché.

Forse non ha mai voluto ammettere che tra noi era finita.

Ah,Frank,se penso che tu,Nola e questa creatura qui state vivendo tutto quello che abbiamo passato noi c'è proprio da piangere."

"Si,è vero."disse Frank.

Poco dopo Frank in macchina nel paese dove abitavano.

Il cielo era nuvoloso.

Arrivò davanti ad una grossa villa e scese.

Entrò e andò alla reception.

"Ah,sono venuto a parlare con Mister Artok."disse Frank "Mister Yan Artok."

Frank salì le scale e bussò su una porta aperta e dentro c'era un uomo che si rotolava a terra.

Aveva i capelli neri e una tuta chiara.

Aveva una sciarpa intorno al collo.

"Si accomodi."disse Yan "Entri pure.

Si sieda, prego.

Mi scusi vengo subito.

Figlia di puttana.

E dai.

Dai.

Dai suona che non ce la faccio più."

Frank si sedette e la sveglia suonò.

"Oh,brava."disse Yan che si alzò e la spense "Si,si,si.

Si."

Yan si mise a sedere sul letto "Il mio...il mi cuore è la sul pavimento."

"Il suo cuore?"disse Frank.

"Il mio secondo cuore."disse lui "Vede il nostro primo cuore fa circolare...fa circolare bene il sangue giusto?

Ma...che cosa fa circolare i fluidi linfatici?"

"Non lo so."disse Frank.

Yan iniziò a camminare per la stanza "Muoversi,camminare,correre scopare,rotolarsi sul pavimento,tutto insomma.

La gente ha anche il sistema linfatico e non...non ne tiene conto del sistema linfatico.

Come il sistema circolatorio,c'è tutto un intreccio di vene e di arterie,ma non c'è il cuore.

E quindi bisogna continuare a muoversi.

E mi danno anche delle pillole,me le danno tutti i giorni.

E io le devo immettere nel mio sistema linfatico."

Yan si mise le mani sul viso asciugandosi "Oh Dio.

Sono a pezzi."

Emise un piccolo urlo "Puzzo di sudore.

Farò il bagno tra poco.

Allora mister...Karvet,chi le ha dato il mio numero?"

"Il mio avvocato conosce il suo."disse Frank.

"Ho capito."disse Yan "Il suo..il suo avvocato sta preparando una causa contro Raglan,vero?"

"Sostanzialmente si."disse Frank "Leggermente diversa dalla sua."

"Si?"disse Yan "Come diversa?"

"Ecco mia moglie è ancora sotto terapia con Raglan e io reclamo i danni psicologici,non quelli fisiologici."disse Frank.

"Capisco."disse Yan "Beh,continui a farla curare da lui e poi vedrà che pretenderà anche i danni fisiologici.

Questo non impressionerebbe una giuria?"

Yan si tirò giù la sciarpa e mostro una serie di bozzi rossi e gialli che riempivano il centro del collo.

Frank si voltò.

"Eh?"disse Yan "Le piace?

A me si.

Questo Raglan...lui la chiama psicoplasmia.

In verità è un linfosarcoma e sta aumentando.

Una forma di cancro del sistema linfatico."

"E lei ne da la colpa a Raglan?"disse Frank.

"Certo che è sua."disse Yan "Cioè,Raglan ha sollecitato il mio corpo a rivoltarsi contro di me.

E ci è riuscito.

Io mi ritrovo addosso una piccola rivoluzione e non riesco a farla cessare completamente."

"Allora il suo avvocato pensa davvero di poter provare la responsabilità di Raglan?"disse Frank.

"Oh,vuole scherzare?"disse Yan "Non si può,non si può provare una cosa del genere in tribunale.

Si,insomma,è una questione molto delicata,addirittura metafisica.

Insomma,come fai a dire che ti è venuto il cancro all'età di 32 anni e provare che la colpa è della terapia psicoplasmatica?

No,no,no,ci riderebbero in faccia in una giuria."

"Allora perché si presenta in giudizio?"disse Frank

"Per vendetta."disse Yan "Si,vendetta.

Anche se perdiamo la gente comincerà a reagire negativamente alla psicoplasmia.

Sarà una pessima pubblicità.

Vede non si ricorderanno nemmeno se abbiamo vinto o perso,la gente ricorderà soltanto uno slogan:la psicoplasmia può provocare il cancro.

Avvincente?"

Frank si alzò.

"Questo può aiutarla?"disse Yan.

"Può darsi."disse Frank.

"Non sono solo,sa?"disse Yan "Sono in contatto con un sacco di persone che hanno subito la psicoplasmia.

Potremmo formare un club.

Io voglio aiutarti."

"Ok."disse Frank che uscì.

Barton andò davanti alla clinica,passando per la strada forestale,bevve da una brocca e uscì dalla macchina.

Il Dr Raglan uscì dalla clinica insieme al ragazzo.

"Il Dr Raglan?"disse Barton che uscì dalla macchina.

"Si."disse Raglan.

"Sono Barton Kelly,il padre di Nola Karter."disse Barton.

"Molto lieto."disse Raglan che gli diede la mano.

"Mi dispiace avvicinarla così,ma la sua segretaria mi ha liquidato un po' alla svelta."disse Barton.

"Si,beh,probabilmente ha saputo che stavo venendo qui..."disse Raglan.

"Lei sa che la mamma di Nola è morta ieri?"disse Barton "È stata assassinata."

"Si,la polizia mi ha chiamato."disse Raglan.

"E lo ha detto a Nola?"disse Barton.

"No,non glie l'ho detto."disse Raglan.

"Allora ecco perché sono qui,per dirglielo."disse Barton.

"Mr Kelly,la morte di sua moglie è stato un evento tragico e sconvolgente,quindi penso sia meglio non dirle niente."disse Raglan.

"Cosa?"disse Barton perplesso.

"Nola sta passando una fase critica in questo momento."disse Raglan "Non so come la prenderebbe."

"Dottore,mi sta dicendo che io dovrei seppellire la madre senza che la figlia lo sappia?"disse Barton.

"Si,sto dicendo questo."disse Raglan.

"Lei è un…!"disse Berton afferrandolo per la giacca "...emerito figlio di puttana dottor Raglan.

Ho lasciato alla sua segreta il mio numero di telefono.

Se non non ho notizie di mia figlia,entro domani pomeriggio,vengo qui e me la porto via."

Barton andò via.

"Dovevo fermarlo."disse il ragazzo.

"No,,no."disse Raglan "Tutto bene.

È ubriaco."

L'uomo salì in macchina e andò via.

Frank corse verso la scuole deserta dove si trovava la figlia e la trovò nel cortile con l'insegnante.

"Ciao."disse Frank "Ho fatto tardi,scusa.

Sembra che vi stiate divertendo."

"È vero."risposero entrambe.

"Papà,Ms Mayer dice che ha tanta fame,la possiamo far mangiare da noi?"disse Kendy.

"Kendy..."disse Mayer.

"Va bene,se lei vuole."disse Frank "Che ne dice?"

"Beh,io..."disse Mayer.

"Così parliamo un po' dopo che Kendy è andata a letto."disse Frank.

"Va bene."disse Mayer.

Kendy abbracciò il padre.

La sera erano seduti ad un tavolo.

"Appena Kendy ha capito che aveva soltanto me,ha subito voluto giocare a mamma e figlia."disse Mayer "Ha bisogno di quell'affetto materno che non ha."

"Si."disse Frank "Mi sento morire al pensiero che io possa aver già rovinato mia figlia.

Non ha nemmeno sei anni."

"Ma lei non centra niente con questo."disse Kendy.

"No."disse Frank "No,delle volte,quando mi prende un po' di malinconia,mi dico che non è colpa mia.

Ti hanno incastrato.

Hai trovato una donna che ti ha sposato per il tuo equilibro,sperando di cancellare la sua follia.

E invece,è lei che sta minacciando il mio equilibrio."

Squillò il telefono e Frank rispose.

"Pronto."disse Frank.

"Sono Barton,Kelly,Frank."disse Barton che era seduto sul divano nella casa di Giuliana "Come stai?"

"Come vuoi che stia?"disse Frank "E tu?"

"Ho fatto uno sbaglio,Frank, a tornare nella vecchia casa."disse Barton "Mi sono fregato.

Sono depresso da far paura.

E non è tutto.

C'è anche Nola che..."

"Cosa vuoi dire?"disse Frank.

"Sono andato dov'è rinchiusa."disse Barton "Ma non mi hanno fatto nemmeno parlare.

Mi hanno detto no.

A me,suo padre."

"Ah,cristo."disse Frank.

"E allora io torno lassù,a Somafree!"disse Barton irato "Ce la portiamo via appena arrivi tu."

"Appena arrivo io."disse Barton.

"Si,Frank,io ti aspetto."disse Barton "Lo so che vuoi venire anche tu.

Non sei lontano da qui,vero?"

"Barton,ascoltami."disse Frank "Non credo che sia il caso di farlo."

"Beh,io ci vado lo stesso!"disse Barton "Con o senza di te."

"Ok,ok."disse Frank "Aspettami Barton,arrivo subito."

"Sei un bravo ragazzo,Frank."disse Barton "Ci andiamo insieme e li prendiamo a calci.

Ti aspetto allora."

"Ho capito,stasera devo fare da babysitter."disse Mayer dopo che lui si era seduto al tavolo.

"Le dispiace?"disse Frank "È questione di tre quarti d'ora.

È ubriaco.

Finirà con la macchina nel fiume,se non riesco a farlo ragionare un po'."

"Quaranta minuti?"disse Mayer.

"Non più di così."disse Frank.

"Ok."disse Frank "Grazie.

Se ne ha voglia si faccia un caffè."

Lui si alzò e prese un libro "Ecco.

Dia un'occhiata questo.

Se le piace glie lo regalo.

Tre quarti d'ora."

Frank uscì e lei bevve il vino,poi prese il libro.

Barton era dentro la cucina e c'era la porta verso l'esterno aperta.

C'era una corda che legava una sedia,sul tavolo, ad un cassetto.

Lui la prese e fece cadere il cassetto,poi vide le strisce sul pavimento che segnavano il punto in cui Giuliana era morta.

Lui si mise in ginocchio e toccò il pavimento.

Frank guidava in strada.

Barton guardò il piano di sopra e salì le scale,arrivando in camera da letto,accese la luce e si sdraiò sul letto piangendo "Oh…Giuliana.

Se avessi immaginato che poteva finire così..."

Barton si girò sul fianco destro,ma la mano del nano assassino uscì da sotto il letto.

L'essere prese due sfere da un comò e salì sul letto soffiando.

Barton si mise seduto e l'essere lo colpì mandandolo a terra,poi gli saltò addosso fracassandogli la testa.

Frank arrivò alla casa ed entrò "Barton?

Sono io."

Frank sentì i suono di un vetro che si fracassava e corse al piano di sopra,dove trovò il corpo.

"Barton!"disse Frank che si voltò verso il muro "Oh no."

Frank vide l'omino nello specchio,si voltò ed evitò una delle sfere che bucò la parete,poi l'essere fuggì.

Frank cercò di prenderlo,ma cadde a terra,poi andò a cercarlo nel bagno vedendo la porta aperta e del sangue sulla maniglia.

Aprì un armadio e spostò la tenda della doccia.

La creatura gli saltò addosso dall'armadio,ma poi cadde a terra e morì.

Poco dopo Frank entrò nella stazione di polizia con l'ispettore.

"Non riesco a capire."disse l'ispettore "Quell'essere era già nella casa.

Io mi sono fermato parecchio tempo,abbiamo cercato dappertutto,ma non ci aspettavamo che fosse li e non l'abbiamo trovato.

Abbiamo perso molto tempo a controllare i vicini."

"Avete scoperto di chi può essere il bambino?"disse Frank.

"No."disse l'ispettore "Per me si tratta di qualche matta che non voleva far sapere a nessuno che aveva un figlio deforme e così lo ha rinchiuso in una soffitta

per anni,senza che nessuno se ne accorgesse.

Non sarebbe la prima volta."

Il telefono squillò e Mayer rispose "Pronto?

Pronto?"

"Chi è?"disse Nola.

"Route Mayer."disse Mayer "Voleva parlare con Frank?"

"Route Mayer?"disse Nola "La maestra di scuola?"

"Si,è la signora Karter?"disse Mayer.

"A quanto pare mio marito a dei gusti di classe molto particolari."disse Nola furibonda.

"Non vale nemmeno la pena di risponderle."disse Mayer.

"PUTTANA!"urlò Nola "Stai distruggendo la mia famiglia!

BRUTTA PUTTANA!"

Mayer riattaccò.

Poco dopo Frank era in macchina e pensava.

FLASHBACK

L'ispettore,Frank e un anziano medico erano dentro una stanza con delle luci fucsia.

Al centro c'era un tavolo di metallo con sopra la creatura nuda.

"La nostra creatura ha degli occhi molto strani."disse il medico "Hanno l'iride,ma sono senza retina.

La sua visione del mondo dev'essere molto distorta.

Sicuramente vedeva le cose solo in bianco e nero.

Niente colori.

Il labbro superiore è spaccato,il classico labbro leporino,ma il palato è integro.

La lingua troppo spessa e rigida per poter parlare.

È privo di denti,ma può dare dei morsi terribili con questo strano becco fibroso."

Il medico aprì la bocca dell'essere.

"Che cosa ne ha causato la morte?"disse Frank.

"Ho trovato una specie di sacca carnosa flaccida tra le scapole di questo essere."disse il medico "Contiene tracce di una sostanza solida nutriente,un po' come il

cosiddetto sacco vitellino di certi pesci o come la gobba dei cammelli.

Si tratta di un serbatoio di nutrimento che è pieno dalla nascita.

Una volta che il materiale della sua sacca è stato completamente assimilato,credo che la creatura muoia di consunzione.

Per mancanza di carburante per così dire.

E questo ci porta all'ultimo punto interessante.

E cioè la presenza di una deformità esterna.

Voglio dire,a parte la mancanza di organi sessuali,un dettaglio significativo,ed estremamente problematico.

Nessuno di voi se n'è accorto."

"È privo di ombelico."disse Frank e il medico annuì.

"Privo di che?"disse l'ispettore.

"È privo di ombelico."disse Frank "Non ha ombelico."

"Esatto."disse il medico "E questo significa che questa creatura non è mai realmente nata,almeno non nel modo in cui nascono gli esseri umani."

"Cristo."disse l'ispettore.

FLASHBACK

"È l'inizio della fine Ms Mayer."disse Nola a Raglan "È l'inizio della fine per me,la mia famiglia,i miei sogni…

Che tristezza.

E sento che la colpa è soprattutto mia,vorrei che non fosse accaduto.

Vorrei che potessimo tornare insieme.

Soltanto noi tre."

"Ti stai illudendo."disse Raglan "Stai sognando in questo momento.

A sentire Frank,la vostra vita è stata sempre un fallimento,non avete mai avuto niente in comune.

Sarebbe meglio per tutti se tu...sarebbe meglio per tutti se Frank divorziasse e tu sposassi me,così vedresti Kendy tutti i week end."

"NON È VERO!"disse Nola furiosa "Non è vero.

Abbiamo avuto tante bellissime cose,cose che tu non riusciresti mai a capire e le avremmo ancora se tu lo lascerai in pace e la smetterai di fomentare il suo odio

contro di me e approfittare della sua solitudine.

Lui mi aspetterebbe.

Mi aiuterebbe a tornare come ero invece di abbandonarmi,se solo tu lo lasciassi in pace.

Se tu lo lasciassi in pace.

Se tu lo lasciassi in pace.

LASCIALO IN PACE!"

Frank arrivò a casa e aprì la porta "Mi spiace,ho provato a chiamarla,ma non mi ha risposto."

"Non voleva parlare di nuovo con sua moglie,per questo non le ho risposto."disse Mayer "Mi è bastato una volta."

"Ha chiamato Nola?"disse Frank "Che cosa ha detto?"

"Ora devo andare."disse Mayer che uscì "La sua vita è troppo complicata per me in questo momento.

Ci vedremo al prossimo consiglio di classe."

Frank andò a vedere la camera di Kendì e si accorse che il letto era vuoto,quando toccò le lenzuola,poi si voltò di scatto e la vide accovacciata in un angolo.

"Papà?"disse Kendy piangendo.

"Che succede?"disse lui che la soccorse "Perché non stai dormendo?"

"Un sogno spaventoso."disse Kendy.

"Che cosa hai sognato,tesoro?"disse Frank.

"Ho paura di dirtelo."disse lei "Il sogno non vuole che te lo dica."

"Kendy,ascoltami."disse Frank "Io so cosa è successo alla nonna.

So che cosa hai visto.

Vengo adesso dalla polizia.

E ho visto chi è stato a far del male alla nonna.

Ma adesso non c'è più.

È morto.

L'ho visto disteso sul tavolo e c'era anche la polizia.

È morto.

Non può più fare male,ne a me o ad altri."

"È morto?"disse Kendy.

"Si."disse Frank che le asciugò una lacrima.

Il giorno dopo veniva mostrato il corpo della creatura su un giornale e Raglan lo leggeva alla scrivania.

"Che ne pensi?"disse il ragazzo.

"Quante persone abbiamo nell'istituto?"disse Raglan.

"27."disse il ragazzo.

"Nel pomeriggio devono essere mandate via."disse Raglan "Chiudiamo l'istituto."

"Sarà dura per loro."disse il ragazzo "Specialmente per Mike."

"Mi dispiace."disse Raglan "Ma devono andare via."

"Va bene."disse il ragazzo che andò.

Raglan si alzò e andò ad un'altra scrivania e aprì un cassetto con dentro una pistola.

Tutti venivano fatti salire sul un pulman,ma Mike non voleva andare.

"Io non voglio andare via."disse Mike.

"Non capisci,abbiamo chiuso?"disse il ragazzo.

"Non farmi andare via."disse Mike.

"Non sono io che ho deciso."disse l'altro.

Mike salì.

Frank andò a casa di Yan ed entrò dentro la casa di Yan e lo trovò seduto su una poltrona alla reception con la sciarpa bianca e la vestaglia addosso.

"Salve Yan."disse Frank che gli strinse la mano.

"Salve Frank."disse Yan "Siamo riusciti a mettere le mani su un'esemplare vivo.

Vieni di sopra,voglio presentarti una persona."

I due salirono le scale.

"E quello ci Chigaco?"disse Frank.

"Ah,no,no,no."disse Yan divertito "È uno di qui,molto più vicino alla nostra causa di quanto pensiamo."

Mike guardava la tv ridendo.

"Relan?"disse Yan che lo trovò seduto sul suo letto "Relaaaan?

Mister Karter è venuto a conoscerti."

"Ah,guarda chi c'è?"disse Mike "Il marito di Nola.

Il favorito dell'ape regina."

"Sentito com'è bene informato?"disse Yan "Sarà una bomba in tribunale."

"Che cosa significa che Nola è l'ape regina?"disse Frank.

"Niente."disse Mike "Che lei è l'ape regina.

Lei è la diva.

È l'unica che interessa a Raglan.

Noi altri non contiamo più.

Lei non deve nemmeno pagare la terapia e perché lei è l'unica che è nata per provare che la psicoplasmia è il sistema rivoluzionario linfatico chiuse le virgolette.

Vuoi essere mio padre?

Lui non lo vuole fare e neanche il mio vero padre lo vuole fare e quel bastardo del dottor Raglan non lo vuole fare più nemmeno lui."

Yan lo fermò con le braccia.

"Il mio vero padre mi ha rinnegato e il mio padre sostitutivo mi ha rinnegato."disse Mark ridendo disperatamente "Non sono un uomo fortunato."

"Calmati e digli che cosa è successo a Somafree."disse Yan.

"Senti."disse Mark "Voglio fare un patto con te.

Se tu sarai mio padre,ti dirò tutto quello che vorrai sapere.

Sanguinerò per te.

Vuoi che sanguini?"

Frank si voltò.

"No,è da stupidi vero?"disse Mike "Ti fa schifo,lo vedo benissimo.

Tu non centri.

Perché dovresti fare il padre?

E poi nessuno saprebbe farlo come il dottor Raglan,nemmeno il mio vero padre.

Lui lo sa…il dottor Raglan lo sa che io mi sono consacrato a lui e a lui non importa..."

"Io ero a quella dimostrazione martedì."disse Frank "Voi due sembravate molto uniti.

Che è successo?"

"Ci ha buttato fuori."disse Mike "Tutti quanti.

Ha chiuso la porta."

"Si,è vero."disse Yan "Sono stato in contatto con gli altri.

Sono stati cacciati tutti da Somafree,l'istituto è chiuso e la terapia è sospesa.

Tutti meno tua moglie.

Lei è ancora la."

"E nessuno sa il perché?"disse Frank.

"Certo che si sa!"disse Frank piangendo "Io lo so!

Lui vuole restare solo con lei.

Il dottor Raglan vuole restare solo con tua moglie!"

Raglan scese della scale innevate poco distanti dall'istituto.

Scese trovandosi davanti una grossa casa di legno a due piani,con una scala esterna che conduceva ad una porta e Raglan vide che era chiusa,poi girò intorno

alla casa e vide che ,dalla parte opposta, una finestra era rotta,così tirò la pistola fuori dalla tasca.

Frank aveva accompagnato Kendy a scuola.

"Ciao,papà."disse Kendy.

"Ciao,tesoro."disse Frank.

La bambina andò a scuola e su una ruota,attaccata da una catena,ad altalena,c'erano due creature che si dondolavano.

Una donna lo raggiunse.

Aveva cappello nero e un abito bianco lungo.

"Frank?"disse la donna "Ciao Frank?"

"Ah,ciao."disse Frank "Ciao Endy."

La maestra Mayer entrò dentro al stanza dove erano i bambini,ma le due creature presero Kendy e la portarono dentro una stanza,chiudendo la porta,poi

presero dei martelletti e si avvicinarono all'insegnante.

Mayer si voltò e una delle creature le saltò addosso,mentre l'altro salì sul tavolo e la prese a martellate,poi andò a sbattere contro un tavolo e cadde a terra.

Un bambino fuggì dalla scuola e andò da Frank "AIUTO!"

"CHE C'È?"disse Frank.

"PICHIANO MS MAYER!"disse il bambino "PICCHIANO MS MAYER!

I BAMBINI CATTIVI SONO VENUTI A SCUOLA E LA STANNO PICCHIANDO!"

Frank corse e la trovò cadavere a terra.

Frank prese un disegno e le coprì i viso,poi corse fuori sul retro della scuola"KENDY!

KENDY!"

Raglan toccò le mani di Nola che era distesa su un letto ed indossava un enorme vestito bianco.

Lei si svegliò "Kendy?"

"Nola."disse Raglan "Sta tranquilla,sono io."

"Ah..."disse Nola "Dov'è...dov'è Khris?

È lui che mi sveglia di solito."

"Khris è andato in città."disse Raglan "Stavi sognando."

"Si,stavo facendo un sogno meraviglioso."disse Nola "Meraviglioso...e penoso allo stesso tempo.

Mia figlia stava ritornando da me...e anche Frank."

"E Route Mayer?"disse Raglan "C'era anche lei nel sogno?"

"La maestra di Kendy?"disse Nola "Non me lo ricordo."

"Allora forse dovremmo parlare di lei."disse Raglan.

"Ma io non ho nessuna voglia di parlare di lei."disse Nola.

"Perché no?"disse Raglan "Perché no?"

"Non lo so,Al."disse Nola "Credo di essere diventata più forte Al,perché,in un certo senso,sento che lei non può minacciarmi più ora."

Raglan le strinse le mani.

Un uomo semi-calvo aprì una porta che conduceva ad una soffitta e Frank salì le scale di corsa,lasciando indietro l'ispettore e l'agente di polizia.

"KENDY!"urlò lui.

Nella soffitta c'era un lettino e delle foto attaccate alle pareti,di cui alcuni santi,più alcuni comodini.

Lui guardò sotto il letto.

"Mia moglie e la bambina hanno vissuto qui per nove mesi."disse lui che si guardò intorno "Prima che Nola fosse ricoverata al Somafree.

È la prima volta che vengo qui."

"Frank,che stiamo facendo qui?"disse l'ispettore "Vuoi dirmelo?"

"Non lo so."disse Frank "Pensavo che Kendy fosse tornata qui.

No.

Non è una coincidenza.

Quelle strane creature sono sparite tutte insieme.

L'hanno presa."

Le due creature erano al bordo di una strada e camminavano con Kendy,tenendola per mano.

Frank era a casa di notte,preparava il caffè e guardò il giornale che parlava della sparizione.

Sentì un tonfo alla porta e andò a vedere,ma non c'era nessuno,così uscì e Mike lo afferrò.

"Devi aiutarmi!"disse Mike terrorizzato "Qualcuno mi sta seguendo,qualcuno mi segue continuamente."

Mike entrò in casa "Aiutami."

"Che hai scoperto?"disse Frank "Hai scoperto perché ti hanno mandato via?"

"Devo mangiare qualcosa,qualsiasi cosa."disse Mike "Mi devi dare qualcosa da mangiare."

"PRIMA DIMMI COSA HAI SCOPERTO E POI TI DO DA MANGIARE TUTTA LA CUCINA!"disse Frank "Perché hanno chiuso Somafree?

Lo sai?

DIMMELO!"

"Va bene."disse Mike intimorito "Raglan sta facendo qualcosa di molto importante.

Ha a che fare con dei bambini.

Si è seccato di noi."

"Bambini?"disse Frank "Quali bambini?"

"Bambini anomali."disse Mike "L'esperimento.

Quelli di cui si occupa tua moglie."

Frank prese il giaccone ed uscì,prese la macchina e si recò verso la clinica passando per il bosco.

Scese una collinetta innevata e vide la struttura di legno.

Aveva con se una torcia.

Si mise a sbirciare da una finestra e Raglan uscì dalla porta.

Mike lo prese alle spalle e lo mise al muro "Che ne hai fatto di mia figlia?

Dov'è?!"

Raglan si liberò "Non so di che diavolo tu stia parlando."

"L'hanno presa!"disse Mike mentre Ragla si allontanava "Hanno ucciso Mayer e hanno portato Kendy qui."

Raglan si fermò e tornò indietro "Hanno ucciso Route Mayer?"

"Raglan voglio riavere mia figlia."disse Mike "Adesso!

L'hanno portata qui?

È dentro con Nola?"

"Oh,no,no,no."disse Raglan "Se l'hanno portata qui,ora sarà...ora sarà su,in soffitta.

È la che vivono."

Frank si avvicinò alla scala,ma Raglan estrasse una pistola.

"Frank ho una pistola."disse Raglan "Ti uccideranno se tenti di portargliela via."

"Perché?"disse Frank.

"Perché in un certo senso è una di loro."disse Raglan.

"Tu sei matto."disse Frank.

"Frank,esistono."disse Raglan "Li hai visti."

"Sono scherzi di natura."disse Frank "Bambini deformi.

Tu hai costretto Nola ad occuparsene e lei adesso si diverte a far loro da madre."

"Non è come dici tu,Frank."disse Raglan "La loro vera madre,l'unica madre..."

"Non dire idiozie."disse Frank.

"Sono figli suoi."disse Raglan "O meglio sono i figli della sua rabbia.

Sono nati dalla sua rabbia,che fosse una rabbia conscia o inconscia.

Vedi quando Nola ha visto Kendy,l'altro weekend si è arrabbiata e loro l'hanno picchiata.

Ma quando ha scaricato la sua collera contro i genitori sotto terapia,li hanno uccisi.

Si,lo so,neanch'io volevo crederci,ma ora hanno ucciso Route Mayer e se uccidessero me o te,lei non se ne renderebbe conto.

Nola non sa nemmeno che Kendy è qui."

"Voglio portare via Kendy subito."disse Frank.

"Allora fa come ti dico."disse Raglan "Ti prego.

È la cosa più giusta."

"Che cosa dovrei fare?"disse Frank.

"Voglio ce tu ora vada dentro e che persuada Nola che la rivuoi con te."disse Raglan "Che vuoi tornare a vivere con lei.

Devi fare la parte del marito innamorato e pentito."

"Perché?"disse Frank.

"Perché se riesci a mantenere Nola calma,le creature non interverranno."disse Raglan "E se lei è calma,posso arrivare fino alla soffitta,prendere Kendy e riuscire

a portarla via da qui.

Pensi di farcela?"

"Non lo so."disse Frank.

"Frank,se le cose vanno male...se Nola si arrabbia e se le creature si arrabbiano...non sarò solo io a subire le conseguenze della sua rabbia."disse Raglan.

"Raglan,non mi fido di te."disse Frank.

"Che importa ormai?"disse Raglan"Io salirò 30 secondi dopo che sei entrato."

Frank si diresse verso la porta.

"Sii gentile con lei."disse Raglan.

I due si guardarono e poi Frank entrò.

Raglan estrasse la pistola e salì le scale.

Nola era in ginocchio sul letto e aveva gli occhi chiusi "Al?"

Il letto era un materasso rosso,su una zona della stanza più elevata rispetto al pavimento.

Una specie di letto su un gigantesco altare.

"Sono io,Nola."disse Frank "Sono Frank."

Lei aprì gli occhi stupita "Frank?!

Ma sto sognando?

Avevi detto che non saresti mai venuto a trovarmi finché ero qui."

Frank si avvicinò "Beh,è stato tutto un equivoco.

Ecco perché sono venuto.

Voglio che tra noi tutto sia chiaro.

Raglan entrò nella soffitta e accese la luce.

C'era una serie di letti a castello con le creature.

"Tu sei l'unica donna per me,lo sei sempre stata e sempre lo sarai."disse Frank"Per me non sei cambiata e volevo che lo sapessi."

"Vorrei che fosse vero."disse Nola con un mezzo sorriso,ma mantenendo un'espressione fredda "Come vorrei crederti."

Raglan andò a vedere tra i letti e vide le creature.

"Ci siamo persi."disse lui "Ecco perché è successo tutto questo.

Dobbiamo fare in modo che questo non avvenga più."

"L'isolamento fa parte della terapia,Frank."disse Nola "Ma quello che succede dentro di me è troppo strano.

Troppo perché ti possa rendere partecipe della mia vita passata."

"Fammi partecipe della tua nuova vita."disse Frank mettendosi in ginocchio vicino al letto "Fa che io ne diventi parte.

Insegnami,educami,coinvolgimi.

Sono pronto.

Non lo ero prima,ma sono pronto adesso."

Kendy dormiva a fianco di una delle creature,mentre una era seduta sul letto.

"Kendy?"disse Raglan.

"Tu sei pronto per me,Frank?"disse Nola "Lo sei veramente?

Pare che io sia una creatura tutta speciale.

E sono al centro di una strana avventura."

"Fammi stare con te."disse Frank "Voglio andare dovunque tu vada."

"Davvero?"disse lei aprendo in due il suo vestito bianco "Allora guarda."

Sotto il vestito Nola era nuda e aveva due grossi bubboni sul seno sinistro,poi ,al centro della pancia,sotto lo stomaco,c'era un grosso tubo giallo,carnoso,pieno

di bozzi che aveva un sacca organica verde e rossa appoggiata sulle gambe.

Aveva un altro bubbone sul fianco sinistro e uno sulla gamba sinistra.

"Kendy?"disse Raglan e le creature si misero sedute "Kendy?"

"Papà?"disse lei "È già ora di andare a scuola?"

"No,tesoro."disse Raglan "Sono in dottor Raglan.

Papà è di sotto a parlare con la mamma.

Ti vuole vedere."

Nola chinò la testa sulla sacca e la morse,poi la aprì,facendo uscire sangue e tirò fuori un neonato scheletrico e orribile.

Iniziò a leccarlo con la lingua asciugandolo dal sangue.

Raglan prese la bambina in braccio.

"Oh Dio,Nola."disse Frank che si era alzato ed era esterrefatto.

"Oh,no."disse Nola "Allora ti disgusto.

Ti do la nausea.

Confessa che mi odi."

Le creature saltarono giù dai letti.

"Allora tu non sei tornato qui per me."disse Nola "Tu vuoi soltanto portarti via nostra figlia per darla a qualche altra donna!"

"Non lo farei mai."disse Frank.

Il dottor Raglan la mise a terra "Kendy,esci da quella porta.

C'è tuo padre."

La bambina fece alcuni passi,ma poi si fermò.

Nola divenne furiosa ed isterica "Bugiardo.

Non è vero.

Non è vero!

NON È VERO!

IO LO SO!"

Una delle creature saltò addosso a Raglan che aprì il fuoco uccidendone una,poi sparò altre volte,perse la pistola e le creature lo presero a morsi.

"No,Frank,io ti conosco bene."disse Nola "Non funzionerà il trucco con me.

Ucciderei Kendy prima di lasciare che tu me la portassi via.

Hai capito cos'ho detto?

LA UCCIDEREI PIUTTOSTO CHE LASCIARTELA PORTAR VIA!"

Le creature si alzarono dal corpo dilaniato di Raglan e si diressero verso Kendy che si chiuse dentro una stanza.

Le creature iniziarono a battere sulla porta,poi uno fece un buco e afferrò Kendy che urlò a squarcia gola.

Frank afferrò Nola per le spalle "Falli smettere!

LORO FANNO QUELLO CHE TU VUOI CHE FACCIANO!

VOI CHE UCCIDANO KENDY?!

FALLI SMETTERE!"

Frank mise le sue mani intorno al collo di Nola "ALTRIMENTI TI AMMAZZO!"

"Uccidimi."disse Nola "UCCIDIMI!

UCCIDIMI!

UCCIDIMI!"

Lui iniziò a stringere le mani fino a soffocarla.

Le creature caddero a terra morte.

Frank si allontanò e andò in soffitta,dopo essere uscito.

Vide le creature a terra e il corpo di Raglan dilaniato,poi aprì la porta e vide la figlia a terra e la soccorse.

La bambina era così scioccata che non disse niente,lui la coprì con il cappotto e la portò via in braccio.

Salirono in macchina.

"Stiamo andando a casa."disse Frank "Andiamo a casa."

Kendy era impassibile.

Frank mise in moto la macchina e guidò.

Sul braccio di Kendy apparvero due bubboni biancastri e la bambina continuò a fissare la strada in silenzio,con occhi lacrimanti e freddi.