SUPERMAN II

TERRA 24

FLASHBACK

Krypton.

Dentro la cupola bianca al centro della struttura di ghiaccio,in una grossa stanza, c'era un uomo.

L'uomo indossava un casco bianco luminoso con la parte superiore circolare,che copriva volto e

collo,con 2 aperture rettangolari per gli occhi.

Il corpo era coperto da una tuta aderente luminosa bianca,gli avambracci e le mani erano coperti da

guanti neri,aveva una cintura nera e stivali neri.

L'uomo era di spalle ad una circonferenza sul pavimento,divisa da linee oblique scure e con le parti

interne chiare.

Sul bordo della circonferenza c'erano delle colonnine cilindriche di cristallo,con colonne più piccole

sul bordo delle piccole colonne cilindriche dalla cui punta uscivano dei tubi di cristallo orizzontali.

Alle spalle dell'uomo c'era un cristallo obliquo verso sinistra.

Dalla parte opposta della circonferenza c'erano 9 colonne di cristallo oblique verso il centro della

circonferenza e andavano verso l'alto.

In quel momento arrivò Nom che afferrò l'uomo con il braccio sinistro e gli ruppe il collo con il

destro,ma l'uomo cliccò su una placca all'altezza della cintura prima di morire e da essa uscì una

voce che diceva "ALLARME!

ALLARME!"

Nom spense la placca e lo portò via.

Poco dopo arrivarono Zod e Ursa che videro il cristallo rosso contenuto dentro uno dei tubi che

usciva da una delle colonne.

Sulla parte alta esterna della colonna c'era una "S"rossa dentro un triangolo dai lati rossi con la

punta verso il basso.

Nom raggiunse Zod e mise le braccia incrociate,poi prese il cristallo rosso che era lungo come una

piccola asta.

La colonna si abbassò verso il basso.

Zod mise il cristallo in orizzontale e lo spezzò.

L'oggetto andò in frantumi e produsse un suono.

La donna rise.

La stanza divenne ner si guardarono intorno,poi si accese una luce in alto,un fascio di luce li

illuminò e 2 circonferenze gli si misero intorno,roteando.

"Questa non è una favola."disse l'uomo "Non è il frutto di avventata immaginazione.

No,miei buoni amici.

Questi addebiti..."

L'uomo guardò la punta del bastone che si illuminò 3 volte con luce bianca "...che ho esposto oggi a

voi...le precise accuse..."

L'uomo mise il bastone in orizzontale con entrambe le mani e camminò "...elencate qui,contro

questi individui...il loro tradimento...il loro scopo finale di sedizione sono...elementi tutti di

innegabile realtà.

Vi chiedo ora,di pronunciare il verdetto..."

L'uomo indicò i 3 con il braccio sinistro "...sugli imputati."

L'uomo si avvicinò indicando il gigante al centro "Su Nom.

Questa pazza aberrazione,i cui unici mezzi di espressione sono la violenza e lo sterminio."

L'uomo riprese a camminare "Sulla donna Ursa,sorella della terribile Faora,la cui perversione e

l'odio verso tutta la sua gente hanno minacciato perfino gli infanti... del pianeta Krypton."

L'uomo andò davanti a quello al centro "E in fine... sul generale Zod.

In cui il consiglio riponeva fiducia,che incaricato di presiedere alla difesa del pianeta Krypton,è il

primo architetto del progetto di rivoluzione e autore di questo complotto.

Teso a fondare un nuovo ordine tra di noi.

Che avrebbe avuto lui,come capo assoluto."

Zod lo guardò.

"Avete udito le accuse."disse l'uomo "Il consiglio pronunci ora il suo verdetto."

"Colpevoli."disse il primo volto.

"Colpevoli."disse il secondo volto.

"Colpevoli."disse il terzo volto.

"Colpevoli."disse il quarto volto.

Tutti i volti scomparvero.

"Il voto dev'essere unanime Jor El."disse Zod "Pertanto la decisione è ora soltanto tua.

Tu solo ci condannerai,se vorrai,e tu solo verrai ritenuto responsabile da me."

L'uomo mise il bastone a destra,illuminando la punta che mise un suono stridulo.

I 3 si spaventarono.

"Unisciti a noi."disse Zod.

Jor El si allontanò.

"Tu sei già astato in disaccordo con il consiglio in altre occasioni."disse Zod "La tua potrebbe

diventare una voce importante nel nuovo ordine,seconda soltanto alla mia!

L'uomo scese delle scale che lo separavano dalla circonferenza al centro.

"Ti offro un'occasione di grandezza,Jor El!"disse Zod "AFFERRALA!

UNISCITI A NOI!

TU TI INCHINERAI DAVANTI A ME,JOR EL!

TE LO GIURO!

ANCHE SE CI VOLESSE UN'ETERNITÀ!

UN GIORNO TI INCHINERAI DI FRONTE A ME!

SIA TU,CHE IN FUTURO,I TUOI EREDI!

I TUOI EREDI!"

I 3 guardarono in alto,mentre la cupola si apriva dalla parte sinistra.

In aria c'era un rettangolo,simile ad un vetro,piatto,nero,con dentro dei filamenti verdi circolari,che

andavano verso il centro buio.

Zod iniziò a pronunciare delle preghiere a bassa voce.

I 3 iniziarono a spaventarsi seriamente.

Zod chiuse gli occhi,Nom si mise le mani sulla test vennero risucchiati dentro il vetro,che si

allontanò nello spazio.

I 3 rimasero a premere con le mani contro il vetro.

"PERDONACI!"urlò Ursa.

"ABBI PIETÀ,JOR EL!"urlò Zod "È ORRIBILE QUESTO POSTO!

ABBI PIETÀ!"

FINE FLASHBACK

1980

Clark entrò nel Daily Planet.

Indossava il cappello fedora nero,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri.

Davanti a lui c'era un uomo che faceva le pulizie,con berretto nero e tuta bianca.

L'uomo portò un attaccapanni verso una porta con la parte superiore di vetro.

I 2 erano dentro una specie di ufficio rettangolare,con la parte bassa delle pareti bianca e la parte

superiore di vetro.

"Aspetti,le apro la porta."disse Clark che aprì la porta.

"Oh grazie."disse l'uomo,ma l'attaccapanni andò a sbattere contro i bordi.

I 2 passarono.

"La ringrazio molto signore."disse il ragazzo.

"Prego."disse Clark che si tolse il cappello,poi salutò un uomo con camicia bianca e pantaloni

grigi,che era di spalle e controllava dei fogli.

"Giorno."disse lui.

"Scusa Kent ho da fare."disse l'uomo.

Clark vide una donna riccia con capelli castani,camicia chiara e gonna grigia.

"Ah,ciao Elis."disse Clark che gettò il cappello su un attaccapanni di metallo alle sue spalle e

l'oggetto rimase appeso "Che bella camicetta hai oggi,ti sta molto..."

"Ci vediamo dopo,Clark."disse lei andando via e portando dei fogli.

Lui mise la valigia di pelle marrone sul tavolo.

"Pronto?"disse una donna rispondendo ad un telefono.

La donna aveva i capelli neri,corti,con una camicetta nera e gonna nera,calze e scarpe nere.

"No,non lo so."disse la donna "Si,ci penso io."

"Salve,io..."disse lui e la donna se ne andò nell'ufficio di White che era alla scrivania e indossava un

maglione grigio,pantaloni neri e scarpe nere.

"Mister White,in tipografia chiedono se la prima pagina può partire."disse la donna.

"Digli di aspettare altri dieci minuti."disse White.

La donna si voltò e andò contro Clark "Oh scusa!..."

La donna andò via.

White prese un telefono "Senti,se non arriva niente di nuovo nei prossimi 10 minuti partirete con il

titolo a tutta pagina e le foto su tre colonne."disse White mentre la riccia entrava nello studio.

L'uomo attaccò "Kent,ho bisogno di un pezzo per la quarta pagina,mettici tutto quello che riesci a

trovare su quei terroristi."

"Bene."disse Clark che aveva un taccuino e una matita "Ah...mi scusi,ha detto terroristi?"

"Datti una svegliata,Kent."disse White "Dov'eri nelle ultime 12 ore?"

"Beh a casa."disse Clark.

"E non l'hai vista la televisione?"disse White.

"Veramente non guardo molto la televisione,c'è troppa violenza in giro."disse Clark.

Jimmy entrò nello studio.

Aveva una giacca grigia,camicia bianca,pantaloni grigi e scarpe nere.

"Mister Kent!"disse Jimmy "Una banda di terroristi ha occupato la torre Eiffel,a Parigi."

"Non occorre che tu glie lo dica,lo sa dov'è,Olsen."disse White "Lo sapevi,vero Kent?"

"Si,signore."disse Clark "Ci sono dei feriti?"

"Fin'ora gli ostaggi sono incolumi."disse Jimmy.

"Ci sono degli ostaggi?"disse Clark.

"Si,turisti,una ventina sembra."disse Jimmy.

"Ah,ma questo sarebbe il meno."disse White "Se il governo non accetta le loro richieste faranno

saltare in aria l'intera Parigi con una bomba all'idrogeno."

"Oh mio Dio,signor White,ed è terrorizzante."disse Clark spaventato.

"È per questo che li chiamano terroristi,Kent."disse White e in quel momento si udì uno

squillo"Avanti,datti da fare."

White andò a prendere un fax "Voglio sapere tutto su quei terroristi."

"Mister White,Lois sa cosa sta succedendo?"disse Clark.

"Certo che lo sa,è laggiù."disse White leggendo il fax.

"Cosa?"disse Clark.

"Appena è arrivata la notizia l'ho messa sul primo aereo."disse White "Se Parigi salta in aria,voglio

che la mia migliore reporter sia sul posto."

"Ma come,mister White?"disse Clark,mentre White posava un fax.

"Kent!"disse White voltandosi e guardandolo,mentre indicava in alto con indice e medio sinistro,tra

cui c'era il sigaro"Tu sei in gamba,ma Lois Lane è meglio."

White andò alla scrivania.

"No,io pensavo,non crede sia un po' rischioso?"disse Clark.

"Il rischio fa parte del mestiere,Kent."disse White mettendo in ordine delle carte "Non ti

preoccupare.

Se conosco un po' Lois Lane,non solo scriverà un articolo degno del premio Pulitzer,ma riuscirà ad

intervistare in esclusiva quella bomba all'idrogeno con il titolo la bella e la bomba!"

Clark corse via in silenzio.

"E non stare li impalato Kent..."disse White che si voltò e vide che non c'era più.

Clark uscì dal palazzo e corse in strada,poi corse in un vicolo,si tolse gli occhiali,si aprì la camicia

rivelando il costume che si sostituì ai vestiti da solo.

Il costume era una tuta aderente di gomma,blu spenta,quasi grigia,che lasciava scoperto il collo e la

parte superiore iniziale del petto,poi sul petto c'era un triangolo rosso spento,con la punta verso il

basso,con l'interno giallo e con una "S"rossa dentro.

Le braccia erano coperte dal costume blu spento fino ai polsi e anche la parte iniziale del dorso delle

mani lo era.

All'altezza della vita c'era una linea gialla,con un ovale al centro,davanti,poi una zona rossa che

aveva la forma di slip rossi,le gambe erano del colore blu spento,quasi grigio e poi iniziavano gli

stivali poco sotto il ginocchio che erano rosso spento e fusi con la tuta.

Gli stivali,sulla parte iniziale frontale,avevano 2 punte,fuse con il costume,dirette in alto.

Il costume era aderentissimo al corpo.

Dalla parte iniziale partiva un mantello rosso spento diretto all'indietro che arrivava a metà

polpacci.

Lui spiccò un salto,mise le braccia in avanti,con i pugni chiusi,e volò via.

Parigi.

Il cielo era nuvoloso e davanti alla torre c'erano molte macchine della polizia e molte persone.

Lois scese dal taxi e pagò.

Lei aveva un lungo cappotto rosa e una borsa marrone.

Si diresse verso una serie di transenne dove c'erano molte persone e oltre c'era la polizia.

C'era anche un uomo in giacca e cravatta neri,con capelli grigi,occhiali e baffi che guardava in alto.

Una macchina della polizia arrivò e le transenne furono spostate.

2 uomini in giacca e cravatta uscirono da un'auto e molti giornalisti si avvicinarono.

"Come hanno fatto ad arrivare lassù?"disse uno.

"Erano vestiti da operai incaricati dalla manutenzione."disse uno dei 2,mentre l'altro sia allontanava.

"Può dirci per quale ragione hanno rilasciato un ostaggio?"disse un altro.

"Una prova di buona volontà,in vista di un rifiuto da parte del..."disse l'uomo che venne circondato

da altri.

Lois mostrò un tesserino ad un poliziotto e fu lasciata passare.

"Quindi siete stati ai patti?"disse un uomo.

"Non abbiamo altra scelta."disse l'uomo con i baffi "Potrebbero veramente avere una bomba

all'idrogeno lassù."

Lois smise di scrivere sul taccuino e lo guardò con gli occhi spalancati.

"E dove la terrebbero questa bomba?"disse una donna.

"È in un barile..."disse l'uomo.

"HA DETTO UNA BOMBA ALL'IDROGENO?"disse Lois.

"Si..."disse l'uomo.

"MA NE È SICURO?"disse Lois.

"E come facciamo ad essere sicuri?"disse l'uomo "Quello che è certo è che oggi possono rimediarsi

di tutto."

"Ma così raderebbero al suolo tutta Parigi!"disse Lois.

"Esatto."disse l'uomo.

"Qual'è la posizione del suo governo?"disse un uomo "Accoglierà le richieste dei terroristi?"

"Non sono autorizzato ad anticipare le decisioni del governo,posso solo dire che in questo momento

è in corso una riunione straordinaria all'Eliseo."disse l'uomo.

Lois venne fermata da un altro poliziotto e gli parlò in francese,poi prese un dizionario dalla borsa e

lo diede all'uomo chiedendogli di cercare una parola e ne approfittò per andarsene.

Lois iniziò a salire le scale della torre,mentre un ascensore andava in alto.

Lei iniziò a salire una scala a chiocciola.

Uno dei terroristi,vestito da operaio,era seduto accanto ad un pannello,vicino

all'ascensore,indossava occhiali circolari,fumava e aveva una mitraglietta.

Un altro uscì dall'ascensore.

"Avanti,falli uscire tutti."disse il primo.

"Ok,fuori!"disse il secondo e dall'ascensore uscirono varie persone.

"Svelti,nell'ascensore."disse il secondo che aprì l'altro ascensore "Avanti,dentro."

"Su salite!"disse l'altro.

"Tra poco sarete liberati."disse il secondo.

Lois arrivò ad una ringhiera sotto l'ascensore che aveva 4 spranghe per lato,diretto verso il basso in

obliquo e poi diventavano orizzontali.

Lei guardò di sotto.

"Do un'ultima occhiata in giro."disse il secondo che guardò di sotto,poi salì nell'altro ascensore "Va

bene,mandali giù.

Noi saliamo."

Lois si aggrappò alle sbarre sotto l'ascensore dei terroristi che andò verso l'alto "Pensa al premio

Pulitzer..."

L'ascensore iniziò a muoversi.

"È stato uno sbaglio rilasciare gli ostaggi."disse il primo terrorista ad un terzo.

Accanto ai 2 c'era un barile.

"Li avremo in pugno lo stesso appena innescata la bomba."disse il secondo "I mezzi non hanno

importanza,conta il risultato."

"Nobel per la pace."disse Lois "Alla memoria della giornalista americana...Lois Lane,caduta

prontamente,con sommo sprezzo del pericolo...e incurante della propria incolumità compiva il

generoso tentativo di salvare la città di Parigi,chiuse virgolette."

L'ascensore si fermò e le porte vennero aperte,inclusa la grata,mentre il barile veniva aperto.

Il primo prese un telecomando rettangolare e lo diede al terzo che era grassottello "Fa attenzione."

"Non preoccuparti,so benissimo come trattare questo giocattolo."disse il terzo che lo collegò ad un

filo connesso alla bomba.

"Spero tu non abbia molti peccati sulla coscienza,perché se fai cadere quell'aggeggio ti restano solo

60 secondi per confessarti."disse il secondo.

Lois si fece scappare un verso.

"Ehi,avete sentito?"disse il primo "Sembrava come se ci fosse qualcuno qui."

"Sono i tuoi nervi."disse il secondo.

Un poliziotto arrivò davanti ad una grata di metallo rettangolare,con dentro molti fili e parlò alla

radio "Dove sono adesso?"

"Sono vicino all'ascensore."disse uno che aveva un binocolo "Uno è ancora dentro l'ascensore con

la bomba "Il terzo è uscito proprio in questo momento

dall'ascensore."

"La bomba è sempre nell'ascensore?"disse l'uomo che era in compagnia di altri e uno era dentro la

grata.

"Si,sempre dentro."disse l'altro.

Uno aprì un pannello.

"Questi sono i momenti peggiori."disse il secondo terrorista.

Uno degli uomini in nero mise dell'esplosivo al plastico dentro una spaccatura in un'enorme colonna

di metallo con dentro una fune di metallo dell'ascensore,poi ci collegò un filo.

Superman volava con le braccia in avanti e i pugni chiusi sul mare poi iniziò a volare sulla

campagna.

"Digli di tenersi pronti."disse l'uomo.

"Tenetevi pronti."disse quello che era vicino alla grata "Andiamo."

Tutti si allontanarono.

Superman era arrivato nei pressi di Parigi.

"Ora!"disse uno.

Un altro tagliò un cavo e l'esplosivo fu fatto detonare.

L'ascensore cadde verso il basso,trascinando il telecomando,che fece innescare la bomba,prima che

il filo si spezzasse.

"Si è innescata."disse il terzo a terra che guardava il telecomando.

"Oh mio Dio."disse il secondo.

L'ascensore andò verso il basso.

Superman volò sotto di esso e lo bloccò.

"È qui che doveva scendere?"disse Superman sorridendo e tenendo l'ascensore con la mano

sinistra"Secondo piano,articoli sportivi."

"Oh Dio ti ringrazio!"disse Lois "Che m'è venuto in mente di ficcarmi li sotto!"

Lei lo abbracciò.

"Va tutto bene?"disse Superman.

"La bomba!"disse Lois indicando l'ascensore con l'indice destro "C'è una bomba la dentro!"

"Lo so."disse lui che spinse l'ascensore verso l'alto,gli fece sfondare il tetto e lo portò fuori

dall'orbita terrestre e poco dopo superò anche la Luna.

Superman lasciò andare l'ascensore che si diresse verso una zona di spazio dove c'era una nebulosa

azzurra ed esplose.

Le onde d'urto scagliarono via Superman.

Il rettangolo con dentro i volti di Ursa,Nom e Zod si avvicinò e fu colpito dalle onde d'urto,prese

fuoco ed esplose,facendoli uscire.

Superman si riprese e volò via.

I 3 rimasero sospesi nel vuoto,videro la Luna e volarono verso di essa.

Tempo dopo Clark camminava tra le strade di Metropolis fischiando.

Indossava un cappello fedora grigio,giacca grigia,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni grigi e

scarpe nere.

Nella mano sinistra aveva la borsa.

Guardò dall'altra parte della strada e salutò "Ciao Lois!"

Lei indossava una giacca chiara,camicia verde,gonna nera lunga e scarpe con i tacchi.

"Ciao Clark."disse lei dalla parte opposta della strada.

Lui attraversò la strada e un taxi gli andò addosso,ma non lo fece neanche muovere.

"Accidenti!"disse l'autista che scese vedendo il cofano del tutto distrutto.

Lois si fermò "Clark!

Ma non lo sai che si deve attraversare sulle strisce?"

"Mi ero distratto."disse lui.

"Hai rischiato di farti ammazzare."disse Lois.

"È incredibile."disse l'autista guardando il cofano.

Poco dopo lei entrò nel giornale.

"Hai avuto una bella fortuna,potevi finire all'ospedale."disse lei "Ma tu devi stare più attento

quando attraversi la strada e devi guardare prima da tutte e 2 le parti."

"Lo so,Lois."disse lui posando il cappello e mettendolo sull'attaccapanni "Di solito lo faccio."

Lei entrò nell'ufficio e chiuse la porta.

Nell'ufficio c'era un tavolo grigio pieno di fogli,con una macchina da scrivere al centro,una

lampada,una lavagna marrone dietro la scrivania piena di fogli appesi,un'altra lavagna alla sinistra

della scrivania,nera questa volta,con altri fogli,un archivio alla destra della scrivania vicino alla

lavagna marrone,un cestino rettangolare scuro e la parete opposta alla scrivania aveva la parte

superiore di vetro.

Clark bussò.

"Avanti."disse lei.

"Permesso?"disse lui aprendo la porta e sorridendo "Sono io."

"Forse dovresti rifarti l'esame della vista."disse Lois con una sigaretta in bocca.

"Eh...beh..."disse Clark prendendo un giornale "...cosa vuoi...non tutti possono avere...la vista ai

raggi x."

Lei chiuse l'ultimo cassetto dell'archivio con un bicchiere nella mano destra.

"Sbaglio o c'era una punta di gelosia in questa frase?"disse lei che andò al tavolo e vuotò una borsa

della spesa.

"Gelosia?"disse Clark camminando e leggendo il giornale "Figurati,non sono il tipo."

Lui si voltò e vide delle arance sulla scrivania e lei che ne tagliava una in 2 "Ma...che stai facendo

Lois?"

"Quando è stata l'ultima volta che mi hai sentita starnutire?"disse Lois mettendo la metà di arancia

nello spremi agrumi che era sulla scrivania.

"Non so."disse lui sorridendo.

"Beh,d'ora in poi non mi sentirai più starnutire."disse lei.

"No?"disse lui.

"Ho letto su un libro che ...se prendi almeno 1000 milligrammi di vitamina C ogni giorno,non

prendi più raffreddori."disse Lois.

"Ma per 1000 milligrammi di vitamina C ci vorranno 30 chili di arance."disse Clark indicando lo

spremi arance "Prendila in pillole,è più pratico."

Lei gettò l'arancia nel secchio "Pillole?

No non voglio roba artificiale."

Lei tagliò un'altra arancia "Le arance vere...è l'unico sistema."

Lei spense la sigaretta dentro un posacenere pieno "E poi è un'ottima ginnastica spremere."

"Ah..."disse lui.

"Senti Clark...non devi essere geloso sai?"disse lei.

"Non...non devo?"disse lui.

"Ma no,hai un sacco di punti in tuo favore."disse lei.

"Davvero?"disse lui.

"Ti offendi se ti faccio un po' di critiche?"disse lei.

"No."disse lui.

"Tu dovresti essere più aggressivo."disse Lois "Liberare la tua aggressività.

Se vedi una cosa e vuoi averla,te la devi prendere.

Come faccio io."

"Eh si,l'ho notato."disse lui "Aspetta ti do una mano a spremere."

"Ah..."disse lei e lui andò dalla parte opposta della scrivania vicino a lei "...grazie,buona idea."

Lei si sedette.

"Vediamo un po'."disse lui prendendo una parte di arancia "Si mette una mezza arancia qua dentro e

si preme con forza."

Lui spremette l'arancia nello spremi agrumi,abbassando una leva.

"Clark?"disse Lois "Volevo dirti che io non ti direi delle cose del genere se non ci tenessi a te."

"Davvero?"disse Clark sorridendo.

"Se no a cosa servono gli amici?"disse Lois.

"Gli amici,eh?"disse lui andando verso la parete destra.

Lei prese il bicchiere,dove c'era poca spremuta,e glie lo diede "Clark?

Brindiamo all'amicizia."

Lui guardò il bicchiere perplesso vedendo pochissimo succo.

In un altro luogo c'era un carcere circondato da un'alta rete di metallo,poi c'era una strada che

conduceva all'edificio,con una discesa alla sua destra,con un prato e una torretta cilindrica,con la

base più larga della parte alta,con 3 file di finestre,una circonferenza di cemento in cima e un tetto a

cono,staccato dalla circonferenza.

L'ingresso del carcere aveva un'arcata che era dentro un edificio rettangolare chiaro,fuso tra 2

edifici cilindrici,con il tetto che aveva dei grossi mattoni sul bordo a distanza regolare,alti 3 piani.

Alla destra della costruzione c'era una costruzione arancione chiaro rettangolare e 2 piani,con dietro

un edificio a 3 piani rettangolare,dello stesso colore e perpendicolare.

A sinistra della torretta c'era una costruzione giallo ocra,a 3 piani,con delle arcate alla base e il

soffitto a triangolo.

C'era una zona che aveva il cortile interno con vari detenuti.

La parete alla destra del cortile rettangolare era grigia,con lunghe finestre rettangolari,quella

perpendicolare era bianca,con parti scolorite e con finestre rettangolari allungate con la cima a semi

circonferenza.

Dalla parte opposta del cortile recintato,c'era un edificio con tetto triangolare accanto ad una

recinzione rettangolare con dentro una guardia con fucile a pompa.

Dentro un edificio c'erano degli scompartimenti rettangolari,alla stessa distanza l'uno dall'altro,con

in mezzo dei lavelli rettangolari con dentro acqua che emetteva fumo.

Da questi lavelli partivano dei tubi diretti in alto,connessi ad un tubo perpendicolare orizzontale più

grande.

Le pareti erano verde chiaro,con finestre rettangolari,con la parte superiore circolare e con delle

sbarre davanti.

Gli uomini all'interno indossavano un abito che li copriva dal collo a piedi bianco,con linee

orizzontali grige e berretto con le stesse linee.

Otis camminò dietro gli uomini chinati sui lavelli,portando dei panni,poi andò in un'altra zona dove

c'erano degli armadietti azzurri sulla parete opposta e dei contenitori cilindrici di metallo giallo

ocra,con un portellone circolare davanti,con dei tubi che andavano verso l'alto.

Otis mise i panni in una cesta davanti a Luthor,che prese un asciugamano,stando appoggiato su una

parte della macchina,mentre Otis lavorava.

"Indegna fine per la mente criminale più grande di tutti i tempi."disse Luthor mentre Otis metteva

altri panni nella cesta "Rinchiuso in una solida prigione.

Ecco come hanno premiato Lex Luthor...il più grande genio vivente.

Invece di dargli gloria,fama,ricchezza...che cosa hanno saputo darmi in cambio?"

"L'ergastolo."disse una guardia che arrivò dietro di lui "Più altri 25 anni.

Forza a lavoro."

Otis spostò la cesta e Lex si alzò.

"Non se la prenda mister Luthor."disse Otis che prese il cesto e camminò insieme all'altro"C'era

quasi riuscito.

Insomma,la California ha rischiato di sprofondare nell'oceano,milioni di persone non sono morte

per un pelo.

Se non era per quel boy scout omogenizzato faceva la più bella strage della storia."

Lex parlò ad un altro detenuto "Stasera rivoglio il mio disco di Chopin."

"Non c'è proprio niente da fare."disse Otis che poggiò la cesta su una panchina e aprì gli

armadietti"Quello è proprio imbattibile.

Come si fa a battere uno che vola più veloce della luce?"

Otis portò verso l'esterno lo sportello e da esso partiva un tubo che andava verso l'interno "Non

riuscivamo neanche a localizzarlo sui radar tant'è veloce.

E se per caso ci riuscivamo...dopo un attimo spariva."

Otis mise i panni sulla spranga.

"In che direzione?"disse Lex.

"Nord."disse Otis.

"E perché a nord?"disse Lex.

"Per sciare?"disse Otis.

"Otis...ogni uomo ha un suo punto debole."disse Lex "Alcuni come te,purtroppo,ne hanno più di 1.

Quella volta non l'ho visto in tempo,ma stavolta grazie alla mia pazienza,intelligenza e avidità...la

mia magica scatola nera è quasi a posto."

Otis aveva messo un panno blu tra lui e Lex sulla spranga "OH!

QUALE?

QUELLA SCATOLA NERA CHE È IN CELLA?"

"Shhhhhhh!"disse Lex spostando il panno.

Otis si mise la mano destra sulla bocca "Quella scatoletta nera,mister Luthor."

Otis prese la cesta "A che cosa serve?"

"Quella innocente scatoletta nera,Otis,fa apparire superati tutti i radar convenzionali."disse

Lex"Riesce a captare le onde alfa."

"Oh...le onde alfa,eh?"disse Otis tirando fuori un altro armadietto.

Lex si voltò chiudendo gli occhi e scuotendo la testa,poi si appoggiò con la spalla sinistra sugli

armadietti "Le onde alfa mi guideranno a nord.

Fino al suo segreto."

Otis si avvicinò "E svelato il suo segreto avrò in pugno Superman."

"Ma non dovremmo prendere un altro asteroide verde?"disse Otis.

Lex lo guardò "No...non sono in condizioni di cercare altra kryptonite e poi mai tentare 2 volte con

lo stesso piano.

Quella volta non se l'aspettava."

Su un grande video nero c'era un mappamondo olografico azzurro con un cerchio bianco che si

spostava velocemente sopra gli stati uniti.

La stanza era piena di file di tavoli di metallo con monitor e video sia paralleli,sia perpendicolari in

fondo.

Il soffitto era nero con dei rettangoli fucsia.

Alla destra della stanza c'erano delle vetrate che davano in un'altra stanza.

Un uomo con capelli neri,barba,baffi,camicia bianca e pantaloni neri si alzò togliendosi la

cuffia"Ehi?"

Un altro,al tavolo perpendicolare,lo guardò.

Aveva lo stesso abito e capelli neri.

"Tienila d'occhio tu quella specie di cavalletta."disse l'uomo andandosene "Io ho la testa come un

pallone.

E poi qualcuno deve fare compagnia a quei ragazzi lassù."

"Ogni tanto,quasi me li dimentico."disse l'altro camminando e andando a sedersi al posto

dell'altro"Ormai sono lassù da 45 giorni.

E tutto il mondo si è scordato di loro.

Quanto sono distanti da quel relitto?"

"Svariati chilometri."disse un altro.

"Gli avete detto di non avvicinarsi?"disse quello con i capelli neri.

"Si."disse l'altro.

"Houston chiama Artemide 2."disse l'uomo "Houston chiama Artemide 2,rispondete?"

"Buon giorno,Houston."disse una voce.

Luna.

Un LEM era sulla luna e vicino c'era un astronauta in con la tuta spaziale bianca.

Poco oltre c'era un mezzo a 4 ruote bianco,rettangolare,con sopra un altro.

La zona era piana,con delle colline in lontananza e delle rocce qui e li.

"Salve."disse l'uomo "Come vanno le cose?"

L'astronauta nel LEM indossava la tuta,ma non il casco.

Aveva un berretto bianco,capelli chiari e barba appena accennata.

"Funziona tutto regolarmente Houston."disse il pilota "Andy è fuori a fare ricerche geologiche."

Il mezzo a 4 ruote si allontanava tra le rocce.

"È andato a raccogliere un altro po' di sassetti,eh?"disse l'uomo in sala comando "Bene."

"E il nostro Boris sta trovando tracce di forme viventi."disse l'astronauta "Speriamo bene.

Magari trova una ragazza."

"Eh,45 giorni senza compagnia sono duri da digerire."disse l'uomo nella sala comando.

"Per certe cose serve poco l'allenamento."disse il pilota.

"Cambiamenti nella situazione della superficie?"disse l'uomo.

"No,è molto bello qua fuori."disse il pilota "Mi solleva non vedere quell'astronave.

Uno spettacolo..."

L'uomo vide Ursa che volava per un momento.

"Carina..."disse l'uomo che guardò fuori.

"Come dici?"disse il comando "Mi senti Jack?

Jack svegliati,che fai?

Dormi?"

"Forse si."disse Jack "Sto sognando."

"Artemide continua."disse l'uomo.

"Beh,ecco...Houston...mi sembra di...di aver visto un oggetto volante non identificato."disse Jack.

"Non identificato?"disse Houston "Com'è fatto?"

"Beh...ha tutta l'aria...di...di una ragazza."disse Jack.

Uno degli astronauti camminò tra le rocce,poi si bloccò vedendo la donna che gli camminava in

contro e spalancò gli occhi.

"Tu."disse lei "Che razza di strana creatura sei?"

"Sono un uomo."disse lui.

"Un uomo?"disse lei con un mezzo sorriso e sorpresa,poi guardò il simbolo sulla tuta e allungò la

mano,ma lui si spaventò e se ne andò correndo goffamente,ma lei spiccò il volo,gli atterrò davanti e

gli strappò la parte della tuta dove era il simbolo.

L'uomo cadde a terra urlando e la tuta si gonfiò.

Lei gli diede un calcio e lo fece volare via.

Un altro astronauta era connesso ad un tubo giallo attaccato al petto della tuta ed era chinato a terra.

Il tubo venne tirato leggermente e lui lo afferrò con la mano,poi venne tirato bruscamente e l'uomo

superò delle rocce arrivando vicino a Zod.

"Che vulnerabile forma di vita dev'essere la vostra."disse Zod che lo prese per la gamba destra

sollevandolo con la mano sinistra e mandandolo in alto,poi diede una strattonata al filo,staccandolo

dalla tuta.

Jack si era messo il casco della tuta e si preparava a decollare.

"Houston rispondete!"disse Jack "Rispondete!"

Il propulsore sotto il mezzo si accese sollevandolo,ma Nom afferrò la parte bassa del LEM

abbassandolo.

"Rispondete Houston!"disse l'uomo "PRESTO!

TENTO UN DECOLLO MANUALE!

NON CI RIESCO!"

Nom sfondò la parete alle sue spalle schiacciandolo.

"Artemide qui Houston."disse l'uomo "Rispondete."

"Che succede?"disse un altro calvo avvicinandosi.

"Artemide,qui Houston."disse l'uomo.

"Che succede?"disse quello con i baffi tornando.

"Non lo so,abbiamo perso il contatto."disse l'uomo.

Tutti i video vennero oscurati.

"Allora?"disse quello con i baffi.

"C'è qualcosa di strano."disse l'uomo.

"Ma...cosa aveva detto prima?"disse l'uomo con i baffi "Che aveva visto una ragazza?"

"Forse ha detto una tazza."disse l'altro.

"Ma cosa centra una tazza?"disse quello con i baffi.

"Non lo so,ma come esistono i piatti volanti,forse esistono anche le tazze volanti."disse l'altro.

"Oh senti,fammi una cortesia...risparmiamele queste battute cretine?"disse quello con i baffi.

Nom si stava avvicinando ai 2 con la bandiera americana presa dal LEM distrutto.

Zod era di spalle,con le mani incrociate sulla schiena e Ursa era seduta.

"È strano."disse Ursa "Ho strappato come se fosse carta quella lamiera.

E hai visto lui cos'ha fatto?

È sbalorditivo.

Ci sta succedendo qualcosa."

Nom raccolse anche la bandiera russa.

"Si,a tutti noi."disse Zod camminando e toccandosi il mento con la mano sinistra "Più ci

avviciniamo a quell'atmosfera con un unico sole...un sole giallo...e più aumenta la nostra densità

molecolare,dandoci poteri illimitati."

"Provengono da laggiù."disse Ursa "Un posto chiamato Houston."

"E noi andremo la."disse Zod "A governarlo.

Finalmente avremo un nostro regno.

Nom gettò a terra le bandier volarono via.

La stessa notte delle guardie,con dei cani,camminavano nello stesso cortile dove Superman aveva

posato Lex e Otis.

Dentro uno degli edifici c'era una guardia che camminava.

Il corridoio aveva delle sbarre dietro di lui,le pareti erano bianche,con luci circolari gialle e con la

parte inferiore verdastra.

A sinistra c'erano le celle.

In alto,a sinistra,c'era una grata di metallo come pavimento e altre grate verticali sulla parte destra.

"Spegnere le luci."disse la guardia camminando "381."

La luce venne spenta.

"382."disse la guardia e la luce si spense.

Una volta arrivato a fine corridoio l'unica luce accesa era nella terza cella.

L'uomo vide la cella "Spegni Luthor."

La guardia si avvicinò vedendo Otis e Lex che giocavano a scacchi "Sei diventato sordo?"

Il letto di Lex aveva un lenzuolo a macchie di leopardo.

Ai piedi del letto c'era un archivio con sopra degli alcolici e sulla parete opposta alle sbarre c'erano

degli scaffali.

"Se non spegnete subito vi sbatto in isolamento."disse la guardia avanzando "Avete sentito cosa..."

I 2 scomparvero e si formò un ologramma dei 2 sulla schiena del poliziotto che si voltò e vide che

in alto,in un angolo,c'era un proiettore che emetteva luce viola,formato da 2 cilindri di metallo,con

delle punte in cima e la base frontale dei cilindri emetteva luce viola.

L'uomo si guardò la pancia e vide l'ologramma dei 2,si spost riapparvero,si avvicinò e i 2

scomparvero.

Lex e Otis camminavano stando attaccati ad una parete.

"Fermo!"disse Lex a bassa voce e l'altro si fermò.

Una luce,emessa da una delle torrette,passò su di loro e Otis fece il simbolo delle corna dietro la

testa di Lex che si mise le mani sulla testa,poi gli abbassò il braccio e lo afferrò.

La guardia sulla torretta era distratta e guardava verso l'interno dove c'era un altro che guardava la

tv.

"Avanti vai a cercarla."disse Lex.

"Si."disse Otis che si stava per muovere "Scusi,ma cosa devo cercare?"

"Lo saprai quando la troverai."disse Lex.

"Ok."disse Otis che andò al centro della piazza.

Una scaletta gli passò dietro dall'alto,poi lui si voltò e la scaletta gli passò dietro ancora,poi gli andò

addosso e lui la prese.

"Credo di averla trovata."disse Otis e Lex si avvicinò con la scatola nera nella mano sinistra che

legò alla sua spalla con una cordicina.

"Che cos'è?"disse Otis.

"Una scaletta di corda imbecille."disse Lex afferrandola.

Otis guardò in alto e vide una mongolfiera bianca con Teschmacher che li salutava.

"Salve miss Teschmacher!"disse Otis.

"SHHHH!"disse Lex che salì la scaletta schiacciandogli la mano destra.

"Si sbrighi!"disse Teschmacher "Faccia presto!

Forza si sbrighi!

Otis tieni ferma la scaletta..."

Lex arrivò in cima.

"Dai muoviti!"disse Teschmacher.

"Fa presto!"disse Lex.

"Eccomi!"disse Otis "Arrivo mister Luthor!"

Otis iniziò a salire,ma il suo peso fece scendere la mongolfiera.

"Otis!"disse Teschmacher.

"Vattene che pesi!"disse Lex.

"Ci fai scendere!"disse lei.

"Vattene!"disse Lex "LASCIALA!"

Lex gettò di sotto la scaletta e Otis cadde.

La luce lo illuminò,le sirene suonarono e Otis venne circondato,mentre la mongolfiera se ne andava.

Cascate del Niagara.

La gente osservava le cascate da una ringhiera che dava su una piazza,dove c'erano diverse

bancarelle,cespugli e alberi.

Poco distante c'era una strada e oltre un edificio grigio,ad un solo piano,con tetto triangolare e una

torretta cilindrica,con tetto a cono,molto bassa vicino.

Un ragazzo riccio,con giacca scura,fiocco nero,camicia bianca e pantaloni scuri portava la borsa di

Clark e quella di Lois che arrivarono.

Clark indossava una giacca grigia,fiore bianco a sinistra,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni

bianchi e scarpe nere,lei indossava un cappello circolare bianco,giacca bianca e un lungo abito

bianco.

Lei teneva Clark sotto braccio.

Il ragazzo aprì la porta"Non vuole prendere la signora..."

Il ragazzo guardò un cartellino sulla valigia "...Smith in braccio per varcare la soglia?"

"Eh?"disse lui.

"È una vecchia tradizione."disse lui "Se non riesce a farlo da solo,posso dare una mano io."

"No,non serve."disse lui che stava per prenderla in braccio.

"Amore,io eviterei."disse lei.

"Come vuoi,cara."disse lui e lei entrò.

Il ragazzo accese delle luci che erano dentro delle lampade a muro.

La parete era rosso scuro,con dei fiori,poco oltre c'era un armadio bianco,con delle vetrate

rettangolari in mezzo,in tutto quattro.

Oltre al divano c'era un tappeto di pelliccia rosa,con la testa di un orso,un tavolinetto con sopra

delle lampade,un divano rosa,con un altro tavolinetto dall'altra parte e dietro ,a destra, c'era un

mobile rettangolare,bianco,con uno specchio rettangolare,con la cornice irregolare e a sinistra c'era

una grossa finestra

rettangolare con tende rosa.

"Oh,supera le più rosee aspettative."disse Lois.

Il ragazzo aprì l'armadio e gettò le valige a terra.

"Faccia attenzione ai bagagli per favore."disse Clark.

"È la prima volta che venite in un hotel in luna di miele?"disse il ragazzo riccio "Insieme,voglio

dire?"

"Ah,beh….si."disse Clark sorridendo.

Alle sue spalle c'era un camino cilindrico,bianco,con un buco al centro con dentro dei pezzi di legno

e del fuoco.

C'erano 2 cilindri di metallo ai lati della circonferenza,con un cono d'oro sopra.

"Lascia che illustri alcuni dei nostri servizi."disse il ragazzo toccando una delle 2 corde che

pendevano dal soffitto,la tirò e il fuoco si accese "Le fiamme della passione,un servizio esclusivo

del nostro albergo.

Se vuole scaldare di più l'atmosfera deve solo tirare questo."

"Guarda cara."disse Clark allontanandosi leggermente dalle fiamme alte "Non trovi che è molto

romantico?"

"In luglio?"disse Lois "Certo tesoro..."

"Con una modesta spesa il nostro fotografo sarà ben lieto di preparare per voi..."disse il ragazzo

salendo 3 gradini.

C'erano 2 colonne sull'ultimo gradino,connesse ad un'arcata bianca.

La base della colonna cilindrica era bianca,il corpo rosso e bianco e la parte finale bianca.

Oltre c'era una stanza circolare con delle arcate tutt'intorno,bianche,con delle colonne e al centro

c'era un letto circolare con la coperta bianca,con 2 cuscini rosa,con il bordo fucsia,a forma di cuore.

Dal soffitto pendeva un tubo dorato di metallo che andava in verticale,si divideva in 4 parti verso

l'esterno,poi andavano verso il basso ai lati del letto.

"...uno speciale album di ricordi della vostra luna di miele."disse il ragazzo che tirò un pacco rosa a

Clark che lo prese.

L'uomo andò alla destra del letto dove c'era una vasca a forma di cuore incastonata nel pavimento.

"E potrà fotografarvi anche nei posti più intimi,come ad esempio nella vasca matrimoniale o sul

tappeto di pelle di orso."disse il ragazzo.

"Che lusso."disse Lois mettendo il piede destro sulla testa dell'orso.

"E naturalmente sul letto."disse il ragazzo indicando il letto con la mano destra.

"Giusto,grazie."disse Clark andando verso Lois.

"Grazie a lei signore."disse il ragazzo aprendo la mano destra e mettendo l'avambraccio in

orizzontale.

"Oh,si certo."disse Clark tirando fuori i soldi "Grazie."

"Grazie a lei signore."disse l'altro allontanandosi,mentre Lois saliva le scale "E vi auguro un

felice...quello che sia."

"Nah...mi viene il volta stomaco."disse Lois gettando la borsetta sul letto "Fingersi 2 sposini per

indagare sul racket della luna di miele delle cascate del Niagara."

"Allora..."disse lui.

"Sprecare così una grande giornalista per...beh 2 giornalisti..."disse Lois andando nella zona dove

era il camino "Al diavolo Perry White e le sue inchieste per il supplemento domenicale!

Ma come potrò mai vincere il premio pulitzer scrivendo di orsi al poliestere?!"

"Beh,non è detto Lois."disse Clark seguendola "Certe cose devono essere denunciate,non è bello

coinvolgere dei ragazzi inesperti e truffarli,portandogli via fino all'ultimo centesimo."

"Già."disse lei che andò ad aprire degli sportelli.

"Oh..."disse lui prendendo una bottiglia su un tavolinetto "Comunque qui non è tanto

male,guarda,c'è anche lo spumante."

"Si..."disse lei andando al mobile a muro "E stasera c'è una gara di baci."

"No,davvero."disse lui "Lois vuoi?"

Lei andò alle finestre e aprì le tende.

"Questo cos'è?"disse Clark che prese un oggetto dal mobile a muro"Lois guarda."

"C'è anche il fiorellino con il vestito in omaggio."disse Clark che le mostrò un fiorellino viola e glie

lo mise sul vestito.

"Si,qui sembra tutto in omaggio fino al momento di pagare il conto."disse Lois.

I 2 si guardarono per qualche istante.

"Lo sai che sei veramente carina."disse Clark.

"Grazie."disse lei mettendogli le mani sulle spalle.

"Davvero?"disse lui che camminò per la stanza "Io stavo pensando a come...beh insomma...a come

noi 2...come pensi che dovremo regolarci?"

Clark salì i gradini.

"A che cosa ti riferisci?"disse lei.

"Beh a..."disse lui andando verso il letto e mettendo l'avambraccio destro su una delle spranghe di

metallo verticali "...a...la...sistemazione per dormire."

"Ah…mister Smith?"disse Lois"Il divano è a sua disposizione."

"Certo."disse Clark che si sedette sul letto e il materasso iniziò a tremare "Ehi...accidenti..."

Lui si alzò "È vivo..."

La mongolfiera vagava sopra delle montagne innevate.

Teschmacher aveva un cappello di pelle aderente,giacca nera,con l'interno bianco

imbottito,pantaloni neri,stivali neri e guanti neri che coprivano metà avambracci.

"Molto bene,miss Teschmacher."disse Lex.

"Ah,perché mai sono qui,che ci faccio?"disse lei guardando in basso.

"Miss Teschmacher ,questo è un corso di filosofia per caso?"disse Lex indicandola con l'indice

sinistro.

Lei scosse la testa.

"No."disse Lex sorridendo.

"No..."disse lei.

"Questa è un'evasione."disse Lex.

"Un'evasione."disse lei.

"Esatto."disse Lex.

"Lex!"disse lei "Come ha potuto abbandonare Otis?"

"La zavorra è fatta per essere scaricata."disse Lex che prese la scatola nera,che aveva uno schermo

sulla parte sinistra,simile a quello di un sonar "Mister Teschmacher...nord.

Puntiamo a nord."

"Bene...nord."disse lei.

Un bambino riccio,con maglietta bianca con linee orizzontali blu,pantaloni neri e scarpe nere

scavalcò la recinzione delle cascate.

Clark era affacciato alla ringhiera,indossava una giacca grigia,camicia bianca,cravatta

nera,pantaloni grigi e scarpe nere.

Dietro di lui c'era Lois che indossava una giacca verde scuro,pantaloni verde scuro e camicia blu.

Lei scattò delle foto.

La ringhiera aveva la parte bassa di roccia,con rettangoli di roccia a distanza regolari,con ringhiera

di metallo tra uno e l'altro.

"Incredibile,non credi Lois?"disse Clark girandosi e guardando in alto.

"Si,bello."disse lei "È proprio bello."

"Ehi,Lois guarda."disse Clark che iniziò a camminare "Qui tutti si tengono per mano.

"Forse dovremmo...dovremmo farlo anche noi,no?"disse lui.

Lei gli diede la mano "Ah,d'accordo,tieni,ma non te la perdere."

I 2 si presero per mano.

"Sai cosa penso?"disse Lois "Hanno paura di lasciarsi."

"Perché?"disse Clark fermandosi.

"Beh,se si lasciano corrono a divorziare."disse Lois.

"Oh no,non credo."disse Clark "Sembrano così felici."

"Perché hai gli occhiali sporchi Clark."disse Lois.

Clark si accorse degli occhiali appannati e prese un fazzoletto dalla tasca destra "Eh si,è vero."

"Da."disse lei che glie li tolse "Faccio io."

"Ah no non serve..."disse Clark.

"E su."disse lei prendendoli "Non fare storie,da qua.

Dovresti pulirli un po' più spesso.

Così ti si finiscono di rovinare gli occhi,sai?"

"Eh si,hai ragione sai?"disse Clark che allungò la mano destra.

"Ecco fatto."disse lei.

Lui prese gli occhiali "Grazie."

"E non mi ringraziare..."disse lei che lo guardò e rimase bloccata.

"Grazie."disse lui mettendosi gli occhiali,poi Clark vide il bambino dietro la ringhiera "AH...EHI

TU STA ATTENTO!"

Clark corse e si avvicinò "ATTENTO!"

"SCENDI SUBITO!"disse la madre che lo prese.

La donna aveva i capelli castani,ricci,maglietta bianca,pantaloni rossi e scarpe nere.

"TI HO DETTO DI SCENDERE!"disse la madre che lo posò a terra.

Lois era ancora sconvolta.

La madre diede alcuni ceffoni al bambino "Ma perché mi fai prendere sempre certi spaventi?!"

Lois prese la macchina fotografica ed inquadrò una bancarella con una fila.

La bancarella era bianca con la linea rossa.

"Lois,hai visto che è successo?"disse Clark "Per poco quel bambino non..."

"Ehi...io ho una fame tremenda,tu no?"disse Lois mostrando la foto appena scattata.

"Sei proprio un tipo incredibile."disse Clark.

"Perché?"disse lei "Che succede?"

"Sei di fronte ad uno dei più straordinari spettacoli della natura e tu pensi a mangiare."disse

Clark"Non ti fa nessun effetto."

"Beh dopo aver visto Superman in azione...anche le cascate del Niagara ti lasciano

indifferente."disse Lois.

"Non pensi ad altro."disse Clark sorridendo.

"Ah mi dispiace."disse Lois "Sta diventando una fissazione.

Beh,riprendiamo il discorso,stavo dicendo che ho fame."

"Hot dog?"disse lui.

"Hot dog."disse lei annuendo.

Clark si allontanò.

"E anche una spremuta d'arancia."disse Lois.

"Spremuta d'arancia."disse Clark voltandosi verso di lei e poi proseguì "Lo so."

Il bambino era di nuovo oltre la recinzione e si teneva con la mano destra,poi cambiò mano

velocemente e poi lo fece ancora.

"Ehi mamma."disse il bambino "Guarda."

La madre guardò una mappa che era nelle mani del padre.

"Si,tesoro,carino."disse la madre.

Il bambino cadde di sotto.

"Oh mio Dio!"disse Lois "AIUTO!

AIUTO!

UN BAMBINO È CADUTO!"

Clark corse,divenne Superman e volò a super velocità a prendere il bambino portandolo verso l'alto.

"Eccoci."disse Superman atterrando sul prato.

"Ancora!"disse il bambino "Ancora!"

"No,il biglietto vale una volta sola."disse Superman.

"Ciao Superman."disse lei.

Lui non si voltò.

"Ehi Superman!"disse Lois mentre Superman se ne andò "SONO LOIS!"

"CIAO!"disse il bambino che venne preso dalla madre.

"Vieni qui!"disse la madre "Dovrei dartele di santa ragione!

Mi hai quasi fatto morire per la paura."

"SONO IO!"urlò lei "SONO LOIS!

Lois Lane...

Beh arrivederci a presto...

Che fretta c'era visto che c'eri anche tu alle cascate del Niagara..."

Lois restò a bocca aperta "Che combinazione,anche lui alle cascate del Niagara..."

Lei si guardò intorno "...e Clark si è volatilizzato come al solito."

Lois sorrise.

Superman atterrò dietro la bancarella e tornò ad avere il look di Clark,poi prese gli hot dog

fischiando.

"Lois?"disse lui avvicinandosi "Lois?

Lois?"

Lei aveva le mani lungo i fianchi e sorrideva.

"Ecco gli hot dog."disse lui.

"Dove ti eri cacciato?"disse lei prendendo entrambi gli hot dog.

"A prendere gli hot dog."disse lui camminando con lei.

"Beh,ho notato una coincidenza strana:ogni volta che compare Superman,tu...sparisci."disse lei.

"Superman?"disse Clark guardando in alto "Vuoi dire che è stato qui?"

"Si."disse lei.

"Accidenti..."disse lui guardando in alto.

"E tu non ceri."disse Lois "Come al solito.

Questo come te lo spieghi?"

"Oh...ho dimenticato la tua spremuta."disse lui voltandosi.

"Clark!"disse lei e lui si fermò.

"Non la vuoi più?"disse lui.

Lex e Teschmacher erano su una slitta elettronica.

Lex indossava un cappello nero e pelliccia nera lunga.

Teschmacher indossava un cappello circolare rosso e una lunga pelliccia rossa.

"Lex qui c'è solo ghiaccio e io non mi sto divertendo per niente."disse lei.

"Divertirsi?"disse Lex "Non pensa ad altro che a divertirsi.

Nord... miss Teschmacher."

Lex indicò più volte con la mano destra "A nord!

A nord!

A nord!"

"Si,Lex,nord."disse lei.

I 2 arrivarono alla struttura di cristallo e ghiaccio.

"Guarda."disse Lex "È la sua casa!

La casa di Superman!"

"Di ghiaccio, tanto per cambiare."disse Teschmacher.

I 2 entrarono all'interno.

"È fantastico."disse Lex "È FANTASTICO!

Questa struttura è di minimo 2000 anni più avanzata delle nostre conoscenze architettoniche."

"Si."disse Teschmacher.

"È meraviglioso."disse Lex.

"Meraviglioso."disse Teschmacher.

"Assolutamente geniale."disse Lex.

"Geniale."disse Teschmacher.

Lex scese 2 dei livelli e si avvicinò alla zona dove c'erano i cristalli.

"LEX!"disse lei,

"Ce la faccio da solo."disse lui.

"MA NO,IO!"disse Teschmacher che fu aiutata a scendere.

"Cerchi di stare più attenta."disse Lex "È fantastico."

"Fantastico."disse Teschmacher.

Lex le mise il braccio destro dietro la schiena "C'è tutto."

"Mica tutto."disse Teschmacher.

Lex la guardò "Perché non c'è andata prima di partire?"

"Siamo partiti 2 giorni fa."disse lei.

Lex si avvicinò alle colonne "Questo sembra una specie di pannello di comando.

Non tocchi niente."

"Non tocco niente."disse Teschmacher che prese un cristallo "Ghiaccio!"

Lui prese l'oggetto "Ho detto di non toccare niente!

Questo non è ghiaccio."

"È vero,sembra un cristallo."disse Teschmacher.

I 2 si chinarono e Lex lo mise in uno dei tubi.

"Memorizzatore kryptoniano."disse una voce "Cristallo educativo numero 3.0.8.

Davanti a loro,da un buco,uscì un grosso cristallo con punte intorno.

"Sentito?"disse Teschmacher "L'avevo detto io che era un cristallo."

"Stia zitta."disse Lex.

"Cultura terrestre."disse la voce.

Nel cristallo maggiore apparve un uomo calvo con un lungo abito bianco "Alberi.

Poesia del pianeta Terra."

"Però."disse Lex.

"Io credo che non esista poesia che di un albero più sublime sia..."disse la figura.

"Non è reale."disse Lex indicandolo con la mano sinistra "È una voce del passato.

Davvero ingegnoso.

Geniale."

Lex tolse il cristallo e la figura scomparve.

"A me piacciono gli alberi."disse Teschmacher.

"Piacciono anche a me."disse Lex "Me ne dia un altro."

Lei allungò la mano.

"No,non quello."disse Lex indicando con la mano destra "Quello più grande."

Teschmacher gli diede il cristallo e lui lo mise nel buco.

Il volto della madre di Superman apparve nel cristallo.

Lei indossava un lungo abito bianco e un mantello bianco.

"Kal El,figlio mio."disse lei "Come custode degli archivi di Krypton è mio compito rivelarti il più

oscuro episodio della storia del nostro pianeta."

"Sono proprio curioso."disse Lex.

"Dopo molti millenni di pace assoluta apparvero tra noi 3 elementi ribelli che sulla Terra sarebbero

chiamati criminali."disse lei.

"Criminali?"disse lui.

"Si."disse la voce.

"Sono miei colleghi allora."disse Lex.

"Malgrado i nostri sforzi non fummo in grado di modificare le loro menti e le loro nature perverse e

come sai non esisteva la pena capitale."disse la figura.

"Altamente civile."disse lui.

"Di conseguenza,i nostri scienziati costruirono un portale per la zona fantasma,nella quale

confinammo questi tre criminali."disse la figura "Imprigionandoveli per l'eternità."

"E libertà vigilata non è possibile?"disse Lex.

"Tuo padre,Jor El,ha cercato a lungo una risposta a questa domanda."disse la figura.

Lex sorrise "Ho fatto la domanda giusta."

"Esiste una possibilità."disse lei "La zona fantasma potrebbe,e dico potrebbe,essere infranta da una

violenta esplosione nello spazio.

Vorrei che non mi avessi fatto questa domanda."

"Ma io non ho chiesto nulla."disse lui.

"Non sappiamo cosa succederebbe se riuscissero a scappare."disse la figura "Su Krypton quei

criminali sfuggivano ad ogni controllo,sulla Terra...ognuno di loro avrebbe gli stessi identici poteri

che hai tu.

Kal El."

"Ma guarda un po'."disse Lex che era perplesso "Il più pericoloso dei 3..."

"3!"disse Lex.

"...il loro capo,il generale Zod."disse lei.

"Ci pensa,tutti e 3 super criminali."disse Lex.

"E tutti e 3 sono dotati degli stessi poteri che hai tu."disse lei.

"E tutti e 3 con gli stessi poteri che ho io."disse Lex.

Poco dopo Lex era di nuovo sulla slitta con la donna "Tutti e 3 dediti alla corruzione,alla violenza e

al male.

Ehi!

Ecco la soluzione alle 3 onde alfa che captavo nella scatola nera.

Avranno bisogno di un contatto qui sulla Terra.

Qualcuno che come loro disprezzi la libertà e la felicità del genere umano!

A sud,miss Teschmacher!"

Vicino ad un fiume turbolento, tra una gola rocciosa con della vegetazione ,c'era un bordo con una

strada,una ringhiera di metallo con sopra un cartello che mostrava il corso del fiume.

"Sai una cosa?"disse Lois "Ha dell'incredibile,non ci avevo mai pensato.

Ed è molto strano,perché ad una brava giornalista non deve sfuggire alcun dettaglio."

"Vero."disse Clark che si avvicinò ad un modellino di una barca a terra.

Ai lati c'erano 2 panchine.

"Io invece,come al solito,non riesco a capire di che cosa parli."disse Clark.

Lei si mise dall'altra parte della barca.

"Senti,io me ne vado in albergo,ci vediamo dopo."disse Clark,mentre lei appoggiava i gomiti sul

mezzo.

Lui si voltò.

"Cos'è questa fretta,Superman?"disse lei.

Lui si fermò,poi si voltò "Cos'hai detto?"

"Devo ammettere che il travestimento è quasi perfetto,ci sono cascata anch'io."disse Lois che salì

sulla panchina e si sedette sulla spranga superiore della ringhiera.

"Hai un'immaginazione fervida."disse Clark "E a volte ti fai trascinare dalla fantasia.

Succede,può capitare a chiunque."

"Sono così sicura che tu sei Superman,che sono disposta a scommetterci la vita."disse Lois "E se

ho ragione io,tu ora diventerai Superman.

Se invece sbaglio ti ritroverai tra le mani un articolo sensazionale."

"Ma...tu credi veramente che io sia Superman?"disse Clark sorridendo imbarazzato e lei annuì "Hai

proprio una fantasia sfrenata Lois.

Per un attimo avevi quasi convinto anche me.

Ho detto quasi."

Lui si voltò.

"Su vieni a prendermi."disse lei che si gettò nelle acque.

Clark salì sulla panchina e poi corse lungo il bordo mediante un ponte di legno.

"AIUTO!"disse Lois nelle acque "AIUTO!

SUPERMAN!"

"LOIS!"urlò Clark "LOIS!

NUOTA!"

"AIUTO!"disse Lois.

"GLI SCOGLI!"disse Clark correndo,poi vide dei rami che pendevano da uno scoglio,si guardò

intorno,si tolse gli occhiali e dall'iride dei suoi occhi uscirono 2 piccoli raggi rossi che tagliarono il

ramo che cadde "LOIS!

AGGRAPPATI A QUELL'ALBERO!"

"COSA?"disse lei.

"IL TRONCO!"disse Clark correndo.

"AIUTO!"disse lei che afferrò il grosso ramo.

Clark scavalcò la ringhiera di legno bianco e arrivò sugli scogli,mentre Lois arrivava in un piccolo

spazio tra gli scogli dove non c'era corrente.

"LOIS!"disse Clark camminando goffamente tra gli scogli.

"AIUTAMI!"disse lei.

Lui la prese per le mani,la fece uscire e poi cadde all'indietro.

"VIENI QUI!"disse lei "Dammi la mano...

E FORZA!"

Lois lo portò a riva "E io che ti credevo Superman..."

"Scusa."disse Clark.

"Ma come m'è venuto in mente."disse Lois.

Zod e gli altri 2 volarono tra le nubi,poi atterrarono in mezzo ad un bosco.

Un pescatore,sulla riva di un fiume, vide Zod atterrare nell'acqua.

Indossava un cappelletto circolare celeste,maglietta gialla,giaccone senza maniche blu,pantaloni

neri e scarpe nere.

Zod atterrò nel fiume,venendo immerso a metà,mentre gli altri 2 atterrarono sulla riva.

"Dunque questo è il pianeta Houston."disse Zod che prese l'acqua con la mano sinistra "Ha una

superficie molto strana."

Lui si sollevò,arrivando a pelo d'acqua,e camminandoci sopra verso la riva.

Il pescatore guardò il bicchiere che aveva in mano e gettò via il contenuto.

I 3 camminarono nel bosco.

"Molto bello questo posto."disse Zod.

Ursa vide un serpente che si dirigeva verso di loro e lo prese in mano.

"Però, è una forma di vita molto primitiva."disse Ursa guardandolo.

Il serpente le morse la mano destra,lei lo gettò e dai suoi occhi uscirono i raggi rossi che diedero

fuoco all'animale.

"Avete visto?"disse lei agli altri 2 "Avete visto che cos'ho fatto?

Ho dei poteri quasi soprannaturali qui."

"Tutti noi li abbiamo mia cara."disse Zod camminando seguito dalla donna,mentre Nom prese il

corpo del serpente,poi si concentrò e 2 piccoli raggi rossi uscirono dall'iride,ma non fecero niente.

Lui provò di nuovo,ma senza risultati,poi gettò il corpo.

La notte seguente Lois era accanto al camino,seduta a terra,con un accappatoio bianco e aveva

messo uno specchietto vicino a se.

"Ah,ho fatto proprio la figura dell'idiota."disse Lois "Buttarsi nel fiume e aspettare che arrivi

Superman.

Che ovviamente ha cose più importanti da fare."

"Ah,io sono sicuro che se avesse potuto sarebbe venuto."disse Clark che camminava per la stanza

con le mani in tasca.

Indossava una giacca chiara,maglietta azzurra,pantaloni chiari e scarpe nere.

"Che idea ridicola."disse Lois bevendo da una tazza "Pensa se Perry White mi vedesse.

Dov'è il mio pettine?

Dov'è il mio pettine?

Non me ne va bene una oggi,ho perso anche il pettine adesso.

Clark,per favore,mi passi quella spazzola che è la sopra?"

"Si."disse Clark che andò al mobiletto "Si,subito."

Clark inciampò sulla testa dell'orso e cadde in avanti,facendo finire la mano destra nel fuoco.

"CLARK!"disse lei mentre lui prendeva la spazzola dal fuoco con la mano sinistra.

"Niente."disse lui sistemandosi gli occhiali "Niente."

Lei si avvicinò "Fammi vedere la mano!"

"Non mi sono fatto niente."disse Clark mettendo la mano destra sotto la maglietta.

"Su,dai fa vedere..."disse lei tirandogli fuori la mano e vedendo che era intatta.

Lois guardò le fiamme "Ma tu sei davvero Superman."

"Lois,non ricominciare."disse Clark alzandosi,salì gli scalini,si fermò,si tolse gli occhiali e si voltò.

"Scusami,io non..."disse Lois.

"Non c'è niente per cui tu debba scusarti."disse Clark che mise gli occhiali nella tasca "Non so

perché l'ho fatto."

"Beh,forse volevi farlo."disse lei.

"No,non credo."disse Clark.

"Beh...forse non volevi farlo razionalmente,ma magari lo volevi con i sentimenti."disse Lois.

"Dobbiamo parlare."disse Clark.

"Sono innamorata di te."disse lei.

Lui sorrise "Ragione di più per parlare."

"Sono pronta."disse lei.

"Non voglio farlo qui."disse Clark camminando "Perry chiamerà alle 6 per conoscere le novità."

"Ah,se solo sapesse...gli verrebbe un infarto."disse Lois sorridendo "Allora

dove...preferisci...parlare?"

"Lois..."disse lui avvicinandosi "A questo punto voglio che tu sappia tutto.

Andiamo a casa mia."

"Forse...forse dovrei cambiarmi prima."disse lei.

Lui le porse la mano e la fece alzare.

"Forse dovresti cambiarti anche tu."disse Lois.

Lui si guardò i vestiti e sorrise.

In mezzo al deserto c'era una macchina della polizia.

La zona aveva alberi,cespugli e un po' d'erba,con colline con la cima piatta.

Uno dei 2 poliziotti era anziano e grasso,mentre l'altro era magro e giovane.

Avevano un cappello grigio da sceriffo,camicia azzurra,distintivo,pantaloni grigi e scarpe nere.

"Li fanno un pesce che è le 7 meraviglie."disse l'anziano.

"Non ho voglia di pesce."disse l'altro.

"E allora mangi un'altra cosa."disse l'uomo "Puoi prendere la bistecca con patate."

"La carne sarà cattiva se la specialità è il pesce."disse il giovane.

"Hanno anche il maiale."disse l'anziano.

"Tu sei pazzo."disse l'altro "Il maiale mi fa riempire di brufoli."

"Senti,hanno quello che vuoi in quel ristorante."disse l'anziano che si tolse il cappello.

"Credo che prenderò il pesce."disse l'altro e l'anziano mise il cappello sul cofano.

I 2 videro Zod e gli altri 2 sulla strada.

Zod aveva le mani dietro la schiena,Ursa aveva le mani sui fianchi e Nom le braccia incrociate.

Ursa era alla destra di Zod e Nom alla sinistra.

"Guarda quelli."disse il giovane "Da come sono vestiti sembra che vengano da Hollywood."

La macchina si fermò e il suono delle sirene venne udito.

"Ehi!"disse lo sceriffo sporgendosi dal finestrino "Fricchettoni!

Levatevi dalla strada!"

"Mi piace quella sfera con la luce lampeggiante come il sole rosso di Krypton."disse Zod "Ma trovo

irritante questo rumore.

Fallo smettere."

"Ma..."disse l'anziano che tornò nel mezzo "L'hai sentito anche tu?"

L'anziano si sporse dal finestrino "Quel figlio di puttana m'ha dato un ordine."

L'anziano prese il fucile e lo diede al giovane "Dagli una lezione."

"Ma..."disse l'altro.

"Devi imparare a fare il duro se ti vuoi far rispettare."disse l'altro.

Il giovane scese con il fucile e si avvicinò "Allora...chi siete e che cosa volete?"

Ursa si avvicinò egli toccò la stella sul pettorale sinistro "Che significa questo simbolo?

Tu sei di un'altra costellazione?"

"Un'altra..."disse lui.

Lei gli strappò il distintivo e tornò indietro.

"Che mi prenda un accidente."disse il ragazzo puntando il fucile "E va bene."

"Guardate."disse Zod "Dev'essere un'arma.

Zod fece uscire 2 piccoli raggi rossi dalle pupille degli occhi e riscaldò l'arma.

Il poliziotto si scottò e lasciò il fucile che rimase a mezz'aria e si avvicinò da solo a Zod che lo prese

e premette il grilletto sparandosi al petto.

Nom spalancò gli occhi.

"Cavolo non s'è fatto niente!"disse il giovane indietreggiando.

"Fa soltanto molto rumore."disse Zod avvicinandosi con gli altri 2.

Zod gettò il fucile sotto l'auto.

Nom si avvicinò e sollevò l'auto con facilità e raccolse l'arma.

Il giovane che era accucciato dall'altra parte si allontanò "Scusi,stavo controllando le gomme."

Nom fece cadere l'auto,poi gettò il fucile e strappò una delle sirene sorridendo,poi la porse a Zod

emettendo un verso.

Ursa voltò la testa verso destra,ridacchiando,mentre Zod alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Nom sorrise e cullò la sirena.

Superman,con il costume addosso e Lois sotto braccio,volò sopra le montagne di ghiaccio con la

mano sinistra in avanti e il pugno chiuso.

Lei gli baciò la spalla destra.

I 2 arrivarono alla struttura e atterrarono all'interno.

"Accidenti..."disse Lois guardandosi intorno "Ma tu abiti qui?"

"No."disse Superman "Di solito abito a 3 isolati da te.

Ma questo posto per me significa molto e ci tenevo che lo vedessi.

Non hai mica freddo,vero?"

"Dovrei essere congelata,ma non sento assolutamente nulla."disse Lois.

"Vieni facciamo un giro."disse Superman.

Nel deserto c'era un piccolo paese con case di un solo piano e vari negozi.

Un ragazzo con maglietta rossa,grembiule nero,pantaloni blu e scarpe nere camminò per le strade

leggendo un fumetto.

Nom era in mezzo alla strada,con la sirena in mano,e grugniva fissando un camion con la parte

posteriore fatta da sbarre di legno.

Il bambino lo urtò e indietreggiò,poi Nom fece uscire i raggi dagli occhi,riscaldando una delle travi

e sorrise in maniera idiota.

Zod e Ursa entrarono in un locale.

Le pareti erano chiare,con riquadri gialli,i tavolini rettangolari avevano la parte superiore gialla con

dei tovaglioli rossi.

Sulla parete c'era un cartellone giallo.

Zod e Ursa si avvicinarono a 2 che facevano a braccio di ferro.

Uno aveva un cappello da contadino chiaro,camicia grigia,jeans e scarpe marroni,l'altro aveva il

cappello grigio,maglietta rosa,con quadrati neri,pantaloni neri e scarpe nere.

Entrambi avevano barba e baffi.

Oltre c'era un bancone con 2 finestre a destra,con tende arancioni.

"Dai che ti spezzo!"disse quello vestito di grigio.

"Non sei nessuno!"disse l'altro.

Quello grigio vinse "E il signore è servito."

I 2 si guardarono.

Quello grigio si alzò.

Zod andò a vedere un tavolino.

"Non ho forzato solo perché stasera devo suonare la chitarra."disse quello vestito di rosso.

"Oh mamma."disse quello vestito di grigio vedendo Ursa che gli si avvicinò "Dev'essere arrivato il

circo."

Ursa guardò quello vestito di rosso.

"Ehi bellezza,vieni in braccio a paparino."disse l'uomo.

Lei si mise seduta e mise il braccio destro sul tavolo,mettendo il gomito sulla superficie

sorridendo"Voglio provare anche io quel gioco."

L'uomo sorrise e le prese la mano destra con la sua,mettendo il gomito sul tavolo "Se ti faccio

male,dimmelo."

Lei gli mandò il braccio sul tavolo con violenza,spaccando il 2 l'oggetto e mandandolo a terra.

Altri 2 lo soccorsero.

Zod alzò gli occhi al cielo.

I 2 poliziotti arrivarono al paese e scesero.

"La...la gomma anteriore destra...è a terra..."disse il vecchio camminando con l'altro.

Il giovane andò via camminando goffamente.

"Ma che le è successo sceriffo?"disse il bambino vedendo lo sceriffo malandato.

"Mi ha spezzato il braccio."disse quello con la camicia rossa.

Quello con la camicia grigia si tirò su le maniche "Me ne frego che sei una donna.

Ti faccio sputare tutti i denti.

Avanti alzati!"

Ursa sorrise.

Zod si avvicinò e con una spinta della mano destra lo mandò contro una parete facendogliela

sfondare.

L'uomo trapassò anche il camion di legno fuori e cadde ai piedi dello sceriffo.

"Oh no...ci risiamo."disse lo sceriffo.

Il giovane vide i 2 dentro l'edificio e indietreggiò poco prima che uscissero,ma incontro Nom che

gli si fece in contro e indietreggiò,poi vide gli altri 2 e scappò via.

Un uomo prese un fucile.

L'uomo aveva i capelli neri,maglietta chiara,pantaloni blu e scarpe nere.

"EHI VOI!"disse l'uomo "ALZATE LE MANI!"

"Questi umani stanno cominciando a seccarmi."disse Zod che allungò il braccio sinistro e facendo

uscire dall'indice un raggio bianco che colpì l'uomo al petto.

Zod sollevò il braccio e l'uomo venne sollevato da terra.

"SIGNORE PER FAVORE..."disse il bambino.

"È un generale."disse Ursa con le mani sui fianchi.

"Per favore,signor generale,metta giù mio padre!"disse il figlio.

Zod abbassò la mano facendo cadere l'uomo.

Superman era davanti ai tubi di cristallo "Vedi,quando mio padre morì,intendo il mio padre

adottivo..."

Superman prese il cristallo verde "...io trovai questo cristallo..."

"Eh?"disse Lois.

"È difficile da spiegare."disse Superman "In un certo senso è stato lui a chiamarmi."

"Ah..."disse lei.

"Si."disse lui scendendo 2 livelli "È stato il cristallo a chiamarmi...e mi ha aiutato a costruire tutto

questo.

Anzi è stato lui a costruirlo."

Lei prese in mano il cristallo verde.

"Avvenne quando scoprì chi ero in realtà e cosa dovevo fare."disse lui e lei annuì.

Lui salì dei livelli "Allora che ne dici?

Ti piace?"

"Mi piace?"disse lei "È meraviglioso.

Anche se...si sente la mancanza di una donna,soprattutto adesso che è ora di cena."

"Ora di cena..."disse lui "Giusto.

Scusa,non sono abituato ad avere ospiti.

Senti...stasera,tutto è possibile,non ci sono limiti."

Superman volò via,andò in una zona dove c'erano alte colline ricoperte di alberi,poi atterrò.

Lui scese una discesa,arrivando vicino ad una cascata e prese una serie di lunghi fiori.

Lois si sedette su degli scalini.

"Eccomi qui."disse lui e lei si alzò.

Superman aveva un sacco nella mano destra e i fiori nella sinistra "Allora,mangiamo."

"Certo."disse lei raccogliendo la borsetta.

"Bene."disse lui.

Lois lasciò il cristallo verde a terra.

Nel paese attaccato c'era un uomo in giacca e cravatta neri che parlava ad una telecamera.

L'uomo aveva i capelli corti,marroni,occhiali e baffi.

Vicino a loro c'era una lunga auto blu,con antenne sopra.

"Siamo in una cittadina dimenticata ed ignorata dal resto del paese."disse l'uomo "Ma oggi la

popolazione,che secondo calcoli ottimistici ammonta a 123 anime,è aumentata di 3 unità.

E i 3 nuovi arrivati hanno lasciato solo rovina sul loro passaggio.

E questa mattina il luogo ha l'aria di una città assediata,la popolazione è visibilmente confusa e..."

Nom si avvicinò e lo spostò con la mano sinistra,poi prese il mano un piccolo televisore nel porta

bagagli aperto dell'auto,lo sollevò e vide che nel televisore c'erano Zod e Ursa che si

avvicinavano,poi lo mostrò ai 2.

"Fin dove ci possono vedere?"disse Zod.

"Ah beh...con il collegamento via satellite...ovunque."disse l'uomo "Quasi in tutto il pianeta?"

"Tutto il pianeta Houston?"disse Zod.

"Terra."disse l'uomo "Il pianeta Terra."

"Potete continuare."disse Zod.

"Questo che potete vedere sui vostri teleschermi..."disse l'altro.

"Questo terrestre parla troppo."disse Ursa "Se ci può vedere tutto il pianeta...facciamogli vedere

qualcosa di più interessante."

"Buttate immediatamente le armi e arrendetevi!"disse una voce ad un alto parlante.

In quel momento arrivò una jeep militare con vari soldati vicino che correvano.

"È un ordine!"disse il militare con l'alto parlante.

"Il generale Zod non prende ordini da nessuno!"disse Ursa "Li da e basta!"

Nom fece uscire i raggi dagli occhi e colpì la jeep che andò contro dei barili,mentre era in fiamme

ed uno di loro fu catapultato fuori,poi la colpì ancora.

La jeep finì su una rampa sul retro di un camion ed entrò dentro una casa uscendo dalla parte

opposta e schiantandosi su un'altra macchina.

Zod guardò Nom che sorrideva,poi fece alcuni passi.

Un militare arrivò da dietro il locale dove erano entrati e usò il lanciafiamme su di lui.

Zod soffiò e le fiamme furono dirette verso il locale che prese fuoco.

Il soldato e gli altri 2 arrivati scapparono.

"È stato colpito dal lancia fiamme,ma apparentemente non si è fatto nulla."disse l'uomo in giacca e

cravatta "Ho visto fare una cosa del genere solo da Superman.

Ah si...si...la nostra redazione mi informa in questo momento che una squadriglia di elicotteri..."

Nella casa bianca il presidente osservava l'evento alla tv.

Oltre a lui c'erano diversi generali e uomini in giacca e cravatta.

Uno di loro camminò avanti e indietro.

Il presidente aveva i capelli neri,panciotto nero,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Signor presidente,noi non possiamo permettere a quegli esseri di..."disse quello che camminava

avanti e indietro.

"Nessuno è in grado di fare niente,sono dotati di poteri,nessuno può fermarli."disse il presidente.

"Dov'è Superman?"disse l'altro "Che fine ha fatto si può sapere?

Che aspetta ad intervenire?"

Diversi militari nel paese aprirono il fuoco sui 3.

"Il generale qui presente ci ha comunicato che tutti gli impianti nucleari della zona sono stati

fermati per evitare rischi alla popolazione civile."disse l'uomo alla tv.

2 militari erano su un tetto e uno aveva un bazooka puntato su Nom.

L'uomo sparò e Nom afferrò il missile con la mano destra,poi lo spezzò grugnendo.

Un elicottero si avvicinò alla zona.

Nom si avvicinò a Zod mostrando il missile piegato.

L'elicottero lanciò dei missili su Zod che non si fece nulla.

Ursa si avvicinò.

"I bersagli sono stati colpiti,ma in razzi non hanno avuto nessun effetto."disse il pilota.

"Hai visto?"disse Ursa sorridendo e tenendo le mani sui fianchi "Hanno bisogno di macchine per

volare."

"Hanno un bel fegato."disse Zod "Sii gentile con loro mia cara.

Mandagli un bacio."

Ursa iniziò a soffiare e l'elicottero iniziò a volteggiare in aria,poi si schiantò su un fienile ed

esplose.

"HO VINTO!"urlò Zod voltandosi "Io vinco sempre.

C'è nessuno in questo pianeta che sia in grado di sfidarmi?"

Superman era con Lois su una delle zone più elevate della struttura.

Lei era seduta ad un tavolo di cristallo circolare,con sopra dei bicchieri e dei piatti,mentre lui

versava lo spumante.

Sul tavolo c'erano 2 punte di cristallo coniche.

"Che cena stupenda."disse lei.

"Credi che per stavolta potrai..."disse Superman e il tappo dalla bottiglia saltò da solo "...fare a

meno della spremuta d'arancia?"

Lui le versò da bere,poi si sedette.

"Beh alla tua salute."disse le brindarono.

"Alla tua."disse lui.

"Dev'essere dura fare la parte di Clark Kent."disse Lois.

"No."disse Superman "No.

In fondo a volte quasi mi ci diverto.

Anche se faccio la figura dello stupido.

Ma se non fosse stato per lui,non ti avrei mai conosciuto."

"Ma...siete la stessa persona."disse Lois "Io...io trovo tutto così confuso."

"Non per me adesso."disse Superman "Per la prima volta nella mia vita...è tutto chiaro."

I 2 si presero per mano.

"Scusami vorrei andare a mettermi qualcosa di più comodo."disse lei e lui annuì.

Lei se ne andò e lui si alzò.

"Avvicinatevi."disse Ursa sorridendo e con le mani sui fianchi "Il vostro generale vuole parlarvi."

"Io sono il generale Zod."disse Zod avvicinandosi ai militari in ginocchio "Il vostro sovrano.

SI!

Da oggi sarete soggetti a nuove leggi.

Le vostre terre,i vostri beni e le vostre stesse vite...dovranno essere spontaneamente offerte come

tributo a me,generale Zod.

In cambio della vostra obbedienza...potrete godere della mia generosa protezione.

In altre parole...vi sarà concesso di vivere."

Nom camminò tra i soldati in ginocchio.

Zod si avvicinò ad un generale che era in piedi e gli staccò un pezzo dell'uniforme sopra la spalla

sinistra,poi gli andò alle spalle "E così tu saresti un generale...e sentiamo chi sono i tuoi superiori."

"Io mi attengo solamente agli ordini del presidente."disse il generale.

"E lui si atterrà ai miei di ordini!"disse Zod gettando il pezzo di divisa a terra "O tutte le città di

questo pianeta faranno la fine di questa."

Lois arrivò con una vestaglia bianca.

Superman era davanti al cristallo con dentro l'ologramma della madre.

"Tuo padre ed io abbiamo cercato di prevenire ogni tua domanda Kal El e speravamo di non dover

rispondere a questa."disse l'ologramma.

"Ma io devo sapere."disse Superman "Lei è tutto quello che desidero avere dalla vita."

"E lei...la donna che hai scelto,prova le stesse cose per te?"disse l'ologramma.

"Si."disse lui.

"Allora se è questo che vuoi,se hai deciso di vivere la tua vita con una terrestre...devi vivere anche

tu come un terrestre e tramutarti in uno di loro."disse la donna.

Un cristallo verticale,simile ad un sarcofago, uscì dal uno dei buchi nel suolo.

"Quella camera di cristallo...ha imprigionato i raggi del sole rosso di Krypton."disse

l'ologramma"Dopo che ti sarai esposto a quei raggi tutti i poteri che hai sulla Terra scompariranno

per sempre."

Lui si mosse.

"Rifletti figlio mio."disse la madre e lui la guardò "Se lo farai non potrai tornare indietro.

Diventerai un uomo normale.

Soffrirai come un uomo normale.

Invecchierai come un uomo normale.

Potrai essere ferito come un uomo normale."

Dal cristallo uscì l'ologramma della madre che camminò verso di lui "Oh figlio mio...sei deciso?"

Lei allungò la mano destra.

"Madre...io la amo."disse Superman.

Lois chiuse gli occhi.

Superman entrò nel cristallo che si chiuse.

Intorno c'erano altri cristalli leggermente obliqui che uscivano dal suolo in grande quantità ed erano

molto alti.

L'ologramma scomparve.

L'interno del cristallo divenne rosso,Superman mise le mani sul cristallo e si sentì male,poi Clark

Kent si staccò da Superman.

Le colonne di comando esplosero.

Kal El divenne trasparente e scomparve,mentre Clark uscì fuori.

Clark indossava una camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Lui si diresse verso Lois e le prese le mani.

"Hai fatto tutto questo per me?"disse lei "Io...io non so che cosa dire..."

"Di solo che mi ami."disse Clark.

Lei gli baciò le mani e lui la abbracciò,poi lui guardò le colonne distrutte,le mise il braccio sinistro

intorno alle spalle e camminarono verso uno strano letto.

Il letto era fatto da del tessuto argenteo appeso alle colonne laterali,con altri tessuti sotto.

Zod e gli altri 2 volarono sul monte Rushmore e lanciarono i raggi dagli occhi,mutando i volti della

struttura nei loro visi e abbattendo il quarto volto.

Il presidente vide l'evento alla tv.

"Ci sono voluti anni e anni per avere quella scultura e loro l'hanno distrutta in pochi secondi."disse

il presidente "Immaginate cosa possono fare al mondo se opponiamo resistenza."

I 3 volarono su un grosso fiume nel deserto,poi lo superarono e passarono su dei laghi.

Clark e Lois erano sotto le coperte argentee senza vestiti,poggiati sul tessuto attaccato alle colonne.

Zo arrivarono sulla Casa Bianca.

Zod sfondò una vetrata circolare sul soffitto.

Nei corridoi c'erano molte guardie e dei militari che avevano creato dei quadrati fatti di sacchi,con

dentro i mortai e le armi.

Nom e Ursa sfondarono altre finestre.

Ursa prese una delle guardie e la lanciò fuori dalla finestra sul soffitto usando la mano destra,prese

l'avambraccio di un altro con la mano destra e lo scagliò dalla parte opposta del corridoio contro un

altro.

Le guardie e i militari spararono a Zod.

"SPARA!"disse un militare ad uno con il bazooka che sparò e colpì Nom senza fargli nulla.

Nom spaccò una colonna con una manata destra,facendo crollare una parte del soffitto sopra alcuni

militari,poi prese il fucile di uno di loro e lo spezzò grugnendo.

Zod afferrò il fucile di un militare che sporgeva da una finestra e lo trascinò dentro,Nom tirò un

pezzo di colonna su quello con il bazooka che sparò ad un lampadario che gli cadde addosso.

Un uomo cadde a faccia in avanti e Ursa gli diede un calcio facendogli esplodere la testa e

scagliando via il corpo,poi colpì un altro con l'avambraccio destro,scagliandolo fuori dall'edificio.

Nom diede una spinta ad una porta abbattendola ed arrivando nella stanza del presidente che era

piena di generali.

Alla scrivania c'era un uomo semi calvo,con la camicia bianca,giacca verde scuro,pantaloni verde

scuro e scarpe nere.

I 3 entrarono.

"Sei tu quello che chiamano presidente?"disse Zod.

"Sono io."disse lui.

Zod guardò a terra e sul pavimento blu vide un'aquila d'oro disegnata dentro un cerchio di

stelle"Vedo che sei già abituato ad adorare creature volanti.

Bene.

Alzati davanti a Zod."

L'uomo si alzò.

"E ora...inginocchiati davanti a Zod."disse Zod.

L'uomo gli si mise davanti e si mise in ginocchio.

"Tu non sei il presidente."disse Zod "Un vero capo non accetterebbe mai di inginocchiarsi con tanta

facilità."

"Sono io l'uomo che vuole proteggere."disse il presidente facendosi avanti da un angolo "Sono io il

presidente...e mi inginocchierò davanti a te se ciò salverà delle vite."

"Ne salverà."disse Zod "A cominciare dalla tua."

Il presidente avanzò e mise la mano destra sulla spalla di quello in ginocchio che si alzò e si mise

dietro di lui "Quello che farò adesso è solo per la salvezza degli abitanti della Terra.

Ma c'è un uomo su questo pianeta...che non si inginocchierà mai davanti a te."

"Chi è questo imbecille?"disse Zod "E dov'è?"

"Vorrei saperlo anche io."disse il presidente.

Il presidente si mise in ginocchio "Mio Dio..."

"Zod."disse lui.

Clark e Lois erano in una macchina su una strada tra delle montagne che avevano la parte alta di

roccia e la parte bassa con i pini.

La strada era vicino ad un lago.

"Ehi, come mai sei silenziosa?"disse Clark "Che ti prende?

Sono io il timido fino a prova contraria."

"Eh?"disse Lois "Stavo pensando che non riesco ancora a credere che hai rinunciato ai tuoi poteri

per me."

"Cosa vuoi che ti dica?"disse Clark "L'ho fatto solo perché sei tu."

La notte seguente la macchina si stava per parcheggiare tra 2 camion.

Davanti a loro c'era una tavola calda,con le pareti bianche e una scritta rossa.

"Eccolo."disse lei "Finalmente l'abbiamo trovato un posto per mangiare."

"Era ora."disse Clark che aveva gli occhiali "Ce ne vuole di tempo per spostarsi quando non si

vola."

"Dai sbrigati."disse lei sorridendo "Ho una fame..."

"Arrivo."disse lui scendendo dall'auto "Oh...ho la schiena a pezzi."

Lei gli diede la mano "Stasera offro io,d'accordo?"

Dietro il bancone nel locale c'era una donna anziana,con capelli castani legati dietro la testa,giacca

rosa con contorni bianchi,gonna rosa e scarpe bianche,che stava pulendo dei piatti.

Dietro di lei c'erano 2 finestre rettangolari con dei bordi verdi.

Accanto alla finestra alla sua destra c'era un frigo con sopra dei piatti.

Un camion arrivò e suonò il clacson.

"C'è Ronny lo spaccatutto."disse la donna "Speriamo bene."

Oltre il bancone c'erano degli sgabelli con la parte superiore circolare arancione,mentre dalla parte

opposta c'erano dei tavoli con la parte superiore rettangolare arancione e sedie di legno.

Alla sinistra dei tavoli c'erano delle finestre rettangolari.

Nel locale c'erano 2 persone al bancone,2 ai tavoli,un anziano proprietario del locale,con capelli

bianchi,occhiali,maglietta bianca,pantaloni bianchi e grembiule bianco che metteva a posto le sedie

e altri 2 vicino la porta di cui 1 la aprì.

I 2 entrarono.

Clark indossava un giaccone chiaro,camicia bianca,jeans blu e scarpe marroni,mentre lei indossava

una giacca marrone,camicia bianca,pantaloni marroni e stivali dello stesso colore.

"Buona sera."disse l'anziano.

"Sera."disse Clark "Dov'è il bagno?"

"In fondo a destra."disse l'anziano.

"Ci sediamo al banco?"disse Clark.

"Si,d'accordo."disse Loi arrivarono al banco.

"Salve,che vi preparo?"disse la donna dietro il bancone.

"Io un hamburger al formaggio,con senape e cipolla..."disse Lois mentre il vecchio metteva 2

bicchieri d'acqua sul bancone "...e una coca e ...patatine fritte e un'insalata verde."

"E per lei signore?"disse la donna.

"Ehm...io vado in bagno,intanto ci penso."disse Clark.

"Ok..."disse la donna.

Un uomo con berretto blu,camicia rossa,con quadrati neri,camicia bianca,jeans neri e scarpe nere

arrivò sul posto "Uova e carne."

L'uomo si sedette accanto a Lois.

"Scusi,ma quel posto è occupato."disse Lois.

"Si,è occupato da me adesso."disse l'uomo "Posso offrirti qualcosa?"

"No grazie."disse lei.

Clark uscì dal bagno "Ah...mi scusi,ma quello è il mio posto signore."

"Il tuo posto è al cesso quattrocchi."disse l'uomo togliendosi il berretto.

"Ah...ehm...qualcuno dovrebbe darle una lezione di buone maniere."disse Clark.

"Davvero?"disse l'uomo "E chi dovrebbe darmela?"

"Senti Clark,andiamo a sederci di la…."disse lei alzandosi e lui le mise la mano sinistra sulla spalla

facendola sedere.

"Tesoro."disse Clark"Vuole essere così gentile da uscire un attimo?"

"Clark..."disse lei.

"Le ho chiesto se vuole essere così gentile da venire fuori."disse Clark.

L'uomo si alzò ridendo.

"No,aspetta Ronny,la tua bistecca sta arrivando,è pronta."disse il vecchio alle sue spalle.

"Tienimela in caldo per favore."disse l'uomo "È questione di un minuto.

Dopo di lei."

"Clark?"disse Lois.

"Sta tranquilla tesoro."disse Clark andando verso l'uscita.

L'uomo gli sferrò un destro alla testa,alle spalle, mandandolo contro la porta.

Clark ruppe i vetri andandoci contro e cadde a terra trascinando con se la porta.

"CLARK!"disse lei soccorrendolo.

"Tutto bene giovanotto?"disse il vecchio avvicinandosi.

Clark perdeva sangue dalla bocca e anche dallo zigomo destro.

"Sta bene,mi dia questo per favore."disse lei che ricevette uno straccio "Clark?"

"Il mio sangue...sono ferito."disse Clark mettendosi il panno sulla bocca "Ho paura...che dovrai

assumere una guardia del corpo d'ora in avanti."

"Io non voglio una guardia del corpo,voglio l'uomo di cui mi sono innamorata."disse Lois.

"Si lo so Lois...vorrei che fosse qui."disse Clark che gettò a terra lo straccio e si alzò avvicinandosi

all'uomo che gli diede una gomitata alla pancia,gli afferrò la testa con la mano destra,si alzò e gli

diede un sinistro mandandolo a terra.

"CLARK!"disse Lois che lo soccorse.

"Allora non vuoi capire."disse l'uomo sedendosi "Non ne hai prese abbastanza?"

"TU LURIDO BASTARDO!"disse Lois saltandogli addosso alla schiena "MALEDETTO!

IO TI AMMAZZO!

TI AMMAZZO!"

Lui andò verso il bancone e se la tolse di dosso.

"VERME!"urlò Lois "IO..."

Lui fece gesto di colpirla,ma si fermò "Tienitela pure e anche la bistecca."

L'uomo se ne andò,mentre Lois urlava e scalciava.

"Oh Dio..."disse Clark a terra.

"Clark!"disse lei soccorrendolo "Riesci ad alzarti?"

"Non lo so,fai piano..."disse lui.

"Appoggiati al tavolo,siediti qui..."disse lei.

Lui si mise su una sedia.

"Non è niente."disse Clark.

"Siediti,ecco."disse Lois.

"Avete sentito,non ha niente."disse la donna anziana che accese la tv che era sopra 3

scaffalature,sopra un piano di metallo, dietro il bancone arancione "Avanti rilassatevi,adesso vi

porto un bel caffè e intanto accendo la televisione."

Clark aveva la testa sul tavolo e Lois gli puliva il sangue.

"Coraggio,Clark..."disse Lois usando un fazzoletto per pulirlo.

"Interrompiamo il programma per trasmettere un messaggio alla nazione da parte del presidente

degli Stati Uniti."disse un uomo in giacca e cravatta nera alla tv.

Poco dopo apparve il presidente che era in giacca nera "Sono il vostro presidente.

Per il bene del mio paese...e d'accordo con tutti gli altri governanti del mondo con cui oggi mi sono

consultato ho deciso di rinunciare alla mia carica e di cedere il comando dell'intero pianeta…al

generale Zod."

"Zod..."disse Clark spaventandosi.

"Solo l'obbedienza più assoluta a tutti i suoi ordini potrà risparmiare la vita di milioni di

innocenti."disse il presidente "SUPERMAN COSA ASPETTI?

SUPERMAN DOVE SEI?"

Zod prese i microfoni e fu inquadrato "CHI È QUESTO SUPERMAN?"

"Lo scoprirai da solo generale."disse il presidente che si alzò "E quel giorno vedrai..."

"Vieni da me,Superman!"disse Zod "Se ne hai il coraggio.

IO TI SFIDO!

Vieni...vieni ad inginocchiarti ai piedi di Zod!"

Zod mise la mano sinistra sulla spalla del presidente e lo fece sedere "SU!"

"Ma...quando è successo?"disse Clark.

"Quando?"disse il vecchio che spense la tv "Ma dove diavolo vivi?

Su un'isola deserta?"

Lois mise la testa sulla spalla destra di Clark.

"Devo riavere i miei poteri."disse Clark a bassa voce.

"Ma non puoi più riaverli."disse lei "Non puoi tornare indietro."

"Io devo riaverli!"disse Clark "Non capisci, devo trovare il modo a tutti i costi."

"Clark non devi sentirti colpevole."disse Lois "Tu non potevi sapere quello che sarebbe accaduto."

"Lo sapevo."disse Clark "Li...li avevo sentiti.

Ma ho voluto ignorare...quello che sentivo.

Come un animale quando sente la presenza di un predatore."

Tempo dopo Clark vagò per la neve,accanto ad una strada ghiacciata.

Un camion passò dietro di lui che fece segno di fermarsi "EHI!

SI FERMI!

PER FAVORE!"

Il giorno dopo camminava tra il ghiaccio e a sera arrivò nella fortezza,andando nella zona delle

colonne distrutte.

Nella fortezza ora c'era una luce verde scura invece che bianca.

"Padre?"disse Clark "Padre?

Vorrei che potessi sentirmi.

Ho bisogno di te.

Io...io...ho commesso...un errore.

PADREEEEEEE!"

Clark scese dei gradini e vide il cristallo verde a terra che brillava,così si avvicinò spalancando gli

occhi,poi lo prese.

Zod era seduto alla scrivania del presidente,con aria depressa,Ursa era sul tavolo,mentre Nom

guardava dalla finestra.

"Sei il padrone del mondo,che altro vuoi?"disse Ursa.

"Lo ero anche ieri."disse Zod "E anche l'altro ieri."

Zod aprì un fascicolo sulla scrivania e cominciò a leggere.

Lex Luthor apparve sulla porta con un fazzoletto bianco in mano.

Aveva la parrucca riccia marrone,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe

nere.

Lex bussò sul lato dell'entrata con la mano destra "Salve.

Lex Luthor.

Lex Luthor…

Avrete sentito parlare di me,sono il più grande genio criminale della terra."

Nom guardò Zod.

"Te l'ho detto che questo è un pianeta di imbecilli."disse Ursa alzandosi e avvicinandosi insieme a

Nom.

"No,aspetti un momento..."disse Lex indietreggiando "Aspetti...mi dia il tempo di parlare.

Aspetti...sentite io posso darvi tutto quello che volete,io sono qui per…vi do la possibilità di

infierire,di uccidere...distruggere!"

Ursa mise l'avambraccio sinistro sul caminetto alle sue spalle.

"In più!...vi offro la mia mente."disse Lex che per sbaglio mise la mano destra sul camino toccando

quella di Ursa "La mia infinita astuzia...il genio criminale più grande del..."

Ursa gli strinse la mano facendolo soffrire.

"Abbiamo già tutto questo."disse Zod "E senza bisogno di te.

E non puoi patteggiare con quello che non hai."

"Oh potente signore...io vi sto offrendo qualcosa che voi di certo non avete."disse Lex "Il figlio di

Jor El."

"Il figlio di Jor El?!"disse Zod irato "Su questo pianeta."

"Si...forse l'avrai già sentito nominare con il suo soprannome terrestre."disse Lex camminando

seguito da Ursa,poi mise l'avambraccio destro su una colonna di legno con sopra un vaso"O meglio

il suo nome d'arte.

Superman."

"Così lui è Superman..."disse Zod.

Ursa diede una leggera spinta a Lex.

"Come fai a sapere di Jor El?"disse Zod.

"Oh potente signore...sono il più grande genio della Terra."disse Lex.

"Uccideremo!...il figlio del nostro carceriere."disse Zod alzandosi "Vendetta!"

"Vendetta!"disse Lex alzando l'avambraccio destro e chiudendo il pugno "Vi piace eh?"

"È in grado di volare?"disse Zod.

"È un'aquila."disse Lex.

"Ha gli stessi poteri che abbiamo noi?"disse Zod.

"Si,certo ma...oh potente signore...lui è solo 1,mentre voi siete in 3."disse Lex.

Nom ringhiò.

"Anzi 4."disse Lex indicando Nom con l'indice destro "Lui conta per 2."

"Verrà a chiedere pietà strisciando!"disse Zod.

I 3 uscirono.

"Aspetti!"disse Lex.

I 3 si fermarono.

Zod tornò indietro.

"Prima bisogna trovarlo."disse Lex "E io sono l'unico che sappia dove sia."

"Cosa vuoi per dircelo?"disse Zod.

Lex si accese un sigaro e si sedette alla scrivania "Vede generale...la Terra è molto grande...grazie a

Dio e...le mie esigenze sono piccole."

Lex mise i piedi sulla scrivania "Io ho una particolare predilezione per i regni fronte mare."

"Cosa vuoi?"disse Zod.

"L'Australia."disse Lex.

La notte seguente Lois era nell'ufficio di White,con i capelli sciolti,poggiata sull'archivio di legno

alla destra della scrivania.

Indossava una giacca bianca,camicia rossa,gonna bianca e scarpe con i tacchi rossi.

White indossava la camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Jimmy,davanti alla

scrivania,aveva la giacca grigia,camicia bianca,pantaloni grigi,scarpe nere e macchina fotografica

intorno al collo.

"MA DOV'È DIAVOLO S'È CACCIATO?"disse White che andava avanti e indietro per la

stanza"Quando c'è un gattino bloccato in cima ad un albero si precipita e adesso che il mondo è

in pericolo lui è sparito!"

Lois andò a guardare dalla finestra.

"Se non è intervenuto fin'ora forse ha un suo piano."disse Jimmy camminando per la stanza.

"Ma quale piano!?"disse White "Ha tagliato la corda!

Quando ha capito che tirava aria cattiva ha preso armi e bagagli e se l'è squagliata!

Non ci vuole mica tanto a capirlo!

Ti sembra una..."

"Per me Superman ha qualche asso nella manica,ne sono sicuro."disse Jimmy "È tutta una

tattica,vero miss Lane."

"Verrà,puoi giurarci."disse lei che si voltò "Farà tutto il possibile per venire."

"Certo e lei lo conosce meglio di chiunque al mondo."disse Jimmy.

"Già..."disse Lois che si appoggiò di nuovo"Meglio di chiunque al mondo..."

"Magari non ha ancora saputo niente."disse Jimmy.

In quel momento si udì un boato e il palazzo iniziò a tremare.

"Che succede?"disse Jommy "È un terremoto?"

Nom sfondò l'entrata,poi diede un colpo con l'avambraccio destro alla vetrata alla sua destra

rompendola e piegando la parete verso l'esterno,poi ci passò sopra.

Un uomo gli tirò un secchio addosso e poi fuggì.

Zod e Ursa si avvicinarono lentamente.

Nom colpì una colonna con un sinistro,poi afferrò un uomo e lo gettò via,poi

colpì una piccola scaffalatura con l'avambraccio destro.

Jimmy e Lois corsero dietro la scrivania di White,mentre Nom scagliava un mobile di metallo

rettangolare contro le vetrate ed entrò calpestando i mobili.

White prese un mappamondo di bronzo dalla scrivania e lo gettò sulla testa di Nom che ringhiò

senza farsi nulla.

"CAPO!"disse Lois.

Nom spaccò la scrivania con un destro,lo afferrò per la camicia con la mano destra,lo sollevò e gli

fece sbattere la testa contro il soffitto facendogli perdere i sensi,poi lo gettò a terra.

Lois diede un destro al volto di Ursa e non le fece muovere la testa di un millimetro,mentre si udì

un suono metallico.

Lois si afferrò la mano destra con la sinistra e cadde sulla sedia.

Lex arrivò all'entrata distrutta del piano.

Lois raggiunse il capo svenuto e lo soccorse "Tutto bene?"

"Io dico che sarebbe ora che quei super energumeni imparassero ad usare le maniglie."disse Lex

entrando nello studio utilizzando la porta "Salve!

Vi è andata bene,la Casa Bianca l'hanno quasi rasa al suolo."

"Hai promesso di portarmi dal figlio di Jor El."disse Zod.

"Certo eccellenza...ma io le sto offrendo il modo più sicuro di averlo."disse Lex indicando Lois"Lei

prenda in consegna quella signorina e lui accorrerà.

Vede lei gli fa le pubbliche relazioni e lui gli da l'esclusiva sulle sue esperienze.

Sono anche più che amici.

Afferrato il concetto?"

Ursa la guardò "Che razza di maschio di poche pretese dev'essere questo Superman."

"Datti una guardata allo specchio prima di criticare scimmia."disse Lois.

Ursa avanzò.

"Ferma!"disse Zod.

Lois lasciò andare il capo a terra "Scusi capo!

Tutto bene?"

"Lasciala viva per ora."disse Zod "Uccidete gli altri.

A cominciare da lui."

Nom si avvicinò ringhiando.

"NO UN MOMENTO!"disse Lex prendendo il fazzoletto "GENERALE!

NON RICORDA LA CASA BIANCA?

NELLA SALA OVALE?

Abbiamo fatto un pattò no?"

I giornali erano stati messi vicino ad un edicola,su una placca di legno.

Un forte vento li fece volare via.

Superman volò davanti alle finestre dello studio di White e restò sospeso con le braccia

incrociate"Generale!

Vuole venire fuori un momento?"

Lui indossava un costume identico a quello di prima,ma la parte grigia era blu e le parti gialle e

rosse erano molto più accese.

"Superman!"disse Lois.

"Superman...Dio ti ringrazio..."disse Lex mettendosi la mano destra sulla fronte.

Zod lo guardò.

"NO,VOGLIO DIRE...È VOSTRO!"disse Lex indicandolo.

Superman volò via.

"VIENI A ME,FIGLIO DI JOR EL!"disse Zod che indicò il suolo con la mano destra "VIENI AD

INGINOCCHIARTI AI PIEDI DI ZOD!"

Zod e Ursa volarono fuori dalle finestre sfondando i vetri,mentre Nom andò contro il muro

trapassandolo.

Una parte del muro cadde di sotto.

Superman volò tra i palazzi inseguito dai 3.

"Attenzione..."disse Lois facendo alzare White "Tutto bene?"

Superman atterrò su un tetto.

"Aspettate."disse Zod volando verso un palazzo che aveva la parte finale in costruzione.

Sul palazzo c'era una gru con un pezzo di muro attaccato a delle catene.

"Figlio di Jor El!"disse Zod mettendo le mani sui fianchi,poi lo indicò con la mano

destra"Cominciavo a pensare che tu fossi un vigliacco!"

"Non lo sono Zod."disse Superman.

Nom ringhiò.

"Allora dimostralo!"disse Ursa.

Zod guardò sopra di se e vide il pezzo di muro,fece uscire i raggi rossi dagli occhi fondendo i ganci

che tenevano le catene e poi lo prese con entrambe le mani quando cadde.

"Avrai la fine che ti sei meritato!"disse Zod tirando il pezzo di muro.

Superman fece uscire i raggi dagli occhi e il pezzo di muro esplose vicino a lui e gli fece girare la

testa a destra.

Della polvere e dei massi caddero a terra.

Un taxi,con dentro lo stesso uomo riccio con gli occhiali che era andato addosso a Clark,si fermò e

lui si sporse dal finestrino "E chi se la perde questa."

Superman allungò la mano destra in alto e volò via.

"Prendetelo!"disse Zod facendo cenno con la mano sinistra "È vostro."

Nom gli volò dietro.

I 2 passarono sul fiume,poi sotto un ponte.

Nom allargò le braccia e cercò di afferrarlo grugnendo,ma Superman volò in alto evitandolo,poi i 2

andarono tra i grattacieli.

"FORZA!"disse Zod "UCCIDILO!"

Nom girò a sinistra tra i palazzi.

"Superman?"disse Ursa facendo fermare Superman a mezz'aria,poi Nom gli arrivò davanti e lo

colpì al volto con entrambe le mani.

Il colpo gli fece trapassare un palazzo e lo conficcò nel muro di un altro palazzo.

"Ehi!"disse una ragazza vestita di bianco con capelli corti vicino a Lois "Quel gigante è più forzuto

del tuo amico Superman..."

Lois le diede una spinta con la spalla destra.

Superman volò e gli diede un calcio sinistro al mento scagliandolo via.

Zod gli volò contro,mise le gambe in avanti e lo colpì al viso,facendolo ruotare su se stesso molte

volte e conficcandolo in un palazzo e provocando un'esplosione.

Zod fu raggiunto da Ursa.

Superman volò fuori con le mani davanti a se e i pugni chiusi.

Lex si era disteso sulle scaffalature di legno e Jimmy entrò in quel momento,con un caffè.

Lui glie lo prese di mano e lo bevve "Grazie."

Kal El diede un pugno a Zod scagliandolo via e provocando un'onda d'urto.

Ursa arrivò alle spalle di Superman e gli afferrò la gola da dietro.

Superman si preparò a sferrare un sinistro.

"Cosa?"disse Ursa sorridendo "Picchi le donne?"

Nom gli arrivò alle spalle e lo afferrò con le braccia tenendolo fermo.

Ursa staccò l'asta di una bandiera da una parete e si avvicinò volando.

"Tienilo fermo!"disse Ursa.

Superman vide ciò che stava per succedere e andò verso il basso.

Il colpo prese Nom e lo scagliò via.

"L'ha mandato in prima base."disse un uomo a passeggio con il cane.

Superman gli diede un destro al volto scagliandolo verso un grattacielo che aveva una grossa

antenna cilindrica sopra,simile ad una colonna per lo spessore.

Nom ci andò contro bucandola e provocando un'esplosione di scintille.

L'antenna si staccò e cadde.

La gente in strada corse via,ma una donna con il bambino nella carrozzina non fece in tempo.

Superman afferrò l'antenna appena in tempo.

"Grazie!"disse la donna salutandolo.

Zod era sul bordo di un grattacielo insieme ad Ursa.

Dietro di loro c'era un cartellone che mostrava una donna al mare.

"Questo...Superman è più forte di quanto pensassi."disse Zod "Ma ho scoperto il suo punto debole."

"Quale?"disse Ursa.

"L'amore."disse Zod "Lui ama veramente gli abitanti di questo pianeta."

"Come cuccioli?"disse Ursa perplessa.

"Si,immagino di si."disse Zod.

"Idiota sentimentale."disse Ursa.

Nom era sul tetto ,disteso a terra, mentre grugniva e Superman lo schiacciò con la colonna.

"Ha intrappolato Nom..."disse Ursa.

"Ora risponderò ai suoi attacchi usando i miei poteri."disse Zod che fece uscire i raggi dagli occhi

facendo esplodere una macchina,poi ne fece saltare un altra e poi altre.

I boati si udirono anche dal buco nell'ufficio di White.

Un'altra macchina esplose.

In strada c'era anche un camion bianco,con cisterna di benzina.

I raggi scaldarono il serbatoio del mezzo e i conducenti scesero.

"GUARDA!"disse una donna mora ad una bionda indicando il serbatoio "STA PER SCOPPIARE!"

Superman atterrò, prese uno specchietto,staccandolo e mettendolo sul raggio che venne riflesso e

tornò indietro.

Zod fu avvolto da una luce circolare rossa che diventava arancione espandendosi.

L'essere urlò e si mise accucciato.

Il cartellone e il tetto vennero abbrustoliti.

Superman gettò lo specchietto e soffiò sul serbatoio ghiacciando il camion,poi volò via.

Arrivò un'ambulanza e i pompieri iniziarono ad usare gli idranti.

Nom volò verso il basso,atterrò su Superma sfondarono l'asfalto.

La gente si avvicinò al buco,mentre si udivano dei boati.

La strada iniziò a tremare e i coperchi dei tombini iniziarono a saltare in aria a seguito di esplosioni.

Dei manichini sfondarono delle vetrine cadendo,mentre la strada continuava a tremare

violentemente.

Nom sfondò l'asfalto venendo scagliato verso l'alto e trapassò un grattacielo uscendo dalla parte

opposta.

Diversi pezzi di muro,mattoni e polveri caddero in strada.

Superman uscì dal buco.

Ursa scese in strada e si diresse verso un coperchio di un tombino tra le macerie.

Il coperchio era su un mattone.

Lei diede un calcio al coperchio mandandolo in alto e prendendolo.

"Superman?"disse Ursa,lui si voltò e lei gli tirò il coperchio che lo prese alla pancia e lo scagliò sul

parabrezza di un'auto che venne incrinato.

Zod atterrò sul tetto dell'auto.

Superman si mise sul tettuccio dell'auto e afferrò il braccio destro di Zod,mentre l'altro gli afferrò il

fianco destro con la mano sinistra,poi gli diede un sinistro alla pancia e lo tirò contro un furgone

con la parte superiore rossa e con quella inferiore di metallo che venne sfondato.

Superman si trovò tra le scatole interne.

Zod saltò nel camioncino e Superman gli diede un calcio alla pancia con entrambe le

gambe,mandandolo fuori e mandandolo contro un muro,poi lo afferrò,lo sollevò in aria e lo gettò a

terra,poi lo raggiunse e gli prese la mano destra con la sinistra,la gamba destra con la mano

destra,iniziò a girare su se stesso e lo scagliò via.

Zod volò verso l'alto urlando e si schiantò contro un cartello elettrico su un palazzo con la scritta

bianca "Coca Cola" e lo sfondo rosso.

L'impatto fece esplodere il cartello,poi ci furono altre esplosioni di scintille.

"Non credevo che la cosa andasse così per le lunghe."disse Lex che guardava l'orologio da

taschino.

Nom atterrò vicino ad un autobus.

"Forza!"disse Ursa "Prendilo dall'altra parte!"

Ursa e Nom sollevarono l'oggetto.

"NO!"urlò Superman "NON FATELO!

È PIENO DI GENTE!"

"TIRATEGLIELO ADDOSSO!"urlò Zod volando verso di loro.

I 2 tirarono l'oggetto che strisciò sul suolo,Superman lo afferrò sulla parte frontale con entrambe le

mani e strusciò sul suolo,spaccando l'asfalto.

L'autobus andò contro il furgone e lo spinse contro una colonna di un edificio che cedette

provocando una frana.

La gente sfondò il vetro posteriore ed uscì.

Uno degli uomini andò a vedere il furgone coperto di detriti.

"È morto!"disse un uomo.

"Non è possibile..."disse la moglie mettendosi la mano sulla bocca.

"È morto."disse l'uomo tornando indietro "Superman è morto."

"Hanno ucciso Superman!"disse un anziano con la giacca chiara indicando il pulman.

I 3 arrivarono in strada.

"FACCIAMOGLIELA PAGARE!"disse un uomo e la folla si armò con travi,mattoni e altro.

I 3 iniziarono a soffiare provocando un vento fortissimo.

La folla cominciò ad indietreggiare.

Un gelato si staccò dal cono e andò in faccia ad un uomo.

"C'è un po' d'arietta..."disse un uomo che mangiava le patatine,mentre attraversava la strada con la

moglie.

Il vento gli portò via le confezioni e li fece indietreggiare.

Un uomo si attaccò alla cabina telefonica per non essere portato via.

"Signora,ha..."disse la cassiera uscendo e venendo trascinata via.

L'uomo che si era attaccato alla cabina venne trascinato e il telefono si staccò.

I pompieri vennero trascinati via,insieme a molti giornali e scatole.

Delle persone tentarono di tenersi a dei pali,mentre 2 persero la parrucca e un'intera edicola venne

sradicata.

Una cabina telefonica,con dentro un uomo,cadde a terra e lo trascinò via,andando contro un'idrante

a terra e lo spezzò,facendo uscire l'acqua.

Una macchina indietreggiò e cadde nell'acqua in una buca ed esplose,mentre un'altra macchina

ribaltata andò contro le casse sul retro di un camion distruggendole,mentre un taxi andava a

schiantarsi contro delle vetrine,poi una macchina nera andò a sbattere contro una colonna accanto

alla vetrina.

Ursa e Nom soffiarono contro i palazzi facendo esplodere i vetri e danneggiando le pareti.

Superman si arrampicò sul tetto dell'autobus e si mise in piedi,mentre un semaforo cadeva su

un'auto.

Un'auto andò contro un'altra e poi venne scagliata via,seguita da una che passò sopra un altra e poi

andò oltre,andando contro la parte frontale del camion.

Superman sollevò entrambe le braccia verso l'alto,chiudendo i pugni e volò via.

I 3 smisero di soffiare.

Ursa e Zod sorrisero.

"Visto?"disse Zod "Il figlio di Jor El è solo un vigliacco."

La gente urlò verso l'alto e Lois si mise a piangere.

"Stanno tornando!"disse Jimmy che li indicò dal buco sul muro e poi si spostò insieme a Lois.

I 3 atterrarono.

"La nostra vittoria è completa."disse Zod "Il figlio di Jor El è fuggito."

"Superman è fuggito?"disse Jimmy.

"Non ci posso credere."disse White.

"La prossima volta lo uccideremo."disse Zod.

"La prossima volta?"disse Lex alzandosi "Ve la prendete comoda.

Possibile che non riusciate a capire?

Io ho mantenuto la parola,vi ho fatto trovare il vostro amichetto...e cosa ne ho ricevuto in cambio?

Minacce,ingiurie,umiliazioni.

Penso che siete degli ingrati."

"Come osi parlarmi in questo modo?"disse Zod "Non sai che potrei ucciderti per questo?"

"Uccidermi?"disse Lex "Lex Luthor?

Uccidere il più grande genio criminale di tutti i tempi.

Sopprimere l'unico uomo sulla Terra che può fornirvi...l'indirizzo di Superman?"

"Generale?"disse Ursa.

"Andiamo."disse Zod "E insieme distruggeremo una volta per tutte il figlio del nostro carceriere."

"Perché non cerchiamo di sfruttare il suo punto debole."disse Ursa camminando verso Lois "Visto

che tiene davvero alla salvezza delle creature della Terra..."

Lois si voltò,ma l'altra la prese.

"...catturiamo la sua preferita!"disse Ursa.

Poco dopo i 3 volarono sopra delle montagne innevate.

Nom aveva Lois sulla schiena e Ursa aveva Lex sul dorso.

Lois si addormentò per un istante,poi urlò afferrando Nom che grugnì.

A sera i 2 arrivarono sopra la zona dove c'era il ghiaccio e atterrarono davanti alla struttura di

cristallo.

"FIGLIO DI JOR EL!"disse Zod "PREPARATI A MORIRE!"

Zod mise la mano destra sulla schiena di Nom e l'altro avanzò.

Appena arrivato tra i cristalli venne percosso da scariche energetiche azzurre che lo fecero

urlare,poi cadde all'indietro.

Nom si alzò ringhiando e grugnendo.

"A me non è successo."disse Lex.

Nom si alzò ringhiando e Lex scappò dietro Lois.

"Fermo."disse Zod "Non c'è motivo di agitarsi.

Lui è 1.

Noi siamo 3.

E sarà la forza dei 3 che lo sconfiggerà.

Insieme."

I 3 volarono in aria,poi volarono dentro la struttura infrangendo uno scudo invisibile di energia.

Poco dopo i 3 avevano ripreso Lex e Lois e volavano nella struttura.

2 andarono da una parte,mentre Ursa andò a destra,gettando Lex sul ghiaccio.

"EHI!"disse Lex mettendosi in ginocchio e gesticolando "MAI SENTITO PARLARE DI

PARACADUTE!?"

Zod atterrò tra le colonne distrutte.

"Un altro piccolo passo per l'umanità…"disse Lex arrampicandosi sul muro di ghiaccio a più livelli

davanti a se.

"Disgustoso."disse Zod "Che cattivo gusto."

La donna atterrò accanto a Nom e Lois.

"Una riproduzione in miniatura del suo pianeta d'origine ormai scomparso."disse Zod "Che

mancanza di stile."

"Non è gentile da parte tua dire questo."disse Superman che era su un livello superiore "Visto che

sei mio ospite,Zod."

Nom volò contro di lui grugnendo.

Superman mise la mano destra sul simbolo sul petto che si sdoppiò,divenendo un triangolo simile

ad un foglio,lo tirò contro l'avversario,il foglio si ingrandì fino a diventare un telo che lo avvolse.

Nom cadde a terra e il telo scomparve.

"Dobbiamo unire le nostre forze."disse Zod puntando la mano destra verso di lui e facendo uscire

un raggio bianco.

Superman mise la mano destra davanti a se e parò il raggio,poi parò quello di Ursa e quello di Nom.

Il suo corpo si coprì con energia arancione.

Superman mandò indietro la mano destra,poi in avanti e i raggi tornarono indietro.

Ursa cadde a terra e Lois la spinse con il piede destro in un crepaccio nel ghiaccio pieno di nebbia.

Zod cadde in ginocchio urlando e toccandosi la mano destra "ADDOSSO!

PRENDETELO!

PRENDETELO!"

Superman vide Ursa volare dietro i cristalli,poi Nom e Zod scomparvero e riapparvero su 2 livelli

accanto a lui,mentre Ursa gli apparve dietro.

Lui si mise con la schiena su una colonna e poi svanì.

4 versioni di Superman apparvero nella struttura in punti diversi.

Uno era vicino a Lois.

I 3 scomparvero e apparvero vicino alle strutture.

Ursa diede un calcio ad una delle figure,ma il piede ci passò attraverso e lei cadde a terra.

Nom si sollevò,urlò,andò contro una figura che si sbriciolò e si schiantò contro una parete di

ghiaccio.

"Glie lo facevo a scuola questo scherzo,ci cadeva anche allora."disse Superman a Lois.

"Superman!"disse lei che tentò di abbracciarlo "Lo sapevo che saresti arrivato..."

Lei ci passò attraverso mentre lui sorrideva "Ehi..."

Zod la guardò e allungò la mano sinistra verso la figura davanti a se.

Superman gli mise il braccio destro dietro la schiena,con il sinistro,e gli mise il destro intorno al

collo da dietro " CI SEI CASCATO ANCHE TU ZOD!"

Nom e Ursa afferrarono Lois.

"LASCIA SUBITO IL GENERALE O LA SPACCHIAMO IN 2!"urlò Ursa.

"SUPERMAN NO!"urlò Lois.

"D'ACCORDO!"disse Superman.

Lex strisciò su una parete di ghiaccio e cadde a terra.

"Dovevi immaginare che prima o poi ci saremmo serviti di lei."disse Zod camminando "E

adesso,figlio di Jor El,resterai mio schiavo...per l'eternità.

Altrimenti milioni di terrestri a cui sei così affezionato..."

Zod andò nella zona dove c'erano le colonne "...pagheranno per la tua ribellione.

DISTRUGGETE QUESTO LUOGO!"

Ursa bloccò Lois mettendole la mano destra sulla gola da dietro.

"Salve gente,scusate il ritardo."disse Lex arrivando.

"Non abbiamo più bisogno di lui."disse Zod "Uccidilo."

Nom lo indicò con l'indice sinistro.

"Me?"disse Lex indicando se stesso con l'indice destro "Lex Luthor?

Generale!

Voglio quello che mi spetta!

Io ti ho consegnato Superman!"

"SILENZIO!"disse Zod volando a terra.

"Ma insomma..."disse Lex.

Nom lo spinse verso Superman con la mano destra.

"Sta attento,non toccarmi sai."disse Lex che poi si rivolse a Superman "È completamente idiota."

Superman incrociò le braccia.

"Le promesse vanno mantenute su questo non transigo."disse Lex "E devo riconoscere una cosa a

tuo vantaggio:tu mantieni sempre la parola.

Non si rischiano brutte sorprese con te."

"Cerca di convincere tutti e 3 ad entrare dentro quella camera molecolare."disse

Superman"Perderanno tutti i loro super poteri.

Diventeranno dei normalissimi esseri umani.

Se tu riesci a…

Shhh."

Zod si avvicinò.

"Non entri li generale è una trappola."disse Lex indicando il cristallo.

"Lurido bastardo!"disse Superman.

"È una camera molecolare."disse Lex "E la gente come voi...la fa diventare come me."

"Molto bene Lex Luthor."disse Zod allontanandosi.

"Generale...è quel cristallo laggiù che attiva il meccanismo."disse Lex indicando l'oggetto.

"Lex Luthor,imperatore d'Australia,metti in funzione quel meccanismo."disse Zod.

Nom lo afferrò per la giacca e volò verso i comandi.

"Piano!"disse Lex "Piano!"

Nom lo posò.

"Grazie."disse Lex che prese il cristallo verde dall'ultima colonna rimasta parzialmente intatta "Con

il suo permesso."

Lex mise il cristallo nel tubo e le luci si accesero.

Superman si diresse dentro il cristallo,mentre Lois piangeva.

La struttura fu invasa dalla luce rossa.

Il contenitore si aprì.

Superman uscì camminando lentamente e con la testa bassa.

Zod gli fece cenno di avvicinarsi con la mano destra.

Superman si avvicinò.

"Ci siamo."disse Zod con le mani sui fianchi "Finalmente.

Abbiamo giocato una lunga partita io e te,ma adesso è finita."

Zod gli fece cenno di abbassarsi con la mano destra.

Superman si chinò su un ginocchio.

Zod tenne la mano destra in avanti "Prendi la mia mano.

E giura eterna lealtà a Zod."

Superman gli prese la mano e glie la stritolò facilmente,facendolo urlare e lasciando gli altri 2 senza

parole.

Superman lo afferrò per l'abito,con la mano destra alzandosi,poi lo sollevò e lo scagliò contro una

colonna,facendocelo sbattere contro.

Zod cadde in un buco nel pavimento coperto di nebbia.

Nom allungò le mani in avanti e saltò,cadendo nel crepaccio.

"Ha invertito i raggi."disse Lex mentre Superman incrociava le braccia "Gli ha fatto perdere i loro

poteri.

Le radiazioni erano qua fuori...lui era al sicuro la dentro."

Lois si tolse la mano di Ursa dal collo "Lo sai che ti dico?...ci hai proprio rotto le scatole bellezza."

Lei diede un destro alla donna facendola cadere in un buco nel pavimento,poi abbracciò Superman.

"Va tutto bene?"disse lui e lei annuì "Sapevo che facevi il doppio gioco Luthor.

Da un bugiardo come te non mi aspettavo altro."

"Come?"disse Lex sorridendo"Ma stai scherzando?

Ehi!

Sono sempre stato dalla tua parte.

Sei stato magnifico!

Visto come sono caduti nella nostra trappola?

HE HE!"

"Niente da fare Luthor!"disse Superman.

"Senti..."disse Lex che si avvicinò "Ho una proposta interessante da farti.

No!

Aspetta!

Non interrompermi!

So di essere in debito con te,ma ora siamo al polo nord,giusto?"

Mettiamo una pietra sul passato.

Se mi dai un passaggio per tornare a casa ti prometto che cambierò vita,diventerò l'uomo più onesto

e comprensivo."

Superman riportò Lois su Metropolis.

"Oh...è tutto così bello da quassù."disse Lois "Ma non potrò più volare con te."

"Perché dici questo?"disse Clark.

"Hai problemi più seri a cui pensare."disse Lois "Non dirò mai a nessuno chi sei realmente."

"Lo so Lois."disse lui "Lo so."

Superman posò Lois sul terrazzo e volò via.

"A presto allora."disse Lois.

Un'auto rossa con delle sirene sopra era ferma nel ghiaccio e intorno c'erano delle guardie con abiti

bianchi che scortavano Lex verso di essa.

Il giorno dopo Clark entrò nel Planet.

Indossava un cappello fedora grigio,giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Posò il cappello su un attaccapanni.

Lois era alla scrivania e si mise le mani sulla testa.

Indossava una camicia bianca e pantaloni neri.

Clark entrò nello studio chiudendo la porta.

"Ciao."disse Clark.

Lei si tirò su "Ciao."

"Dormito bene stanotte?"disse lui.

Lei si alzò "Non sono riuscita a chiudere occhio."

Lei andò a prendere da bere.

"Lois io..."disse lui.

"Ho già capito."disse Lois "Ho già capito."

Lui si mise a sedere.

"Sono rimasta sveglia tutta la notte ascoltando la voce della ragione."disse Lois "Hai idea di come

sia deprimente sentire cantare il primo uccellino la mattina dopo aver passato tutta la notte

a piangere?"

"Mi dispiace."disse Clark.

"Anche a me dispiace."disse Lois bevendo "Ma in un certo senso è come essere sposata con un

medico.

Un dottore viene svegliato spesso in piena notte e la moglie deve rassegnarsi all'idea che le cose

stanno così.

E forse sono molto egoista."

"No,tu non sei affatto egoista."disse Clark.

"Invece si."disse lei con gli occhi lucidi "Per quanto riguarda te sono terribilmente egoista.

E poi sono gelosa di tutto il genere umano ecco."

"So che ti sarà difficile crederlo adesso..."disse Clark.

"No,non dirmi che incontrerò altri uomini..."disse lei "Non ce ne sono tanti altri come te sai.

Ma sta tranquillo mi passerà,non devi preoccuparti."

"Come faccio a non preoccuparmi per te?"disse Clark.

"Ma vuoi piantarla?"disse Lois guardandolo "Ma sai cosa significa..."

Lui la baciò e lei svenne.

Clark la mise sulla sedia.

Jimmy entrò poco dopo e lei si svegliò.

"Jimmy...cos'è successo nel mondo?"disse Lois "E che giorno è?"

L'uomo che aveva picchiato Clark era nello stesso locale una notte e mangiava.

Clark entrò con gli occhiali e gli stessi abiti della volta precedente.

"Ron?"disse l'uomo.

"Si?"disse il vecchio.

"Un'altra porzione di questa porcheria."disse l'uomo.

"Come ti permetti di dire che la specialità del mio locale è una porcheria."disse lei.

"Non volevo offendere."disse lui"Dammi altro caffè."

"E di che si lamenta?"disse Clark "Non è normale che i porci mangino porcherie?"

Ronny lo guardò.

"Mi scusi signore,ma lei è seduto al mio posto preferito."disse Clark.

"Avanti,vieni a prendertelo quattrocchi."disse l'uomo.

Clark si avvicinò.

"Ronny calma,lascia perdere."disse Ron "Il locale l'ho messo a posto adesso..."

L'uomo gli diede un destro alla pancia e non lo fece muovere di un millimetro.

Ronny si toccò la mano destra urlando di dolore,poi si sedette sullo sgabello "Oh Cristo..."

Clark fece girare velocemente la parte superiore dello sgabello,poi lo afferrò per il giaccone con la

mano sinistra,lo sollevò e lo mise con il sedere sul vassoio,poi gli mise le gambe sul bancone.

"Il signore è servito."disse Clark che gli diede una spinta,facendogli percorrere tutto il bancone e lo

fece schiantare su un biliardino.

Clark tirò fuori dei soldi "Questi sono per ripagarle i danni e mi scusi tanto."

Ron prese i soldi.

"Sa,sono stato un po' in palestra."disse Clark uscendo.

Poco dopo Superman volava con la bandiera americana in mano e la posizionava sulla Casa Bianca.

"Salve signor presidente."disse Superman guardando nel buco "Scusi se sono stato via per un po'.

Ma non succederà più."

Superman volò in orbita e guardò il pianeta sorridendo.