SMALLVILLE:L'ORA DELLA VERITÀ

FLASHBACK

Uno sciame di asteroidi si stava dirigendo verso la Terra.

Un elicottero volò sopra dei campi di granturco,con in mezzo una strada,con un camion che ci stava

passando, e una fattoria in lontananza.

Davanti al campo di grano vi era un cartellone con su scritto "Benvenuti a Smallville."

La parte iniziale che diceva "Ben venuti"era in giallo,posta sulla parte superiore del cartellone su

uno sfondo azzurro che formava una striscia,la parola "Smallville"era al centro,in grande,scritta in

rosso,come anche la parola "Kansas",più piccola sotto.

Dietro la "S" c'era un sole e sotto del mais.

Accanto vi era scritto in nero "Popolazione 25.001".

Nell'elicottero c'era un uomo che leggeva un giornale.

L'uomo aveva i capelli neri,lunghi e folti,barba e baffi accennati,aveva un lungo cappotto nero,una

giacca nera,una camicia azzurra e una cravatta scura.

Era anche molto magro.

L'uomo si voltò verso il figlio,un bambino con capelli rossi,ricci,vestito in giacca e cravatta scuri.

Il bambino teneva gli occhi chiusi.

"Non stiamo precipitando."disse l'uomo "Apri subito quegli occhi,Lex."

"Non ci riesco."disse Lex.

"Noi Luthor non abbiamo mai paura."disse il padre con decisione "Non ci concediamo questo

lusso.

Altrimenti non saremmo migliori delle bestie che ci circondano.

Noi siamo dei leader."

Il padre mise il braccio sinistro dietro la testa del figlio e si avvicinò al viso del ragazzo "Tu hai un

futuro che ti aspetta.

E con gli occhi chiusi non arriverai da nessuna parte."

L'elicottero si stava dirigendo verso una cittadina,sperduta tra i campi,avvolta dagli alberi,con una

cisterna d'acqua e anche delle fabbriche poco lontane.

In un negozietto di fiori c'era una bambina mora,con i capelli corti,vestita da fata,che faceva passare

la bacchetta magica su 2 rane di pietra "Abra Kadabra."

In quel momento entrarono 2 persone:un uomo e una donna.

L'uomo aveva i capelli ricci,chiari,con un giaccone nero,maglietta chiara sotto,jeans e stivali.

La donna aveva capelli rossi lunghi,giaccone di pelle marrone chiaro,maglietta rossa,jeans blu e

scarpe nere.

I 2 andarono a vedere delle teche con dentro dei fiori.

"Ciao,Nell."disse l'uomo.

La donna dietro il bancone si voltò.

Aveva i capelli castani,lunghi,una maglietta bianca con macchie nere e una gonna nera.

"Jonathan!"disse la donna sorridendo "Marta.

Che bella sorpresa.

Cosa porta in città i solitari coniugi Kent?"

"Tulipani."disse lei avvicinandosi al bancone "Tulipani rossi,se ne hai."

"Non è meglio una bella orchidea?"disse lei guardando i fiori dietro di lei.

"No,grazie."disse Jonathan avvicinandosi "Marta ha una passione per i tulipani."

"Posso capire."disse lei che andò a prendere i fiori "Sono fiori estremamente semplici."

"Ah..."disse Marta che si avvicinò alla piccola "Ma lo sai che hai un bellissimo vestito,Lana?

Sei una principessa?"

"Una principessa fatina."disse lei.

"Dove sono i genitori."disse Jonathan vicino alla donna.

"Sono andati alla partita,come tutti gli altri."disse la donna "Io faccio la brava zietta."

"Vuoi esprimere un desiderio?"disse Lana.

"Certo che voglio esprimere un desiderio."disse lei.

"Ok."disse Lana mettendole la bacchetta sulla fronte "Abra Kadabra."

Jonathan si diresse verso il furgone rosso e posò dei sacchi sulla parte posteriore,poi salì in

macchina.

Marta era poggiata sullo sportello.

"Lo so a cosa hai pensato."disse Jonathan.

"Mi basta vedere un visetto sorridente."disse Marta "È l'unica cosa che desidero."

I 2 si baciarono,poi passarono dei ragazzi in macchina che urlavano come pazzi.

"Ehi."disse Jonathan mettendo in moto "Sembra che Smallville abbia vinto ancora."

Nello spazio,tra degli asteroidi, c'era un mezzo volante che prese fuoco entrato a contatto con

l'atmosfera.

L'oggetto era a forma allungata,con dei propulsori dietro.

Lex era nei campi e tirò un sasso su una staccionata dove c'era un corvo.

"Lex!"disse il padre e lui si voltò "Figliolo!"

Il padre era vicino una fabbrica con un'enorme cilindro di metallo e parlava con degli uomini che

avevano messo una cartina sul cofano di una jeep.

"Allora,dove devo firmare?"disse l'uomo.

"Qui sotto,signor Luthor."disse uno dei 2 uomini di colore.

Lex iniziò a camminare per i campi di granturco.

Improvvisamente sentì una voce maschile "Aiutami."

Lex si voltò.

"Aiutami ti prego."disse la voce.

Lex corse per i campi,prese la medicina per l'asma,ma inciampò e cadde a faccia a terra.

Alzandosi vide che c'era una croce di legno,con sopra un ragazzo in mutande,legato,con una

"S"rossa sul petto,accanto ad altri 2 spaventapasseri.

"Ehi,ragazzino..."disse il ragazzo e Lex cadde a terra "Aiutami.

Aiutami ti prego."

Un asteroide passò sopra di lui e si schiantò nel campo provocando un'enorme onda d'urto.

Lex si alzò e vide il terreno che esplodeva e che le esplosioni si dirigevano verso di lui così corse

via,mentre la polvere raggiunse quello sulla croce investendolo.

Lex corse e alla fine saltò e si gettò a terra,mentre la polvere lo superava.

La gente del paese si fermò in strada e tutti guardarono l'enorme colonna di fumo che si sollevava

dal campo.

La donna nel negozio uscì con Lana in braccio "Oh mio Dio,che cos'è tutto quel fumo?"

Un uomo e una donna scesero da una macchina.

"Ciao Lana."disse la donna.

"MAMMA!"urlò la bambina felice "PAPÀ!"

In quel momento una meteora cadde sui 2 e ci fu un'enorme esplosione.

La macchina incendiata ricadde mentre la gente fuggiva.

Altre meteore iniziarono a cadere.

Una colpì la torre dell'acqua che aveva la scritta "Smallville"in rosso e la fece esplodere,un'altra

trapassò un palazzo e colpì un furgone, poi la gente fuggì,mentre un'altra roccia colpì un angolo di

strada.

La donna si era accucciata in un angolo con Lana che piangeva chiamando i genitori.

Una delle meteore cadde sulla strada dietro il furgone di Jonathan spaventando i 2,mentre un'altra

cancellava il cartellone di "Smallville".

Marta si voltò "Che succede Jonathan?"

Un'altra meteora cadde sulla strada davanti a loro e lasciò una scia lungo il campo.

Jonathan frenò e il furgone finì nel crepaccio.

"LEX!"urlò il padre del bambino che corse nel campo "DOVE SEI,FIGLIOLO?"

L'uomo rimase a guardare una distesa enorme di granturco a terra,poi vide un ciuffo di capelli rossi

e lo raccolse,poi si alzò vedendo un corpo sotto le piante"Lex?

Lex!"

Spostando le piante rimase inorridito e si allontanò nel vedere che il figlio era semi calvo.

Il furgone di Jonathan era capovolto.

Jonathan vide un bambino nudo che si avvicinò a loro.

"Marta?"disse lui e lei si voltò mentre il bambino si accucciava sorridendo.

I 2 camminarono nella spaccatura,portando con loro il bambino.

Marta lo tenne in braccio dopo avergli messo addosso una coperta.

"I bambini non cadono giù dal cielo,Marta."disse Jonathan raccogliendo un bastone.

"E allora da dove è arrivato?"disse Marta.

"Non lo so."disse Jonathan gettando il bastone "Ma avrà pure dei genitori."

I 2 guardarono l'oggetto meccanico.

"Beh,se li ha,non credo che siano del Kansas."disse Marta.

"Tesoro non possiamo tenerlo."disse Jonathan che si controllò la fronte scoprendo di avere un taglio

orizzontale sulla parte destra "Che diremo alla gente?

Che l'abbiamo trovato in un campo?"

"È stato lui veramente...a trovare noi."disse lei.

I 2 guardarono in alto.

FINE FLASHBACK

1980

Il Sole sorgeva su una villetta bianca,con davanti un fienile marrone,con il tetto nero,diverse

strutture allungate e cisterne di metallo.

In una stanza,al computer,c'era un ragazzo moro,con capelli scombinati,che indossava un maglione

blu scuro,una camicetta bianca sotto,e dei jeans blu.

Stava guardando un computer dove c'era l'uomo più veloce del mondo su un giornale.

"Clark!"disse Marta "Se tardi ancora perderai l'autobus."

"Arrivo mamma."disse lui che andò al frigo,lo aprì,prendette una bottiglia di latte e bevve.

"Ah no."disse lei che prese la bottiglia.

"C'è più gusto dalla bottiglia."disse lui.

"Chi ti ha insegnato l'educazione?"disse Marta mettendo la bottiglia sul piano.

"I miei genitori."disse Clark.

Jonathan entrò in quel momento e si tolse il giaccone,restando con una camicia a righe

marroni"Ah,ce l'hai fatta a scendere dal letto eh?"

Clark andò al tavolo.

Jonathan prese un bicchiere da Marta,ma poi si attaccò alla bottiglia.

"Non dimenticare che stasera ho lezione."disse Marta "A cena siete da soli.

È vietato ordinare la pizza!

C'è un sacco di roba nel frigo."

Clark prese un biglietto con su scritto "Permesso per la squadra scolastica di football."

"Cos'è quel foglietto Clark?"disse il padre.

"È una domanda?"disse Clark "Per la squadra di football.

Si sono liberati un paio di posti.

Oggi ci sono i provini."

Jonathan prese il foglio.

"Anche tu giocavi a football,papà."disse Clark.

"Non è la stessa cosa."disse Jonathan dando il foglio a Marta e sedendosi.

"Perché?"disse Clark.

"Lo sai perché."disse Jonathan.

"Potrei correre piano e cercare di non colpire nessuno."disse Clark.

"Può succedere di tutto in una partita."disse Jonathan bevendo da una tazza.

"La maggior parte dei ragazzi neanche riesce a giocare."disse lui "Potrei anche passare la stagione

in panchina.

Starò molto attento."

I 2 si guardarono.

"Questo non lo metto in dubbio,ma se capitasse un incidente?"disse Jonathan e ci fu silenzio,così lui

gli mise la mano sinistra sulla spalla "Senti,lo so che questa cosa per te è molto difficile,ma devi

cercare di mantenere la tua promessa."

"Sono stufo di questa cosa."disse Clark "Vorrei finire il liceo senza uscirne del tutto sconfitto."

Clark se ne andò,prendendo lo zaino e il cappotto di pelle marrone.

Prima di uscire si era pettinato i capelli mettendosi la riga sulla parte sinistra della testa.

Uscendo vide che l'autobus era già passato.

A bordo dell'autobus c'era una ragazza con capelli biondi a mezzo collo,con la riga sulla parte

destra della testa che lo guardava.

Indossava un cappotto marrone,con i bordi dotati di pelliccia nera e sotto aveva una maglietta

arancione.

Lei prese dei soldi e li diede al ragazzo di colore accanto a lei,vestito con un giaccone scuro fuori e

rosso dentro.

"Stai scommettendo contro il tuo migliore amico."disse lei.

Il ragazzo nero rise prendendo i soldi e mettendoli nel giaccone "È una questione di statistica,Chloe.

Se il tempo rallenta,lui si estingue."

Clark abbassò la testa e poi corse a super velocità in mezzo ai campi,lasciando una scia tra il

granturco.

Il cartello di Smallville ora mostrava delle meteore che cadevano,la parte superiore e inferiore era

gialla e c'era la scritta azzurra "Capitale mondiale delle meteore".

L'autobus si fermò per prendere altri scolari e Chloe sentì dei botti sul tetto del mezzo,così indicò

con il dito destro verso l'alto"Che cos'è stato?"

L'autobus ripartì e Clark si mosse a velocità impercettibile passando vicino ad un cartello che

mostrava ville in vendita.

La scuola era piena di scolari che entravano e c'era uno striscione rosso sopra l'entrata che parlava

di una partita.

Chloe e l'altro salirono delle scale.

"Allora?"disse la persona di colore "Qualcuno ti ha invitato al ballo?"

"Non ancora."disse Chloe.

"Se ti dovesse dire male con chi sai tu..."disse lui.

"Pitt…!"disse lei fermandosi "Pausa pubblicitaria nel film che ti sei inventato.

Te l'ho detto 100 volte,Clark non mi interessa."

"Ah,credo di aver capito il tuo punto di vista."disse Pitt,mentre lei andava avanti e sorrideva,poi lui

la raggiunse "Senti,perché non ci andiamo insieme?

Cioè,non come 2 che vogliono mettersi insieme,ma come 2 che sono amici."

Clark arrivò dietro di loro con una pila di libri in mano "Ciao ragazzi."

"Ma...non avevi perso…?"disse Chloe stupita.

"Ho preso una scorciatoia."disse Clark.

"Come?"disse Chloe "Passando per un buco nero?"

Pitt mise una mano sulla spalla di Clark e lo portò via "Clark...devi scusare la nostra intrepida

reporter e aspirante pilota dell'esercito.

Lei è convinta di vivere dentro un video game e vede cose strane ovunque."

Lei corse davanti ai 2 e li fermò "Sentite!

Solo perché tutti hanno deciso di ignorare le stranezze che succedono in questa ridente cittadina non

significa che non succedano."

"Sai,ci piacerebbe moltissimo stare ad ascoltare tutto quello che hai da dire in proposito,ma

vedi..."disse Pitt che estrasse un biglietto "Abbiamo da fare una cosetta al campo sportivo."

I 2 fecero qualche passo,ma poi si fermarono.

"Senti,Pitt,io ci ho ripensato."disse Clark "Entrare nella squadra non è una buona idea."

"Ah,Clark ti prego."disse Pitt,mentre Chloe rideva dietro di loro "È l'unica speranza."

"Non ci posso credere."disse Chloe avvicinandosi "Volete provare ad entrare nella squadra di

football?

Avete deciso di suicidarvi in coppia per caso?"

Clark spalancò gli occhi.

Pitt la prese di scatto e la portò via,poi si fermò in un angolo "Non vogliamo diventare lo

spaventapasseri dell'anno."

"Di che cosa stai parlando?"disse Chloe "E perché stiamo bisbigliando?"

"È una tradizione della scuola."disse Pitt "Prima della finalissima, i giocatori scelgono 1 del primo

anno,lo portano nei campi,lo spogliano e gli dipingono una "S"sul petto."

"E lo legano come uno spaventapasseri."disse Clark.

"Una cosa del genere ti costa anni e anni di psicoterapia."disse Chloe.

"Perciò vogliamo entrare nella squadra."disse Pitt.

Clark vide una ragazza che era seduta su una sbarra di ferro.

Aveva lunghi capelli neri,una maglietta azzurra,pantaloni neri e scarpe con i tacchi.

Al collo aveva una collanina con una pietra verde.

"Ragazzi ci vediamo in classe."disse Clark.

"Ciao."disse lei.

I 2 si misero a guardare e Pitt tirò fuori dei soldi.

"Gli do 10 secondi."disse Pitt.

"5."disse Chloe.

"1,2,3,4,5..."disse Pitt.

Clark si sentì mancare le forze e cadde a terra.

"Questione di statistica."disse Chloe prendendo i soldi "Clark Kent non si può avvicinare più di 2

metri a Lana Lang senza fare la figura dell'idiota."

Clark raccolse i libri e lei gli passò l'ultimo.

"Grazie."disse Clark.

"Anche tu hai un lato oscuro,Clark?"disse Lana.

"Come tutti quanti."disse Clark.

"Già,forse è vero."disse lei che si alzò "E tu cosa sei?

Uomo o super uomo?"

"Non l'ho ancora capito."disse Clark.

"Lana."disse un ragazzo biondo con la divisa della squadra di football che la baciò "Eri qui.

Ciao Clark."

"Ciao."disse lui che si sedette sulla spranga.

"Mi fai un favore?"disse il ragazzo "Mi dai un'occhiata al compito d'inglese?

L'ho finito alle 2 di notte e non so se è corretto."

"Sarà stupendo."disse Lana.

Clark si era piegato su se stesso.

"Ma che hai?"disse il ragazzo "Sei sicuro di stare bene?

Sembri sul punto di dare di stomaco."

"Sto bene."disse Clark.

"Ok."disse il ragazzo che raccolse un libro "Scordi questo,Clark."

Il ragazzo gli tirò il libro,Clark tentò di prenderlo e scivolò dalla spranga.

La campanella suonò.

Il ragazzo che era stato legato alla croce quando erano piovute le meteore era davanti alla vetrata

dove c'erano i premi e le foto della squadra di football,poi sfondò il vetro con un pugno e prese una

foto di 3 giocatori "Ora tocca a voi,ragazzi."

Una macchina lussuosa nera si diresse verso dei complessi di metallo con una cupola.

Prima di tali complessi c'era un monolite rettangolare di pietra,con lo spigolo sinistro troncato di

netto e al centro c'era una "L"nera con una "C"viola e sotto vi era scritto "Luthor Corp".

Il pilastro poggiava su una base rettangolare più piccola.

C'era anche un camion con il rimorchio con lo stesso simbolo e la stessa scritta.

Dalla macchina scese un uomo calvo,con una giacca nera,una camicia celeste e pantaloni neri.

"Grazie,papà."disse l'uomo che entrò.

La targa della sua auto aveva la scritta "Alex."

I giocatori di football avevano iniziato le prove per la partita,mentre Lana faceva le prove con le

cheerleaders.

Clark era seduto su uno dei posti del pubblico con un libro e leggeva,ma poi iniziò ad immaginarsi

ad una partita di notte.

Nell'immaginazione un gruppo di avversari gli saltò addosso e lui li scagliò via con una

semplice mossa,poi corse evitandone altri e saltò,superando un intero gruppo,poi l'arbitro fischiò in

segno di vittoria e Clark gettò la palla a terra,facendola esplodere,poi Lana corse da lui

dicendo"Sapevo che ce l'avresti fatta."

I 2 si baciarono poco dopo.

Pitt si sedette vicino a "Clark?

Allora come sto?"

"Meglio che non te lo dico."disse Clark sorridendo dopo aver visto la tuta da giocatore "Buona

fortuna."

La macchina di Lex sfrecciava a tutta velocità sulla strada e l'uomo aveva un guanto di pelle nera.

Nella corsia opposta c'era un camion che si stava avvicinando.

Clark era su un ponte mentre il camion passava e guardava l'acqua scorrere.

Un rotolo di rete spinata cadde dal camion e finì sulla strada.

Lex si distrasse guardando il telefono,poi si accorse della rete di metallo e frenò,ma la macchina

non riuscì ad evitarla e le ruote esplosero letteralmente.

L'auto sterzò e andò contro Clark,trapassando anche le sbarre della ringhiera del ponte e cadde in

acqua.

La macchina finì sul fondo.

Aveva il vetro rotto,l'acqua aveva invaso tutto l'interno e Lex era svenuto.

Clark strappò la parte superiore della macchina e lo estrasse.

Lex era svenuto,con un taglio sullo zigomo sinistro.

Clark iniziò la rianimazione "Forza.

Non devi morire."

Lex sputò l'acqua e tossì "Non ti avevo investito?"

"Se l'avessi fatto io sarei...sarei morto."disse Clark.

Poco dopo arrivarono i soccorsi e Jonathan trovò Clark con addosso un asciugamano rosso.

"Clark!"disse Jonathan che accorse subito "Come va?

Stai bene?"

"Certo."disse Clark "Tutto a posto."

"Chi è il pazzo che guidava quell'auto?"disse Jonathan guardando lo sceriffo.

"Ero io."disse Lex che gli porse la mano "Lex Luthor."

"Io sono Jonathan Kent."disse lui togliendosi la giacca e dandola a Clark "E questo è mio figlio."

"Mi hai salvato la vita."disse Lex.

"Tu avresti fatto lo stesso."disse Clark alzandosi.

"Ha un figlio eccezionale,signor Kent."disse Lex "Che posso fare per ricambiare?"

"Ehm..."disse Jonathan "Va più piano."

La macchina fu estratta da una gru ed era ridotta a brandelli.

La sera seguente Clark era nel fienile,al secondo piano,davanti ad un'apertura e aveva un

telescopio con cui guardava la Luna,poi lo puntò verso la casa di Lana che uscì dalla porta e si mise

seduta fuori.

Il ragazzo biondo le arrivò alle spalle e la baciò.

"Se mia zia ti trova sei finito."disse lei.

"Ma c'è più gusto così."disse lui "Dove se n'è andata?"

"Da Lex Luthor."disse lei.

"Lo conosce?"disse Whitney sedendosi "Perché non mette una buona parola per me?"

"Se vuoi che qualcuno metta una buona parola per te,chiedi a Clark."disse Lana "Oggi ha salvato la

vita a Lex."

"Stai scherzando?"disse lui.

"A volte la gente riserva delle sorprese."disse Lana.

"Domani viene un esperto di football."disse lui "Ci tengo a non restare uno che si dimentica."

Lei si tolse la collanina e la diede a lui "Voglio che la tieni tu.

Me la ridarai dopo la vittoria."

"Davvero è un frammento di meteorite che...insomma..."disse Whitney.

"Si."disse Lana "Dopo tutto quello che è successo non può che portare fortuna."

Clark smise di guardare e si mise seduto.

In un officina,di notte,un uomo riparava una jeep e la mise in moto,poi abbassò il cofano.

Voltandosi vide il ragazzo che era stato crocifisso anni prima,che era in una zona dell'officina dove

c'erano luci azzurre.

"Accidenti."disse l'uomo "Mi hai fatto venire un colpo."

L'uomo si avvicinò "Ma ti conosco?

Sei lo spaventapasseri di qualche tempo fa,dov'eri finito?"

L'altro fece un sorriso da psicopatico e rimase zitto.

"Ehi,idiota."disse l'uomo toccandolo "Svegliati."

Una scarica elettrica parti dalla sua spalla e mandò l'uomo contro un carrello per gli attrezzi.

Il ragazzo si avvicinò.

"È successo 12 anni fa."disse l'uomo "Era solo un gioco.

Che vuoi fare?"

Il ragazzo si mise accucciato.

"Che vuoi fare?"disse l'uomo.

"Giocare."disse l'altro che gli mise una mano sul petto dandogli una scossa,poi lo sollevò e lo mise

al muro,dandogli scariche elettriche.

Il vetro della foto sul muro ,che mostrava i 3 giocatori, si incrinò.

Clark camminava per la fattoria.

Indossava una camicia rossa con righe nere,lo zaino e i jeans.

Improvvisamente vide una jeep rossa di lusso e si avvicinò.

Marta stava salendo sul trattore.

"Ehi,mamma."disse Clark "Di chi è questa?"

"È tua."disse Marta prendendo una bustina dalla giacca"È un regalo di Lex Luthor."

Clark prese la busta e la lesse "Caro Clark,guida con prudenza.

Ti sarò sempre debitore.

Il pazzo del viadotto."

Clark guardò l'auto "Non ci posso credere.

Dove sono le chiavi?"

"Le ha prese tuo padre."disse Marta.

Jonathan era nel fienile davanti ad una macchina che serviva per tritare il legno,poi la spense "Lo so

che ti piacerebbe averla…"

Jonathan camminò nel capanno "Ma non la puoi avere."

"Perché no?"disse Clark "Io gli ho salvato la vita."

"E secondo te meriti un premio?"disse Jonathan.

"Io non ho detto questo."disse Clark "Allora tu prendi questa,io prendo la vecchia e ci guadagniamo

entrambi."

"Non è questo il punto,Clark."disse Jonathan che prese una chiave inglese.

"Non puoi dire che Luthor non se lo può permettere."disse Clark.

"Vuoi che ti dica la vera ragione."disse Jonathan "Ti ricordi il signor Bel?

Andavamo a pesca nella sua proprietà.

E poi c'era quell'altro che ci mandava le zucche ad ogni Halloween.

Bene,Lionel Luthor promise loro un affare molto interessante.

Fece loro regali molto importanti,solo che una volta che gli ebbero venduto le proprietà lui tornò sui

suoi passi e li sfrattò dalle loro terre.

Vuole tutta questa zona da tempo per costruirci un parcheggio e una fabbrica.

Siamo l'ultimo puntino rosso sulla sua mappa."

"Giudichi Lex da quello che fece suo padre?"disse Clark.

"No,questo non è affatto vero."disse Jonathan "Voglio soltanto che tu sappia da dove proviene il

denaro con cui ha comprato quell'auto."

Clark guardò la macchina,poi iniziò a salire le scale verso il piano superiore del fienile.

"Clark,lo so che ora sei infuriato."disse Jonathan e lui si fermò"Ti assicuro che è normale."

Clark gettò lo zaino a terra e scese le scale "Normale?"

Il ragazzo andò alla macchina per il legno e la accese "Anche questo ti sembra normale?"

Clark mise il braccio dentro la macchina trita legno e la ruppe.

Jonathan corse e tirò fuori il braccio vedendo che era intatto e che la camicia era strappata.

"Non sono caduto in acqua con l'auto di Lex."disse Clark "Mi è venuto addosso a 120 all'ora!

Ti sembra normale anche questo?

Darei tutto per essere normale."

Clark si allontanò e salì le scale.

Marta arrivò all'ingresso del granaio e guardò il marito.

A sera Clark era seduto su una sedia al piano superiore del fienile.

C'era anche un divano,un tavolino e altri oggetti.

"È arrivato il momento."disse Jonathan.

"Quale momento scusa?"disse Clark.

"Di dirti la verità."disse Jonathan che aveva in mano un pezzo di stoffa con dentro qualcosa.

L'uomo si sedette "Voglio farti vedere una cosa."

Jonathan tolse il tessuto e rivelò una scheda di metallo rettangolare con simboli sconosciuti.

"Credo fosse dei tuoi genitori."disse Jonathan "I tuoi veri genitori."

Clark prese la scheda "Che c'è scritto?"

"Ho cercato di decifrarlo,ma non è scritto in nessuna delle lingue conosciute dall'uomo."disse

Jonathan.

"Che vuoi dire?"disse Clark.

"Che i tuoi genitori venivano da un paese molto lontano,Clark."disse Jonathan.

"E da dove?"disse Clark.

Jonathan guardò il telescopio.

"Che stai cercando di dirmi?"disse Clark "Che vengo da un altro pianeta?"

Jonathan lo guardò.

"Scommetto che hai nascosto l'astronave su in soffitta."disse Clark.

"Veramente l'ho messa in cantina."disse Jonathan.

Poco dopo i 2 erano in una cantina e Jonathan toglieva il copertone dal mezzo "Sei arrivato qui

con questa il giorno... della pioggia di meteoriti."

"Questo è uno scherzo,vero?"disse Clark che si allontanò spaventato "Perché hai aspettato tanto per

dirmelo?"

"Volevamo proteggerti."disse Jonathan.

"Proteggermi da cosa?"chiese irato Clark "Avresti dovuto dirmelo!"

Clark corse via a super velocità.

"Clark!"disse Jonathan "Clark!"

La notte seguente Lana era su un cavallo e si avvicinava ad un cimitero.

Scese da cavallo e portò i fiori a una tomba,poi sentì un rumore "Chi c'è?"

"Sono io."disse Clark alzandosi "Clark."

Lui indossava il giubbotto grigio.

"Clark Kent?"disse lei "Che ci fai in mezzo al bosco a quest'ora?"

"Se te lo dicessi non mi crederesti."disse Clark "Scusa non ti volevo spaventare."

Lui si allontanò.

"Clark aspetta."disse lei avvicinandosi "È solo che non mi aspettavo di trovare qualcuno.

Ti senti bene?"

"Passeggio di notte nei cimiteri."disse Clark "Tu che cosa pensi?

Mi sento bene?"

"Clark,sono qui anche io."disse Lana.

"Ti faccio una domanda."disse Clark "Che sei venuta a fare?"

Lei gli si mise davanti "Sai mantenere un segreto?"

"Sono una roccaforte di segreti."disse Clark.

"Io...sono venuta qui per parlare con i miei genitori."disse lei voltandosi e sorridendo "Penserai che

io sia un po' matta dato che vengo qui e mi metto a parlare con i morti."

"No,Lana,io non credo che tu sia matta."disse Clark "Te li ricordi?"

"Sono morti che avevo 3 anni."disse Lana.

"Mi dispiace."disse Clark.

"Non è colpa tua Clark."disse Lana "Dai vieni.

Te li voglio presentare."

I 2 andarono davanti a una tomba.

"Mamma."disse lei "Papà.

Lui è Clark Kent.

Saluta."

"Salve."disse Clark che salutò.

"Si,in effetti è un po' timido."disse lei mettendo i fiori e accucciandosi con lui "Come faccio a

saperlo?

Mamma chiede se sei giù per colpa di una ragazza."

Clark scosse la testa "No."

"Papà chiede se sei giù per colpa di un ragazzo."disse Lana.

"No,no."disse Clark imbarazzato.

"Beh,ha un senso dell'umorismo un po' distorto."disse Lana sorridendo "A parte scherzi,perché sei

venuto qua?"

"Pensi mai che la tua vita avrebbe potuto essere completamente diversa?"disse Clark.

"A volte sono sola a scuola,aspetto che mamma venga a prendermi,ma lei non viene."disse

Lana"Poi vedo arrivare la macchina di mia zia.

E mi ricorda che i miei genitori non sono morti.

Sono vivi e vegeti.

Io salgo in macchina e me ne vado insieme a loro verso la mia vera vita a Metropolis.

A questo punto di solito mi sveglio.

Per qualche momento mi sento veramente felice.

E poi ricordo che sono sola."

"Come dice,signora Lang?"disse Clark "Si certo,ora glie lo dico.

Tua madre vuole che tu sappia che tu non sei mai sola.

Lei è sempre accanto a te.

Non ti lascia mai.

Come dice signor Lang?

Secondo lui verrai eletta reginetta del ballo."

"Hanno detto tutte queste cose?"disse Lana.

"Ma certo."disse lui "Se gli dai il via non si fermano più."

Clark e Lana passeggiarono vicino al fienile e poi verso casa di lei.

"Grazie per avermi accompagnato."disse Lana.

"È stato un piacere per me."disse Clark.

"Ti rendi conto che questa è la conversazione più lunga che abbiamo mai fatto?"disse Lana

fermandosi "Lo dobbiamo rifare."

"Volentieri."disse Clark "Allora ci vai al ballo?"

"Certo,con Whitney."disse lei.

"Certo."disse lui "Era scontato."

"E tu ci vai?"disse Lana.

"No,non ho tutta questa voglia."disse Clark.

"Beh,se dovessi cambiare idea,ti riserverò un ballo."disse Lana che gli diede un bacio sulla guancia.

Lui restò perplesso.

"Buona notte Clark."disse lei che andò via.

"Notte."disse lui.

Whitney lo osservò irato dal retro della casa.

Il Sole sorse sulla gigantesca villa dei Luthor che era quasi un castello.

Clark camminò nella villa "C'è nessuno?

Si può?"

Lui indossava una maglietta blu su una rossa.

Due uomini completamente coperti da una tuta da scherma si stavano esercitando davanti agli occhi

di Clark.

Una era una donna.

L'uomo perse e tirò la spada contro la parete bucandola appena vicino a Clark,poi si tolse il casco e

rivelò essere Lex "Clark...

Non ti avevo sentito."

"Ho suonato,ma non rispondeva nessuno."disse Clark.

Lex prese la spada dal muro "Come hai superato il cancello?"

"Passando tra le sbarre."disse Clark "Se ti disturbo..."

"No,credo che lei mi abbia massacrato abbastanza per oggi."disse Lex.

"Questo posto è grande."disse Clark.

"Tu dici?"disse Lex "Forse se sei un fantasma e stai cercando una casa."

"Ah,volevo dire spazioso."disse Clark che lo seguì fuori dalla stanza.

"Si tratta dell'antica dimora dei Luthor."disse Lex "Almeno così dice mio padre.

L'ha portata dalla Scozia,una pietra alla volta."

Luthor salì le scale.

"Si,ricordo che i camion ci hanno impiegato settimane,ma non c'è venuto nessuno."disse Clark.

"Mio padre non ha mai voluto vivere qui."disse Lex "Non ci ha mai messo piede neanche una

volta."

"Perché l'ha fatta spedire?"disse Clark.

"Perché poteva permetterselo."disse Lex che continuò a salire le scale "E pensare che quando era

giovane non aveva nulla.

I suoi erano una famiglia ricca,ma decaduta.

Poi un colpo di fortuna."

Lex andò in una stanza con altre macchine per l'attività fisica.

"Hai provato la macchina?"disse Lex.

"Sono qui per questo."disse Clark.

"Perché?"disse Lex che si prese da bere "Non ti piace?"

"No,è bellissima."disse Clark "Non la posso tenere."

"Clark,tu mi hai salvato la vita,è il minimo che posso fare."disse Lex e Clark abbassò la

testa"Ah,capisco.

Non sei tu.

Tuo padre.

Io non piaccio a tuo padre?

Non importa."

Lex guardò se stesso in uno specchio ovale "Sono calvo dall'età di 9 anni.

Sono abituato a chi mi giudica prima ancora di conoscermi."

"Non ce l'ha con te."disse Clark "È per via di tuo padre."

"Pensa che la mela non cada mai lontano dall'albero."disse Lex "È comprensibile.

E tu Clark?

Sei caduto lontano dall'albero?"

"Devo andare."disse Clark che ridiede le chiavi.

"Clark?"disse Lex e Clark si voltò"Tu credi che un uomo possa volare?"

"Certo."disse Clark "In aeroplano."

"Non è questo che voglio dire."disse Lex "Sto parlando di librarsi in volo in mezzo alle nuvole."

"La gente non vola Lex."disse Clark "A meno che non siano dotati di telecinesi."

"Io ho volato."disse Lex "Dopo l'incidente quando il cuore si è fermato.

Sono stati i 2 minuti più entusiasmanti della mia vita.

Ho volato su Smallville.

E per la prima volta non ho visto l'oscurità,ma la luce in fondo al tunnel.

Grazie a te ho avuto un'altra occasione.

Noi siamo il futuro Clark.

Niente dovrà ostacolare la nostra amicizia."

"Bene."disse Clark.

Un ragazzo venne portato fuori su una barella e intorno c'era una folla di gente,inclusa Chloe che

era con Pitt.

Chloe aveva una giacca rosa e un fiore rosa tra i capelli.

"È il terzo in una settimana."disse Pitt.

"E anche lui è stato nella squadra di football."disse Chloe.

Pitt indicò il ragazzo che lanciava scariche elettriche e che era tra la folla.

"Chi è quel tipo?"disse Pitt.

"Non lo so,ma possiamo controllare."disse Chloe che scattò una foto,

Poco dopo aveva preso un album di foto.

"Si chiama Jeremy Creek."disse lei indicando la foto "Questa è la sua foto.

Risale a 12 anni fa."

Chloe indicò la foto sul suo computer "E questa risale a 4 ore fa."

Lei,Clark e Pitt erano in una grande stanza piena di scaffali e fogli,con tavoli e computer.

"È impossibile."disse Clark "Non sembra cambiato per niente,sarà qualcuno che gli assomiglia."

"Anch'io ho pensato ad una cosa simile,ma poi abbiamo trovato quest'informazione..."disse Pitt.

"Jeremy è scomparso dall'ospedale pubblico alcuni giorni fa."disse Chloe portando il foglio a

Clark"È stato in coma per 12 anni.

Fu colpito da un grave squilibrio elettrolitico."

"Ecco perché non è invecchiato per niente."disse Pitt toccando il foglio.

"Si è risvegliato all'improvviso?"disse lui.

"No,una forte tempesta magnetica ha fatto saltare il generatore dell'ospedale e quand'è tornata la

corrente Jeremy era sparito."disse Chloe sedendosi alla scrivania con dei computer.

"L'elettricità l'ha fatto diventare una pila ambulante."disse Pitt.

"E se ne va in giro a ridurre in coma gli ex giocatori di football?"disse Clark seduto sulla scrivania

con le braccia incrociate "Perché?"

"Perché 12 anni fa hanno scelto Jeremy come spaventapasseri dell'anno."disse Pitt.

Chloe diede un pezzo di giornale a Clark.

"Trovato un ragazzo in stato di coma non lontano dal luogo dell'impatto."disse Clark.

"Lo spostamento d'aria gli deve aver prodotto dei cambiamenti."disse Chloe.

"No,questo non può essere."disse Clark.

"Devi farglielo vedere."disse Pitt toccando Chloe.

"Cosa devo vedere?"disse Clark che guardò i 2.

Chloe li condusse in una stanza buia e accese le luci.

La stanza era uno sgabuzzino con pareti rosse,scaffali di metallo e varie ampolle.

Chloe andò verso una parete che era piena zeppa di ritagli di giornali.

"È cominciato come album dei ritagli."disse Chloe "E alla fine si è modificato."

"Che cos'è?"disse Clark.

"L'ho chiamato il muro delle stramberie."disse Chloe "Sono tutte le cose strane e inspiegabili che

sono accadute a Smallville dopo la pioggia di meteoriti."

Clark spalancò gli occhi.

"È da li che è cominciato."disse Chloe sorridendo "Erano diventati tutti pazzi."

Chloe si avvicinò a Clark.

"Perché non me ne hai mai parlato?"disse Clark.

Clark si avvicinò al muro.

"Tu mi racconti tutto quello che fai nella tua vita?"disse Chloe "Ognuno di noi ha dei segreti."

Una delle riviste mostrava Lana da piccola che piangeva.

Clark spalancò gli occhi "Lana.

È colpa mia.

È tutta colpa mia."

Clark se ne and si guardarono.

Clark uscì dalla scuola e andò verso il parcheggio quando Whitney gli mise la mano sulla spalla.

"Chloe,lasciami stare."disse Clark che voltandosi vide Whitney.

"Congratulazioni,Clark."disse Whitney "Sei lo spaventapasseri."

Clark si tolse le sue mani di dosso "Lasciami in pace!"

Whitney lo spintonò mentre altri 2 erano appena arrivati,poi si tolse la giacca.

"Mi dispiace!"disse Whitney "Non posso!"

Clark lo afferrò,ma scoprì la collanina di Lana e si sentì male,così fu gettato a terra.

"Che cosa vuoi dalla mia ragazza?"disse Whitney.

"Niente."disse Clark.

"Ti piace la sua collanina?"disse Whitney che la mostrò a Clark e se la tolse "Bene.

Perché è l'unica cosa di lei che potrai avere."

Whitney mise la pietra intorno al collo di Clark,poi il gruppo lo caricò su un furgone appena

arrivato mentre Jeremy li guardava da dietro un angolo.

La notte seguente Clark era in mutande,nel campo,legato alla croce,con la "S"rossa sul petto e la

pietra della collanina si stava illuminando in modo innaturale.

"È sempre uguale."disse Jeremy che era sul posto.

Indossava una felpa grigia,una camicia azzurra e pantaloni neri.

"Aiutami."disse Clark.

"Fa male,vero?"disse l'altro.

"Tu...tu sei Jeremy."disse Clark.

"Pensavo che se li avessi puniti avrebbero smesso,invece è sempre uguale."disse Jeremy

allontanandosi.

"Aspetta."disse Clark "Dove stai andando?"

"Al ballo della scuola."disse Jeremy "Non ci sono mai andato."

"Fammi scendere."disse Clark "Ti prego."

"È meglio se resti."disse Jeremy "Qui sei al sicuro."

Il ragazzo si allontanò.

Lex uscì dalle costruzioni a cupola con una macchina nuova e illuminò Jeremy che scavalcava

una recinzione.

Si sporse dal finestrino e lo riconobbe ricordando la pioggia di meteore.

Scese dalla macchina,ma non lo vide più,così si avventurò nei campi e trovò Clark appeso.

Luthor lo illuminò con la torcia e rimase sconvolto "Clark…

Santo cielo..."

Luthor girò intorno alla croce e lo slegò "Chi ti ha ridotto così?"

"Whitney e altri."disse Clark "Non importa comunque."

Clark cadde a terra e il medaglione si staccò spegnendosi.

Lui si rialzò e si sentì di nuovo in forze,il sudore scomparve e i capelli tornarono pettinati,poi andò

a prendere i vestiti.

"Clark."disse Luthor "Devi andare da un dottore."

"No,sto bene."disse Clark andando via "Grazie."

"Aspetta,ti do un ..."disse Luthor che illuminò il medaglione e lo raccolse.

Jeremy arrivò alla palestra che era allestita come sala da ballo ,con la musica e le coppie che

ballavano.

Chloe ballò con Pitt,mentre Lana era con Whitney.

Jeremy aprì il generatore esterno alla palestra e mise le mani nei tubi.

"Jeremy."disse Clark che era in un vicolo "Finiscila con questa storia."

"Come hai fatto ad arrivare qui?"disse Jeremy "Dovevi stare alla larga."

"Non devi fare del male ai miei amici."disse Clark.

"Quelli la dentro non sono tuoi amici."disse Jeremy.

"Non mi riferisco a quelli che mi hanno legato."disse Clark.

"Anche gli altri."disse Jeremy "Non ti avrebbero mai salvato.

Li hanno lasciati fare.

Con l'aiuto dell'impianto anti-incendio li sistemerò io."

"Loro non ti hanno fatto niente,non sono quelli che ti hanno messo sulla croce."disse lui.

"Non faccio questo per me."disse Jeremy "Lo sto facendo per te e tutti quelli come noi."

"Quello che è successo a te stata colpa mia."disse Clark "Quella pioggia di meteore ha...ha a che

fare con me.

Capisco il tuo dolore."

"Nessun dolore."disse Jeremy "Il mio è un dono.

Ho un obbiettivo.

Che è il mio destino."

Jeremy si voltò e vide Clark nella direzione opposta,restando scosso.

"Anche io."disse Clark.

Jeremy lo toccò e gli diede una fortissima scossa,ma Clark resistette facilmente e lanciò l'altro sul

cofano di una macchina a molti metri di distanza.

"Arrenditi Jeremy."disse Clark.

Jeremy toccò un furgone e diede una forte scarica elettrica mettendolo in moto,poi vi salì a bordo e

andò a tutta velocità.

Clark rimase attaccato al cofano abbozzandolo.

Il mezzo andò contro un muro trapassandolo.

Jeremy batté la testa mentre una tubatura d'acqua si era rotta sotto il mezzo.

Clark guardò i suoi piedi e vide l'acqua mentre Jeremy cercava di uscire,ma gli sportelli erano

bloccati.

L'acqua entrò nella macchina e ci fu una fortissima scarica che scagliò via Clark e investì Jeremy.

Clark si alzò,afferrò il mezzo,che ancora mandava scariche elettriche, e lo trascinò all'interno della

stanza ,poi strappò lo sportello e vide che l'altro era svenuto con scariche elettriche che partivano

ancora dal corpo.

Clark lo toccò "Tutto bene?"

"Tu chi sei?"disse Jeremy "Dove mi trovo?"

"Io mi chiamo Clark Kent."disse lui "E sei a Smallville."

"Voglio andare a casa mia."disse lui.

"Va bene."disse Clark.

Clark si affacciò sulla palestra vedendo la gente che ballava e guardando Lana,poi si voltò e andò via.

Camminò davanti alle jeep di Whitney e dei suoi amici,le guardò e sorrise.

Uscendo tutti osservarono le 3 jeep messe una sulle altre.

"CHI HA RIDOTTO COSÌ LA MIA MACCHINA!?"urlò Whitney.

Clark lo guardò e rise,poi tornò nel fienile e si mise al telescopio.

"Quel telescopio me l'ha regalato tuo nonno,quando avevo più o meno la tua età."disse Jonathan che

era dietro di lui "Una mattina sono sceso per fare colazione ...ed era la."

Clark si sedette.

"Stai bene?"disse Jonatham

"Ti posso rispondere tra 5 anni?"disse Clark.

"Certo."disse Jonathan che scese le scale.

"Papà."disse Clark e Jonathan si fermò vedendolo in piedi "Sono contento che mi abbiate trovato

voi 2."

"Non siamo stati noi a trovarti."disse lui "Sei stato tu a trovare noi."

Jonathan andò via.

Clark tornò al telescopio dopo aver acceso la musica.

"Stasera non sei venuto."disse Lana.

Clark si voltò di scatto "Lana.

Che ci fai qui?"

Lana si avvicinò "Ti ricordi di quel ballo?"

Lana gli mise le braccia intorno al collo e i due ballarono.

"Va tutto bene,Clark?"disse lei.

"A meraviglia."disse Clark.

Il suono del clacson fece risvegliare Clark dalla sua fantasia facendolo ritrovare solo,poi andò alla

finestra vedendo che Lana era tornata a casa.

"Grazie per il ballo."disse Clark e Lana si voltò per un istante,poi proseguì.

Le stelle brillavano in cielo.