SMALLVILLE:SCAMBIO DI SUPER POTERI
In un bosco c'era un professore che portava la classe verso una gola di roccia.
Clark era tra di loro,indossava un giubbotto rosso,camicia bianca con linee nere,jeans e scarpe nere.
"Avete 15 minuti."disse il professore "Vi voglio tutti sulla strada del ritorno prima che arrivi il
temporale."
Accanto a Clark c'era Pitt con un giaccone chiaro,maglietta azzurra,jeans e scarpe marroni.
"Quante rocce dobbiamo cercare ancora?"disse Pitt e Clark aprì un diario.
"2."disse Clark "Un quarzo rosa e un meteorite."
"Bene,vediamo chi le trova per primo."disse Pitt correndo via.
Clark usò la vista a raggi x e diede un pugno al suolo di nascosto estraendo una pietra,poi la aprì e
vide il quarzo all'interno.
"Un punto per me."disse Clark mostrando la roccia.
"Sei un vero segugio Clark."disse Pitt.
Clark iniziò a sentirsi male e vide che la sua mano era piena di vene verdi.
"Ciao Clark."disse Lana e lui si voltò vedendola.
Lana aveva la collana con il pezzo di meteorite.
"Ciao Lana."disse Clark allontanandosi.
In quel momento arrivò Chloe.
Indossava un cappello invernale grigio con i bordi rossi,un lungo cappotto marrone,maglietta
viola,sciarpa rossa,jeans blu e scarpe nere.
"Dio,non ne posso più di rovistare tra le pietre come uno spazzino."disse Chloe.
"Non hai ancora trovato niente?"disse Pitt.
"Si lamenta invece di scavare."disse Lana.
"Dovete scusarmi,ma trovo la geologia più inutile dell'algebra."disse Chloe.
Un ragazzo biondo,con gli occhiali e un lungo cappotto nero, spaccò in 2 una roccia e vide che era
piena di piccole rocce verdi,così la mise nella borsa bianca a tracolla,poi si recò da una donna
bionda "Ehi,Ronny.
Vuoi un pezzo di meteorite?"
"Ah ti ringrazio,ma il meteorite l'ho trovato."disse lei sorridendo "Grazie comunque."
Un ragazzo con la tuta da giocatore di football gli diede un colpo alla testa "Ehi!
Perdente,lascia stare la mia ragazza capito?
Altrimenti ti faccio ingoiare tutti i tuoi sassetti."
"Ah si?"disse lui "Perché non ci provi?"
"Vuoi?"disse il ragazzo "Ti è andata bene,tuo padre è l'insegnante."
I 2 se ne andarono.
"Erik?"disse l'insegnante avvicinandosi "Quanti campioni hai raccolto fin'ora?"
"Solo un paio mi sembra."disse Erik "Mi si annebbiano gli occhiali."
"Devi seguire il programma,Erik."disse l'insegnante.
"Papà..."disse Erik.
"Chiamami professore quando siamo a scuola."disse il padre "Hai 10 minuti per svolgere il
compito,mettiti al pari con gli altri."
I 2 si separarono.
"Per fortuna che non è mio padre."disse Pitt.
Il gruppo tornò sul pulman e il cielo si annuvolò.
"Qualcuno di voi ha visto Erik?"disse il professore con un blocco in mano "Pare proprio che si sia
perso."
"Lo cerco io."disse Clark che scese e si avviò,correndo a super velocità.
Erik era in piedi sul bordo di una diga e sentiva la musica con le braccia spalancate e la testa verso
l'alto.
Clark si fermò vicino ad una recinzione e lo vide,poi corse sulla diga e gli arrivò alle spalle "ERIK!
ERIK!"
Clark si fermò vedendo che aveva un pezzo di meteorite in mano.
Erik si voltò e si tolse le cuffie.
"Si può sapere..."disse Clark.
Un fulmine cadde vicino ad Erik che perse l'equilibrio.
Clark si mosse a super velocità e lo afferrò tramite la borsa dove erano le rocce.
Un fulmine colpì Clark al petto e poi un altro lo colpì nello stesso
Le scariche elettriche passarono da Clark alla sacca poi ad Erik.
La sacca si illuminò di luce verde.
Clark lo tirò su e cadde a terra.
Erik finì a terra con schiena e spalla incandescenti.
Clark toccò la parte incandescente e si scottò la mano.
Il giorno dopo Jonathan aveva il pick up bloccato nel fango "Clark!
Ho bisogno del tuo aiuto!"
Clark arrivò con lo zaino rosso in mano.
Indossava un giaccone di jeans blu,maglietta azzurra,jeans blu e scarpe marroni.
"Sai,ho caricato il fieno,ma..."disse Jonathan "Ehi?
Tutto bene?"
"Sono un po' stanco."disse Clark.
"Ah...è sprofondato nel fango fino all'asse delle ruote e..."disse Jonathan.
"Le vacche non si nutrono da sole,lo so."disse Clark.
"Esatto,dammi una mano per favore."disse Jonathan che salì in macchina.
Clark afferrò la parte dietro del mezzo.
"Sei pronto?"disse Jonathan.
"Si."disse Clark.
Jonathan mise in moto,ma Clark non riuscì a sollevare il mezzo.
"Aspetta!"disse Clark che posò lo zaino sul fieno e afferrò il furgone con entrambe le mani "Ci
sono."
"Clark stai spingendo?"disse Jonathan.
"Si!"disse Clark.
Clark cadde a terra.
"Ah….Clark...andiamo ragazzo,non abbiamo tempo per..."disse Jonathan che lo trovò a terra con
del sangue che usciva dal naso.
"Ehi..."disse Jonathan che si accucciò "Che ti prende?"
Clark si pulì il naso "Non lo so."
Marta uscì con un altro giaccone e trovò Clark seduto sulla staccionata del portico con Jonathan
accanto.
Kent si stava pulendo il naso con un fazzoletto.
"Mettiti qualcosa di pulito tesoro."disse Marta "Ti senti meglio?"
"Non capisco cosa mi succede."disse Clark "Mi esce sangue dal naso."
"Forse fa parte del processo di crescita come quella vista particolare."disse Marta.
"Andrà tutto a posto,vero?"disse Clark.
Jonathan vide l'autobus "L'importante è che tu vada a scuola e se la situazione dovesse peggiorare
chiamaci."
Clark andò via,ma poi si fermò "È strano.
Non mi ero mai ammalato prima d'ora."
"Non sei malato,Clark."disse lei "È solo che..."
Il pulman andò via.
"Stai perdendo l'autobus."disse Jonathan "Sbrigati."
Clark iniziò a correre,ma poi si fermò vedendo che non andava più alla velocità estrema precedente.
"E ora che c'è?"disse Jonathan.
"Non sono più super veloce."disse Clark.
Erik scese le scale della villa dove abitava e si mise gli occhiali.
Indossava una maglietta nera e pantaloni grigi.
Quando si mise gli occhiali si accorse che in realtà ci vedeva meglio senza,così se li tolse e andò al
tavolo dove erano la madre ed il padre.
"Buongiorno mamma."disse Erik "Giorno,papà."
"Sei in ritardo."disse l'uomo "E non posso aspettarti."
"Dagli solo 5 minuti,che fretta c'è?"disse la madre.
"È che abbiamo una riunione."disse il padre.
"Bene."disse la madre "Ti accompagno io quando sei pronto."
La madre andò via.
"Grazie."disse Erik "Professor Summers."
"Non usare quel tono con me."disse il padre che si alzò e andò a prendere la valigia nera "Per la tua
bravata,quel ragazzo per poco non ci rimetteva la vita."
"Gli chiederò scusa,non preoccuparti."disse Erik.
"Sei stato stupido e molto egoista."disse il padre.
"Perché non risparmi le prediche per le tue lezioni?"disse il figlio.
Il professore stava per dargli una sberla,ma lui si voltò a super velocità e gli afferrò l'avambraccio
con la mano destra.
"Oh Dio,come hai fatto?"disse il padre.
"Spiegamelo tu,professore."disse Erik voltandosi.
"Ti accompagnerà tua madre."disse lui che uscì.
Tempo dopo Clark era di ritorno dagli allenamenti ed era sudato fradicio.
"Stai bene,Clark?"disse Pitt.
"Perché?"disse Clark.
"Di solito non versi una goccia di sudore,oggi sembri sull'orlo di un collasso."disse Pitt.
"No,sto bene..."disse Clark che ebbe un crampo al piede e zoppicò,sedendosi.
"Che succede?"disse Pitt.
"Mi fa male la gamba."disse Clark.
"È un crampo,devi camminare."disse Pitt e Clark zoppicò.
I 2 camminarono per poco.
"Oggi stai proprio a pezzi,eh?"disse Pitt e Clark zoppicò appoggiandosi ad una macchina per gli
allenamenti.
"Erik..."disse Clark "Hai un minuto?"
"Che c'è?"disse Erik.
"Noi...non abbiamo più parlato di quello che è successo ieri."disse Clark.
"Grazie di avermi salvato la pelle,sono stato incosciente."disse Erik che si sedette.
"Ti senti bene?"disse Clark.
"Ma certo,benissimo."disse Erik.
"Non ti senti un po' strano?"disse Clark.
"No,per niente."disse Erik "Perché dovrei?"
"Io mi sento a pezzi da allora."disse Clark "Bene.
Mi fa piacere."
"Ehi,Clark...attento ti esce del sangue dal naso."disse Erik.
Clark si toccò il naso e vide il sangue "Grazie."
Clark andò via.
Erik andò verso una macchina per sollevare i pesi,mise il massimo peso sostenibile e si mise a fare
allenamenti sorridendo.
Poco dopo il furgone di Whitney parcheggiò in paese.
"Grazie del passaggio."disse Lana.
"Figurati."disse lui.
"Vuoi venire a salutare Nell?"disse Lana scendendo.
"Non posso,devo tornare al negozio,è giorno di inventario."disse Whitney.
"Ci vediamo stasera?"disse Lana.
"Devo verificare i conti con mio padre."disse Whitney.
"Pensavo si sentisse ancora debole."disse Lana.
"È vero,però...non gli piace perdere giorni."disse Whitney fermandosi.
"E tu come stai?"disse Lana.
"Non benissimo."disse Whitney "Non riesco a controllarmi,ad esercitarmi...dovrò rinunciare alla
borsa di studio."
"Vieni da me stasera,ti aiuto a fare i compiti."disse Lana.
I 2 si abbracciarono.
"Ehi guarda..."disse Whitney che lesse un cartello "Nell ha messo in vendita il negozio."
"Cosa?"disse Lana.
Poco dopo Lana era nel negozio.
"Non mi hai detto che volevi venderlo."disse Lana.
"Mi dispiace Lana."disse Nell "È una cosa che ho deciso stamattina."
"E quando pensavi di dirmelo,si può sapere?"disse Lana.
"Non capisco perché te la prendi in questo modo."disse Nell"In fondo il negozio non ti è mai
piaciuto tanto."
"E vuoi vendere anche il cinema?"disse Lana.
"Certo,fa parte dell'immobile."disse Nell.
"Tu sai quanto ci tengo."disse Lana.
"Se prendessi questo genere di decisioni dando retta al cuore sarei rovinata da un pezzo."disse
Nell"A parte che il cinema è chiuso da mesi ormai.
Preferisco venderlo e prendere un negozio più piccolo."
"Ci dev'essere un altro modo."disse Lana.
"Senti,io sto pensando al nostro futuro."disse Nell.
Jonathan versò il mangime alle galline mentre il Sole tramontava.
"Ho finito con il fieno."disse Clark uscendo dalle stalle.
"Come te la sei cavata?"disse Jonathan.
"Se pensi che prima ci mettevo 5 minuti e adesso più di 2 ore,non c'è male."disse
Clark."Beh,finché le cose non peggiorano consideriamoci fortunati."
"Sistemerò la staccionata prima di cena."disse Clark.
"Ah,riposati,lo farò io più tardi."disse Jonathan.
"No,posso farlo."disse Clark.
"D'accordo,ma tieni presente una cosa...ci hai messo 12 anni per abituarti ai tuoi poteri."disse
Jonathan uscendo da una recinzione "Neanche farne a meno sarà semplice."
"Papà..."disse Clark.
"Si?"disse Jonathan.
"Come hai la forza di fare questo ogni giorno?"disse Clark chiudendo la recinzione e seguendolo.
"Eh,anni di pratica."disse Jonathan mettendogli il braccio sulla schiena.
Lex ,nella sua villa,stava vedendo una simulazione al computer dell'incidente sul ponte.
"Ottimo lavoro Roger."disse Lex che era in piedi davanti ad un computer "È per questo che ti sto
incaricando?
Per delle assurdità?"
"Ti assicuro che tutti gli indizi portano a questa spiegazione."disse Roger camminando su è giù.
"Avrai consultato dei professionisti qualificati di dubbia moralità."disse Roger che era in giacca e
cravatta neri.
"Un buon giornalista non rivela mai le sue fonti."disse Roger.
"Tu lavori per l'Inquisitor,non per il Planet."disse Lex "Ci terrei a controllarli personalmente.
100000 dollari a nome."
"D'accordo."disse Roger "Sarà un articolo straordinario."
"Tutto questo rimarrà tra di noi e se per sbaglio dovesse trapelare qualcosa la nostra fiducia
reciproca sarebbe compromessa."disse Lex che si sedette.
"Nonostante il profondo rapporto di amicizia che attualmente ci lega."disse Roger.
Roger andò via.
Lex diede il via alla simulazione e vide la macchina che investiva l'uomo e che poi cadeva dal
ponte.
La notte seguente Clark iniziò a dare martellate ad un'asta e si prese un dito.
In quel momento arrivò l'auto di Lex.
Luthor scese con un cappotto nero lungo,maglietta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.
"Lex."disse Clark "Come mai da queste parti?"
"Vorrei parlarti,Clark."disse Lex "Hai un minuto?"
"Mi aiuti a sollevarla?"disse Clark prendendo una trave.
"Non dirmi che non ce la fai da solo."disse Lex.
"Sono 2 ore che imballo fieno,non mi sento più le braccia."disse Clark e Lex lo aiutò
sorridendo"Dimmi tutto."
"Noi siamo amici,giusto?"disse Lex.
"Si,a quanto mi risulta."disse Clark "Perché?"
"Dimmi cos'è successo il giorno che la mia auto è caduta giù dal ponte."disse Lex.
"Mi sono buttato in acqua e ti ho tirato fuori."disse Clark.
"È tutto qui?"disse Lex.
"Lex,sul serio,cosa c'è?"disse Clark.
"Credo che tu non sia stato del tutto onesto e forse so perché."disse Lex passeggiando.
"D'accordo,allora dimmelo tu cosa è successo."disse Clark.
"Ti ho investito con l'auto mentre andavo a 100 all'ora."disse Lex "Poi tu hai sfondato il tettuccio
della macchina,mi hai tirato fuori e mi hai salvato la vita.
Ti ho sempre considerato un amico.
Devi credermi,non devi nascondermi niente."
"Credi che io ti nasconda qualcosa?"disse Clark che gli porse il martello "Tieni.
Prendi questo.
Colpisci dove vuoi."
"Non ci penso nemmeno."disse Lex.
"Non ti preoccupare."disse Clark "Se sono invulnerabile non mi farò niente."
"Clark,voglio la verità."disse Lex.
"La verità è che ho semplicemente fatto il mio dovere."disse Clark "Non è sufficiente?"
Clark andò via.
Erik era appoggiato ad un muro e vide la bionda che camminava con il ragazzo.
Chloe camminò con Pitt in strada.
Lei indossava il lungo cappotto viola e aveva una borsa chiara,pantaloni neri e scarpe nere,Pitt
aveva un giaccone grigio,maglietta verde,jeans e scarpe nere.
"Forse ci snobba perché non ha ancora finito di lavorare alla fattoria."disse Chloe.
"Si,però si comporta in modo strano."disse Pitt.
"Questo è normale,Pitt,dimmi qualcosa di nuovo."disse Chloe.
"Oggi in classe era distrutto."disse Pitt "Si è addormentato sul banco."
"Diciamo che questo è il prezzo del potere."disse Chloe.
Un uomo corse dietro Chloe e le prese la borsa,ma lei la tenne e iniziò a prenderlo a sberle.
"AIUTO!"urlò Chloe.
"VATTENE!"disse Pitt che afferrò la borsa.
"IL MIO COMPUTER!"urlò Chloe.
L'uomo li spinse via e corse,ma Erik gli arrivò davanti a super velocità.
"Restituiscilo."disse Erik.
"Fammi passare,ragazzino."disse l'uomo che estrasse un coltello,Erik mise la mano in avanti e
l'arma si frantumò sul palmo della mano.
Erik prese la borsa,afferrò l'uomo e lo scagliò contro un camion che portava una vetrata che venne
del tutto distrutta.
Il corpo arrivò vicino alla ragazza e all'altro.
"Visto cos'ha fatto?"disse Chloe.
"Si,incredibile..."disse Pitt.
Della gente andò a complimentarsi.
Erik ridiede la borsa a Chloe.
"Grazie Erik,ti ringrazio molto."disse Chloe.
"È stato un piacere."disse Erik guardando la ragazza.
Marta,seduta su un divano,lesse il giornale dal titolo "Super Boy."
"Ah,ho capito dove sono finiti i tuoi poteri."disse Marta.
"Secondo me è stato il fulmine."disse Jonathan prendendo il giornale "Hai detto che Erik aveva in
mano un meteorite.
Forse è così che gli hai trasmesso i tuoi poteri."
Clark era in piedi dietro il divano con la camicia azzurra "Tanti anni di misteri.
Non ne valeva la pena se dovevano passare ad Erik."
Clark si allontanò.
"Per il momento è così Clark."disse Jonathan alzandosi.
"Mi domando se la cosa è temporanea o definitiva."disse Clark.
"Si dice che il fulmine non cade mai 2 volte nello stesso punto."disse Jonathan avvicinandosi e
toccandogli le spalle "Senti Clark,ho l'impressione che tu non avrai mai più i tuoi poteri."
"La normalità non è da buttar via."disse Clark "A giudicare da voi 2."
"Oh,grazie."disse Marta.
"Non è che per questo mi volete meno bene?"disse Clark.
"Clark..."disse Marta alzandosi ed avvicinandosi "Tu sei nostro figlio.
Ti amiamo lo stesso anche se non sai sollevare un trattore."
"Adesso cosa faccio?"disse Clark.
"Mah...la vita non è facile per nessuno."disse Jonathan "Che tu sia normale o super uomo resti
sempre Clark Kent.
Sei stato allevato in un certo modo e questa è la realtà.
Le tue abilità ti rendevano unico.
Ma non erano tutto."
"Guarda il lato positivo della cosa:non dovrai più nasconderti."disse Marta "Cerca di...goderti un po'
la vita."
Clark andò via.
"Ti senti sollevato immagino."disse Marta.
"Ha sempre desiderato essere normale e finalmente lo è."disse Jonathan.
A scuola Clark scendeva le scale con Chloe e Pitt.
Chloe indossava un giaccone verde e borsa rossa,mentre Pitt indossava un maglione giallo.
"Dovevi vederlo."disse Pitt "Gli ha fatto fare un volo di 10 metri."
"Già."disse Pitt.
"Non solo ha recuperato le mie cose..."disse Chloe mostrando un foglio "...ma il mio articolo sul
giornale."
"Fantastico."disse Clark.
"Come mai sei così indifferente riguardo a questa cosa?"disse Chloe.
"Ha solo fermato un ladro,non ha fatto altro."disse Clark.
"Chloe?"disse Erik che la raggiunse nel corridoio "Senti,ti ringrazio tanto per il tuo articolo."
"Grazie per il mio computer,è la mia vita."disse Chloe "Ho usato un tono un po' patetico,vero?"
"Chi è che mi ha definito Superboy?"disse l'altro.
"Io."disse Chloe.
"Davvero?"disse lui "È carino."
"Grazie."disse Chloe sorridendo e lui andò via.
"Non si è sprecato."disse Clark.
"Non ho chiesto il tuo parere."disse Chloe.
"Secondo me sei geloso."disse Pitt.
"Tanto successo potrebbe dargli alla testa."disse Clark "Deve stare attento."
"Quando lancerai qualcuno a 10 metri di distanza scriverò belle cose anche su di te."disse Chloe
andando via.
Erik si mise a firmare degli autografi ad un mare di ragazze "Con affetto,da Superboy."
Lana raggiunse Clark e Pitt con Whitney.
"Salve ragazzi."disse Lana.
"Ciao."disse Whitney.
"Ciao."disse Pitt.
Clark guardò il medaglione di Lana.
"Clark ti senti bene?"disse Lana.
"Si,perché?"disse Clark.
"Ross sta organizzando una partita in palestra."disse Whitney "Tu e Clark contro me e Brandon."
Clark si guardò la mano e vide che non aveva le vene verdi.
"Che ne dici?"disse Whitney.
"A Clark non piace giocare."disse Pitt.
"Si,mi piace."disse Clark.
"Bene,a più tardi."disse Whitney che andò via.
"Da quant'è che giochi?"disse Pitt.
"Adesso."disse Clark.
Whitney tirò il pallone a Clark "Chi arriva a 15 vince."
Clark tirò la palla a Pitt che la ripassò a Clark.
Lana e la ragazza bionda voluta da Erik tifarono.
Clark tirò la palla,ma mancò il canestro.
"FORZA WHITNEY!"urlò Lana e Whitney fece centro.
Durante la partita Whitney andò contro Clark facendolo cadere.
Clark si fece male al gomito e Whitney lo aiutò ad alzarsi.
Pitt riuscì a fare canestro.
Clark spiccò un salto e cercò di fare canestro,ma non ci riuscì.
Whitney passò la palla al suo amico e fece canestro.
Clark riuscì a fare canestro,ma la partita fu vinta dall'altra squadra.
"Bella partita."disse Whitney "Noi siamo qui martedì e giovedì all'ora di pranzo."
"D'accordo."disse Pitt che andò via con Clark "Che hai da ridere?
Abbiamo perso."
"Fa niente."disse Clark "Mi sono divertito."
Lex era in un grattacielo a Metropolis in giacca e cravatta neri e guardava fuori dalla finestra.
Vittoria,vestita con giacca rossa e pantaloni rossi, portò un altro uomo da Lex.
L'uomo aveva i capelli neri corti,con gli occhiali e giacca e cravatta neri.
"Lex,ti ricordi di mio padre?"disse lei.
Lex si avvicinò e strinse la mano all'uomo "Finalmente.
Sono 3 quarti d'ora che aspetto."
"Stavamo concludendo un affare."disse il padre.
"Un contratto di riciclaggio con la droga?"disse Lex.
"Lex...ti vedo un po' contrariato."disse lei.
"Se questo è il rispetto che dimostri verso i tuoi soci d'affari devo aver sbagliato persona."disse Lex
che camminò verso la scrivania.
"Stia tranquillo Lex,il problema non esiste."disse il padre "Il nostro accordo è annullato."
"Pensavo che lo scopo della sua vita fosse distruggere mio padre."disse Lex.
"No,semmai questo è il suo obbiettivo."disse il padre di Vittoria "Il mio invece e prendere la Luthor
Corporation."
L'uomo si sedette.
"E come potrà farlo senza le mie quote?"disse Lex.
"Ha mai sentito parlare dei laboratori Cadmus?"disse l'uomo.
Lex guardò Vittoria "È un anno che raccolgo informazioni."
"Bene."disse il padre "Sappia che la sua ricerca ha già dato i suoi frutti.
Li ho comprati io un'ora fa."
"E con i profitti potrà comprare la Luthor Corporation in blocco."disse Lex.
"Trasmetta a suo padre i miei saluti."disse il padre andando via "Andiamo piccola."
Lex si avvicinò a lei "Congratulazioni.
Spero che ne sia valsa la pena."
Lex andò via.
Lana scendeva le scale del cinema chiuso.
La zona era piena di impalcature e teli sui mobili.
"Cerchi qualche caramella abbandonata qui da portarti via come ricordo."disse Clark.
"Mi piacciono i cinema abbandonati."disse Lana.
Clark sorrise e si avvicinò"Dove vendono pop corn avariati e c'è un suono pessimo?"
"I miei si sono conosciuti qui."disse Lana "Mio padre lavorava qui durante l'università.
Qui mia madre ha visto la Mosca.
Si è annoiata un po'."
"Si è annoiata con la Mosca?"disse Clark.
"Forse non gli piacciono i mutanti."disse Lana e Clark si sedette "Ha passato tutta la sera a parlare con lui.
Erano insieme al liceo,ma non si erano mai accorti l'uno dell'altra.
Invece quella sera è scattato qualcosa e lo so che può sembrare assurdo,ma qualunque prova
tangibile dell'esistenza dei miei genitori si sta dileguando come nebbia."
"A volte devi mollare per poter andare avanti."disse Clark.
"Forse hai ragione."disse Lana "E comunque non posso farci niente.
Senti come hai fatto a trovarmi?"
"Ah,mi ha detto Nell che eri qui,dovresti prestarmi i tuoi appunti di inglese,mi sono addormentato
in classe."disse Clark.
Lana rise "Ah certo."
Lana si sedette e prese un quaderno dallo zaino dandogli un foglio "Come ti senti in questo
periodo."
"Mi sento bene,perché?"disse Clark.
"Mi sembri,non so...un po' meno Clark Kent."disse Lana "Sembri più rilassato così,senza il peso del
mondo sulle spalle."
Clark rise "Un giorno mi sono svegliato e ho capito che stavo sbagliando tutto.
Ho capito che si può vivere anche senza avere il controllo sulle cose."
"Secondo me è un principio che dovremmo adottare in molti."disse Lana.
Erik entrò in casa con il giornale "Mamma?"
Lui andò dalla madre e la abbracciò "Ciao.
Hai letto il giornale?"
"Non fanno che telefonare per te."disse lei "È splendido."
"Che succede?"disse Erik.
"Niente."disse la madre.
"Hai paura di me?"disse lui.
"Erik...siamo un po' preoccupati per la forza che hai dimostrato di avere."disse l'insegnante "Da
dove proviene?"
"È stato il lampo."disse Erik.
"Ho preso appuntamento con il dottor Edward."disse il padre.
"Papà,io non sono ammalato."disse Erik "Ci vedo anche senza occhiali.
Sono speciale."
"Dopo che ti avrà visitato ti porterò a Metropolis."disse lui.
"A fare cosa?"disse Erik.
"Ho un vecchio collega che è professore all'università."disse il padre "Vorrebbe vederti."
"Vorreste esaminarmi?"disse Erik "Ma io non sono una cavia per i vostri esperimenti!
Devi misurare tutto con il tuo maledetto metro?
Non riesci ad arrenderti all'evidenza."
"Sarai anche speciale,ma siccome vivi ancora sotto il mio tetto farai come dico io."disse il padre.
Erik lo afferrò,lo spinse contro un muro e lo sollevò "IO NON SONO IMPAZZITO!
E non andrò da nessuna parte."
"Erik,mettimi giù."disse il padre.
"Cos'hai intenzione di fare?"disse il figlio "Mi mandi a letto senza cena?
Non voglio più sentire la tua voce,hai capito?
Potrò fare tutto quello che voglio,potrò stare con chi voglio e nessuno potrà fermarmi."
Lui lo mise a terra e corse a super velocità fuori dalla porta.
Erik andò a scuola con lo stereo e un lungo cappotto di pelle nero che arrivava a terra.
Il ragazzo aveva una maglietta rossa e dei jeans blu.
Lui andò verso il tavolo dove c'era la ragazza bionda con l'altro.
"Ciao."disse lui.
"Ciao."disse lei sorridendo.
"Come stai?"disse Erik.
"Bene."disse lei.
"Ehi,che vuoi?"disse il ragazzo.
"Come?"disse Erik.
"Ho detto che diavolo ci fai qui?"disse il ragazzo "Non ti è bastata la lezioncina dell'altra volta?"
"Scusa,non parlavo con te."disse lui che si rivolse alla ragazza "Ti va di uscire con me?"
Lei fece un mezzo sorriso.
"Cosa credi di fare,Summers?"disse il ragazzo.
"Di uscire con Olly."disse lui e l'altro sorrise.
"Ma che cos'hai istinti suicidi?"disse l'altro alzandosi "Tu non esci con lei!"
"Dipende da lei."disse Erik.
"EHI!"disse l'altro che provò a dargli una spinta "ADESSO PERCHÉ HAI FATTO UNA BRAVATA
TI SENTI GESÙ CRISTO?"
"E tu che minacci la gente perché presta delle pietre a lei?"disse Erik "Era una pietra."
"Brant."disse Olly.
"Non illuderti,Summers."disse l'altro "Tu sei meno di niente.
Un patetico piccolo stronzo che pensa di fare il salvatore.
Io avrei usato quella forza per fare altro piuttosto che salvare persone!"
Erik diede un pugno allo specchietto dell'auto di Brant e lo mandò in frantumi.
"No,non fare così."disse Brant.
Tutti uscirono dalla scuola.
Brant fuggì sotto la sua jeep.
"Non vuoi più prenderti gioco di me?"disse Erik che sollevò un lato della jeep con una mano "Che ti
succede,Brant?"
Brant fuggì.
Erik diede una strattonata all'auto e la fece ribaltare su se stessa più volte.
Brant corse,ma se lo trovò davanti,poi corse dalla parte opposta,ma lo trovò davanti a se di nuovo.
"Allora?"disse Erik "Vuoi ancora farmi ingoiare le mie pietre?
Vuoi ancora sodomizzarmi nel bagno con un manico di scopa dopo avermi spappolato la testa sul
lavandino?"
"Cosa?"disse Olly.
Erik lo afferrò e lo scagliò in aria.
Brant atterrò su una panchina che si sfracellò.
"Erik..."disse Clark che si mise davanti a lui e gli mise le mani sul petto "Non puoi farlo.
So quello che ti ha fatto,ma non puoi!"
"Ora vedrai."disse Erik.
"No!"disse Clark "Dico sul serio.
Non puoi uccidere qualcuno.
Ce lo avrai sulla coscienza a vita.
Devi calmarti."
"Tu non sei mio padre Clark."disse Erik che lo afferrò "QUINDI STA ZITTO E TOGLITI DI
MEZZO!"
Erik lo fece volare via.
Clark si schiantò sul tetto di un'auto e tutti i vetri esplosero.
"Per favore,Erik."disse Olly aiutando Brant "Fermati."
Erik corse a velocità luce e scomparve.
Clark era sul tetto dell'auto svenuto con un taglio sulla fronte.
Poco dopo era in ospedale,a petto nudo,seduto su un lettino e veniva fasciato al fianco.
"Quando smetterò di sentire dolore?"disse Clark.
"Tra un paio di settimane starai meglio."disse il dottore.
"2 settimane?"disse Clark.
"A volte il dolore rende più forti."disse il medico e i genitori entrarono.
"Clark..."disse Marta che lo abbracciò.
"Piano, mi fanno male le costole."disse Clark.
"Come va ,dottore?"disse Jonathan.
"Niente di rotto,per fortuna."disse il medico "Per sicurezza farei una radiografia."
"Forse è meglio se lo portiamo a casa."disse Jonathan.
"D'accordo,ma non fatelo muovere troppo prima di una settimana."disse il dottore che andò via.
"Grazie dottore."disse Clark che venne aiutato a rimettersi la camicia.
"Aiutalo a vestirsi,io mi occupo delle scartofie."disse Jonathan.
"Cos'è successo?"disse Marta.
"Erik è impazzito."disse Clark alzandosi"Faceva paura."
"E così hai voluto fermarlo."disse Marta.
"Non so che mi ha preso."disse Clark "Anche se è lui ad avere i miei poteri ne sento la
responsabilità."
Uscendo incontrò Lex.
"Clark."disse Lex "Ho saputo."
"Ciao,Lex."disse Marta "Io vado da tuo padre."
Lei andò via.
"Vuoi accertarti se mi sia fatto molto male?"disse Clark.
"Voglio accertarmi che tu stia bene."disse Lex.
"Mai stato meglio."disse Clark "Anzi,facciamo un esperimento:investimi di nuovo."
"Clark,per quello che ti ho detto l'altro giorno...devi scusarmi."disse Lex "Ma capita a tutti di
prendere un abbaglio."
"Beh,adesso la smetterai di spiarmi."disse Clark toccandosi la testa ferita.
"Non avevo il diritto di dubitare della tua onestà."disse Lex "È stato soltanto un momento di
sbandamento temporaneo.
Ti prego di metterci una pietra sopra."
"Solo temporaneo?"disse Clark.
"Hai bisogno d'aiuto."disse Lex e Clark proseguì.
La madre di Erik mise giù il telefono.
"Erik."disse la madre "Dove sei stato?"
"Mamma ho combinato un guaio,devi aiutarmi."disse lui piangendo.
"Tuo padre ha parlato con il preside."disse la donna "Sappiamo cos'è successo."
"No,mamma,è stato un incidente!"disse lui "Quel tizio mi ha…
Non devi aver paura..."
"Sta lontano da tua madre,Erik."disse il padre che entrò con una mazza.
"Che stai facendo?"disse Erik.
"Ti avevo detto che un giorno ti saresti assunto la responsabilità delle tue azioni."disse il
padre"Beh,quel giorno è arrivato."
Erik vide 2 macchine della polizia fermarsi davanti casa sua.
"Cos'hai fatto?"disse Erik.
"Hai bisogno di aiuto."disse la madre "Credimi."
"Hai chiamato la polizia,tu sei mio padre,dovresti aiutarmi!"disse Erik.
Clark era alla finestra.
"Sono andato a trovare i genitori di Erik."disse Jonathan.
"Come stanno?"disse Clark.
"Sono spaventati a morte."disse Jonathan.
"Hai mai avuto paura di me?"disse Clark.
"Beh,a parte qualche eccesso di collera da piccolo...e qualche oggetto lanciato contro il
muro...tu...eri un bravissimo ragazzo."disse Jonathan.
"Non credo che Erik sia cattivo."disse Clark.
"Nemmeno io."disse Jonathan "È solo uno che ha perso il controllo,tutto qui."
"All'inizio mi ha preso una rabbia tremenda."disse Clark "Adesso sono contento.
Per la prima volta ho giocato a basket senza la paura di far male a qualcuno,posso stare vicino a
Lana senza che il suo ciondolo mi faccia del male..."
Clark si sedette tenendo una mano sul fianco sinistro "...e non devo più difendermi dal pericolo dei
meteoriti ora."
"Tragedia a casa di Erik."disse Marta "La polizia ha tentato di fermarlo inutilmente."
"Lo farò io."disse Clark alzandosi.
"Non se ne parla neanche,sei ferito."disse Jonathan "È pericoloso affrontarlo,può ucciderti."
"Si è preso la mia forza."disse Clark "E forse anche i miei punti deboli."
"Vuoi dire i meteoriti?"disse Marta.
"Solo io so come fermarlo."disse Clark "Mamma,io sono fatto così.
Con o senza i miei poteri."
"Allora ci vuole un meteorite."disse Marta "Ma non se ne trovano tanto facilmente."
Clark pensò "Io so dove trovarli."
Clark uscì.
Lex era nel suo palazzo e trovò Vittoria e il padre seduti su un divano.
"Oh,tanta fretta di vedermi,dev'essere importante."disse Lex.
"Perché l'ha fatto Lex."disse l'altro.
"Fatto cosa?"disse Lex.
"I laboratori non valgono niente."disse l'uomo.
"Lo so."disse Lex "Forse avrebbe dovuto controllare meglio prima di comprarli,così è esposto ad
un'acquisizione della concorrenza."
L'uomo guardò la figlia.
"Io ho letto il rapporto."disse Vittoria.
"Quel cumulo di falsità che hai letto sul mio computer?"disse Lex.
"Abile proteggere l'informazione giusta con una falsa."disse l'uomo alzandosi "Brava."
"Vai a fidarti della famiglia."disse Lex "Mio padre ed io faremo un'offerta per comprare la sua
compagnia.
Vi porterò i suoi saluti."
L'uomo andò via.
"Come hai potuto farmi questo?"disse Vittoria alzandosi.
"Hai fatto tutto da sola,Vittoria."disse Lex "Volevi fare pace con tuo padre distruggendo me."
"Per me erano affari e basta."disse Vittoria.
"Per affari sei venuta a letto con me?"disse Lex "Sai come si chiamano quelle che fanno così?"
Vittoria gli diede uno schiaffo "Potevamo stare bene insieme."
"Grazie,ma preferisco stare da solo piuttosto che con una che ti pugnala alle spalle."disse Lex "Va
da tuo padre,non l'ha presa bene."
Vittoria andò via.
Lana era nel cinema e vide Clark con il giaccone chiaro.
"Passavo da queste parti,ho visto la luce accesa e ho pensato che eri tu."disse lui mentre Lana
arrotolava un poster.
"Come stai?"disse Lana "Ho chiamato casa tua e tua madre ha detto che dormivi.
Mi sono presa un colpo."
"Mi dispiace."disse Lana "Com'è venuta ad Erik tutta quella forza?"
"Non ne ho idea."disse Clark.
"Te lo immagini accorgersi di avere dei super poteri?"disse Lana.
"Fa paura."disse Clark "Immagino.
Guarda Erik,non gli ha fatto bene."
"È vero."disse lei "Ma a volte sogno di poter volare."
"Dev'essere meraviglioso."disse lui.
"Cosa c'è Clark?"disse lei.
"Il tuo ciondolo."disse Clark "Non mi sono mai reso conto di quanto fosse bello.
Ti chiedo una cosa che ti sembrerà strana...puoi prestarmelo?"
"Certo."disse lei che glie lo diede "Per che cosa ti serve?"
"È un po' complicato."disse Clark "Qualunque cosa mi succeda lo riavrai,te lo prometto."
Clark andò via e si recò davanti alla casa di Erik che aveva la staccionata distrutta,un lampione
piegato,pezzi di auto sparsi ovunque e alberi tranciati.
La scala d'ingresso era stata letteralmente devastata.
Clark si avvicinò ad una macchina capovolta,poi guardò l'auto conficcata nel tetto della casa.
Clark si presentò dal padre di Erik.
"Tu che ci fai qui?"disse il padre.
"Ero preoccupato per Erik."disse Clark.
"Per fortuna ci pensa la polizia."disse il padre "Guarda cos'ha fatto."
"Ha idea di dove sia?"disse Clark.
"Ha detto di volersi liberare di una cosa e che c'è solo un posto dove poterlo fare."disse l'uomo"Non
so che significa."
Clark corse e arrivò sulla diga ansimante,trovando Erik sul bordo.
"Erik!"urlò Clark "ERIK,NON FARLO!"
"Ci si rivede,Clark."disse lui sorridendo e gettandosi.
Clark corse di sotto e non lo trovò "ERIK!"
"Quella volta dovevi lasciare che mi buttassi giù."disse Erik alle sue spalle "Meglio morire che
vivere così."
"Dimmi perché ti sei buttato giù dal ponte?"disse Clark.
"Sperimento i miei poteri,per vedere se hanno limiti."disse Erik "E pare proprio di no."
"Senti...ti ci devi abituare gradualmente,devi dargli un po' di tempo."disse Clark.
"Ah si?"disse Erik "Come lo sai?"
"Non lo so,ma per tutte le cose ci vuole tempo."disse Clark.
"Oh,quindi con il tempo i miei non avranno più paura di me,la ragazza dei miei sogni non mi
considererà un pazzo e la polizia non mi darà più la caccia."disse Erik avvicinandosi.
"Io posso aiutarti."disse Clark.
"Non voglio il tuo aiuto!"disse Erik che lo afferrò e lo mandò contro una rete di metallo che cedette.
Clark cadde vicino ad un generatore elettrico.
Erik si avvicinò e Clark vide che la scatola di metallo con dentro il ciondolo si era aperta.
"Per loro sono un criminale,così avranno un motivo per aver paura di me."disse Erik.
Clark si alzò e l'altro lo afferrò.
"Dimmi una cosa."disse Erik "Se tu avessi dei super poteri non li useresti?"
"Si,per fermare quelli come te."disse Clark.
"Niente al mondo potrà fermarmi."disse Erik che lo scagliò contro un generatore.
Clark cadde a terra e trovò il ciondolo.
"Ti sbagli."disse Clark.
"Questo lo vedremo."disse Erik prendendo un filo elettrico che diffuse scariche su di lui.
Clark si alzò e prese la mano con il filo,con quella dove c'era il ciondolo.
I 2 presero la scossa e la pietra si illuminò di luce verde,poi caddero a terra.
La ferita sulla fronte di Clark si richiuse subito,poi lui sentì il dolore dato dalla roccia verde e la
mise nel contenitore.
"Erik..."disse Clark che lo soccorse.
"Ho tanto freddo."disse Erik "Ho tanto freddo."
Poco dopo Erik venne portato via dai medici.
"I suoi cosa faranno adesso?"disse Clark.
"Non ne ho idea."disse Jonathan "Comunque,quel ragazzo ha sempre dato loro dei problemi.
Tu come ti senti?"
"Tutto normale per me."disse Clark.
"Clark,sono 2 cose distinte i tuoi super poteri e la tua personalità."
"Lo so."disse Clark "Non fanno che complicarci la vita."
"Hai visto come si può essere distruttivi?"disse Jonathan "Questo conferma che sei una persona
speciale."
"Per fortuna Erik non ha preso le mie risorse migliori."disse lui "Tu e la mamma."
"Andiamo."disse Jonathan.
Lex era seduto al tavolo davanti al camino e parlava al telefono "Ciao papà.
Come vanno gli affari?"
"Domani il Planet annuncerà che abbiamo comprato la compagnia di Sir Henry."disse Lionel.
"Mi sono meritato una menzione?"disse Lex.
"Nel terzo paragrafo."disse Lionel "Bisogna avere fiducia nella famiglia.
Sono fiero di te."
"Grazie papà."disse Lex "Detto da te ha un certo peso."
Lex attaccò e Roger entrò.
"I tuoi cosiddetti esperti si sbagliavano su Clark Kent."disse Lex "L'ho visto con i miei occhi,si è
ferito.
È un ragazzo normalissimo."
"No, non è possibile."disse Roger "Tu come lo spieghi l'incidente?"
"Non lo spiego."disse Lex "Ma preferisco chiudere l'argomento."
"C'è qualcosa di strano,Lex."disse Roger.
"Non mi interessa."disse Lex "I Kent sono intoccabili.
Hai capito?
Hai qualcosa per me?"
Roger gli diede una busta e lui la aprì.
"Riuscita bene questa foto."disse Lex "Chi l'ha organizzato?"
"Chi pensi sia stato?"disse Roger.
"Vittoria?"disse Lex.
"Tuo padre."disse Roger andando via.
Nelle foto Vittoria era a letto con Lionel.
Lana entrò nel cinema e trovò Clark.
"Ciao,stavo giusto per chiudere."disse Lana.
"Ti ho riportato la collana."disse Clark mostrando la scatola.
"Che bel cofanetto."disse lei "Chi te l'ha dato?"
"Un amico."disse Clark "Ha un'armatura di piombo.
Voglio che ce l'abbia tu.
Così potrai proteggere i tuoi ricordi."
Lei lo prese.
"È un modo per dirmi di non metterla più?"disse Lana.
"Ti tiene lontana da me."disse Clark.
"A volte devi mollare per poter andare avanti."disse Lan uscirono in piena notte.
Clark si guardò intorno.
"Stai bene?"disse Lana "Di nuovo il peso del mondo sulle tue spalle?"
"Direi di si."disse Clark "Posso accompagnarti a casa?"
"Ho appuntamento con Whitney al negozio."disse lei "Alla prossima?"
"Alla prossima."disse Clark "Buona notte Lana."
"Notte."disse lei.
I 2 si separarono.
