SMALLVILLE:IL FIORE DELLA FOLLIA
Una grande macchina rossa,simile quasi ad un furgone,sfrecciava in una strada tra i boschi.
Dentro c'era un uomo con i capelli neri,giaccone blu,jeans blu e stivali neri che parlava al telefono.
Accanto a lui c'era un fiore contenuto in un vaso.
Il fiore aveva grossi petali gialli appuntiti,arancioni nella parte interna e al centro c'erano dei rametti
rossi intricati e diretti verso l'alto.
"Si,sono James."disse l'uomo "Lionel Luthor sta aspettando la mia telefonata.
BENE E CON QUESTO?
NON ME NE FREGA NIENTE SE È IN RIUNIONE!
LO VOGLIO AL TELEFONO!
MI È SUCCESSA UNA COSA INCREDIBILE!"
L'uomo guardò il fiore "NON HO INTENZIONE DI ASPETTARE!
LO CHIAMI IMMEDIATAMENTE!"
L'uomo sbatté il cellulare sulla parte interna dell'auto e guidò a tutta velocità.
Davanti a lui c'era il furgone di Jonathan Kent che ascoltava musica tranquillamente.
L'uomo iniziò a suonare il clacson.
"Che cos'è questa fretta,amico?"disse Jonathan "Un momento…
Ehi!"
"MUOVI QUELL'AUTO!"urlò l'uomo che accelerò talmente tanto da andargli addosso,poi andò sul
lato sinistro e gli andò addosso "VUOI TOGLIERTI DI MEZZO?"
L'uomo tentò di superarlo a destra,ma andò contro un recinto,il mezzo uscì di strada e fece un
volo enorme.
"Cazzo!"disse Jonathan che fermò l'auto e scese "EHI!
TU LI!
MI SENTI?"
Jonathan lo portò fuori dal mezzo da cui usciva fumo e se lo caricò in spalla,allontanandosi,poi lo
mise a terra.
Il mezzo esplose.
"Giusto in tempo."disse Jonathan "Sei salvo.
Senti,ce la fai ad alzarti?"
Un fiore identico a quello in macchina si mosse verso di loro e chiuse i petali,poi buttò fuori una
sostanza aerea verdastra che finì sulla faccia di Jonathan.
Lex Luthor era nel suo studio e si versò del succo di frutta.
Indossava un maglione grigio e pantaloni neri.
Un uomo in giacca e cravatta arrivò e fece entrare Hamilton.
"Dottor Hamilton."disse Lex "Sbaglio o nel contratto avevamo escluso le visite improvvise?"
"Qualcuno è penetrato nel laboratorio."disse Hamilton.
"Vuol dire nel granaio?"disse Lex.
"Il materiale per il mio esperimento è stato rubato da un suo dipendente."disse Hamilton.
"Come fa un mio dipendente a sapere delle sue ricerche."disse Lex avvicinandosi.
"Mi aiutava ad installare un'apparecchiatura."disse Hamilton.
"Cos'ha rubato?"disse Lex camminando.
"Un fiore."disse Hamilton e Lex si fermò.
"Sta scherzando?"disse Lex.
"Si chiama Nicodemus,è estinto da un centinaio di anni..."disse Hamilton.
"L'avevo assunta per studiare l'effetto dei meteoriti,è questo il suo compito,lei è un esperto in
mineralogia,perché perde tempo a fare stupidi esperimenti di botanica?"disse Lex.
"Irradio i semi con frammenti di meteoriti,ecco perché."disse Hamilton.
"Mi interessano gli effetti sulle persone,non sulle piante."disse Lex andando al tavolo.
"È un primo passo."disse Hamilton "La scienza è proprio questo.
Un processo.
Un viaggio.
Sa che c'è?
O lo capisce o si trova qualcun altro."
Hamilton andò alla porta.
"Come si chiama?"disse Lex.
"James Beers."disse Hamiton "Ho saputo che ha avuto un incidente d'auto,per poco non è morto,ma
un tipo è riuscito a salvarlo."
"Immagino sia stato Clark Kent."disse Lex.
"No,è stato suo padre,Jonathan."disse Hamilton.
Clark tornò a casa.
Indossava una camicia rossa,con righe nere,jeans,scarpe marroni,aveva un giubbotto blu in mano e
lo zaino rosso e nero sulla spalla.
Lui appoggiò il giaccone all'inizio delle scale e si tolse lo zaino.
"Mamma?"disse Clark "Papà?
Dicono che c'è stato un incidente..."
Clark arrivò in cucina e spalancò gli occhi vedendo Marta che baciava Jonathan,stando seduta sul
tavolo.
Clark si voltò "Scusate,non volevo."
Marta si alzò.
"L'eroe che è in me si è risvegliato dal letargo."disse Jonathan dandole una sculacciata sul sedere.
"Oh Dio,ma che cos'ha?"disse Clark mentre Jonathan andò al frigo.
"Non lo so,è da quando è tornato che si comporta in questo modo."disse Marta.
"Senti,Clark..."disse Jonathan prendendo una birra "...ce la partita in tv,vuoi vederla con me?"
"Perché non hai niente da fare?"disse Clark.
"Il lavoro può a spettare."disse Jonathan che aprì la birra con un colpo di mano "E poi,senti...me lo
merito un riposino.
Mi sostituirai tu."
Jonathan pulì la birra che colava con la tenda.
"Jonathan!"disse Marta che gli tirò un panno.
"Questa faccenda dell'eroe ti ha dato un po' alla testa."disse Clark.
Lex bussò "Spero di non disturbare."
"No,Lex,vieni pure."disse Marta.
"Che c'è di nuovo?"disse Clark.
"Cerco il signor Kent."disse Lex aprendo la porta con la retina interna.
"Che diavolo vuoi?"disse Jonathan.
"Volevo sapere come sta,ho saputo che ha soccorso un mio dipendente."disse Lex.
"Non è vero,vuoi sapere se intendo denunciarti."disse Jonathan "Certo una bella denuncia
risolverebbe i miei problemi economici."
"Jonathan adesso basta!"disse Marta.
"No,invece non basta,Marta."disse Jonathan "Vedi a me non piace Lex Luthor,non mi piace Lionel
Luthor soprattutto e non mi piace che siano amici di mio figlio!
Anzi se i Luthor morissero tutti in un rogo non verserei una lacrima!"
"Papà,smettila adesso."disse Clark afferrandogli il braccio destro.
Jonathan si tolse il braccio di dosso e ruttò in faccia Lex Luthor "Vado a fare un sonnellino."
Jonathan si avviò alle scale "Ti aspetto su cara."
Jonathan andò via.
"Lex..."disse Marta seguendolo.
I 2 rimasero a guardare il vuoto allibiti.
Clark entrò a scuola con Pitt che aveva la tuta da ginnastica.
"Non dirmelo."disse Pitt "Ubriaco che rutta a tutto spiano e fa proposte oscene a tua madre?
Ah...congratulazioni,Clark,tuo padre è in fase regressiva adolescenziale."
"Ultimamente ha subito molti stress,forse sta crollando."disse Clark "Un sonnellino di 3 ore in
pieno pomeriggio."
"Non lo so,ma mi piace il fatto che abbia maltrattato Lex."disse Pitt.
"Perché?"disse Clark "Cos'hai contro Lex?"
"Vediamo...ha solo licenziato i miei dalla sua fabbrica."disse Pitt.
"È successo 12 anni fa e non è stato lui,ma suo padre."disse Clark.
"A me quello non è mai andato giù."disse Pitt.
"E perché non me l'hai mai detto?"disse Clark.
"Speravo che prima o poi capissi che tipo è."disse Pitt.
Chloe arrivò correndo con un blocco in mano.
Indossava una maglietta viola,jeans blu e scarpe nere.
"Qual'è il vostro più grande desiderio."disse Chloe "Se non ci fosse nulla a trattenervi cosa fareste?"
"Ciao,anche a me fa piacere vederti."disse Clark.
"Che succede?"disse Pitt.
"Il direttore Quan dice che devo tastare di più il polso degli studenti."disse Chloe "Allora vi sto
chiedendo di dare il vostro contributo."
"Posso dare il mio contributo uscendo con quella?"disse Pitt guardando una ragazza.
"Fino ad ora le risposte hanno avuto a che fare con il sesso e con la violenza."disse Chloe.
"È la natura umana Chloe."disse Pitt che corse via "A dopo."
Clark camminò con Chloe "Tu sapevi che a Pitt non piace Lex?"
"Questo solo perché è geloso della vostra amicizia."disse Chloe "Non siete più amici come una
volta."
"Ciao."disse Lana che aveva una maglietta rosa,jeans blu e stivali neri.
Chloe mostrò il questionario "Ciao.
Che mi dici?
Qual'è il tuo desiderio?"
"Vorrei scalare il mulino dei Jefferson."disse Lana e tutti rimasero allibiti.
"Veramente?"disse Chloe "È questo il tuo più profondo desiderio?"
"Pare che da lassù si veda l'intera città di Metropolis."disse Lana "Peccato che non ho il coraggio di
salirci da sola."
"Va bene."disse Chloe che scrisse.
"Se vuoi mi invento qualche altra cosa."disse Lana.
"No,è carino quello che dici,svela un tuo lato nascosto."disse lei.
"Io vado."disse Lana.
"Bene,Clark,tocca a te."disse lei.
Clark guardò Lana salire le scale.
"Clark?"disse lei e lui si girò "Ti dispiace rispondere alla mia domanda?"
"Lana è inavvicinabile da quando il padre di Whitney è in ospedale."disse Clark.
"Non c'è solo lei."disse Chloe mettendo il blocco sul petto e incrociando le braccia "Ci sono ragazze
con cui non hai la sensazione di attraversare un campo minato."
"Forse,ma io non riesco a pensare a nessun'altra che a lei."disse Clark.
"Forse,comunque è tua la scelta."disse Chloe "O continui ad osservare il mondo attraverso il tuo
telescopio o ti dai una mossa."
Chloe si allontanò.
Clark rimase a pensare.
Jonathan scese le scale e sorrise,andando ad abbracciare Marta da dietro "Ciao..."
"Ciao."disse Marta.
"Perché non ce ne andiamo sul solaio a divertirci un po',eh?"disse Jonathan toccandole il sedere.
"No,non adesso."disse Marta prendendo la giacca "Bisogna pure che qualcuno lavori.
Perché non chiami Lex Luthor e gli chiedi scusa?"
Lui le si mise davanti "Ah si?
E perché dovrei,EH?
In fondo gli ho solo detto la verità."
"È un bene che tu riesca ad esprimere i tuoi sentimenti,ma non fino a questo punto."disse
Marta"Che cosa ti sta succedendo,amore?"
"Niente."disse lui che le baciò la mano "Mi sento libero."
"Non hai un bell'aspetto."disse lei che gli toccò la fronte "Ma tu scotti.
Mettiti a letto,quando torno ti preparo un brodo caldo."
"Ehi."disse lui abbracciandola "C'è un modo migliore per togliere la febbre."
"Tesoro,devo proprio andare,veramente."disse Marta che uscì "A dopo."
Il telefono squillò e si udì la segreteria "Jonathan,sono Jim Alexander,della banca.
Mi dispiace,ma purtroppo la direzione ha deciso di sospendere il tuo prestito."
Jonathan prese il telefono "Pronto Jim.
Io ho dato il sangue per tutta la vostra comunità e voi adesso mi ripagate sospendendomi il prestito?
Bene,adesso sai che faccio?
Adesso vengo in banca e tu devi avere il coraggio di strappare il contratto e sbattermelo in faccia!
Voglio vedere se hai ancora le palle o se tua moglie te le ha chiuse in un cassetto."
Jonathan spaccò il cellulare su una colonna.
Poco dopo guidò a tutta velocità in paese e stava per causare un incidente.
Clark lo vide e spalancò gli occhi.
Jonathan aprì lo sportello mentre guidava "CHI TI HA INSEGNATO A GUIDARE,IDIOTA!?"
Clark restò sconvolto e lo seguì a super velocità.
Jonathan scese con un fucile e Clark lo afferrò.
"Papà,che cosa vuoi fare?"disse Clark.
"Ho lavorato una vita per questa città e loro mi vogliono incastrare."disse Jonathan "Questa volta
hanno esagerato.
Glie la faccio pagare!"
Clark lo trattenne "Ma non con il fucile,papà.
Pensa a quello che fai."
"So quello che faccio,ragazzo,e ora togliti di mezzo!"urlò Jonathan.
Clark afferrò la punta del fucile,Jonathan si voltò e per sbaglio gli sparò sul petto.
I proiettili rimbalzarono.
"Clark..."disse Jonathan che barcollò e cadde a terra.
Clark lo soccorse "Papà?
Papà?
La notte seguente Jonathan era in ospedale e Marta e Clark erano fuori dalla stanza.
"I sintomi sono gli stessi dello shock anafilattico."disse un medico "Ma non è un antigene
conosciuto."
"Ma allora che cos'è?"disse Marta.
"Se tutto questo fosse successo ieri avrei detto di non aver mai visto niente del genere,ma è arrivato
un uomo con gli stessi sintomi,un certo James,ha avuto un
incidente d'auto."disse il medico.
"Ma è l'uomo che papà ha salvato."disse Clark "Come sta?"
"Non bene."disse il medico "È entrato in coma un'ora fa."
I 2 si guardarono preoccupati e Clark abbracciò la madre.
Lana e Chloe scesero dall'auto rossa di notte.
Chloe indossava il lungo cappotto marrone e aveva la torcia.
Lana aveva una giacca azzurra.
"Bene,dimmi cosa ci facciamo qui."disse Lana.
"Allora il signor Kent e quell'altro hanno gli stessi sintomi e questo è il solo posto dove sono stati
entrambi."disse Chloe "Quello di cui soffrono è stato provocato da qualcosa successo qui."
Lana prese una torcia "Che stiamo cercando?"
"Non lo so."disse Chloe "Accidenti...i rottami cominciano qui e finiscono in quel fosso.
Dev'essere stato un impatto violento."
Chloe iniziò a fotografare.
Lana si allontanò e andò nel bosco "Chloe ho trovato una cosa strana."
Lana raccolse una bamboletta ,poi vide il fiore muoversi e si avvicinò.
La pianta le spruzzò in faccia la sostanza.
"Cos'hai trovato?"disse Chloe.
"Niente."disse Lana mostrando l'oggetto.
"Beh,pazienza."disse Chloe "Andiamo via,qui non c'è niente di interessante."
Lana tornò alla macchina e starnutì,poi starnutì ancora.
"Salute."disse Chloe che mise in moto il veicolo.
Lex era nel laboratorio di Hamilton che aveva una serie di cilindri di vetro,con le estremità di
metallo e la base illuminata da luce bianca,con dentro dei fiori,messi in fila su un tavolo.
"Non è stato del tutto sincero con me,Hamilton."disse Lex.
"Glie l'ho detto."disse Hamilton "È tutto sotto controllo."
"Due uomini con un'inspiegabile malattia di cui nessuno sembra conoscere la cura non è una
situazione sotto controllo."disse Lex mostrando un libro "Ho fatto anch'io una ricerca sui suoi
illeciti esperimenti di botanica."
Lex mise il libro sul tavolo.
"Pare che nel lontano 1871 una strana epidemia abbia colpito il distretto di Morley."disse Lex "200
persone sono morte in una notte,un prete ha lasciato una sua testimonianza in un diario.
Descrive persone che improvvisamente perdono i freni inibitori e tutto questo per colpa di un fiore."
Lex prese il libro e lesse "Nei meravigliosi prati di Yahweh cresce un fiore malvagio come i
mercanti del tempio.
Un tentatore silenzioso che con uno spruzzo di polline scatena i peggiori istinti dell'uomo
spingendolo alla violenza."
"Questo è semplice folclore per noi scienziati."disse l'uomo.
Lex si avvicinò ai fiori "In questo caso non avrà nulla in contrario se alzo il coperchio e sento il
profumo."
L'uomo mise la mano sul contenitore.
"Perché l'ha riportato in vita?"disse Lex.
"Questo fiore pare contenga delle tossine che ,benché mortali,possono avere altre
implicazioni."disse l'uomo.
"Non sono qui per finanziare i suoi hobby personali."disse Lex "A me interessano soltanto i
meteoriti."
"Voleva sapere l'effetto che hanno sulle persone."disse Hamilton "Questo è un esempio."
"Mandarle all'ospedale non era parte del piano."disse Lex.
"Ogni scoperta ha le sue conseguenze."disse Hamilton.
"Se Jonathan Kent morisse perderebbe qualcosa di molto più prezioso della sua ricerca."disse
Lex"Porterò via uno di questi fiori,ho un gruppo di esperti pronti a lavorarci."
"Questa è la mia ricerca."disse Hamilton.
"Non mi interessa affatto la sua ricerca."disse Lex "Io voglio trovare una cura."
Lex si allontanò e andò via.
Hamilton mise la mano sul vetro e il fiore si piegò verso di lui.
Il giorno dopo Whitney vide entrare Lana a scuola.
Aveva una maglietta nera,scollata,senza maniche,con delle rose sul vestito,gonna corta di pelle nera
e stivali neri.
Entrò atteggiandosi come una star.
Whitney si mise nel corridoio e lei gli toccò la spalla,girandoci intorno.
"Accidenti."disse Whitney "Sei uno schianto.
Cosa si festeggia?"
"Niente."disse Lana accarezzandolo e avvicinandogli il viso al suo "Ma potremmo saltare la
lezione."
"Ah...io…io non posso,devo fare un mucchio di cose."disse Whitney "Devo andare al negozio e
passare da mio padre."
"Sai una cosa?"disse Lana "Sono stanca delle tue scuse.
Da quando tuo padre sta male,tu non mi diverti più."
Lana lo spinse via con l'indice destro e andò via.
Lui le andò dietro "Mi dispiace,Lana,ma mio padre è importante."
"Lascia stare,questa faccenda mi annoia."disse Lana.
"Lana..."disse lui afferrandola "Si può sapere cosa ti succede?"
"Niente."disse Lana "Riesco a dirti quello che penso,finalmente."
"Se la pensi così forse dovremmo riconsiderare il nostro rapporto."disse Whitney.
"Si,infatti."disse Lana "È finita Whitney."
Lei andò via e salutò altri ragazzi.
Clark era al Torch,seduto di spalle alla porta.
Indossava una camicia bianca con linee nere orizzontali verticali.
Lana era appoggiata ad uno scaffale con il gomito destro "Non vai a lezione,Clark?"
"Veramente,non ne ho voglia..."disse Clark voltandosi e rimanendo scioccato.
"Qualcosa non va?"disse Lana.
"No,sei bellissima."disse Clark "Sei diversa?"
Lei entrò e girò su se stessa "Ti piaccio?"
"Si..."disse Clark e lei si sedette sulla scrivania davanti a lui.
"Senti è vero che la vita è dura,ma non devi lasciarti abbattere."disse Lana.
"A volte è molto difficile."disse Clark.
"Il segreto è non lasciarsi coinvolgere e circondarsi di amici."disse Clark "Che possano distrarti.
Fidati."
"Io di te mi fido,Lana."disse Clark.
"Bene."disse lei sorridendo e alzandosi "Allora seguimi."
Lei prese Clark e lo portò nella zona piscina della scuola,chiudendo la porta a chiave.
"Che ci facciamo qui?"disse Clark.
"È tranquillo."disse Lana.
"Si,ma è proibito..."disse Clark "...entrarci."
Lana si slacciò gli stivali,poi si mise sul bordo slacciandosi la cinta della gonna "Tu pensi
troppo,Clark.
Clark sorrise "Non ti riconosco più,sembri un'altra..."
"Magari..."disse lei abbassandosi la gonna e tirandogliela con la gamba "Sono più me stessa che
mai."
"Lana...senti...è una pazzia."disse Clark.
"Questo è il punto."disse Lana "Se la vita non ti permette di fare qualche pazzia non vale la pena di
viverla.
È così che devi prenderla."
Lei si tolse la maglietta "Ma la domanda è...anche tu vuoi quello che voglio io?"
"Penso di si."disse lui e lei si tuffò in piscina facendo una capriola.
"Lana..."disse Clark ridendo.
"Che aspetti ad entrare in acqua?"disse Lana.
"No,non credo sia il caso."disse Clark.
Lana sorrise e si avvicinò,uscendo dalla piscina e avvicinandosi "Io lo so che mi desideri.
Perché non ti lasci andare?
Coraggio.
Non sei fatto di legno.
O forse si."
Lei gli accarezzò la fronte e avvicinò il suo viso al suo.
Clark la baciò.
"Aspetta..."disse Clark.
"Non sei stanco di aspettare?"disse Lana ridendo e lui perse l'equilibrio.
"Forse ti serve una spinta."disse Lana che lo spinse in acqua con il dito.
Lana sentì qualcuno aprire la porta e andò via.
Clark riemerse e vide il preside a braccia incrociate.
Chloe,che indossava il cappotto viola lungo,era seduta nel Torch "Mi stai dicendo che si è spogliata
davanti a te?
Lana Lang in tutto il suo splendore?"
"Mutandine e reggiseno."disse Clark asciugandosi "Poi è arrivato Quan."
"Almeno sabato potrai pensare a lei in reggiseno e mutandine."disse Chloe scrivendo al computer.
"Una pazza."disse Clark sedendosi sul tavolo "Ho sempre voluto che mi parlasse così,ma sembrava
un'altra persona."
"Un vero tentativo di seduzione."disse Chloe.
"Prima mio padre e poi Lana."disse Clark.
"Era fuori di testa anche il tizio che tuo padre ha soccorso."disse Chloe.
"3 persone fuori di testa e tutte e 3 sono state in quel luogo."disse Clark.
"Anche io ci sono stata eppure sto benissimo."disse Chloe.
"È l'unico collegamento."disse Clark.
"Ehi,un momento."disse Chloe controllando alcune foto che aveva scattato "Non siamo i soli a
frequentare i boschi."
"Vedi qualcuno?"disse Clark.
"È il dottor Hamilton."disse Chloe.
"Quello dei meteoriti?"disse Clark.
"Si."disse Chloe.
"Cosa fa nascosto nella boscaglia?"disse Clark.
"Non lo so,ma sento che non è una coincidenza."disse Chloe "Vado a parlargli."
"Io vado a parlare con Lana,quello che è successo a mio padre,sta succedendo anche a lei."disse
Clark andando via.
Lex era seduto al Taloon e parlava al telefono"Non mi dire che facciamo progressi.
Poco fa ho visto i pazienti,peggiorano."
Lana entrò e una cameriera la raggiunse.
"Lana dove sei stata?"disse la donna "La mia amica è malata e non c'è nessun'altra."
"Questo non è un mio problema."disse Lana.
"Si,invece."disse la donna "Nell è a New York e la vice direttrice sei tu."
"Beh,mi prendo un pomeriggio di libertà,quindi stiamo per chiudere."disse Lana che fischiò e tutti
la guardarono "Ascoltate gente,oggi chiudiamo in anticipo,offre la casa.
Buon divertimento."
"Ti richiamo più tardi."disse Lex.
Lana si mise un po' di panna sul dito ed iniziò a mangiarla.
Lex si avvicinò "Lana...il Taloon chiude alle 9."
"Oggi no."disse Lex.
"Lana,questo atteggiamento con me non funziona."disse Lex "Stai parlando con uno che l'ha avuto
molto tempo prima di te."
"L'ho sentito dire."disse lei "So che eri uno scapestrato prima di venire qui a Smallville."
"E non ne vado fiero."disse Lex.
"Sii,sincero."disse Lana "Non te ne importa granché del Taloon."
Lana iniziò a toccargli la pancia "Ci hai investito i tuoi soldi solo perché te l'ho chiesto io.
Dimmi,perché hai comprato il Taloon?"
Lei gli toccò il labbro con il dito con la panna.
"Dietro ogni azione dei Luthor c'è sempre un secondo fine."disse Lana "A me puoi dirlo.
L'hai fatto solo per il profitto?"
Lex le prese la mano "Non capisco chi sei veramente,ma questa non sei tu.
Lana ti senti bene?"
"Veramente..."disse lei andandogli alle spalle e toccandolo "Mi sento intimidita,dovrò essere
guidata.
Sai...da qualcuno con un po' più di esperienza.
Che ne dici,capo?"
Lui si voltò e la afferrò "Lana,dove sei stata nelle ultime 24 ore?"
Lei si liberò delle mani "Questo non ti riguarda.
Qual'è il tuo problema?"
"Questa non sei tu."disse Lex "C'è un..."
Lei lo spinse "Perché?
Perché non faccio quello che mi hanno insegnato?!
Perché non rimango in angolo a leggere un libro?!
Per una volta non ho paura della vita,MA GLI ALTRI PREFERISCONO VEDERE IN ME..."
Lana lo spinse ancora "...UNA STUPIDA RAGAZZINA INSICURA,CHE NON FA ALTRO CHE
LAMENTARSI PER LA MORTE DEI SUOI GENITORI!"
Lei prese una tazzina,la lanciò, Lex si chinò e la tazza prese il muro.
Lana corse via dopo avergli preso le chiavi ed iniziò a guidare a tutta velocità la sua auto.
"Lana..."disse Clark che andò in un angolo e corse a super velocità.
Chloe andò da Hamilton "Dottor Hamilton,salve.
Chloe Sullivan,dello Smallville Torch.
Abbiamo parlato delle meteore tempo fa."
"Ah,Chloe..."disse Hamilton.
Lei mise la foto sul tavolo "Mi dica che cosa faceva l'altra sera nascosto nel bosco."
"Quello che faccio tutte le sere."disse Hamilton "Cerco campioni di meteoriti.
È più facile vederli di notte."
"Quindi non ha visto me e la mia amica."disse Chloe.
"Ho sentito delle voci,ho visto i fari,ai ragazzi piace divertirsi,A ME NON PIACE LA
COMPAGNIA!"disse Hamilton.
"Non stava perlustrando il luogo dell'incidente?"disse Chloe.
"Quale incidente?"disse lui e Chloe vide il libro,mentre lui si alzava.
"Devo essermi sbagliata."disse Chloe "Mi scusi per il disturbo."
"E lei cosa ci faceva nel bosco?"disse lui.
"Mi divertivo con gli amici."disse Chloe.
Lana arrivò davanti al mulino e Clark la raggiunse.
"Lana."disse Clark "Che fai?
Lex lo sa che hai la sua auto?"
"L'avrà capito ormai."disse Lana andando alla scala.
"Ti è successo qualcosa,ma non ho capito cosa."disse Clark seguendola.
"Finalmente non sono più repressa."disse Lana "Sono libera."
"Non sei libera."disse Clark.
Lei si voltò ridendo "Tu si invece?
Potevi avermi in piscina,ma non ne hai approfittato.
Vedo come mi guardi.
Perché non mi dici cosa provi?"
"Tu non stai bene."disse Clark "Ti porto subito in ospedale."
"Non cambiare discorso Clark."disse lei "Non sei innamorato di me?"
"Ecco..."disse lui.
"Sei un vigliacco,non sai rispondere ad una domanda."disse lei che iniziò a salire la scaletta "Se
vuoi stare con me,vieni a prendermi."
"Lana,fermati."disse Clark.
"Che ti succede Clark?"disse Lana "Hai paura delle altezze?"
"Che stai facendo?"disse Clark "Torna giù!"
Lana iniziò ad avere la vista annebbiata.
"Lana!"urlò Clark.
Lei cadde e lui la prese al volo.
"Clark..."disse Lana e poi svenne.
Marta era davanti al letto di Jonathan e vide Lana su una barella che veniva portata dentro
l'ospedale e Clark era vicino.
"Cos'è successo?"disse Marta.
"Ha gli stessi sintomi di papà."disse Clark "Papà come sta?"
"Poco fa è entrato in coma."disse Marta "I medici non sanno se si riprenderà."
Lex era dietro Marta.
Clark si avvicinò ai vetri.
"Signora Kent,ho fatto venire degli specialisti,farò il possibile per il signor Kent."disse Lex.
Lei entrò nella stanza.
Lex andò da Clark "Clark,mi dispiace."
"Non è colpa tua."disse Clark.
Chloe,Pitt e Clark erano in mensa a scuola.
Clark indossava una maglietta rossa e Pitt una bianca e blu.
"Ho visto che Hamilton ha una copia di questo libro."disse Chloe mostrando una fotocopia.
"Diario di Nicodemus."disse Clark prendendo il foglio.
"Parla del primo mistero di Smallville."disse Chloe "Nel 1861 la gente scriveva,ma non c'era un
ufficio postale."
"Era strana prima ancora che ci cadessero i meteoriti?"disse Pitt.
"Si."disse Chloe"In questo libro si parla di un fiore.
Loro lo chiamavano Nicodemus.
Prima di tutto ti toglie le inibizioni,poi portava alla follia e alla febbre e alla fine...ecco…"
"Dove si può trovare questo fiore?"disse Clark.
"È estinto da più di 100 anni."disse Chloe "Dopo il massacro le milizie hanno incendiato la città per
essere certi di aver distrutto tutti i fiori.
Il Nicodemus non esiste più."
"Hamilton cosa centra?"disse Clark "Non è geologo?"
"Ma è fissato con i meteoriti."disse Chloe.
"6 anni fa ha scritto quest'articolo."disse Pitt dando una cartellina a Chloe.
"Questa è la sua ultima scoperta."disse Chloe "Qui afferma che i meteoriti si possono usare per
irradiare le cellule di piante estinte."
"Hamilton ha riportato in vita il Nicodemus con i suoi esperimenti."disse Clark.
"Ma in segreto,ovviamente."disse Pitt.
"Andiamo a parlargli."disse Clark.
"Aspettate,c'è di più."disse Chloe alzandosi con lui "Hamilton non ha letto il diario di Nicodemus.
Lex invece si."
"Dici che Lex è coinvolto?"disse Clark.
"Te l'ho detto che quello è un balordo."disse Pitt.
"Pitt non sappiamo ancora niente."disse Clark.
Lex era al telefono una sera "Bene.
Richiamerò."
Clark lo raggiunse.
"Era uno dei miei specialisti,pare che abbiano individuato il problema."disse Lex.
"Per caso a che vedere con il Nicodemus?"disse Clark "Lo so che hai preso il diario in biblioteca."
"Infatti è così."disse Lex.
"Perché?"disse Clark.
"La mia proprietà è stata costruita sull'antico insediamento di Morley."disse Lex "L'ho sempre
considerata una storia affascinante.
I sintomi che mostra tuo padre sono identici a quelli descritti nel libro."
"Perché non me ne hai parlato?"disse Clark.
"Clark è una storia semplicemente assurda."disse Lex camminando.
"Tu conosci il dottor Hamilton?"disse Clark.
"Chi è?"disse Lex.
"Non mentire,Lex!"disse Clark che gli afferrò la giacca con la mano sinistra e lo fermò.
"Adesso cerca di calmarti."disse Lex e Clark tolse la mano "So che sei preoccupato per tuo padre e
Lana,ma ho solo preso in prestito quel libro.
Non sono responsabile di quanto è successo,ma sto cercando di sistemare le cose e questa è la verità
Clark."
Chloe e Pitt si introdussero di notte nel laboratorio di Hamilton.
"Tieni più bassa quella torcia."disse Chloe.
"Sembra che tu abbia fatto la ladra per tutta la vita."disse Pitt.
Pitt fece cadere una scopa.
"Ma vuoi stare attento?"disse Chloe.
Pitt si avvicinò a dei teli e fece cadere una delle confezioni cilindriche a terra.
"Pitt?"disse lei vedendo il fiore a terra.
Pitt le apparve alle spalle spaventandola e sorridendo "Stavi cercando me?"
"Anche tu..."disse Chloe.
Pitt gli accarezzò il volto "Sai che sei una donna bellissima?"
"Pitt,sei stato contagiato,andiamo in ospedale."disse Chloe che corse,ma lui la superò e la afferrò.
"Ferma!"disse Pitt "Hai ragione.
Non è nessuno Pitt.
Te ne freghi dei suoi sentimenti,hai occhi solo per Clark!"
"Calmati,Pitt."disse Chloe che andò verso una scrivania con il telefono "Adesso lo chiamo."
Pitt prese il telefono e lo gettò a terra,poi cominciò a gettare a terra i libri "Se la starà spassando con
il suo amico Lex Luthor."
Pitt prese una pistola "Dammi le tue chiavi."
"Perché?"disse Chloe "Dove vuoi andare?"
Lui puntò la pistola "Dico sul serio Chloe.
DAMMI QUELLE MALEDETTE CHIAVI!"
Lei ubbidì.
Clark entrò nella stanza d'ospedale e Marta era già accanto a Jonathan.
"Sta meglio?"disse Clark.
"Ancora no."disse Marta "Clark...la persona che tuo padre ha salvato è morta mezz'ora fa."
"Con tutti i miei poteri non posso fare niente."disse Clark "Cosa faremo se papà..."
"Non lo so."disse Marta che prese la mano a Jonathan "Ti ho mai raccontato della prima volta che
ho visto tuo padre?"
"No."disse Clark.
"Era all'università di Metropolis,era seduto vicino ad una fontana e stava sgranocchiando una
mela."disse Marta "Allora io gli ho chiesto in prestito i suoi appunti.
Lui non sapeva che ero l'assistente del professore e ancora adesso non lo sa."
"La solita modesta."disse Clark.
"Era così...bello."disse lei "Gli ho chiesto gli appunti e lui me li ha dati senza nemmeno
chiedere il mio nome così gli ho chiesto come sapeva che glie li avrei ridati indietro e lui disse che
preferiva credere nella gente."
"Lui è così."disse Clark.
"Mi ricordo che l'ho guardato e che ero...imbarazzata,perché pensavo stupidamente...che volevo
sposarlo. "disse Marta piangendo"Ed è ancora così.
C'è una parte di me che vorrebbe sposarlo ogni giorno."
Marta abbracciò Clark.
Chloe bussò alla porta "Mi scusi signora Kent.
Clark,posso parlarti un attimo?"
"Va pure."disse Marta.
Lui uscì.
"Mi dispiace."disse Chloe "Amilton ci ha mentito,il suo laboratorio è pieno di Nicodemus,Pitt è
stato contagiato e sta dando i numeri."
"Dov'è andato?"disse Clark.
"Ha preso la pistola e sta cercando Lex."disse Chloe.
Hamilton mostrò l'immagine di un libro a Lex che era seduto alla scrivania "Questo fiore è esistito
per qualche centinaio di anni.
I nativi americani devono aver sviluppato un antidoto per i suoi effetti e qui dentro c'è la ricetta."
"Dove l'hai trovato?"disse Lex.
"Spulciando in un vecchio museo,ma è un pezzo unico,lo rivogliono indietro."disse Hamilton.
"Lo porto subito a Metropolis dai miei esperti."disse Lex.
"Tu non vai da nessuna parte."disse Pitt.
Lex si alzò "Pitt.
Che ci fai qui?"
Pitt sparò contro un vaso e Lex si gettò a terra "SAPEVO CHE CENTRAVI TU!
FINGEVI DI ESSERE AMICO DI CLARK,MA NON LO SEI.
Suo padre sta per morire.
E PER COLPA TUA!"
"Che stai dicendo?"disse Hamilton.
"NON FAR FINTA DI NON SAPERLO!"urlò Pitt "HO VISTO IL TUO LABORATORIO!"
"È stato contagiato."disse Lex "Pitt,noi conosciamo la cura,possiamo far guarire tutti."
"NON SEI ALTRO CHE UN BUGIARDO!"urlò Pitt "CLARK NON SE N'ERA MAI RESO
CONTO,MA ADESSO PAGHERAI!"
"NO!"urlò Hamilton che corse e Pitt gli sparò alla spalla,facendo finire il quaderno nel fuoco.
"Pitt,se quel libro viene distrutto,tu,Lana e il signor Kent morirete."disse Lex.
"STAI MENTENDO!"urlò Pitt.
"Io voglio solo aiutarti."disse Lex alzandosi.
"TU SAI PENSARE SOLO A TE STESSO!"urlò Pitt "SEI APPENA ARRIVATO E PENSI DI
ESSERE IL MIGLIOR AMICO DI CLARK!
PENSAVO CHE CLARK CAPISSE LE PERSONE!"
"Lex,il libro."disse Hamilton che prese l'attizzatoio.
"Pitt,adesso prendo quel libro."disse Lex andando al camino "Se vuoi spararmi...fa pure."
"Nessun problema.."disse Pitt e Hamilton lo colpì.
Lex andò a prendere il libro e lo lanciò a Hamilton "Va via!"
Hamilton lo prese e fuggì,mentre Pitt sparava.
"Saluta il mondo,Lex!"disse Pitt puntando la pistola.
"Pitt!"urlò Clark entrando "NON FARLO!"
"Noi eravamo grandi amici."disse Pitt "Suo padre ha fregato il mio e lui sta distruggendo la nostra
amicizia.
Il mondo sarà meglio senza di lui."
"Metti giù quella pistola."disse Pitt.
"C'è lui dietro tutto questo,ho visto Hamilton con lui."disse Pitt "SONO COMPLICI, NON
CAPISCI?!"
"No,Clark,Hamilton ha agito da solo ed era qui per dirmi dell'antidoto."disse Lex "Pitt è stato
contagiato."
"Io non ti credo."disse Clark "Hai ragione Pitt.
Lex ha mentito a tutti,io so riconoscere un amico."
"Finalmente ci vedi chiaro."disse Pitt.
Clark si avvicinò a Lex che era impaurito.
"Clark,che vuoi fare?"disse Lex e l'altro lo afferrò per la giacca.
"Ora ti vedo per quello che sei."disse Clark "La nostra amicizia è finita!"
Clark lo scagliò contro il muro.
Pitt rise "Mi sei piaciuto."
Il ragazzo puntò la pistola "Lo finisco io."
Clark gli tolse la pistola a super velocità.
"Accidenti,ma come hai fatto?"disse Pitt.
"Non preoccuparti,ti porto in ospedale."disse Clark dandogli una leggera manata alla fronte e
facendolo svenire.
Lex si riprese "Ci hai dato dentro."
"Lo so,mi dispiace."disse Clark.
Lex vide Pitt "Quindi stavi fingendo?"
"Non sapevo che fare,voleva ucciderti."disse Clark che lo fece alzare.
"Sai che per un momento ho pensato che facessi sul serio?"disse Lex "Ma che ti danno da mangiare
alla fattoria?"
"Il dottor Hamilton era qui?"disse Clark.
"Tu cosa dici Clark?"disse Lex.
Clark tornò vicino al padre che si svegliò.
"Buongiorno dormiglione."disse Jonathan.
Clark lo abbracciò "Papà!
Ti sei ripreso."
"Che ci faccio qui?"disse lui.
"Jonathan!"disse Marta che lo abbracciò "I medici di Metropolis hanno trovato una cura,è un
vecchio rimedio dei nativi d'America."
"Come stanno Pitt e Lana?"disse Clark.
"Sono già in piedi."disse Marta.
"Papà,ti ricordi niente?"disse Clark.
"No."disse lui.
"I medici dicono che la febbre ha fatto dimenticare."disse Marta.
"Meglio."disse Clark.
Lex era sulla porta e se ne andò.
Chloe bussò alla porta del laboratorio ed entrò "Dottor Hamilton sono io..."
Chloe trovò il laboratorio del tutto vuoto,come se non fosse mai esistito.
Lex entrò nello studio con Hamilton.
"Che è successo al laboratorio?"disse Hamilton.
"Non esiste più."disse Lex.
"Come ha osato?"disse Hamilton.
"Per fortuna ha trovato la cura e le persone contagiate non ricordano niente,ma la gente parla."disse
Lex "Di certo quell'uomo lavorava per mio padre e poi c'è
Chloe Sullivan."
"Ho la sensazione che lei voglia licenziarmi."disse Hamilton.
"No,dottore."disse Lex"Lei ha molto talento,ma sarà necessario controllare il suo operato.
Di recente ho acquisito un centro ricerche poco fuori Metropolis.
I laboratori Cadmus,la nasconderò la dentro."
"Se lo ricordi Lex."disse Hamilton "L'ha aperto lei il vaso di Pandora."
"Io sono solo il coperchio dottor Hamilton."disse Lex che porse la mano.
Hamilton la strinse dopo alcuni istanti.
Clark e Lana erano in cima al mulino e lui le teneva le mani sugli occhi.
"Bene,adesso apri gli occhi."disse Clark che tolse le mani "Quella è Metropolis."
"È bellissima."disse lei "Non mi sembra vero di essere quassù."
"Credo che scendere sarà la parte interessante."disse Clark "Ben tornata,Lana."
"Sai ho passato l'intera giornata a chiedere scusa al personale del Taloon,poi a Lex e poi a
Whitney."disse Lana "Se almeno mi ricordassi cosa ho combinato.
So di aver perso il controllo,ma in che senso?"
"Hai detto quello che pensavi e fatto quello che volevi."disse Clark "Una specie di sdoppiamento."
"Per non parlare di come ero vestita."disse Lana.
"A me piacevi."disse Clark.
"Sul serio Clark,non è che ho detto o fatto qualcosa di veramente imbarazzante?"disse Lana "L'ho
fatto?"
"No..."disse Clark imbarazzato.
"Bene."disse lei "Bene.
Che sensazione provi a dominare il mondo?
Insomma,Smallville."
"Mi sento libero."disse Clark.
