SMALLVILLE:SEGRETI SVELATI

Una notte,un bambino era dietro delle sbarre,davanti ad un bancone,e aveva dato una spilla dalla

forma di un angelo ad un uomo.

Il bambino aveva i capelli castani,corti,indossava un giaccone scuro,jeans e scarpe da ginnastica.

L'uomo aveva gli occhiali ,indossava una camicia bianca e pantaloni neri.

"Quanto mi da per questo?"disse il bambino.

"50 dollari."disse l'uomo.

"Ma è tutto d'oro."disse il bambino.

"Questo chi te l'ha dato?"disse l'uomo.

"Mia madre."disse il ragazzo.

"Dille che è falso."disse l'uomo dandogli indietro l'oggetto.

"Non posso."disse lui "È morta."

"Oh...ti darò 70 dollari."disse l'uomo e l'altro annuì.

L'uomo si piegò sotto il tavolo ed aprì la cassaforte.

Il bambino si innervosì.

Poco dopo corse in strada e andò in un'auto con dentro 2 persone.

Uno era un uomo con capelli neri e un giaccone di pelle,l'altra era una donna bionda con un vestito

rosso.

"Allora com'è andata?"disse l'uomo.

"Te l'ho già detto."disse il bambino leggendo un fumetto "Non voglio farlo mai più."

"Te l'ho detto, questo è il nostro ultimo lavoro."disse la donna.

"Bugiarda."disse lui continuando a leggere.

L'uomo gli tolse il giornalino rapidamente.

"Tu hai solo noi."disse l'uomo "Dimmi la combinazione."

" 9."disse il bambino.

"Bravo."disse l'uomo ridandogli il fumetto.

Il bambino vide l'uomo anziano che metteva sul vetro il cartello con su scritto "chiuso".

"Conosci le istruzioni."disse l'uomo e il vecchio spense la luce "Partiamo."

"Prendi la borsa."disse la donna "Andiamo."

"Non scordatevi il mio angelo."disse il bambino riprendendo a leggere,mentre la donna caricava la

pistola e l'uomo prendeva il fucile.

I 2 indossarono una maschera e scesero.

Il bambino uscì dal mezzo e corse verso il vetro del negozio.

"CHE STA SUCCEDENDO?"disse il vecchio che corse verso di loro "EHI!

COSA VOLETE?"

L'uomo gli puntò il fucile addosso sparandogli.

"NOOO!"urlò la donna "DIO MIO!

L'HAI AMMAZZATO!"

Il bambino corse via.

"Via!"disse lui portandola verso l'uscita.

"MA PERCHÉ GLI HAI SPARATO?"disse lei.

"O noi o lui!"disse l'uomo uscendo "Dobbiamo andarcene.

Ora."

I 2 videro il bambino correre verso una recinzione di ferro,passare attraverso un'apertura e andare

verso il bosco.

"Dove sta andando?"disse l'uomo "Forza!"

I 2 iniziarono a corrergli dietro.

"RYAN!"disse l'uomo.

Il bambino uscì dal bosco e attraversò una strada,ma un'auto rossa lo investì.

Marta Kent scese dal mezzo immediatamente "OH MIO DIO!"

Indossava un giaccone marrone scuro,jeans e scarpe nere.

La donna andò a soccorrere il ragazzo "Ti sei fatto male?"

Lui si rimise seduto.

"Tutto a posto?"disse Marta.

"Ho perso una scarpa."disse lui.

"Ti porto subito in ospedale."disse lei aiutandolo ad alzarsi "Andiamo."

I 2 continuavano a correre nel bosco.

Marta mise in moto l'auto e andò via.

Poco dopo i 2 raggiunsero la strada e trovarono la scarpa del ragazzino.

Poco dopo il bambino era senza maglietta in una stanza d'ospedale e leggeva un fumetto.

"Fisicamente sta bene,anche se ha alcuni graffi e qualche livido."disse un'infermiera abbronzata che

lo vedeva da una finestrella.

"Siete riusciti a parlare con i genitori?"disse Jonathan.

L'uomo indossava una camicia azzurra a quadretti gialli,jeans e stivali neri.

"Ricorda solo il suo nome,Ryan,e dice che non ha memoria."disse la donna.

"Intende dire che ha un'amnesia?"disse Marta.

"La vera amnesia è molto rara,è più probabile si tratti di uno shock post traumatico."disse la donna.

Il bambino vide Clark che gli sorrise.

Clark indossava una felpa rossa,con il colletto blu,jeans e scarpe nere.

Il ragazzo lo salutò e il bambino fece lo stesso.

"La memoria dovrebbe tornargli entro 48 ore."disse la donna.

"E se non gli torna?"disse Clark.

"Marta."disse la donna "Jonathan."

I 3 si spostarono e parlarono in privato.

"Non credo che le ferite che ha Ryan siano dovute soltanto all'incidente."disse la donna.

"Pensa che abbia subito violenza?"disse Marta.

"È possibile che non voglia ricordare."disse la donna.

"E ora che gli succederà?"disse Marta.

"Ho chiamato i servizi sociali per l'infanzia,ma sono a corto di personale e non possono mandare

nessuno prima di domani,quindi temo che l'unico posto dove potrebbe andare fino ad allora sia

l'ufficio dello sceriffo."disse la donna.

"Non è il posto adatto per un bambino."disse Marta.

"Potrebbe venire da noi."disse Clark.

"Si,una grande idea."disse Marta.

"Possiamo farlo?"disse Jonathan.

"Dovrò fare qualche telefonata,ma non vedo perché no."disse la donna "Ci sarebbe di grande

aiuto,sono certa che a Ryan farà piacere."

Il giorno dopo Marta arrivò in cucina trovando il tavolo apparecchiato.

"Clark?"disse Marta.

"Sono io signora Kent."disse il ragazzo con un contenitore di succo in mano.

"Ryan?"disse lei "L'hai fatto tu tutto questo?"

"Spero non le dispiaccia,non riuscivo a dormire."disse Ryan.

"Sono qui."disse Jonathan che entrò "Che si festeggia?"

"Volevo solo rendermi utile."disse Ryan "Grazie per l'ospitalità."

"Ah,puoi rimanere quanto vuoi,magari qualche tua abilità andrà a Clark."disse Jonathan togliendosi

il giaccone e sedendosi.

"Cosa posso offrirvi?"disse lui "Fatemi indovinare...frittelle..."

Lui iniziò a prendere le frittelle da un piatto "...con zucchero a velo...senza sciroppo."

"E come fai a saperlo?"disse Marta prendendo il piatto.

"Per come le guardava prima."disse Ryan che prese un altro piatto e guardò Jonathan "Uova

strapazzate...bacon...caffè...con il latte e appena un po' di miele."

Lui gli passò il piatto.

"Beh...qui ci dev'essere sotto un trucco,ragazzo."disse Jonathan prendendo il piatto.

Clark scese le scale.

Indossava una camicia azzurra,con quadretti gialli.

"Ciao,mamma."disse lui.

"Ciao."disse Marta.

"Colazione speciale per l'ospite,eh?"disse Clark sedendosi.

"Veramente è stato Ryan che ha preparato tutto."disse Jonathan.

"Mi hai messo nei guai."disse Clark.

"Che vuoi per colazione?"disse Ryan"Non prendi niente,Clark?"

"Magari qualche frittella."disse lui prendendo il piatto.

Ryan restò fisso.

"Ryan,tutto bene?"disse Marta.

Lui annuì.

"Senti,sei sicuro di non ricordare niente di questa notte?"disse Jonathan con una tazza in

mano"Perché vedi,non riesco a capire come mai eri sulla statale 90 alle 10 di sera."

"Non me lo ricordo."disse Ryan "Non nascondo nulla."

Il bambino andò via.

"Nessuno sta dicendo questo."disse Clark.

Poco dopo Clark lo raggiunse al trattore vicino al fienile.

"Penso che i tuoi vogliano che io vada via."disse Ryan che leggeva un fumetto.

"Cosa te lo fa pensare?"disse Clark.

"Loro non mi credono."disse Ryan.

"Vogliamo che torni a casa."disse Clark.

"E se non l'avessi una casa?"disse Ryan "Se fossi orfano?

E se si scoprisse che ho fatto qualcosa di sbagliato?"

"Ryan,andrà tutto a posto,te lo dico io."disse Clark"Leggi i fumetti?"

Ryan mostrò il fumetto di "Warrior Angel".

"Mi piace questo."disse Ryan.

"L'Angelo Guerriero..."disse Clark "Perché?"

"Perché protegge quelli che non possono farlo da soli."disse Ryan "Si sta bene con te,Clark.

Mi sento così in pace."

"Perché non lasci perdere il tuo fumetto e giochiamo un po'?"disse Clark che passeggiò e mandò la

palla nel canestro davanti al fienile,poi passò la palla all'altro che però non fece centro.

"Penserai che io sono un imbranato,vero?"disse Ryan.

"No."disse Clark "Devi soltanto esercitarti.

Allora,alza le mani,tieni dritti i gomiti e accompagna la palla con tutte le dita."

Lui lanciò la palla e fece canestro.

"Hai fatto canestro!"disse Clark "Bravo."

"Siii!"disse Ryan.

L'uomo che aveva sparato al vecchio andò alla reception in ospedale "Mi scusi."

Indossava un lungo cappotto nero lungo,camicia azzurra e cravatta nera.

La donna alla reception girò la sedia e lo vide "Dica."

"Cerco il ragazzo del giornale."disse l'uomo "Quello che ha perso la memoria."

"E lei è?"disse la donna.

"Un detective privato."disse l'uomo "Lavoro per una coppia che ha perduto il figlio.

È ancora ricoverato?"

"No,però se aspetta le chiamo la dottoressa Argan,credo che le voglia parlare."disse la donna

andando via.

L'uomo si allontanò e portò via l'altra.

Clark fece canestro ancora,poi Ryan tentò di fare canestro.

Marta li osservò.

"Che bel suono queste risate,eh?"disse Jonathan.

Lei si voltò e sorrise "Si.

Davvero."

Lui la abbracciò da dietro.

"Non pensi mai che forse avremmo dovuto adottare un altro bambino?"disse Marta "Magari

dividere il suo segreto con un ragazzo più piccolo lo avrebbe aiutato.

Sembra che Ryan gli piaccia davvero."

"Hmh...non credo che sia l'unico."disse Jonathan "Tu hai sempre avuto un debole per i trovatelli."

"Beh,l'ultimo è stato un successo."disse Marta.

Lex Luthor era alla scrivania del suo ufficio nella villa.

Indossava una camicia chiara,pantaloni neri e scarpe nere.

Il padre entrò rapidamente.

Indossava un lungo cappotto nero,giacca e cravatta neri,pantaloni neri e scarpe nere.

"Credevo fossi ancora a Monaco."disse Lex.

"L'assoluta sorpresa ha come base l'assoluta segretezza."disse Lionel che prese un foglio e Lex glie

lo tolse di mano "Non è da me avvertire i miei dirigenti quando sto per fare un'ispezione a

sorpresa."

Lex andò alla finestra elle sue spalle "Ma di cosa potresti lamentarti in questo momento?

Le imprese vanno bene,le azioni salgono..."

"Non sono qui per lamentarmi,Lex."disse Lionel che guardò il computer "Al contrario.

Ultimamente i tuoi risultati sono stati...più che adeguati."

"Suona pericolosamente come un complimento."disse Lex.

"Io ti presso,Lex,non voglio negarlo."disse Lionel "La grandezza è un'aria rarefatta che bisogna

imparare a respirare.

Sai,Filippo il Macedone fece crescere suo figlio in mezzo ai leoni per instillare in lui in coraggio."

"Non provò anche ad infilzargli una lancia nel petto?"disse Lex che prese una cartellina e tornò a

sedersi.

"Un tentativo abortito,ma l'importate è che la storia ricorda quel ragazzo come Alessandro il

Grande."disse Lionel.

"Non sarai venuto qui per darmi ancora lezione di storia greca?"disse Lex.

"No,io voglio che tu torni a Metropolis...dove ricoprirai l'incarico di consulente speciale del

presidente emerito."disse Lionel "Che ovviamente sono io."

"Il titolo sembra importante."disse Lex.

"È più importante di un titolo,è un opportunità,quella che stavi aspettando da quando sei venuto a

Smallville."disse Lionel.

"Ci devo pensare."disse Lex.

"Tu vuoi tenermi...in sospeso affinché sembri un favore fatto invece che ricevuto?"disse Lionel

mostrando il guanto penzolante a Lex che rise "A noi i trucchetti non servono più,figliolo."

"Fra noi,papà,ci sono solo quelli."disse Lex.

Poco dopo Ryan era nel Torch e alle sue spalle c'erano Clark e Chloe.

Chloe indossava una maglietta rossa a maniche lunghe,jeans e scarpe nere.

"Wow."disse Chloe avvicinandosi "Tu sei un moderno Caspar."

"E chi è?"disse Ryan.

"Lascia perdere,Chloe fa sempre riferimenti oscuri e fuori luogo."disse Clark.

"Era un ragazzo del diciannovesimo secolo che aveva un'amnesia,apparve un giorno in una città

tedesca senza ricordare nulla se non il suo nome."disse Chloe "Un riferimento fuori luogo?"

"Cosa gli accadde?"disse Ryan che si sedette su una scrivania.

"Beh,diventò famoso e i genitori che avevano smarrito il figlio vennero da ogni parte,sperando

fosse lui."disse Chloe "Qualcuno pensò che fosse il figlio perduto del granduca."

"E ritrovò i suoi genitori?"disse lui.

"Io credo...già,certo."disse Chloe "Trovò i suoi genitori e vissero insieme felici e contenti."

"Perché non dici che fu ucciso?"disse Ryan.

"Come lo sai?"disse Chloe.

"Forza,facciamo questa foto."disse Clark e Chloe prese una macchina fotografica.

"Quale foto?"disse Ryan "Mi vuoi appendere su quella parete?"

"Si chiama muro delle stramberie."disse Chloe "Serve anche per le foto delle persone scomparse."

Chloe scattò una foto "Bene.

Ora la scarico,ci metto solo un secondo."

Clark si mise seduto accanto a Ryan.

"Tu le piaci."disse Ryan.

"Già."disse Clark "È un'amica."

"Lei non vuole essere solo un'amica."disse Ryan "Vuole che tu la inviti al ballo."

"Chloe?"disse Clark che la vide mentre era al computer,sorrise e lo guardò "Sei pazzo."

"No,senti,ha anche scelto il vestito."disse Ryan "È rosa."

"Ryan,non hai capito com'è fatta Chloe."disse Clark "Lei odia a morte i vestiti.

E i balli studenteschi anche di più."

"Magari il suo lato romantico non l'hai mai conosciuto."disse Ryan.

Clark rise "E da quando...da quando ne ha 1?

O forse hai battuto la testa troppo forte."

Chloe tornò indietro con la macchina fotografica "Facciamo una foto ai miei ragazzi."

Il pomeriggio seguente,al Taloon,c'era Lana che portava un vassoio.

Indossava una camicia verde,jeans blu e scarpe nere.

"Allora,come ci si sente ad avere un fratellino minore acquisito?"disse Lana.

"È molto bello."disse Clark che aveva un giaccone nero.

Lana mise il vassoio sul tavolo.

"Ho sempre sognato un fratello o una sorella."disse lei "Qualcuno con cui parlare per riempire il

silenzio."

"Qualcuno che ci sia sempre e di cui ti fidi."disse Clark.

"Io ti vedo così,Clark."disse Lana.

"Ah."disse lui.

Lex arrivò e guardò Ryan che leggeva il fumetto al tavolo "L'Angelo Guerriero.

Mi piace moltissimo.

Tu devi essere Ryan,io sono..."

"Lex Luthor."disse Ryan "Clark mi ha detto tutto di te."

Luthor aveva il lungo cappotto nero.

"Sai che io ho..."disse Lex.

"L'originale del suo primo numero a casa tua."disse Ryan.

"Tu come lo sai?"disse Lex sorridendo.

"Sei ricco."disse Ryan.

Lex rise.

"È quello che fanno i ricchi."disse Ryan "Collezionano."

"Hai conosciuto Ryan?"disse Clark che arrivò e si sedette.

"Noi 2 siamo fan dell'Angelo Guerriero."disse Lex.

"Non sapevo ti piacessero i fumetti."disse Clark.

"Su uno strano visitatore proveniente da un altro pianeta che protegge i più deboli."disse Lex "Da

piccolo era il mio idolo,senza contare il fatto che è calvo.

Ho tutta la collezione."

Una cameriera portò da bere a Lex.

"Magari dopo porto Ryan a dargli un'occhiata."disse Clark.

"Certo."disse Lex.

"Ti andrebbe?"disse Clark.

"È uguale."disse Ryan.

"È uguale."disse Lex ridendo e andando via.

"Sei stato un po' scortese."disse Clark "Lex è un mio amico."

"Non preoccuparti."disse Ryan "Se ne andrà.

Il padre gli ha offerto un lavoro più importante."

"Tu non conosci suo padre,questo non lo farebbe mai."disse Clark che gli mise una mano sulla

spalla "Smettila di inventare storie sulla gente.

Torno subito."

Dietro Ryan apparve l'uomo che aveva sparato al vecchio.

Ryan si voltò e lo vide,poi corse via.

Lana lo vide uscire di corsa.

Ryan andò sul retro e si guardò intorno,poi corse nel vicolo pieno di cassonetti.

L'uomo corse nel vicolo e non lo vide,poi avanzò camminando.

Clark si accorse che Ryan non c'era più "Ryan?"

"È scappato dal retro."disse Lana arrivando "Era spaventato."

Clark corse nel vicolo,mentre l'uomo alzava il coperchio di un secchio.

"RAYAN?"disse Clark e l'uomo si fermò,poi andò via.

Ryan era in un cassonetto e un camion dell'immondizia agganciò l'oggetto,lo sollevò e vuotò il

contenuto all'interno facendolo cadere.

La pressa iniziò a schiacciare i rifiuti.

"AIUTO!"urlò Ryan che si era messo in fondo.

Clark sentì l'urlo,poi usò la vista a raggi x,vedendolo,corse a super velocità e staccò dei tubi dal

camion ,bloccando la pressa,poi fece un buco a mani nude sul metallo.

"Sei al sicuro adesso."disse Clark.

La notte seguente Clark era al tavolo nel fienile.

Indossava una maglietta azzurra con il colletto rosso.

"Clark."disse Lex che arrivò con la giacca nera,camicia blu,pantaloni neri e scarpe nere "Dov'è

finita la tua piccola ombra?"

"Sta dormendo."disse Clark.

"Per lui sei il fratello maggiore."disse Lex.

"Già."disse Clark "Lo sarò fino a domani."

"Il ragazzo ti stima."disse Lex.

"Sai com'è."disse Clark "Il figlio unico è solo e infelice.

Tu non hai mai voluto un fratello?"

"Ne avevo 1,Clark."disse Lex.

"Davvero?"disse Clark "Non lo sapevo."

"Quando avevo 11 anni mia madre rimase incinta."disse Lex "Fu un'assoluta sorpresa.

Non avevo mai visto mio padre così felice.

Nacque Julian e quello fu l'unico giorno in cui mi sentì parte di una vera famiglia."

"E che è successo?"disse Clark.

"Il giorno del battesimo,mia madre lo trovò nella culla che non respirava più."disse Lex "Mia madre

non fu più la stessa da allora e mio padre si allontanò ancora di più.

Credo che lui vedesse Julian come la sua seconda occasione.

L'occasione di avere un figlio da amare davvero."

"Mi dispiace."disse Clark.

"È il passato,Clark."disse Lex "Avremmo finito comunque con l'odiarci.

Se ne sarebbe occupato mio padre.

Ma non sono venuto a trovarti per raccontarti questa triste e drammatica storia.

Mio padre mi ha offerto l'opportunità di tornare a Metropolis."

Clark sorrise "L'hai detto anche a Ryan?"

"Non l'ho detto a nessuno Clark."disse Lex.

"Beh,è quello che volevi."disse Clark.

"Credevo di volerlo."disse Lex "Non ne sono più sicuro.

Li ero una persona diversa.

E stavo sempre intorno a mio padre.

Vuole una risposta per domani sera,ceneremo a Metropolis."

"Se c'è qualcuno libero di scegliere,Lex...sei tu."disse Clark.

Il giorno dopo Lana metteva dei bicchieri su un vassoio e arrivarono sia Jonathan sia Ryan.

"Toc toc."disse Jonathan.

"Signor Kent."disse lei posando il vassoio sul bancone "Che bella sorpresa."

"Ryan ha lavorato con me tutto il giorno,credo meriti una pausa."disse Jonathan "Per me un caffè,lui

prende quello che gli pare,se mi dici dove sta il telefono sento se Marta vuole qualcosa."

"Bene."disse Lana "È sul retro."

"Divertiti."disse Jonathan andando via.

"Allora ,come ti senti?"disse Lana.

"Bene."disse Ryan "È giusto che gli amici abbiano dei segreti?"

"Che strana domanda."disse Lana "Perché me lo chiedi?"

"Penso che Clark mi nasconda qualcosa."disse Ryan.

"Tutti hanno dei segreti, Ryan."disse Lana.

"Davvero?"disse Ryan "E qual'è il tuo?"

"Se io te lo dicessi,poi non sarebbe più un segreto."disse lei.

"Hai ragione."disse Ryan sorridendo.

L'altra cameriera portò via il vassoio con i bicchieri.

"Grazie,Sky."disse Lana "Mi hai salvato la vita."

Ryan la guardò e poi guardò Lana.

"Che cos'hai?"disse Lana.

"Lei non è a posto,Lana."disse Ryan "Licenziala."

"Ryan...come puoi dire una cosa così grave?"disse Lana.

"Perché è la verità."disse Ryan.

"E come lo sai?"disse Lana.

"È un segreto."disse Ryan.

Jonathan arrivò alla casa.

Poco distante c'era il furgone con dentro i 2 che cercavano Ryan.

"Ah...così Ryan s'è trovato una famiglia nuova."disse l'uomo ridendo,poi guardò un giornale e lesse

il titolo che diceva"I profitti della Luthor Corporation".

Torniamo al lavoro adesso."

"Ce lo riprendiamo?"disse la donna.

"Non ancora."disse l'uomo.

Clark era nella strada nel bosco con Chloe.

Indossava un giaccone nero e camicia rossa a quadretti bianchi.

Chloe indossava un giaccone viola,una gonna nera,scura,lunga,aderente,con sotto pantaloni rossi e

scarpe nere.

"Mia madre l'ha investito proprio qui."disse Clark e vide che Chloe era più distante "Grazie per

l'aiuto,Chloe."

"Per risolvere il mistero di Ryan,è un piacere."disse Chloe.

"È davvero un mistero."disse Clark "Comincio a credere che non abbia un'amnesia."

"Clark,lui ti adora,perché dovrebbe mentire?"disse Chloe.

"Scappa da qualcuno."disse Clark.

Chloe raccolse uno zaino "Guarda questo."

Chloe lo raggiunse ed aprì lo zaino "Dei fumetti..."

Clark prese i fumetti.

"...e una merendina."disse Chloe dandogli una merendina "Servono ad ogni ragazzo in crescita."

Clark aprì la tasca davanti ed estrasse una foto "E questa?

Era proprio nascosta."

"Forse lui ci tiene particolarmente."disse Chloe "E chi è?"

"Non lo so."disse lui che camminò "La madre.

La zia."

"Il mistero si infittisce."disse Chloe "Io ancora non so come sapesse che quel ragazzo fu ucciso."

"Credo che te l'abbia letto in faccia."disse Clark "Ryan dice cose strane.

Ha detto che volevi ti invitassi al ballo e che avevi già comprato il vestito."

Chloe si bloccò,poi fece una piccola risata.

"Non è rosa,vero?"disse Clark.

"Ehm..."disse Chloe sorridente "È...ok,io non...gli stavo dando un'occhiata,non l'ho proprio

comprato."

"Come faceva a saperlo?"disse Clark.

"Non lo so,magari è un alieno."disse Chloe voltandosi e camminando verso la macchina "O forse

mi segue.

Oppure...che ne so."

Ryan era al tavolo della sala,mentre la madre sbucciava delle mele.

"Clark è stato un colpo di fortuna,non è vero?"disse Ryan.

"Si,è così."disse Marta.

"Lui è il figlio che non avete potuto avere."disse Ryan.

"Già..."disse lei.

"È sempre stato così forte?"disse Ryan.

"Che vuoi dire?"disse Marta.

"È riuscito a scardinare il camion per salvare me."disse Ryan.

"Non essere sciocco,non è possibile."disse Marta sorridendo.

"Se lo dici tu."disse Ryan "Hai paura di qualcosa?"

"Ho paura che la torta non sia pronta per quando dovrai andartene."disse Marta "Perché non vai

fuori a giocare un po'?"

Lui prese una mela ed uscì.

Clark entrò in un recinto al tramonto e trovò la botola del rifugio aperta.

Scese le scale e accedette alla stanza dove c'era l'astronave,si avvicinò al mezzo,si voltò e vide

Ryan.

"Che cosa stai facendo qui?"disse lui.

"Clark,non t'arrabbiare."disse Ryan.

"Come facevi a saperlo?"disse Clark.

"Ho letto la mente di tua madre."disse Ryan avvicinandosi al mezzo "Volevo vederlo con i miei

occhi."

"Tu leggi la mente di tutti?"disse Clark.

"Soltanto in superficie."disse Ryan "Quello che pensano in quel momento.

Con te no,non riesco a sentirti.

Perciò pensavo che fossi diverso.

Ora so perché."

"Non riesco a credere che tu l'abbia fatto."disse Clark voltandosi.

"Non lo dirò a nessuno."disse Ryan "Uno manterrà il segreto dell'altro."

"Non è così semplice."disse Clark.

"Si,invece."disse Ryan "I tuoi hanno sempre paura che qualcuno ti scopra.

Io sarei in grado di anticiparlo.

Ti ho detto di Chloe e posso dirti anche di Lana,se vuoi sapere il suo segreto."

"No."disse Clark "No,Ryan,non voglio."

"Perché no?"disse Ryan "Riguarda te."

"Tu...tu non puoi farlo."disse Clark.

"Tu non sai che significa essere diversi."disse Ryan avvicinandosi di nuovo al mezzo "Nascondersi

per non far sapere agli altri che sei un mostro.

Dovunque vada sento i pensieri di tutti.

E purtroppo non posso farci niente."

Clark si avvicinò e mostrò la foto "È tua madre."

"Era mia madre."disse Ryan piangendo.

"Potevi dirmelo."disse Clark.

"Speravo di ricominciare con la tua famiglia."disse Ryan "Sono stati così gentili.

Vorrei tanto che adottassero anche me.

Sarei al sicuro."

"Al sicuro da chi?"disse Clark.

"Dal mio patrigno e la sua nuova moglie."disse Ryan "Mi hanno sempre usato.

Per il mio potere.

Per rubare.

Io volevo smettere.

Mi minacciavano.

Mi picchiavano.

Devi proteggermi,Clark.

Sei l'unico che può farlo."

Clark lo abbracciò.

La sera seguente qualcuno bussò alla porta.

"Vado io."disse Ryan che aprì e vide la donna bionda,con i capelli legati e la giacca bianca.

Il ragazzo si spaventò e provò a chiudere la porta,ma la donna la bloccò con la mano.

"Non dire niente o li ammazzo tutti."disse la donna irata e lui indietreggiò mentre lei mostrò la

pistola sotto la giacca "Lo sai che lo faccio."

Jonathan arrivò.

"Ah,tu devi essere Ryan."disse lei sorridendo.

Jonathan si avvicinò.

Indossava un giubetto di jeans e una maglietta rossa.

"Posso aiutarla?"disse Jonathan.

"Signor Kent."disse lei mostrando un distintivo "Servizi per l'infanzia.

Sono qui per prendere Ryan."

Marta arrivò sul posto.

"È un po' in anticipo,l'aspettavamo tra un'ora."disse Jonathan.

"Non sapete quanto vi ringrazio per averlo ospitato qui."disse la donna.

"È stato un piacere,potremmo tenerlo più a lungo."disse Marta toccandolo.

"Ah...credo sia impossibile,adesso dovrò darlo in affidamento,questa è la legge."disse la donna.

"Bene."disse Marta che portò via Ryan "Forza.

La tua roba."

"Andate."disse Jonathan che si avvicinò alla donna "Ah,noi...crediamo che Ryan stia fuggendo dal

suo patrigno,così abbiamo avvisato la polizia."

"Vedrà che con noi sarà al sicuro."disse la donna "Ryan,sei pronto?"

"Non potrebbe aspettare il nostro figlio Clark?"disse Marta "Sarà qui a minuti."

"No,mi dispiace."disse la donna.

"Non fa niente,signora."disse Ryan mettendosi il giubetto e prendendo lo zaino "Gli dica solo

grazie."

"Se hai bisogno di qualcosa chiamaci,va bene?"disse Marta che lo abbracciò.

Clark arrivò nei pressi di un trattore e vide Jonathan appoggiato ad esso "Papà?

Che è successo?"

"Un quarto d'ora fa l'assistente sociale è venuta a prendere Ryan."disse Jonathan.

"Cosa?"disse Clark "Perché non mi ha aspettato?

Volevo salutarlo."

"Non lo so figliolo."disse Jonathan "Andavano di fretta,mi spiace."

Jonathan andò via.

In quel momento arrivò una limousine da cui scese Lex con un lungo cappotto nero e la spada in

mano.

"Te ne vai a Metropolis?"disse Clark.

"Già."disse Lex "Per la grande cena.

Io...volevo darti questo."

Lex diede la spada a Clark.

"Una spada?"disse Clark.

"È un fioretto."disse Lex "Ogni eroe ne possiede uno."

"Quindi hai deciso di andartene."disse Clark.

"Non ho ancora preso nessuna decisione."disse Lex.

"Ma se non hai deciso,perché mi dai un regalo d'addio."disse Clark.

"Tienilo lontano dal ragazzo."disse Lex.

"Se n'è andato."disse Clark.

"Mi dispiace."disse Lex "So quanto ci tenevi."

"Comunque vorrei che tu restassi."disse Clark.

Lex sorrise e tornò in macchina.

L'autista era lo stesso uomo che aveva sparato al vecchio.

La limousine fu portata in una strada nebbiosa nel bosco,poi l'uomo accostò.

"Autista?"disse Lex "Ehi?

Che succede?"

Una placca nera fu tirata su e Lex non vide più l'autista che scese.

"Autista?"disse Lex.

"ENTRA!"urlò la donna che aprì lo sportello e infilò Ryan dentro "FORZA!

E sta buono."

La donna chiuse lo sportello,salì davanti e l'autista andò dietro puntando un fucile in faccia a Lex.

"Signor Luthor."disse l'uomo.

"Ryan?"disse Lex.

"Sta zitto."disse l'uomo colpendolo alla pancia con la canna del fucile "Forza,andiamo!

Andiamo!"

La macchina fu messa in moto.

"Avere il numero di conto è stato facile."disse l'uomo puntando il fucile "Ora dammi la password."

"Non so di che parli."disse Lex.

"Non farmi perdere tempo."disse l'uomo.

"Ce l'ha mio padre, non io."disse Lex.

L'uomo indicò Ryan.

"È falso."disse Ryan e l'uomo caricò il fucile "La password.

Adesso.

La sai?"

Ryan annuì.

Clark era senza giaccone,nel fienile e guardava la spada.

"Ehi,Zorro,che ci fai con la spada?"disse Chloe.

"È un fioretto."disse Clark.

"Sempre un regalo del nostro amico milionario e playboy."disse Chloe levandosi la giacca viola.

Sotto aveva una maglietta azzurra.

"Pensa di tornare a Metropolis."disse Clark.

"Io invece resto qui,al tuo servizio."disse Chloe sorridendo,poi aprì la borsa "Fonti vicine allo

sceriffo mi hanno illuminato sul patrigno di Ryan."

"Hai le fonti?"disse Clark.

"Già."disse Chloe "Un bel vigile affascinante voleva multarmi per guida pericolosa,ma ha detto che

avevo fegato.

Magari viene al ballo.

Allora,il padre di Ryan è davvero un disastro.

Un criminale incallito."

Chloe gli diede un blocco di fogli.

"Questo è l'autista di Lex."disse Clark sconvolto vedendo la foto.

Lex fu gettato dalla macchina e rotolò in strada.

L'uomo prese un telefono "Dimmi la password.

Te lo chiedo per l'ultima volta."

"È Julian."disse Ryan.

L'uomo sorrise.

Clark corse a super velocità e vide Lex a terra che iniziava a rialzarsi,così lo soccorse "Lex.

Stai bene?"

"Credo di si."disse Lex.

"Da che parte sono andati?"disse Clark.

"Verso la statale 90 e con loro c'è Ryan."disse Lex "Serve aiuto."

Clark corse via,si voltò per assicurarsi che Lex non stesse guardando e poi corse via a super

velocità.

La limousine si fermò davanti ad un locale.

"Scendi!"disse l'uomo che spinse fuori Ryan "DA FUOCO ALLA MACCHINA!"

L'uomo lo prese e lo portò vicino ad un'altra macchina,mettendo un portatile sul

cofano"Dai...Julian...Julian...Julian..."

Mettendo la password vide che era errata e afferrò il bambino "DIMMI LA PASSWORD!

NON CI PROVARE CON ME!"

"NON TI AIUTERÒ MAI PIÙ!"disse Ryan.

La donna gettò la tanica di benzina e gli puntò alla testa la pistola "Io stavolta t'ammazzo,sta

attento."

"Appena avrà i soldi,lui ti ucciderà!"disse Ryan.

"Non dargli retta."disse l'uomo "Vuole metterci l'uno contro l'altra.

Stiamo per far saltare il banco amore,dobbiamo solo restare uniti."

"Il ragazzino non l'ho mai sopportato,ma devo ammettere una cosa:non mente mai."disse la donna.

Lui spinse via il ragazzino e andò a chiudere il portatile "Lo sai,amore?"

L'uomo prese il fucile "Hai ragione!

Non mente."

L'uomo le sparò uccidendola.

Ryan corse nel locale.

Un uomo con il sacco dell'immondizia uscì "Ehi?

Dove vai?"

"Chiami la polizia!"disse Ryan.

L'uomo caricò il fucile,sparò all'altro e poi entrò.

Ryan corse nella sala giochi,poi corse verso la fine delle corsie dove venivano mandate le palle da

bowling e si infilò nello spazio dove erano i birilli.

"RYAN!"urlò l'uomo "Non puoi nasconderti per sempre.

Lo sai che tua madre ti odiava?

Non riusciva a sopportare di avere per figlio un mostro.

E a pensarci bene,nemmeno io impazzivo per te."

L'uomo tirò una palla da bowling sui birilli e li centrò.

Ryan iniziò a muoversi a 4 zampe,poi l'uomo iniziò a sparare ai birilli.

Clark arrivò sul posto e vide i corpi,poi si precipitò all'interno camminando.

Usò la vista a raggi x per scandagliare la zona.

Il patrigno trovò Ryan accucciato e gli puntò addosso il fucile.

Clark vide la scena,prese una palla da bowling viola e la scagliò trapassando il muro e colpendo

l'uomo al petto,poi corse a super velocità e lo trovò a terra.

"Clark!"disse Ryan.

"Tutto a posto,Ryan."disse Clark che allungò la mano e lo prese abbracciandolo"Sei al sicuro."

Il giorno dopo i 2 andarono al Taloon.

"Ciao,Lana."disse Clark.

"Ehi."disse lei.

"Ryan voleva salutarti."disse Clark.

"E dove vai?"disse lei.

"Star City."disse Ryan.

"Chloe ha una zia che lavora li."disse Clark "Verrà a prenderlo oggi pomeriggio."

"Grazie per avermi avvertito riguardo a Sky."disse Lana "Rubava dalla cassa."

Lana gli diede un bacio.

"Ehi..."disse Clark.

"Wow."disse Ryan "Grazie."

Lui andò a sedersi.

"L'hai fatto felice."disse Clark che andò a sedersi "Allora,ti sei ripreso?"

"Non lo so."disse Ryan "Ma sono innamorato."

"Ben venuto nel club."disse Clark.

Lex entrò nel suo studio con addosso una maglietta viola,pantaloni neri e scarpe nere.

Andò alla scrivania e posò dei fogli,poi bevve da una boccetta azzurra.

Lionel era seduto sul biliardo.

"Sono pronti i bagagli?"disse Lionel.

"Non mi riavrai a Metropolis."disse Lex.

Lionel rise e si avvicinò con una palla da biliardo "Andiamo Lex,è quello che desideri dal momento

che ti ho assegnato quella che tu stesso chiami l'industria

della spazzatura."

"So perché vuoi che torni."disse Lex "Ti sto facendo impazzire,non è vero?

Non faccio più le 6 di mattina,niente arresti,tutto va bene...sto rigando dritto.

È di questo che hai paura.

Mi vuoi con te per controllarmi."

"Stai facendo uno sbaglio,Lex."disse Lionel.

"Lo sai cosa temevano quegli imperatori di cui ti piace tanto parlare?"disse Lex "Che i loro figli

avessero successo e tornassero a casa alla testa di un'armata."

"Tu credi di poter trovare il tuo futuro qui a Smallville?"disse Lionel "Io sono il tuo futuro.

Stai con me,Lex,vieni con me a Metropolis.

Quant'è che aspettavi che ti dicessi queste parole?"

"Da te ho aspettato altre parole per molto più tempo."disse Lex "Tornerò a Metropolis quando sarò

pronto."

"Alla testa di un'armata?"disse Lionel.

Lex andò alla scrivania.

Clark e i genitori erano davanti alla staccionata della casa e parlavano con Ryan.

"Ci mancherai davvero molto,Ryan."disse Marta "Fa freddo a Star City.

Ti ho messo in valigia qualche vecchia giacca di Clark,così potrai crescerci dentro."

"Grazie signora Kent."disse Ryan.

"E vieni tutte le volte che puoi."disse Jonathan.

"So cosa vi preoccupa,ma state tranquilli."disse Ryan "Manterrò il segreto di Clark.

So che significa nascondersi dal mondo."

In quel momento arrivò una macchina.

"È arrivata."disse Marta che andò con il marito.

"Ti senti tranquillo?"disse Clark.

Ryan vide la donna scendere dall'auto.

Aveva i capelli rossi,corti,maglietta verde chiaro e pantaloni neri.

"Sembra una brava persona."disse Ryan "È solo un po' nervosa come me.

Sei sicuro di non voler sapere il segreto di Lana?"

"Lo scoprirò per conto mio."disse Clark.

"Clark...fa attenzione a Lex."disse Ryan "So che è tuo amico,ma tiene nascosto il suo lato peggiore.

Glie l'ho letto dentro."

"Io voglio credere al suo lato migliore."disse Clark.

"Voglio che li tenga tu."disse Ryan dandogli i fumetti.

"Non posso accettarli."disse Clark.

"A me non servono più ormai."disse Ryan "Ora ho te."

Clark li prese e lo abbracciò "Abbi cura di te."

Ryan andò dalla donna e la salutò,poi fu abbracciato,salutò i Kent che risposero e salì in auto.