SMALLVILLE:IL VORTICE
L'ospedale di Smallville aveva i corridoi pieni di persone su dei lettini e infermieri che facevano
fatica a muoversi.
Clark arrivò nell'ospedale con Lana in braccio "Ho bisogno d'aiuto!
Ho bisogno di un dottore!
Presto!"
Clark mise Lana sul lettino d'ospedale nel corridoio "Mi serve aiuto!
Subito!"
"Allora che abbiamo qui?"disse un'infermiera che puntò una luce,posizionata sulla punta di un
oggetto allungato azzurro,sugli occhi di Lana aprendoli "Le pupille sono reattive."
Lana riprese conoscenza.
"Il respiro sembra normale."disse la donna mettendole la mano destra sul petto "Il polso è buono.
Se la caverà.
Può dirmi il suo nome?"
L'infermiera si voltò e non lo vide più.
Clark corse per i prati che erano pieni di oggetti di vario tipo e scese le scale della botola della sua
cantina "MAMMA!
PAPÀ!"
Clark vide Marta svenuta a terra e la soccorse "Mamma?"
"Clark?"disse lei mettendosi seduta "Clark...noi...noi dobbiamo trovare tuo padre.
Era fuori quando è cominciato il tornado."
"Ti porto in ospedale."disse Clark alzandola.
"No,no,Clark ascoltami!"disse la madre "Quel reporter stava in cantina."
"Nixon?"disse Clark.
"Ha filmato la nave spaziale e svelerà il tuo segreto."disse lei "Tuo padre è uscito per dargli la
caccia."
"Devo trovarlo."disse Clark che guardò verso la parte più interna della navicella "Mamma...dov'è la
nave?"
Marta si voltò e vide che l'oggetto non c'era più.
Lionel era su un letto d'ospedale,svenuto,con la testa fasciata e 2 oggetti rettangolari di gomma
lucida ai lati della testa,connessi da una sbarra di plastica arancione orizzontale.
Lionel aveva la camicia aperta e diversi lividi sul petto.
Il pavimento era a quadrati bianchi e neri come una scacchiera,le pareti blu,con luci rettangolari
allungate e c'erano vari tavolinetti e una sedia arancione.
Alla sua sinistra c'era un dottore in camice bianco e Lex.
"La lesione alla testa e nella zona vertebrale ha causato una perdita parziale del controllo nervoso
delle gambe."disse il dottore di colore,calvo,con baffi e barba "La milza è spappolata.
E ha subito anche un forte trauma al nervo ottico."
"Lo faccia portare all'ospedale di Metropolis immediatamente."disse Lex che aveva il taglio sopra
il sopracciglio destro bendato "Voglio un gruppo di specialisti..."
"Suo padre è ancora in condizioni critiche,non è possibile trasportarlo."disse il dottore.
"Non si tratta di un paziente qualsiasi dottore."disse Lex.
"So chi è Lionel Luthor,ma non posso riservargli alcun trattamento di favore,siamo
sommersi..."disse l'uomo.
"Non ha capito."disse Lex "È mio padre.
Fate tutto quello che potete."
Il dottore annuì ed uscì.
"Lex…"disse Lionel "Lex..."
"Ecco papà,sono qui."disse Lex avvicinandosi "Stai tranquillo.
Farò venire degli specialisti in aereo da Metropolis per il tuo caso."
"L'ho visto...nei tuoi occhi figliolo."disse Lionel "Cos'hai pensato?
La vita sarebbe...più facile...se non ci fossi più io tra i piedi."
"Papà...mi dispiace."disse Lex.
"PAPÀ!"urlò Clark correndo per dei prati dove c'era un autobus celeste rovesciato sul fianco
sinistro e altre cose sparse ovunque "PAPÀ!"
"Ancora non è tornato a casa!"disse la madre.
"Hai chiamato lo sceriffo e l'ospedale?"disse Clark.
"Non c'è linea."disse Marta.
"Papà è cresciuto in mezzo ai tornado."disse Clark mettendole le mani sulle spalle "Diceva sempre
che la prima cosa è trovare un riparo."
"Non so se fosse davvero in se Clark."disse Marta "Non l'ho mai visto così arrabbiato,ha detto che
avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare la sua famiglia..."
"Tu credi che lui..."disse Clark.
"No...non ne sarebbe capace."disse Marta.
Jonathan si svegliò nel sotterraneo dentro cui erano caduti.
Alle sue spalle c'era un quadro storto e davanti a lui c'era Nixon con una grossa coppa di
pietra,poggiata su una colonna quadrata,che gli aveva bloccato le gambe.
I 2 erano pieni di polvere.
Dal soffitto della stanza pendevano delle radici.
Jonathan raccolse una grossa spranga di metallo.
"NO!"disse Nixon terrorizzato "NON DIRÒ NIENTE SU TUO FIGLIO!
TE LO GIURO DAVANTI A DIO!
TI PREGO!
NON UCCIDERMI!"
Jonathan conficcò la spranga nel terreno ed iniziò a fare leva per spostare l'oggetto liberando
l'uomo.
"Oddio...credevo volessi uccidermi..."disse Nixon.
"C'è mancato poco."disse Jonathan gettando a terra la spranga.
Chloe camminava per i corridoi dell'ospedale.
Indossava una maglietta grigia,scollata,senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.
Aveva una collana nera con una pietra verde e bianca sul collo.
Lei vide Lana in una stanza dove c'erano vari letti d'ospedale.
Lana era alzata e metteva degli indumenti dentro una borsa grigia.
Indossava una maglietta rosa a mezze maniche,pantaloni grigi e scarpe nere.
"Ehi Doroty?"disse Chloe avvicinandosi alla porta "Di ritorno da Oz?"
"Chloe!"disse Lana.
"Ma che fai?"disse Chloe "Non dovresti stare a letto per un mese?"
"Sto bene."disse Lana "Il dottore dice che ho solo una contusione.
E poi c'è tanta gente che ha bisogno di questo letto più di me."
"In effetti stai bene."disse Chloe che camminò nei corridoi con l'amica "Che è successo?"
"Beh,stavo...guidando verso casa dopo aver lasciato Whitney e si è alzato il vento. "disse Lana"Una
cassetta delle lettere si è schiantata sul parabrezza e sono finita fuori strada...e ho visto le trombe
d'aria.
Prima di rendermene conto stavo volando."
"E hai solo un bernoccolo sulla testa?"disse Chloe "È sbalorditivo,persino per Smallville."
"No,è impossibile."disse Lana.
"Che cosa?"disse Chloe.
"Niente."disse Lana "L'ultima cosa che mi ricordo è che mi sono svegliata qui."
"Così hai battuto i tacchi dicendo: "Nessun posto è come casa"e sei finita all'ospedale di
Smallville."disse Chloe.
Lana si fermò e la guardò "Credo mi ci abbia portata Clark."
"Clark?..."disse Chloe leggermente scossa.
"Ehm...già...tu l'hai visto?"disse Lana.
"No,ho passato circa 3 ore a cercarlo da quando è sparito dal ballo."disse Chloe.
"Il ballo di primavera è stato un fiasco,vero?"disse Lana.
"Già."disse Chloe forzando un sorriso "Beh,almeno ora so dove è andato a finire."
"Se può esserti di consolazione voi state bene insieme."disse Lana.
"Non lo è,ma grazie."disse Chloe forzando un secondo sorriso.
La notte seguente Clark era nel fienile,al piano terra e frugava tra le sue cose.
Indossava una maglietta azzurra a mezze maniche,pantaloni neri e scarpe nere.
La zona era piena di attrezzi a terra,insieme a pezzi di carta e tegole.
"Papà?"disse Clark voltandosi e vedendo Lex.
Luthor indossava una giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
"Clark."disse Lex camminando verso di lui "Ho incontrato tua madre all'ospedale,mi ha detto di tuo
padre."
"Ho controllato ogni ettaro."disse Clark andando a prendere una cassetta degli attrezzi
rossa"Ora vado nel bosco."
"Clark."disse Lex "Mio padre è rimasto ferito nel tornado."
Clark si fermò dopo aver preso una torcia.
"È messo davvero male."disse Lex.
"Oh no...Lex mi dispiace,ti serve aiuto?"disse Clark.
"No,è nelle mani dei medici adesso."disse Lex "Durante la tempesta mio padre è rimasto incastrato
sotto una colonna,sarebbe morto se non fosse stato per me.
Prima di farlo...ho esitato."
Lex si voltò di spalle "Ho pensato che avrei avuto una vita migliore se l'avessi lasciato morire la
sotto."
"L'hai salvato però."disse Clark "È questo che importa."
"No,mio padre non la vede in questo modo."disse Lionel "La parola perdono non fa parte del suo
lessico,anzi per lui probabilmente è come un segno di debolezza."
"Che cosa vuoi fare?"disse Clark.
"Trovare il padre del mio amico."disse Lex "Non hai un'altra torcia."
Poco dopo i 2 camminarono nel bosco con le torce e intorno a loro c'erano tende da campeggio
distrutte e pezzi di un circo.
Clark indossava il giubbetto rosso "PAPÀ!"
"SIGNOR KENT!"disse Lex "SIGNOR KENT!"
I 2 si allontanarono di qualche metro.
"PAPÀ!"disse Clark.
Delle gocce di sangue caddero sulla testa di Lex che le toccò con la mano destra,poi guardò in alto
vedendo un'auto conficcata sul tronco di un albero.
Clark tornò indietro e vide l'auto "Per caso sai di chi è?"
"No,ma forse è meglio se ci separiamo."disse Lex.
"Già."disse Clark "Ci vediamo qui tra mezz'ora."
I 2 si separarono.
Jonathan aveva acceso un candelabro dotato di 3 candele "Grandioso."
Nixon iniziò a rovistare tra la polvere.
"Che stai facendo?"disse Jonathan.
"Cerco il mio cellulare."disse Nixon alzandosi "È l'unica speranza.
Ho il più grande articolo della storia e non ho modo di scriverlo."
"Clark non è un articolo,è mio figlio."disse Jonathan che usò una candela per accenderne altre
attaccate al muro "E non permetterò che tu gli rovini la vita per farti diventare famoso."
"È per questo che mi dai la caccia?"disse Nixon "Cos'hai pianificato Kent?
Per esempio prendermi a bastonate e buttarmi in una fossa sotto 3 metri di terra?"
"Senti tu sei entrato nella mia proprietà e hai tentato di uccidere mio figlio."disse Jonathan.
"Ma come?"disse Nixon "Tu hai l'essere più sorprendente mai apparso sulla faccia della Terra e lo
tieni in una fattoria?
Perché mai lo vuoi nascondere?
Mostralo al mondo!
E lascia che tutti lo vedano."
"Questo dovrà deciderlo lui quando sarà grande."disse Jonathan.
"E a che età dovrebbe farlo?"disse Nixon "A 18 anni?
Oppure a 21?"
"Quando sarà pronto."disse Jonathan.
"Perché non la smetti di fare il protettivo e ammetti la verità?"disse Nixon "Tu e tua moglie l'avete
tenuto perché non potevate avere figli vostri."
"Il motivo per cui l'abbiamo tenuto è perché è nostro figlio e noi lo amiamo."disse Jonathan.
Nixon rise "Ma non farmi ridere.
Non è vostro figlio!
Non è nemmeno umano."
Jonathan si voltò e gli diede un destro mandandolo a terra.
"Vuoi uccidermi perché l'ho detto,ma sai che ho ragione!"disse Nixon indietreggiando "Sei soltanto
un piccolo uomo e IL DESTINO DI TUO FIGLIO È TROPPO GRANDE PERCHÉ TU POSSA
CAPIRLO!"
Jonathan afferrò Nixon facendolo alzare.
"Clark non appartiene soltanto a te,appartiene a tutto il mondo!"disse Nixon e in quel momento
squillò il cellulare.
Nixon prese il cellulare "Pronto?
LEX!"
"Nixon?"disse Lex camminando nei boschi "Dove diavolo sei?"
Jonathan prese il cellulare e lo scagliò contro il muro sotto un'arcata circolare con dentro un tavolo.
"SEI UNO STUPIDO FIGLIO DI PUTTANA!"urlò Nixon alzandosi "CREDEVO CHE ANCHE
TU VOLESSI ANDARTENE DA QUI!"
"Certo che voglio andarmene da qui."disse Jonathan "Ma ora che so che hai a che fare con Lex
Luthor preferisco marcire qui piuttosto che vedervi distruggere la vita di mio figlio."
"Nixon?"disse Lex "Sei ancora li?"
Clark lo raggiunse pochi secondi dopo.
"Clark...stavo chiamando i pompieri per farci mandare qui una squadra..."disse Lex.
"Non è vero!"disse Clark prendendo il telefono "Stavi cercando di parlare con Nixon.
Mia madre l'ha visto alla fattoria, era con mio padre quando c'è stato il tornado."
"Clark,non sapevo che centrasse con tutto questo."disse Lex.
"Perché dovrei crederti?"disse Clark "Mi hai già detto che non lo conoscevi.
Oggi è la seconda volta che menti su di lui Lex.
Forse quello che mio padre dice di te è vero."
Clark si voltò dalla parte opposta.
"CLARK ASPETTA!"disse Lex "Per favore,sei stanco e sconvolto…"
"NON CI PROVARE NEMMENO LEX!"disse Clark "Sei qui per cercare mio padre o Nixon?"
"C'è bisogno di chiederlo?"disse Lex.
"Non ho tempo per questo."disse Clark dandogli il cellulare "Devo trovare mio padre."
"Clark!"disse Lex mentre lui se ne andava.
"PAPÀ!"disse Clark.
Il giorno dopo,nel locale di Lana,veniva appesa una foto di Jonathan su una lavagna blu insieme ad
altre foto.
La persona che aveva appeso la foto era Marta che indossava una maglietta rosa,pantaloni grigi e
scarpe grige.
Alla sua destra c'era Clark che indossava una camicia bianca,con righe nere.
"Parlerò con quelli della croce rossa per vedere se hanno qualche novità su tuo padre."disse Marta
andando via.
"Clark?"disse Lana che era dietro il bancone.
Lei indossava una maglietta verde,pantaloni neri e scarpe nere.
Il bancone era pieno di scatole con dentro degli alimenti.
"Clark."disse Lana raggiungendolo"Ancora niente?"
"No,proprio niente."disse Clark camminando "La squadra di soccorso ha iniziato delle ricerche,ma
non hanno trovato nulla.
Io...io non so che fare,ormai manca da 12 ore."
Lei gli mise la mano sinistra sulla spalla facendolo voltare verso di se "Lo troverai di sicuro Clark."
"Grazie."disse Clark "Credevo fossi a casa a riprenderti."
"Volevo dare una mano."disse Lana "Sai dopo la pioggia di meteoriti mi hanno aiutata in molti.
È stato importante."
"Ne sono felice."disse Clark.
"Ah...come hai fatto a trovarmi?"disse Lana.
"Beh sono stato fortunato,eri in un campo vicino alla strada."disse Clark "Devi essere uscita
dall'auto."
Lei annuì "Davvero è successo questo?"
"Già."disse Clark "Perché?"
Lei scosse la testa sorridendo "Continuo a vedere qualcosa che non ha alcun senso.
L'auto è stata presa dal tornado e tu...tu stavi..."
"Clark...niente di nuovo."disse Marta arrivando.
"Devo tornare a lavoro."disse Lana andando via "Lo troverete."
"Sarà meglio che io resti qui ai centralini,se qualcuno lo ha visto o trovato chiamerà qua."disse
Marta "Hanno appena scoperto una coppia di anziani intrappolati nel garage,c'è ancora speranza."
"Papà è scomparso per causa mia,ho provocato io..."disse Clark.
"Clark...non puoi incolparti."disse Marta "Non puoi cambiare quello che sei.
Finché qualcuno cercherà di sfruttarti noi ti aiuteremo,ma non vivremo per sempre e tu dovrai
portare il peso dei tuoi poteri tutto da solo."
"Non dirlo mamma."disse Clark.
"E adesso torna fuori."disse lei.
"Queste vecchie fondamenta."disse Jonathan cercando di colpire il muro con il tubo "Hanno
impastato cemento e piombo per farle più stabili."
"Hai paura di morire avvelenato dal piombo?"disse Nixon.
"Clark non può vedere attraverso il piombo."disse Jonathan.
Nixon si voltò verso di lui "Riesce a vedere attraverso gli oggetti solidi?
È incredibile!
Che altro può fare?"
Nixon gli andò alle spalle "Hai idea di quello che farei io con le sue
capacità?
La ricchezza!
Il potere che potrebbe accumulare!
È inimmaginabile!"
"Tu sei esattamente la ragione per cui tengo nascoste le sue capacità."disse Jonathan andandogli alle
spalle.
"Se non ci fossi io ci sarebbe qualcun altro."disse Nixon sedendosi "È solo una questione di
tempo,prima o poi la storia verrà fuori."
"Già..."disse Jonathan avvicinandosi all'arcata.
"La gente ha il diritto di sapere."disse Nixon.
"Senza il riguardo per le conseguenze che avrà su mio figlio."disse Jonathan.
Nixon si alzò "Signor Kent,fin dall'inizio dei tempi gli uomini hanno guardato le stelle chiedendosi
che cosa ci fosse."
"E allora?"disse Jonathan guardandolo.
"Clark è la risposta che tutti stavamo aspettando."disse Nixon sorridendo.
"Ho capito come uscire da qui."disse Jonathan.
"E vorresti dirlo anche a me?"disse Nixon.
"Tu dammi il nastro della nave e io lo farò."disse Jonathan.
"Questo non è possibile."disse Nixon.
"La tua vita contro la tua storia."disse Jonathan "Devi decidere che cos'è più importante.
Io l'ho fatto."
Nixon annuì ed estrasse una cassetta lanciandogliela.
Jonathan strappò il nastro della cassetta.
"Ora puoi dirmi qual'è il tuo piano?"disse Nixon.
Jonathan prese una spranga e la diede all'altro,poi indicò un muro obliquo davanti a se "Tocca qui.
Avanti."
Nixon ubbidì toccando il muro con le mani "Sembra più morbido."
"Già."disse Jonathan "Se riusciamo a sfondarlo arriveremo in superficie."
Jonathan prese un altra punta di metall iniziarono a fare pressione sui mattoni del muro.
Clark stava camminando per la fattoria e vide Lex,seduto sul cofano della macchina, che parlava al
cellulare.
Aveva la maglietta viola e i pantaloni neri.
"Clark?"disse Lex riattaccando il cellulare.
"Che cosa vuoi?"disse Clark.
"Avrei dovuto dirti subito la verità,io conosco Roger Nixon,stavo cercando di proteggerti."disse
Lex andandogli dietro.
"Proteggermi da cosa?"disse Clark voltandosi.
"Prima del tornado Nixon mi ha chiamato,si comportava come un pazzo e voleva vendermi delle
informazioni sulla tua famiglia."disse Lex avvicinandosi "Era ossessionato."
"Quali informazioni?"disse Clark.
"Non importa,quell'uomo è un bugiardo,farebbe di tutto per una storia."disse Lex "Gli ho detto di
smettere e di star lontano dalla tua famiglia e quando ho visto la sua auto attaccata all'albero ho
pensato che poteva aver a che fare con la scomparsa di tuo padre."
"Perché non me l'hai detto prima?"disse Clark.
"Non volevo allarmarvi senza esserne certo."disse Lex.
"Lex io non so più a cosa credere."disse Clark.
"Credi alla mia amicizia."disse Lex "Ti mostro una cosa."
Lex prese una mappa dall'auto.
"Che cos'è?"disse Clark.
"Una mappa."disse Lex "È il reticolato delle frequenze dei cellulari.
I miei tecnici lo hanno esaminato.
Solo un ripetitore è sopravvissuto alla tempesta.
Nixon e probabilmente tuo padre devono trovarsi a circa un miglio da dove eravamo l'altra sera.
Io credo che valga la pena tentare."
Poco dopo Pitt,Chloe e Clark camminavano nei boschi dove c'erano pezzi di tessuto sui rami e
mobili sparsi ovunque.
Pitt indossava una maglietta gialla,con le maniche marroni,jeans blu e scarpe marroni.
Chloe indossava una maglietta rossa senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.
Sia Pitt che Chloe avevano una cartina della zona in mano.
"Il reticolato finisce qui."disse Chloe.
"Non c'è nient'altro su questa mappa."disse Pitt,mentre Clark guardava la mappa di Chloe "Mi
dispiace Clark."
Chloe vide l'oggetto rettangolare ad un solo piano di colore rosa "Ma quello che cos'è?"
"Deve averlo portato qui la tromba d'aria."disse Pitt camminando vicino ad una campana nel bosco.
Clark si avvicinò all'oggetto e usò la vista a raggi x "No,non c'è."
"Che ne sai?"disse Chloe "Sei un segugio?"
"Già."disse Pitt "SIGNOR KENT!"
Chloe raccolse una telecamera.
"PAPÀ!"urlò Clark.
"Hai sentito qualcosa?"disse Nixon in un buio e stretto tunnel con delle radici che gli toccavano la
testa.
"Sono i ragazzi!"disse Jonathan "CHLOE!
Pitt!
SIAMO QUI!"
"AIUTO!"disse Nixon "NON RIESCONO A SENTIRCI!
NON RIESCONO A SENTIRCI!
DOBBIAMO CONTINUARE A SCAVARE!"
"NIXON CALMATI!"disse Jonathan "STA ATTENTO!"
Nixon mosse dei massi e provocò una frana venendo sbalzato all'indietro.
"Hai sentito qualcosa?"disse Chloe.
Clark guardò attentamente il suolo con la vista a raggi x osservando una zona di
piombo "Niente da fare.
Ricominciamo."
Clark corse nel bosco.
"SIGNOR KENT?"disse Chloe.
"PAPÀ!"disse Clark correndo.
I 2 erano svenuti e coperti di polvere e grossi sassi.
Vicino alla testa di Nixon c'erano dei frammenti di meteorite verde incastonati dentro alcune pietre.
Lana era in piedi a guardare la tv nel suo locale e in televisione venivano mostrate delle immagini di
alcune auto distrutte dal tornado.
Marta le arrivò alle spalle portando una scatola di cartone "Dev'essere stata un'esperienza orribile."
"Già."disse Lana "Non mi sono mai spaventata tanto in vita mia."
Marta posò la cassa "Però è finita bene."
Le 2 si abbracciarono "Grazie mille signora Kent."
"Sono una santa."disse Marta "È incredibile,tutto questo mi sembra così familiare."
Marta andò a sedersi sulle scale che portavano al piano di sopra.
"Parla della pioggia di meteoriti?"disse Lana sedendosi con lei.
"Lo ricordo come se fosse ieri."disse Marta.
"Si,anche io."disse Lana.
"Oh scusa,non volevo farti ricordare brutti momenti."disse Marta.
"Non fa niente."disse Lana.
"Comunque quel giorno quando eri vestita da fata hai fatto avverare un desiderio."disse
Marta"Jonathan e io eravamo da tua zia a prendere dei fiori prima della pioggia di meteoriti e tu
stavi seduta con il bancone con le ali e la bacchetta magica e mi hai chiesto se volevo esprimere un
desiderio e l'ho fatto.
Poco dopo averlo fatto Clark è entrato nelle nostre vite.
Questa storia non l'ho mai raccontata neanche a Clark."
"Vostro figlio e fortunato ad avere voi come genitori."disse Lana "Sono sempre stata un po'
invidiosa.
Sembrate così aperti."
"Sono felice che tu e Clark siate così vicini."
"Si,anche io."disse Lana.
"Signor Kent!"disse Pitt.
"SIGNOR KENT!"disse Chloe.
Clark guardò una mappa.
"SIGNOR KENT!"disse Pitt.
"Ah Chloe?"disse Clark avvicinandosi "Io volevo scusarmi per...averti lasciata sola al ballo..."
"Non ti avevo detto che andarsene in mezzo ad un tornado per salvare un'amica ti riabilita
completamente?"disse Chloe "E poi so che faresti lo stesso per me."
"Stanne certa."disse Clark "Come posso farmi perdonare?"
"In effetti sai stavo pensando...è buffo come un disastro naturale ti faccia cambiare
prospettiva,ma...credo che sarebbe meglio se per ora restassimo solo amici."disse Chloe "Qualsiasi
altra cosa è troppo complicata."
"Ah...già credo che sia una buona idea."disse Clark.
"Anche per te?"disse Chloe sorridendo.
"La nostra amicizia è così importante per me che non vorrei proprio rovinarla."disse Clark.
"Bene,perfetto,ci tenevo a metterlo in chiaro."disse Chloe sorridendo.
"Vado a cercare di la."disse Clark.
"Ok,ti raggiungo in un secondo, mi fanno male i piedi."disse Chloe che rimase da sola ed iniziò a
piangere,poggiando la spalla sinistra su un albero.
"SIGNOR KENT!"disse Pitt che vide Chloe "Ehi?
Perché quella strana espressione?"
"Niente."disse Chloe "Clark e io siamo solo buoni amici.
Nient'altro."
"Ha tirato fuori l'amicizia?"disse Pitt.
"No,l'ho fatto io."disse Chloe "Meccanismo difensivo."
"Senti Chloe...è normale sentirsi giù."disse Pitt "L'altra sera doveva essere speciale,ma purtroppo le
cose sono degenerate."
"Bastava niente per essere perfetta."disse lei singhiozzando "Ma sentimi sono patetica.
Si è scatenato un tornado,della gente è morta e io sono triste perché Clark non ha esaudito per un
pelo i miei desideri e le mie aspettative...penserai che sono una persona tremenda."
"Si un vero mostro."disse Pitt mettendole il braccio sinistro intorno alle spalle e camminando.
Nixon rinvenne tossendo insieme all'altro "Non riesco a respirare..."
"La frana deve aver fatto esaurire l'aria."disse Jonathan.
Nixon si mise seduto "Morire in una tomba.
Molto ironico.
Almeno tu ti lasci dietro qualcosa.
Un figlio di cui andare fiero.
"Già...ricordo la prima volta che Clark ha usato i suoi poteri..."disse Jonathan disteso "Si era
infilato sotto un grande letto di quercia che aveva fatto mio nonno e io...io sono andato li sotto per
tirarlo fuori e poi all'improvviso...l'intera struttura è volata in aria…
Era solo un neonato e ha alzato 2...200 chili sopra la testa..."
"Tu cos'hai fatto?"disse Nixon.
"Abbiamo deciso di portarlo...da un dottore..."disse Jonathan "Uno scienziato.
Qualcuno più preparato,per capire...ma quando arrivammo davanti allo studio Marta disse...che se
l'avessimo lasciato li loro l'avrebbero...l'avrebbero tenuto e non l'avremmo mai più rivisto.
E così l'ho riportato a casa.
Probabilmente è stato un errore.
Ma un errore che commetterei di nuovo."
Dei medici stavano portando per i corridoi dell'ospedale il lettino con sopra Lionel Luthor svenuto.
"Il tempo è essenziale."disse un medico dietro in compagnia di un altro e di Lex.
Il medico che parlava era castano mentre l'altro era quello nero.
"Per il danno alla colonna si può sperare,ma il nervo ottico continuerà a peggiorare finché non
interveniamo."disse l'altro.
"Allora fatelo."disse Lex "Operare è l'unica strada?"
"No io dico di non farlo."disse quello nero fermandosi "Lasciamo stabilizzare le condizioni del
paziente e poi forse operiamo."
"In effetti l'operazione è rischiosa,ma l'alternativa può essere peggiore."disse l'altro.
"A lei la decisione."disse quello moro.
"Fatelo."disse Lex.
"Bene."disse quello nero.
Poco dopo Clark e Pitt erano su 2 sedie di legno e sfogliavano vecchi libri di mappe insieme a
Marta.
"Pitt,dove hai preso queste mappe?"disse Clark.
"Le ho prese nel catasto della contea."disse Pitt "Segnano ogni cambiamento dal 1920."
Altri libri erano su un tavolino di legno rettangolare.
"Guardate."disse Clark "Quelle dell'88 mostrano una vecchia chiesa vicino a questa zona..."
"Li non ho mai visto una chiesa."disse Pitt.
"Perché fu distrutta dalla pioggia di meteoriti."disse Marta.
"Beh,qui c'è segnata una cripta nelle fondamenta."disse Clark "Ero proprio li.
La casa mobile ha nascosto l'entrata."
"Clark!"disse Pitt alzandosi dopo che lui lo ebbe fatto "Non puoi scavare da solo."
"Ah...Clark, Pitt e io andremo in città,chiameremo una squadra di soccorso e ti raggiungeremo
li."disse Marta portando via Pitt.
"Ok."disse Clark andando via.
Poco dopo era tornato nella zona dove era la casa mobile e indossava il giaccone chiaro.
Corse verso l'oggetto,si chinò e lo sollevò a mani nude ribaltandolo e distruggendolo
completamente,poi corse a super velocità dentro un'apertura accedendo al sotterraneo "PAPÀ!"
"Clark..."disse una voce debole.
"Papà!"disse lui soccorrendolo,ma poi Clark guardò la sua mano che si stava riempiendo di vene
verdi e cadde a terra.
Nixon lo vide e tentò di alzarsi "Ma cosa…?
Kent?
Che cosa gli è successo?"
"Dobbiamo portarlo lontano da queste meteore,lo fanno star male."disse Jonathan.
Nixon prese una delle rocce.
"Forza,portiamolo via da qui."disse Jonathan.
Nixon si avvicinò e gli mise uno dei meteoriti nella tasca del giaccone.
"Che stai facendo?"disse Jonathan.
Nixon lo prese per le spalle ed iniziò a trascinarlo "Il mondo avrà una difesa contro questo essere.
Io devo raccogliere tutte le prove di cui ho bisogno..."
"Ma che cosa fai?"disse Jonathan "Nixon?
Tu non capisci...le rocce...Clark..."
Nixon trascinò Clark nel bosco poi lo posò a terra e si accorse che la sua macchina era schiantata su
un albero "Maledizione..."
Voltandosi vide Jonathan che gli saltò addoss caddero a terra.
Jonathan iniziò a prenderlo a pugni "TU...NON AVRAI…MIO FIGLIO!"
Nixon gli afferrò la testa e gli diede una ginocchiata alla pancia,poi si alzò,ma Jonathan gli sbatté la
faccia contro un albero,ma l'altro gli diede una gomitata sinistra alla pancia,poi estrasse una spranga
di metallo dal suolo e lo colpì al volto mandandolo a terra e ferendolo.
"Come ho detto...la gente ha il diritto di sapere...e a differenza di te signor Kent,io sono pronto ad
uccidere per questo."disse Nixon,ma in quel momento Luthor gli sparò alla schiena.
Nixon morì e cadde su Jonathan che spostò il corpo.
"Clark!"disse Jonathan barcollando verso Clark.
"Signor Kent sta bene?"disse Lex.
"Si."disse Jonathan che si chinò su Clark togliendogli il giaccone "Figliolo?
Figliolo?"
Clark si riprese.
"Clark?"disse lui "Stai bene?"
"Sopravviverò."disse Clark e il padre lo abbracciò.
Lex osservò il cadavere di Nixon.
Poco dopo Nixon venne messo dentro un sacco per cadaveri giallo e portato via da 2 uomini.
"Tuo padre ha una costola rotta,ma guarirà presto."disse Marta che arrivò vicino a Clark.
Lei indossava un maglione marrone.
"Come dici tu è un sopravvissuto."disse Clark"E anche tu,mamma,non avevo ancora capito quanto
fossi forte."
"Grazie Clark,ma ero terrorizzata."disse Marta.
"Non sembrava,sei una supermamma."disse Clark andando verso l'ambulanza del padre che era a
petto nudo con la pancia fasciata e una benda sugli occhi.
"Grazie."disse Jonathan rimettendosi la camicia "Come se mi fosse crollata addosso una casa."
"Papà,sono contento che tu non l'abbia fatto."disse Clark.
"Cosa?"disse Jonathan "Ucciderlo?
Figliolo,ti confesso che è stata la cosa più difficile della mia vita,ma poi ho pensato a quello che io
e tua madre ti abbiamo insegnato.
Se l'avessi ucciso,Nixon avrebbe vinto."
"È stato un bene che Lex fosse li."disse Clark.
"Clark,Nixon mi ha detto che Lex si è offerto di pagargli delle informazioni su di noi."disse
Jonathan.
"Lex dice di averlo avvertito di star lontano."disse Clark.
"Uno dei 2 ha mentito figliolo."disse Jonathan.
"Devi pensare che tra i 2,1 ha provato ad ucciderti,l'altro ti ha salvato la vita."disse Clark.
"Se avremo altre domande la chiameremo signor Luthor."disse lo sceriffo mettendo l'agendina nella
giacca e camminando.
"Grazie."disse Lex che andò da Jonathan "Signor Kent."
"Lex."disse Jonathan.
"Senta..."disse Lex.
"Lex...tu mi hai salvato la vita e voglio ringraziarti."disse Jonathan.
"Ad un nuovo inizio."disse Le si strinsero la mano.
"Già."disse Jonathan.
I corridoi della scuola erano deserti.
Chloe era al computer a singhiozzare e a guardare le foto di quando ballava con Clark.
Indossava una giacca verde scuro sull'abito rosso.
Sullo schermo apparve una scritta che diceva "Sicuro di voler eliminare questo file?"
Lei iniziò ad eliminare le foto,poi apparve un'altra scritta che diceva "Il cestino contiene 10 file.
Sicura di volerli rimuovere?"
Lei si mise la mano sinistra sulla tempia "No."
Clark uscì dal capanno con addosso una maglietta celeste chiara e senza maniche.
Jonathan stava riparando una staccionata.
Indossava una camicia bianca,con righe nere,sbottonata,maglietta marrone,jeans blu e scarpe nere.
"Marta mi ha detto cos'è successo a te e a Lana nel tornado."disse Jonathan posando il martello.
"C'era soltanto Lana e non posso parlarne."disse Clark.
"Io sono qui,puoi parlarne con me se ti va."disse Jonathan.
"Me la sono vista brutta davvero."disse Clark andando verso il recinto di legno "Stavo nella tromba
d'aria,non ho mai avuto così tanta paura in vita mia.
Non riuscivo a vedere niente,le cose si muovevano intorno a me senza nessun controllo.
Forse è stato il vento,ma improvvisamente stavo andando verso l'auto e ho sentito che ero io che
volevo andarci.
Io stavo volando."
Jonathan rimase a bocca aperta "Ah..."
Lionel Luthor era in una camera d'ospedale buia,con le tende sulle finestre e connesso a dei video.
Vicino alla porta,accanto ad un tavolo,c'era Lex seduto su una sedia.
Le pareti della stanza erano blu,con una linea grigia orizzontale a metà,mentre la porta era viola.
"Lex?"disse Lionel "Lex?"
Lex si alzò e accese le luci "Papà?
Papà?
Come ti senti?
I dottori non vogliono dirmi che succede."
"Lo so."disse Lionel "Volevo dirtelo io stesso.
Tutto fa pensare che riuscirò a recuperare l'uso completo delle gambe."
"Beh è una grande notizia."disse Lex "Non è vero?"
"Avevo bisogno di dirti una cosa."disse Lionel "So che tu hai sempre pensato che noi 2 fossimo
rivali.
Lex,quando hai dovuto aiutarmi...tu mi hai salvato la vita.
Ti ringrazio figliolo."
Lionel gli strinse la mano,poi gli afferrò la maglietta viola e lo portò più vicino "Ascolta…
Ho saputo...che hai dato...il consenso...per operarmi..."
"Ho creduto che si dovesse agire subito."disse Lex.
"Io avrei fatto la stessa cosa ed entrambi...ci saremmo sbagliati."disse Lionel.
"Perché dici questo?"disse Lex.
"Perché sono cieco."disse Lionel "L'operazione non è riuscita e non c'è modo di rimediare.
Sarebbe stato meglio se non mi avessi aiutato.
Se mi avessi lasciato morire.
Lex..."
Lui si allontanò.
"Lex?"disse Lionel allungando la mano destra "Lex?
Lex..."
La sera seguente Clark era seduto sui gradini superiori della parte alta del fienile e in quel
momento entrò Lana.
"Cosa fai Clark?"disse Lana salendo le scale.
Lei indossava una camicia rosa,pantaloni blu e scarpe nere.
"Pensavo."disse lui.
"O ti nascondevi."disse lei.
"Non vedo l'ora che le cose tornino normali."disse Clark.
"Non possono."disse Lana.
"Perché lo dici?"disse Clark.
"Me lo diceva mia zia dopo la pioggia di meteoriti."disse Lana avvicinandosi e sedendosi "Questi
eventi ti cambiano,ti tolgono le illusioni,scopri delle cose di te stesso."
"Tu che hai scoperto?"disse Clark.
"Ho sempre pensato che sarei morta giovane."disse Lana "Forse per via dei miei genitori,mi sono
sempre sentita in colpa per essere sopravvissuta.
Quando è arrivato il tornado ho pensato che finalmente era ora di andare.
Poi ti ho visto nella macchina,mi hai abbracciata forte e hai detto che sarebbe andato tutto bene.
Lo so sembra folle,ma ho cominciato a pensare a tutte le altre volte che eri li a proteggermi.
Ho pensato che Clark Kent ha qualcosa di più di quello che si vede."
Lui si alzò "Hai ragione, sembra folle.
Ma non c'è niente di più di quello che vedi."
"Clark,tu lo sai che puoi dirmi qualunque cosa vero?"disse Lana avvicinandosi.
"Lo so,ma io non ero dentro quell'auto."disse Clark.
"E come ho fatto a salvarmi?"disse Lana "È una cosa che non ha senso."
"Non dovevi morire giovane."disse Clark.
"Sappi comunque...che non puoi nasconderti qui per sempre."disse Lana scendendo le scale e
uscendo.
Il Sole stava tramontando sui campi di granturco e in mezzo ad essi c'era l'astronave che era ferma
a terra.
