SMALLVILLE:L'AMICO FIDATO

Di notte,per i corridoi della villa di Luthor,c'era Hamilton che camminava lentamente e si teneva il

braccio sinistro con il destro.

Indossava un lungo cappotto chiaro,pantaloni neri,scarpe nere e la mano sinistra gli tremava

costantemente e si muoveva in automatico.

Lex era alla sua scrivania di vetro,davanti ad un computer portatile.

Indossava una maglietta blu,pantaloni neri e scarpe nere.

"Questi prototipi di computer sono davvero all'avanguardia."disse Lex.

"Lex."disse Hamilton entrando e chiudendo la porta,poi si avvicinò "Avevamo degli accordi

precisi,come mai quest'urgenza improvvisa di vedermi?"

Lex vide la mano tremante dell'uomo "Lei non sta bene."

"Lo so,ma perché mi ha tolto la ricerca?"disse Hamilton "Sapeva quanto era importante per me."

"Gli affari cambiano."disse Lex "Si sono lamentati in molti a causa dei suoi eccessi di violenza."

"Erano degli incompetenti."disse Hamilton "Credevo che i nostri rapporti fossero chiari.

Lei firma gli assegni e io ho carta bianca!"

"L'ho assunta per fare ricerche sui meteoriti..:"disse Lex.

"Si..."disse l'uomo.

"...non ho visto risultati e mi ha provocato un mucchio di fastidi,lei dottore è diventato un

peso."disse Lex "Senta...ho deciso di fare a meno della sua collaborazione,ora dirigo una società

mia e non ho il tempo ne le risorse per portare avanti i progetti che non danno frutti."

"Si faccia vedere da un medico."disse Lex aprendo l'agenda e prendendo una penna "Le pago io le

spese."

"Non possono fare nulla i medici e non mi piace questa sua aria di sufficienza."disse Hamilton "È

lei che ha bisogno di me,solo che è troppo...presuntuoso per capirlo."

Hamilton uscì.

In una strada in mezzo alla campagna c'era un furgone rosso.

L'autista era un uomo con capelli biondi corti,baffi e barba.

Indossava una camicia chiara,jeans blu e scarpe nere.

L'uomo prese delle noccioline e le mise in bocca,poi sputò verso il finestrino,ma prese il vetro,così

lo abbassò e sputò fuori.

Hamilton era dentro la sua auto nera e guardava la sua mano tremante,poi tentò di prendere una

confezione di pillole che cadde e si aprì,così lui si chinò per prenderle e la sua macchina si mise

sulla corsia opposta.

L'uomo nel furgone suonò il clacson,l'altro spostò l'auto e il furgone uscì fuori strada schiantandosi

nei campi e rovesciandosi dopo aver rotolato diverse volte.

Hamilton guardò il mezzo,spaventato a morte,poi mise in moto.

In quel momento arrivò l'auto di Pitt,decappottata,che si fermò e lui scese.

Pitt indossava un giaccone verde scuro,maglietta azzurra,jeans blu e scarpe nere.

Pitt corse nel campo,sentendo il suono del clacson,poi si accucciò vedendo il guidatore ferito alla

testa"EHI AMICO!

Riesci a muoverti?"

L'uomo guardò davanti a se e Pitt vide l'astronave che era nello scantinato di Clark in mezzo al

granturco.

Il giorno dopo Clark era poco fuori dal fienile e palleggiava con il pallone da pallacanestro.

Sulla parete esterna del fienile alle sue spalle c'era un canestro.

Poco oltre il fienile c'erano 2 edifici,uno di mattoni e uno di legno con il tetto a punta e scuro.

Clark indossava una camicia azzurra con quadrati bianchi,pantaloni grigi e scarpe nere.

Si voltò verso il canestro palleggiando,poi tirò il pallone da una distanza di 15 metri e fece

canestro,poi si mosse a super velocità e prese la palla al volo,poi corse a super velocità fino ai 15

metri di distanza.

Pitt suonò il clacson dell'auto,alle sue spalle, e si mise seduto sulla cima dello sportello.

Indossava la maglietta gialla al centro e marrone sulle spalle.

"Ah Clark...non ti illuderai di fare canestro a questa distanza."disse Pitt.

"No,no...la palla è rotolata fin qui."disse Clark "Facciamo 2 tiri?"

"No,andiamo a prendere il furgone di tuo padre."disse Pitt.

"Perché?"disse Clark.

"Se te lo dico non mi credi,lo vedrai con i tuoi occhi."disse Pitt.

Poco dopo i 2 erano nel campo di granturco e passarono accanto al mezzo rovesciato.

Pitt si mise accucciato vicino all'astronave "Eh?

Da restare senza parole eh?"

Clark guardò il mezzo e rimase bloccato.

"Eh?"disse Clark.

"Oh Clark,è una navetta spaziale,che cos'altro potrebbe essere?"disse Pitt.

Clark si mise accucciato accanto al mezzo "Beh potrebbero essere i resti di un progetto segreto del

pentagono o magari un satellite russo."

"No,no."disse Pitt "Questa è una navetta extraterrestre ci puoi giurare."

"E ci saranno anche dei piccoli alieni verdi che se ne vanno in giro per i campi."disse Clark.

Pitt si alzò "Oh andiamo Clark...hai mai visto niente del genere?"

"Io credo che gli alieni sceglierebbero un posto più importante di Smallville."disse Clark alzandosi.

"No,no,che dici?"disse Pitt "Tutti gli UFO che hanno avvistato erano in posti deserti,hanno visto

questi bei campi di grano e sono atterrati."

Pitt afferrò il mezzo.

"Ma non puoi portarla via così."disse Clark.

"Clark,quando lo sceriffo mi ha interrogato...gli ho detto che non ricordavo dove era uscito di strada

il furgone,ma potrebbe tornare da un momento all'altro."disse Pitt "Avanti."

Pitt tentò di muovere l'oggetto.

"Ok,la portiamo a casa mia,li ho dei rifugi sotterranei."disse Clark afferrando l'oggetto.

"No Clark."disse Pitt "Conosco tuo padre.

Ce la farebbe consegnare alle autorità."

"Non gli dirò niente,sta tranquillo."disse Clark che stava per afferrare l'oggetto.

"La portiamo a casa mia e la mettiamo nel capanno degli attrezzi,non ci va mai nessuno."disse Pitt.

"Pitt,casa mia è perfetta,li sarà al sicuro."disse Clark.

"Clark ti ricordo che sono stato io a trovarla,insomma...ti comporti come se fosse di tua

proprietà."disse Pitt "L'ho trovata io."

I 2 si misero a trascinare l'oggetto.

Lex era nella sua villa,con una camicia nera addosso e metteva dei pezzi di ghiaccio dentro un

bicchiere estraendoli da un altro contenitore quando la porta alle sue spalle si aprì ed entrò Lionel

Luthor insieme ad un altro.

Lionel indossava gli occhiali neri,cappotto nero lungo,giacca nera,cravatta scura,camicia

bianca,pantaloni neri,scarpe marroni e aveva un bastone con cui sentiva il terreno nella mano

sinistra.

Alla sua destra c'era un uomo con capelli neri,giacca grigia,cravatta chiara,camicia bianca,pantaloni

grigi e scarpe nere.

Nella mano destra l'uomo aveva una valigia grigia.

"Lex?"disse Lionel e Lex guardò fuori dalla finestra "Sei qui Lex?"

"Si papà, sono qui."disse Lex.

L'uomo tentò di togliere il cappotto a Lionel che lo spostò violentemente con il braccio

destro"Vada fuori!

Esca."

L'uomo andò via.

"Questi degenerati plebei."disse Lionel "Nel Medioevo stavano ancora nelle aie a ruzzolarsi con i

polli e i maiali."

"Allora tutto a posto?"disse Lex avvicinandosi "I medici mi hanno detto che ti sei ripreso bene."

Lex lo accompagnò ad un divano.

"Come no."disse Lionel "Talmente bene che il dottore mi ha consigliato di interrompere per

un po' la tortura quotidiana della fisioterapia.

È convinto che vivere lontano dallo stress che provoca una città come Metropolis sarebbe per me…

di grande giovamento."

Lex si versò da bere "E tra tutti i posti che potevi scegliere tu hai...deciso di venire qui?"

"È un'occasione per migliorare i nostri rapporti."disse Lionel togliendosi gli occhiali e asciugandosi

le lacrime con un fazzoletto "Hai sempre detto che io non sono stato un buon padre Lex."

"Quanto pensi di rimanere?"disse Lex.

"Qualche giorno."disse Lionel "Forse una settimana."

"Sei certo che non staresti meglio nella casa sulla spiaggia?"disse Lex "L'aria di mare da molta più

energia."

"Sai ho la vaga impressione Lex...che tu non mi voglia qui."disse Lionel.

"No papà,io..."disse Lex "Io voglio solo quello che è meglio per te.

Puoi restare quanto vuoi."

Lionel sorrise.

La zia di Lana era al Taloon con un uomo.

Lei aveva i capelli neri che arrivavano alle spalle,maglietta scollata,viola scuro,senza

maniche,pantaloni neri e scarpe nere,mentre l'uomo aveva capelli ricci,neri,camicia

azzurra,pantaloni blu e scarpe nere.

L'uomo le baciò la spalla sinistra mentre lei rideva.

Lana arrivò davanti a loro con un piatto.

Indossava una camicia bianca,senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ehm...sai cosa stavo pensando Lana?"disse l'uomo "Se allontani un po' quei tavoli dal bancone ci

sarà spazio per altre sedie.

Più clienti ci sono,più soldi incassi."

"Mi sembra un'ottima idea."disse la zia.

"Io devo andare."disse lui che la baciò "A più tardi."

"Ciao."disse Lana e lui andò via.

"Che uomo stupendo."disse la zia.

"Si,è fantastico."disse Lana.

Chloe arrivò nel locale con addosso una maglietta rosa,senza maniche e scollata,pantaloni blu e

scarpe nere.

"Ciao."disse Chloe.

"Ciao."disse Lana.

"Ciao."disse la zia.

"Salve."disse Chloe.

"Ah...ha dormito da te Lana."disse la zia "Avete studiato molto?"

"Ah...se...se devo essere sincera con lei...noi non abbiamo studiato,avevo un dvd fantastico e ci

siamo rilassate."disse Chloe sorridendo.

Lana rise.

"Beh mi fa piacere che vi siate divertite,purché la scuola non ne soffra."disse la zia alzandosi.

"Certo."disse Chloe.

"Ciao."disse la zia andando via e le 2 la salutarono.

"Non so proprio come ringraziarti Chloe."disse Lana.

"Figurati."disse Chloe "Se mi avvisavi avrei inventato qualcosa di meno banale del film."

Lana prese delle tazze e le portò al bancone "Scusa ma ho detto a mia zia che avrei dormito da

un'amica e tu sei la prima che mi è venuta in mente."

"Davvero?"disse Chloe.

"Davvero."disse Lana.

"Allora,dove sei stata questa notte?"disse Chloe "C'è un nuovo amore nella vita di Lana Lang."

"Si,si chiama Dean,lo hai incrociato quando sei entrata."disse Lana.

"Esci con uno così vecchio?"disse Chloe.

"Scherzavo,è il nuovo compagno di mia zia,è il periodo dell'assicurazione,lo ha conosciuto dopo il

tornado,è sempre tra i piedi,non fanno che baciarsi,non lo sopporto."disse Lana.

"E vorresti dire a zia di andare in albergo,ma la casa è sua."disse Chloe.

"Esatto,li ho trovati a ballare incollati nel soggiorno e ho deciso di dormire qui."disse Lana.

"Beh la prossima volta che vuoi scappare dal nido d'amore non c'è bisogno che racconti una

balla."disse Chloe "Puoi dormire davvero a casa mia.

Quando vuoi."

"Grazie."disse Lana.

Il pick up rosso di Jonathan si diresse verso una casa ad un piano,rossa con il tetto a triangolo.

Alla sinistra della casa c'era un orto,con una staccionata bianca e oltre un prato.

La parte posteriore del mezzo aveva un panno blu che copriva l'astronave.

Poco dopo il mezzo venne messo dentro un piccolo edificio rettangolare chiaro,con dentro

sedie,borse,scatole,contenitori e altro.

"Pesa una tonnellata."disse Clark.

"Lo so."disse Pitt "Io vado a chiamare Chloe."

"No,aspetta non farlo."disse Clark fermandolo con la mano sinistra.

"Perché?"disse Pitt"Per lei sarebbe come trovare il santo Graal."

"Già e ci scriverebbe un articolo."disse Clark.

"Si e noi diventiamo famosi,scriviamo un libro,partecipiamo ai programmi televisivi e firmiamo un

contratto miliardario per un film."disse Pitt.

"Io terrei per noi questa storia finché non ne sapremo di più."disse Clark.

"Sbagliato,dobbiamo parlare noi prima che lo faccia l'autista del furgone."disse Pitt.

"Mettiamo che lo dici a Chloe e poi viene fuori che si tratta di uno spargi letame ad alta

tecnologia?"disse Clark.

"Ci farei la figura dello scemo."disse Pitt.

"Esatto."disse Clark "E finiremmo sulla pagina satirica del giornale.

Non so tu,ma io non voglio rischiare."

"Secondo te come si apre?"disse Pitt.

"Non lo so,tieni."disse Clark prendendo un piede di porco da un tavolo e dandolo a Pitt "Prova con

questo.

Io guardo se in giro c'è qualche annuncio di un alieno che si è perso l'astronave."

Clark uscì.

Poco dopo era a parlare con i genitori che erano seduti su 2 sedie di legno.

Jonathan indossava un giaccone nero,jeans blu e scarpe nere,mentre Marta indossava una maglietta

rossa,pantaloni scuri e scarpe nere.

Dietro di loro c'era una scrivania con una calcolatrice sopra e dei libri,mentre a sinistra c'era una

cristalliera di vetro.

"E adesso dov'è?"disse Jonathan.

"Nel capanno di Pitt."disse Clark.

"E non lo dirà a nessuno?"disse Marta.

"L'ho convinto a rimandare la conferenza stampa a domattina."disse Clark.

Il padre si alzò e lo stesso fece la madre "C'è poco da scherzare,dobbiamo andare a riprenderla."

"Ma cosa vuoi fare?"disse Clark "Rubarla?

Che cosa dico a Pitt se mi chiede dov'è finita?"

"Gli dici che non lo sai e basta."disse Jonathan camminando.

"Sono stanco di mentire."disse Clark.

"Non hai molta scelta."disse Jonathan.

"Gli potrei dire la verità."disse Clark.

"Clark."disse Jonathan.

"Non andrà a raccontarlo in giro."disse Clark.

"Ascolta,potrebbe lasciarselo sfuggire anche se è il tuo amico più fidato."disse Marta.

"Troppo pericoloso."disse Jonathan "E non dimenticare che quei meteoriti hanno trasformato

diverse persone in questa città.

E con i meteoriti sei arrivato tu.

Se la gente mette in relazione le 2 cose potrebbe finire con il pensare che sei il mostro

che ha portato con se delle rocce che hanno mutato delle persone.

Da quando c'è stata quella pioggia di meteoriti tutto qui è diventato strano.

Gli alberi,gli animali,poi le persone."

"Ma io non ho fatto nulla."disse Clark.

"La gente associa le cose facilmente anche quando non sono collegate."disse Jonathan "Potrebbero

dire che sei il responsabile di tutte le sciagure di questo posto,senza considerare che potresti essere

visto come il primo di molti conquistatori spaziali dotati di incredibili capacità.

Mio Dio...ti muoverebbero guerra in un secondo."

"Ci rendiamo conto che questo segreto è un peso per te,ma...se ora lo dividi con Pitt magari gli dai

una responsabilità che non è in grado di sostenere."disse Marta.

Hamilton era in ospedale a parlare con un dottore nei corridoi.

Hamilton indossava una giacca scura,camicia rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

Il dottore aveva occhiali,capelli neri,camice bianco,maglietta blu,pantaloni neri e scarpe nere.

"Magari è solo un visionario,ma...potrebbe interessarla."disse il dottore.

"Il numero della stanza?"disse Hamilton che si teneva la mano sinistra con la destra.

"Sono in ritardo con la rata del prestito per il corso di medicina."disse il medico e Hamilton gli mise

dei soldi nella tasca del camice,poi l'uomo gli guardò la mano "Dovrebbe farsi visitare."

"Qual'è il numero?"disse Hamilton afferrandolo.

Poco dopo l'uomo era dentro la stanza dell'autista ricoverato che dormiva e scosse il suo letto

svegliandolo.

L'uomo aveva la ferita sulla parte destra della testa fasciata.

"E lei chi è?"disse l'uomo.

"Sono... il dottor Hamilton..."disse lui"Come sta?"

"Come se avessi fatto a cornate con un bufalo."disse l'uomo.

Hamilton si avvicinò "Il dottore mi ha detto che lei ha visto un'astronave in un campo di grano ieri

sera."

"Forse deliravo."disse l'uomo "I medici mi hanno imbottito di morfina."

"A chi altro l'ha raccontato?"disse Hamilton.

"A lei cosa glie ne importa?"disse l'uomo.

"Diciamo che il mio è un interesse professionale."disse Hamilton "Nel campo ho visto le tracce

lasciate dall'astronave o quello che era,ma niente relitto."

"Al diavolo."disse l'uomo "Avrei dovuto tenere la bocca chiusa.

Qualcuno l'avrà portata via."

Hamilton prese la confezione di pillole e ne inghiottì una "Ha visto veramente un'astronave ieri

sera?"

L'uomo annuì.

Hamilton si avvicinò "Allora chi altro lo sa?"

"Nessuno."disse l'uomo.

Hamilton scosse la testa.

"Ah il ragazzo...che mi ha tirato fuori dal furgone."disse l'uomo "Pitt Ross."

"Ah..."disse Hamilton annuendo.

"Noi ci conosciamo?"disse l'uomo guardandolo bene.

Hamilton si allontanò "No,non credo."

"Ma certo,l'ho vista ieri sera."disse l'uomo "Lei è quel pazzo figlio di puttana che mi ha mandato

fuori strada!

INFERMIERA!"

Hamilton prese una siringa vuota,fece il pieno d'aria e glie la iniettò uccidendolo,poi uscì

sorridendo.

La notte seguente Clark e Jonathan uscirono dal furgone e andarono verso il luogo dove era

l'astronave.

Jonathan aprì la porta e non la trovò.

"Non è possibile."disse Clark "Qualcuno deve essere arrivato prima di noi."

"E stanotte non scopriremo chi è stato."disse Jonathan chiudendo la porta.

I 2 andarono via.

Pitt uscì dalla casa con addosso una maglietta celeste a mezze maniche e spalancò le braccia.

Il giorno dopo Clark uscì di casa.

Indossava una camicia rossa con quadratini neri,jeans blu e scarpe marroni.

Superò la staccionata di casa e vide Pitt seduto sul cofano della macchina.

"Pitt?"disse Clark e Pitt lo salutò "Stavo giusto venendo da te."

"Davvero?"disse Pitt.

"Si,per la navetta o quello che è."disse Clark.

"Oh vedi,stanotte qualcuno l'ha rubata."disse Pitt.

"Veramente?"disse Clark.

"Ne avevi parlato a qualcuno?"disse Clark.

"No e tu?"disse Pitt.

"No assolutamente."disse Clark.

"Sei un bugiardo."disse Pitt.

"Come sarebbe?"disse Clark.

"Ho visto te e tuo padre allontanarvi dal capanno ieri sera."disse Pitt "Ho cercato tutta la notte di

trovare una spiegazione,Clark Kent non farebbe mai una cosa del genere."

"Ti giuro che non siamo stati noi a prenderla."disse Clark.

"E credevo che tu fossi il mio migliore amico."disse Pitt scendendo dal cofano e andando in

macchina.

"Pitt aspetta."disse Clark "Tu non puoi capire."

"Cosa non capisco?"disse Pitt "Perché non lo spieghi Clark?"

Clark restò in silenzio.

"Va bene,sei stato molto chiaro."disse Pitt "Racconterò a Chloe questa storia.

Vedo già i titoli sui giornali: Ecco a voi il vero Clark Kent."

Pitt mise in moto e percorse un pezzo di strada,poi Clark corse a super velocità e bloccò l'auto a

mani nude.

Pitt rimase sconvolto nel trovarlo davanti all'auto.

"Pitt,dobbiamo parlare."disse Clark.

Poco dopo i 2 erano dentro il rifugio dove i Kent tenevano l'astronave.

"Cioè sei una specie di...insomma non sei umano?"disse Pitt.

"Non so cosa sono e con quella navetta sono arrivato non so da dove,ma sono cresciuto a Smallville

e tutto ciò che mi è caro e le persone a cui tengo sono qui."disse Clark.

"Se tieni tanto a me perché non mi hai detto niente?"disse Pitt.

"Pitt,avrei voluto dirtelo da tanto tempo,ma i miei pensavano che fosse pericoloso per me e per gli

altri."disse Clark.

"Non mi ritieni all'altezza?"disse Pitt.

"Lo sei?"disse Clark e Pitt gli girò intorno fissandolo "Non ho mai detto niente per un altro

motivo,perché tutti mi avrebbero guardato come mi guardi tu adesso."

"Ah si?"disse Pitt "E come?"

"Come un mostro."disse Clark "Io ho sempre cercato di essere come gli altri.

Anzi di essere più normale degli altri.

Avanti di qualcosa."

Pitt restò a fissarlo.

"Chiamami alieno..."disse Clark "...chiamami mostro,ma di qualcosa.

Non mi importa,ma di qualcosa Pitt."

Pitt scosse la testa "Mi sembri uno sconosciuto."

"E invece mi conosci eccome,sono lo stesso che giocava con te in giardino,che andava in bicicletta

con te e che giocava a pallacanestro con te e i tuoi fratelli."disse Clark "Non è cambiato niente."

"Si,certo."disse Pitt.

"Clark...hai detto di essere arrivato qui con i meteoriti?"disse Pitt.

"Si..."disse lui.

"Hai idea di tutto quello che è successo da quel giorno?"disse Pitt.

"Certo,abbiamo affrontato molti degli effetti provocati da quelle rocce insieme."disse Clark.

"Si...e dietro c'eri tu."disse Pitt.

"Pitt..."disse Clark avvicinandosi.

"No,non toccarmi."disse Pitt allontanandosi.

"Non potrei mai farti del male Pitt."disse Clark.

"Troppo tardi."disse Pitt salendo le scale ed uscendo.

Hamilton era accucciato vicino all'astronave dentro un grosso capanno.

Il capanno aveva delle luci rettangolari sul soffitto,c'erano molti tavoli di metallo con delle

taniche,dei contenitori,dei microscopi e altri oggetti,più dei tubi che pendevano dal soffitto,più luci

rettangolari attaccate a delle colonne.

Hamilton si alzò e mise la mano sinistra sulla serratura ottagonale della navicella,poi la guardò e

sorrise "Si...ecco da dove si apre.

Da qui!"

Poco dopo Hamilton era dentro lo studio di Lex.

Luthor aveva una camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere,ed era poggiato sulla scrivania,mentre

guardava l'uomo che cercava in giro.

"Dottore mi sembrava di essere stato chiaro."disse Lex.

"Sono venuto a prendere la mia liquidazione."disse Hamilton andando alla scrivania "Il disco

ottagonale che ho trovato nel campo."

"Perché?"disse Lex "È un oggetto senza valore."

"Non la riguarda,visto che mi ha tolto la ricerca."disse Hamilton.

"Non ce l'ho quel disco,è sparito durante il tornado."disse Lex.

"BUGIARDO!"disse Hamilton che gettò a terra i fogli e le cartelline sulla sua scrivania.

"È quella la chiave e so che ce l'ha lei."disse Hamilton uscendo "Non finisce qui!"

Lionel Luthor camminava nei corridoi con il bastone e toccando le pareti con la mano destra.

Indossava gli occhiali,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Hamilton gli arrivò davanti "Signor Luthor?"

"Si."disse Lionel.

"Sono il dottor Steven Hamilton,stavo facendo una ricerca molto importante per suo figlio sui

meteoriti ai laboratori Cadmus."disse Lionel.

"Va bene."disse Lionel "Ha tutta la mia attenzione."

"Purtroppo Lex si è dimostrato piuttosto miope e impaziente..."disse Hamilton muovendo la mano

destra davanti al suo volto "...e ha deciso di liquidarmi.

Ma lei...è conosciuto come una persona che guarda lontano."

"A quanto pare non ha saputo la novità."disse Lionel "Ho perso la vista."

"Un uomo come lei non ha bisogno degli occhi per vedere il futuro e per riconoscere un'occasione

unica."disse Hamilton.

"Ora basta con le sviolinate,vada al punto."disse Lionel.

"Ho scoperto una cosa che non esito a definire clamorosa."disse Hamilton "E glie la vorrei mostrare

signor Luthor."

"Va bene."disse Lionel "Andiamo."

Clark era nei corridoi della scuola,aveva lo zaino a sinistra e una cartellina blu nella mano

destra.

Andò verso Pitt che aprì l'armadietto.

"Ciao Pitt."disse Clark sorridendo e Pitt lo guardò con occhi spalancati "Lo so che sei spaventato,io

mi faccio paura da solo certe volte."

"Senti,hai tutte le ragioni per avercela con me,ma io devo trovare l'astronave."disse Clark "L'uomo

che hai soccorso l'altra sera può averne parlato a qualcuno,forse dovremmo..."

"La mattina che l'abbiamo portata via hai detto che pesava."disse Pitt "Mentivi,non è vero?"

Pitt chiuse lo sportello e camminò "Quando perdevi l'autobus e arrivavi a scuola prima di me dicevi

di aver trovato un passaggio,ma anche questa era una bugia.

Tu sei l'unica persona a cui ho sempre raccontato tutto,per te non ho avuto segreti e tu non mi hai

raccontato altro che bugie."

"Forse avrei dovuto continuare così,vista la tua reazione."disse Clark quando Pitt si fermò nel

corridoio.

"Non ci arrivi vero?"disse Pitt "Non mi interessa se vieni dalla Luna.

Se non hai fiducia in me che razza di amicizia è?"

Chloe arrivò sul posto.

Indossava una maglietta rosso scuro,senza maniche,scollata,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ragazzi,perché non mi avete parlato dei supereroi?"disse Chlo si guardarono "Pitt salva un

uomo dai rottami di un furgone e lo porta all'ospedale.

Voglio un articolo in esclusiva per il Torch!

Me la concedi un'intervista?"

"Dopo magari."disse Pitt.

"Questo tuo atteggiamento riluttante fa parte di un complotto di vasta portata per coprire la

faccenda

dell'astronave?"disse Chloe.

"Ma...di cosa stai parlando?"disse Clark.

"La mia fonte ha detto che il tale che Pitt ha soccorso blaterava di un'astronave aliena atterrata in un

campo di grano."disse Chloe.

"Non ci crederai sul serio vero?"disse Clark.

"No,a meno che Pitt non confermi la storia."disse Chloe.

"È vero Chloe."disse Pitt "Ho visto un'astronave.

E ho anche incontrato un alieno."

"Veramente?"disse Chloe ridendo.

"Si."disse Pitt.

"E ti dispiace descrivermelo?"disse Chloe.

"Somigliava tanto a Clark."disse Pitt.

Clark alzò le sopracciglia.

Chloe guardò Clark perplessa "Ma gli alieni non sono piccoli e verdi?"

Clark sorrise.

"Le cose non sono sempre come crediamo."disse Pitt andando via.

"Che cosa gli prende?"disse Chloe indicandolo con l'indice sinistro e facendo un mezzo sorriso.

"Si sarà svegliato male,ma non vorrai indagare sulla storia dell'UFO?"disse Clark "Per me è solo

una sciocchezza."

"Può darsi,ma se fosse vero te lo immagini che articolo?"disse Chloe "Per il Planet poi."

Chloe andò via.

La sera seguente Clark tornò a casa con un secchio blu con dentro delle uova e una cassa.

Entrando trovò Lex seduto al tavolo.

"Lex?"disse Clark.

Lex indossava un giaccone nero,camicia viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ciao."disse Lex "Tua madre ha detto che ti potevo aspettare qui."

"Si,cosa c'è?"disse Clark.

"Ah volevo uscire un po' dalla villa,è troppo affollata."disse Lex.

"Ma non ha circa 75 camere?"disse Clark.

"Si,ma mio padre prende molto spazio."disse Lex.

Clark annuì "Quando tornerà a Metropolis."

"Mai troppo presto?"disse Lex.

Clark aprì il frigo "È un tipo così invadente?"

"No,tutto il contrario."disse Lex "È l'immagine della cordialità,ha detto che vuole migliorare i

nostri

rapporti."

"È non ti fa piacere?"disse Clark che mise una mano sulla cassa.

"Mi ha mentito tante di quelle volte che devo pensare che sia qui per altri motivi."disse Lex.

"Dagli almeno il beneficio del dubbio,magari è cambiato."disse Clark.

"Non credo nei cambiamenti e poi se una persona mi inganna una volta non le do un'altra

occasione."disse Lex "Ricordi il fermacarte ottagonale che tenevo nel mio ufficio?"

"Vagamente."disse Clark "Perché?"

"Ah...mi chiedevo dove fosse andato a finire."disse Lex.

"Quando lo hai perso?"disse Clark.

"Durante il tornado."disse Lex.

"Lo avranno portato via con i detriti della villa forse."disse Clark.

"Ah,si certo,hai ragione."disse Lex andando alla porta.

"Ci vediamo."disse Lex.

Lionel toccò l'astronave con la mano destra,mentre l'altro si teneva la mano.

"Perdoni il mio scetticismo dottore,ma per quanto ne so io potrebbe essere un tavolino da caffè

post moderno."disse Lionel "Perché dovrei credere che sia una navetta spaziale?"

"La sua lega è composta da elementi che non si trovano nella tavola periodica e alcune sostanze

chimiche di questa lega si trovano nei meteoriti!"disse Hamilton.

"Me ne dia la prova."disse Lionel.

Hamilton gli mise la mano sulla serratura "Eh...ecco...sente questo?"

"Si..."disse Lionel.

"Qui manca un pezzo,un giorno mentre esploravo con Lex un campo dove era caduto un

meteorite,ho trovato un disco ottagonale che ha la dimensione e la forma di questo pezzo

mancante!"disse Hamilton.

"E lei pensa che questo pezzo..."disse Lionel.

"Sia quello che apre la navetta e che le potrebbe dare la prova che mi ha chiesto,ma purtroppo Lex

si rifiuta di restituirmelo!"disse Hamilton.

"Beh può darsi che Lex non abbia più quel pezzo."disse Lionel.

"E chi altro può averlo?"disse Hamilton.

"Se riuscirà a trovare la risposta a questa domanda dottore,finanzierò io la sua ricerca."disse Lionel

sorridendo "Mi dica quello che sa sui meteoriti."

"Sono composti da una particolare pietra verde che sta causando mutazioni nel terreno e negli

animali."disse Hamilton.

"Mutazioni?"disse Lionel preoccupato "Di che tipo?"

"Impossibile saperlo,la sostanza si adatta e si combina in tutti i modi possibili e in tutti gli stati

possibili."disse Hamilton "Se presa in un modo potrebbe causare alcuni sintomi,se presa in un altro

modo potrebbe causare altri effetti.

Lei sa che dal giorno della caduta meteoritica qui succedono cose strane.

Animali mutati,piante che cambiano colore e si vocifera che ci siano anche persone che..."

"Si...ricordo queste voci."disse Lionel "Ogni tanto qualcuno a lavoro mi chiede se sia salutare

lasciare Lex in un posto dove vengono trovate tante cose bizzarre."

"E secondo me le stranezze sono solo all'inizio."disse Hamilton "Qualunque cosa ci fosse in quella

navetta potrebbe essere uscita molto tempo fa per quanto ne sappiamo.

Le mutazioni potrebbero essere solo l'inizio...io dico che qui c'è un mostro in libertà.

Nascosto da qualche parte."

"Potrebbe anche essere morto,dalla pioggia di meteoriti ad oggi è passato molto tempo."disse

Lionel.

"Vero,ma da quando suo figlio ha preso quella chiave nella sua vita sono cominciate ad accadere

cose strane."disse Hamilton "Io dico che la cosa vada approfondita."

"Dottore...io credo che la cosa vada sviscerata completamente."disse Lionel "Non bisogna lasciare

niente al caso."

La notte seguente Clark salì le scale del suo fienile e trovò Lana.

Lana indossava una maglietta blu scuro,senza maniche,pantaloni bianchi e scarpe marroni.

Era seduta su una cassa rossa,poggiata su un'altra e usava il telescopio.

"Lana?"disse Clark "Che cosa fai?"

"Eh...uso il tuo telescopio per vedere se casa mia è libera."disse lei alzandosi e sorridendo.

"Ti nascondi dalla zia?"disse Clark.

"Dal suo nuovo compagno."disse Lana.

"Non sei pazza di lui."disse Lana.

"No,neanche un po' per la verità,ma...siccome sono una bugiarda davanti a loro non lo ammetterei

mai."disse Lana.

"Sei venuta nel posto giusto."disse Clark sedendosi ad una scrivania prendendo un razzo

giocattolo"Qualcuno si è mai arrabbiato con te per avergli detto la verità?"

Lana annuì e si avvicinò"Si.

Il mio ragazzo quando gli ho detto che tra noi era tutto finito."

"Lo hai fatto sul serio?"disse Clark "Credevo che non ci saresti mai riuscita.

Pensi che sarete ancora amici?"

"Un giorno."disse Lana "Beh lo spero.

Ho sbagliato a non dirglielo prima."

"Sai io e Pitt abbiamo litigato di brutto,non so se la nostra amicizia durerà."disse Clark andando alla

finestra.

"Per cosa avete litigato?"disse Lana.

"Questo non posso dirtelo."disse Clark.

"Tipico."disse Lana.

"Cosa?"disse Clark.

"Clark Kent inizia un discorso sull'importanza di dire la verità e quando dovrebbe essere lui ad

aprirsi tutto diventa un mistero impenetrabile."disse Lana.

"Quello che è successo con Pitt è una cosa personale."disse Clark.

"E quello che ti ho detto di me no?"disse Lana.

"Per alcune persone è più facile aprirsi che per altre."disse Clark.

"No,secondo me non è facile per nessuno...però lo devi fare se ci tieni ad un amico."disse Lana.

"Allora di a tua zia cosa ne pensi del suo compagno."disse Clark.

"Hai ragione Clark."disse Lana "Nascondere la verità allontana le persone."

Lei andò via.

Hamilton era nel capanno di Pitt e frugava tra la sua roba,gettando a terra delle casse dagli scaffali.

Pitt,con addosso una camicia celeste,con quadratini bianchi,entrò nell'edificio.

"Ehi,ma che diavolo fai."disse Pitt che venne illuminato dalla torcia dell'uomo.

"Manca un pezzo della nave spaziale."disse Hamilton.

"È stato lei a rubarla?"disse Pitt.

"È un disco ottagonale grande come il palmo della mia mano!"disse Hamilton "Dimmi dov'è!

Avanti!"

"Io la conosco...lei è il dottor Hamilton..."disse Pitt.

L'uomo afferrò Pitt con la mano sinistra e lo scagliò contro una parete,poi si avvicinò.

"NON SA CON CHI HA A CHE FARE AMICO!"disse Pitt "QUELLA APPARTIENE A

QUALCUNO MOLTO PIÙ DURO DI LEI!"

Hamilton sorrise "Tu sai a chi appartiene."

"No,io non so niente."disse Pitt.

"DIMMELO!"disse Hamilton "DIMMI DI CHI È!"

Pitt lo spinse via,ma l'uomo lo colpì alla testa con la torcia facendolo svenire.

La stessa notte Jonathan raggiunse Clark in cucina.

Lui indossava una camicia verde scuro,sbottonata,maglietta marrone chiaro,jeans blu e scarpe nere.

Lui aveva una tazza in mano e Marta gli versò da bere da una teiera marrone.

"Ho controllato i siti internet e nessuno parla della nave spaziale."disse Marta.

"Non so se devo sentirmi sollevata o preoccupata."disse Marta.

"Stavo pensando a Wallace."disse Jonathan "Se Pitt è andato a trovarlo prima che morisse forse gli

ha detto qualcosa che ci aiuterebbe a trovare la nave spaziale."

Clark si sedette al tavolo di legno rettangolare "Beh è possibile."

"Beh devi andare a parlare con Pitt un'altra volta."disse Jonathan.

"Non posso."disse Clark.

"Perché?"disse Jonathan.

"Pitt è arrabbiato con me."disse Clark.

"E come mai?"disse Marta.

Lui si alzò "Adesso per favore non vi agitate.

Ho raccontato a Pitt...la verità.

Non avevo scelta,lui ha visto..."

"Come non avevi scelta?"disse Jonathan "Potevi almeno parlare con noi invece di..."

"Per inventare un'altra bugia?"disse Clark.

"Clark..."disse Marta.

Jonathan si alzò.

"...sei sicuro che Pitt non lo dirà a nessun altro?"disse Marta.

"Io non so cosa farà,l'ha presa molto male."disse lui e Marta chiuse gli occhi,poi squillò il telefono

e lei andò a rispondere "Pronto?

No,non è qui.

Oh no...lo cercheremo anche noi.

A dopo."

Marta attaccò "Era la madre di Pitt,è sparito."

Clark guardò il padre che annuì.

La stessa notte Lana era seduta ad un tavolo del Taloon con sua zia.

La zia aveva un abito viola scuro,scollato e senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere,mentre

Lana,che versava da bere,aveva una maglietta senza maniche verde,pantaloni blu e scarpe nere.

"Hai avuto una bellissima idea Lana."disse la zia "Non abbiamo passato molto tempo da sole da

quando mi vedo con lui."

"Sai,per la verità,ti volevo parlare proprio di questo."disse Lana che posò la tazza "Lui è una

persona davvero fantastica solo che..."

"Fammi indovinare...i tavoli ti piacevano dov'erano."disse la zia.

Lana rise "Sono così trasparente?"

"Beh ho già fatto una lunga chiacchierata con lui e ha detto che tu sei molto indipendente e che

deve evitare altri consigli non richiesti."disse la zia "E che dovrebbe conoscerti un po' meglio."

"Grazie,questo mi fa molto piacere."disse Lana.

"I tuoi sentimenti sono molto importanti per me e...beh lo sono anche per lui,per questo noi 2

vorremmo passare più tempo insieme a te."disse la zia "Si come una famiglia."

"Una famiglia?"disse Lana.

"Sai,lui voleva che ti dessimo la notizia insieme,ma...tu mi conosci non so mai tenere un

segreto,ma...mi ha chiesto di sposarlo."disse la zia sorridendo.

Lana forzò un sorriso "Wow…e tu che hai detto?"

"Ho detto di si!"disse la zia ridendo.

Lana forzò un altro sorriso.

All'alba Pitt si svegliò nel laboratorio di Hamilton,nel capanno,legato ad una colonna da corde

gialle e seduto su uno sgabello.

"Allora,ti decidi a farti uscire il fiato?!"disse Hamilton irato "Avanti!

Parla…"

Le convulsioni al braccio di Hamilton erano più forti tanto che lui riusciva a stento a tenere il

braccio "Dimmi di chi è l'astronave!"

"Senta io prima stavo...stavo fingendo!"disse Pitt "Volevo spaventarla!

Non lo so di chi è l'astronave!"

"Stai mentendo!"disse Hamilton che si tenne a stento il braccio.

"Lei si sente male?"disse Pitt "Mi sleghi così potrò andare a cercare aiuto."

"Ah si certo,credi che qualcuno possa aiutarmi?"disse lui "NEANCHE I MEDICI SANNO COSA

MI STA UCCIDENDO!"

Hamilton girò intorno alla colonna.

"Sta per morire?"disse Pitt.

"SI!"disse Hamilton "Prima però devo dimostrare che non sono un pazzo visionario!

Un ciarlatano che vende schegge di meteoriti all'angolo della strada!

E SE ORA NON MI DICI QUELLO CHE VOGLIO SAPERE MORIRAI!"

Lionel era alla scrivania di Lex e ascoltava un registratore da cui usciva una voce maschile.

Indossava una giacca nera,maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Poggiato sulla parete alla sinistra dell'entrata secondaria,posta a destra della scrivania,c'era Lex che

aveva le mani in tasca e indossava una camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Il dottor Hamilton afferma di aver trovato nella nostra contea notevoli quantità di frammenti di

meteoriti sparsi lungo una vasta area a sud dell'autostrada 17."disse la voce "Questi frammenti

hanno una circonferenza che varia da 24 micron a 562 millimetri."

"Interessante,vero papà."disse Lex.

"Lex?"disse Lionel "Non ti ho sentito arrivare."

"Mi sorprende."disse Lex avvicinandosi "Il dottore ha detto che tutti gli altri sensi si sono acuiti da

quando hai perso la vista."

"Hai parlato con lui?"disse Lionel.

"Immagina la mia sorpresa quando mi ha detto che sei andato via senza autorizzazione."disse

Lex"E che hai saltato le ultime sedute di fisioterapia.

Secondo lui interrompere le cure in questo momento era la cosa peggiore che potessi fare."

Lionel si tolse gli occhiali "Tu non sai quanto sia degradante essere continuamente punzecchiato e

bistrattato da fisioterapisti,non sai quanto sia umiliante sentirsi dire da un insegnante che un giorno

tutto questo ti sembrerà naturale.

Vuoi sapere la verità Lex?

Ero stanco di essere trattato come un oggetto,come un invalido,me ne dovevo andare."

"Ah...e credi che risolvere i tuoi problemi edipici ti farà sentire meglio?"disse Lex.

"L'analogia è appropriata Lex,però ha una pecca:il cieco Edipo era il figlio e non il

padre."disse Lionel alzandosi mediante il bastone "Io ritorno a Metropolis."

"Quindi questo tuo improvviso interesse per Hamilton è un caso?"disse Lex.

"Devo ammettere che il suo lavoro mi affascina."disse Lionel.

"È una persona malata,non ci sta con la testa."disse Lex.

"Attento a non sottovalutare il valore degli eccentrici e dei pazzi."disse Lionel "Ogni re Artù ha

bisogno del suo merlino."disse Lionel "Hamilton ha detto di aver trovato una specie di...disco e che

ora ce l'hai tu."

"Beh,si sbaglia."disse Lex.

"Beh,in ogni caso secondo me è stato un errore annullare il suo contratto."disse Lionel.

"Ah si?"disse Lex "E perché?"

"Hai dato un'occhiata al capanno di Hamilton...ultimamente."disse Lionel.

Chloe stava camminando davanti alla scuola,leggendo un foglio.

Indossava una maglietta rossa,scollata,senza maniche,pantaloni blu e scarpe nere.

Clark le arrivò da dietro.

Indossava una maglietta gialla a mezze maniche,jeans blu e scarpe nere.

"Chloe?"disse Clark "Hai visto Pitt?"

"No,ma all'ospedale ho scoperto una cosa interessante."disse Chloe.

"Questo è il registro delle visite."disse Clark prendendo il foglio.

"Si,indagavo sulla morte di Wallace ed è venuto fuori che ha ricevuto una visita prima che

spirasse,un certo dottor Steven Hamilton."disse Chloe.

"Lo scienziato pazzo."disse Clark.

"Già."disse Chloe.

"Non aveva lasciato Smallville?"disse Clark.

"Così credevo anche io."disse Chloe "Comunque Pitt fa il buon samaritano e Hamilton va a trovare

il paziente."

"Il paziente muore e Pitt sparisce."disse Clark.

"Non sarà una prova schiacciante,ma..."disse Chloe.

"Beh,ma a me basta."disse Clark dandole il foglio indietro "Vado a cercarlo."

Chloe lesse il foglio e lui si mosse a super velocità "Aveva una casa..."

Chloe si guardò intorno "Clark?

Clark?

Clark?"

Hamilton prese uno sgabello e lo mise davanti a Pitt,poi prese una siringa con dentro della sostanza

verde.

"Che cosa fa?"disse Pitt mentre lui si sedeva.

"Questi spasmi della mano sono provocati dall'esposizione prolungata alle radiazioni dei

meteoriti."disse Hamilton "Ne ho una dose liquida che ora ti inietto e il mio tremore in confronto

sembrerà un leggero tic nervoso!"

"Fermo,le ho detto che non so niente!"disse Pitt.

"E io dico che menti."disse Hamilton "Vuoi proteggere qualcuno e spero per te che sia qualcuno per

cui valga la pena di morire!"

"E VA BENE!"disse Pitt "D'accordo,vediamo di capirci.

Puoi anche infilare quell'ago dove diavolo vuole,ma io non le dirò un bel niente."

Clark sfondò la porta di legno "Pitt!

METTA GIÙ LA SIRINGA!"

"No,se non mi dice quello che sa!"disse Hamilton.

Clark fece uscire i fasci di calore dagli occhi e fuse la siringa che esplose,poi si mosse a super

velocità,Hamilton si alzò e Clark gli diede una spinta con la mano destra facendolo volare su dei

barili blu.

Clark andò a slegare Pitt,ma sulla camicia dell'amico c'era una parte del liquido verde,così la mano

di Clark iniziò a riempirsi di venature verdi.

Hamilton si alzò e vide Clark crollare a terra,andando contro un tavolo.

"Clark?"disse Pitt.

"Cos'hai Clark?"disse Pitt.

"Sono allergico ai meteoriti."disse Clark a terra.

Hamilton prese un contenitore di vetro con dentro del liquido verde e si avvicinò chinandosi "È tua

l'astronave non è vero?

Sei un infiltrato tra gli uomini!

Aprila!

APRILA!"

Pitt si alzò,prese un cilindro di metallo e lo diede in testa all'uomo che andò contro un tavolo e

cadde a terra,poi delle gocce di liquido verde,uscite da uno dei contenitori rovesciati, gli caddero

addosso e si infilarono sotto la pelle facendogli avere delle convulsioni.

"Vieni via!"disse Pitt soccorrendo l'amico.

I 2 videro che Hamilton iniziò ad avere fortissime convulsioni che fecero tremare la struttura.

"Dobbiamo fare qualcosa..."disse Clark "Non possiamo lasciarlo così..."

Pitt si avvicinò dopo che le convulsioni si erano fermate e poi tornò ad aiutare Clark "Troppo tardi,è

morto."

"Prendiamo l'astronave..."disse Clark che si alzò.

Poco dopo Clark era nella cantina con Jonathan,Marta e Pitt e tutti guardavano il mezzo.

Pitt indossava una camicia gialla, mentre Clark indossava una maglietta celeste a mezze maniche.

"Così è tornata a casa."disse Pitt

"Pensavamo molte volte di aprirla,per trovare informazioni sulla provenienza di Clark,ma non

sappiamo come fare."disse Marta.

"Clark senti...so di aver reagito male quando mi hai detto la verità…ma dopo la morte di

Hamilton...ho capito perché non hai parlato prima."disse Pitt "Mi dispiace."

"Avevi...buoni motivi per essere sconvolto."disse Clark.

"Fortuna che non ti è successo niente."disse Marta.

"C'è ancora una cosa...Hamilton voleva uccidermi e poteva raccontare a tutti il tuo segreto e tu hai

tentato di salvarlo."disse Pitt.

"Pitt non potrei mai lasciar morire qualcuno per proteggere il mio segreto."disse Clark.

"Dio mio."disse Pitt "Non è facile essere un alieno."

"Beh...ma ho il mio migliore amico alle spalle."disse Clark.

"Pitt,sono molto fiero di te."disse Jonathan "Ma spero che tu capisca che tremenda responsabilità

sia conoscere le origini di Clark.

E non credere che con il tempo diventerà più facile."

"È il suo modo per dire che sei ben venuto."disse Pitt.

Lex Luthor,con addosso il lungo cappotto nero,arrivò nel capanno di Hamilton trovandolo vuoto.

"Allora Lex?"disse Lionel all'entrata con addosso il cappotto nero lungo e il bastone "È veramente

come Hamilton me l'ha descritta?

È davvero un'astronave?"

Lex si guardò intorno e tornò indietro "Qui non c'è niente papà."

"Beh,può averla spostata forse."disse Lionel "O qualcuno l'ha portata via."

"Vieni,ti chiamo l'elicottero."disse Lex.

"No,non voglio andare a Metropolis adesso."disse Lionel.

"Devi pensare a curarti."disse Lex.

"Si?"disse Lionel "Allora quei maghi dei miei fisioterapisti dovranno venire qui da me."

"Non rimarrai per il tuo improvviso interesse per le astronavi aliene?"disse Lex.

"Certo che no,rimango perché voglio passare un po' più di tempo con il mio unico figlio."disse

Lionel che toccò il volto di Lex.

Lex si tolse la mano e lo accompagnò fuori "La storia dell'astronave potrebbe essere una balla."

"Può darsi,ma non sono l'unico a provare interesse per questa faccenda."disse Lionel.

Pitt prese la palla dal canestro fuori dal fienile "Sfruttando la super velocità a quanto puoi arrivare?

A 20?

30 miglia all'ora?"

Clark prese il pallone sorridendo "Si,quando vado a passo di lumaca."

Clark fece canestro e prese la palla.

"E la vista a raggi x?"disse Pitt dandogli il pallone "La usi mai per guardare sotto i vestiti delle...?"

"Non mi permetterei mai di usarla per violare la privacy delle persone."disse Clark che fece

canestro.

"Dai..."disse Pitt prendendo la palla e passandogliela.

"Sul serio."disse Clark.

"Non hai mai guardato nello spogliatoio delle ragazze?"disse Pitt "Mai?"

"Beh...forse una volta."disse Clark che sorrise prendendo la palla.

"Ci avrei scommesso."disse Pitt "E quando giochi usi mai i tuoi poteri?"

"No,mai."disse Clark.

"Fammi vedere cosa puoi fare."disse Pitt.

"Ah,lasciamo perdere Pitt."disse Clark.

"Ti fai pregare?"disse Pitt.

"Eva bene."disse Clark.

"Scommetto che ti blocco."disse Pitt.

Clark spiccò un salto di 8 metri in altezza e atterrando fece canestro.

"Oh mio..."disse Pitt ridendo"Sei troppo forte."