SMALLVILLE:IL POETA NOTTURNO
Il cavallo di Lana arrivò nel cimitero di notte.
A terra c'era una leggera nebbia.
Lei mise dei fiori dentro un vaso giallo alla destra della lapide dei suoi genitori.
Sopra la lapide c'era una pietra con sotto una lettera con su scritto sopra "Lana".
Lei indossava un giubbetto marrone,maglietta bianca,jeans blu e scarpe nere.
Lei sentì un movimento tra gli alberi e si guardò intorno "C'è qualcuno?
Chi è?"
Lei voltò la lettera,poi sentì un animale ululare e si guardò intorno,poi guardò di nuovo la parte
frontale,poi sentì di nuovo l'animale ululare.
Tra la vegetazione c'era un ragazzo con lunghi capelli che correva.
Indossava un lungo cappotto nero,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
Il ragazzo corse in una zona dove c'erano molti rami a causa di piccoli alberi sia a destra che a
sinistra,arrivò in una zona aperta e cadde a terra,poi udì un cane abbaiare.
Insieme al cane arrivò un uomo anziano,con cappello fedora marrone,giacca marrone,jeans
blu,scarpe marroni e fucile di precisione nella mano destra.
L'uomo gli puntò contro il fucile e sparò.
Poco dopo lo portò in una cantina rettangolare e buia e lo gettò sul letto singolo.
Sul soffitto c'erano grossi tubi e nella stanza c'erano fioche luci blu elettrico.
Dietro il lettino c'era un muro dove c'era un dipinto che mostrava delle nubi e un'isola,poi si
chinò"Ma che ti è venuto in mente?"
"Papà scusa,ti prometto che non succederà più."disse il ragazzo.
"Qual'è la prima regola da rispettare in questa casa?"disse l'uomo.
"Byron deve stare in cantina."disse il ragazzo.
"E per quale motivo?"disse l'uomo.
"Perché il padre sa cos'è meglio per Byron."disse il ragazzo.
"Come diavolo hai fatto ad uscire?"disse il padre "Ti conviene darmi subito una risposta
ALTRIMENTI IO TI GIURO CHE..."
Lui prese una penna dal comodino "Ho forzato la serratura."
L'uomo prese la penna di scatto "Non ci riprovare.
La prossima volta non metterò un tranquillante nel fucile."
L'uomo andò verso l'entrata e salì le scale,poi chiuse la botola.
Il giorno dopo gli scolari entrarono a scuola.
Chloe lesse la lettera che Lana aveva trovato.
Chloe indossava una giacca marrone,maglietta chiara,pantaloni neri e scarpe nere.
Lana indossava una maglietta rosa a mezze maniche,jeans blu e scarpe nere.
Alla destra di lana c'era Pitt che indossava la camicia azzurra a mezze maniche,pantaloni neri e
scarpe nere.
"È piena di sentimento."disse Chloe "Ma il fatto che tu l'abbia trovata in un cimitero mi sa un po' di
film horror."
"È così romantica."disse Lana "Sono almeno 10 anni che non ricevo una lettera d'amore,non le
scrive più nessuno."
"Non è vero."disse Chloe "Non è vero,oggi ho intercettato un biglietto di un regista ad una
ragazza,non era molto poetico,ma ti assicuro che lui è andato alla meta."
Clark si unì al gruppo mentre entravano dentro il Torch.
Clark indossava una camicia rossa,pantaloni neri e scarpe nere.
"Sai chi l'ha scritta?"disse Pitt.
"Non ne ho idea."disse Lana.
"Ciao."disse Clark "Ehi?
Beh come va?"
Chloe si sedette sul divano arancione insieme a Lana e Pitt,mentre dietro di loro c'era un muro
rosso con i ritagli di giornale sugli eventi strani accaduti nel paese.
"Lana ha un ammiratore segreto."disse Chloe ridendo.
Clark si sedette sulla scrivania.
"Ma no,non è niente."disse Lana.
"Come non è niente?"disse Chloe che si tolse la giacca "Non la trovavi romantica?"
"Fagliela leggere."disse Pitt che prese la lettera e la diede a Clark.
Clark lesse la lettera "La trovo un po' smielata."
Chloe sorrise.
"Già ha parlato...Clark Kent l'uomo d'acciaio."disse Lana "Ah io devo andare.
Ciao."
Gli altri 2 la salutarono mentre lei andava via.
"Secondo me è più un mezzo squilibrato che un ammiratore."disse Clark e Chloe sorrise.
L'uomo anziano era dentro una villa a 2 piani,grigia,con una tettoia sporgente tra il primo e il
secondo piano,delle colonne bianche,una staccionata bianca,una scaletta che conduceva ad un
giardino con un'altalena e una recinzione di legno intorno.
L'uomo era accucciato nel corridoio con un trapano in mano e stava facendo dei buchi sulla botola
per la cantina.
L'uomo indossava una camicia grigia,jeans blu e scarpe marroni.
Alla sua sinistra c'era una scala di legno,alle sue spalle una finestra con la tenda,mentre alla sua
destra aveva una porta aperta.
Il ragazzo si mise a piangere e si mise le mani sulle orecchie.
Lana portò da mangiare a dei clienti nel Taloon.
Indossava una maglietta bianca a mezze maniche,pantaloni blu e scarpe nere,poi andò dietro il
bancone e vide Lex con la sua lettera in mano.
Lex indossava una giacca nera,cravatta nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
"È una cosa personale."disse lei che provò a prendere la lettera,ma lui ritrasse la mano e sorrise "E
va bene leggila.
Scommetto che dirai che è smielata,come ha detto Clark."
Lex la lesse "Si..."
Lex seguì Lana ai tavoli "I concetti sono un po' banali,ma la metrica è sofisticata.
Chi l'ha scritta?"
"Beh..."disse Lana ritirando dei piatti "...o un ammiratore o uno psicopatico,dipende a chi lo
chiedi."
"Perché tanto sarcasmo?"disse Lex "Che è successo?"
"Mi prendono tutti in giro per la poesia,quindi sto sulla difensiva."disse Lana che andò dietro il
bancone.
"Portami da te."disse Lex "Incatenami.
Perché non sarò mai libero,non sarò mai casto a meno che non mi violenti."
"Ah si...è un poeta che adoro."disse Lana sorridendo.
"Se ho capito bene ho trovato il tuo tallone d'Achille."disse Lex.
"Non sapevo che anche a te piacesse la poesia."disse Lana.
"Chi non è in grado di apprezzare la poesia,non capisce che è un momento di pura seduzione."disse
Lex.
Clark arrivò nel locale.
Indossava un giubbetto chiaro.
"È bello sapere che qualcuno apprezza la poesia."disse Lana.
Lex ridiede la lettera "Eh si aiuta...sbaraglia tutti gli altri concorrenti,vero Clark?"
Lex andò via.
"So che le cose non vanno molto bene tra noi..."disse Clark.
"Io non so che dire."disse Lana camminando per il locale.
"Scusami per aver scherzato sulla lettera."disse Clark.
"La poesia non è per tutti."disse Lana.
"La verità è che ci sono rimasto male perché l'hai mostrata a Chloe e Pitt e non a me."disse Clark.
"Non puoi pretendere che io ti confidi tutto Clark se tu non fai lo stesso con me."disse Lana.
"Uno che ti spia non mi sembra tanto normale no?"disse Clark.
"E dai Clark...tu non hai mai seguito una ragazza in vita tua?"disse Lana.
Lionel era seduto alla scrivania di Lex con davanti un uomo.
Indossava una giacca nera,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.
Davanti a lui c'era un uomo con capelli neri,corti,tirati all'indietro,giacca nera,cravatta
rossa,camicia chiara,pantaloni neri e scarpe nere.
"Come può vedere signor Luthor l'apparenza può ingannare."disse l'uomo "Ho sbagliato,ma l'ho
fatto in buona fede e le assicuro che non si ripeterà più finché lavorerò con lei."
"Ti ringrazio Ted."disse Lionel che aveva un telecomando nella mano sinistra "Credimi,ho
apprezzato molto le tue scuse e comunque farò in modo che tu mantenga la promessa Ted.
Riceverai la tua roba per posta."
"Vuol dire che mi licenzia?"disse Ted.
"Non perdere mai questa propensione all'ovvio Ted,è una delle tue doti fondamentali."disse Lionel.
Lex entrò nella stanza e sentendo la conversazione si mise le mani in tasca.
Indossava una camicia bianca.
L'uomo uscì.
"Questo è il quarto che fai fuori in un mese."disse Lex.
"He he!"disse Lionel "Sono plebei Lex.
Dove li trovi questi bei soggetti?"
"Scuolette come le migliori università."disse Lex avanzando verso di lui "Ho studiato per ore e ore
cercando la perfezione."
"È questo il tuo errore,un curriculum ti può ingannare,devi guardarli negli occhi per capire se sono
all'altezza della situazione!"disse Lex "I tuoi occhi devono guardare per me figliolo."
"Ho capito...insomma è colpa mia se ne hai già mandati via 4."disse Lex.
"Non fare la vittima,non è una critica nei tuoi confronti."disse Lionel "Analizzo solo i fatti."
Lionel si mise gli occhiali neri con le lenti ovali "E poi,se ben ricordo,non ho chiesto io il tuo
aiuto,me l'hai offerto tu."
"Vedo con piacere che la tua invalidità non ti ha rammollito."disse Lex.
"La mia invalidità non centra proprio niente!"disse Lionel alzandosi con un giornale nella mano
sinistra e il bastone nella destra.
"Non sei più il padrone del tuo mondo e questo ti distrugge vero?"disse Lex.
"Pensa a trovare un'assistente che soddisfi le mie esigenze."disse Lionel "Possibilmente
donna,giovane ed esperta."
Lionel uscì dalla stanza e andò a sedersi su una panchina in mezzo al prato e sentì la radio,poi sentì
che le azioni della Luthor Corporation avevano subito un forte ribasso e tirò via la radio.
Vicino a lui c'era Marta,che indossava una giacca marrone,camicia rossa,pantaloni neri e scarpe
con i tacchi.
"Neanche io sopporterei quella voce metallica?"disse Marta.
"Chi è lei?"disse Lionel.
"Sono Marta Kent,spero di non disturbarla."disse lei avvicinandosi.
"No,è arrivata al momento giusto."disse Lionel.
"Devo prendere il tabulato di produzione mensile di Lex,di solito me lo lascia qui."disse Marta.
"Temo che la mia presenza abbia provocato un piccolo sconvolgimento nelle rigide abitudini
di Lex."disse Lionel.
"Suo figlio è felice di averla con se anche se forse non glie l'ha detto."disse Marta.
Lionel rise "È un punto di vista molto ottimistico."
Marta si sedette accanto a lui e gli prese lentamente il giornale "Il crollo si è ripercosso sulle banche
d'investimento.
Lionel Luthor l'ha attribuito al passivo previsto per il prossimo trimestre.
Ma è tutto falso vero?
Vuole innervosire gli imprenditori così,quando lei annuncerà dividendi più alti le azioni si
apprezzeranno."
Lui si tolse gli occhiali "Non avevo la più pallida idea che Marta Kent...avesse un tale acume
finanziario.
Mi chiedo se il suo acume non sia sprecato...a lavorare in mezzo al concime."
"Voglio prenderlo come un complimento."disse Marta.
"Ma lo è infatti."disse Lionel.
Su una parete della cantina dove era il ragazzo c'erano delle foto di animali appese e delle candele
accese su un candelabro dorato.
Lui era al tavolino e scriveva mediante una piuma.
La botola venne aperta e la madre entrò nel sotterraneo,così lui nascose la lettera sotto i libri.
La madre aveva capelli ricci e biondi legati dietro la testa e con addosso una vestaglia bianca con
sotto un pigiama bianco.
Poco dopo la scala c'era una scaffalatura a sinistra e una stufa a destra.
Lei gli portò un libro rosso "Questo te l'ho comprato in un negozio di libri usati."
"Grazie."disse lui guardando il libro "Hai scelto proprio un libro adatto."
"Beh...ho letto solo un paio di pagine,ma non ci ho capito niente."disse la donna.
Il ragazzo si alzò e andò verso la scaffalatura mettendoci sopra il libro "Mi stupisce.
Qui si parla di morte e sofferenza...e di persone sepolte vive."
"Byron...lo so che sei arrabbiato,ma credimi...è meglio così."disse lei.
Lui si avvicinò e si sedette di nuovo"Perché gli permetti di trattarmi in questo modo?"
"Tuo padre ne ha sopportate abbastanza,sei fortunato che le cose siano tornate alla normalità."disse
lei."
"È normale che un ragazzo sia chiuso in cantina?"disse Byron.
"Non voglio sentire un'altra parola Byron."disse la madre "Leggi i tuoi libri e soprattutto non
discutere.
Vedrai che andrà tutto bene."
La madre salì le scale e chiuse la botola.
Byron prese la lettera,poi spostò il letto,spostò il cartellone sul muro ed iniziò a togliere i mattoni.
La notte seguente Lana,con addosso una giacca rosa,dormiva appoggiata sulla lapide.
Lui le aveva messo il cappotto nero sulle spalle.
"Ma che sto facendo?"disse Lana svegliandosi e guardando l'ora "È una follia..."
Lei vide Byron che iniziò a correre.
"Aspetta!"disse Lana alzandosi "Ho letto la tua lettera!
Era bellissima."
Lui si fermò e la guardò "Lo pensi veramente?"
Lei raccolse l'altra lettera che era caduta "Come ti chiami?"
"Byron."disse lui.
"Come il poeta?"disse Lana ridendo.
"Come il mio prozio...ma lui non aveva niente di poetico."disse Byron.
"Perché mi scrivi queste poesie?"disse Lana.
"Perché ti penso continuamente."disse lui.
Lei accese una torcia e glie la puntò addosso.
"No!"disse lui prendendo la torcia e la spense "Non la luce,mi..."
"LASCIALA STARE!"disse Clark accorrendo e facendolo fuggire.
"Clark!"disse Lana.
Byron inciampò,cadde e sbatté la testa su una lapide.
"Oh mio Dio."disse Lana che lo soccorse con Clark "Ti sei fatto male?"
"No...sto bene."disse lui che si toccò la testa,vide il sangue sulla mano e svenne.
Poco dopo mangiava al Taloon,con una borsa del ghiaccio sulla testa "Ma come ho fatto a svenire?"
"Colpa mia."disse Clark bevendo "Ti ho spaventato."
"Non fa niente."disse lui "Stavi difendendo una splendida ragazza.
È stato un gesto nobile.
Sei fortunata ad avere un fidanzato che si prende cura di te."
"Clark è soltanto un amico...un amico iperprotettivo."disse Lana "Comunque io non riuscirei a
studiare sola in casa senza mai vedere nessuno."
"La mia vita è così da tanto."disse lui bevendo e Clark vide dei segni sui polsi,simili a cicatrici.
"Non esci mai perché i tuoi sono molto severi?"disse Clark.
"Vogliono solo quello che è meglio per me."disse lui.
"Non è possibile,stanno già portando il latte."disse Lana sentendo un furgone.
Byron si alzò di scatto "Che ore sono?"
"Un quarto alle 5."disse Clark.
"Se i miei si svegliano..."disse lui che uscì di corsa.
Clark lo accompagnò a casa con il pick up rosso del padre.
Il cielo stava cominciando a diventare chiaro.
"Vuoi che spieghiamo ai tuoi quello che è successo?"disse Clark.
"No,me la caverò da solo."disse Byron uscendo e correndo a casa.
La madre uscì insieme al padre.
Il padre indossava una maglietta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.
"Byron sbrigati!"disse la madre.
Il padre gli puntò un fucile contro "Ti avevo avvertito di non uscire."
Clark e Lana scesero dal mezzo e corsero verso la casa.
La madre lo portò dentro la casa.
"BYRON!"disse Clark.
"Andate via!"disse Byron mentre la madre lo portava via.
"È meglio che non vi veda più girare intorno a mio figlio!"disse l'uomo puntando il fucile "E ora
sparite prima che vi prenda a fucilate!"
La stessa mattina Jonathan era in cucina con Marta.
Lui indossava una camicia blu aperta,canottiera bianca,jeans blu e scarpe nere.
Marta indossava una maglietta verde,pantaloni neri e scarpe nere.
"E così Lionel Luthor ti ha offerto un lavoro?"disse Jonathan versandosi da bere.
"È stata una sorpresa anche per me."disse Marta.
"Che gli hai detto?"disse Jonathan.
"Che volevo parlarne con te."disse le andarono al tavolo rettangolare,poi Jonathan andò
all'altro tavolo rettangolare in salotto.
"Sai che è un po' che penso di ricominciare a lavorare."disse Marta.
"Ma perché per lui?"disse Jonathan "Sai che non fa niente senza un secondo fine."
"Non devi spiegarmi chi è Lionel Luthor,ma i soldi ci fanno comodo."disse Marta "Io sento il
bisogno di un lavoro più stimolante."
"Oh si è chiaro,la vita nella fattoria è troppo noiosa per te."disse Jonathan.
"Non volevo dire niente del genere,è solo una buona occasione per sfruttare la mia laurea."disse
Marta.
"Anche mettendo a repentaglio la nostra privacy?"disse Jonathan.
"Credi che non sappia gestire questa storia?"disse lei.
"Marta..."disse Jonathan.
Clark entrò in quel momento con Lana.
"Clark?"disse Jonathan "Lana?
Siete stati fuori tutta la notte."
"No,non pensare male...è che...c'è un ragazzo che secondo noi è vittima di maltrattamenti."disse
Clark.
Clark,Lana e Jonathan scesero dal pick up rosso poco dopo mentre lo sceriffo scendeva dalla
macchina.
Il gruppo si avvicinò alla casa e vide che l'altalena era piena di corna di cervi e teschi.
La madre di Byron aprì la porta.
Indossava una maglietta marrone,pantaloni neri e scarpe nere.
"Signora Moore?"disse lo sceriffo.
Il padre arrivò poco dopo.
Indossava una camicia blu,pantaloni neri e scarpe nere.
"Scusate il disturbo,devo parlare con vostro figlio."disse lo sceriffo.
"Mi dispiace,ma non è possibile sceriffo."disse il padre.
"Dov'è nascosto?"disse Clark.
"Clark,lascia parlare lo sceriffo."disse Jonathan.
"Non ha fatto niente di male."disse lo sceriffo.
"Senta,io non so che cosa sta succedendo,ma nostro figlio è morto."disse la donna.
"È affogato."disse la madre "A Crater Lake.
8 anni fa."
Clark guardò Lana.
"Noi lo abbiamo visto questa notte."disse Lana.
"Mio figlio ha detto che lei l'ha minacciato."disse Jonathan.
"Io non li conosco quei ragazzi,non li ho mai visti."disse il padre "Ci sono voluti anni per superare
questa tragedia...e ora venite qui a burlarvi del nostro dolore?!
Che razza di padre è lei che lascia che suo figlio...faccia cose tanto crudeli?"
"Siamo desolati,è meglio andare."disse lo sceriffo.
"Che bugiardi."disse Lana.
"L'abbiamo visto entrare in casa."disse Clark.
Il gruppo scese le scale.
"È una situazione spiacevole Jonathan."disse lo sceriffo.
"Se c'è anche una sola possibilità che quel ragazzo sia nei guai,non lo voglio sulla coscienza."disse
Jonathan.
"Chiederò un mandato."disse lo sceriffo.
Byron era in cantina,a petto nudo e incatenato al muro.
Chloe era nel Torch,ad una scrivania.
Indossava un abito rosso,scollato,senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.
Clark era alla sua destra con addosso una maglietta blu a mezze maniche,mentre Lana era a
sinistra,con una maglietta bianca addosso.
"Sembra che il tuo tormentato artista sia entrato a far parte della setta dei poeti estinti."disse
Chloe leggendo un foglio appena stampato "Il certificato di morte firmato dal dottor Jenkins."
Clark lesse il foglio "Dev'essere falso."
"Non è che non mi fidi di voi,ma...non potrebbe essere davvero morto e..."disse Chloe.
"È difficile che un fantasma divori in quel modo 3 fette di torta e un cappuccino."disse Lana.
"Sai com'è,qui di cose strane ne capitano tante."disse Chloe alzandosi e andando ad
un'altra scrivania con computer "Ho cercato notizie sul dottor Jenkins e ho scoperto cose molto
interessanti.
8 anni fa ha condotto una ricerca sperimentale per un'impresa farmaceutica."
Chloe prese cappotto nero e borsa,poi tornò da loro.
"E Byron ha a che fare con questa ricerca."disse Clark.
"Si,i soggetti erano tutti ragazzi con un comportamento antisociale."disse Chloe uscendo e seguita
dagli altri.
"Antisociale?"disse Lana "Byron?
È così gentile."
"È possibile che il novello poeta abbia acceso il cuore della nostra Giulietta?"disse Chloe.
"Almeno è uno che manifesta i suoi sentimenti e io non devo indovinare che ha nella testa."disse
Lana "Ora dobbiamo trovare Byron."
"Prima vediamo che cosa scopre lo sceriffo."disse Clark.
Lionel era al pianoforte,nello studio di Lex e suonava sorridendo.
Indossava una camicia chiara,cravatta blu,pantaloni neri e scarpe nere.
"Sciopén."disse Lex entrando "Credevo lo trovassi troppo sentimentale."
Lex indossava una maglietta grigia a maniche lunghe.
"No Lex."disse Lionel "Piuttosto trovo che sia alquanto prevedibile.
In certi momenti.
Sento dal tuo tono di voce...che sei arrabbiato con me."
Lex si chinò in avanti mettendo gli avambracci sul pianoforte e incrociando le mani.
"Che grave misfatto ho commesso stavolta?"disse Lionel.
"Ho passato la giornata ad esaminare candidati e poi ho saputo che hai assunto la signora
Kent."disse Lex.
Lionel ridacchiò.
"Che diavolo hai in testa?"disse Lex.
"Perché?"disse Lionel "Marta Kent è una donna...decisamente in gamba.
Persone oneste come lei sono...difficili da trovare."
"Ed è solo un caso che sia uno dei pilastri della comunità e che possa riscattare agli occhi dei
cittadini di Smallville un detestato uomo d'affari?"disse Lex girando intorno al pianoforte.
"Ti confesso che non ci avevo pensato."disse Lionel "In effetti è un vantaggio che non avevo
previsto."
"Non capisco questo improvviso interesse per i Kent,ma voglio che tu li lasci in pace."disse
Lex"Contano molto per me."
"E a tuo avviso i Kent approverebbero questa tua intromissione nei loro affari?"disse Lionel "Sei
convinto che facendo il bravo ragazzo verrai accolto dalla loro famiglia?"
"Beh...sarebbe un bel salto di qualità."disse Lex andando via.
Lionel ridacchiò e Lex si fermò.
"Ricordi il mito di Prometeo?"disse Lionel "Il titano che disobbedì a Zeus?
Contro il suo volere donò il fuoco ai miseri mortali della Grecia...sai come punì Zeus il generoso
Prometeo?"
"Lo fece incatenare ad una roccia mentre un'aquila gli divorava il fegato."disse Lex "Perché?"
"Prometeo era un essere immortale Lex e per quanto desiderasse ribellarsi al mondo in cui era
nato,il mondo degli dei,non poteva farlo,non era possibile!"disse Lionel.
"Se scopro che hai intenzione di danneggiare i Kent,questa simpatica tregua padre figlio finirà
immediatamente."disse Lex.
Ci furono dei momenti di silenzio.
Lionel si rimise a suonare e Lex andò via.
Clark arrivò davanti alla casa di Byron con Pitt.
Clark indossava il giacchetto rosso,maglietta blu,pantaloni chiari e scarpe nere.
Pitt indossava un giacchetto chiaro,maglietta giallo ocra,pantaloni blu e scarpe nere.
I 2 videro che le finestre erano sbarrate con delle travi di legno e a volte con pezzi di metallo.
"Non dovevamo aspettare lo sceriffo?"disse Pitt.
"Voglio vedere se Byron è qui."disse Clark che strappò il legno da una finestra.
Il cane,all'interno,gli morse l'avambraccio destro,ma si fece male ai denti,guaì e andò via.
Clark entrò nella casa.
Nell'abitazione c'erano molte teste di animali appese ai muri e imbalsamate,vari specchi rotti sulle
pareti e alcuni divani.
"Questo posto mi da un senso di angoscia."disse Pitt.
Clark usò la vista a raggi x vedendo la botola.
Poco dopo andò a togliere il tappeto nel corridoio e fu raggiunto dall'altro.
"C'è una botola qui."disse Clark "È tutto di piombo.
Per questo non riesco a vedere sotto."
"Buono a sapersi,perché non mi dai il manuale di istruzione dei tuoi poteri?"disse Pitt.
"Sorveglia la porta."disse Clark e Pitt andò.
Clark spaccò i lucchetti della botola a mani nude,poi la aprì e scese le scale.
Byron si riparò con la mano destra,mentre era seduto sul letto.
"Byron!"disse Clark avvicinandosi "Che ti hanno fatto?"
"Non è come credi."disse Byron.
"Ti porto via da qui."disse Clark che spezzò la catena a mani nude.
"Come ci sei riuscito?"disse Byron.
"Era arrugginita."disse Clark "Andiamo."
"No!"disse Byron accucciandosi "Di giorno non posso!
Una volta ho ferito mio padre!
"Nessuno merita di essere trattato così."disse Clark.
"Tu non capisci Clark!"disse Byron.
"Si che capisco,più di quanto tu creda."disse Clark che lo portò verso l'uscita.
Clark aprì la porta e Byron urlò,poi cadde a terra.
Sulla sua schiena si formarono 2 lunghe cicatrici rosse,sulle scapole,mentre più su se ne formarono
altre 4 piccole,2 per lato.
La sua pelle si coprì di venature nere e gli occhi divennero del tutto neri.
Clark scese il primo gradino e si accucciò "Byron che ti succede?"
"Dovevi darmi retta!"disse Byron con voce mostruosa.
Byron gli diede una manata destra al volto facendolo volare via per una decina di metri e facendolo
atterrare sul tetto di una piccola costruzione di metallo che venne abbozzata.
Byron si alzò e guardò Pitt "E tu che hai da guardare?"
"Byron calmati."disse Pitt.
"VATTENE VIA!"disse Byron spingendolo oltre la staccionata bianca.
Pitt atterrò sul cofano dell'auto e sfondò il parabrezza.
Clark uscì dalla costruzione e lo vide correre via,poi corse a super velocità verso Pitt "Pitt?
Pitt?"
Clark si chinò e lo tirò fuori dalla macchina.
Poco dopo Pitt era sul letto d'ospedale,con addosso un camice blu,e la mano sinistra fasciata.
Clark era alla sua destra.
Marta e Jonathan entrarono nella stanza.
Marta indossava una giacca grigia,pantaloni grigi,scarpe nere e borsa nera.
Jonathan indossava un giaccone blu scuro.
"Pitt ti hanno già fatto le lastre?"disse Marta.
"Si,il medico dice che è solo una piccola frattura."disse Pitt "Sarà,ma io ho i miei dubbi.
Perché io mi sento tutte le ossa a pezzettini."
"Tesoro."disse Marta facendogli una carezza.
"Se c'è un'assicurazione medica di gruppo è ora di usarla."disse Pitt.
"Non eravamo d'accordo che dovevate aspettare lo sceriffo?"disse Jonathan.
"Tenevano Byron in cantina,incatenato al muro."disse Clark.
"Una volta fuori ha fatto come il dottor Jekyll e mister Hide."disse Pitt.
"Ho provato a fermarlo ,ma..."disse Clark.
"Hai provato?"disse Jonathan perplesso "Ma...in cosa si è trasformato quel ragazzo?"
La madre di Byron scese le scale della cantina con Clark e Jonathan.
Lei indossava un lungo abito grigio e una giacca nera.
"Non dovrei portarvi qui dentro."disse lei "Mio marito adesso è fuori,è andato a cercare Byron,ma
tornerà presto."
"Mio figlio si sente responsabile e quindi vogliamo aiutarvi."disse Jonathan.
"Non potete immaginare quanto sia stato difficile per noi."disse la madre "Certo penserete che
siamo dei genitori senza cuore."
I 2 la guardarono.
"Perché Byron è cambiato quando lo abbiamo portato fuori alla luce?"disse Clark.
"È un effetto collaterale della medicina."disse la madre "Non può stare alla luce del Sole.
Non dovevamo sottoporlo a quell'esperimento."
"Ci sarà pure qualcosa che potrà guarire vostro figlio."disse Jonathan.
"Abbiamo provato di tutto."disse la madre "Il dottore aveva visto morire altri 6 ragazzi mentre
cercava un antidoto al farmaco.
Tenevano Byron collegato a tutte quelle macchine…
Lo trattavano come una specie di alieno."
La madre pianse.
"Per questo avete inscenato la sua morte?"disse Clark.
"Non sapevamo che altro fare...così alla fine lo abbiamo chiuso in cantina."disse la madre "Lui ha
pianto per giorni...non capiva...perché lo costringessimo a stare qui sotto.
Io e mio marito ci sentivamo dei mostri."
"Allontanandolo dalla luce del Sole tornerebbe come prima?"disse Clark.
"Si,ma è così forte adesso,non so come qualcuno possa riuscirci."disse la madre.
Clark andò al Taloon e trovò Lana che metteva a posto dei piatti sul bancone.
"Sono stata in ospedale da Pitt,mi ha detto che è successo."disse Lana "Sei sempre il solito."
"Senti Lana io..."disse Clark.
"Perché non mi hai avvertita?"disse Lana.
"Non volevo metterti in pericolo."disse Clark.
"È questo o non ti fidi di me?"disse Lana.
"Non hai più visto Byron vero?"disse Clark.
"No,ma in questo caso lo avresti saputo dato che io sono onesta con te."disse Lana.
Chloe entrò nel locale.
Aveva un giaccone blu e una cartellina rossa nella mano destra.
"Ok forse ho capito perché il nostro poeta si è trasformato in un gorilla."disse Chloe "Ehi,sbaglio o
qui c'è un'aria un po' gelida?"
"Che hai scoperto?"disse Clark prendendo la cartellina.
"Il farmaco dato a Byron gli ha alterato la produzione di adrenalina."disse Chloe.
"Qui dice che stavano cercando una cura."disse Clark "Dobbiamo cercare quella società."
"È stata chiusa prima di finire quella ricerca."disse Chloe.
"Come mai?"disse Lana.
"Non lo so,ma la mamma di Clark potrebbe chiederlo al suo boss."disse Chloe.
"È lui il padrone?"disse Clark.
"Quella società è una consociata della Luthor,la società che promette un futuro felice."disse Chloe.
"Parlerò con Lex."disse Clark.
"Verrei con te,ma Pitt ha mandato un S.O.S. dal suo computer,quindi...tanti auguri."disse Chloe
andando via.
Lana prese la giacca bianca.
"Dove vai?"disse Clark.
"A cercare Byron."disse Lana.
"Lana aspetta,ci sono già i poliziotti e il padre a cercarlo."disse Clark.
"Secondo te dovrei restare qui a servire il caffè?"disse Lana.
"Dico solo che devi stare attenta."disse Clark "Byron non è quello di prima.
Se lo vedi non avvicinarti,va a chiamare qualcuno."disse Clark.
Byron era al cimitero,con il cappotto lungo addosso e toccava la sua lapide con la mano destra.
Lana arrivò nel cimitero.
"Byron?"disse Lana e lui si voltò "Sono io.
Lana.
Sono venuta per aiutarti."
Lui si alzò e si avvicinò "Sono stato chiuso li dentro per 8 anni,non ci torno più."
"Così puoi far male a qualcuno,non sei la persona che ho conosciuto."disse Lana "La Luthor
Corporation ti ha ridotto così.
Clark è andato da Lex Luthor.
Troveranno una cura."
"No,non c'è nessuna cura!"disse lui che la afferrò "Sono una persona che nessuno può amare.
Neanche tu!"
Lui la spinse e lei andò contro una lapide perdendo i sensi,poi lui urlò ruggendo e fuggì via.
Lex era alla scrivania e Clark era davanti a lui.
"Mio Dio."disse Lex "Un'altra macchia sul nome dei Luthor.
Mio padre mi lascerà una bella eredità.
Metti in guardia tua madre,se è diventata la sua assistente...si ripercuoterà anche su di lei."
"Mia madre sa cosa sta facendo Lex e poi è da tanto che non la vedevo così contenta."disse Clark.
"A dire la verità...la cosa mi ha stupito."disse Lex alzandosi e camminando "Visto che tutte le volte
che vi ho offerto il mio aiuto finanziario mi avete sempre risposto di no…mi secca un po' vederla
sul libro paga di mio padre."
Lex si mise la giacca.
"Beh,ad essere sincero,in famiglia non siamo tutti felici di questa decisione."disse Clark.
"Mio padre è il simbolo vivente del conflitto familiare e vedo che è contagioso."disse Lex "È più
viscido di un rospo sudato sotto un acquazzone."
"Guarda il lato positivo,almeno questa volta mio padre non ha dato la colpa a te."disse Clark
camminando con Lex.
"Controllerò la faccenda della società farmaceutica per cercare i proverbiali scheletri
nell'armadio."disse Lex "Una volta che la società sarà mia controllerò tutti i progetti segreti come
questo...e li farò chiudere.
O modificare.
Su questo non si discute,sono stufo di sentire che la gente viene ferita per colpa nostra."
I 2 arrivarono nel corridoio e Lex vide un elicottero atterrare in giardino.
"Ora devo andare in fabbrica."disse Lex "Qualche Luthor deve lavorare per vivere."
"Non mi ero reso conto di quanto fosse aumentato il traffico a Smallville."disse Clark.
"È mio padre."disse Lex "Spero che a tua madre piaccia volare."
"A casa mia non si usa tanto."disse Clark.
"Credimi,ora le cose cambieranno."disse Lex "Ci sentiamo dopo Clark."
Lionel fu portato all'elicottero da Marta che gli aprì lo sportello.
"Attento alla testa."disse Marta salendo a bordo dopo di lui "Perfetto."
Lei gli allacciò la cintura.
"Grazie."disse Lionel "È la prima volta che va in elicottero Marta?"
"Non mi aspettavo un viaggio a Metropolis il primo giorno di lavoro."disse Marta.
"He he he!"disse Lionel "Siamo pronti,decolliamo."
"Si signore."disse il pilota.
Il mezzo iniziò a sollevarsi, ma Byron lo afferrò e tentò di tirarlo giù.
"Che succede?"disse Lionel sentendo le vibrazioni.
"Non lo so!"disse il pilota.
"Che succede?"disse Marta che vide Byron "Mio Dio!"
Byron tirò giù l'elicottero e lo mise a terra violentemente.
Il pilota batté la testa e svenne.
Marta slacciò la cintura a Lionel.
"Che sta facendo?"disse Lionel.
"Dobbiamo uscire."disse Marta "Presto!"
"Che cosa succede?"disse Lionel.
Byron aprì lo sportello e gettò fuori la donna,poi afferrò Lionel e lo trascinò fuori "LUTHOR!"
"TU CHI DIAVOLO SEI?..."disse Lionel.
"TU MI HAI RIDOTTO COSÌ!"disse Byron che lo fece volare per 5 metri.
"Ma che dici?"disse Lionel "Chi sei?
Di che stai parlando?"
Clark corse a super velocità e spinse Byron facendolo volare per vari metri e facendolo rotolare a
terra.
Marta raggiunse Lionel.
"Non voglio farti del male Byron!"disse Clark avvicinandosi,mentre lui si alzava dandogli le
spalle"Ti porto lontano dalla luce!"
"NO!"disse Byron che si voltò e lo colpì con l'avambraccio destro dal basso verso l'alto "NON MI
PUOI FERMARE!"
Clark volò per 10 metri e poi cadde a terra.
"CLARK!"disse Marta.
Clark vide un pozzo di mattoni con un coperchio di metallo sulla parte superiore,si alzò,corse a
super velocità,afferrò Byron,lo portò al pozzo,cadendoci sopra e sfondando il coperchio.
I 2 finirono in un tubo obliquo e andarono nelle fogne,Clark afferrò Byron e lo spinse contro il
muro all'ombra,trattenendolo fino a quando il corpo di Byron non tornò normale.
"Clark?"disse Byron.
"È tutto a posto."disse Clark "Sta tranquillo."
Poco dopo Byron era su un letto d'ospedale con sopra una placca di metallo rettangolare,connessa
al soffitto mediante delle catene.
Dalla placca scendeva una particolare luce azzurra filtrata.
Clark aprì la porta portandogli un libro.
"Clark?"disse Byron.
"Le 100 migliori poesie scherzose del mondo."disse Clark mostrando il libro.
Byron lo prese.
"È un'arte scomparsa."disse Byron "Non ricordo la nostra lotta,ma non capisco come ho fatto a non
ferirti."
"Certa gente è fortunata."disse Lana entrando.
Indossava una maglietta azzurra senza maniche e scollata.
"Come va il polso?"disse Clark.
"Tra un paio di giorni sarà guarito."disse Lana.
"Io non posso credere che..."disse Byron.
"Ehi...non preoccuparti."disse Lana "So che non eri in te."
"Hai avuto coraggio a venire a cercarmi."disse Byron.
"Un amico mi aveva avvertito."disse Lana guardando Clark "Dovevo ascoltarlo."
"Fa vedere la mano..."disse Byron che allungò la mano destra e lei la toccò con la sua.
Clark uscì.
Lex entrò nello studio con addosso una maglietta bianca a maniche lunghe.
Lionel era seduto su una poltrona e aveva la camicia bianca.
"Ho saputo dell'incidente."disse Lex "Stai bene?"
"Ne sono uscito praticamente illeso grazie a Marta e a Clark."disse Lionel.
"Clark?"disse Lex.
"È davvero straordinario quel giovanotto."disse Lionel "Non sei d'accordo?"
Marta entrò con una cartellina.
Indossava una camicia bianca.
"Ciao Lex."disse Marta "Ho parlato con la fondazione,trasferiranno i fondi direttamente sul conto."
"Dopo poche ore già ricicla denaro sporco per mio padre?"disse Lex.
"L'ho convinto a finanziare una nuova ricerca sulla malattia di Byron."disse Marta.
"Come non le ha spiegato come al solito che la la Luthor Corporation non è un istituto di
beneficenza?"disse Lex.
"Glie l'ho detto."disse Lionel "Glie l'ho detto."
"Gli ho spiegato che aiutare quel ragazzo a vivere una vita normale sarà un'ottima pubblicità che
servirà a fidarsi di nuovo della Luthor Corporation.
Domani le consegnerò i documenti da firmare."
"Oh..."disse Lionel.
"A domani."disse Marta.
"D'accordo."disse Lionel e lei uscì mentre Lex rideva"Lex?
Ti sento sorridere compiaciuto fin da qui."
"È bene che tu stia in guardia o corri il rischio che la tua assistente ti porti sulla buona strada."disse
Lex e Lionel rise.
Clark era sul retro di un furgone blu e ammassava rettangoli di fieno.
Indossava un giubbotto chiaro,maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere.
Lana arrivò a piedi.
Indossava una felpa celeste,jeans blu e scarpe nere.
"Hai fatto uno dei tuoi soliti numeri di sparizione ieri sera."disse Lana.
Clark scese dal mezzo "Ho pensato che volessi stare un po' da sola con Byron."
Clark si chinò in avanti per spingere in rettangoli di fieno e lei gli estrasse dalla tasca il libretto delle
poesie.
"Sonetti?"disse Lana "Di solito non leggi queste cose."
"A Byron piacciono tanto,così ho deciso di provare."disse Clark.
"E che ne dici?"disse lei.
Lui prese un altro rettangolo di fieno e lo mise sul mezzo "Non è roba per me."
"Una risposta chiara."disse Lana "Mi fa piacere."
"Scusa se non sono sempre stato sincero con te."disse Clark.
"Non fa niente."disse Lana "Quando ho affrontato Byron ero davvero terrorizzata.
In quel momento ho pensato a te."
"Sul serio?"disse Clark.
"Mi sono detta...se Clark fosse qui saprebbe che fare."disse Lana "Volevo salvarlo,ma...alla fine ho
peggiorato le cose."
"Ma le tue intenzioni erano buone."disse Clark.
"Spero solo che guarisca."disse lei sedendosi sul mezzo.
"Non ti da fastidio che lui sia così..."disse Clark.
"Diverso?"disse Lana "Se vuoi bene ad una persona l'accetti così com'è.
Ma puoi farlo solamente se lei è disposta a condividere ombre e luci con te."
"I ragazzi come Byron nascondono una parte di se per paura che gli altri li respingano."disse
Clark.
"Se vuoi legarti a qualcuno è un rischio che devi correre."disse Lana.
"E se il rischio fosse troppo grande,tanto che distruggerebbe tutto?"disse Clark.
"Allora ti perderesti qualcosa di stupefacente."disse Lana.
I 2 osservarono le mucche oltre la recinzione che era sul bordo della strada.
