SMALLVILLE:COINCIDENZE

Marta arrivò in cucina e posò la borsa sul tavolo.

Indossava una giacca nera,camicia bianca,gonna nera e scarpe nere.

"Clark è tardi!"disse lei guardando verso le scale "Sbrigati!"

"Si mamma,un attimo,sto arrivando."disse lui che corse a super velocità arrivandole davanti.

Indossava una camicia chiara con linee verdi orizzontali e verticali,jeans blu e scarpe marroni.

Aveva lo zaino rosso in spalla e il giacchetto blu in mano.

"Ma come fai ad essere più veloce della luce e al tempo stesso più lento di una lumaca?"disse lei.

"È uno dei misteri che nemmeno io so spiegarmi."disse lui che andò al lavandino.

Jonathan arrivò con la tazza bianca nella mano destra.

Indossava una camicia nera,con linee verticali e orizzontali bianche,canottiera bianca,jeans blu e

scarpe nere.

"Come mai la tua sveglia si è rotta di nuovo?"disse Jonathan sedendosi al tavolo.

Clark prese una fetta di pane in cassetta e fece uscire i fasci di calore dagli occhi "Stamattina ho

spento la suoneria un po' troppo energicamente "Non sono un tipo mattiniero."

"Identico a tua madre."disse lui che prese la fetta di pane e si scottò,mentre Marta apriva la porta.

Jonathan gli diede un altra fetta di pane"Arriverebbe tardi al suo matrimonio.

Ricordo che arrivò al suo ultimo istante."

"Non tutti desiderano veder spuntare l'alba."disse Marta mettendosi un giaccone rosso.

"Ho studiato fino a tardi per un esame,così poi ho deciso di dormire per staccarmi un po' dalla

realtà."disse Clark riscaldando la fetta di pane.

"Che esame?"disse Jonathan mettendosi il giubbotto verde scuro.

"Tragedia greca."disse Clark.

"Eh la mia tragedia è che devo accompagnare tua madre al lavoro,vuoi un passaggio?"disse

Jonathan.

"No rischiereste di fare tardi."disse Clark spalmando una salsa sul pane.

"Grazie,allora andiamo."disse Mart uscirono.

Clark guardò l'orologio,indossò il giaccone e corse a super velocità sfrecciando per i campi,mentre i

Kent andavano via con il pick up.

Una donna uscì da dietro una delle costruzioni.

Aveva i capelli rossi,lunghi,giaccone marrone,maglietta verde,gonna marrone e scarpe nere.

Lei camminò verso la loro casa e vi entrò sorridendo,poi si guardò intorno e cominciò a vagare per

le stanze,poi prese una delle foto di Clark e la accarezzò sospirando.

Chloe e Pitt camminarono nei corridoi della scuola che erano molto affollati.

Lei indossava una maglietta marrone scuro,jeans blu e scarpe nere,mentre Pitt indossava una

maglietta azzurra,jeans blu e scarpe nere.

Entrambi avevano i quaderni in mano.

Dietro di loro c'era Clark.

"Dunque...Era è fuori di se perché Zeus l'ha tradita niente di meno che con una comune mortale

così ordina ai serpenti di uccidere Ercole,ancora in fasce,il frutto dell'illegittima unione."disse

Chloe "In fondo è solo un litigio familiare di dimensioni Olimpiche."

"Solo che oggi abbiamo i consulenti matrimoniali."disse Pitt.

"Beh io non la biasimo,è stato Zeus ad infrangere i voti coniugali."disse Chloe.

"E questo le da la licenza di uccidere?"disse Clark.

"Clark lo sanno tutti che una donna tradita è capace di qualunque efferatezza."disse Chloe ridendo e

girando su se stessa,poi Pitt salutò Clark che andò agli armadietti a muro.

Clark mise i libri nell'armadietto,lo chiuse e si voltò vedendo la donna dai capelli rossi che gli

sorrideva.

"Ciao Clark."disse lei.

"Ci conosciamo?"disse Clark.

"No...o meglio...si..."disse lei e lui alzò le sopracciglia "Io sono tua madre."

Clark rimase scioccato.

La notte seguente Jonathan e Marta uscirono dal fienile con Clark.

"Si tratta di un errore,non può essere tua madre."disse Marta.

"Glie l'ho detto,ma è assolutamente certa che sia così."disse Clark "Mi ha lasciato perfino..."

Clark mostrò un foglietto "...ecco il numero del suo cellulare."

Jonathan prese il foglio "Non voglio che tu abbia niente a che vedere con quella donna."disse

Jonathan.

"Temo che non sarà facile."disse Clark "Ha appena comprato una casa qui.

A Smallville."

Il gruppo si fermò.

"Mi ha detto il nome dell'agenzia che curò la mia adozione:la Metropolis United."disse Clark e i 2

genitori si guardarono "Strano pensavo che il mio fosse l'unico caso di cui si occuparono."

"Lo credevo anche io."disse Jonathan.

"Allora come andò veramente?"disse Clark.

"Non credo sia così rilevante..."disse Marta.

"Tua madre ha ragione,troveremo il modo di convincere quella donna."disse Jonathan.

"Già."disse Marta camminando con il marito.

"O rischiamo che la gente cominci a fare troppe domande."disse Jonathan.

Clark restò a guardarli.

Poco dopo Marta era ad un tavolo del Taloon davanti all'altra signora che ora aveva i capelli legati.

Alla sinistra di Marta c'era Jonathan.

Indossava una giacca nera,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

La donna le toccò le mani incrociate con la mano destra.

"Signora Kent...so cosa sta pensando."disse la donna "Una donna che ha abbandonato il figlio che

diritto ha di rifarsi viva dopo tutti questi anni."

"Si,me lo sono chiesta,lo ammetto."disse Marta.

"Senta...signora...so che è in buona fede e che incontrare Clark le ha generato molte aspettative,ma

Clark non è suo figlio mi creda."

"Oh...ho fatto delle ricerche."disse la donna "Il mio Lucas è stato l'unico bambino affidato alla

Metropolis United e Clark è l'unico bambino che abbiano mai dato in adozione."

"Siamo noi i genitori di Clark,ci è stato affidato legalmente."disse Jonathan.

"E credete l'ultima cosa che voglio è portarvelo via."disse lei "Vedete abbandonare Lucas è la cosa

peggiore che abbia mai fatto."

La donna iniziò a singhiozzare e a lacrimare "Ma non avevo scelta,ho dovuto farlo."

"Le auguro sinceramente di ritrovare Lucas,al più presto."disse Jonathan alzandosi "Ma sono

costretto a chiederle di non importunare più Clark e di lasciarlo in pace."

I 2 si alzarono e se ne andarono.

"No..."disse la donna sconvolta.

Il giorno dopo Chloe camminò per i corridoi della scuola.

Indossava una maglietta rosa scuro a maniche lunghe,pantaloni neri,scarpe nere e aveva delle

cartelline nella mano destra.

La ragazza entrò nel Torch e trovò Clark seduto alla scrivania.

Lui indossava una camicia azzurra con linee bianche orizzontali e verticali.

Clark aveva la mano destra sulla tempia e il gomito sul tavolo.

"Ma si,usa pure il mio computer,accomodati."disse Chloe.

Chloe posò la cartellina su una terza scrivania più vicina alle finestre.

"Hai ricevuto una mail da Rachel Dunleavy."disse Clark.

"Tu hai letto la mia posta."disse Chloe avvicinandosi.

"Quindi non hai smesso di indagare su mia madre?"disse Clark irato.

"Beh ho messo qualche annuncio su dei siti web per adozioni per avere delle informazioni e la

Dunleavy ha risposto."disse Chloe.

Clark si alzò di scatto "E tu le avrai detto...chissà forse suo figlio è il mio amico Clark?"

Chloe fece un passo indietro "No guarda sei fuori strada,non ti ho proprio menzionato."

"Pensa che coincidenza."disse Clark "È arrivata a Smallville e afferma di essere mia madre."

"È qui?"disse Chloe incredula "Clark...come fai ad essere sicuro che non sia veramente lei?"

"Io non ti ho mai dato un esclusiva sulla mia vita!"disse Clark.

"Non ti incuriosisce il fatto che potrebbe essere tua madre?"disse Chloe.

"Perché ti sei fissata su mia madre?"disse Clark "Io ho mai indagato sulla tua?"

"No direi di no."disse Chloe.

"Dimmi quanti anni sono che non si fa viva?"disse Clark "Se cerchi una madre trova la tua!"

"Guarda che io lo so dov'è."disse Chloe con aria triste"Peccato però che a lei non importa niente di

me."

Clark andò via.

"Comunque ho scoperto una cosa che potrebbe interessarti."disse Chloe che stava per piangere e

Clark si fermò "La Metropolis United è stata fondata da Lionel Luthor."

Clark uscì e poi si fermò.

Poco dopo Rachel era nell'ufficio di Lex che era seduto alla scrivania e roteava una penna con

la mano sinistra.

Lei indossava un giaccone marrone,maglietta nera,gonna nera e scarpe nere.

Lui indossava una maglietta blu scuro a maniche lunghe,pantaloni neri e scarpe nere.

"Devo dire che questa storia si fa sempre più interessante."disse Lex "Ma non capisco come tutto

questo abbia a che fare con me."

"So che lei è Clark siete buoni amici."disse Rachel "Il signor Kent mi impedisce di vederlo e così

ho pensato...che lei potesse riuscire a convincerlo a darmi una possibilità."

"Signora Dunleavy,Jonathan Kent ritiene che io abbia una pessima influenza su suo figlio."disse

Lex "Non me la sento di incoraggiare Clark a disubbidire al padre."

"A costo di negargli l'occasione di conoscere la sua vera madre?"disse Rachel.

"Mi dispiace,ma è senz'altro meglio che io non mi lasci coinvolgere."disse Lex.

"Questa parte francamente avrei preferito evitarla,ma...ero l'infermiera di sua madre un

tempo."disse lei.

"Conosceva mia madre?"disse Lex.

"E anche suo padre."disse Rachel "E sa io e lui entrammo in confidenza."

Lex si mise la mano destra sulla fronte.

"E quando rimasi incinta mi costrinse a dare il bambino in adozione."disse lei e Lex la guardò

perplesso.

"In altre parole sta dicendo...che io e Clark..."disse Lex.

"Lui è tuo fratello Lex."disse lei.

Lex rimase senza parole.

Chloe scese le scale velocemente e Lana la raggiunse.

Aveva i capelli sciolti,maglietta azzurra a maniche lunghe,pantaloni neri e scarpe nere.

"Chloe?"disse Lana "Aspetta ti devo parlare."

Chloe continuò a scendere le scale piagnucolando.

"Che ti succede?"disse Lana.

"Ecco...Clark e io abbiamo appena discusso."disse Chloe.

"Per quale motivo?"disse Lana.

"Violazione della privacy."disse Chloe "La mia curiosità è morbosa ,sono un caso patologico."

Chloe si fermò e la guardò sorridendo "Tu cosa volevi?"

"No,non è niente di importante."disse Lana.

"Scusami Lana."disse Chloe asciugandosi gli occhi "Perdonami se mi sfogo."

"A che serve un amica."disse Lana.

"Ti ringrazio,allora cosa volevi?"disse Chloe.

Le 2 andarono vicino agli armadietti e Lana diede la foto di sua madre e dell'altro uomo a Chloe

estraendola da un libro.

"Si chiama Harry Small."disse Lana.

"Come i fondatori di Smallville."disse Chloe.

Lana annuì sorridendo "Il primo a stabilirsi qui."

"E...questa chi è?"disse Chloe "Ne sai qualcosa?"

"Mia madre."disse Lana.

"Ah...ah...scusa,mi dispiace..."disse Chloe.

"Fa niente,tu non lo sapevi."disse Lana "Chloe è possibile che lui sia mio padre."

"Accidenti...che notizia."disse Chloe.

"Sconvolgente."disse Lana ridendo.

"Ho bisogno di avere tutte le informazioni possibili."disse Lana "Pensavo...che potessi aiutarmi.

Ma se non te la senti..."

Lo farò volentieri."disse Chloe "Vuol dire che hai fiducia in me e questo basta a risollevarmi il

morale.

"Quindi ci conto?"disse Lana.

"Lana io potrei scoprire quale college ha frequentato,se ha subito multe o sanzioni,se ha subito

interventi chirurgici o se frequenta una palestra...ma se vuoi veramente sapere chi è,il sistema più

diretto semplice ed efficace è presentarti a casa sua."disse Chloe.

Jonathan scese dal pick up insieme alla moglie ed aprì il retro del mezzo.

Marta indossava una maglietta rosa sotto il giubetto rosso.

Jonathan prese dei sacchi e Marta delle buste.

Clark arrivò correndo a super velocità e con addosso il giaccone chiaro.

"Clark?"disse Marta.

"Ah prendi l'altro sacco."disse Jonathan.

"Ho scoperto che Lionel Luthor ha fondato la Metropolis United."disse Clark e Jonathan si

fermò"Lui cosa centra con la mia adozione?

Perché non mi dite che succede?"

"Jonathan?"disse Marta "Credo che tu debba farlo."

"D'accordo."disse Jonathan che mise il sacco a terra "Il giorno in cui piovvero i meteoriti compresi

che niente sarebbe stato più come prima."

FLASHBACK

Jonathan e Marta erano nel pick up rovesciato dentro la scia lasciata dal meteorite e guardavano il

bambino nudo che li osservava accucciato e sorrideva.

Poco dopo Jonathan corse in strada passando accanto ad un camion di pompieri che andava dalla

parte opposta,mentre delle colonne di fumo si alzavano dai campi intorno.

Lui si fermò vedendo un pick up celeste con dentro il guidatore privo di coscienza.

L'uomo aveva i capelli neri,corti,maglietta nera,jeans blu e scarpe nere.

La parte dietro del mezzo trasportava rettangoli di fieno coperti con un telo marrone.

"Ted?"disse Jonathan aprendo lo sportello e scuotendo l'uomo,ma poi si accorse del buco che aveva

in fronte e del buco sul vetro frontale del mezzo.

Poco dopo Jonathan caricava l'astronave sul retro dello stesso mezzo e la copriva con un

telo,mentre Marta teneva il bambino in braccio.

Il bambino era stato coperto da un asciugamano blu scuro.

Nei campi alla loro sinistra c'erano 2 crateri con dentro del fuoco.

Jonathan guardò il bambino,poi salirono tutti nel mezzo e andarono via.

"JONATHAN ATTENTO!"disse Marta e Jonathan frenò vedendo Lionel Luthor che correva in

mezzo alla strada.

"FERMI!"disse Lionel "HO BISOGNO D'AIUTO!"

Jonathan fermò il mezzo e scese "Che succede?"

"Mio figlio..."disse Lionel.

"Che cos'ha?"disse Jonathan "Sta male?

È ferito?"

"Lui…io non so..."disse Lionel.

"Coraggio,cerchi di calmarsi."disse Jonathan "Dov'è?

Mi porti da lui."

"È rimasto laggiù."disse Lionel indicando il campo "Laggiù.

Laggiù."

I 2 corsero nel campo che aveva tutte le piante di granturco spianate e piegate a terra.

Jonathan trovò Lex svenuto e controllò il battito,poi si tolse il giaccone e glie lo mise addosso "È

ancora vivo."

"Ma...perché ha perso tutti i capelli?"disse Lionel sconvolto "Che gli è successo?"

Jonathan lo prese in braccio e poi tornò al mezzo insieme a Lionel.

Poco dopo Lex era in braccio a Lionel,a destra nel mezzo,Marta era in mezzo con Clark in braccio e

Jonathan era a sinistra.

"Non può andare più veloce?"disse Lionel.

"Lo farei se potessi."disse Jonathan.

Lionel guardò il retro del mezzo "Cosa c'è li dietro?

Il carico rallenta l'andatura."

Clark guardò Lex e lo accarezzò con la mano destra.

Lex lo guardò e poi si addormentò.

Poco dopo Lionel,mediante il vetro della porta, guardò Lex che era incosciente nel letto d'ospedale.

Lionel camminò e incontrò Jonathan.

"Come sta?"disse Jonathan "Ha saputo qualcosa?"

"È sotto shock,ma sopravviverà."disse Lionel "E lo ha salvato lei.

Non so come ringraziarla."

"Chiunque l'avrebbe fatto."disse lui.

"Mi scusi,ma non le ho chiesto il suo nome."disse Lionel.

"Jonathan Kent."disse Jonathan.

Lionel gli strinse la mano "È un piacere signor Kent.

Se le capitasse di trovarsi in difficoltà...la prego mi chiami."

Lionel gli diede il suo biglietto"Sono a sua disposizione."

FINE FLASHBACK

"Sei stato un eroe."disse Clark "Ma perché non volevi che lo sapessi?"

"Ecco io..."disse Jonathan e in quel momento arrivò lo sceriffo che scese dall'auto.

Jonathan gli andò incontro insieme a Marta.

"Tutto ok?"disse Jonathan "Come mai da queste parti?"

"Beh...in città c'è una donna che afferma di essere la madre di Clark."disse lo sceriffo "Ha fatto

ricorso al giudice perché ordini un test del DNA."

"MA È ASSURDO!"disse Clark avvicinandosi "Lei non è mia madre."

"In tal caso il test lo confermerà."disse lo sceriffo "Manderò qualcuno a raccogliere il campione,lo

porterà al laboratorio di genetica di Metropolis e domattina ci toglieremo il pensiero una volta per

tutte.

State tranquilli non avete niente da temere."

Lana arrivò davanti ad una villa grigia a 2 piani con il tetto nero a triangolo.

Lei indossava un giaccone rosa,maglietta celeste,jeans blu e scarpe nere.

In mano aveva un foglietto e aveva anche una borsa marrone a sinistra.

Lei salì le scale e arrivò sotto la tettoia.

Le scale erano chiare,con ai lati in cima,2 piccoli pilastri bianchi rettangolari,con una base quadrata

più larga del resto.

Oltre c'erano 2 colonne bianche cilindriche.

La porta era in parte aperta e si udivano le urla di un uomo provenire dall'interno.

Alla destra della porta c'erano anche delle piante e dei mobili di legno con degli scaffali.

La porta di legno aveva una vetrata centrale coperta da una tenda interna.

"SE LO PUÒ SCORDARE!"disse Jonathan "OLTRE AD ESSERE UN PUGNO NELL'OCCHIO

INQUINA L'AMBIENTE!

NO!

NON NE AVETE NESSUN DIRITTO!

MA CHI VOLETE PRENDERE IN GIRO?"

Lei vide che l'interno aveva una scala a destra,la parte bassa della parete era blu,in obliquo,mentre

la parte alta era bianca.

C'erano varie pile di libri sugli scalini.

Lana bussò e si affacciò all'interno.

Dietro di lei c'era un mobile con vari cassetti e quaderni impilati sopra.

Lei vide che la casa aveva il pavimento di legno nella stanza alla sua destra e c'erano varie pile di

libri,poi c'era un'apertura quadrata,con i bordi di legno,che dava su un'altra stanza piena di

scatoloni e libri impilati.

Nella stanza c'era un uomo con capelli neri e in parte bianchi,barba,baffi,occhiali,maglietta

celeste,jeans blu e scarpe marroni

"COME SAREBBE È COSÌ E BASTA?"disse l'uomo "LA COMPAGNIA ELETTRICA NON

RISPETTA LA LEGGE!

IO È CON VOI CHE HO A CHE FARE!

PRONTO?

PRONTO?!"

L'uomo sbatté il telefono su un mobile 2 volte.

"Signor Small?"disse Lana.

"CHE C'È?"disse lui che si tolse gli occhiali e si mise la mano destra sul volto"Ah...he he...ah...mi

spiace...ma purtroppo non posso più accettare studenti,sono al completo."

"Non sono una studentessa."disse Lana sorridendo ed entrando.

"Ma io ti conosco."disse Small.

"Davvero?"disse lei facendo qualche passo.

"Si,non lavori in un locale in città?"disse lui.

"Si esatto."disse lei sorridendo "Il Taloon.

Io però non l'ho mai vista."

"Non ci metterei piede neanche morto."disse lui.

"Non le piacciono i locali?"disse Lana.

"No,ma non mi piacciono i Luthor."disse Small.

"Lex Luthor è solo un socio esterno."disse Lana sorridendo.

"Lo dicevano anche i francesi dei nazisti,poi sappiamo com'è finita la Francia."disse Small "Non

ricordo il tuo nome."

Lei avanzò prendendo la foto dalla borsa "Lana Lang."

Lei gli diede la foto "Conosceva mia madre."

"Dove l'hai trovata?"disse Small.

"Dentro delle scatole."disse Lana "Lei l'amava?"

"Cosa vuoi che ti dica?"disse Small "Non ha molta importanza ora."

Una donna bionda con maglietta chiara,pantaloni neri e scarpe nere passò nella casa con una scatola

in mano.

"Harry?"disse la donna "Invece di salvare il mondo perché non vieni a darmi una mano?

Siamo ancora in alto mare."

"Si certo tesoro,arrivo subito."disse Harry "Senti Lana..."

"Lei potrebbe essere mio padre."disse Lana.

"Tesoro ho bisogno di te."disse Harry.

"Si certo,ho capito."disse lui "Sto arrivando.

Credo che tu...abbia commesso un errore."

"Ma io..."disse Lana.

"Vedi io ho una famiglia ora."disse lui "Ti prego,non cercarmi più."

Lui andò via.

Lana uscì dalla casa piangendo.

Clark era seduto sul divano del salotto,davanti ad un'infermiera di colore con camice bianco che gli

stava infilando un tampone nella bocca per prendere la saliva.

"Ecco."disse lei alzandosi "Rilassati,abbiamo finito."

"Vi faro sapere."disse lo sceriffo che andò via e Clark si alzò.

"Papà?"disse Clark.

"Aspetta..."disse Jonathan che attese che la porta venisse chiusa"Era necessario Clark.

O ci avrebbero trascinato in tribunale."

"Cosa accadrà quando esamineranno il DNA di Clark al microscopio?"disse Marta.

"E se non l'avessi un DNA?"disse Clark.

"Beh dovremmo semplicemente evitare che analizzino quel campione."disse Jonathan.

Metropolis.

Notte.

Dentro un grattacielo c'era una guardia di colore calva che era davanti ad una porta di metallo con 2

vetrate infrangibili,una sopra e una sotto.

Alla sinistra della porta c'era un pannello,poi 3 vetri rettangolari sulla parete di metallo.

Alla destra dell'uomo c'era una vetrata molto lunga,divisa in 2 da una sbarra rettangolare

orizzontale di metallo e dietro c'erano delle stanze con delle luci azzurre lunghe.

Sopra le luci c'era un muro che aveva incise delle linee orizzontali.

Oltre la porta c'erano le stesse luci azzurre a sinistra,con lo stesso muro sopra,mentre sotto le luci

c'era una parete con delle grosse vetrate circolari ad intervalli regolari.

A sinistra invece c'erano una serie di vetrate rettangolari dai contorni di metallo e a metà parete

c'era una ringhiera di metallo.

La guardia avanzò verso il fondo del corridoio dove c'erano 2 porte azzurre,superò la zona delle

vetrate ed entrò dentro una delle porte.

Clark e Pitt aprirono la porta in fondo e corsero.

Clark indossava il giaccone chiaro,camicia blu,con linee bianche orizzontali e verticali,jeans blu e

scarpe nere,mentre Pitt indossava un giaccone blu,maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

I 2 entrarono dentro una grossa stanza che aveva una porta sul cui vetro c'era scritto "Laboratorio di

Genetica".

Le luci all'interno erano azzurre e fioche.

"Deve essere qui."disse Clark che camminò per la stanza che era piena di

tavoli,computer,microscopi,contenitori di vetro e altro.

Clark usò la vista a raggi x e guardò attraverso un frigorifero di metallo che aveva in alto il

congelatore.

Dentro vide 2 scaffali con sopra delle placche rettangolari con dei buchi circolari con inseriti dei

cilindri di vetro tappati, con dentro i tamponi.

"Eccolo."disse Clark che piegò il metallo del frigo a mani nude.

"Cavolo."disse Pitt "Questa è roba che si vede nei film.

Clark prese il cilindro sulla cui carta esterna c'era scritto il suo nome.

"A parte le mie straordinarie doti di conversatore non so davvero come posso esserti utile."disse Pitt.

"Con la tua saliva."disse Clark ridendo.

Il giorno dopo entrò a casa e trovò i genitori seduti al tavolo in cucina.

Marta indossava una maglietta gialla senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Jonathan

aveva la camicia nera con righe orizzontali e verticali bianche,jeans blu e scarpe nere.

"Tutto fatto."disse Clark che si tolse il giaccone "Tutto a posto.

Campione sostituito,non ci hanno visto."

"Clark mi dispiace sottoporti a tutto questo."disse Jonathan.

"Non è certo colpa tua."disse Clark "Non si poteva fare altrimenti."

"Già e ora ho qualche lavoretto da sbrigare."disse Jonathan che uscì.

"È tutto a posto."disse Clark che si sedette"Perché è ancora preoccupato?"

"Credimi,non è facile per lui."disse Marta alzandosi e andando vicino a Clark "Quando fai un patto

con il diavolo di sicuro ne pagherai le conseguenze."

"Cosa successe?"disse Clark "Andiamo mamma.

E soprattutto perché vi siete rivolti a Luthor?"

"Non hai idea di quanto eravamo spaventati Clark."disse lei "All'improvviso avevamo

quest'esserino per casa...e non sapevamo cosa fare.

Ci avevi conquistato."

FLASHBACK

Il piccolo Clark era a terra,in salotto,vicino al divano,su un tappeto e giocava con un razzo

giocattolo.

Indossava una maglietta celeste e calzini rossi.

A terra c'erano altri giocattoli e una valigia con dentro altri ancora.

Marta era in piedi all'entrata della sala.

Indossava una maglietta rossa a maniche lunghe,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Jonathan era

seduto al tavolo e indossava una camicia marrone,jeans blu e scarpe nere.

Marta rise e si accucciò vicino a lui "Fortuna che tua madre conservava tutto."

"Tesoro non lo possiamo tenere con noi."disse Jonathan "Beh...dev'esserci un motivo se tutto

questo è capitato a noi.

È il desiderio che ho espresso questa mattina dal fioraio."

Jonathan si alzò e si sedette all'entrata del salotto "Ehi...da quando in qua Marta Kent crede alla

bacchetta magica?"

"Dal momento in cui ho visto apparire quest'angioletto."disse lei accarezzandolo con la mano

destra.

Qualcuno bussò alla porta.

"Di sopra."disse Jonathan alzandosi "Presto!

Andate!"

Marta lo prese in braccio e andò via.

"Ah un momento!"disse Jonathan andando verso la porta "Sto arrivando."

Jonathan aprì la porta e lo sceriffo entrò.

"Salve Jonathan."disse lo sceriffo.

"Sera."disse lui.

"Ho visto il tuo camion sulla statale piuttosto mal ridotto,sono venuto a vedere se state bene."disse

lo sceriffo.

"Oh stiamo bene,stiamo meglio,è passato."disse Jonathan "Comunque grazie per

l'interessamento,non c'è da preoccuparsi."

Marta inseguì Clark che arrivò in salotto e lo sceriffo lo vide.

"Salve."disse Marta prendendolo e ridendo.

"Chi è il piccolo?"disse lo sceriffo avanzando.

"Ah si chiama..."disse Jonathan chiudendo la porta.

"Clark!"disse Marta "Si.

Il mio cognome trovo che non sia male con il nome.

Ebbene sceriffo,lei è il primo qui a Smallville a conoscere nostro figlio.

Si,l'abbiamo adottato,siamo andati a prenderlo a Metropolis stamattina."

"Non sapevo che avevate intenzione di adottare un bambino."disse lo sceriffo.

"Ah...tu sai che noi siamo gente riservata,ma questo...era da un bel po' che ci pensavamo."disse

Jonathan.

"Beh congratulazioni."disse lo sceriffo dando una pacca sulle spalle a Jonathan "Una buona notizia

in tutta questa tragedia.

Marta si fece abbracciare da Clark.

FINE FLASHBACK

"E aveva ragione."disse Marta "Eri l'unica cosa bella accaduta quel giorno."

"Ti sei inventata tutto li sul momento?"disse Clark.

"Non potevo dire come ti avevamo trovato,ma una volta sparsa la voce dell'adozione dovevamo

avvalorarla e così...ci rivolgemmo a Lionel Luthor che ci restituì il favore."disse Marta "Si occupò

lui di tutto."

"Perché avete scelto di mantenerlo segreto?"disse Clark.

"Salve."disse Lex entrando dalla porta posteriore.

Indossava un cappotto nero lungo,camicia viola,pantaloni neri e scarpe nere "Capito nel momento

sbagliato?"

"Ah...niente affatto Lex."disse Marta alzandosi.

Poco dopo Lex,con il pallone da basket in mano,salì le scale del fienile con Clark.

"Hai mai desiderato di avere un fratello maggiore?"disse Lex.

"Un fratello maggiore?"disse Clark superandolo e prendendo il pallone "Veramente è una domanda

che non mi sono mai posto."

"La Dunleavy è venuta a trovarmi."disse Lex e Clark si fermò "Sostiene che tu e io abbiamo dei

cromosomi in comune,i cromosomi di mio padre per essere precisi."

Clark lo guardò "Vuoi dire..."

"Beh...a giudicare dall'aspetto fisico non si direbbe."disse Lex.

"Non so cosa sia successo tra lei e tuo padre,ma non è mia madre."disse Clark.

"Si anche io penso che sia molto improbabile."disse Lex "Forse si tratta solo di un piano per

estorcere un po' di soldi a mio padre."

"Con lui ne hai parlato?"disse Clark.

"Non voglio affrontare l'argomento senza avere delle prove,ma non mi sorprenderebbe."disse Lex

che prese il pallone e lo tirò in una scatola"Sono certo che nel libro dei tradimenti a mio padre è

dedicato un intero capitolo."

Lex si avvicinò alla scatola e prese la palla.

"E non ti importa."disse Clark "So quanto eri legato a tua madre."

"Cosa?"disse Lex con il pallone "Che mia madre ne soffrisse?

Certo che mi importa.

Purtroppo non tutti i matrimoni sono perfetti come quello di Jonathan e Marta Kent."

Lex si sedette sugli scalini "Comunque ho detto alla signora Dunleavy che nel ventunesimo secolo

un ricorso di questo genere senza esame del DNA non è ammesso.

Tu che ne pensi Clark?"

Lex gli tirò il pallone "E se fossimo fratelli?"

"Mi piacerebbe,ma non lo siamo."disse Clark.

Nella villa di Lex un servitore cinese aprì le porte dello studio facendo entrare Rachel.

Lei indossava una giacca marrone,sciarpa viola,pantaloni neri e scarpe nere.

Nella stanza c'era Lionel Luthor di spalle.

Indossava gli occhiali neri,giacca nera,cravatta nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Rachel."disse Lionel "Quando mi hanno annunciato la tua visita non potevo crederci.

Se rammento bene avevamo fatto un accordo preciso."

"Ho i risultati dell'esame del DNA."disse Rachel avvicinandosi "Li hai alterati vero?

Non so come,ma ci sei riuscito!"

"Che significa?"disse Lionel camminando "Di che stai parlando?"

"Clark Kent è nostro figlio e tu lo sai benissimo!"disse Rachel andandogli dietro e lui si fermò.

"Non sei cambiata affatto Rachel."disse Lionel togliendosi gli occhiali "Sei ancora completamente

irrazionale."

"No,sono stata irrazionale solo una volta,quando ti ho permesso di portarmi via il mio

bambino."disse lei.

"Era parte dell'accordo e sei stata ben ricompensata."disse Lionel "Pensi che i soldi possano

risarcire 7 anni in un reparto psichiatrico?"

"Avevi bisogno di aiuto."disse Lionel.

"No avevo bisogno di una casa e di una famiglia."disse Rachel "Certo,una volta finita tra noi ero a

pezzi."

Lionel si voltò dalla parte opposta "Oh...perché non hai continuato la terapia?"

"La storia della terapia è soltanto una scusa."disse lei andandogli davanti "Ti volevi liberare di me."

"Pensa quello che vuoi."disse Lionel.

"Oh non finisce qui Lionel."disse lei "Questa volta racconto tutto."

"Ah si?"disse Lionel "E a chi?

A mia moglie?

È inutile.

Lo sai che è morta."

Lui le toccò il viso con la mano destra "Sei ancora molto bella Rachel?

Ah eri una delizia."

Lionel iniziò a baciarle l'orecchio e le guance "Devi andare avanti,dimentica il passato.

E se ti dovesse servire aiuto chiamerò il dottore,mi fido ciecamente di quell'uomo e so che sarà

felice di ospitarti ...nella sua clinica."

Lei corse via ed uscì.

La saracinesca azzurra di un garage rettangolare di cemento si alzò.

Sulla saracinesca c'era scritto in bianco "Lex Corp"con la "X"dentro un cerchio bianco.

Lex uscì con una macchina di lusso grigia,decappottata,andò per una salita e si fermò vedendo la

donna che sorrideva.

"Signora Dunleavy."disse Lex e lei si avvicinò,estrasse una siringa e gli fece un'iniezione

addormentandolo.

"Ecco."disse lei.

Clark e Lana erano seduti vicino alla ringhiera del secondo piano del capanno.

Clark indossava una maglietta rossa a mezze maniche,jeans blu e scarpe marroni,lei invece aveva i

capelli legati dietro la testa nella parte frontale,mentre il resto era sciolto,indossava una maglietta

blu a mezze maniche,pantaloni chiari e scarpe bianche.

Lui aveva in mano un album di fotografie.

"Ehi è una trota gigantesca!"disse lei ridendo.

"Quasi non ce la facevo a tirarla su,mi ha dovuto aiutare mio padre."disse Clark.

"Sei fortunato,hai un padre fantastico?"disse Lana "Sai Chloe mi ha detto che avete discusso."

Clark si alzò.

"Sta tranquillo,non mi ha detto il perché."disse lei seguendolo "L'omertà che circonda la vita dei

Kent non è stata ancora tradita."

Lui mise le mani sulla ringhiera "Mi aveva detto che non avrebbe più indagato.

Ha trovato una donna che afferma di essere mia madre."

"E potrebbe esserlo?"disse Lana.

"No,è impossibile."disse Clark.

"E tu l'hai mai incontrata questa donna?"disse Lana.

"Si mentre ero a scuola."disse Clark "Ciao Clark sono tua madre.

Ti rendi conto?"

"Hai presente il tizio nella foto con mia madre?"disse Lana dopo alcuni secondi "Sono riuscita a

sapere chi è.

Si chiama Harry Small.

Sono andata a casa sua."

"E che è successo?"disse Clark.

"Beh...lui odia il Taloon,odia i Luthor,li ha paragonati ai nazisti e...mi ha detto di non farmi più

vedere."disse Lana.

"Ti ha liquidato."disse Clark.

Lana annuì "Mi dispiace."

"No figurati."disse Lana "Se fin'ora me la sono cavata senza un padre potrò farne benissimo a

meno per il futuro."

"Non lo so."disse lui "Noi siamo diversi.

Nessuno di noi 2 ha avuto la possibilità di conoscere i propri genitori,ma se per caso io avessi

questa possibilità...beh un primo incontro andato male non basterebbe a fermarmi."

In mezzo agli alberi,in un prato,c'era una casa rettangolare a 2 piani,con le pareti celesti,con linee

bianche.

Aveva una scala che conduceva ad una tettoia con colonne bianche e una staccionata bianca.

L'ingresso aveva 4 finestre e la porta in mezzo,sopra c'erano 3 finestre di grandezza diversa e sopra

il tetto c'era un'altra stanza con finestra e un secondo tetto.

Intorno alla casa c'erano delle carriole e delle bombole arrugginite.

Lex era legato ad una sedia di legno,con una fascia di cuoio sul petto e il nastro adesivo nero

intorno ai polsi che erano dietro la schiena.

Non indossava più la giacca.

Dietro di lui c'era la ringhiera della scala di legno.

La parete aveva la parte bassa di legno,in obliquo,e la parte alta con dei quadri.

Rachel gli accarezzò la testa facendolo rinvenire,mentre gli asciugava il viso con un panno.

Le pareti della stanza dove erano i 2 erano scure,con fiori chiari dipinti,mentre il soffitto era rosa.

Dietro la donna c'era una finestra e alla sua destra una porta.

"Tranquillo."disse lei vedendo Lex spaventato.

"Dove sono?"disse Lex.

"Sei a casa mia."disse Rachel sorridendo "L'ho comprata con i soldi che tuo padre mi diede e io da

brava formichina li ho tenuti da parte."

Lei fece alcuni passi dietro di lui "Certo,va ancora sistemata."

"Lo so che è stata dura per lei."disse Lex.

"Oh no,tu non sai niente,cosa ne sai tu?"disse lei ridendo e sedendosi sulle scale,poi divenne

seria"Tutti quegli anni gettati via...e Marta Kent intanto cresceva mio figlio.

Marta e Jonathan Kent,i genitori ideali."

"Quindi è per questo che mi ha rapito?"disse Lex.

"Oh Lex,credimi avrei preferito evitarlo,ma è tuo padre che mi ha costretta."disse lei.

"Senta,se mio padre mentisse e Clark sarebbe mio fratello...sarei dalla sua parte al 100%."disse

Lex"Cosa ci guadagna a tenermi prigioniero?"

"Molto semplice,se tuo padre continuerà a mentire dovrà conoscere il dolore atroce che comporta la

perdita di un figlio."disse Rachel.

Lex iniziò a dimenarsi per liberarsi.

Lei telefonò.

Lionel Luthor posò il cellulare sulla scrivania poco dopo.

Alla scrivania c'era Marta che era seduta.

Indossava una giacca grigia,maglietta rossa,gonna grigia e scarpe nere.

"Che succede?"disse Marta.

"Rachel Dunleavy...dice di aver rapito Lex."disse Lionel di spalle e lei si alzò.

"Oh mio Dio..."disse Marta andandogli davanti.

"Vuole che indica una conferenza stampa dove dichiaro che Clark è il mio figlio illegittimo e che la

sua adozione fu falsificata."disse Lionel "In caso...contrario ucciderà Lex."

Chloe era all'armadietto nei corridoi e indossava una maglietta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.

Clark si avvicinò.

Indossava un giubetto blu,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

"Sono felice di averti trovato."disse lui.

"Credevo che volessi stare alla larga da me."disse lei che mise la borsa nell'armadietto.

"Nessuno dei 2 aveva intenzione di ferire l'altro."disse Clark "Succede."

"Senti...brucerei la mia tessera di giornalista e manderei all'aria il mio sogno di diventare pilota

dell'Air Force se ciò mettesse in pericolo la nostra amicizia."disse Chloe.

"Non te lo permetterei."disse Clark "Ho bisogno che mi aiuti a fare della indagini."

Poco dopo Chloe era al computer con Clark seduto sulla scrivania dietro con le braccia incrociate.

"Se la Dunleavy ha comprato una casa a Smallville dev'essere nel registro della contea...e questo

non è difficile verificarlo."disse Chloe.

Clark si avvicinò e si sedette a destra rispetto a lei "Io non volevo dire quelle cose su tua madre."

"Figurati."disse Chloe ridendo "Non sei l'unico ad avere dei segreti.

Se ne andò che avevo 5 anni..."

Chloe rise "...una mattina mi svegliai e...e trovai mio padre che trafficava dietro i fornelli.

Non mi ha mai spiegato il motivo per cui se ne andò.

Assurdo eh?"

"Mi dispiace."disse Clark.

"Forse è colpa mia,non sono stata capace di farmi amare."disse Chloe e lui le toccò la mano destra

con la sua.

"Lo sai che non è vero."disse Clark.

Chloe lo guardò con aria malinconica,poi proseguì con la ricerca "Ah...non risulta niente a nome di

Rachel Dunleavy."

"Prova con Lukas Luthor."disse Clark.

Chloe rimase perplessa per qualche momento "Ok...poi mi spiegherai da dove hai preso questo

nome."

Clark guardò lo schermo e poi corse a super velocità.

"Oh...ma guarda..."disse Chloe "Ecco l'indirizzo."

Lei si voltò e vide che Clark non c'era più così alzò gli occhi al cielo.

Rachel guardava una tv nella stanza opposta a quella dove era Lex.

Alla tv c'era Lionel Luthor seduto alla scrivania.

"Ringrazio tutti i presenti per aver accettato questo invito."disse Lionel "Vi ho convocati qui per

fare un annuncio...un triste annuncio che riguarda la mia famiglia.

Mio figlio,Lex Luthor,è stato rapito.

Voglio dire a chi lo tiene in ostaggio...che non ho nessuna intenzione di scendere a patti..."

"No...PERCHÉ?"disse lei "NO!"

"E se dovessi scegliere di fargli del male..."disse Lionel.

"NOOOOO!"urlò la donna.

"...sappi che non avrò più pace finché non ti troverò,ti prenderò e ti infilerò a marcire dentro una

cella per il resto dei tuoi giorni."disse Lionel "Non cederò al tuo subdolo ricatto o non sarei un

Luthor."

Lex iniziò a dimenarsi e la donna gli arrivò davanti con un'ascia.

"CHE VUOLE FARE?"disse Lex "NO!"

"È tuo padre il tuo assassino."disse lei.

"NO!"urlò Lex che riuscì a liberarsi il piede destro dal nastro adesivo e a darle un

calcio,mandandola contro il muro e contro le scatole.

Lex cadde all'indietro,batté la nuca contro la ringhiera delle scale,poi sbatté a terra e svenne.

Rachel si alzò e prese l'ascia.

Clark corse a super velocità e usò la vista a raggi x sulla casa vedendola,corse di nuovo,sfondò la

porta e si lanciò davanti a Lex.

L'ascia gli colpì la pancia e si frantumò,poi lui andò contro un mobile di metallo rettangolare

abbozzandolo e deformandolo.

La donna guardò la punta dell'ascia frantumata "Ma chi sei tu?"

"Ho cercato di dirglielo...io non sono tuo figlio."disse Clark alzandosi.

"No..."disse lei piangendo e sedendosi a terra e lui la abbracciò mentre lei piangeva.

Lana versò da bere a dei clienti del Taloon.

Indossava una maglietta fucsia senza maniche,jeans neri e scarpe nere.

"Va bene così?"disse lei "Gradite altro?"

"No,sono a posto."disse uno dei clienti.

Harry arrivò in quel momento.

Indossava una giacca verde scuro,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Bel posto."disse Harry "Molto accogliente."

"Signor Small..."disse Lana.

"Chiamami Harry."disse lui.

"Si ferma per un caffè?"disse lei ridendo "Ah che sciocca,lei detesta i locali."

"E invece lo accetto volentieri."disse Harry seguendola e prendendo una lettera dalla giacca

andando al bancone "La tua lettera.

Mi hai colto del tutto impreparato,ma a giudicare da come ti descrivi...direi che tu abbia ereditato

qualcosa da me."

"Quindi lei è mio padre?"disse Lana.

"Non lo so."disse lui "Lo scopriremo se vuoi."

La notte seguente Marta,Jonathan e Clark erano nel piano alto del fienile.

Marta indossava un giubetto chiaro,maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere.

Jonathan indossava un giaccone scuro,jeans blu e scarpe nere.

"Rachel è stata ricoverata in una clinica psichiatrica."disse Marta seduta sui gradini con Clark

vicino "Se cercasse di raccontare a qualcuno quello che hai fatto non le crederebbero."

"Beh mi dispiace per lei."disse Clark.

"Dispiace a tutti."disse Jonathan "Posso immaginare quanto abbia sofferto a dare via il suo

bambino."

"A dire la verità ho temuto che potessero separarci."disse Marta.

"Neanche Lionel Luthor ci riuscirebbe."disse Jonathan andando alla ringhiera.

"Ma se Lionel ci ha aiutato...perché lo odi così tanto?"disse Clark alzandosi.

"La mattina che arrivò con i documenti per l'adozione...compresi qual'era la sua vera natura."disse

Jonathan.

FLASHBACK

Jonathan era al secondo piano del fienile e posò a terra una cassa vedendo Lionel che entrava.

Lionel indossava un cappotto nero lungo,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e

scarpe nere.

Aveva una valigia nella mano destra.

"Signor Kent?"disse Lionel.

"Signor Luthor?"disse Jonathan.

Lionel salì la prima rampa di scale e Jonathan scese la seconda rampa.

"Senta mi chiami Lionel."disse Lionel sorridendo.

"D'accordo."disse Jonathan stringendogli la mano "Lionel."

Lionel mise la valigia sulla ringhiera della zona tra le 2 rampe di scale e la aprì,prendendo un

foglio"Dovete solo presentare questo documento."

Lionel gli mostrò una lettera.

"Oh...grazie davvero."disse Jonathan "Anche per essere venuto qui a consegnarmeli di persona."

Lionel rise "Oggi andiamo a prendere Lex a Metropolis."

"Ah bene fantastico."disse Jonathan "Sono felice che si sia rimesso."

"Grazie grazie."disse Lionel e Jonathan guardò il foglio.

"Sarebbe disposto a fare una cosa per me?"disse Lionel.

"Ossia?"disse Jonathan.

"I fratelli Ross ci hanno ripensato riguardo il fatto di vendermi la loro fabbrica,non vogliono

cedermi la loro proprietà."disse Lionel "Vorrei che lei li convincesse del contrario.

Sono vostri amici vero?"

"Si si,siamo amici."disse Jonathan.

"Li convinca."disse lui "Li rassicuri,dica che non hanno nulla da temere.

Lei potrebbe riuscirci."

"Ah mi scusi,ma io preferisco non intromettermi in certe faccende signor

Luthor."disse Jonathan.

"Si certo."disse Lionel che sorrise e chiuse la valigia.

Jonathan salì alcuni scalini.

"Ah stia attento con quella documentazione,se il dipartimento per i servizi sociali scoprisse che

l'adozione è falsa sarebbe un peccato."disse Lionel scendendo le scale sorridendo.

"Cosa?"disse Jonathan "Scusi un momento...mi sta forse minacciando? "

Lionel si voltò verso di lui "Minacciando?

Affatto.

Le ho solo chiesto un piccolo favore."

Lionel andò via ridendo e Jonathan restò perplesso e preoccupato.

FINE FLASHBACK

"Quindi hai accettato."disse Clark"Hai convinto i Ross a vendere a lui."

"Esatto,ho aiutato i Luthor a stabilirsi qui."disse Jonathan "Le ciminiere,gli scarichi tossici...tutta la

brava gente che ha ingannato,compreso Pitt.

Uno scempio.

E tutto questo è successo a causa mia."

"Non potevi immaginare..."disse Clark.

"Avrei dovuto,purtroppo avevo già capito che razza d'uomo fosse."disse Jonathan.

"Perché non me l'hai detto?"disse Clark.

"Perché temevo che finissi per addossarti delle colpe che non ti appartenevano."disse Jonathan.

"Ma tu l'hai fatto solo per proteggermi."disse Clark.

"No!"disse Jonathan "Non lo devi neanche pensare.

Avrei potuto comportarmi diversamente.

È colpa mia."

Jonathan scese le scale.

Clark scese la prima rampa con la madre e lo osservarono andare via.

Lionel,con camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere,era seduto sulla poltrona dello

studio,illuminato solo dal caminetto,e alla sua sinistra aveva un tavolo con un bicchiere che prese in

mano.

Lex aprì la porta.

Indossava una maglietta grigia a maniche lunghe,pantaloni neri e scarpe nere.

"Lex?"disse Lionel "Sei tu?"

"Si,in carne ed ossa e questo...certo non grazie a te."disse Lex.

"Tu te la sai cavare figliolo,sapevo che non ti avrebbe ucciso."disse Lionel.

"Beh per un pelo non c'è riuscita."disse Lex.

"Non potevo cedere alle sue richieste."disse Lionel "Questione di principio."

"Dice di essere stata la tua amante."disse Lex.

"Sai...ho amato tua madre profondamente Lex...ma non ero certo un marito perfetto."disse

Lionel"No,non lo ero."

Lionel bevve "È difficile resistere alle tentazioni,un giorno lo capirai anche tu."

"Adesso non stiamo parlando di me."disse Lex mettendo le mani sul divano nero alla destra di

Lionel "L'argomento era Rachel Dunleavy.

È vero che il figlio che ha partorito era tuo?"

"Io non sapevo che fosse incinta."disse Lionel "Un bel giorno si presentò da me con un bambino in

braccio e disse che era mio.

Pretendeva che lasciassi tua madre e la sposassi."

Lex si sedette "Così hai pensato di darle dei soldi perché desse via il bambino."

"Era una squilibrata,arrivò a minacciarmi."disse Lionel "Tua madre non era in grado di sopportare

uno scandalo."

"Il tuo altruismo è commovente sai?"disse Lex.

"Ho fatto quello che ritenni giusto."disse Lionel "Lo feci affidare."

"A chi?"disse Lex "Ai Kent?"

"I Kent?"disse Lionel ridendo "Non dire idiozie."

"Allora dov'è?"disse Lex.

"Lui...lui è...morto prima di compiere un anno."disse Lionel che si toccò il volto con la mano

sinistra "Ti spiace Lex?

Sono stanco.

Voglio restare solo."

Lex uscì "Si certo."

Lionel guardò un orologio circolare da taschino,lo aprì,estrasse un ciuffo di capelli chiari e

nell'orologio c'era una foto di Lionel e di un bambino di 5 anni con capelli chiari.