SMALLVILLE:OSTAGGI

Una notte Lex Luthor era seduto alla sua scrivania con gli avambracci poggiati sul tavolo e le dita di

una mano che toccavano la punta delle dita dell'altra mano.

Indossava una camicia chiara,pantaloni neri e scarpe nere.

Davanti a lui c'era un uomo con capelli neri,riga a metà della testa,giaccone nero,camicia

bianca,cravatta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

In mano aveva una valigia di cuoio nero.

"Credevo che l'affare fosse concluso."disse Lex con la testa verso il basso.

"Signor Luthor mi dispiace..."disse l'uomo avvicinandosi.

"Io da lei voglio sapere una cosa...come ha potuto mio padre battermi in una gara d'appalto da 50

milioni di dollari CHE A SENTIRE LEI ERA GIÀ MIA?!"disse Lex.

"Per conoscere la cifra esatta della sua offerta doveva avere un informatore."disse l'altro.

"Visto che la conoscevamo solo noi 2 e certo non l'ho detta io a mio padre,lei si trova in una

situazione molto imbarazzante."disse Lex pieno di rabbia.

"Se non ha più fiducia in me,darò le dimissioni oggi stesso."disse l'altro.

Lex si alzò e gli si avvicinò "A mio padre non basterebbero le sue dimissioni.

Lui farebbe TUTTO CIÒ CHE È IN SUO POTERE PER IMPEDIRLE DI LAVORARE ANCORA

NEL MONDO FINANZIARIO!"

L'uomo si voltò.

"Ma io non sono mio padre..."disse Lex e l'altro si fermò e lo guardò"Voglio capire come ha saputo

dell'offerta e come fare in modo che non possa accadere di nuovo."

"Si..."disse l'altro andando via.

Lex si voltò verso la scrivania e poggiò le mani su di essa chinandosi,poi gettò il monitor del

computer contro la libreria,dopo di che iniziò a frugare tra i resti e trovò uno strano fiore

bianco,mise le mani nella parte interna ed estrasse una cimice.

La mattina seguente lo studio di Lex era del tutto sotto sopra e lui stava gettando i libri giù dalle

scaffalature sul muro insieme agli altri oggetti.

Lex prese una spranga di metallo dalla scrivania,andò verso un quadro posizionato sulla parete

a sinistra rispetto alla scrivania e prese l'oggetto con la mano destra.

Clark aprì la porta laterale dello studio,spostando una sedia che era davanti ad essa e rimanendo

perplesso.

Clark indossava un giaccone blu,camicia bianca,con linee verticali e orizzontali rosso

scuro,pantaloni grigi e scarpe nere.

Clark si guardò intorno vedendo pezzi di vetro ovunque e mobili rovesciati,poi vide Lex che

strappava il quadro "Lex ma che fai?"

Lex gli fece il gesto di fare silenzio,poi andò verso un oggetto rettangolare nero,con un rettangolo di

metallo al centro che aveva un buco circolare sulla parte superiore e dei tasti sotto.

L'oggetto aveva 2 vetrine rettangolari che si spostarono nel momento in cui lui ci avvicinò la

mano,poi cliccò su un tasto e mise la musica ad alto volume.

"Il grande fratello ci ascolta."disse Lex "O meglio il grande padre."

Lex mostrò una serie di cimici di vario tipo sulla scrivania "Per ora ho trovato solo queste.

Microspie ad alta tecnologia."

Clark ne prese una in mano.

"Chiamerò degli esperti per bonificare tutta la villa da questa infestazione."disse Lex.

"Vuoi dire che tuo padre ti sta spiando?"disse Clark.

"Ho partecipato ad una gara per un contratto multimilionario,all'ultimo minuto ha fatto un'offerta

più bassa."disse Lex "Che coincidenza."

Lex camminò per la stanza.

"Cerca di stare calmo ora."disse Clark.

"Non dirmi di stare calmo Clark!"disse Lex guardandolo "Cosa proveresti se qualcuno ascoltasse

quello che dici?

Tutti i tuoi segreti?"

Lex rovesciò il biliardo su un lato e guardò la parte inferiore.

Clark usò la vista a raggi x sulla libreria e spalancò gli occhi "Lex?

Le cimici potrebbero essere dovunque,tra i libri,tra le griglie dell'aria condizionata..."

"Ho già guardato."disse Lex.

"E dentro lo stereo?"disse Clark.

Lex andò a vedere l'oggetto rettangolare e lo colpì con la spranga.

Poco dopo Jonathan era a casa in cucina e con un piatto in mano.

Indossava una camicia marrone,sbottonata,con linee verticali e orizzontali,maglietta nera,jeans blu e

scarpe nere.

Clark era li vicino con uno straccio in mano,indossava una maglietta blu,pantaloni grigi e scarpe

marroni.

Clark prese il piatto "Ehi papà te lo finisco di cuocere io mediante il raggio calorifero?"

"Ah...grazie..."disse Jonathan che prese il piatto "Modestamente ho fatto questo pollo alla

perfezione,dorato al punto giusto come piace a tua madre."

Jonathan si avvicinò ad una cesta di legno posta sul tavolo e ci mise dentro delle scatole con il

cibo che venivano passate da Clark.

"Come mai non andate a Metropolis per il vostro anniversario?"disse Clark.

"Beh l'hanno scorso,mentre eravamo via,una certa persona ha dato qui una festa eh?"disse

Jonathan "Meglio fare diversamente."

Marta scese le scale.

Indossava una giacca grigia,camicia rossa,pantaloni grigi e scarpe nere.

"Lo credo anche io,ma non ci sarò."disse Marta.

"Come?"disse Jonathan "No,aspetta un momento...come sarebbe a dire scusa?"

"Ha appena chiamato Lionel,la Luthor Corporation firmerà un grosso contratto che devo andare a

preparare con lui nel suo ufficio di Metropolis domani."disse Marta.

"Ma lo sa che è il vostro anniversario?"disse Clark.

"Beh tornerò domani sera."disse Marta che mise la mano destra sulla spalla sinistra di

Jonathan"Potremo festeggiare a cena,scegli tu il ristorante."

"Lo metterai sul conto spese di Lionel Luthor?"disse Jonathan.

"Jonathan...ti prego,mi sento già tanto in colpa,so quanto ti sei dato da fare per organizzare

l'anniversario,ma non ho scelta,lui è il mio capo."disse Marta.

"E io sono tuo marito."disse Jonathan.

"Credimi,preferirei passare con te questa giornata."disse Marta "Ma questo lavoro è troppo

importante per me."

"Non avrei mai pensato che potesse diventare più importante della tua famiglia."disse Lionel.

"E comunque non dovresti lavorare per Lionel Luthor."disse Clark.

"Clark?"disse Jonathan.

"Lo sai come ha fatto ad avere quel grosso contratto?"disse Clark "Facendo spiare Lex!"

"Clark!"disse Jonathan "Questa è una cosa fra me e tua madre."

"John quante volte tu hai messo la fattoria al di sopra della nostra vita privata?"disse Marta.

"È una cosa diversa Marta."disse Jonathan.

"Perché?"disse Marta "Insomma io lavoro per lo stesso obbiettivo,la nostra sicurezza economica!

Vorrei che il mio lavoro non ti infastidisse così tanto.

Ora devo andare."

Marta uscì di casa.

Lionel aprì le porte principali dello studio di Lex.

Indossava gli occhiali neri,cappotto lungo, nero,giacca nera,camicia bianca,cravatta viola,pantaloni

neri,scarpe nere e aveva un bastone nella mano sinistra.

"Allora cosa c'è di così urgente?"disse Lionel.

"Ricordi la nuova ambasciata americana a Mosca papà?"disse Lex che era poggiato alla ringhiera

del piano sopraelevato.

"Certo."disse Lionel.

"I russi l'avevano talmente imbottita di microspie che il dipartimento di stato l'ha dovuta

abbandonare."disse Lex scendendo le scale.

"Lex ho una riunione,non ho tempo di parlare di affari esteri."disse Lionel.

"No,è un affare interno veramente."disse Lex "Ho scoperto di avere il problema delle cimici proprio

qui a casa mia."

Lionel rise "Lo spionaggio industriale fa parte del mondo degli affari.

Mi sorprende che la tua sicurezza sia così attempata."

Lionel andò verso la porta laterale.

"Non capisco come la persona che ha piazzato le microspie sia riuscita ad entrare."disse Lex.

Lionel annusò l'aria "Sento...sento una terribile puzza di insinuazione."

"No,non è così papà."disse Lex avvicinandosi "Volevo solo congratularmi con te per aver vinto

l'appalto."

"Ah adesso ho capito,cerchi una scusa per la tua sconfitta?"disse Lionel "Beh non ho tempo per

queste sciocchezze."

Lionel andò alla porta laterale e si fermò "Per quanto riguarda le cimici,chiama una ditta di

disinfestazione."

Lionel andò via.

Lex andò a prendere il suo cellulare che squillava sul tavolo ed aprì una scatoletta

grigia,rettangolare,con dentro un oggetto rettangolare,grigio,con una circonferenza argentea al

centro.

Lex estrasse l'oggetto,che aveva la parte superiore vuota e vi infilò dentro la parte bassa del

telefono,poi rispose "Sono il signor Green."

In città c'era un uomo con capelli neri,giacca blu,maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere che era

vicino ad un furgone "Ho fatto il sopralluogo che mi ha chiesto.

Noi siamo pronti a muoverci."

"Quando completerete l'operazione?"disse Lex.

"Oggi stesso."disse l'uomo entrando nel mezzo "Quando avremo finito avrà sotto controllo tutta la

proprietà audio e video.

Abbiamo il suo ok?"

Lex prese la cimice che era sul tavolo con la mano destra e la guardò.

"È ancora li signor Green?"disse l'uomo "Signor Green?"

"Proceda."disse Lex.

"Bene."disse l'uomo che attaccò e mise in moto il furgone.

Accanto a lui c'era un uomo calvo,con baffi,barba,giaccone blu,pantaloni neri e scarpe nere.

Clark era seduto nel fienile e lesse un libro.

Lana salì le scale.

Indossava un abito rosa,lungo fino a metà gambe,scollato e senza maniche.

"Però..."disse Clark.

"È troppo sofisticato?"disse Lana.

"Dipende per chi lo hai messo?"disse Clark.

"Come chiameresti la moglie del padre naturale che hai finalmente conosciuto?"disse Lana.

"Ehm..."disse Clark alzandosi e avvicinandosi"Io la chiamerei signora Small,ma è un parere mio.

E così vi vedrete?"

"Si."disse lei "Mi sento come se andassi ad un esame.

E se per caso non dovessi piacerle?"

"Chiunque abbia modo di conoscerti capisce quanto sei speciale."disse Clark.

Lana sorrise "Grazie Clark.

È molto bello quello che hai detto."

"Sostieni sempre che dovrei essere più diretto."disse Clark.

Lana rise e fece alcuni passi "Beh può darsi che tu mi veda così perché siamo amici,ma per Jennifer

Small io sono solo la figlia illegittima del marito che tenta di intrufolarsi nella sua vita."

"Senti Lana,se ti accetta magnifico,altrimenti peggio per lei."disse Clark avvicinandosi "Quello che

davvero conta per te è tuo padre vero?"

"Si."disse Lana "Ah...vedi...le mie forse sono fantasie di una bambina adottata,ma io penso che se

non rovino tutto magari...posso avere una vera famiglia."

"Lana spero che tu ottenga quello che desideri,su serio,ma avere una famiglia non vuol dire tutto

rose e fiori."disse Clark.

"A meno che tu non sia un Kent."disse Lana sorridendo.

"Beh in questo momento i miei non vanno molto d'accordo."disse Clark.

"Mi dispiace Clark,ti va di parlarne?"disse Lana.

"Più tardi...tu hai un appuntamento."disse Clark.

"Va bene."disse Lana che fece alcuni passi,ma poi si fermò e si voltò "Clark,qualunque sia il

problema i tuoi lo risolveranno.

Dopo tutto,certe persone sono fatte per stare insieme."

Lana andò via.

Lex era nella sua villa con il cellulare in mano in corridoio.

Clark lo raggiunse.

Lui indossava un giaccone rosso,maglietta blu,pantaloni neri e scarpe nere.

"Lex?"disse Clark "Qual'è il ristorante più romantico di Metropolis?"

"Beh ecco...è una questione di gusti Clark,ma..."disse Lex camminando nel corridoio "Ma potrei

darti qualche consiglio."

Lex entrò nello studio.

"Pensi che riuscirò a prenotare per stasera?"disse Clark.

"Chi è la fortunata?"disse Lex.

"Mia madre,papà aveva organizzato il loro anniversario,ma lei è a Metropolis con tuo padre."disse

Clark.

"Sono a Metropolis?"disse Lex fermandosi e guardandolo "Alla Luthor Corporation?

Di domenica?"

"Già e lui la fa lavorare il giorno del suo anniversario."disse Clark.

"Per mio padre non esiste la vita privata."disse Lex "Se è il loro anniversario devi fare qualcosa di

meglio."

"Che cos'hai in mente?"disse Clark.

"Beh lasciami fare qualche telefonata e poi ti spiego."disse Lex che andò via.

I 2 uomini nel furgone si erano camuffati da uomini delle pulizie ed aprirono le porte di vetro dello

studio di Lionel.

Il pavimento era nero,lucido,ai lati della porta c'erano 2 pile di rettangoli di metallo,di cui quello

alla base era il più grande e quello in cima il più piccolo.

Ai lati della stanza c'erano 2 pareti curve di metallo,fatte da placche rettangolari e con i bordi

neri,che non arrivavano però fino al soffitto.

Il soffitto aveva 2 travi rettangolari ai lati su cui c'erano 2 luci circolari incastonate dentro di cui la

più grande era azzurra e la più piccola bianca,mentre la parte centrale del soffitto era divisa in

quadrati.

Davanti a loro c'era la scrivania nera,che aveva una serie di fogli a sinistra,un telefono a destra,una

bottiglia di alcolici in mezzo,vicino allo schermo di un computer,2 sedie nere davanti e una poltrona

nera dietro.

Dietro i 2 uomini arrivarono altri 2,di cui una era donna, con un altro carrello,poi chiusero le

porte,aprirono delle valige e cominciarono a mettere i microfoni estraendoli da delle valigette più

piccole.

Uno venne messo nel piano forte collocato a sinistra,un altro dietro la foto di Lionel e Lex,un altro

nel telefono,mentre la donna entrava nel computer di Lionel.

L'uomo che aveva parlato con Lex prese il telefono.

"Sono Green."disse Lex seduto alla scrivania "Dovete andare via.

Adesso."

"Così perderà l'anticipo che mi ha dato."disse l'uomo.

"C'è gente nell'edificio,dovete uscire subito."disse Lex.

"Ho capito."disse l'altro.

L'uomo quasi calvo prese un telecomando da tavolo di Lionel.

"Il nostro cliente ha annullato il progetto,ha detto che c'è gente nell'edificio."disse l'uomo.

Quello calvo premette i tasti di un pulsante e 2 vetrate si aprirono.

Le vetrate erano composte da rettangoli neri con bordi scuri.

Dietro le vetrate c'era una cassaforte.

"Cosa vuoi fare?"disse quello che aveva parlato al telefono.

"Siamo entrati nell'ufficio di uno degli uomini più ricchi del mondo solo per piazzare qualche

cimice?"disse l'uomo calvo "Ce ne andremo dopo aver vuotato la cassaforte."

L'uomo che era al telefono guardò gli altri.

"Valeria?"disse lui e la donna si alzò,poi lui guardò un uomo biondo "Brad?

Da quanto tempo lavoriamo insieme?

Noi non siamo ladri,abbiamo ricevuto ordini precisi."

L'uomo semi calvo lo colpì alla testa con un pezzo di metallo e gli fece perdere i sensi.

"Si,ma adesso gli ordini li do io."disse quello calvo che si rivolse al biondo "Controlla gli altri

uffici.

Valeria,la fiamma ossidrica."

Lionel era dentro un altro ufficio con le stesse pareti del precedente.

In questo ufficio c'era un divano marrone su cui era seduto con Marta,un tavolinetto ovale

chiaro,con un vassoio con teiera e tazzine di metallo,poi c'era un altro divano a sinistra,una

scrivania a destra,chiara,con delle finestre dietro e delle piante.

"Firmi qui."disse Marta poggiando la mano sinistra di Lionel sul foglio,poi chiuse la cartellina "Va

bene."

Lei si alzò e andò alla scrivania.

"Marta?"disse Lionel alzandosi.

"Si?"disse lei.

"Qualcosa non va?"disse Lionel.

"No."disse Marta "Quando ha detto che c'era un lavoro urgente da fare non credevo che si trattasse

solo di un paio di firme."

"Non le piace lavorare nel suo nuovo ufficio?"disse lui.

"Nuovo ufficio?"disse Marta "Non capisco."

"Guardi nel primo cassetto in alto della scrivania."disse Lionel.

Marta aprì il cassetto e trovò una scatola rettangolare,rossa,con i bordi neri e con un rombo nero al

centro.

Lei prese la scatola e la mise sul tavolo.

"Avanti."disse Lionel "Lo apra."

Lei aprì la scatola e dentro trovò un piano rettangolare rosso,dentro uno nero,con al centro una

placca di pelle nera a semi circonferenza con un orologio d'oro sopra.

Marta guardò Lionel a bocca aperta,mentre lui sorrideva,poi prese l'oggetto.

"Coraggio lo volti."disse Lionel.

Marta girò l'orologio e lesse una scritta "A Marta,con profondo affetto Lionel Luthor."

"Eh le ho dato una promozione Marta."disse Lionel "Adesso avrò più bisogno di lei a

Metropolis,quindi le servirà un posto in cui lavorare."

"Ah...Lionel io...sono molto lusingata,ma non posso accettare il suo regalo e quanto a lavorare a

Metropolis,questo impiego crea già tante tensioni in famiglia."disse Marta.

Lionel le toccò la mano sinistra con le sue mani "Marta...so a quanto ha dovuto rinunciare per

essere la moglie di un agricoltore,ma con il suo cervello e la sua intelligenza dovrebbe dare la

precedenza ai suoi interessi tanto per cambiare non crede?

Anche per il bene della sua famiglia.

Ah...ma di questo parleremo a cena."

"Eh..."disse Marta.

Il biondo entrò e puntò la pistola contro i 2.

"Scusate,spero di non disturbare."disse l'uomo.

"Ma chi è?"disse Lionel "Marta?"

"Alzate le mani!"disse l'uomo "VI HO DETTO DI ALZARLE!"

I 2 alzarono le mani.

Jonathan entrò di corsa nella casa "Clark?

Clark?

Mi sai spiegare perché c'è un elicottero parcheggiato davanti a casa nostra?"

Clark arrivò con Lex.

Clark indossava la maglietta azzurra,jeans blu e scarpe nere,mentre Lex indossava la giacca nera

sulla camicia bianca.

"Lex ti accompagna a Metropolis."disse Clark mostrando un vestito "Così porti la mamma a cena."

"Ah è stata tua l'idea?"disse Jonathan.

"No,è stata di Clark,io ho offerto solo il mezzo di trasporto."disse Lex.

"Senti...non so come la pensate a casa tua,ma per noi è importante rispettare l'intimità delle

persone!"disse Jonathan.

"Papà,io..."disse Clark.

"Ah lascia stare."disse Lex "Signor Kent...dal giorno in cui sono venuto a Smallville non ho fatto

altro che tentare di essere suo amico...e lei in cambio continua a farmi prediche infarcite di luoghi

comuni.

Beh sono stanco di sentirle."

Lex andò via.

"Sei stato ingiusto papà."disse Clark.

"Eravamo una famiglia unita fino a quando i Luthor non sono entrati nella nostra vita."disse

Jonathan che andò alla porta.

"Non è di Lex la colpa!"disse Clark.

"Apprezzo il tuo interesse,ma non hai il dovere di sistemare sempre tutto quello che va male!"disse

Jonathan che uscì "Perciò stanne fuori."

La donna nell'ufficio di Lionel aveva preso una fiamma ossidrica e stava fondendo la superficie

della cassaforte.

L'uomo che aveva parlato al telefono era in ginocchio e legato.

Quello biondo portò Lionel e Marta nella stanza "Ho un regalino per te.

Lionel Luthor."

"Bene."disse quello semi calvo "Così risparmieremo un sacco di tempo.

Ci aprirà la cassaforte."

"Troppo tardi genio."disse quello in ginocchio "Ormai avete fuso la piastra."

In quel momento si udì una voce femminile "Accesso sezione 2".

L'uomo andò a guardare un oggetto rettangolare nero con video e pulsanti "Chi è stato ad avvisare

la polizia?"

Lionel Luthor aveva un piccolo trasmettitore nella mano destra e fece un mezzo sorriso.

"Vediamo cos'hai nella mano."disse l'uomo che afferrò il braccio di Lionel "Avanti aprila!"

"Così gli fa male!"disse Marta e l'uomo aprì la mano prendendo una trasmittente cilindrica.

"Quello è un allarme dei più sofisticati."disse quello in ginocchio.

Lionel sorrise.

"Perquisiscilo."disse quello calvo e quello biondo lo fece.

"Un uomo nella mia posizione deve prendere certe precauzioni."disse Lionel.

"Lasciateci andare!"disse Marta "Così non verrete accusati anche di sequestro di persona."

"Dovreste darle retta,secondo me vi ha dato un consiglio decisamente saggio."disse Lionel.

"Non ha altro addosso."disse il biondo.

"Se aveste seguito il piano adesso non ci troveremmo in questo maledettissimo guaio."disse quello

in ginocchio.

Quello calvo prese la pistola e gli sparò al petto.

"MA CHE DIAVOLO TI HA PRESO?!"disse quello biondo puntandogli la pistola addosso.

"TU SEI PAZZO!"disse la donna prendendo un'altra pistola.

"ORA BASTA!"disse l'uomo calvo prendendo 2 pistole "CHIUDETE LA BOCCA!"

Lionel abbracciò Marta.

"BUTTA LA PISTOLA!"disse il biondo.

"STATE ZITTI!"disse quello calvo.

"TU SEI COMPLETAMENTE PAZZO!"disse la donna.

"FINISCILA!"disse quello calvo.

"FORZA METTILA GIÙ!"disse l'uomo biondo.

"Stiamo calmi ok?"disse quello calvo.

"Mettila giù."disse quello biondo.

"Non vi agitate,adesso metto giù la pistola."disse quello calvo che abbassò le armi "Prendiamo i

soldi e ce ne andiamo via di qui..."

Gli altri abbassarono le armi.

"Apri quella cassaforte."disse l'uomo calvo.

"State perdendo tempo."disse Lionel "Li dentro non c'è niente che abbia valore per voi."

"Non li perdere di vista,li useremo come lascia passare."disse quello calvo.

Lana era al Taloon,seduta ad un tavolino, con Small e sua moglie.

Small indossava una giacca scura,camicia marrone,canottiera bianca,jeans blu e scarpe nere.

La moglie indossava una maglietta celeste,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ancora un po' di caffè?"disse Lana.

"Harry va tu a prenderlo,intanto io e Lana facciamo 4 chiacchiere."disse la moglie di Small.

"Certo."disse Harry che si alzò "Torno tra un attimo."

Harry andò via.

"È davvero carino questo posto Lana,hai fatto davvero un buon lavoro."disse la moglie.

"Grazie per essere venuti."disse Lana"So quanto le costa essere qui."

"Tu sembri essere una ragazza sveglia e molto in gamba,perciò sono sicura di poter essere del tutto

sincera con te."disse Lana "Non voglio che ti affezioni troppo a Harry."

"Signora Small,non so che idea si è fatta,ma io non voglio insinuarmi nella sua famiglia."disse

Lana.

"Non è questo che mi preoccupa."disse lei "Quando l'ho sposato si doveva candidare per il

congresso,ora fa l'avvocato per le cause perse nel salotto di casa nostra."

"Beh lui crede in quello che fa."disse Lana.

"Finché le cose non si fanno troppo difficili e non perde interesse...ed è quello che succede

sempre."disse la donna.

"Crede che perderà interesse per me?"disse Lana.

"Sai Harry ha 2 figli,stanno in collegio,non li chiama mai e anche quando è a casa non ha tempo

per loro ne per nessun altro."disse la donna.

"Perché mi dice queste cose?"disse Lana.

"Ti sto facendo un favore,non voglio vederti delusa quando all'improvviso l'interesse di Harry per

te calerà."disse la donna.

Harry tornò con le tazze "Eccomi.

Allora di cosa avete parlato?"

Davanti alla Luthor Corporation c'erano molte macchine della polizia e furgoni.

Una giornalista,con capelli rossi,cappotto nero lungo,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe

nere,parlava davanti a dei reporter.

"Siamo davanti alla sede della Luthor Corporation dove nel primo pomeriggio degli uomini armati

si sono introdotti..."disse la donna.

Clark era seduto sul divano e vide il telegiornale insieme al padre che si alzò.

Clark alzò il volume e si alzò.

"Mamma..."disse Clark spalancando gli occhi.

"Come ho potuto lasciarla andare!"disse Jonathan andando alla porta.

"Li fermo io!"disse Clark correndo alla porta e prendendo il giaccone rosso dall'attaccapanni.

"Clark!"disse Jonathan fermandolo "Clark!

Non provo nemmeno a fermarti,ma dovrai essere prudente.

Ti seguo con il furgone,cercherò di fare presto."

Jonathan si mise il giaccone marrone scuro.

"C'è un modo migliore per arrivare a Metropolis."disse Clark "Parlane con Lex."

La donna continuava ad usare la saldatrice sulla cassaforte.

Il cellulare squillò nella tasca dell'uomo ucciso e quello calvo si chinò e lo prese "Portalo fuori di

qui."

Il biondo portò il cadavere fuori dalla stanza.

"Che c'è?"disse quello calvo rispondendo al telefono.

"Vi ho assunto per piazzare delle cimici e non per scatenare un circo mediatico!"disse Lex

abbassando lo schermo del suo portatile.

"Beh c'è stato un piccolo contrattempo."disse quello calvo.

"Ma tu chi sei?"disse Lex.

"Facciamo così,lei mi dice...il suo vero nome e io le dico il mio."disse il calvo.

"Voglio parlare con il tuo capo adesso!"disse Lex.

"Diciamo che lui non fa più parte di questo gruppo."disse quello calvo attaccando.

Jonathan bussò alla porta di Lex e la aprì.

"Signor Kent."disse Lex "Deve aver visto il notiziario."

"Se non fossi stato così testardo e avessi accettato la tua offerta,ora probabilmente io e Marta

saremo diretti al ristorante."disse Jonathan "E invece..."

"Beh mi creda...ho anche io molte cose da rimproverarmi."disse Lex.

"Lex mi chiedevo se..."disse Jonathan "...sono venuto a pregarti di..."

"Certo signor Kent."disse Lex "La porto io con l'elicottero a Metropolis."

La polizia mise le transenne intorno alla zona facendo allontanare la folla.

Clark arrivò sul posto e guardò in alto,poi un poliziotto lo spinse dietro le transenne.

Gli uomini della swat,armati con i fucili,girarono intorno alla base dell'edificio,mentre Clark

guardava una grata di ferro sotto di se,si chinò e afferrò la grata.

"Alzati e mani sulla testa!"disse una donna con uniforme nera,capelli neri a mezzo collo,con riga

nel mezzo,che gli puntò la pistola in testa "Alzati!"

Clark si tirò su con le mani alzate.

"Voltati."disse la donna e lui si girò di spalle e mise le mani dietro la testa.

"Le posso spiegare..."disse Clark.

"Silenzio e tieni le dita incrociate."disse la donna che lo perquisì e poi lo fece girare"Ti ascolto."

"Mi chiamo Clark Kent,mia madre è ostaggio di quegli uomini."disse Clark.

"E pensavi di fare l'eroe?"disse lei "Ammesso che tu dica la verità ,così rischi di far uccidere tua

madre,tutte le entrate sono collegate ad un allarme,i sequestratori controllano i sistemi di sicurezza e

minacciano di uccidere gli ostaggi se qualcuno prova ad entrare.

Forza andiamo,tu vieni con me.

Muoviti!"

Clark la seguì.

La donna era riuscita ad aprire un varco nella cassaforte.

Dentro il buco si vedevano 2 placche di metallo rettangolari con 3 incavature rettangolari e da

quella a destra partivano 3 travi di metallo.

Il calvo camminò per la stanza con il biondo.

"E adesso che facciamo?"disse quello biondo "Quei 2 ti hanno visto ammazzare il capo,possono

identificarci!

Io non voglio finire dentro per omicidio ci siamo capiti?"

"Penseremo a loro quando sarà il momento."disse l'uomo.

Lionel si voltò verso Marta e parlò a bassa voce "So cosa sta pensando.

Se oggi non le avessi chiesto di lavorare...si troverebbe a casa adesso,con la sua famiglia."

"Non glie ne faccio una colpa Lionel,quello che mi addolora è che io e Jonathan abbiamo litigato

stamattina."disse Marta.

"La posso capire."disse Lionel "Stamattina anche io ho avuto una lite con mio figlio Lex.

Se ci ammazzano...quelle saranno le ultime parole che ci siamo detti."

La donna usò un trapano sul metallo,poi si rivolse a quello calvo "Tocca a te."

L'uomo prese un piede di porco da una valigia e lo diede alla donna,poi prese una confezione

cilindrica di metallo,connessa ad un tubo da cui uscì del vapore che ghiacciò la parte interna,poi lui

sfondò il metallo congelato con il piede di porco.

L'uomo aprì la cassaforte e 2 videro una grossa stanza,con dei ripiani di metallo ai lati,con scatole

di metallo contenenti delle cartelline blu e in mezzo alla stanza c'era un lungo carrello di metallo a

2 piani pieno di lingotti verdi luminosi.

"Ma che diavolo è?"disse lei.

L'uomo scosse la testa.

Marta guardò gli oggetti e poi guardò Lionel.

Jonathan e Lex superarono le transenne e raggiunsero Clark.

"Clark?"disse Jonathan.

La poliziotta si avvicinò "Lei lo conosce?"

"Certo che lo conosco,è mio figlio."disse Jonathan.

"Lo tenga lontano dall'edificio o dovrò arrestarlo."disse lei "Chiaro?"

La donna si voltò e Lex la seguì.

"Tenente sono..."disse Lex.

"So chi è lei."disse la donna.

"Voglio solo sapere come procedono le trattative."disse la donna.

"Venga."disse lui.

Clark camminò con Jonathan.

"Allora?"disse Jonathan.

"Credo di aver trovato un modo per entrare nel palazzo."disse Clark.

"Quale?"disse Jonathan.

"Nessuno guarda verso il Daily Planet."disse Clar guardarono il grattacielo appena nominato.

La parte finale dell'edificio aveva 5 livelli rettangolari,uno più stretto dell'altro e in cima c'era un

mappamondo di metallo,fatto con linee intrecciate, con la scritta "DAILY PLANET"che ci girava

intorno.

"Vuoi saltare da lassù?"disse Jonathan.

"È l'unico modo."disse Clark.

"Clark saranno più di 60 metri."disse Jonathan.

"Ce la posso fare."disse Clark.

"Tu non puoi saperlo con certezza."disse Jonathan "E poi tu soffri di vertigini."

"Io sono venuto per portare la mamma fuori di li!"disse Clark.

"Ascoltami bene!"disse Jonathan mettendogli le mani sulle spalle "Anche io sono preoccupato per

tua madre,ma così rischi di fare uno sbaglio che le potrebbe costare la vita."

La notte seguente un elicottero girò intorno al palazzo.

Il carrello con i lingotti era stato portato fuori,mentre l'uomo calvo e la donna prendevano le

cartelline.

"Dove sono i maledetti soldi?"disse l'uomo calvo che si avvicinò a Lionel con le cartelline "Ve

l'avevo detto che non c'era niente che avesse valore per voi."

L'uomo gettò a terra le cartelline.

"Da un'occhiata."disse la donna portando un contenitore cilindrico di vetro.

Marta spalancò gli occhi vedendo che su una cartellina c'era il nome di Clark scritto in alto.

Sotto il coperchio circolare del contenitore cilindrico c'era una placca cilindrica,con un'apertura al

centro,in fondo,con l'ottagono di metallo incastonato.

L'uomo prese l'oggetto.

"Potrebbe valere qualcosa?"disse la donna.

Quello calvo si accucciò e prese Lionel per i capelli piegandogli la testa all'indietro "Questo cosa

diavolo è?"

"Marta...ho l'impressione che il signore non abbia notato che..."disse Lionel togliendosi gli

occhiali "...che mi manca la vista.

Le dispiace dirmi a che cosa si sta riferendo?"

"È...è una specie di disco metallico."disse Marta "Un disco ottagonale."

"Ah niente...è solo un ricordo."disse Lionel.

L'uomo lo lasciò e mise l'oggetto in tasca alzandosi,poi prese il telefono e parlò alla

poliziotta"Allora dov'è la macchina che ho chiesto?"

La donna era sotto una tenda blu con la parte superiore a punta e con delle aste laterali.

"Le ho detto che prima voglio una dimostrazione di buona volontà."disse la donna "Liberi uno degli

ostaggi."

"Ok."disse l'altro che prese la pistola "Va bene."

L'uomo prese Marta "ALZATI!"

Lui la portò davanti alla finestra dove c'era l'elicottero "VI DO 10 MINUTI POI LA PORTERETE

VIA IN UNA BELLA BARA!"

"Stiamo provvedendo,ma voi lassù tenete i nervi saldi."disse la donna.

Clark vide l'immagine della madre tramite uno schermo situato su un tavolo sotto la tenda.

Poco dopo Clark aprì la porta del terrazzo del Daily Planet e guardò il palazzo opposto,camminò

verso il bordo e guardò di sotto,spalancando gli occhi.

Lex era al telefono e camminava davanti all'entrata "Mi raccomando non fate del male agli

ostaggi,state calmi."

"SI CERTO,COME POSSO STARE CALMO EH?"disse quello calvo che mise il giaccone blu su

una poltrona e restò con la maglietta nera a mezze maniche "NELLA CASSAFORTE MI

ASPETTAVO DI TROVARE IL MIO FONDO PENSIONE E INVECE HO TROVATO UN

MUCCHIO DI FASCICOLI E LINGOTTI DI UNA STRANA SOSTANZA VERDE!"

"E che cos'altro c'è?"disse Lex.

"Che te ne importa?"disse l'uomo.

"Rispondimi,forse posso aiutarti."disse Lex.

"C'è solo quello che ho detto...ah dimenticavo c'è anche un disco ottagonale di metallo."disse

l'uomo estraendo l'oggetto dalla tasca.

"Sta a sentire...prendi tutto quanto,i fascicoli,i lingotti e l'ottagono."disse Lex.

"Ah si e poi?"disse l'uomo.

"So come farvi uscire vivi,ma tu libera gli ostaggi è chiaro?"disse Lex.

L'uomo guardò il disco ottagonale e lo mise in tasca.

Clark fece dei passi indietro,poi corse a super velocità e spiccò un salto enorme arrivando all'altro

grattacielo,sfondò una vetrata e rotolò a terra fino a finire contro una parete che venne

abbozzata,si alzò mentre un quadro cadeva alle sue spalle,poi uscì dalla stanza.

Un allarme scattò nella stanza di Lionel e il biondo vide gli schermi.

"Vieni un po' a vedere."disse il biondo e quello calvo si avvicinò "Abbiamo compagnia."

"Guarda chi è."disse quello calvo.

"È esplosa una vetrata al ventesimo piano,dobbiamo entrare."disse la poliziotta.

"Che succede?"disse Lex.

"Mi sembra che il contenuto della cassaforte abbia un valore per lei."disse quello calvo "Sa che le

dico?

Voglio un milione di dollari e un modo per uscire di qui."

"Non puoi permetterti di negoziare."disse Lex.

"Senta questa non è una trattativa,se non usciamo noi non escono nemmeno gli ostaggi."disse

l'uomo.

"E va bene ascoltami..."disse Lex "Luthor ha un ascensore privato,vi porterà ad un tunnel che arriva

a 3 isolati da qui."

"Ehi Lionel?"disse quello calvo "Mi hai nascosto una cosuccia.

C'è un passaggio segreto per uscire di qui?"

"Oh si."disse Lionel "E qualunque cifra ti abbia offerto quel vigliacco del vostro signor Green io la

raddoppio.

Si in cambio delle nostre vite e di quello che c'è in cassaforte."

"Sentito signor Green?"disse quello calvo "Sembra di essere ad un'asta."

"Qualunque cosa Luthor ti prometta non puoi fidarti di lui!"disse Lex.

"Ma dovrei fidarmi di lei?"disse quello calvo "Di uno che si nasconde dietro un falso nome?

Preferisco trattare con Lionel."

"Ti do quello che offre lui,ma non fategli del male."disse Lex.

L'uomo attaccò.

"Non fate del male a chi Lex?"disse Jonathan avvicinandosi "Parlavi con i sequestratori vero?"

"Signor Kent,quello che faccio è per il bene di sua moglie di mio padre,mi creda."disse Lex che

fece alcuni passi.

Jonathan lo afferrò "Se scopro che hai qualcosa a che vedere con questa maledetta faccenda...io ti

farò pentire di aver messo piede a Smallville e puoi credermi."

Lex andò via.

Il biondo camminò per i corridoi con la pistola in mano.

Le uniche luci venivano da delle lampade rettangolari poste ai lati del pavimento.

L'uomo arrivò in fondo al corridoio vicino ad una parete dove c'era una lavagna con dei fogli che

furono mossi da un vento improvviso,così lui si voltò e vide Clark che lo spinse contro il muro.

"DOV'È MIA MADRE?"urlò Clark "ALLORA DOV'È?"

L'uomo urlò per il dolore avendo l'avambraccio destro di Clark sulla gola.

"Non appena le banche apriranno farò trasferire i soldi su un conto a suo nome in qualunque parte

del mondo."disse Lionel.

"Intesi,siamo d'accordo."disse quello calvo "Ma terrò tutto io finché non avrò i soldi."

"Affare fatto."disse Lionel.

Quello calvo si rivolse alla donna "Prendi la roba dalla cassaforte."

"Adesso sarebbe così gentile da dirmi chi era al telefono?"disse Lionel.

"Dovrebbe saperlo da se."disse il calvo "Pensi a chi sono i suoi nemici."

Lionel fece una risatina.

"Avanti bellezza dacci una mano,raccogli i fascicoli."disse l'uomo che puntò la pistola su Marta.

Lionel smise di ridere.

"Sbrigati!"disse l'uomo e lei si mise a raccoglierli.

Marta guardò la cartellina con su scritto il nome di Clark.

"Fa presto!"disse quello calvo "Raccoglili e mettili insieme all'altra roba!"

"Si eccoli."disse lei che mise insieme le cartelline e le mise sul carrello dove erano in lingotti.

"Va bene,adesso vada ad aiutare il suo capo."disse Marta che ridiede gli occhiali a Lionel che si alzò.

"Grazie."disse Lionel "Marta?

Il disco ottagonale dove è finito?"

"Non lo so."disse lei "Perché è così importante?"

"Su non perdiamo tempo."disse il rapinatore "Forza andiamo."

Clark aprì un pannello sul muro e staccò un filo della corrente spegnendo le luci.

"Che diavolo succede?"disse quello calvo mentre delle luci rosse si accendevano.

"La polizia ha staccato la corrente,andiamo via forza!"disse la donna correndo.

"NO,NON APRIRE LA PORTA!"disse quello calvo.

La donna aprì la porta e si prese una spinta da Clark che la fece volare contro l'uomo.

"CLARK!"urlò Marta "VATTENE ADESSO!"

Lui iniziò a sentirsi male e i lingotti iniziarono a luccicare di luce verde.

"CLARK!"urlò Marta e Clark cadde a terra "Clark?"

L'uomo calvo si riprese e andò verso Clark,lo afferrò e lo voltò verso di se "Sei solo?"

Marta guardò il carrello con i lingotti e lo spinse dentro la cassaforte chiudendola,ma l'uomo mise il

braccio in mezzo all'apertura ed urlò quando la porta si chiuse su di lui,poi Marta gli diede una

spinta facendolo cadere a terra,poi lei chiuse la porta.

"CLARK!"disse Marta che andò a soccorrerlo "Stai bene?"

"AVANTI!"disse quello calvo che aveva il trapano nella mano destra mentre Lionel Luthor veniva

tenuto come ostaggio "METTETE LE MANI SOPRA LA TESTA ALTRIMENTI AMMAZZO IL

VECCHIO!"

Clark si mosse a super velocità e afferrò il trapano,poi afferrò l'uomo con le braccia e Lionel gli

sparò alle spalle.

Marta soccorse l'uomo "È morto."

Clark si chinò mentre Lionel metteva la pistola sul tavolo.

"Clark quei fascicoli li bruciali."disse Marta che indicò le cartelline "Ce n'è uno su di te,non

devono trovarlo."

Clark fece uscire i 2 fasci di calore dagli occhi e diede fuoco agli oggetti,mentre Marta prendeva

l'oggetto ottagonale dalla tasca dell'uomo morto.

La polizia entrò nella stanza in quel momento.

Poco dopo Marta uscì dal palazzo e corse ad abbracciare Jonathan,poi lo baciò.

Lex raggiunse Clark "Clark?

Come hai fatto ad entrare?"

"Lui è pieno di risorse Lex."disse Lionel arrivando in quel momento "Che importanza ha com'è

entrato,ci ha salvato la vita."

"Papà."disse Lex che afferrò Lionel e lo portò in disparte "Ho fatto tutto quello che potevo per

ottenere il vostro rilascio."

"Oh si certo,non ne dubito."disse Lionel.

"Manderò qualcuno alla villa a prendere le mie cose."disse Lionel.

"Le preparerò personalmente."disse Lex.

Un accompagnatore raggiunse Lionel.

"Grazie."disse Lionel "Andiamo."

Lex restò da solo e vide la famiglia Kent che se ne andava,poi mise le mani nelle tasche del lungo

cappotto nero.

Il giorno dopo Marta scese le scale con un foglio in mano.

Indossava una maglietta verde scuro,jeans blu e scarpe marroni.

Arrivata in cucina trovò Clark e Jonathan.

Jonathan indossava lo stesso abito del giorno prima,mentre Clark indossava una camicia rossa.

Marta mostrò un foglio a Jonathan.

"Che cos'è?"disse Jonathan prendendo il foglio.

"La lettera di dimissioni."disse Marta "Io non posso più lavorare per Lionel.

Aveva lingotti di meteoriti in cassaforte,un fascicolo su Clark e io che mi fidavo di lui."

"Senza il fascicolo la polizia non può scoprire niente su di me."disse Clark.

"Pensare che davo tanta importanza al mio impiego e Lionel mi ha assunto solo per saperne di più

su Clark."disse Marta.

"Mi dispiace tanto mamma,sapevo quanto tenessi a quel lavoro."disse Clark.

"La cosa più importante sei tu."disse lei.

"Marta...sei sicura che sia la cosa più giusta da fare?"disse Jonathan "Licenziarti intendo."

"Come sarebbe?"disse Marta "Credevo che ti avrebbe fatto piacere."

"Se non avessi lavorato per Lionel non avremmo mai saputo che teneva informazioni su

Clark."disse Jonathan.

"Cioè...credi che non dovrei licenziarmi?"disse Marta.

"Lavorando per lui lo potrai tenere d'occhio."disse Jonathan.

La notte scese sulla casa.

L'astronave era ancora ferma nel rifugio.

Marta era da sola e prese dal tavolo il pezzo di metallo ottagonale.

Jonathan arrivò.

Indossava un pigiama celeste.

"Tesoro?"disse Jonathan "Che fai vieni?"

"Fra un momento."disse Marta che prese un contenitore cilindrico e mise l'oggetto nella farina,poi

chiuse l'oggetto,aprì gli sportelli di una credenza inferiore e ci mise il barattolo,poi chiuse il

mobile.