SMALLVILLE:INSOSPETTABILE COLPEVOLE

Una notte Lionel Luthor era nello studio di Lex,vicino alla libreria sopraelevata, e aveva nella mano

destra un libro aperto,mentre nella mano sinistra aveva un oggetto rettangolare che veniva messo

sulle righe del testo e lo leggeva a voce.

Fuori c'era un temporale con pioggia e lampi.

Lionel indossava una camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Lui chiuse il libro sentendo il telefono che squillava,lo mise a posto e rispose al telefono "Si?

Entro domattina voglio l'elicottero,devo tornare a Metropolis.

No no, sarò solo.

Ho il sospetto che... Marta Kent non sia più alle mie dipendenze."

L'uomo attaccò il telefono.

La porta al piano di sotto venne aperta.

"Chi è?"disse Lionel "Se qualcuno è in vena di scherzi non è divertente."

La figura salì le scale.

"Di nuovo qui?"disse Lionel "Forse non mi sono spiegato,la conversazione è conclusa."

La figura sparò al petto di Lionel e alla sua spalla sinistra.

Lionel si tenne alla ringhiera e poi cadde di sotto su un tavolo di vetro che si frantumò.

Lionel guardò verso il soffitto e aveva del sangue che usciva dalla bocca.

Jonathan stava dormendo nel pick up rosso,sotto l'acquazzone, con il finestrino destro aperto.

Indossava un giaccone scuro,camicia marrone,con linee bianche orizzontali,jeans blu e scarpe nere.

Aveva una pistola nella mano destra e una bottiglia nella sinistra.

Una luce gli illuminò il volto svegliandolo.

Un secondo poliziotto gli arrivò da dietro e gli puntò la pistola addosso.

"Jonathan Kent!"disse lo sceriffo "Getta la pistola e scendi dal mezzo."

Jonathan uscì dal mezzo lentamente.

"ESCI CON LE MANI IN VISTA!"disse un altro poliziotto "STA CALMO E ANDRÀ TUTTO

BENE?"

Lo sceriffo si avvicinò "Se tieni sempre le mani bene in vista non ci saranno problemi."

"Ivan?"disse Jonathan "Che sta succedendo?"

Lo sceriffo gli mise le manette "Jonathan,da amico,non dire neanche una parola finché non avrai un

avvocato.

Hai il diritto di rimanere in silenzio e di non rispondere alle domande.

Qualunque cosa dirai potrà essere utilizzata contro di te."

Lo sceriffo lo portò verso le macchine.

Il giorno dopo Jonathan era in una cella,seduto sul letto,con maglietta rossa,pantaloni rossi e scarpe

bianche.

La parte bassa delle pareti era rossa,la parte alta gialla e la finestra aveva delle sbarre e una grata

davanti al vetro.

Jonathan si alzò e vide Clark e Marta che erano arrivati.

Clark indossava un giaccone blu,camicia marrone,jeans blu e scarpe nere,mentre Marta indossava

una giacca marrone,maglietta rosso scuro,pantaloni neri e scarpe nere.

"Papà?"disse Clark "Come stai?"

"Ehm...sto bene,ma ho un forte mal di testa."disse Jonathan "Ci sono notizie di Lionel Luthor?"

"È stato operato d'urgenza,potrebbe non sopravvivere."disse Marta.

"La pistola che hanno trovato nel camioncino?"disse Jonathan.

"La polizia la sta esaminando,stesso calibro di quella che ha sparato a Lionel."disse Clark.

"Non è mia quella pistola."disse Jonathan "E non ho idea di come mi sia finita in mano."

"Papà com'è andata ieri sera?"disse Clark.

"Ero uscito per delle commissioni e...mi sono fermato ad un bar per una birra."disse

Jonathan"Tornato al camioncino la testa ha cominciato a girarmi."

"Quante ne avevi bevute?"disse Marta.

"Marta solamente mezza birra."disse lui "Te lo giuro.

Mi ricordo che ero fermo sulla 91 e...avevo un riflettore della polizia dritto in faccia e pioveva."

"C'è bisogno di un avvocato."disse Marta "Chiamo mio padre e gli chiedo di occuparsi del tuo

caso."

"Marta..."disse lui voltandosi "...tuo padre non ha mai avuto fiducia in me e non vedo come

un'accusa di tentato omicidio possa cambiare qualcosa."

"Lana mi ha detto che Harry Small era avvocato penalista."disse Clark toccando le sbarre con la

mano sinistra.

"Lui di sicuro non si farebbe coinvolgere."disse Jonathan.

Lo sceriffo arrivò sul posto "Mi dispiace Marta,ma adesso tu e Clark dovete andare."

Jonathan si avvicinò ai 2 e Clark gli toccò la mano destra.

"Costi quel che costi scoprirò chi è stato."disse Clark.

"Si."disse Jonathan che baciò Marta.

Lex uscì dall'ascensore dell'ospedale.

Indossava un lungo cappotto nero,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Lui andò da un uomo in giacca e cravatta neri,con capelli marroni e corti.

"Sono appena arrivato da Metropolis,dov'è?"disse Lex.

"In chirurgia."disse l'uomo firmando un foglio "Le sue condizioni sono ancora critiche.

Se la cameriera non l'avesse trovato sarebbe morto."

I 2 camminarono nei corridoi.

"Voglio una sorveglianza continua,chi ha sparato a mio padre potrebbe ritentare."disse Lex.

"Risparmiati pure la storia del figlio preoccupato."disse l'altro fermandosi e voltandosi "Io ho tutto

sotto controllo."

"Il cane fedele di guardia alla porta del padrone con la speranza che non ce la faccia?"disse Lex.

"Se non ricordo male sei tu che l'hai quasi lasciato morire."disse l'uomo "Non è che hai cercato di

finire il lavoro?

Lo sa Dio se,dopo ieri,non avevi ragione di volerlo morto."

Lex lo afferrò e lo spinse contro il muro "Sai cosa trovo veramente buffo?

Che tu veramente credi che mio padre stia contando su di te."

Lex lo lasciò.

"È un peccato che abbiano già fermato un sospetto."disse l'uomo "Non riesco ad immaginare

qualcuno che abbia moventi per ucciderlo migliori dei tuoi."

L'uomo andò via.

Clark era seduto ad un tavolo del Taloon con Small e Lana.

Small indossava una camicia verde scuro,jeans blu scuro e scarpe marroni,mentre Lana indossava

una camicia rossa,pantaloni blu e scarpe nere.

"Mi dispiace per tuo padre Clark,ma non posso difenderlo."disse Small.

"Non capisco."disse Lana "Perché?"

"Non sono la persona giusta per un caso simile."disse Small.

"Signor Small da quanto ne so lei è la persona più adatta per questo caso."disse Clark.

"Vi posso dire a chi rivolgervi."disse Small.

"Non gli serve una lista di nomi,gli serve una persona di fiducia."disse Lana.

Small si alzò "Mi dispiace Lana.

La mia decisione è questa."

L'uomo prese la giacca e se ne andò.

"Credevo di aver imparato a conoscerlo."disse Lana.

"Ci troveremo un altro avvocato."disse Clark alzandosi.

"Clark aspetta."disse Lana alzandosi "Ti devo dire una cosa.

Ieri sera ero nella villa dei Luthor per lasciare i resoconti quadrimestrali del Taloon e ci ho trovato

tuo padre."

"Che cosa faceva?"disse Clark.

"Gridava contro Lionel Luthor."disse Lana.

FLASHBACK

Lana era in un corridoio della villa di Lex e aveva una cartellina in mano.

Indossava un giaccone chiaro,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Arrivò in un corridoio perpendicolare e si fermò vedendo Lionel e Jonathan.

Lionel indossava gli occhiali,una giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Era solo una questione di stile."disse Lionel.

"Oh era decisamente qualcosa di più!"disse Jonathan.

"Tutto relativo non crede?"disse Lionel camminando.

"Ma tu guarda che paragoni."disse Jonathan "La cosa peggiore successa alla mia famiglia è di avere

avuto rapporti con la sua!"

"Oh credo ricorderà che i benefici per le nostre famiglie furono reciproci."disse Lionel

fermandosi "Non avrà dimenticato le circostanze dell'adozione di Clark?"

Jonathan si avvicinò "Lei avvelena tutto quello che tocca.

Questa città sarebbe migliore senza di lei!"

"Ma lei è responsabile almeno quanto me."disse Lionel "Non è vero?

Marta era preoccupata.

Aveva paura che lei non fosse abbastanza adulto da lasciarle vivere la sua vita."

Lionel se ne andò.

"Stia lontano da Marta!"disse Jonathan "O se ne pentirà glie lo prometto!"

FINE FLASHBACK

"Lo ha minacciato Clark."disse Lana.

"Mio padre ha detto che aveva fatto delle commissioni,perché mi ha mentito?"disse Clark.

"Senti poco fa è passato lo sceriffo e gli ho detto quello che ho detto a te."disse Lana "Non avrei

voluto,ma come facevo?"

"Non preoccuparti,tu lo sai che mio padre non ucciderebbe nessuno."disse Clark "Vero?"

"Era furioso Clark,ma io lo conosco bene,non lo farebbe mai."disse Lana.

"Grazie."disse Clark.

La polizia perquisì la casa di Jonathan.

Clark entrò in quel momento "Mamma?

Che succede?"

Marta gli portò un foglio "Hanno un mandato di perquisizione."

Clark lesse il foglio.

Ivan scese le scale e si avvicinò con un sacchetto di plastica "Marta permetti una parola?"

"Si."disse Marta.

"Per terra,in camera da letto,ho trovato questo orologio."disse Ivan.

"Era un regalo."disse Marta.

"Di chi?"disse Ivan.

"Di Lionel Luthor."disse Clark.

"A Marta con il più profondo affetto L.L."disse Ivan "Così c'è scritto."

"Volevo restituirlo."disse Marta "Sapevo che se Jonathan l'avesse visto si sarebbe infuriato così

l'ho nascosto nel mio cassetto."

"Mi spiace,ma a quanto pare l'ha trovato."disse lo sceriffo.

"Ivan...tu conosci Jonathan fin dal liceo."disse Marta.

"L'amicizia non deve interferire con il lavoro."disse Ivan "Devi ammetterlo,questo sembra un

movente."

"Ha trovato un orologio e l'ha spaccato."disse Marta "Questo non fa di lui un assassino."

"Ieri ha avuto una pesante discussione con Lionel Luthor."disse Ivan.

"Cosa?"disse Marta.

"Si,Lana me lo ha detto."disse Clark.

"Era così agitato che uno degli assistenti di Lionel ci ha chiamato per chiederci di intervenire."disse

Ivan "Immagino che fosse ancora furibondo quando è arrivato al bar.

Il barista mi ha detto che si è ubriacato."

"Mio padre ha detto che ha preso solo una birra."disse Clark.

"Vedi ho controllato il tasso alcolico di persona."disse lo sceriffo "Il valore era 2.

Decisamente più di una birra.

Da quel che ho sentito aveva una voglia matta di attaccare briga.

Abbiamo dei testimoni oculari che hanno detto di aver visto il furgoncino lasciare la villa dopo gli

spari,la scientifica ha trovato tracce di polvere da sparo sulla sua mano.

Vorrei che ci fosse un'altra spiegazione.

Ma per ora è il nostro unico sospetto."

L'auto rossa di Pitt passò sotto un'autostrada e passò su una stradina in mezzo all'erba con dietro un

treno merci fermo.

Pitt indossava un giaccone giallo,pantaloni neri e scarpe nere.

"Cosa cerchiamo esattamente?"disse Pitt.

I 2 scesero dall'auto.

"La polizia ha già controllato tutta la zona."disse Pitt.

"Abbiamo un vantaggio su di loro."disse Clark che usò la vista a raggi x sulla zona.

"Stai facendo quella cosa con gli occhi?"disse Pitt "Una volta cerca nel prato dietro casa mia.

Ci ho sepolto un barattolo di monete da piccolo,non l'ho più trovato."

Clark andò verso una casetta abbandonata di legno grigio,con tetto triangolare scuro.

Le pareti erano scolorite e il tetto aveva parti rovinate.

L'entrata era una doppia porta di legno e c'erano alcune finestre sulle pareti.

"Il furgoncino di mio padre era più o meno qui."disse Clark che guardò la casa e usò la vista a raggi

x trovando un proiettile conficcato in una delle pareti.

"Hai trovato qualcosa?"disse Pitt.

"È una pallottola."disse Clark e Pitt si avvicinò "Verrà lo sceriffo a tirarla fuori."

Pitt e Clark tornarono in macchina.

"Non per gettare acqua sulle tue speranze,ma...quella pallottola prova solo che qualcuno ha sparato

li."disse Pitt.

"Appunto."disse Clark "Hanno trovato residui sulla mano di mio padre.

Lui ha detto che quella pistola non era sua ne ci ha mai sparato."

"Allora che vuol dire?"disse Pitt.

"Che chi ha sparato a Lionel probabilmente ha drogato mio padre e gli ha messo la pistola in

mano."disse Clark "Se quella pallottola viene dalla stessa arma che ha sparato a Lionel possiamo

convincere la polizia che mio padre è stato incastrato."

La macchina proseguì.

Lex e Ivan erano nell'ospedale e parlavano con un medico.

"Abbiamo estratto la pallottola,ma il danno al rene ha rallentato il metabolismo."disse il medico "È

in coma."

"Che speranze ci sono?"disse Lex.

"Le funzioni cerebrali si affievoliscono,se non riprende conoscenza nelle prossime 24 ore...non ce

la farà,mi dispiace."disse l'uomo.

Il medico se ne andò.

"Sceriffo Ivan?"disse Clark "Le posso parlare un minuto?"

"Mi scusi sceriffo."disse Lex che se ne andò senza guardare Clark.

"Clark che cosa c'è?"disse Ivan.

"Ho trovato una pallottola che prova che non è stato mio padre."disse Clark.

"I miei hanno passato la zona al microscopio."disse Ivan.

"Comunque gli è sfuggita."disse Clark "Qualcuno ha messo la pistola in mano a mio padre e ha

sparato,per questo aveva tracce di polvere da sparo..."

"O a tuo padre è partito un colpo mentre era li a bere,oppure viene da tutta un'altra pistola."disse lo

sceriffo.

"Chi vuole incastrarlo sperava che quella pallottola non venisse trovata."disse Clark.

"Non so cosa proverà,ma la pallottola la farò esaminare."disse Ivan.

"Grazie."disse Clark.

"Sceriffo?"disse quello che faceva da guardia a Lionel "Le posso parlare?

Mi chiamo Dominic Sanatori,lavoro per Lionel Luthor."

"Clark vuoi scusarci?"disse Ivan.

"No,vorrei che restasse."disse l'uomo "Non è suo padre che ha sparato al signor Luthor.

Sono quasi certo di sapere chi è stato."

FLASHBACK

Lionel,la notte del temporale,entrò nello studio di Lex che era seduto alla scrivania con la camicia

nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Lex aveva la mano sinistra poggiata sul mento e il gomito messo sul tavolo.

Insieme a Lionel c'era Dominic.

"Allora Lex,perché tanta urgenza per un incontro faccia a faccia?"disse Lionel"Mi sto perdendo un

po' di cose,lo sai?"

"Beh considerala una chiamata alla ribalta nella nostra opera privata."disse Lex.

Lionel rise.

"Chiederesti al tuo cane per ciechi di aspettare fuori?"disse Lex.

"Qualunque cosa hai da dire puoi dirla davanti a Dominic."disse Lionel mettendogli la mano sulla

spalla.

Lex si alzò e si avvicinò"Il rappresentante di una società fittizia,che ha una straordinaria

somiglianza con il signor Sanatori,ha contattato dei dipendenti della Lex Corporation e ha comprato

le loro azioni."

"Ma davvero?"disse Lionel che si tolse il cappotto "Oh..."

"Avevo l'impressione che non volessero affatto vendere."disse Lex "Come li hai costretti?"

Lionel andò verso il caminetto "Calmati Lex,bisogna saper perdere.

Sto semplicemente ridefinendo le tue priorità.

Hai tentato di costruire la Lex Corporation a spese dei nostri comuni obiettivi."

"L'unica cosa che abbiamo in comune è l'inimicizia."disse Lex che si avvicinò "La storia della

riconciliazione padre figlio era solo una scusa per pugnalarmi alle spalle rilevando la mia società!"

"Se fossi stato davvero pronto a gestire la Lex Corporation non sarei riuscito a sottrartela,dovresti

approfittare dell'opportunità di lavorare con tuo padre."disse Lionel.

"Quando me ne sono andato ho giurato che non sarei mai più stato sotto il tuo tallone."disse Lex.

"Ma io speravo che restassi e fossi all'altezza della sfida."disse Lionel.

"Combatterò e vincerò."disse Lex.

"Allora sarà meglio che tu abbia una scusa migliore per sostenere questa minaccia figliolo,perché al

momento sei soltanto un altro dipendente."disse Lionel.

FINE FLASHBACK

"Lex non ha dovuto far altro che aspettare che Lionel fosse solo."disse Dominic "Poi Lex può aver

fatto in modo di incastrare il signor Kent,infine ha portato la sua fidanzata a Metropolis ottenendo

un ottimo alibi."

"Grazie signor Sanatori,le assicuro che indagherò."disse lo sceriffo allontanandosi "Scusatemi."

"So che Lex e il padre hanno problemi,ma questo è troppo."disse Clark.

"Clark in cuor tuo sai benissimo che,malgrado le apparenze,Lex ne sarebbe capace."disse Dominic.

Chloe era davanti ad una lavagna lucente bianca,obliqua e quasi orizzontale dove stava mettendo la

prima pagina del giornale.

Lei indossava una maglietta celeste,scollata,a maniche lunghe,pantaloni neri e scarpe nere.

Lana arrivò sulla porta.

Indossava una maglietta verde,senza maniche,jeans blu e scarpe nere.

Aveva anche una cartellina blu in mano.

"Ciao."disse Lana che si avvicinò.

"Ciao."disse Chloe che la guardò con aria triste,poi guardò la pagina di giornale.

"Tutto bene?"disse Lana e Chloe annuì.

"Certe volte essere una giornalista obiettiva è un vero schifo."disse Chloe "Preferirei essere su un

aereo da combattimento ora piuttosto che essere davanti a quest'articolo."

"Ti capisco."disse Lana "Sono stupefatta che Harry non voglia difendere il signor Kent."

"Guarda quando faccio queste cose la gente si arrabbia molto con me,ma ho trovato strano che tuo

padre rinunciasse alla possibilità di affrontare un Luthor,così ho fatto ricerche sulla sua storia

legale."disse Chloe "Ti vedo sconvolta,questo significa che posso continuare?"

"Se questo può giustificare perché non difende il signor Kent allora voglio sapere."disse Lana.

Chloe andò al computer "Ok.

È venuto fuori che il signor Small era un pessimo penalista che difendeva spesso dirigenti

d'azienda."

Chloe prese una cartellina mentre Lana si avvicinava "Lui è il suo studio

hanno lavorato molto per...beh...sorpresa sorpresa..."

Lei aprì la cartellina viola "...la Luthor Corporation."

"Può aver considerato questo un conflitto di interessi?"disse Lana.

"E come mai non le altre volte che ha affrontato Lionel e i suoi?"disse Chloe "Ma questo è

interessante."

Chloe lesse il foglio "La Luthor Corporation querelò Harry Small facendolo cacciare dal suo

studio."

"Ho capito,questo spiega perché può odiare i Luthor,ma non perché non ha accettato il caso."disse

Lana.

"Lo sai Lana,il mio computer sputa fuori solo dati di fatto,se vuoi spiegazioni dovrai risalire alla

fonte."disse Chloe.

La notte seguente Luthor era seduto alla sua scrivania e parlava al telefono.

Indossava la camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ho capito."disse Lex "Va bene dottore,mi tenga informato."

Lex attaccò e Clark entrò.

"Dominic mi ha riferito della lite avvenuta tra te e tuo padre poco prima che gli sparassero,perché

non l'hai detto alla polizia?"disse Clark.

"Stai insinuando che io ho premuto il grilletto?"disse Lex.

"No,ma...ti ho già visto sparare a qualcuno."disse Clark.

"Esci prima di dire qualcosa di cui ti pentiresti."disse Lex.

"No,non esco affatto,voglio avere delle risposte."disse Clark "Stai forse cercando di incastrare mio

padre?"

Lex si alzò "Dopo tutto questo tempo credevo che mi conoscessi meglio di un comune estraneo."

Lex si diresse verso la porta.

"SE NON TI FIDI A DIRMI LA VERITÀ CHE ALTRO POSSO PENSARE?"disse Clark.

Lex si voltò verso di lui "Stanne fuori Clark!"

"Mio padre sta rischiando la galera!"disse Clark avvicinandosi.

"E anche mio padre!"disse Lex "Arrivederci Clark."

Clark se ne andò e chiuse la porta.

Lex guardò il punto da cui era caduto Lionel.

Marta andò a trovare Jonathan la stessa notte.

Lei indossava un giaccone viola,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

Jonathan era seduto sul letto.

"Come ti senti?"disse Marta.

"Sai che c'è di buffo nell'essere rinchiuso?"disse Jonathan"Hai tempo di riflettere su tutti gli sbagli

che hai fatto."

"Perché non mi hai detto che avevi litigato con Lionel?"disse Marta.

"Perché ero arrabbiato."disse Jonathan.

"Con me?"disse Marta.

"No con me stesso."disse Jonathan "È stata la gelosia.

Quando ho trovato quell'orologio mi ha fatto pensare a tutte le cose che non ho potuto darti.

Per la prima volta ho temuto di perderti.

Marta mi dispiace tanto."

"Per cosa?"disse Marta.

Lui si avvicinò "Mi dispiace di non aver avuto fiducia in noi.

Mi dispiace di aver ceduto alle mie paure.

È sufficiente un solo momento di debolezza per rovinare tutto."

"Jonathan tu non hai sparato a Lionel."disse Marta.

"No non ho sparato a Lionel."disse Jonathan "Però ho lasciato che la rabbia mi sopraffacesse.

Non ho tenuto segreto ciò che Jonathan Kent pensa dei Luthor.

Quale giuria potrà credermi ormai?"

La macchina rossa di Pitt arrivò davanti ad un edificio rettangolare,a 2 piani,con l'esterno

rosso,colorito,con 2 finestre rettangolari al secondo piano e con in mezzo un cartellone ovale

rosso,con contorni bianchi e con una scritta argentata al centro.

La parte bassa dell'edificio aveva 2 tettoie grige e 2 entrate.

"Lo conosco questo posto."disse Pitt fermando l'auto "Mio fratello maggiore ci veniva quando

andava al liceo,diceva che non chiedevano mai i documenti."

"Come fanno a rimanere aperti?"disse Clark.

"Forse fortuna."disse Pitt "Conoscenze."

"Beh se qualcuno ha drogato mio padre può averlo fatto solo qui."disse Clark scendendo dal mezzo

insieme all'altro.

I 2 andarono all'entrata.

Il locale aveva le pareti chiare,la porta di entrata era divisa in 2,con un vetro rettangolare in alto per

ciascuna parte,i tavolini erano di legno e circolari,c'era un bancone di legno a sinistra dell'entrata e

degli sgabelli.

Il proprietario era un uomo con capelli neri,giaccone blu,pantaloni neri e scarpe nere.

Il soffitto aveva delle travi di legno orizzontali rettangolari ad intervalli regolari e aveva delle

lampade circolari.

L'uomo stava pulendo i tavoli quando i 2 aprirono la porta.

"Non so cosa vi abbiano detto,ma non serviamo minorenni qui."disse l'uomo.

"Voglio solo fare qualche domanda,mi chiamo Clark Kent,sono il figlio di Jonathan."disse Clark

avvicinandosi.

"Jonathan?"disse l'uomo guardandoli "Senti mi dispiace per quello che gli è capitato."

"Si ricorda se ha parlato con qualcuno quella sera?"disse Clark.

"Con tutti ha parlato."disse l'uomo "Voleva scaricarsi.

Doveva aver avuto un bello scontro con Lionel Luthor."

"Lo sceriffo dice che ha comprato una bottiglia di tekila."disse Clark.

"Si,non avrei dovuto vendergliela."disse l'uomo camminando con un vassoio circolare e con sopra

dei bicchieri"La polizia vuole che testimoni.

Rischio di perdere la licenza."

L'uomo posò il vassoio circolare sul bancone.

"Non ho mai visto mio padre prendere più di una o 2 birre,non gli avranno messo qualcosa nel

bicchiere?"disse Clark.

"Non c'era bisogno che gli mettessero qualcosa nel bicchiere..."disse l'uomo guardandolo"...vedessi

come se la scolava.

Ascolta...non sarai contento di sentirlo,ma...Jonathan ha detto che voleva saldare i conti con Lionel

una volta per tutte."

"Mio padre non lo direbbe mai."disse Clark.

"Lo conosco fin dal liceo,ha sempre avuto un brutto carattere."disse l'uomo "Non ci sono dubbi per

me che sia stato lui."

Clark lo afferrò per la camicia e lo sollevò da terra.

"SEI UN BANDITO COME TUO PADRE!"disse l'uomo.

"Lascialo andare."disse Pitt afferrando Clark "Basta.

Lascialo andare.

Calmati."

I 2 uscirono dal locale.

Poco dopo i 2 erano in macchina.

"Quello mentiva,è coinvolto."disse Clark "È lui che ha drogato mio padre."

"Clark io voglio aiutarti,ma sbattere il barista per aria non è la cosa più intelligente da fare."disse

Pitt.

"Lo so,mi dispiace."disse Clark che vide un camion con container dietro che si stava dirigendo

verso di loro.

"Pitt ATTENTO!"disse Clark.

Pitt evitò il camion,ma l'auto finì su un dosso e volò in mezzo ai campi.

Il camion si fermò e scese un uomo con il volto coperto dal tessuto nero,con 2 buchi per gli

occhi,che indossava un giaccone a righe orizzontali verdi e nere,maglietta nera,pantaloni neri,scarpe

nere,guanti di pelle nera e fucile da caccia.

L'uomo sparò un colpo incendiando il serbatoio,così Clark diede una gomitata allo

sportello ,staccandolo dall'auto,prese Pitt e lo portò fuori a super velocità poco prima che l'auto

esplodesse.

Clark gettò a terra Pitt e ci si mise sopra,poi lo alzò.

"Tutto bene?"disse Clark.

"Si,credo di si."disse l'altro "Ma decisamente hai fatto incavolare qualcuno."

"Già."disse Pitt.

Poco dopo Pitt era a petto nudo nell'ospedale,seduto su un lettino e una dottoressa lo visitava.

Clark non indossava più il giaccone blu, era fuori dalla stanza e lo vedeva tramite le finestre.

"Clark?"disse Lex che arrivò sul posto.

Indossava un lungo cappotto nero,maglietta blu,pantaloni neri e scarpe nere "Te la sei cavata per un

pelo?"

"Che ti importa?"disse Clark andando via.

"C'è un collegamento tra questo fatto e quello che è successo a mio padre,ti avevo detto di non

entrarci."disse Lex.

"Perché?"disse Clark guardandolo "Così puoi controllare la situazione?"

"Io non sto controllando niente."disse Lex.

"Non so più a chi credere."disse Clark.

"Dominic ha fatto una notevole impressione."disse Lex.

"Il problema non è Dominic."disse Clark.

"Ha chiesto ai medici di tenermi lontano da mio padre,secondo te perché?"disse Lex.

"Penso per proteggerlo."disse Clark.

"O per proteggersi."disse Lex "Se mio padre riacquista conoscenza potrebbe identificare chi gli ha

sparato."

"Pensi che Dominic sia coinvolto?"disse Clark "Perché rivoltarsi contro Lionel?"

"Perché rilevare la Lex Corporation danneggia lui quanto me."disse Lex.

FLASHBACK

Lex stava parlando con Lionel.

"...al momento tu sei soltanto un altro dipendente."disse Lionel.

"Vado a Metropolis."disse Lex "Tornerò più tardi e non ti voglio trovare."

Lex andò via,poi si fermò nel corridoio e tornò indietro.

"Non mi ha detto che voleva riprendere Lex."disse Dominic.

"Credevo che fosse scontato."disse Lionel.

"Lo sa quanto tengo a quest'azienda,non posso credere che da una possibilità a Lex."disse Dominic.

"Gli ho dato un assaggio di dipendenza per fargli capire quanto sia inutile lottare contro di

me,ma...ho sempre tenuto in considerazione il fatto di riportarlo all'ovile."disse Lionel.

"Lei mi ha fatto delle promesse,promesse che mi aspetto che lei mantenga."disse l'uomo.

"È vero,lei è stato sempre leale Dominic,ma...Lex è il mio sangue."disse Lionel "Non posso fare

una cosa simile."

"Le ho dato anni della mia vita,non mi porterà via tutto."disse Dominic che si voltò e vide Lex.

"Avevo dimenticato le chiavi."disse Lex.

FINE FLASHBACK

"Credi che fosse tanto infuriato da ucciderlo?"disse Clark.

"Prendere le redini di una società da un miliardo di dollari è un bell'incentivo."disse Lex "Gli

serviva solo qualcuno a cui dare la colpa."

"Perché non l'hai raccontato a nessuno?"disse Clark.

"Hanno sparato a mio padre il giorno stesso in cui mi hanno sottratto la società."disse Lex "Ci vuole

poco ad accusarmi."

"Si,ma mentre tu ti tenevi queste cose dentro,mio padre se ne stava in galera."disse Clark "Quanto

pensavi di tenerlo per te?"

"Non avevo la certezza che non fosse stato lui,ora ce l'ho."disse Lex "Gli hanno sparato per

l'acquisto della società,avevo bisogno che il colpevole facesse uno sbaglio."

"Quale?"disse Clark "Uccidere me e Pitt?

E adesso?"

Small entrò dentro il Taloon.

Indossava la giacca verde scuro,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Lana?"disse lui che vide Lana scendere dalla scala "Ho ricevuto il tuo messaggio,che c'è di

urgente?"

Lana indossava una maglietta celeste,scollata e senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.

"So della querela fatta dai Luthor contro di te."disse Lana.

"Ti...ti sei messa a frugare nel mio passato?"disse Small.

"Ero curiosa di capire perché non volevi aiutare uno dei miei migliori amici."disse Lana.

"E ti da il diritto di ficcare il naso nella mia vita privata?"disse Small.

"Sono tua figlia e per avere in comune qualcosa di più del semplice DNA ci vuole sincerità tra

noi."disse Lana.

"Guarda che non ti ho chiesto io di piombare nella mia vita."disse Small.

"Stai tranquillo..."disse Lana che per poco non si mise a piangere "Non ti disturberò più vedrai."

Lana andò al bancone.

Small si avvicinò "Lionel Luthor non centra niente."

"Ho visto quella denuncia."disse Lana.

"Quella è una rappresaglia per non averlo assecondato in uno dei suoi piani eticamente

equivoci."disse Lana "Normale amministrazione per la Luthor Corporation."

Lei lo guardò.

"Dovevi continuare a scavare."disse Small.

"E che cosa avrei trovato?"disse Lana.

"Processo per omicidio dei primi anni 90."disse Small.

"Non capisco scusa."disse Lana.

"Ero il difensore d'ufficio nominato dal tribunale,come dire che non me ne importava,ma non riuscì

a difendere il mio cliente...5 anni dopo la condanna,in base ad un'analisi delle prove,dimostrai che

era innocente."disse Small.

"Così tu hai potuto farlo uscire giusto?"disse Lana.

"Ormai era troppo tardi,era stato giustiziato 5 mesi prima."disse lui "Da allora ho mollato tutto,ora

cerco di salvare il mondo restando nel mio appartamento.

Ma almeno so che nessuno morirà per causa mia."

"Lo so che non si può cambiare il passato,ma non lo si può neanche cancellare."disse Lana.

Clark entrò nel commissariato di polizia e trovò Lana in un ufficio pieno di mobili con dei

faldoni,scrivanie e fogli sulle pareti.

Con Lana c'era anche Small.

Lei indossava anche una giacca rosso scuro.

"Do il mio contributo di appoggio morale."disse Lana a braccia incrociate "E ho portato i

rinforzi."

"Vorrei seguire il caso di tuo padre se per te va bene."disse l'uomo.

"Certamente."disse Clark "Ci serve tutto l'aiuto possibile."

I 2 si strinsero la mano e poi l'uomo cominciò a frugare tra le carte.

"Come hai fatto a fargli cambiare idea?"disse Clark.

"Abbiamo fissato le regole base del nostro rapporto e abbiamo promesso di essere sinceri sempre e

comunque."disse Lana.

Poco dopo Small era a parlare con Marta vicino alla cella di Jonathan"Ho chiesto per oggi

pomeriggio una nuova udienza per la cauzione,data la reputazione di cui gode Jonathan sarà a casa

per cena."

Marta indossava una giacca verde,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ho avuto buone notizie da Lex."disse Clark "Suo padre sta meglio,dovrebbe riprendere

conoscenza."

"Grazie a Dio."disse Marta.

"In questo caso potrebbe dire chi gli ha sparato."disse Clark.

"Non è sicuro che lo sappia data la cecità."disse Small "Non siamo ancora fuori dai guai.

L'alibi di Lex Luthor regge,ma quello di Dominic Sanatori è debole."

"Dovrebbe essere una buona notizia per me no?"disse Jonathan.

"Se non fosse che il barista che potrebbe confermare il suo coinvolgimento è sparito."disse Small"E

senza di lui sarà difficile impedire che la causa vada avanti."

La notte seguente Clark aprì la porta del bar e dietro di lui c'era Pitt.

Clark indossava il giaccone rosso,maglietta blu,pantaloni neri e scarpe nere.

Pitt indossava un giaccone nero,jeans blu e scarpe nere.

"Ma è davvero necessaria l'effrazione?"disse Pitt "La polizia non ha già controllato il posto?"

"Si...come la zona dove hanno arrestato mio padre."disse Clark "Vado a vedere."

Clark camminò per il locale e aprì 2 porte che avevano 2 vetrate rettangolari e i contorni della porta

erano di metallo.

La stanza era rossa,con vari barili e un frigo di metallo rettangolare,mentre sulle pareti c'erano delle

lavagne con dei fogli.

La parte opposta della stanza aveva una zona con 2 tende e c'erano barili di metallo ovunque

intorno.

Clark usò la vista a raggi x sul frigorifero nero orizzontale "Pitt?"

Clark stritolò il lucchetto con la mano destra,mentre Pitt entrava,poi aprì l'oggetto che aveva una

luce verde sulla parte superiore,spostò dei sacchi e vide il volto congelato dell'uomo.

"Oh cavolo...lo hanno letteralmente freddato."disse Pitt.

Clark prese una foto dal muro "Credo di sapere chi ha sparato a Luthor."

L'ospedale di Smallville era un edificio rettangolare a più piani,con una tettoia rettangolare

orizzontale e grigia alla base,con una placca rettangolare sopra,che emetteva luce bianca e aveva

una scritta blu.

La parte bassa della placca aveva delle luci circolari poste dentro delle placche cilindriche grige.

Dalla tettoia partivano anche delle colonne rettangolari nere e c'erano 3 entrate.

La porta della stanza di Lionel venne aperta.

Il letto d'ospedale era del tutto coperto da una coperta blu e sotto c'era un corpo.

La porta venne chiusa da un uomo con un lungo cappotto nero che poi abbassò le tendine delle

finestre,puntò la pistola con il silenziatore e sparò 3 colpi.

Clark accese la luce e vide lo sceriffo Ivan"Lex ha fatto trasferire suo padre ad un altro piano."

Clark tolse la coperta e rivelò dei cuscini,poi andò a spegnere una telecamera "Ha messo in giro la

voce che Lionel era migliorato per farla uscire allo scoperto.

Speravo di sbagliarmi."

Lo sceriffo gli puntò addosso la pistola,ma Clark gli afferrò la mano e la spinse verso l'alto,gli

spezzò il polso,poi gli diede una spinta e lo mandò contro il carrellino sul lato della stanza.

Ivan cadde a terra "Ma che cosa..."

"Lei andava al liceo con mio padre e c'era anche il barista."disse Clark mostrando la foto "Solo che

lei e Mike eravate più che amici,eravate soci in affari."

"Clark...io posso spiegarti..."disse Ivan.

"Spiegare come il bar rimanesse aperto dopo ripetute violazioni?"disse Clark "O come,guarda

caso,tutte le prove puntavano contro mio padre?

Ha saputo della sua lite con Lionel e da li è nato tutto.

Ha falsificato il test del tasso alcolico di mio padre e quando ho iniziato a verificare la sua versione

della storia se l'è presa con me.

Mio padre si fidava di lei,come ha potuto?"

"Non capisci Clark!"disse Ivan "Qui in fondo non si tratta di me!

Il guaio sono i Luthor.

Sono un cancro.

Distruggono tutto quello che toccano."

"I Luthor non hanno ucciso nessuno."disse Clark "I Luthor non volevano incastrare mio padre per

coprirsi."

L'uomo iniziò a piangere.

Il giorno dopo Clark era nel fienile e leggeva un libro.

Lex lo raggiunse "Volevo sapere se tuo padre sta bene."

"Lui dice di si."disse Clark.

"Non sembri troppo convinto."disse Lex.

"Ho trovato questo a casa."disse Clark dandogli il libro con la copertina rossa "È il vecchio libro di

scuola di mio padre."

Lex prese l'oggetto.

"Lui e lo sceriffo erano in classe insieme."disse Clark.

"A Jonathan grande battitore e migliore amico,Ivan."disse Lex poggiandosi sul tavolo.

"Cresci insieme a qualcuno che pensi di conoscere."disse Clark "Certi lati oscuri non vengono così

dal nulla.

Mi spiace per la tua società.

Che succederà ora?"

"Mio padre crede che lavorerò ancora per lui."disse Lex.

"Lo farai?"disse Clark.

"È difficile immaginare di lavorare per un uomo che esaspera 4 persone al punto che ognuno ha il

movente per ucciderlo."disse Lex.

"Persino tu?"disse Clark.

"Sai i lati oscuri di cui parlavi?"disse Lex "Non so se siano innati,certo che persone come mio

padre sanno come liberarli.

Allora...amici?"

Clark sorrise "Vorrei aiutarti con tuo padre."

"Gli tengo testa."disse Lex.

Lionel era nel letto d'ospedale quando Lex entrò e chiuse la porta.

"Papà?"disse Lex.

"Figliolo...so che hai avuto delle giornate molto intense..."disse Lionel.

"Se non lo hai già saputo,lo sceriffo Ivan è in carcere per l'omicidio del barista e il tuo tentato

omicidio."disse Lex.

"Oh...questa è davvero una triste giornata qui a Smallville."disse Lionel.

"Sicuramente una qualche versione della verità salterà fuori prima o poi,ma speravo di sentirla

prima da te."disse Lex.

"Ah...lo sceriffo e io,semplicemente...abbiamo avuto un malinteso."disse Lionel.

FLASHBACK.

Lionel era nella sua auto nera la notte della tempesta e la portiera venne aperta dallo sceriffo.

"Ah...sceriffo."disse Lionel e l'altro entrò "Ha qualche cosa per me?"

Lo sceriffo gli diede delle carte "Queste sono tutte brave persone che hanno fatto solo qualche

sbaglio."

"Ma certo,siamo tutti esseri umani sceriffo."disse Lionel "Queste persone siedono nel consiglio di

amministrazione della società di mio figlio,hanno bisogno di un incentivo per cedermi le loro

azioni."

"Arrivederci signor Luthor."disse lo sceriffo che aprì la portiera.

"Ivan...spero solo che si tratti dell'inizio di un lungo e proficuo rapporto."disse Lionel.

Ivan richiuse la portiera "Il nostro accordo vale per questa volta soltanto."

"Ah...questa clausola l'ha posta prima o dopo che ha insistito per avere in anticipo il denaro?"disse

Lionel.

"Ero in bolletta."disse Ivan "Ma non creda di avermi in mano,ho documentato tutta l'operazione.

Se mi costringe...devo solo fare una telefonata."

"E a chi?"disse Lionel "Al suo avvocato?

Lui..."

Lionel estrasse una busta dalla tasca interna del giaccone "...mi ha fatto avere i documenti a cui si

riferisce.

Assieme ai suoi migliori saluti.

Lo sa...la mia reputazione a Smallville non ha...alcuna importanza per me...ma la sua...è la sua linfa

vitale sceriffo.

Sceriffo,si dev'essere eletti per diventarlo,non è vero?"

"Non minacciarmi figlio di puttana."disse Ivan.

"Buona sera sceriffo."disse Lionel.

Ivan andò via mentre Lionel rideva.

FINE FLASHBACK

"Così hai preso un uomo onesto,che aveva difficoltà economiche,e lo hai distrutto."disse Lex "E per

procura hai quasi rovinato Jonathan Kent.

Cosa si prova sapendosi causa di tutto questo?"

"Ma non lo sono Lex."disse Lionel "Lo sei tu.

Grazie a quel tuo tentativo sconsiderato da dipendente ribelle."

"Tu ci credi veramente?"disse Lex.

"Non fa niente figliolo,io ti perdono."disse Lionel sorridendo"Ora è tempo di guardare al futuro.

Insieme."

Lex uscì dalla camera.