SMALLVILLE:IL GIOCO DI CAINO E ABELE

Una donna cinese stava scendendo le scale di un locale notturno.

La donna aveva i capelli neri,legati dietro la testa,indossava una maglietta nera a maniche

corte,gonna corta e nera,calze scure e scarpe con i tacchi.

La donna aveva un vassoio circolare nella mano destra.

Dietro di lei c'era una luce rossa a sinistra.

Sulle scale e trovò un uomo orientale con giaccone di pelle nero,pantaloni neri e fucile automatico

che la salutò.

Alla fine delle scale c'era un locale ampio,con colonne rettangolari,con la parte bassa nera e quella

superiore bianca.

C'erano vari tavoli sparsi per la sala dove c'erano persone che giocavano e ai lati c'erano delle

lampade blu che mandavano la luce verso l'alto.

Alcuni erano seduti a dei tavoli su cui c'era del denaro e una donna stava passando le carte.

Uno di questi era un ragazzo con capelli neri,corti,giacca nera,camicia nera,cravatta nera,pantaloni

neri e scarpe nere.

Dietro di lui c'erano blocchi di bottiglie impilate e incartate.

Nella stanza c'erano anche delle donne che portavano dei carrelli con sopra degli alimenti.

Su una delle pareti c'era la testa di un leone scolpita,color oro,che aveva una microcamera

nell'occhio sinistro.

La videocamera era connessa ad un computer portatile che era controllato da un uomo orientale.

L'uomo indossava una camicia bianca,panciotto nero,pantaloni neri e scarpe nere.

Lui era in una grossa dispensa con le pareti bianche e una porta scorrevole malandata alle sue

spalle.

La grossa stanza era piena di scaffalature con scatole ed alimenti.

Al tavolo dove stavano giocando a carte c'era un uomo orientale anziano,magro,semi calvo,con

baffi e barba corta,giacca grigia,camicia rossa,cravatta rossa,pantaloni grigi e scarpe nere.

L'uomo parlò in cinese,poi mise dei soldi al centro del tavolo circolare.

L'uomo con il portatile allargò l'immagine dello schermo, vedendo le carte che una delle persone

aveva in mano, prese un telefono e mandò un messaggio.

Quello con la giacca nera guardò il telefono e poi mise dei soldi sul tavolo.

L'uomo con il fucile automatico sentì un rumore al piano di sopra e andò a controllare,poi

aprì la porta della dispensa trovando l'uomo con il portatile,vide il computer e lo afferrò per la gola

con la mano destra.

L'uomo orientale al tavolo si fece portare una ciotola e mangiò un gambero con le bacchette.

"Molto fortunato stasera."disse l'uomo mangiando "Troppo fortunato."

"Capita."disse l'altro prendendo i soldi.

"Può darsi."disse l'altro.

Quello con il fucile portò quello con il computer al piano di sotto tenendolo per i capelli e tutti se ne

accorsero.

"Per chi stai lavorando?"disse quello con il fucile aiutato da un altro e l'orientale guardò il ragazzo.

Una delle donne vicino al tavolo prese una pistola posta sotto il tavolo,mediante un fodero

incollato,e glie la puntò addosso.

"Scusa amico."disse il giovane che rovesciò il tavolo e scappò.

Uno degli uomini con il fucile puntò l'arma,ma lui la afferrò con la mano destra,girò su se stesso e

gli diede un calcio poi corse mentre gli altri sparavano,arrivò al sotto scala e si gettò su una scala

sottostante rotolando e finendo contro delle casse,poi un altro lo raggiunse afferrandolo, lui lo

mise davanti a se e gli altri 2 lo crivellarono,poi il ragazzo andò verso una porta e la aprì,mentre gli

altri scendevano le scale.

Il ragazzo scese una scala esterna mentre pioveva,saltò da una ringhiera e arrivò ad un corridoio che

aveva un buco sul tetto.

Il corridoio era lungo,aveva delle scatole ammassate in alcuni punti,finestre in parte rotte,tubi sul

soffitto e varie persone.

Il ragazzo salì su una moto e andò via costringendo alcuni a gettarsi ai lati del corridoio mentre gli

uomini armati lo seguivano e poi provarono a sparare.

La moto arrivò in fondo al corridoio,che svoltava a destra e si schiantò contro una montagna di

scatole,poi l'uomo iniziò a strisciare a terra,ma in quel momento,dalla strada, arrivò Lex Luthor che

lo aiutò a rialzarsi.

Indossava un lungo cappotto nero,camicia viola,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"ANDIAMO!"disse Lex che lo portò all'auto.

"EHI!"disse il ragazzo "MA CHI DIAVOLO SEI?"

"Lucas,sono tuo fratello."disse Lex che salì in auto "Andiamo!"

I 2 salirono e il mezzo partì.

La mattina dopo Lana era al Taloon e tirava giù le sedie dai tavoli.

Indossava una giacca celeste,maglietta bianca scollata,jeans blu e scarpe nere.

Clark entrò nel locale.

Indossava un giaccone blu,camicia blu,con linee bianche orizzontali e verticali.

"C'è una gran pace qui al mattino presto."disse Clark.

"Non credevo che tu fossi un grande amante del caffè,ma se mi dai un secondo te ne porto una

tazza."disse Lana.

"Grazie."disse Clark che la seguì al bancone.

"Gradisci anche qualcos'altro?"disse Lana.

"Solo un lavoro."disse Clark che smise di avere le mani dietro la schiena mostrando un cartellino

rettangolare.

Lei si voltò verso di lui.

"Ah...qui?"disse Lana.

"Beh se devo lavorare perché non farlo dove sono i miei amici?"disse Clark.

"Spero che tu non te la prenda,ma non è esattamente il tuo forte tener fede agli impegni presi."disse

Lana "Ma...prova con Hank,sta per assumere nella ferramenta."

"Che bello."disse Clark.

"Ah forse sono stata un po' brusca."disse Lana.

Clark vide la rosa nel cestino.

"Ti metto in lista con gli altri aspiranti,che dici?"disse Lana che gli mostrò un foglio sorridendo.

Lionel era nel suo ufficio a Metropolis e guardava verso le finestre.

Aveva gli occhiali,indossava una giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe

nere.

"No no no,è un voto molto importante quello di domani."disse Lionel parlando al telefono "Non

sposto il giorno per favorire la sua passione per gli orologi antichi,io voglio che parta da Praga

adesso Steven.

Hai capito bene?"

Lionel attaccò e Lex entrò nello studio con il fratello.

Lex indossava il cappotto nero lungo,maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Lucas indossava un giaccone di pelle nero,maglietta marrone,pantaloni bianchi e scarpe nere.

"Ciao papà."disse Lex.

"Lex..."disse Lionel che si voltò dietro la porta "...a cosa devo il piacere di questa visita

inaspettata."

"Credevo ti interessasse conoscere il tuo erede più giovane."disse Lex "Lucas,questo è tuo padre."

"Signor Luthor."disse Lucas avvicinandosi e Lionel allungò la mano destra.

"Lucas..."disse Lionel che lo abbracciò "Figlio mio."

"Già,almeno anagraficamente parlando."disse Lucas che andò a prendere una spada orientale dal

fodero rosso e dal manico bianco "Vedo che condividiamo la passione per le armi asiatiche.

Per la posizione del drago va portata sul fianco destro.

Una rarissima spada per mancini.

Ma è falsa."

Lui rimise la spada sull'asta di metallo nero mediante un laccio.

"Un'osservazione davvero acuta."disse Lionel sorridendo.

"Specie da parte di chi avevi dato per morto."disse Lex mentre il padre si versava da

bere"Immagina la mia sorpresa nell'apprendere che era vivo e vegeto."

Lex si sedette "Dai papà,tu lo sapevi che era vivo."

"Lucas...di alla mia segretaria di accompagnarti nella sala da pranzo,ti raggiungeremo tra

poco."disse Lionel "Il mio cameriere ti porterà tutto quello che desideri."

Lionel bevve e Lucas annuì.

"Non parlatemi alle spalle."disse Lucas uscendo.

"Il ritorno del figliol prodigo."disse Lex.

"A differenza del suo invidioso fratello nei sacri testi sembra che tu abbia accolto Lucas a braccia

aperte,complimenti."disse Lionel "Cosa speri di ottenere?"

"Solo un nuovo fratello."disse Lex e Lionel si sedette alla scrivania.

"Che ha appena compiuto 18 anni e che,se ricordo bene,ha quindi il diritto di reclamare la sua parte

di eredità."disse Lionel.

"È stato così generoso da parte tua far si che ogni erede disponga del 10% delle azioni della Luthor

Corporation."disse Lex.

"Quel vitale 10% che ti permette di buttarmi fuori."disse Lionel ridendo "Metà del mio consiglio di

amministrazione ha trovato di colpo 1000 scuse per non rispondere alle mie chiamate,parola

mia...hai assestato un bel colpo.

Ma attento Lex.

Perché ci sono parabole di tutti i generi nel sacro libro."

"Ti riferisci a quello canonico o alla Bibbia Kolbrin?"disse Lex.

"A tutte e 2."disse Lionel che prese il telefono "La prossima chiamata."

Clark tirò il pallone nel canestro sul fienile.

Pitt era davanti a lui e indossava un giaccone bianco,camicia rossa,jeans blu e scarpe nere.

"Un po' banale."disse Pitt.

"E la regola dell'avvicinamento di Pitt Ross?"disse Clark "Se vuoi giocare entra in campo."

Clark fece canestro di nuovo e Pitt prese la palla.

"Clark se lo fai, Lana sarà il tuo capo."disse Pitt "Sfogherà tutte le sue emozioni represse per tutte le

volte che l'hai delusa,ti sbatterà a pulire i bagni."

Pitt fece canestro e Clark prese la palla.

"Comunque forse non avrò il lavoro."disse Clark.

La macchina di Lex arrivò sul posto e nel mezzo c'era anche Lucas.

"Ragazzi...voglio presentarvi una persona."disse Lex scendendo dal mezzo "Mio fratello Lucas."

"Ciao a tutti."disse Lucas.

"Salve."disse Clark.

"Ti va di fare 2 tiri Lucas?"disse Pitt.

"Certo."disse Lucas che andò a giocare con Pitt.

Clark e Lex andarono in disparte.

"Non volevo farti prendere uno spavento."disse Lex ridendo.

"Credevo che fosse...morto."disse Clark mentre Lex si sedeva sul cofano dell'auto.

"No,solo sepolto da mio padre."disse Lex "Ho dovuto cercarlo per mesi."

"Perché non mi hai detto niente?"disse Clark.

"Non ero sicuro di cosa avrei trovato."disse Lex che guardò il telefono che squillava "Devo

sistemare alcune cose,vado via."

Lex si alzò "Lucas?

Devo andare."

"Può rimanere qui se vuole."disse Clark "Dacci la possibilità di conoscerlo meglio."

"Ah sicuro,con piacere."disse Lucas.

"Torno fra un'ora."disse Lex che salì in auto.

"Vai Pitt!"disse Clark che si rimise a giocare.

"Così..."disse Lucas tirando la palla nel canestro "...tu e Lex siete amici?"

"Stai scherzando?"disse Pitt che prese la palla "Sono come fratelli."

Pitt tirò il pallone.

"Allora Lucas,dove sei cresciuto?"disse Clark.

"In giro."disse Lucas.

"Dev'essere strano non aver conosciuto i propri genitori."disse Pitt che tirò la palla nel canestro.

"No,i genitori cercano di fare di te una loro copia,se cresci senza sviluppi la tua reale

personalità."disse Lucas.

"Una teoria interessante,ma non mi trovi d'accordo."disse Clark.

Pitt passò la palla a Lucas.

"Allora diciamo...prendi te e Lex ad esempio."disse Lucas che tirò la palla "Se lui fosse cresciuto

con i tuoi e tu con Lionel adesso non sareste 2 persone diverse?"

"Non credo."disse Clark.

"Credici."disse Lucas "Tu ricco ed infelice e lui in una fattoria.

Ma se foste stati entrambi abbandonati dai propri genitori...come sareste adesso?"

"Non lo so."disse Clark.

"Esatto."disse Lucas "È allora che scopri come sei fatto.

Continuiamo a chiacchierare o tiriamo a canestro?"

Lucas passò la palla a Clark "Tocca a te."

"Sta a vedere."disse Clark che tirò il pallone da lontano e fece canestro,poi l'altro riprese la palla e

glie la passò.

"È tutto quello che sai fare?"disse Lucas "Guarda bene amico."

Clark provò a prendere la palla,ma l'altro fece canestro.

Al secondo tentativo Clark spiccò un salto e prese la palla che era ormai prossima al canestro,poi

iniziò a palleggiare.

Lucas corse contro di lui,Clark lo evitò,spiccò un salto e fece canestro.

"Ehi Rocket Man,cerchiamo di non farci male."disse Pitt che si mise vicino a Lucas.

"Va bene."disse Clark palleggiando e correndo verso il canestro.

Lucas provò ad afferrarlo,ma si fece male al braccio.

"Oh...scusa Clark...andiamoci piano...è solo un gioco."disse Lucas.

"Certo."disse Clark.

"È come se avessi acciaio nei muscoli."disse Lucas "Ho speranza di avere un passaggio alla villa?"

"Se vuoi ti porto io."disse Pitt.

Chloe entrò nel Taloon.

Indossava un cappotto marrone lungo,camicia rosa,scollata,pantaloni da militare e stivali neri.

"Ciao."disse Chloe che raggiunse Lana che era seduta sulla scala interna del locale.

"Ciao."disse Lana "Caffè alle mandorle giusto?"

"Si e puoi aggiungere una dose speciale di caffeina per favore?"disse Chloe togliendosi il

cappotto"Sono in quella brutta fase di coma post pranzo."

"Ok."disse Lana alzandosi.

"Grazie."disse Chloe sedendosi sugli scalini.

Lana andò da una donna che lavorava nel posto "Un caffè alle mandorle forte,grazie."

Lana tornò indietro e si sedette vicino a lei.

"Clark Kent fa domanda per un lavoro qui?"disse Chloe guardando il foglio.

"Già."disse Lana.

"E non mi ha messo fra le sue referenze,com'è questa storia?"disse Chloe.

"Non mi importa,non l'avrei preso in qualunque caso."disse Lana.

"Perché?"disse Chloe.

"Tu lavori con lui...dimmi non è strano essere il capo di un tuo amico?"disse Lana.

"Stai scherzando?"disse Chloe ridendo "Tiranneggiare Clark è lo scopo della mia giornata.

E poi...lui se la cava sempre anche se è in uno dei suoi momenti particolari."

"Sono quelli che mi preoccupano."disse Lana.

"Lana sappiamo entrambe che Clark può fare questo lavoro."disse Chloe "Qual'è la ragione per cui

non lo vuoi qui?"

"Io…"disse Lana.

"L'avrei detto anche io."disse Chloe sorridendo.

Lex aprì le porte del suo studio inferocito e trovò il padre seduto sulla sua sedia "Ho passato le

ultime 2 ore in banca!

Sai niente del perché il mio conto è bloccato?"

"Sai Lex sono stanco dei tuoi insistenti tentativi di ammutinamento."disse Lionel.

"Non mi hai lasciato scelta mi pare,non avevo alternativa."disse Lex.

"Non è stata una decisione saggia da parte tua figliolo dare tutti i tuoi beni come garanzia per

ottenere quel prestito."disse Lionel "Vedi,ora che la tua compagnia è una proprietà della Luthor

Corporation, tutto quello che tu hai appartiene a me.

Ti voglio fuori dalla villa."

"Andiamo papà."disse Lex "Non pensi che sia un po' futile?

Lucas e io rientreremo dopo averti buttato fuori con il nostro voto."

Lex si voltò e vide Lucas a braccia incrociate.

"Non ne sarei così sicuro Lex."disse Lucas.

"Io e Lucas abbiamo avuto un'interessante conversazione tra padre e figlio,ne avevamo

bisogno."disse Lionel mentre Lucas si metteva alla sua destra "Vedi,ti sembrerà strano,ma certi

figli non mettono mai in discussione la loro lealtà verso la famiglia."

"Sei davvero incredibilmente ingenuo se pensi di poterti fidare di lui."disse Lex.

"Quando prendi le carte dal tavolo Lex...valuti le tue possibilità,ma devi essere pronto a cambiare

strategia durante il gioco."disse Lucas.

"Bene Lex sembra che tu abbia perso."disse Lionel.

La sera seguente Clark scese la scala della sua casa e sentì bussare alla porta "Vado io."

Marta e Jonathan leggevano dei giornali su delle poltrone in salotto.

Jonathan indossava la camicia blu con linee verticali e orizzontali,jeans blu e scarpe nere,mentre

Marta aveva una maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Clark aprì la porta posteriore della casa "Ciao Lex."

"Clark scusa il disturbo."disse Lex.

"Tutto bene?"disse Clark.

"No,affatto."disse Lex.

I genitori lo raggiunsero.

"Clark che succede?"disse Marta.

"Secondo mio padre io non sono più uno dei Luthor."disse Lex "Non mi ha lasciato niente,neanche

un posto dove vivere.

Così io...mi chiedevo...se...potevo stare qui per un po'?"

Il giorno dopo Jonathan osservò Lex che portava una carriola nel fienile.

Lex indossava una maglietta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ah..."disse Marta che arrivò in cucina "Non è un po' presto persino per te?"

"Non avevo sonno."disse Jonathan.

"Per caso ha a che fare con il nostro nuovo ospite?"disse Marta.

"Puoi biasimarmi?"disse Jonathan.

"Non possiamo voltargli le spalle proprio ora."disse Marta.

"Credimi,non voglio voltare le spalle a Lex."disse Jonathan.

"Buon giorno."disse Clark scendendo le scale.

Indossava una maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

"Qualcuno ha visto Lex?"disse Clark.

"È fuori,nel fienile."disse Jonathan "Si è alzato all'alba,vuole fare qualche lavoretto per

guadagnarsi la sua permanenza qui."

"Ah...l'hai già messo a pulire le stalle vero?"disse Clark.

"Si."disse Jonathan che rise.

"E questo ti diverte."disse Clark andando al frigo.

"Clark,a parte scherzi,ha indagato su di te per un anno."disse Jonathan "Non dimenticarlo.

Ricordi durante la tempesta?"

"Io mi fido di Lex."disse Clark.

"Clark...non voglio che vada in giro da solo per la fattoria capito?"disse Jonathan e Clark uscì.

Lex era nel fienile e con una pala metteva il fieno nella carriola.

"Ero venuto a darti qualche consiglio."disse Clark arrivando con addosso il giaccone blu "Ma mi

sembra che tu abbia già tutto sotto controllo."

"La mia famiglia aveva un ranch nel Montana."disse Lex "Ci andavo l'estate con mia madre."

"Sembra divertente."disse Clark sedendosi su uno sgabello.

"Noi lavoravamo proprio insieme ai contadini."disse Lex "Ognuno faceva la sua parte.

Durante quei giorni mi sentivo...normale."

"Ci sei mai tornato?"disse Clark.

"Prima che mia madre morisse,mio padre vendette la proprietà."disse Lex "Credo si possa dire che

non sia mai stato un tipo che ama troppo la gente."

Lex prese un rettangolo di fieno.

"Aspetta."disse Clark alzandosi "Ti do una mano."

"Grazie Clark,ma voglio dimostrare a tuo padre,una volta per tutte...che qualche Luthor..."disse lui

posando il rettangolo "Ce la mette tutta."

Lucas era nello studio ,su un divano, e aveva fatto portare la tv.

Lionel entrò in quel momento con un foglio"Lucas?

Dobbiamo parlare."

Lionel andò addosso al televisore.

"Certo papà,cosa posso fare?"disse Lucas.

"C'è solo che devi ancora firmare per dare a me le tue azioni,eravamo rimasti d'accordo così."disse

Lionel mostrando il foglio al figlio "Spegni."

Lucas non lo ascoltò.

"Lucas spegni per favore!"disse Lionel "Adesso!"

Lucas spense la tv e si alzò "Vediamo...cosa non va in questo quadretto:ho ingannato Lex,mi sono

prestato al tuo gioco miserabile e tu mi offri solo 10 milioni di dollari?"

"Te la sei guadagnata questa cifra."disse Lionel.

"Beh..."disse Lucas alzandosi e andando verso la scrivania "...papà...ammetto che sembrava

veramente un buon affare prima,ma lo era fino a quando non ho capito cosa significa essere un

Luthor di questi tempi."

Lucas prese delle cartelline viola dalla scrivania "Ho visto la situazione finanziaria della Luthor

Corporation e ho scoperto di valere 5 volte tanto quello che mi stai offrendo,considerando solo il

valore monetario."

Lucas si avvicinò.

"Ora non farti prendere dalle manie di grandezza ragazzo mio."disse Lionel ridendo.

"Dimmi una cosa papà."disse Lucas.

"Cosa?"disse Lionel.

"Perché mi hai cercato solo quando avevo 12 anni?"disse Lucas.

"Ah...perché tua madre mi ha mentito,mi ha detto che eri morto quando eri piccolo."disse Lionel.

"Ma non sono ancora degno del tuo tempo."disse Lucas che andò verso il biliardo.

"Ti ho cresciuto nel modo migliore possibile Lucas."disse Lionel.

Lucas prese una stecca "Ha...con degli assegni."

Il ragazzo iniziò a giocare al biliardo "Affettuosissimi."

"Ci sono modi peggiori sai?"disse Lionel che mise il foglio sul biliardo e prese una

penna"Lucas,adesso devi tener fede al nostro precedente accordo.

Per favore...firma.

Per favore figliolo."

"Va bene."disse Lucas che prese una penna "Va bene papà."

Lucas mise un insulto al posto della firma lasciando Lionel sconvolto"Vorrai farlo vedere ai tuoi

avvocati vero?"

"No,io...mi fido."disse Lionel prendendo il foglio "Credo che sia tutto in ordine."

Lucas prese una palla del biliardo con la mano sinistra "Papà?"

Lionel si fermò e lo guardò.

"Lucas?"disse Lionel.

Lucas gli tirò contro la palla da biliardo e lui si abbassò appena in tempo per evitare la palla che

colpì la finestra rompendo il vetro.

"Ma che diavolo stai facendo?"disse Lionel sconvolto.

Lucas si avvicinò.

"Potevi uccidermi."disse Lionel.

"Hai visto la palla,lo sappiamo entrambi."disse Lucas avvicinandosi.

"Sei fuori strada figliolo."disse Lionel.

"Quando un cieco si versa da bere tiene il dito all'interno del bordo per capire quando il bicchiere è

pieno,invece ieri tu non l'hai fatto."disse Lucas che gli tolse gli occhiali "E poco fa...la tua reazione

alla mia mancata firma ti ha tradito."

Gli occhi di Lionel andarono sul figlio "Che cosa vuoi Lucas?"

"Lex è il passato,io sono il futuro."disse Lucas.

Lionel sorrise.

Clark arrivò al Taloon.

Indossava il giubetto blu sulla maglietta rossa.

Lana era di spalle e indossava una camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Lana."disse Clark "Ho ricevuto il tuo messaggio."

Lei lo guardò mentre aveva un vassoio in mano "Ah volevo farti sapere che ti ho assegnato il

lavoro."

"Bene."disse Clark "Ma non devi renderne conto a me."

"Si invece."disse Lana "Congratulazioni Clark,il lavoro è tuo."

"Davvero?"disse lui seguendola "Cosa ti ha fatto cambiare idea?"

"La calorosa raccomandazione del redattore del Torch."disse Lana mettendo dei bicchieri sul

tavolo"Il posto è tuo se lo vuoi ancora."

"Ma certo."disse Clark "Sei proprio sicura?"

"No,ma Lex ha creduto in me quando ho voluto aprire questo posto."disse lei "Bisogna dare a tutti

una possibilità.

Quando vuoi cominciare?"

"Non dovresti prima consultarti con il capo?"disse Lucas che arrivò con addosso il giacchetto di

pelle.

"Lana,lui è Lucas."disse Clark "Il fratello di Lex."

"Lex non ha mai parlato di te."disse Lana.

"Beh non ero proprio sulla sua lista di auguri di natale."disse Lucas "Ah mi piace i taglio

egizio che hai dato al locale.

Si vede che hai dedicato molto tempo e lavoro a questo posto."

"Si,anche Lex."disse Lana.

"Beh Lex non...non fa più parte della questione ora."disse Lucas.

"Lionel l'ha cacciato di casa."disse Clark.

"Come se la passa li alla fattoria Clark?"disse Lucas.

"Alla grande."disse Clark "Sopravvive."

"Bene spero che riesca a sopravvivere con poco perché tutto quello che era suo, adesso è mio."disse

Lucas "Questo posto compreso."

Lana era scossa "Sappi che Lex non era il mio capo,ma il mio socio."

"Oh...ancora meglio."disse Lucas andando al bancone.

Poco dopo Clark andò a scuola e trovò Chloe che apriva uno dei cassetti delle scaffalature nel

giornale scolastico.

Lei indossava una maglietta blu,scollata,senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ciao."disse Clark mostrandole dei sacchetti di plastica bianchi e un bicchiere.

"Ehi."disse lei sorridendo e chiudendo il cassetto "Il Taloon consegna a domicilio?"

"Ho deciso di fare un'eccezione."disse Clark dandole da bere.

"Quindi hai avuto il lavoro."disse lei.

"Pare che il redattore del Torch mi abbia raccomandato."disse Clark andandole dietro mentre lei

andava ad un mobiletto vicino alla scrivania che era accanto alle finestre.

Sulla parete dietro il mobile c'era uno schermo bianco luminoso con una mappa della città con

molti punti segnati in rosso.

"E come ci si sente al minimo dello stipendio?"disse Chloe mentre lui si poggiava sul mobile.

Bene."disse Clark"Anche se al Taloon cambierà qualcosa credo."

"Ti riferisci a Lucas Luthor?"disse Chloe.

"Si,come lo sai?"disse Clark.

"Stai scherzando?"disse Chloe andando alle altre scrivanie "Il figliol prodigo Luthor torna a casa e

come se non bastasse conquista addirittura il castello.

Questa è una storia che può aprirti la strada verso il Daily Planet."

"Io non...non mi fido di Lucas."disse Clark mentre lei si sedeva "Credo nasconda qualcosa."

"Dai Clark,non dire così."disse Chloe mettendo i piedi sulla scrivania "Ha avuto una vita dura,è

passato da una famiglia all'altra,ma non è mai stato adottato."

"Indagando sul suo passato hai trovato niente di strano?"disse Clark.

"Ah...solo questo."disse lei che stampò un foglio e glie lo diede.

La sera seguente Clark era sul divano del fienile,mentre Lex era in piedi e leggeva il foglio.

Lex indossava un giaccone nero,camicia viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"Le opere di carità di Metropolis."disse Lex.

"Chloe ha detto che 2 settimane fa non esisteva alcun file su Lucas invece adesso c'è."disse Clark e

Lex fece alcuni passi.

"Qualcuno voleva che fosse trovato e,com'è ovvio,i detective hanno omesso le loro fonti."disse

Lex.

"Credi che tuo padre abbia sempre saputo di Lucas?"disse Clark.

"E me lo chiedi?"disse Lex camminando "Era coinvolto fin dall'inizio."

Lex iniziò a scendere le scale.

"Ma se tuo padre lo nascondeva allora perché te l'ha fatto trovare?"disse Clark alzandosi.

"Perché da quando ha preso la Lex Corporation ha saputo che avrei cercato un modo per vendicarmi

di lui."disse Lex "Ha contattato Lucas prima di me.

Mentre io giocavo a Dama il mio paparino giocava a scacchi."

Lex scese le scale.

Lucas aveva fatto mettere nello studio un oggetto che aveva 2 aste laterali verticali e una orizzontale

tramite cui si sollevava da terra.

Lui era senza maglietta,aveva i pantaloni neri e scarpe nere.

Accanto a lui,al posto della scrivania,c'era una zona palestra.

Nella stanza c'era la tv accesa e anche la musica.

Davanti al televisore ora c'era un tappeto fatto di quadrati multicolori e poi un divano nero.

Lex aprì le porte dello studio"Caspita.

Mi piace come hai sistemato questo posto.

Cos'è?

Un'altra messa in scena?

Il titano dell'industria si allena?"

Lex gli tirò un asciugamano e l'altro lo prese.

"Al contrario di te,io vivo all'ombra di mio padre."disse Lucas "Era questo il mio sogno.

Cosa posso fare per te?"

"Sei soddisfatto di te stesso vero?"disse Lex che si sedette alla scrivania che era davanti al

camino"Ammetto che tu e tuo padre mi avete abilmente raggirato.

Solo una piccola curiosità.

Quando ti ha contattato?"

"3 settimane fa."disse Lucas "Mi ha detto chi era lui.

E che tu mi stavi cercando e volevi usarmi per impadronirti della società."

Lex rise e l'altro mise le mani sulla scrivania.

"Diciamocelo Lex,sono il figlio che voleva."disse Lucas.

"Attento Lucas,stai scoprendo le tue carte."disse Lex "Andiamo,a che cosa stai mirando davvero?

Al suo affetto?"

Lucas rise.

"Pensi che a forza di averti intorno lui finirà per amarti?"disse Lex "Credimi,non lo conosci

affatto."

"Vattene Lex."disse Lucas "Ora sei fuori."

Lex si alzò "Ti ho trovato perché lui voleva che ti trovassi.

Prima o poi qualcuno ti scoprirà."

"E chi?"disse Lucas "Il tuo amico Clark Kent?"

Lex si fermò e lo guardò "Non sottovalutarlo.

E poi io credo che ti stia cercando un sacco di gente.

Compresi i tuoi amici cinesi."

"Oh wow,mi stai minacciando?"disse Lucas ridendo.

"Sai la famiglia Luthor è un branco di squali e nostro padre non è l'unico a saper nuotare."disse

Lex"Auguri."

Lex uscì dallo studio.

Lana prese un vassoio e lo portò verso dei tavoli quella sera.

Lucas entrò nel locale.

Indossava il giaccone di pelle nera,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"Dov'è Clark?"disse Lucas.

"Ah bella domanda."disse Lana.

Clark entrò nel locale "Lana!

Scusa il ritardo."

"Non fa niente,ma porta questo vassoio al tavolo 3."disse Lana e Clark si mosse subito.

"Voglio che lo licenzi."disse Lucas.

"Licenziarmi?"disse Clark "Per cosa?"

"Sei arrivato con mezz'ora di ritardo."disse Lucas "Che stavi facendo,aiutavi Lex ad indagare su di

me?"

"Lucas,io non intendo licenziarlo,lui ha da fare nella fattoria a volte."disse Lana.

"Va bene,licenzio anche te."disse Lucas.

"Guarda bene il nostro contratto,non puoi farlo,Lex se n'è assicurato."disse Lana.

"Lex è storia vecchia e anche questo posto."disse Lucas.

"Torno subito."disse Clark che lo seguì.

Lucas uscì dal retro.

"Lucas aspetta!"disse Clark "Non puoi farlo!"

"Mettitelo in testa Clark!"disse Lucas "Sono un Luthor,posso fare quello che voglio!"

"SE VUOI VADO VIA,MA LASCIA STARE LANA!"disse Clark.

Lucas si voltò verso di lui "Troppo tardi."

Lucas iniziò a camminare,ma poi sentì il rumore di una moto,si voltò e vide un motociclista dietro

di lui.

Il motociclista era un uomo orientale con un fucile a ripetizione.

Lucas fuggì e l'uomo gli andò dietro sparandogli.

Clark vide le pallottole muoversi a rallentatore in aria,corse a super velocità contro il motociclista

dandogli un colpo che lo fece volare dalla moto,poi corse colpendo i proiettili,spiccò un salto

facendo in modo che gli ultimi 2 proiettili lo prendessero sulla schiena e mise la mano in avanti

bloccando l'ultimo,afferrò Luca caddero a terra.

"Stai bene?"disse Clark e l'altro annuì.

Il motociclista rimise la moto in piedi e salì sul mezzo andando via.

Il giorno dopo Lucas aprì le porte dello studio e trovò Lionel sulla poltrona.

Lui indossava gli occhiali neri,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"Papà."disse Lucas.

"Lucas,ho saputo dell'altra notte."disse Lionel che si tolse gli occhiali sorridendo "Sai non saresti

un Luthor se qualcuno non provasse ad ucciderti.

Fortuna che c'era Clark Kent con te."

"Non so come ha fatto ad agire così in fretta."disse Lucas.

"Beh Clark è decisamente...un ragazzo speciale."disse Lionel che si pulì gli occhiali e si alzò "Hai

riconosciuto chi ti ha sparato?"

"Si,ho fatto degli affari con lui tempo fa."disse Lucas.

"Interessante eufemismo."disse Lionel ridendo e avvicinandosi a lui.

"Sai tu non...non sembri sorpreso..."disse Lucas.

Lionel gli mise il braccio destro intorno alle spalle e camminò "Mi credi così ingenuo?

Andiamo Lucas,tu arrivi qui,ti prendi tutto quello che appartiene a Lex e vorresti che

si arrendesse senza combattere?"

"Sai è strano."disse lui che si fermò "Sai Lex ha detto che eri tu a volermi fuori dai piedi."

"Ovvio che l'ha detto."disse Lionel mettendogli le mani sul volto "Ma sei mio figlio."

"E perché dovrei crederti?"disse Lucas che si sedette sul divano.

"Lucas senti..."disse Lionel sedendosi.

"Tu mi volevi fuori dalla tua vita."disse Lucas "Hai cercato di comprarmi per mandarmi via.

Perché questo cambiamento."

"Era un test,ma tu l'hai superato rovesciando la situazione,dimostrando la tua forza."disse Lionel "È

questo che ci vuole per vincere.

E Lex non ce l'ha.

Perché credi che lui ti tema?

Sei stato tu a lanciare il guanto Lucas,ce la fai a reggere fino in fondo?

Lex ovviamente si."

Clark era dietro il bancone del Taloon e aveva un vassoio in mano.

Indossava una camicia rossa,con linee verticali e orizzontali bianche,jeans blu,grembiule blu e

scarpe nere.

Chloe arrivò sul posto.

Indossava un cappotto chiaro,maglietta rossa,scollata,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ciao Clark."disse lei.

"Ciao."disse lui portando un vassoio "Che cosa hai scoperto?"

"Ecco hanno trovato l'attentatore di Lucas fuori Metropolis,l'hanno incrociato dal numero di targa

che gli hai dato tu."disse Chloe.

Clark mise i bicchieri su un tavolo "Hanno detto chi è che l'ha pagato?"

"Non esattamente,nel tragitto verso la cella è caduto a terra ed è morto."disse Chloe.

"Qualcuno non voleva che parlasse."disse Clark.

"Già,qualcuno con tanto potere da ucciderlo in una stazione di polizia."disse Chloe "A te viene in

mente niente?"

Clark le diede il vassoio "Prendi il mio posto,ti spiace?"

"No no,Clark io lo bevo il caffè non lo servo."disse Chloe andandogli dietro "Clark?"

Jonathan era nel fienile e lavorava ad un pezzo di legno.

Indossava un giaccone verde scuro,maglietta chiara,pantaloni scuri e scarpe nere.

Lex era dietro di lui con una valigia.

"Signor Kent?"disse Lex "Volevo ringraziarla per tutto quello che lei e la sua famiglia avete fatto

per me."

"Te ne stai andando?"disse Jonathan.

"Devo parlare con mio fratello e poi non vorrei approfittare troppo della vostra

gentilezza."disse Lex.

"Sarai sempre il benvenuto."disse Jonathan.

"È molto gentile a dirlo."disse Lex.

"Vedi,ti ho dato tutti i lavoretti schifosi che mi venivano in mente,ma tu li hai fatti e non ti sei mai

lamentato."disse Jonathan "Come fattore saresti in gamba."

"Grazie signor Kent."disse Lex porgendo la mano.

"Dico sul serio."disse Jonathan che fu colpito alle spalle e svenne.

Dietro di lui c'era Lucas con una pistola puntata.

Lucas indossava una giacca nera,camicia blu,pantaloni neri e scarpe nere.

"Lucas...che cosa vuoi fare?"disse Lex.

"Tu cosa credi?"disse Lucas.

Lionel era disteso sul divano nello studio di Lex con le mani dietro la testa quando Clark entrò.

Clark indossava un giaccone chiaro.

Lionel si mise seduto "Chi è?"

"Clark Kent."disse Clark.

"Oh Clark..."disse Lionel "Mi dispiace ,volevo chiamare per ringraziarti di aver salvato Lucas...poi

i tuoi interventi stanno diventando di tradizione nella famiglia Luthor."

"Hanno preso l'attentatore a Metropolis."disse Clark mentre Lionel beveva.

"Si,l'ho sentito dire."disse Lionel.

"Quindi ha sentito anche che è morto quando era in mano alla polizia?"disse Clark.

"Oh una vera sfortuna...può succedere."disse Lionel.

"Forse sono io che mi sbaglio,ma...le fa molto comodo vero?"disse Clark "Come il fatto che Lex è

riuscito a trovare Lucas?"

"Credo che tu abbia ereditato la paranoia di tuo padre."disse Lionel.

"Non parliamo della mia famiglia signor Luthor,parliamo della sua."disse Lionel che prese il

telefono che stava squillando e Clark andò verso la porta "Porgi i miei saluti a tua madre."

Clark lo guardò e poi andò via chiudendo la porta.

Lionel rispose al telefono "Si?

Cosa?

Lucas dove sei adesso?

Va bene,sarò li tra mezz'ora.

Nel mio ufficio,prendo l'elicottero.

Non fare niente di avventato.

Hai capito?"

Clark udì tutto da fuori della porta.

Metropolis.

Notte.

Lionel entrò nell'ufficio.

Indossava sia gli occhiali sia il lungo cappotto nero.

"Lucas?"disse Lionel che trovò Lucas seduto sulla poltrona della sua scrivania di spalle.

Il ragazzo girò la sedia verso di lui.

"Hai fatto presto."disse Lucas.

Lionel vide Lex seduto su una delle sedie davanti al tavolo "Che diavolo stai facendo?"

"Ma dai papà."disse Lex che aveva i polsi e le caviglie legate con nastro adesivo bianco "È

esattamente quello che volevi.

Aizzarci l'uno contro l'altro per realizzare la tua fantasia su Caino e Abele."

Lucas puntò la pistola su Lex e si alzò mentre Lionel allungava le mani verso di lui.

"Metti giù la pistola Lucas!"disse Lionel "Metti giù la pistola!"

Lex spalancò gli occhi "Come sai che ha una pistola?"

Lex guardò il padre che si tolse gli occhiali "CHE SCHIFOSO BASTARDO!"

"L'hai detto tu che avrei dovuto finire quello che avevo cominciato."disse Lucas "Ma finché c'è

Lex in giro dovrò sempre lottare per avere un posto in questa famiglia."

"Tu non ucciderai tuo fratello."disse Lionel.

"Hai ragione."disse Lucas che puntò la pistola contro il padre,ne estrasse un'altra dalla tasca e la

diede a Lionel "Lo farai tu."

"Cosa pensi di ottenere Lucas?"disse Lionel "Dimmelo."

"Ma non è ovvio papà,una volta fuori dal gioco noi 2,lui eredita tutto."disse Lex.

"Premi il grilletto."disse Lucas.

Clark corse nei corridoi dell'edificio e usò la vista a raggi x vedendo la scena,poi si guardò intorno

e vide una grata sul soffitto.

"Lucas pensaci."disse Lex "Pensaci bene.

Non sono io il tuo nemico.

Non sono stato io a chiuderti in orfanotrofio."

"Così non migliori le cose Lex."disse Lionel.

"E perché non sei mai stato adottato?"disse Lex "E come mai ne uscivi per miracolo?

Magari hai pensato di essere solo fortunato.

Tu eri un esperimento,un figlio ottiene tutto e l'altro niente."

"Assurdo Lucas,non l'avrei mai fatto."disse Lionel.

"Chi è che ti ha mandato il killer?"disse Lex "Il tuo amico lo pagava tuo padre,era una montatura."

"Smettila!"disse Lucas "Anche tu volevi usarmi."

"Si e di questo mi rammarico,ma credimi...è inutile cercare l'affetto e il rispetto di Lionel."disse Lex.

"È vero?"disse Lucas "Tu hai fatto questo a me?"

"Dobbiamo…"disse Lionel che tentò di toccarlo "...parlare di molte cose figliolo."

Lucas puntò la pistola di Lionel contro Lex "Dopo che avrai ucciso Lex.

Per una volta sarai tu a sporcarti le mani di sangue.

Il tempo è scaduto."

"No...no..."disse Lionel.

"È un vero peccato."disse Lucas.

"Non ucciderò mio figlio."disse Lionel.

Clark era nel condotto sopra di loro e fece uscire i fasci di calore dagli occhi per un istante,facendoli

passare per la grata e surriscaldando la pistola di Lucas che la perse di mano.

"Piccolo bastardo psicopatico!"disse Lionel che lo colpì al volto facendolo cadere e sparò 2 colpi

con la pistola,ma i colpi erano a salve.

"Dev'essere ereditario."disse Lucas.

"A salve?"disse Lionel.

Lucas prese l'altra pistola e tolse il caricatore "E anche questa.

Non c'è mai stato alcun tentativo di omicidio.

A parte il tuo."

Lex rise "Scacco matto."

Lucas slegò Lex e lo fece alzare.

"Andiamo Lucas."disse Le uscirono dallo studio.

Lionel vide dei pezzi di metallo fuso che cadevano sul pavimento e guardò il piccolo buco sulla

grata del soffitto.

La stessa notte la gente uscì dal Taloon che venne chiuso da Lana.

Lei indossava una maglietta azzurra,pantaloni marroni e scarpe marroni.

Clark entrò dall'altra porta "Lana.

Lo so che stai chiudendo,ho bisogno di spiegarti."

"Non c'è bisogno di spiegare,ho già capito."disse Lana.

"Non sembri arrabbiata."disse Clark.

"Quando qualcuno ti delude diventa superfluo arrabbiarsi."disse Lana andando a chiudere la porta.

"Lana io..."disse Clark.

"E così...ti ha licenziato."disse Lana.

"La carriera più breve nella storia delle caffetterie."disse Clark ridendo.

"La seconda più breve,non dimenticare il mio unico giorno alla tavola calda."disse Lana che mise le

sedie sui tavoli.

"Spero che questo non cambi le cose tra noi."disse Clark.

"Non vedo come le cose potrebbero cambiare tra noi."disse Lana.

Clark andò via e lei continuò a mettere in ordine il locale.

Lex era seduto al suo tavolo e lo studio era stato rimesso come prima.

Lui indossava una camicia nera e leggeva il giornale.

"Quello lasciatelo."disse Lex ai 2 uomini che stavano portando via il televisore.

Lionel entrò "Lex.

Sono felice di vedere che ti senti di nuovo a casa."

"Ho letto il tuo affascinante pezzo sul Daily Planet."disse Lex posando il giornale.

"La gente ama leggere dei trionfi sulle avversità."disse Lionel.

"E le tue azioni hanno preso 5 punti."disse Lex e l'altro rise "Da quanto si è compiuto il miracolo?"

"Qualche settimana."disse Lionel.

"Fingerti cieco è una brutta azione persino per te."disse Lex.

"Eppure sono riuscito a vedere più chiaro che mai."disse Lionel "È incredibile quello che riescono a

fare le persone quando non sospettano di essere viste."

"Posso solo immaginarlo."disse Lex.

Lionel annuì "Allora Lex..."

Lionel iniziò a camminare e si sedette dandogli le spalle "Come possiamo

risolvere questa...divergenza tra noi 2?"

Lex si alzò "Vuoi dire...come metteremo a tacere tutta la faccenda di Lucas?"

Lex si mise sulla poltrona nera davanti al divano.

"Pensavo di...restituirti la Lex Corporation,la tua maggioranza,senza condizioni."disse Lionel.

"A parte il mio silenzio."disse Lex.

"Pensavo che gli affari di famiglia andassero tenuti in famiglia."disse Lionel.

"E Lucas è sotto la mia protezione adesso."disse Lex che si alzò.

"Ricordi la favola della rana e dello scorpione?"disse Lionel.

Lex si fermò e lo guardò "Si papà.

La rana aiutò lo scorpione ad attraversare il fiume e lo scorpione ripagò la sua gentilezza

pungendola."

"Perché l'hai fatto?" gli chiese la rana morente e lo scorpione rispose "Perché è la mia

natura"."disse Lionel "Credimi Lex,tuo fratello non cambierà.

L'ho osservato negli anni,quel ragazzo è uno psicopatico."

"Vorrei proprio sapere da quale ramo della famiglia ha preso."disse Lex andando via "Buona notte

papà,riferirò a Lucas che gli vuoi bene."

Clark era davanti al pick up rosso e scaricava dei sacchi vicino al fienile quella stessa notte quando

arrivò l'auto di Lex che scese dal mezzo.

"Mia madre mi aveva detto che saresti tornato a prendere la tua roba."disse Clark sorridendo.

"A sorpresa Lionel ha avuto un ripensamento."disse Lex.

"Mi dispiace che Lucas non sia il fratello che volevi."disse Clark.

"Considerando il padre,mi sorprende che sia ancora vivo."disse Lex.

"Dov'è Lucas ora?"disse Clark.

"Al sicuro,ma sarà dura riavere la sua fiducia."disse Lex.

"Ci riuscirai."disse Clark mentre Lex si poggiava al mezzo "Prima o poi Clark,tutti siamo destinati

a cedere al volere dei nostri padri.

La differenza è che tuo padre è un brav'uomo.

Tutto ciò che fa mio padre è allontanare le persone,mentre il tuo mi ha accolto in casa senza fare

domande."

Clark si avvicinò "Credo che non riuscirò mai a capire la tua famiglia."

"Nemmeno io,ma ricorda...mio padre tenterà pure di dominare il mondo,ma sarai tu ad averlo."disse

Lex.

"Grazie."disse Clark.