JOKER

1981

Gotham City.

In una stanza c'era un ragazzo di 22 anni seduto davanti ad uno specchio rettangolare.

Il ragazzo aveva capelli neri,lunghi fino alle spalle,era magrissimo,indossava una maglietta bianca a

mezze maniche,pantaloni blu e scarpe nere.

Lo specchio rettangolare aveva una cornice con lampadine accese e sulla scrivania davanti a lui

c'erano vari contenitori e pennelli.

Lo specchio era poggiato su una grossa colonna,con accanto 2 finestre,poi ce n'era un altra a

sinistra.

La parete a destra aveva una fila di armadietti rettangolari,sul soffitto c'erano delle lampade

rettangolari e dei tubi.

Ai lati dello specchio c'erano dei termosifoni,da una parte e dall'altra.

Sul termosifone alla sinistra dell'uomo c'era una bicicletta appoggiata.

Oltre il termosifone a sinistra c'era un tavolinetto con sopra una radio rettangolare bianca.

Una persona con una vestaglia rossa e una parrucca fatta da folti capelli ricci rossi,si avvicinò alla

radio.

Davanti alla fila di armadietti c'era una panca rettangolare di legno.

Dalla parte opposta della stanza c'era un tavolinetto con sedie di plastica gialla a cui era seduto un

nano,con testa semi calva,capelli neri dietro e sui lati,barba,ma senza baffi.

Indossava una camicia marrone e pantaloni neri.

Una voce parlò alla radio "Notizie senza sosta.

Questa è G.S.R. 10.80.

Tutte le notizie che cercate per tutto il giorno."

Una seconda voce parlò alla radio "Buon giorno,sono le 10,30 di martedì 15 ottobre e ci sono 5

gradi.

Io sono Stan Lee ed ecco cosa succede.

Diciottesimo giorno dello sciopero dei rifiuti.

Con 10000 tonnellate di immondizia prodotte ogni giorno,anche le zone più belle ormai sembrano

bassifondi.

Il commissario alla sanità,Edward Hawkins, ha dichiarato lo stato di emergenza in città dopo

decenni."

Il ragazzo aveva il collo dipinto di bianco,sopra le sopracciglia aveva disegnati 2 triangoli

azzurri,con la punta verso l'alto,le palpebre erano colorate di azzurro con una punta verso il basso.

Lui prese un pennello e si colorò le labbra di rosso,poi intinse di nuovo il pennello in una ciotola.

Alla radio si sentì la voce di un uomo "Non c'è bisogno di aspettare che qualcuno muoia o si

ammali di tifo.

La situazione è già abbastanza grave così.

Riguarda quasi tutti i cittadini,indipendentemente da chi sono o dove vivono.

Non c'è più una strada dove puoi camminare senza vedere immondizia e ratti.

Comincia a danneggiarmi gli affari.

I clienti non riescono ad arrivare qui per via dei rifiuti."

Il ragazzo si guardò allo specchio con un'aria triste,poi fece un sorriso.

"Non sto fuori tanto a lungo da sentirne l'odore,ma a vederli è terribile."disse una donna alla

radio,poi si udì una voce maschile "Non mi crea molti problemi,tranne per questa puzza.

È insopportabile."

Il ragazzo smise di sorridere,poi si mise gli indici nella bocca e tirò le labbra verso i lati,formando

un sorriso.

"È un porcile."disse una donna alla radio "Vivo qui da 50 anni e non ho mai visto una cosa del

genere.

Dove va a finire il mondo?"

Il ragazzo mandò le dita nella bocca verso il basso formando un volto triste.

"Chiudetevi in casa a parlare finché non risolvono."disse una voce maschile "24 ore.

48.

Il tempo che ci vuole.

Ci vorrebbe la guardia nazionale che viene qui e ripulisce tutto."

Il ragazzo mandò le dita in su,formando un sorriso,ma una lacrima gli scese dall'occhio

destro,portando con se un po' del colore azzurro.

"Non è male."disse la voce,poi alla radio si sentì l'uomo che aveva parlato all'inizio"L'associazione

costruttori e gli immobiliari si sono detti preoccupati per l'aumento del prezzo del gasolio..."

Il ragazzo si tolse le dita dalla bocca e si guardò allo specchio con sguardo triste.

Poco dopo era per le strade della città in una zona dove c'erano palazzi bianchi o di mattoni che

avevano al massimo 20 piani e ad ogni angolo di strada c'erano montagne di sacchi

dell'immondizia neri,che in alcuni casi ostruivano il marciapiedi.

Lui era vicino ad un nero che suonava il pianoforte.

Indossava una placca di plastica bianca in testa,con dei capelli ricci verdi ai lati e un cappellino

marrone in testa.

Sopra i triangoli azzurri sulle sopracciglia c'erano 2 linee rosse orizzontali,si era messo un naso

circolare rosso e intorno alla bocca c'era il colore rosso che formava un grosso sorriso che arrivava

fino a metà guance e i bordi erano neri.

Indossava una giacca bianca,con righe rosse e blu,camicia bianca,cravatta rossa,felpa giallo

ocra,pantaloni neri e scarponi rossi,estremamente lunghi,con l'inizio blu.

Sulla giacca,a sinistra,aveva un fiore rosso e aveva dei guanti bianchi.

In mano aveva un grosso cartello giallo ocra rettangolare,con una scritta nera e una rossa.

Roteò il cartello più volte,poi lo alzò verso l'alto,verso destra e verso sinistra.

Il nero indossava una giacca grigia,pantaloni neri e scarpe nere.

Un gruppo di ragazzi,di colore,di cui alcuni vestiti con giacchetti di jeans,pantaloni marroni e

scarpe nere,mentre altri avevano un giaccone di pelle marrone o nero, gli si avvicinarono.

"Ma che bel completino."disse uno.

"Se vuoi fare il clown devi farlo bene."disse uno di loro "Lo sai vero?"

Uno gli colpì il cartello,mentre lui lo aveva alzato,facendolo cadere a terra.

"Prendilo!"disse uno e un altro prese il cartello "VIA!

VIA!"

"EHI!"urlò lui correndogli dietro "EHI!"

"STA ARRIVANDO,ANDIAMO!"disse uno di loro.

"FORZA,CORRI CLOWN!"disse uno dei ragazzi "LO RIVUOI IL CARTELLO?"

I ragazzi attraversarono la strada di corsa.

"FERMATELI!"urlò il clown attraversando la strada e per poco non venne investito da un taxi,poi

corse sul marciapiede opposto.

"EHI!"urlò uno dei ragazzi "DAI CLOWN!

FORZA!"

"FERMATELI!"urlò lui indicandoli con il dito "FERMATELI!"

Il gruppo entrò in un vicolo dalle pareti marroni e pieno di immondizia.

Lui li seguì,rischiando di cadere "EHI!"

4 di loro si fermarono,mentre lui correva.

Quello con il cartello si era nascosto dietro una colonna e lo colpì al volto con l'oggetto,rompendolo

e mandandolo a terra.

L'intero gruppo gli corse contro ed iniziarono a riempirlo di calci.

"Dai!"disse uno di loro "Rompiamogli il culo!

Tanto non reagisce.

Più forte!

Più forte!"

Il gruppo fuggì via lasciandolo a terra.

La sera seguente il ragazzo era in uno studio scuro,seduto su una sedia.

Aveva i capelli tirati all'indietro e pettinati,maglione marrone ,camicia bianca,pantaloni neri e

scarpe nere.

Alla sua sinistra,poco dietro,c'era una scaffalatura di metallo nero,con tutti gli scaffali pieni di

faldoni,scatole e fogli,dietro c'era un mobile nero,con sopra molti faldoni e fogli impilati.

Sulla parete,poco sopra,c'erano dei poster che parlavano della droga.

Dalla parte opposta l'intera parete era tappezzata di scaffali,con scatole,cartelle e faldoni,come

anche le 2 scaffalature ai lati della scrivania.

Dietro la scrivania c'era un termosifone e una finestra con una grata di metallo.

La scrivania aveva una macchina da scrivere nera,era piena di fogli e faldoni.

La donna davanti a lui era magra,di colore,con capelli neri corti,giacca senza maniche

grigia,maglietta bianca con macchie rosse e blu e gonna nera.

La stanza aveva poca luce che veniva dall'esterno,così le 2 lampade rettangolari erano accese.

Il ragazzo iniziò a ridere istericamente anche se i suoi occhi erano estremamente tristi.

"Ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha!"disse lui che tentò di smettere,ma poi riprese "Ha ha ha ha ha!

Ha..."

Lui provò a tenere la bocca chiusa,ma rise lo stesso,poi iniziò a ridere a squarcia gola "HA HA HA

HA HA HA HA HA! "

Il ragazzo tentò di tenere la bocca chiusa,ma rise di nuovo "HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"

Il ragazzo tossì "He…

Ha ha!…"

Il ragazzo fissò il vuoto "Sono io oppure...tutti gli altri stanno impazzendo?"

"Sicuramente c'è tensione."disse la donna scrivendo "Le persone sono provate.

Fanno sacrifici,non hanno lavoro.

Sono tempi duri."

Lui sorrise.

"E tu?"disse lei "Aggiorni sempre il tuo diario?"

"Si,signora."disse lui fumando.

"Bene."disse lei "Lo hai portato?"

Lui sorrise e la guardò.

"Artur...l'altra volta ti ho chiesto di portare il diario a questi appuntamenti."disse lei,mentre le

gambe del ragazzo tremavano dal nervosismo "Posso vederlo?"

Lui mantenne il sorriso e si toccò il volto,mise la sigaretta nella bocca e prese il diario dalla

giacca"Lo sto usando come...come copione.

Lo uso per scrivere le battute...i pensieri divertenti e le osservazioni."

Lui le diede l'oggetto.

"Penso di averle detto che mi piacerebbe fare il comico."disse lui,mentre la donna sfogliava il diario

che era pieno di scritte,disegni e foto appiccicate.

"No,non me l'hai detto."disse lei.

"Credo di si."disse lui.

Lei sfogliò le pagine e lesse una riga"Spero che la mia morte abbia più senso della mia vita."

Artur abbassò la testa e lei gli ridiede il diario.

"Come ti senti a venire qui?"disse lei"Ti aiuta parlare con qualcuno?"

Lui fumò "So che stavo meglio quando ero rinchiuso nell'ospedale."

"E hai pensato a...perché eri rinchiuso li?"disse lei.

FLASHBACK

Artur era in una camera d'ospedale bianca,fatta da mattonelle,con una porta bianca,con un vetro

quadrato e un orologio circolare alla sinistra della porta che segnava le 11,10 di notte.

Artur indossava una maglietta bianca,a mezze maniche,pantaloni bianchi e scarpe bianche.

Il ragazzo diede delle testate al vetro diverse volte.

FINE FLASHBACK

"Chi può saperlo."disse lui e lei scrisse,mentre lui fumava "Le volevo dire se può chiedere al

dottore di aumentarmi le medicine."

"Artur,tu prendi 7 farmaci diversi."disse lei guardando dei fogli "Faranno sicuramente qualche

effetto."

"È che non voglio stare più così male."disse lui.

Poco dopo era su un autobus bianco e blu,seduto con la testa appoggiata al finestrino.

Il mezzo stava passando su un ponte di metallo,sopra l'acqua.

Il ponte aveva una grata di metallo sopra la strada.

Lui indossava un giaccone marrone chiaro,con cappuccio tirato giù.

Artur guardò davanti a se e vide un bambino di colore,con una maglietta grigia,con maniche rosse e

che era girato verso di lui,mettendo le mani sulla spranga di metallo orizzontale del sedile marrone.

Accanto al bambino c'era la madre,che indossava un lungo cappotto nero.

Artur vide il bambino,mise le mani ai lati della testa,le unì davanti al volto,facendo un'espressione

triste,poi le mise ai lati del volto rapidamente,aprendo la bocca e il bambino rise,poi mise la mano

destra sulla fronte e la sinistra sul mento,le unì e poi le sollevò sorridendo,poi guardò verso il

soffitto gonfiando le guance.

La madre sentì il bambino che rideva e vide l'uomo darsi dei piccoli schiaffi sulle guance da solo.

"La smette di infastidire mio figlio?"disse la donna irata "Girati."

La madre fece girare il figlio.

"Non lo stavo infastidendo..."disse lui.

"La smetta!"disse lei che si voltò.

Artur provò a trattenersi,ma poi iniziò a ridere "HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"

"Le sembra divertente?"disse lei.

Lui scosse la testa "HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"

Lui si mise la mano sinistra davanti alla bocca poi mise la mano in tasca "Mi scusi ho un..."

Lui le diede un biglietto su cui era scritto:"Scusate per la risata:ho un disturbo clinico.

ALTRO SUL RETRO".

La donna voltò il biglietto e trovò scritto: "È una patologia che causa improvvisi,frequenti e

irrefrenabili eccessi di riso che non corrispondono allo stato d'animo.

Può accadere a persone con lesioni cerebrali o particolari disturbi neurologici.

Grazie!

Per favore restituire il biglietto."

La donna si voltò mentre lui stava ridendo.

"Mi scusi."disse lei abbracciando il figlio.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur appoggiato al finestrino con la testa mentre si

metteva la mano sulla bocca cercando di trattenere la sua risata.

Quando il cielo era ormai diventato blu,lui scese dal mezzo e camminò per strada.

Alla sua sinistra c'era un muro grigio,pieno di scritte nere e screpolato.

Passò in una zona che aveva un sacco di buste dell'immondizia accatastate alle pareti e i bidoni

cilindrici erano pieni fino all'orlo con immondizia accanto.

Lui si diresse verso una farmacia con l'insegna rettangolare nera,con una "R" bianca,una scritta

rossa e una scritta verde sotto.

La farmacia aveva la porta nera e una lunga parete nera con delle vetrine.

Lui aprì la porta ed entrò.

Poco dopo camminò vicino ad una parete bianca,piena di scritte.

La strada era piena di buste dell'immondizia,raggruppate in vari blocchi.

Alla sua destra c'erano dei palazzi di 20 piani.

Lui arrivò ad una lunghissima scalinata,alla sua sinistra,con 6 rampe,con i corrimano accanto e delle

piccole discese ai lati che erano intervallate da delle zone orizzontali.

Lui iniziò a salire le scale,portando una bustina nella mano sinistra.

Arrivato in cima si avviò per delle strade piene di rifiuti.

Alla sua destra c'erano dei palazzi di decine di piani,con la parte bassa bianca e la parte superiore

marrone.

Uno di questi palazzi era incavato all'interno e prima di arrivarci c'era un muro rettangolare,con la

parte inferiore bianca e quella superiore marrone e nel muro c'erano 3 aperture rettangolari con la

parte superiore circolare.

Lui passò sotto l'arcata centrale aprì un portone nero.

Il pavimento del palazzo era fatto da mattonelle bianche e nere,le pareti erano gialle,il soffitto

bianco,con pezzi di intonaco cadenti e infiltrazioni.

Alla sua sinistra c'era un'apertura nella parete rettangolare,con la parte superiore circolare,con una

porta nera in fondo.

Davanti a lui c'era una gabbia rettangolare,fatta di sbarre e dentro c'erano le cassette delle lettere

rettangolari di metallo annerito,poste su 2 file.

Sulla parte frontale avevano 2 incavature rettangolari,di cui quella sopra era più grande di quella

sotto.

Lui si avvicinò a quella dove nell'incavatura superiore c'era scritto " " e in quella sotto c'era

scritto "85" e la aprì trovandola vuota,così la richiuse.

Poco dopo aprì una porta nera,con pezzi di vernice staccata e con una placca rettangolare di metallo

sulla parte superiore.

Accanto alla porta c'era un piccolo mobile nero,formato da piani quadrati neri,con 2 colonne nere ai

lati.

Sul ripiano superiore c'era un vaso con dei fiori,mentre su quelli inferiori oggetti di vario tipo.

Alla destra della porta c'era un quadro che mostrava un paesaggio di campagna,con la cornice nera.

Lui mise il sacchetto sul mobile,si tolse il giaccone e lo attaccò all'attaccapanni dorato che era sul

muro alla sua sinistra.

Sul pavimento nero c'era un tappetino bianco,con macchie nere,vicino alla porta.

Poco oltre l'entrata c'era una grossa stanza,con un buco rettangolare nel muro,da cui si vedevano le

credenze chiare della cucina,sotto cui c'erano delle luci verdastre che illuminavano i fornelli.

Il buco aveva un ripiano con vari soprammobili,3 sgabelli sotto.

"Artur?"disse la voce di una donna "Hai controllato la posta prima di salire?"

"Si,mamma."disse lui chiudendo a chiave la porta "Niente."

Artur andò in cucina e tirò fuori dal sacchetto 2 confezioni cilindriche di medicine.

Poco dopo entrò in una stanza dove c'era una tv rettangolare,posta su un vassoio di metallo,che era

poggiato su 4 aste di metallo.

Alla tv c'era un uomo anziano,in giacca e cravatta,con un'immagine di un ratto alla sua destra.

"Le autorità avvisano che la città è assediata da schiere di ratti..."disse l'uomo alla tv.

Artur portò un vassoio rettangolare,con un piatto rettangolare sopra a sinistra e un tovagliolo con

posate a destra.

Il vassoio aveva 4 aste sotto,sugli spigoli e sembrava un tavolinetto in miniatura.

"...ma non ratti qualunque,super ratti."disse l'uomo alla tv "Difficili da eliminare."

La stanza aveva pareti chiare,con delle rose dipinte.

Lui poggiò il vassoio su un letto dove c'era una donna di 40 anni,con lunghi capelli neri e vestaglia

azzurra.

Accanto al letto c'erano 2 comodini con lampade accese.

"Non avrà ricevuto le mie lettere."disse lei.

Le coperte del letto erano scure,i cuscini chiari,c'erano 2 spalliere chiare,con la parte centrale curva

in alto e 2 colonne ai lati e dietro c'era un quadro della madonnina con bambino.

"È Thomas Wayne,mamma."disse lui tagliando il piccolo pezzo di carne nel piatto "Un uomo

impegnato."

"Per favore."disse lei "Ho lavorato per la sua famiglia per anni.

Rispondermi sarebbe il minimo."

"Ecco."disse lui che le porse la forchetta con la carne "Non ci pensare.

Mangia.

Devi mangiare."

Lei prese la forchetta e lui le fece una carezza sulla testa.

"Tu devi mangiare."disse lei "Non vedi quanto sei magro?"

Lui si sedette su una sedia accanto al letto.

"Sarà un ottimo sindaco,lo pensano tutti."disse lei.

"Oh si?"disse Artur "Chi lo pensa?

Con chi parli tu?"

"Tutti quelli in televisione."disse lei "È l'unico che può salvare la città.

In fondo ce lo deve."

In quel momento si udirono dei suoni di trombe alla tv.

"Vieni a sederti,comincia."disse la madre.

"Si,Murray."disse Artur spegnendo le luci e poi si sedette.

"Eccoci in live,con Murray Franklin!"disse la voce alla tv,mentre Artur si toglieva le scarpe e si

metteva a gambe incrociate sul letto.

Artur immaginò di essere presente allo show.

Delle tende bianche,arancioni e blu si aprirono e arrivò un uomo anziano,con capelli grigi,giacca

blu,camicia bianca,cravatta scura,pantaloni blu e scarpe nere.

Il pavimento era nero e accanto alle tende c'erano delle pareti color legno,con la base nera e 2 linee

nere orizzontali.

Alla sinistra dell'uomo c'era un tavolo circolare,blu,con i bordi marroni e con la parte posteriore

che aveva i bordi curvi verso il basso.

Dietro il tavolo c'era uno in giacca blu che suonava un piano,mentre davanti c'era uno con capelli

bianchi,giacca chiara,pantaloni chiari e scarpe marroni che suonava la trombetta.

Dietro il tavolo c'erano delle placche rettangolari a muro,con la parte inferiore rossastra con degli

esagoni sulla superficie.

L'uomo indicò 3 volte quello con la tromba,poi girò su se stesso e spalancò le braccia,mentre la

gente sui ripiani applaudiva.

"Grazie."disse lui.

Artur immaginò di applaudire in piedi tra la folla.

Indossava un maglione nero,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Poco dopo si sedette.

"Pubblico fantastico stasera."disse Murray spalancando le braccia verso avanti.

"SIIIII!"urlò Artur applaudendo con gli altri.

"Grazie."disse lui "Grazie.

Allora,tutti avete sentito dei super ratti che hanno invaso Gotham,vero?"

Il pubblico iniziò ad applaudire.

"Bene,oggi il sindaco ha detto che c'è una soluzione."disse Murray "Siete pronti?

Super gatti."

Il pubblico rise.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HAAAAAA!"disse Artur.

"Diciamo la verità,insomma..."disse lui.

"TI AMO MURRAY!"disse Artur e la gente rise.

"Anche io ti amo."disse Murray e tutti risero "Bobby,puoi illuminare li?"

Murray indicò la zona dove era Artur e le luci illuminarono la sua fila "Chi era?

Eri tu?

Vuoi alzarti?

Per favore?"

Artur si mise la mano destra sul petto e la gente applaudì.

"Si,tu."disse Murray "Coraggio."

Artur si alzò e tutti applaudirono.

"Come ti chiami?"disse Murray.

"Ciao Murray."disse Artur "Artur."

"Artur?"disse Murray.

"Mi chiamo Artur."disse lui.

"Ah ok."disse Murray "C'è qualcosa di speciale in te,Artur,si capisce.

Da dove vieni?"

"Vivo proprio qui in città,con mia madre."disse lui con le mani dietro la schiena e tutti risero.

"No,aspettate,non ridete."disse Murray spalancando gli avambracci "Anche io prima di diventare

famoso vivevo con mia madre.

Solo io e lei.

Avevo un padre che è uscito a comprare le sigarette...e non si è visto più."

"So cosa significa,Murray."disse Artur "Io sono stato l'uomo di casa fin da quando mi ricordo.

Sono io che penso a mia madre."

Tutti applaudirono.

"Con i sacrifici che hai fatto deve volerti molto bene."disse lui.

"È così."disse Artur "E mi dice sempre di sorridere e di fare una faccia felice.

Che sono a questo mondo per portare gioia e risate."

Tutti applaudirono.

"Mi piace,è una storia da sentire."disse Murray "Coraggio,vieni dai.

Vieni quaggiù con me.

Avanti!"

Artur sorrise e scese,andando vicino a Murray che gli prese la mano destra con la sinistra e la

mandò in alto.

Artur mandò in alto anche la mano destra.

"Sarà un grande spettacolo."disse Murray "Torniamo subito da voi."

Murray mise la mano sinistra sulla spalla destra di Artur "Sei stato fantastico,Artur,grazie,è

bellissimo quello che hai detto,mi hai reso felice."

"Grazie."disse Murray.

"Vedi la luce,lo spettacolo,il pubblico?"disse Murray "Rinuncerei a tutto per avere un figlio come

te."

I 2 si abbracciarono.

Artur smise di immaginare e sorrise.

Il giorno dopo,Artur era seduto sulla panca davanti agli armadietti blu,di cui uno era aperto.

Lui era senza maglietta e aveva il fisico scheletrico visibile.

I pantaloni erano neri.

La scapola destra aveva un livido.

Stava mettendo i lacci rossi alla scarpa.

In quel momento entrò un uomo grasso,semi calvo,con giaccone nero e pantaloni neri,che passò

vicino al tavolino con sedie gialle.

Nella mano destra aveva una giacca bianca,con righe blu,dentro della plastica e la teneva tramite

una stampella.

"Come va signore?"disse l'uomo.

"Ciao."dissero quelli al tavolo.

"Un altro giorno ad isolandia."disse l'uomo.

"Già."disse uno al tavolo.

L'uomo agganciò la stampella ad uno sportello "Stai bene?

Ho saputo delle botte che ti hanno dato.

Maledetti selvaggi."

L'uomo aprì uno sportello.

"Era solo una banda di ragazzini,avrei dovuto lasciar perdere."disse Artur.

"No,ti portano via tutto se li lasci fare."disse l'uomo togliendosi il cappotto.

Indossava una camicia scura,con linee blu "È pieno di stronzi la fuori.

Sono animali.

Aspetta..."

L'uomo estrasse un sacchetto e glie lo porse.

"Ecco..."disse l'uomo.

"Che cos'è?"disse Artur.

"Tieni."disse l'uomo "È per te."

Artur guardò all'interno e vide una pistola,facendosi scappare una risatina.

"Devi proteggerti in strada."disse l'uomo "O finisce che ti fottono."

"Brandon...non è permesso avere un'arma."disse Artur a voce bassa.

"Non ti preoccupare."disse Brandon "Nessuno lo saprà.

E sta tranquillo,non devi pagarmela.

Perché sei mio amico."

"He he he he he he he!..."disse Artur.

"Artur."disse il nano che arrivò con una maglietta nera,con le spalle rosse,pantaloni neri e scarpe

nere.

Dietro di lui c'era un divano rosso,con dietro delle finestre e la parte bassa grigia.

Il nano era venuto da uno stretto corridoio e sulla colonna dietro di lui c'era una macchina

rettangolare nera.

"Il capo ti vuole nel suo ufficio."disse il nano.

"Ah..."disse Artur alzandosi.

"Ehi Gary,sai cosa vorrei sapere?"disse Brandon.

"No,non lo so."disse il nano andando ad uno sportello.

"Voi piccoletti lo chiamate mini golf o per voi e golf?"disse Brandon.

Artur si era messo una camicia bianca.

Brandon iniziò a ridere e Artur chiuse lo sportello.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur andando verso lo stretto corridoio.

"Dagli un pugno sull'uccello."disse uno di quelli seduti.

"HA HA HA HA HA HA HAAAA!"disse Artur.

Il corridoio era molto stretto,con la parte iniziale che aveva la parte bassa di legno e le finestre in

alto,poi girava a sinistra e poi a sinistra.

In quest'ultima parte il corridoio era giallo,con delle linee blu verticali,dei quadri e dei poster

colorati.

Artur arrivò ad un ufficio,con una porta marrone e un vetro al centro.

Il ragazzo aprì la porta ed entrò.

Davanti a lui c'era un uomo con capelli in parte bianchi e in parte neri,con baffi e con maglione

rosso.

L'uomo era seduto ad una scrivania con la parte frontale blu e la parte superiore marrone,piena di

foglie.

Dietro di lui c'era un tavolinetto marrone,con dietro una serie di cassetti infilati nel muro,con la

parte frontale grigia,con dei foglietti attaccati sopra.

Alla destra dei cassetti c'era un quadro,poi un mobile rettangolare,con delle bottiglie sopra.

Davanti alla scrivania c'erano 2 sedie e dalla parte opposta della stanza un grosso archivio con

cassetti blu,con sopra dei tamburi,uno marrone grande e uno azzurro,con una linea giallo ocra

orizzontale.

Le pareti erano gialle,con linee blu.

Alla destra della scrivania c'erano anche 2 finestre,con delle tende gialle.

Alla sinistra della scrivania c'era un archivio quadrato.

"Ciao Hoyt."disse Artur "Gary ha detto che volevi vedermi."

"Sfondi come comico?"disse Hoyt "Sei già diventato famoso?"

"Non ancora."disse Artur "Sto lavorando sul mio materiale."

Artur stava per sedersi.

"No,non serve,facciamo in fretta."disse Hoyt "Senti,mi piaci Artur,alcuni pensano che tu sia uno

strano,ma a me piaci."

Artur sorrise.

"Non so perché,ma mi piaci."disse Artur "Però c'è un'altra lamentela...e comincio a incazzarmi.

Il tizio ha detto che sei scomparso e senza ridargli il cartello."

"Perché mi hanno aggredito."disse Artur "Li ho inseguiti.

Non l'hai saputo?"

"Per un cartello?"disse Hoyt "Ma piantala,chi vuoi prendere in giro.

Riportagli il cartello e basta,per la miseria sta chiudendo bottega,Artur."

"Perché tenere un cartello?"disse Artur.

"Io che cazzo ne so perché la gente fa le cose?"disse Hoyt "Se non gli ridai quel cartello,te lo dovrò

scalare dalla paga.

Capito?"

Artur lo fissò con un mezzo sorriso che divenne più ampio.

"Senti,sto cercando di aiutarti,ok?"disse Hoyt "E ti dico un'altra cosa:i tuoi colleghi non si sentono

a loro agio con te,Artur."

Poco dopo lui era in un vicolo,pieno di immondizia,sia da una parte che dall'altra,aveva la mano

destra su un cassonetto e colpiva i sacchi con dei calci.

Dietro il cassonetto c'era un muro di mattoni,mentre dall'altra parte un muro fatto da tegole di

legno e colonne.

Oltre ai sacchi,c'erano delle scatole e persino delle reti e materassi.

Il ragazzo diede 5 calci,poi schiacciò il sacco 3 volte e cadde a terra,restando seduto.

La sera seguente salì la lunga scalinata.

I lampioni ai lati della scala erano tutti accesi.

Una volta arrivato nel palazzo aprì la cassetta delle lettere,poi andò all'ascensore.

Le porte di metallo si aprirono e lui entrò.

Le pareti erano di legno e piene di scritte bianche.

Le pareti fuori dall'ascensore erano piene di scarabocchi e disegni neri.

Artur premette un pulsante più volte e la porta iniziò a chiudersi.

"Aspetti!"disse una voce femminile e lui bloccò la porta con la gamba sinistra.

In quel momento arrivò una donna di colore con la bambina.

Lei aveva i capelli neri,legati e ricci,giaccone rosso,lungo,camicia bianca,con linee blu,pantaloni

neri e scarpe nere.

Il braccio destro teneva attaccato al petto un sacco con dentro la spesa.

La bambina aveva i capelli neri,giaccone blu e un lungo abito bianco.

"Grazie."disse che premette un pulsante.

Le porte si chiusero.

Artur tenne gli occhi semi chiusi,poi l'ascensore si bloccò.

"Questo palazzo è orrendo vero?"disse lei.

"Questo palazzo è orrendo,vero mamma?"disse la bambina.

"Si."disse lei "Non me lo ricordare,Gigi."

"È orrendo,mamma."disse la bambina sorridendo.

La donna si puntò l'indice sinistro alla tempia e abbassò il pollice "Bum..."

Artur sorrise.

"Vero mamma?"disse la bambina.

L'ascensore riprese a muoversi e le porte si aprirono.

"Notte."disse lei uscendo.

Il pavimento del corridoio era bianco,fatto da quadratini,con delle linee marroni ai lati.

Le pareti gialle avevano delle arcate rettangolari a distanza regolare e le luci erano gialle in alcuni

casi e poi verdi.

Lei andò in una direzione,passando vicino alle scale di legno,mentre lui andò nell'altra.

Artur si voltò sorridendo "Ehi?"

La donna si voltò e lui imitò il gesto della pistola che lei aveva fatto.

"Bum."disse lui.

"Certo."disse lei ridendo e andando via.

Poco dopo lui era nel bagno e lavava la schiena alla madre.

Le pareti del bagno erano fatte di mattonelle rosa e la parte superiore era verde.

La vasca era rettangolare,con la parte iniziale che era più alta e larga dei lati maggiori.

Il water era bianco,con un coperchio che aveva una pelliccia rossa.

Intorno alla vasca c'erano delle tende gialle,con delle macchie bianche sopra.

Lui era seduto su uno sgabello di legno,rettangolare.

Indossava una maglietta marrone e pantaloni blu.

Mise un bicchiere di plastica nell'acqua "Guarda su."

Lei alzò la testa,chiudendo gli occhi,e lui le versò l'acqua sui capelli.

"Forse il postino le butta via."disse lei.

"Perché quelle lettere sono così importanti?"disse Artur "Cosa pensi che farà?"

"Ci aiuterà."disse lei mentre lui le strizzava i capelli.

"Ma hai lavorato per lui quando?"disse Artur "20 anni fa?

Perché dovrebbe aiutarci?"

"Perché Thomas Wayne è una brava persona."disse la donna "Se sapesse come viviamo qui...se

vedesse questo posto...se ne farebbe una malattia.

Non so spiegartelo meglio di così."

"Non ti preoccupare per i soldi,mamma."disse Artur "O per me.

Sai mi dicono tutti che il mio numero è pronto per le platee importanti ormai."

"Happy,ma pensi di poterlo fare?"disse lei.

"Che vuoi dire?"disse lui.

"Beh...un comico non dev'essere divertente?"disse la donna.

Poco dopo Artur era sul divano,seduto a petto scoperto, a guardare la tv in salotto.

Il divano era grigio.

La tv rettangolare era posta su un mobiletto di legno rettangolare.

Davanti al divano c'era un tavolinetto con dei piatti,dei contenitori di medicine e la pistola.

Lui fumò la sigaretta e la mise nel posacenere,poi prese la pistola e la puntò davanti a se,verso la

tv,poi la puntò sulla poltrona alla sua sinistra.

Alla sinistra del divano c'era una lampada su una lunga asta.

Le pareti erano fatte da mattonelle quadrate marroni,c'erano 2 finestre con tende bianche ,un mobile

di legno,con sopra dei libri e dei termosifoni.

Artur guardò la pistola,si alzò e mise le braccia sopra la testa,toccandosi il polso sinistro con la

mano destra e muovendo la gamba destra,poi fece un balletto e mise giù le braccia.

"Ciao,come ti chiami?"disse Artur "Artur.

Ehi,Artur,sei un bravo ballerino.

Lo so.

Sai chi non lo è?

Lui."

Artur sparò ad una parete,poi cadde a terra oltre il tavolinetto,poi alzò il volume della tv e andò a

toccare il muro.

"HAPPY!"urlò la madre "COS'È STATO?

STAI BENE?"

"MAMMA!"disse lui "COME?"

"QUEL RUMORE!"disse lei "HAI SENTITO QUEL RUMORE?"

"AH,STO GUARDANDO UN FILM DI GUERRA!"disse lui toccando il muro.

"ABBASSA IL VOLUME."disse la madre.

Lui camminò avanti e indietro nella stanza mettendosi le mani sulla testa "Scusa,mamma."

Il giorno dopo Artur indossava il giubbetto marrone,con cappuccio ed era vicino ad una grata di

metallo.

La donna di colore era accucciata su un pavimento di cemento,vicino a delle porte rosse.

Aveva i capelli legati dietro la testa,giaccone nero,gonna rosa e scarpe con i tacchi,più borsa rosa.

La bambina indossava un giaccone blu,zaino rosa,pantaloni blu e scarpe bianche.

L'edificio rettangolare era fatto da mattoni marroni,finestre rettangolari,con delle grate davanti e di

varia dimensione.

Lei si allontanò dalla scuola e camminò in strada seguita da Artur.

Poco dopo lui era dietro una colonna di metallo nera in una stazione.

Successivamente osservava la donna seduta nel vagone del treno,dalla porta a fine vagone,che

aveva un vetro al centro.

Il treno era su una ferrovia sopraelevata che percorreva tutta la città,come una linea retta,passando

dai palazzi che avevano 20 piani,che si estendevano a perdita d'occhio,fino ai grattacieli al centro

della città.

Poco dopo lui seguì la donna e la vide entrare dentro un'arcata circolare.

La notte seguente il ragazzo era in un locale,buio,con delle luci puntate su un palco nero,con un

comico sopra.

L'uomo aveva i capelli neri,corti,giacca nera,senza maniche,camicia bianca,pantaloni neri,cravatta

nera e aveva un microfono in mano.

"Mi piace vedere delle coppie al mio spettacolo."disse l'uomo "Io ho una moglie,ci piacciono i

giochi di ruolo.

Si,si,è molto eccitante.

Il mio preferito è quello del professore e della studentessa che deve passare l'esame con lui per

laurearsi."

Il pubblico rise.

La gente era seduta a dei tavolinetti neri,quadrati con una lampadina sopra.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur che indossava una maglietta nera e aveva il

diario aperto e scriveva le battute.

Accanto al diario c'era un bicchiere d'acqua e un pacchetto di sigarette.

"Si."disse l'uomo "Vi dico come funziona.

Io insegno in una prestigiosa università del New England."

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

"E mia moglie frequenta il corso "introduzione alla civiltà occidentale"."disse il comico e la gente

rise "Lo so lo so,perché una laureanda in un corso introduttivo?

Non ci credo nemmeno io."

Tutti risero.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

"Orario di ricevimento."disse lui "Lunedì e mercoledì dalle 3 alle 5.

Mi dice: "Scusi,professor Luis...non posso usare il mio vero cognome,perché non assumono

ebrei..."

La gente rise.

"Ha ha ha ha..."disse Artur.

"Dice: "Scusi professor Luis,vorrei dirle che per superare l'esame sarei disposta a fare qualsiasi

cosa"."disse l'uomo "Io: "Qualunque cosa?"."

La gente rise.

"E lei...SI!"disse lui.

Artur scrisse sul diario al tavolo una volta arrivato a casa"...peggiore del...malattia mentale."

Lui era ad un tavolinetto rettangolare di legno,alla destra del divano ed era senza maglietta.

Prese una sigaretta e la fumò,poi proseguì con la scrittura "...che la gente..."

Mentre scriveva rideva "...se no..."

Lui mise giù la penna "Ha..."

Sul foglio c'era scritto: "BARZELLETTE:...che la gente si aspetta che ti comporti come se non ce

l'hai."

Poco dopo qualcuno suonò alla porta,lui si mise la maglietta grigia a maniche lunghe ed

aprì,trovando la donna di colore con una maglietta bianca,gonna grigia e scarpe nere.

"Ah,ciao."disse lui.

"Mi stavi seguendo oggi?"disse lei.

Lui rimase bloccato per qualche istante "Si..."

"Ok,ne ero sicura."disse lei "Speravo che entrassi e rapinassi quel posto."

"La pistola ce l'ho."disse lui indicando l'interno della casa con la mano destra "Ci ripasso domani."

Lei rise "Sei divertente,Artur."

Lui rise "Si...beh sai faccio il comico di cabaret.

Puoi venire a vedermi una volta."

"Potrei,certo."disse lei.

"Davvero?"disse lui.

"Certo."disse lei "Fammi sapere quando."

"Si."disse lui e lei andò via.

Lui rimase a guardarla,poi chiuse la porta.

Il giorno dopo era vestito da clown e indossava un lungo abito bianco da dottore.

Era dentro una stanza d'ospedale bianca,con una vetrata divisa in varie finestre con i bordi azzurri.

Intorno a lui c'erano dei letti con dei bambini e anche degli infermieri.

Le pareti erano bianche,con disegni di nuvole azzurre,c'erano delle lampade rettangolari sul soffitto

e i letti dei bambini avevano le lenzuola verdi e cuscini verdi.

Lui cantava e ballava battendo i piedi con gli scarponi a terra.

Ad un certo punto la pistola gli cadde a terra,passando dall'interno dei pantaloni e lui

urlò,raccogliendola,poi la mise sotto il camice bianco,chiudendolo e facendo cenno di fare silenzio.

Tutti i bambini risero,ma la musica venne spenta e gli infermieri si preoccuparono.

La notte seguente Artur,con il completo da clown era dentro una cabina telefonica.

Non aveva il camice addosso.

La cabina era vicina ad un palazzo di mattoni,con 2 arcate circolari,poi partiva un muro fatto di

metallo con la parte bassa del tutto piena di sacchi di immondizia,come anche i marciapiedi.

Vicino alle arcate c'erano 2 prostitute.

"Hoyt...per favore."disse Artur "Io amo questo lavoro."

"Artur,si può sapere perché hai portato una pistola in un'ospedale per bambini?"disse Hoyt.

"Per lo spettacolo."disse lui "È un attrezzo di scena."

"È una stronzata!"disse Hoyt "Una stronzata!

Quale clown gira con una cazzo di pistola?!

E poi Brandon mi ha detto che volevi acquistare una 38 da lui l'altra settimana."

"Brandon ti ha detto così?"disse Artur.

"SEI UN CANE TESTARDO E UN BUGIARDO!"disse Hoyt "Sei licenziato!"

Hoyt attaccò.

Artur diede una testata al vetro,riempiendolo di crepe.

Poco dopo Artur era su un vagone della metro e guardava dal finestrino.

Accanto a se aveva una borsa rettangolare grigia e non aveva la giacca.

Sul vagone,dopo l'ultima fermata,restarono solo 3 ragazzi in giacca e cravatta nera e una donna sul

sedile opposto ad uno di loro.

Uno era biondo,con capelli corti,l'altro aveva capelli neri lisci e quello seduto,aveva i capelli ricci e

mori.

La donna aveva i capelli neri lunghi,cappotto marrone lungo,capelli neri e stivali di pelle nera.

"Quella voleva il mio numero."disse quello con i capelli neri.

"Ti sei fatto un film,quella non voleva un bel niente,credimi."disse quello biondo.

"Ma scherzi,non hai visto come si strusciava quando ballavamo?"disse quello con i capelli neri "Era

innamorata persa!"

"Ma se non vedeva l'ora che finisse il pezzo."disse il biondo.

Artur li guardò.

Quello riccio prese una patatina fritta da un contenitore "Ehi?

Vuoi una patatina?

Ehi?

Dico a te."

"No...grazie."disse lei.

Artur sorrise.

Gli altri 2 risero.

"Sono buonissime."disse lui.

Quello moro si mise seduto accanto al riccio.

"Rispondigli almeno,cerca di essere gentile."disse il moro.

Il riccio tirò la patatina addosso alla donna che guardò Artur che si girò,con un mezzo sorriso che

tentava di reprimere.

"HA HA HA HA HA HA!"urlò Artur e gli altri lo guardarono "HA HA HA HA HA HA!

HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"

"Ti fa ridere,cazzone?"disse il biondo con i capelli tirati all'indietro.

Lui mosse la mano destra per dire di "no",poi la donna si alzò e andò via.

"HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse lui.

"Puttana."disse l'uomo riccio che le tirò dietro tutto il pacchetto.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

Il gruppo lo guardò e rise.

Il biondo iniziò a cantare "Non è una meraviglia?

Siamo una coppia?"

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur che faceva di "no" con la mano,mentre i

2 seduti si mettevano le mani sul volto ridendo.

Quello che cantava si avvicinò "Io alla fine ho i piedi a mezz'aria."

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

"Che vengano i clown."disse il biondo e anche gli altri si avvicinarono.

Il biondo afferrò una delle spranghe verticali della metro e ci girò intorno.

"HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

"Non è divertente?"disse il biondo "Non ti freme?

Uno che non può sedersi.

Uno che non può muoversi.

Dove sono i clown?"

Il riccio si mise seduto accanto a lui e gli tolse la placca di plastica bianca con i capelli verdi dalla

testa,mettendosela.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

"Dovrebbero esserci dei clown."disse il biondo.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur e quello accanto si mise a ridere.

"Allora,amico,racconta."disse il biondo "Che c'è di tanto divertente?"

Il riccio si tolse la parrucca.

"Niente,ho un..."disse Artur "HA HA HA HA!

Ho un..."

Lui mise la mano nella tasca "Ho un disturbo..."

Il biondo gli afferrò la borsa "Te lo dico io che cos'hai,pezzo di merda."

"HA HA HA HA HA HA!"disse Artur alzandosi e cercando di prendere la borsa.

Il riccio lo afferrò e il biondo gli diede una gomitata,poi quello riccio si sedette,tenendolo.

Artur sferrò un calcio al biondo.

"WOW!"disse il biondo.

Il riccio si alzò e lo tenne per le spalle.

Artur diede un calcio.

"Tiri calci,eh?"disse il biondo "Ehi,tienilo fermo!

Tienilo fermo!"

L'uomo gli sferrò un destro,mandandolo a terra,poi il trio lo prese a calci.

"Sta giù,schizzato!"disse il riccio.

Artur prese la pistola e sparò a quello biondo,poi sparò al petto dell'altro 2 volte.

Il riccio fuggì,mentre lui gli sparava e andò nell'altro vagone.

Artur si alzò.

Il treno,che era pieno di scritte sull'esterno,arrivò ad una stazione con delle colonne nere,piena di

foglie terra e bidoni dell'immondizia pieni.

Artur mise la parrucca nella borsa,mentre l'altro urlava battendo le mani contro la porta.

Le porte si aprirono e Artur uscì puntando l'arma,così l'uomo tornò dentro e lo stesso fece lui.

Quando le porte stavano per chiudersi,l'uomo fuggì fuori e Artur gli andò dietro,sparandogli alla

schiena.

L'uomo strisciò verso la scala di metallo scuro e Artur gli sparò altri 2 colpi alla schiena.

Il ragazzo,con il naso sanguinante, corse su per le scale,uscì dalla stazione e corse a tutta velocità

sotto un'arcata di pietra,che aveva sui marciapiedi dei bidoni e dei barili con dentro delle fiamme.

Lui corse in una zona del marciapiede che aveva una rete di metallo ed entrò dentro un fatiscente

edificio rettangolare,ad un solo piano e chiuse la porta.

Si ritrovò in un bagno pubblico,con delle luci verdi e mura verdi in basso e gialle in alto.

Il pavimento era fatto da tanti quadratini verdi e bianchi.

Lui rimase con le mani sulla porta e poi chiuse a chiave.

Il suo piede destro si orientò a destra,il sinistro andò davanti al destro e lui mise le mani verso

l'alto,inscenando il balletto che aveva fatto la sera in cui aveva sparato in casa,poi spalancò le

braccia e si chinò a sinistra,poi a destra e proseguì,poi mandò le braccia verso terra,mettendole una

sull'altra e poi proseguì spalancando le braccia e guardandosi allo specchio.

Poco dopo scese dall'ascensore,camminando nel corridoio,gettò la borsa dalle scale e bussò alla

porta della donna di colore.

Lei aprì la porta con una vestaglia azzurra,poi lui la baciò e chiuse la porta.

Tempo dopo Artur era davanti al suo armadietto aperto e rimuoveva lo specchietto

rettangolare,mettendolo dentro una busta di cartone.

"Ho letto che è stato uno con la faccia truccata."disse il nano.

"No,qui dice che portava una maschera."disse un altro.

Uno di colore era al tavolinetto con le sedie gialle,in canottiera e senza maniche.

Brandon era in canottiera e si stava truccando il volto.

"Alla fine mi sa che è un bene per gli affari."disse quello di colore "Ci sono clown su tutte le

copertine."

Il nano prese un cartellino da una serie di contenitori rettangolari di metallo neri a muro.

Indossava una camicia blu,con righe verticali rosse e pantaloni neri,poi si avvicinò alla macchina

rettangolare,sotto cui c'era una scaletta.

"Ehi Artur,ho appena saputo."disse il nano "Mi dispiace."

"Si,non mi sembra giusto."disse Brandon truccandosi il volto ad uno specchio "Essere licenziato

così."

"Hai davvero portato una pistola in un ospedale per bambini?"disse quello di colore "Ma perché

cazzo lo hai fatto?"

"Fa parte di un nuovo numero?"disse quello seduto al suo ex specchio "Se ballare non serve puoi

sempre provare a spararti?"

Artur indossava il giaccone marrone chiaro,il maglione marrone scuro,pantaloni neri e scarpe nere.

Lui prese la busta mentre tutti ridevano.

"Perché non lo chiedi a Brandon,amico."disse Artur "La pistola era sua."

"Cosa?"disse Brandon.

"Sono in debito con te per quella,vero?"disse Artur indicandolo con l'indice destro.

"Ma di che cazzo stai parlando?"disse Brandon "Piantala di dire stronzate."

Artur andò verso il corridoio suonando una trombetta giocattolo,che aveva la parte inferiore

gonfiabile,poi la gettò a terra e proseguì,ma poi tornò indietro.

"Oh no..."disse Artur tornando indietro "Ho scordato di timbrare."

Artur diede 5 pugni destri alla macchinetta rettangolare che cadde a terra "HA HA HA HA HA HA

HA!"

Artur andò via ridendo,poi scese delle scale strette,che avevano 3 rampe,con corrimano bianco e

porta verde in fondo.

Sulla parte iniziale,il soffitto aveva una zona rettangolare,piatta,frontale,con sopra un cartello giallo

ocra con su scritto in nero "Non dimenticare" e in rosso "di sorridere!".

Artur prese un pennarello e cancellò le parole "dimenticare" e "di",poi proseguì ballando ed uscì

dando un calcio alla porta.

Sul piano della sua cucina c'erano vari contenitori di pillole vuote.

Artur vuotò il contenitore delle pillole rimasto per ultimo.

Alla tv c'era un uomo che parlava.

Aveva capelli chiari,giacca nera,camicia bianca e cravatta rossa e nera.

"E mentre la città tenta di dare un senso a questo brutale crimine nella metropolitana,ci ha raggiunto

Thomas Wayne..."disse l'uomo.

Fu mostrato un uomo con capelli neri,baffi,giaccone nero e pantaloni neri.

La madre di Artur era sulla poltrona marrone alla sinistra del divano su cui c'erano delle lenzuola.

Indossava una vestaglia verde e un abito chiaro.

"Happy,vieni!"disse la madre "C'è Thomas Wayne in tv."

"Si,mamma."disse lui che era torso nudo in cucina e rovistava tra i cassetti.

"Grazie per il tuo invito."disse Thomas.

"Gli chiedono di quegli orribili omicidi nella metro."disse lei.

Artur andò sul divano con un piatto e un cucchiaio "Perché lui?"

"È ingrassato un po'."disse lei.

Artur mise il piatto su un tavolino.

"Si,lavoravano per la Wayne."disse Thomas "Erano bravi,onesti,educati.

Anche se...non li conoscevo personalmente.

Tutti i miei impiegati,passati e presenti,sono...la mia famiglia."

Artur si accese una sigaretta,mentre le gambe cominciavano a tremargli.

"Te l'avevo detto,siamo della famiglia."disse la madre.

Artur mise l'avambraccio sinistro verso di lei "Shhh..."

"Data la quantità crescente di sentimento ostile verso i ricchi in città è come se i nostri concittadini

meno fortunati prendessero le parti dell'assassino."disse l'uomo.

"È una vergogna."disse Thomas "È uno dei motivi per cui potrei candidarmi come sindaco.

Gotham si sta perdendo."

"Cosa pensa del fatto che il sospettato sia un uomo mascherato da clown?"disse l'altro.

"Beh,ha perfettamente senso."disse Thomas "Un codardo che fa una cosa del genere a sangue

freddo,si nasconde dietro una maschera.

È qualcuno invidioso...di chi è stato più fortunato di lui."

Artur mise la schiena sul divano,mettendosi le mani tra i capelli,mentre le gambe gli tremavano

terribilmente.

"Ma che ha paura di mostrare il suo volto."disse Thomas "E finché persone così non cambieranno

in meglio,quelli di noi che hanno...prodotto qualcosa nella vita vedranno quelli che non l'hanno

fatto soltanto come dei clown."

Artur rise mentre le gambe gli tremavano.

La madre lo guardò con in mano il piatto "Non è divertente."

Artur fumò,mandò le braccia verso l'alto,toccandosi il polso destro con la mano sinistra e fece

uscire il fumo verso il soffitto.

Al tramonto,in un'altra zona della città,c'erano degli edifici bianchi a 10 piani,rettangolari,messi

uno vicino all'altro e incastonati tra loro,con dietro dei palazzi che arrivavano a 30 piani.

Artur era nello studio della psichiatra,seduto sulla sedia e fumava,sorridendo,tenendo la testa bassa

e mettendo il pollice destro al centro della fronte,poi mandò la mano verso l'esterno "Ho sentito una

canzone alla radio,l'altro giorno.

E l'uomo che la cantava si chiama Carnival."

Lui indossava un maglione nero.

"Artur?"disse la donna che aveva una giacca rosa e camicia bianca.

"È una cosa assurda."disse lui "Perché quello è il mio nome da clown.

A lavoro.

E fino a poco tempo fa...era come se nessuno mi vedesse.

Persino io non sapevo se esistevo."

"Artur ho una brutta notizia per te."disse la donna e lui la guardò.

"Lei non mi ascolta vero?"disse lui "Credo che non mi abbia mai ascoltato veramente.

Mi fa sempre le stesse domande ogni settimana.

Come va il tuo lavoro?

Hai avuto dei pensieri negativi?

Io ho solo...pensieri negativi,ma lei non mi ascolta comunque.

Ho detto che per tutta la mia vita neanche io ho mai saputo se esistevo veramente.

Ma esisto.

E le persone ora cominciano a notarlo."

"Ci hanno tagliato i fondi,chiudiamo gli uffici la settimana prossima."disse la donna "Il comune ha

ridotto i finanziamenti in ogni settore,compresi i servizi sociali.

È l'ultima volta che ci vediamo."

"Ok."disse Artur che tenne la testa bassa.

"Non glie ne frega niente delle persone come te,Artur."disse lei "E non glie ne frega niente neanche

delle persone come me."

Artur fumò "Come...come faccio ad avere le mie medicine adesso?"

Lui la guardò "E con chi parlo?"

"Mi dispiace,Artur."disse lei.

La notte seguente,in una tv posizionata sulla parte superiore di una stanza,c'era un uomo con un

microfono e camicia bianca.

Accanto alla tv c'era una parete con una lunga luce gialla con sotto vari quadri.

"Ho sempre visto il sesso come comprare un'auto."disse quello alla tv "Dico: "Mi ci vedo a lungo

termine"."

Oltre la stanza c'era un corridoio di mattonelle bianche con luci rettangolari azzurre,con Artur che

aveva un panciotto senza maniche nero,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere e leggeva le

battute da dire.

Artur chiuse il quaderno,si toccò i capelli e avanzò verso la stanza del televisore,salì una scala con

luci rosse e arrivò nella stanza nera dove i comici si esibivano.

Artur vide un uomo di colore in giacca e cravatta che leggeva dei fogli al microfono.

"Allora il prossimo comico si definisce un abitante di Gotham da tutta la vita e che fin da piccolo

gli è stato detto che il suo scopo era portare risate e gioia,in questo freddo e buio mondo."disse

l'uomo "Ah...ok..."

La gente rise.

Ad uno dei tavoli vi era la ragazza di colore.

"Date il benvenuto a Artur Fleck."disse il nero.

Il pubblico applaudì e lui andò sul palco.

Lui annuì sorridendo "Hi hi hi hi hi hi…

Salve,è un piacere…

Ha ha ha ha ha..."

Artur girò su se stesso e poi guardò davanti a se "Io…

HA HA HA HA HA HA!"

Poco dopo Artur,con addosso il cappotto bianco,camminava con la ragazza per le strade affollate e

piene di immondizia e scatole.

Lei indossava una giacca di pelle nera,pantaloni neri e scarpe nere.

I 2 arrivarono vicino ad un edicola e lui si fermò andando a vedere un giornale appeso che mostrava

il volto di un clown demoniaco con sopra scritto "Il clown assassino a piede libero.

Ultime notizie sugli omicidi."

Artur imitò il ghigno del clown sulla foto e lei gli si avvicinò alle spalle.

"Tu credi a questa roba?"disse lei.

Su un altro giornale c'era scritto "Clown vigilante".

"Fanculo."disse la donna "Io penso che il tizio che l'ha fatto sia un eroe."

Lei iniziò a camminare "3 stronzi in meno a Gotham City."

Lui sorrise.

"Ne mancano solo un altro milione."disse lei.

Artur vide che in un taxi vi era un uomo con una maschera che imitava il volto di un clown.

L'uomo aveva capelli neri lunghi e giaccone di pelle marrone.

L'uomo lo guardò e lui gli sorrise.

Poco dopo lui e la ragazza erano in un locale rettangolare ad un solo piano.

Il locale aveva l'insegna rossa,le luci interne blu e sul lato destro c'era una pila di immondizia che

arrivava a metà del palo che indicava la via.

Tempo dopo Artur entrò a casa e mise il cappotto sull'attaccapanni,poi sentì la voce di Murray

provenire dalla tv e andò in salotto trovando la madre che dormiva sulla poltrona accanto al divano.

Lei indossava una camicia rossa,pantaloni bianchi e pantofole grige.

Artur vide Murray seduto ad una scrivania con una giacca rossa,camicia bianca e cravatta grigia.

Artur si fece un balletto davanti alla tv,poi si rivolse alla madre "Mamma?

Su svegliati."

Lui la aiutò ad alzarsi "Andiamo a letto,su vieni."

"Oh Happy..."disse le iniziarono a ballare nella stanza.

"Ho scritto un'altra lettera."disse lei.

"Avanti,balla con me."disse lui.

"A Thomas Wayne."disse lei "È importante."

I 2 continuarono a ballare.

"Profumi di colonia."disse lei.

"Perché ho appena avuto un appuntamento."disse lui.

La madre andò verso la sua stanza "Ricordati di imboccarla."

La donna chiuse la porta.

Artur guardò la lettera,poi guardò la stanza della madre e voltò la lettera vedendo che la busta era

aperta,così la lesse,mettendosi seduto e spegnendo la tv.

In una riga c'era scritto "Tuo figlio e io abbiamo bisogno del tuo aiuto".

Artur lesse il secondo foglio.

CONTENUTO DEL TESTO

"Thomas,sei l'unica speranza.

Artur è un bravo ragazzo.

Io penso che saresti orgoglioso...

Ti amerò sempre."

Lui piegò i fogli e guardò il muro con rabbia.

Poco dopo la madre corse nel bagno "TU MI FARAI MORIRE!

MI FARAI VENIRE UN INFARTO!"

La madre chiuse la porta del bagno e lui iniziò a bussare ferocemente.

"NO!"urlò Artur "NON PUOI..."

Il ragazzo bussò ferocemente alla porta.

"NO!"urlò lei "NO!

NON PARLERÒ CON TE SE CONTINUI AD ESSERE COSÌ ARRABBIATO!"

"Ok...ok..."disse lui camminando avanti e indietro "Non sono più arrabbiato.

Non sono arrabbiato.

Ti prego.

Mamma...questa cosa è vera?"

La madre aveva le mani sulla porta "È un uomo molto straordinario,Happy.

È un uomo molto potente.

Eravamo innamorati.

Disse che era meglio che non stessimo insieme per le apparenze.

E che...non avrei dovuto dirlo a nessuno.

Ho firmato delle carte e poi te lo immagini che avrebbe detto la gente di Thomas?"

Artur poggiò la testa sulla porta.

"Che cosa direbbe di te."disse lei.

"Che cosa direbbe mamma?"disse Artur.

Il giorno dopo,c'era una ferrovia vicino al grande fiume che costeggiava la città e accanto alla

ferrovia c'era un bosco con alberi che avevano le foglie marroni.

Artur leggeva il giornale sul treno e indossava il cappotto marrone.

Nel giornale c'era un titolo con su scritto "Thomas Wayne si candida" e poi uno dove era scritto

"Gotham City guarda al futuro mentre Wayne inizia la campagna".

Artur strappò la foto di Wayne e la tenne,poi la mise nel diario.

Poco dopo camminava accanto ad un muro di mattoni alla sua destra,tra degli alberi verdi.

Oltre il muro c'era una piccola costruzione ornata di luci,con il tetto a cono,la parte centrale a

cilindro,con delle colonne e la base circolare.

Dentro c'era un telescopio e un bambino.

Il bambino aveva un lungo cappotto chiaro,maglietta bianca,pantaloni neri.

Artur si abbassò dietro il muro,quando il bambino li vide,poi si rialzò e aveva il naso da pagliaccio

rosso,poi camminò verso il cancello ondeggiando e canticchiando.

Il bambino lo seguì e lo trovò davanti al cancello con un bastone corto,nero, nella mano destra,con

l'estremità superiore di metallo.

Lui iniziò a gesticolare con il bastone,poi glie lo porse,lui lo prese e il bastone si afflosciò.

"Ha..."disse Artur.

Il bambino glie lo ridiede e Artur raddrizzò il bastone,poi fece un balletto mettendo la mano sinistra

sull'estremità e quando la tolse dalla punta dell'asta uscirono dei fiori finti,poi diede il bastone al

ragazzino.

Artur si mise in ginocchio,con le mani sulle sbarre.

"Ciao."disse Artur togliendosi il naso da clown "Come ti chiami?"

"Sono Bruce."disse il bambino.

"Bruce."disse lui "Io sono Artur."

Artur gli mise le mani sulla bocca formandogli un sorriso e sorridendo a sua volta "Molto meglio."

"BRUCE!"disse una voce maschile e il bambino si voltò a sinistra.

In quel momento arrivò un ragazzo in giacca e cravatta nera che lo allontanò "Allontanati da qui."

"Oh,ne hanno assunto uno giovane."disse Artur alzandosi "Tranquillo non sono un cattivo."

"Che sta facendo?"disse il ragazzo "Chi è?"

"Vorrei vedere il signor Wayne."disse Artur.

"Beh,non dovrebbe parlare con suo figlio."disse il ragazzo che prese il mazzo di fiori "Perché gli ha

dato questi fiori?"

"No,non sono veri."disse lui prendendo i fiori "Sono un clown.

È una magia del mestiere,uno dei trucchi.

Cercavo di farlo sorridere."

"Non è divertente."disse il ragazzo "Devo chiamare la polizia?"

"No."disse Artur "Mia madre si chiama Penny.

Penny Fleck.

Lavorava qui anni fa,può dire al signor Wayne che vorrei vederlo?"

"Lei è suo figlio?"disse il ragazzo.

"Si."disse Artur,mentre il ragazzo guardava Bruce "La conosceva?"

"No...ma..."disse il ragazzo mettendo una mano sulla spalla di Bruce e facendolo indietreggiare "...viene menzionata spesso.

E non in belle conversazioni."

"Io so tutto di loro 2."disse Artur "Me l'ha detto mia madre."

"Mi dispiace deluderla."disse il ragazzo avvicinandosi e sorridendo "Ma non esiste "loro 2".

Sua madre soffre di delirio.

Lo dicono sempre quando ne parlano.

È una persona malata."

"Questo...non è vero."disse Artur.

"Se ne vada ora."disse il ragazzo "Se vuole evitare di rendersi ridicolo davanti al signor Wayne.

Lo faccia per sua madre.

Ha causato un sacco di problemi a questa casa."

"Ridicolo?"disse Artur "Thomas Wayne è mio padre."

Il ragazzo rise.

Artur lo afferrò alla gola,portandolo verso le sbarre "Ha usato mia madre!

E mi ha abbandonato!"

"Mi lasci!..."disse il ragazzo soffocato dalle mani dell'altro.

"Dov'è mio padre?"disse Artur strangolando il ragazzo.

Artur vide che il bambino si era spaventato,poi corse via.

La notte seguente Artur camminò per le strade della città e vide che c'era un'ambulanza.

Dei paramedici stavano portando fuori una barella con sopra sua madre.

"Piano."disse uno di loro "Tra poco ci sono dei gradini..."

"Mamma."disse Artur avvicinandosi alla barella "Che cos'ha?"

"Lei chi è?"disse un paramedico.

"Il figlio."disse Artur.

"Ah bene."disse il paramedico "Allora venga con noi."

"Ma che cos'ha?"disse Artur.

"Magari può aiutarci."disse uno dei 2 portandola fuori dall'arcata "Non sappiamo cos'è successo."

"Salga nell'ambulanza."disse l'altro che le mise una mascherina per respirare connessa ad un

cilindro di plastica con l'aria dentro "Fa un po' di resistenza."

"Va bene,riempile i polmoni."disse l'altro.

Artur salì sull'ambulanza e si mise alla sinistra della madre.

"Sua madre prende medicine?"disse il paramedico.

"No."disse Artur.

"Come scusi?"disse il paramedico sedendosi acanto a lui.

"No."disse Artur.

"Signore,quando le ha parlato l'ultima volta?"disse l'altro.

"Non lo so…"disse Artur che si mise le mani tra i capelli.

L'ambulanza passò sotto una galleria rettangolare con luci bianche.

Poco dopo Artur era seduto su una panchina poco fuori l'entrata di un ospedale.

L'entrata aveva una porta di vetro,altre parti di vetro rettangolari intorno e la scritta rossa

"EMERGENZA"sopra.

Le pareti alla sinistra dell'entrata erano di mattoni bianchi.

Artur fumava guardando davanti a se.

2 uomini in giacca e cravatta nera gli si avvicinarono.

Il primo aveva i capelli neri,ed era magro,mentre il secondo aveva i capelli castani,i baffi e aveva un

cappotto marrone lungo.

"Signor Fleck."disse quello con i baffi"Ci dispiace disturbarla.

Detective Garrety.

Il mio partner,il detective Burke.

Dovevamo farle delle domande,ma non era in casa,così...le abbiamo fatte a sua madre."

"Ah...che le avete detto?"disse Artur "È stata colpa vostra?"

"Cosa?"disse quello con i baffi "No..."

"No,no,no,le abbiamo solo fatto delle domande,è diventata isterica,è andata in iperventilazione,si è

accasciata e ha battuto la testa..."disse quello magro.

"Ha avuto un ictus."disse Artur "Si,i medici hanno detto che ha avuto un ictus."

"Mi dispiace per sua madre."disse quello con i baffi "Ma come le ho detto devo farle alcune

domande.

Riguardano gli omicidi nella metro di 2 settimane fa,ne avrà sentito parlare."

"Si..."disse Artur "È orribile."

"Vero."disse l'uomo "Abbiamo parlato con il suo capo.

L'ha licenziata per aver portato una pistola nell'ospedale pediatrico.

È vero,signor..."

"Era un'arma finta."disse lui "Per il mio numero.

Sono un clown da feste."

"E allora perché l'hanno licenziata?"disse quello magro.

"Non sono abbastanza divertente."disse Artur "Ve lo immaginate?

Un clown che non fa ridere,un vero disastro."

Artur si alzò "Ora devo andare da mia madre."

Il ragazzo si avviò all'entrata.

"Il suo capo ci ha dato anche uno dei suoi biglietti."disse quello magro mostrando un biglietto e

Artur si voltò "Questo suo disturbo della risata...è vera o è una cosa da clown?"

"Una cosa da clown?"disse lui.

"Si,insomma...è per il suo numero?"disse l'uomo.

"Lei che dice?"disse Artur gettando la sigaretta e andando a sbattere contro la porta di vetro.

"Quella è l'uscita."disse l'uomo.

Un altro uscì e Artur entrò.

Poco dopo era seduto su una panca,alla destra del letto dove era la madre,con la ragazza di colore

accanto.

Lei aveva una fascia bianca e nera sui capelli,giaccone rosso scuro,maglietta azzurra,scollata e

pantaloni blu.

Le pareti della stanza erano di mattonelle quadrate molto piccole e dietro i 2 c'erano 2 finestre

rettangolari con delle tende.

Artur era piegato in avanti con la testa in basso.

La madre aveva una maschera per respirare connessa ad un tubo.

La donna gli mise la mano sinistra sulla schiena "Vedrai si riprenderà.

Io ho bisogno di un caffè.

Tu lo vuoi?"

"Si."disse lui.

Lei si alzò e gli diede un bacio,poi si allontanò.

Artur guardò la tv e vide Murray che era in giacca e cravatta bianchi.

"Allora l'altra sera ho detto al mio figlio piccolo,Billy,sapete,quello nuovo,quello non tanto

sveglio...gli ho detto: "Lo scioperò dell'immondizia è ancora in corso,Billy".

E lui dice,non scherzo,Billy dice: "Allora dove la prendiamo la nostra immondizia?"

Artur sorrise e guardò la madre.

"E per finire,in un mondo in cui chiunque crede di poter fare il mio lavoro,mando in onda un video

registrato poco tempo fa a Gotham."disse Murray "Questo tizio pensa che continuando a

ridere...farà ridere anche il pubblico.

Lo chiamerò Joker."

Fu mostrato un video in cui Artur rideva a crepapelle sul palco.

"Oh no..."disse Artur sconvolto alzandosi e andando vicino alla tv,poi sentì alcune delle sue battute

ed iniziò a ridere "HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA !"

"He he."disse Murray "Dovevi dare retta a tua madre."

La gente presente davanti a Murray rise.

Artur divenne serio.

"No,ancora Bobby."disse Murray "Fammelo vedere ancora.

Mi piace."

Fu mostrata un'immagine dove Artur parlava "È buffo...quando ero bambino e dicevo alle persone

che avrei fatto il comico,tutti ridevano di me.

Adesso non ride nessuno."

Lui spalancò le braccia.

Fu inquadrato Murray che rimaneva in silenzio e il pubblico rideva.

"E non ti sei chiesto perché?"disse Murray mentre la gente rideva.

Artur rimase a fissare la tv con uno sguardo irato.

Poco dopo Artur era nel letto della madre e dormiva di fianco.

Indossava una maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

Sul suo comodino c'era la pistola e a terra c'era un giornale con un titolo che diceva "Uccidere i

ricchi è il nuovo movimento?"

Artur mise la mano sulla parte del letto vuota dove aveva dormito la madre in passato.

"C'è una tensione crescente nell'area metropolitana."disse una donna che parlava alla tv,mentre

Artur prese il cuscino della madre e se lo mise sul viso.

"Il sindaco ha invitato tutti i cittadini a mantenere la calma."disse la donna "I servizi pubblici

hanno risentito della situazione.

E alcuni centri commerciali hanno deciso di restare chiusi per non correre rischi.

Ecco il servizio di Chuck Stevens."

Una voce maschile venne udita "La rabbia e il risentimento che crescono in città da

settimane,sembrano sul punto di esplodere."

Artur si mise seduto e vide una folla con maschere e trucchi da clown che manifestavano con

cartelli dipinti.

"Molti manifestanti,di cui diversi vestiti da clown,hanno bloccato le strade per una delle

manifestazioni programmate contro l'elite cittadina."disse quello alla tv.

Artur si mise seduto davanti al televisore,in fondo al letto.

"Fra cui un raduno agli eventi di beneficenza di domani alla Wayne Industries."disse quello alla

tv,mentre Artur sorrideva seriamente.

"Qual'è lo scopo della protesta?"disse una giornalista.

"I RICCHI DI MERDA!"urlò un nero,con il viso truccato da clown "THOMAS WAYNE!

ECCO QUAL'È LO SCOPO DELLA PROTESTA

FANCULO IL SISTEMA!"

"Wayne, che ha annunciato la sua candidatura a sindaco, prenderà parte all'evento."disse

Artur"Forse ricorderete che fu proprio Thomas Wayne a definire una parte dei cittadini di Gotham

dei clown.

E oggi non ha sicuramente avuto parole di scuse."

Thomas Wayne era davanti alle telecamere "Beh direi che hanno qualcosa che non va queste

persone.

Io intendo aiutarle,a farle uscire dalla povertà,a migliorare la loro vita.

Ecco perché mi candido.

Rappresento la loro unica speranza."

La gente in strada urlava davanti ad un palazzo rettangolare,con una parte quadrata frontale,con

delle colonne greche davanti e 3 arcate come entrata.

Il cielo era blu scuro,quasi nero.

Artur camminò tra la folla sorridendo,mentre la folla urlava "ABBASSO WAYNE!"

Dei poliziotti avevano messo dei blocchi alla base delle scale del palazzo.

"STAI INDIETRO!"urlò uno di loro che venne spinto a terra.

Un altro scavalcò il blocco,ma venne afferrato dalla folla.

Artur approfittò del momento per passare sotto ad una delle sbarre orizzontali,poi corse dietro una

colonna,arrivando ad una zona laterale,con delle scale verso il basso e con una porta a sinistra,in

fondo.

Scese le scale lentamente ed entrò.

Poco dopo aprì una porta di legno.

Si era messo un berretto circolare rosso,giacca rossa e con linee gialle orizzontali sulle maniche.

Arrivò in un'enorme stanza di legno con delle colonne e delle tende rosse.

Salì delle scale marroni,passando,vicino a degli uomini in giacca nera,poi salì una seconda rampa a

sinistra,arrivando al secondo piano.

Salendo sentiva della musica e delle risate.

Entrò in una grossa sala cinematografica,dove c'erano persone in abiti eleganti.

Le pareti erano marroni,con delle linee quadrate chiare,con delle luci tenui,con il vetro simile ad

una fiamma,attaccate alle pareti.

Artur arrivò ad una scala centrale,tra i posti dove la gente era seduta,in un piano superiore.

Davanti a lui c'era uno schermo dove venivano proiettati dei film di Charlie Chaplin e davanti c'era

un'orchestra che suonava.

La folla rise e Artur anche,iniziando a dondolare leggermente,poi guardò alla sua destra e vide che

sul lungo bordo dorato c'era una fila di 2 sedie con Thomas Wayne e la moglie.

Lui era in giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere,mentre la moglie aveva i capelli

neri,legati dietro la testa e un lungo abito dorato.

Il bordo del piano era a gradoni,uno più basso dell'altro, e su ognuno di essi c'erano dei posti.

Dietro Thomas c'era l'entrata che era rettangolare ai lati e circolare sopra,con linee d'oro,poi

c'erano 2 colonne con la base dorata e sopra la porta c'era un simbolo d'oro.

Thomas si alzò e uscì,così Artur corse verso l'uscita composta da 2 porte marroni.

Poco dopo entrò nel bagno e trovò l'uomo nella zona dove c'erano dei water a muro.

La zona aveva una serie di muri di marmo bianchi,con la parte superiore circolare.

Davanti alla zona dei water c'era una parete marrone,ai lati c'erano 2 colonne

rettangolari,larghe,con 2 lampade,dentro contenitori allungati attaccati al muro,alla destra di

Thomas c'era un muro con un'incavatura rettangolare,con la parte superiore circolare,la base

rettangolare di marmo e un vaso circolare marrone,con dei fiori e delle lunghe foglie.

Artur si mise di spalle,verso uno specchio a muro e si tolse il travestimento.

Lo specchio era rettangolare,con i bordi d'oro,la parete dietro era nera,con rombi d'oro e c'erano

dei lavandini con le maniglie d'oro e la parte superiore rettangolare.

Sotto c'erano dei cestini d'oro,cilindrici.

Il pavimento era chiaro,con quadrati neri.

L'anziano che era alla sua sinistra se ne andò e Artur salì le scale che portavano alla zona dove era

Wayne che lo vide.

"Le serve qualcosa?"disse Thomas.

"Non so cosa dire."disse Artur.

"Ha..."disse Thomas andando alla zona dove c'erano i lavandini "Le faccio un autografo?"

"No..."disse Artur "Mi chiamo Artur.

Mia madre è Penny Fleck."

Thomas rimase bloccato "Dio...

Lei è venuto a casa mia ieri."

"Si..."disse Artur.

"Ha..."disse l'altro.
"Mi dispiace,deve credermi,ma mia madre mi ha detto tutto."disse Artur "E allora le dovevo

parlare."

"Senta io non sono suo padre."disse Wayne ridendo e asciugandosi le mani "Ma le pare."

"Ne è sicuro?"disse Artur "Io credo di si."

"Beh è impossibile."disse Thomas "Lei è stato adottato e io non sono mai stato con sua madre.

Cosa vuole da me?

Soldi?"

"No,non sono stato adottato."disse Artur.

"Oh Dio mio...quindi non glie l'ha detto."disse Thomas.

"Non mi ha detto cosa?"disse Artur.

"Sua madre l'ha adottata mentre lavorava presso di noi."disse Thomas.

"Non è vero."disse Artur "Perché me lo sta dicendo?"

"Poi fu arrestata e portata all'Arkham States Ospital quando lei era ancora piccolo."disse Thomas.

"Oh..."disse Artur innervosendosi,tremando e chiudendo gli occhi "Perché me lo sta dicendo?

Non c'è bisogno che mi racconti storie,so che può sembrare strano o assurdo e non volevo farla

sentire a disagio.

Anche se sono tutti così indisponenti,compreso lei,perché?

Io non le sto chiedendo niente!

FORSE SOLO UN PO' DI CALORE,UN ABBRACCIO!

PADRE!

CHE NE DICI DI UN PO' DI GENTILEZZA!

MA COSA AVETE SI PUÒ SAPERE!?

NON DEVE PARLARE COSÌ DI MIA MADRE!"

"Mi spiace,ma è così."disse Thomas "È pazza."

"Si eh?"disse Artur,mentre l'altro annuiva "HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!

HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"

"Lo trova divertente?"disse Thomas.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur "No...è un disturbo!

Ho questo…

HA HA HA HA HA HA!"

"Vede che ho ragione?"disse Thomas "È pazza lei e ha trasmesso dei disturbi al suo figlio adottivo."

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"urlò Artur "Sono io,papà!…

TUO FI...

HA HA HA HA HA HA HA!"

Thomas sferrò un destro al volto di Artur,poi andò via "Tocca ancora mio figlio e ti ammazzo."

Artur si mise la mano destra sul naso sanguinante "HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"

Artur mise le mani sul lavandino.

Poco dopo era a casa sua,di notte,a petto nudo e poggiava le mani sul piano vicino al buco della

cucina,nella parte interna.

Dietro di lui c'erano i fornelli e a sinistra il frigo.

Il telefono squillò,ma lui non rispose.

Artur aprì il frigo ed iniziò a tirare fuori la roba e gli scaffali.

La voce dell'ispettore con i baffi fu udita alla segreteria telefonica "Salve,signor Fleck.

Sono il detective Garrity.

Ci siamo incontrati al Gotham General.

Io e il mio partner dobbiamo farle altre domande.

Siamo passati nel suo appartamento oggi,ma non c'era.

La prego di chiamarmi quando sentirà il messaggio,la prego.

Sono il detective Garrity e il mio numero è 123399."

Dopo aver vuotato del tutto il frigorifero,ci entrò dentro e lo chiuse.

Il telefono squillò la mattina seguente e poi si udì la voce di una donna "Messaggio per Artur

Fleck,sono Shelly Cloud.

Lavoro al Murray Franklin Show."

Artur era su letto,in mutande,con maglietta rossa.

"Non so se ne è al corrente,ma Murray ha fatto vedere un passaggio del suo numero nello show e ha

avuto una risposta straordinaria dai nostri spettatori e quindi mi ha chiesto di chiamarla per

chiederle se..."

Artur rispose al telefono "Si,chi parla?"

"Oh salve,sono Shelly Cloud,convocazioni in live con Murray Franklin,lei è Artur?"disse la donna.

"Si..."disse lui.

"Salve Artur,come stavo dicendo abbiamo avuto molte chiamate per il suo video,una risposta

straordinaria e Murray mi ha chiesto di contattarla per sapere se le va di venire ospite allo

show."disse la donna.

Passarono alcuni momenti.

"Murray vuole che venga al Murray Franklin Show?"disse Artur spalancando gli occhi.

"Si."disse lei "Non è fantastico?

Potrebbe fare una parte.

Le andrebbe come cosa?"

"Certo ,mi andrebbe."disse Artur.

"Possiamo già stabilire una data?"disse la donna "Giovedì prossimo le va bene?"

"Si."disse lui.

Poco dopo era su un autobus,seduto sui sedili posteriori e dietro la sua testa c'erano 2 vetri

rettangolari.

Artur indossava il giaccone marrone,camicia rosso scuro,pantaloni blu e scarpe nere.

Poco dopo si diresse verso un edificio bianco,rettangolare,con parti a 8 piani e altre a 10.

Dall'edificio partiva un corridoio rettangolare,dentro un muro,con delle colonne che formavano

delle arcate.

Il corridoio era identificato dalle finestre e sopra c'era scritto "Arkham State Hospital"

Artur si diresse verso l'edificio.

Poco dopo era in un ascensore di metallo,con gli occhi chiusi e i pugni stretti.

Dietro di lui c'era una guardia,con pochi capelli,alla sua sinistra un medico giovane,con camicia

bianca e pantaloni bianchi e tra il poliziotto e l'altro c'era un lettino su ruote con un uomo legato su

di esso.

L'uomo era a petto nudo,aveva capelli chiari,indossava pantaloni bianchi e aveva i piedi neri legati

con delle cinghie e altre cinghie sui polsi e sulla pancia.

L'uomo urlava e si dimenava costantemente.

Poco dopo era in fondo ad un corridoio con pavimento verde scuro,pareti di mattoni marroni,soffitto

bianco,con lampade quadrate e varie porte bianche.

La parete su cui era appoggiato aveva una grata di metallo.

Lui era a braccia incrociate.

"Ehi."disse un uomo di colore che arrivò dietro la grata.

Era venuto da un corridoio a sinistra,dietro la grata,pieno di faldoni su scaffalature di metallo.

L'uomo indossava una camicia viola scuro e pantaloni neri.

Il nero portò con se una scatola "Eccomi.

Scusa,mi dispiace amico mio,i fascicoli più vecchi di 10 anni sono nel seminterrato e qui parliamo

di 20 anni fa,quindi..."

"Ti posso fare una domanda?"disse Artur poggiando gli avambracci sul piano attaccato alla grata

che aveva una piccola apertura rettangolare.

"Certo."disse l'uomo.

"Come fa qualcuno a finire qua dentro?"disse Artur "Se sono qui hanno tutti commesso qualche

crimine?"

"Beh vale per alcuni."disse l'uomo "Altri sono soltanto svitati.

Sono un pericolo per se stessi e non solo.

Poi c'è chi non sa dove andare o cosa fare.

Lo capisci?"

"Si,lo capisco fratello."disse Artur mentre l'altro frugava nella scatola "Certe volte,anche io non so

cosa fare.

L'ultima volta me la sono presa con alcune persone che stavano molestando una donna.

Credevo che avrei provato rimorso,ma non è stato così."

"Che hai fatto?"disse quello di colore.

"Ero tanto arrabbiato."disse Artur bisbigliando e sorridendo"E ho fatto cose brutte.

E...insomma non è così facile riuscire ad essere sempre...sempre felice,non ti sembra?"

"Ehi,senti amico."disse il nero toccandosi il cartellino "Sono un assistente amministrativo,niente di

più.

Sai,archivio solo i documenti...insomma non so che dirti,ma dovresti farti vedere.

Sai hanno dei programmi.

I servizi sociali,cose così?"

"Ah si?"disse Artur che mise verso l'alto l'avambraccio sinistro,imitando con la mano una bocca

che si apriva e si chiudeva e facendo una voce stridula "Hanno tagliato tutti i fondi."

L'uomo rise ed estrasse un fascicolo marrone "Bene,eccolo...Fleck."

Il nero aprì un fascicolo "Penny Fleck,si...diagnosi fatta dal dottor Bengiamin Stoner…oh la

paziente soffre di...delirio psicotico e disturbo narcisistico di personalità.

È stata considerata colpevole di aver messo in pericolo la salute di...suo figlio."

Il nero lo guardò.

"Che c'è?"disse Artur.

"Hai detto che è tua madre?"disse il nero.

Artur sorrise.

"Ah...mi dispiace,come ho detto, non posso dare questi fascicoli,senza farti riempire gli appositi

moduli..."disse l'uomo chiudendo il fascicolo "Finirei nei guai io.

Se vuoi portare tua madre qui a firmare sarà tutto più facile,ma senza una firma,non posso farla

uscire,ok?

Mi dispiace."

Artur afferrò il fascicolo e tentò di prenderlo "CAZZO!...

SMETTILA DAI!"

Artur diede una testata alla rete e si portò via il fascicolo e scappò via,aprì la porta rossa delle scale

e scese diverse rampe rosse,poi si fermò ansimando e guardò in alto,poi aprì il fascicolo.

Su un documento c'era scritto "Città di Gotham,dipartimento di sanità.

Divisione psichiatrica.

Anamnesi e valutazione psichiatrica di Penny Fleck."

Artur sentì un rumore e guardò in alto,poi guardò altri fogli.

CONTENUTO TESTO

"...mostrato comportamento estremamente strano.

ABUSO FISICO."

Artur girò le pagine e trovò un documento con su scritto:"DOMANDA DI ADOZIONE

Nome completo del figlio sconosciuto (il figlio era abbandonato)

FLASHBACK

Il dottore era seduto ad un tavolo,dentro una stanza di mattoni bianchi rettangolari e davanti a loro

c'era Penny che era seduta davanti a lui,con una maglietta bianca,senza maniche.

Aveva i capelli rossi,legati dietro la testa.

L'uomo era in giacca e cravatta nera ed era semi calvo.

"Ne abbiamo parlato,signora Fleck."disse l'uomo "L'ha adottato."

"Non è vero."disse la donna "Thomas ha inventato tutto.

Ha voluto che rimanesse un segreto tra noi."

"Non ha neanche reagito quando uno dei suoi fidanzati ha più volte picchiato il suo figlio adottivo

e maltrattato lei."disse l'uomo.

Artur pianse vedendo le foto della madre piena di lividi "He he he he he he he he he he he he."

Su un documento c'era scritto "Madre adottiva consente abusi su suo figlio" e su un altro c'era

scritto "Casa del terrore per una madre e un figlio".

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur "HA HA HA HA HA HA HA HA!"

FLASHBACK

"Penny."disse l'uomo "Suo figlio è stato trovato legato ad un termosifone nel suo appartamento

sudicio.

Denutrito con numerosi lividi in tutto il corpo e un grave trauma alla testa."

Artur immaginò di essere li,a braccia incrociate, a guardare la madre da un angolo.

"Non l'ho mai visto piangere."disse lei "È sempre allegro,lo chiamo Happy per questo."

FINE FLASHBACK

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur piangendo ed abbracciando la

cartellina"HA HA HA HA HA HA HA HA HA!

HA HA!"

La notte seguente Artur camminò sotto un acquazzone e arrivò al portone di casa.

Una volta entrato nell'ascensore ricordò quando la donna di colore aveva fatto il gesto della pistola

sulla tempia sinistra.

Uscì dall'ascensore fradicio ed entrò nella casa della donna di colore,poi si sedette sul divano,dopo

aver guardato i disegni della figlia su una parete.

Il divano era giallo,con linee e disegni blu.

Lui si mise seduto a fissare la tv,poi mise le mani sul tavolino.

"È ora di dormire."disse la donna che arrivò in salotto e si prese uno spavento "Oh mio Dio."

La donna aveva una vestaglia scura.

"Che cosa ci fai qui?"disse lei mettendosi la mano destra sul petto"Hai sbagliato appartamento.

Ti chiami Artur e abiti in fondo al corridoio.

Dovresti proprio andare adesso.

Qui di fianco c'è la mia bambina che dorme.

Ti prego."

"Ho avuto una brutta giornata."disse lui "Una pessima,orrenda terribile giornata."

"Chiamo qualcuno?"disse lei "A casa c'è tua madre?"

Lui la guardò,poi si fece il gesto della pistola alla testa "Ha avuto un ictus."

"Oh mio Dio..."disse lei.

Artur ricordò di essere stato solo in ascensore,quando apriva la porta,quando era in giro in strada e

quando era in ospedale.

Artur uscì dall'appartamento con i pugni chiusi e camminando furiosamente.

Poco dopo era sul divano,senza maglietta,senza pantaloni e rideva istericamente da ore "HA HA HA

HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"

Artur si accese una sigaretta.

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur " HA HA

HHHHHHHHH!

HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HAAAA!"

Un uomo bussò alla porta "FA SILENZIO!"

"HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

Il giorno dopo era davanti al letto della madre con il giaccone marrone addosso "Ciao Penny.

Penny Fleck.

Ho sempre odiato quel cognome.

Tu mi hai detto sempre che la mia risata era un disturbo.

Che c'era qualcosa che non andava in me.

Non è così.

Questo è il vero me."

"Haaappyyy..."disse la madre ansimando.

"Happy?"disse lui fumando "Non sono stato felice mai.

Neanche un minuto della mia vita del cazzo.

Sai cos'è buffo?

Cosa mi fa veramente ridere?"

Artur si alzò e le andò vicino "Ho sempre pensato che la mia vita fosse una tragedia..."

Lui le tolse il cuscino da dietro la testa.

"...ma adesso mi rendo conto,che è una cazzo di commedia."disse lui.

Artur le rimise il cuscino dietro la testa e guardò fuori dalla finestra.

Poco dopo era davanti alla tv nel salotto e alzava il volume.

Aveva i capelli tirati all'indietro,camicia bianca,panciotto rosso scuro,pantaloni rosso più chiaro e

scarpe nere.

Fumò una sigaretta e andò in un altra stanza dove c'era una tenda bianca,con fiori gialli.

Murray apparve alla tv,seduto alla scrivania,con la giacca grigia e la cravatta nera "Diamo il ben

venuto ad un caro amico..."

Artur uscì da dietro la tenda e imitò il saluto dell'uomo che si era presentato in tv,poi mandò gli

avambracci in avanti,mandando il busto all'indietro,poi si chinò in avanti mettendo la mano destra

sulla pancia,poi salutò verso il televisore,porse la mano destra,chinandosi a destra,poi si sedette sul

divano.

"Ciao Murray."disse Artur "Grazie mille per…

Ciao Murray,grazie mille per avermi invitato allo show.

È il sogno di una vita per me."

Artur restò in silenzio "Ciao Murray,è un piac…

È un piacere,è un piacere..."

Le gambe di Artur iniziarono a tremare,mentre lui si metteva la mano destra tra i capelli "Non

va,no.

Come scusa?

Oh è divertente Murray.

Sai anche io sono un comico.

Ti racconto una barzelletta?"

Il pubblico applaudì nella tv.

"Si?"disse Artur "Volete?

Ok.

Toc.

Toc,Toc."

Artur prese la pistola dalla cinta "Toc Toc?"

Artur si puntò la pistola sotto il mento,sparò,ma la pistola era scarica.

Lui mandò la testa all'indietro e il pubblico alla tv rise.

Poco dopo era davanti allo specchio,a petto nudo,con i capelli bagnati e con una sostanza verde.

Prese una boccetta di plastica e si versò il colorante verde sulla testa,mentre delle gocce gli

cadevano sul corpo.

Una volta che ebbe asciugato i capelli,essi erano diventati verdi.

Artur iniziò a ballare nel bagno,ruotando su se stesso e dimenandosi.

Una volta asciugato i capelli si tingeva il volto di bianco,con un pennello nella mano destra,mentre

aveva una sigaretta nella sinistra.

Si passò il pennello anche sulla lingua.

Era davanti lo specchio rettangolare della camera da letto della madre.

Artur prese una foto della madre,in bianco e nero,che la ritraeva da giovane e la tenne davanti a se

con la mano sinistra.

La donna aveva un lungo vestito bianco e capelli lunghi,poi voltò la foto e trovò scritto "Amo il tuo

sorriso Thomas Wayne".

Artur accartocciò la foto,poi la gettò.

Qualcuno suonò al campanello e lui aprì i cassetti del mobile,estraendo delle forbici e mettendole

nella tasca posteriore dei pantaloni.

Al campanello suonarono ancora.

"Arrivo."disse Artur che andò ad aprire trovando Brandon e il nano.

Brandon indossava un lungo cappotto nero,maglietta blu e pantaloni neri,mentre il nano indossava

un cappotto nero.

"Ciao Artur."disse il nano sorridendo "Come va la vita?"

"Ciao ragazzi."disse Artur sorridendo "Accomodatevi."

"Hai già trovato un altro lavoro?"disse il nano.

"No."disse Artur.

"Ah,allora stai andando a quel raduno davanti al municipio."disse Brandon.

Artur chiuse la porta.

"Ho sentito che sarà un pandemonio."disse Brandon.

"Ah,è oggi?"disse Artur.

"Si."disse Brandon "Il trucco per cos'è allora?"

"Mia madre è morta."disse Artur poggiandosi ad una parete a destra con la spalla "Faccio festa."

"Si,abbiamo saputo."disse Brandon "Per questo siamo passati.

Volevamo tirarti un po' su."

Il nano mostrò una bottiglia con del cartone intorno.

"Oh grazie."disse Artur "Ma sto bene… ho smesso di prendere le medicine.

E mi sento molto meglio."

"Oh...ok."disse Brandon "Buon per te."

Artur annuì e fumò.

"Senti,non so se l'hai saputo,ma sono venuti a farci visita gli sbirri."disse Artur "Hanno chiesto a

tutti di quegli...omicidi nella metro e..."

Artur spense la sigaretta sul muro con la mano sinistra.

"A tutti meno che a me."disse il nano.

"Perché il sospettato è una persona di altezza normale."disse Brandon "Se fosse stato un cazzo di

nano saresti già dentro."

Artur mise le mani sulle pareti alla sua destra e alla sua sinistra.

"Ha ha ha ha ha ha."disse Artur.

"Comunque...Hoyt ha detto che hanno parlato con te e...adesso cercano me...voglio solo sapere cosa

gli hai detto."disse Brandon.

Artur si voltò a destra,mettendo la mano nel taschino posteriore a destra.

"Devo assicurarmi che le versioni coincidano...visto che...tu sei mio amico e allora..."disse

Brandon.

"Hai fatto bene a pensarci."disse Artur "Certo...è importante."

"Lo capisci eh?"disse Brandon.

"Grazie."disse Artur "Grazie veramente..."

Artur lo pugnalò alla gola con le forbici.

"Cazzo!"disse il nano mentre l'altro urlava e il sangue schizzava fuori dal collo,poi Artur lo pugnalò

nell'occhio sinistro.

Il nano si allontanò "Cazzo!"

Artur spinse l'altro al muro.

Brandon si accasciò a terra.

"Perché?"disse il nano "ARTUR!"

Artur iniziò a sbattere la testa di Brandon al muro per 13 volte.

"NOOO!"urlò il nano piangendo.

Il corpo di Brandon cadde a terra.

Artur si mise seduto,con la parte destra del volto pieno di sangue.

"PERCHÉ DIAVOLO L'HAI FATTO?"disse il nano piangendo.

"Tu lo guardi il Murray Franklin Show?"disse Artur "Si?

Sarò ospite li oggi."

Il nano era in un angolo.

"È veramente pazzesco."disse Artur "Io in tv."

"Che cazzo Artur."disse il nano "Tu..."

"Cosa?"disse Artur "Tranquillo,puoi andare."

Il nano fece dei passi.

"Non ti farò niente."disse Artur.

Il nano rimase sconvolto nel vedere il corpo.

"Non guardare."disse Artur "Esci e basta."

Il nano andò verso la porta.

Artur urlò allungando le mani in avanti e lo fece fuggire verso la porta,ridendo.

Il nano tentò di aprire la porta,ma quando tentò di aprirla la catena la tenne chiusa.

L'uomo era troppo basso per arrivarci "Oh cazzo."

Il nano si voltò.

"Ehi,Artur."disse il nano "Potresti togliere la catena?"

"Ah...cazzo."disse Artur alzandosi "Scusa,Gary."

Artur tolse la catena "Gary?"

"Si?"disse il nano.

"Sei l'unico che è stato gentile con me."disse Artur che gli diede un bacio in testa e poi aprì la

porta"Vai."

Il nano fuggì.

Poco dopo Artur si era ripulito,aveva aggiunto il trucco blu sulle palpebre e sopra le sopracciglia,la

parte rossa sulla bocca che formava un sorriso,le sopracciglia rosse,indossava un panciotto giallo

ocra,camicia verde scuro,giacca rosso scuro e camminava nei corridoi.

Aveva i pantaloni dello stesso colore della giacca e le scarpe nere.

Aveva anche la punta del naso truccata di rosso.

Artur aprì l'ascensore e vi entrò.

Poco dopo ballava,fumando una sigaretta su una delle parti piatte della lunga scalinata,nella parte

media,poi iniziò a scendere le scale,ballando,saltò su un'altra zona piatta e continuò a ballare.

I 2 poliziotti erano in cima alla scalinata e lo guardarono.

"Ehi Artur!"disse quello magro "Dobbiamo parlare!"

Artur fuggì via,mentre i 2 cominciarono ad inseguirlo.

"EHI!"disse quello magro.

"FERMO ARTUR!"urlò quello con i baffi.

Artur corse,attraversò una strada,andò contro il cofano di un taxi,finendo sul parabrezza e rotolando

a terra,poi si alzò e corse via,salendo le scale di metallo che lo portarono alle rotaie sopraelevate ed

entrò in un treno dove tutti erano vestiti da clown o avevano maschere da clown.

"FERMATE IL TRENO!"urlò quello con i baffi battendo sulle porte "FERMATELO!"

"APRITE QUESTA CAZZO DI PORTA!"urlò quello magro che riuscì ad entrare e spintonò diverse

persone "Via cazzo!"

Artur cambiò vagone.

"E levati."disse uno di quelli vestito da pagliaccio al poliziotto.

"Che problemi hai?"disse una donna con la maschera.

"VIA LE MASCHERE!"urlò il poliziotto magro "VIA LE MASCHERE!

E GIÙ I CARTELLI!

FORZA!"

Artur passò nell'altro vagone.

Il treno passò sotto una galleria rettangolare.

L'uomo mostrò il distintivo "POLIZIA,GIÙ I CARTELLI!"

Artur tolse la maschera ad un uomo che lo spintonò "VAFFANCULO!"

Artur finì su un uomo,poi si spostò e l'uomo diede un destro al volto dell'altro.

Tutta la gente iniziò ad azzuffarsi,mentre Artur si metteva la maschera.

"POLIZIA!"urlò quello magro "SMETTETELA SUBITO!

POLIZIA!

POLIZIA!

GIÙ LE MASCHERE!"
Il poliziotto estrasse la pistola "INDIETRO!

GETTATE LE MASCHERE!

POLIZIA A TERRA!

TUTTI GIÙ ORA!"

La metro arrivò alla stazione,dove c'erano altre persone vestite da pagliacci.

"METTETEVI A TERRA,CAZZO!"urlò l'uomo,ma la sua mano venne afferrata e lui sparò.

La gente nel treno li aggredì.

"ARTUR!"urlò l'uomo.

Una volta che le porte del treno si aprirono i 2 poliziotti finirono a terra ed iniziarono ad essere

pestati dalla folla.

"Ha ha ha ha ha."disse Artur togliendosi la maschera ed iniziando a fare balletti da clown,poi gettò

la maschera nel bidone della spazzatura.

Camminò per dei corridoi rettangolari,con luci rettangolari bianche sul soffitto e pareti

bianche,piene di scritte.

Il pavimento era nero.

Diversi poliziotti stavano correndo dalla parte opposta,mentre lui camminava fumando

tranquillamente.

La notte seguente arrivò davanti ad un palazzo con una placca rettangolare sopra,luminosa e, ai

lati,c'era la foto di Murray.

Poco dopo Artur era in una stanza,seduto su una poltrona,con la testa piegata verso il soffitto.

Alla sua sinistra c'era un televisore su un mobile rettangolare nero.

Alla tv c'era l'uomo anziano che parlava "2 agenti di polizia sono stati aggrediti brutalmente nella

metropolitana oggi."

La parete dietro la tv era bianca,con dei quadri sopra e la parete a destra era rossa,con il volto di

Murray nero e un divano arancione allungato.

Accanto alla parete c'era una sedia nera,vicina ad un piano scuro,con uno specchio con 5 lampade.

"I 2 poliziotti sono in condizioni gravi,ma stabili al Gotham Metropolitan."disse l'uomo.

Artur rise e mise il gomito destro sul piano,tenendo in mano una sigaretta.

Sullo specchio c'era la scritta rosa che diceva "Ricordati di avere una faccia felice".

Qualcuno bussò alla porta e lui spense la sigaretta.

Entrò un uomo ,con baffi e barba,occhiali,in giacca marrone e con lui c'era Murray con gli occhiali

e la giacca grigia.

"Oh cielo,Murray."disse Artur alzandosi e stringendogli la mano.

"Ehi,ehi."disse l'altro "È il signor Franklin."

"Lascia stare."disse Murray "Sono tutte stronzate."

"Grazie Murray."disse Artur "È come se ti conoscessi.

Guardo il tuo show da una vita."

Murray annuì "Grazie.

Ma perché il trucco in faccia?

È perché protesti anche tu o..."

"No...non mi importa di quella storia delle proteste."disse Artur sorridendo "Non mi importa di

niente.

L'ho fatto solo per il mio numero."

"Davvero?"disse l'altro "E le sembra il caso?

Una persona vestita da clown è morta..."

"Va bene,va bene,lo sa cos'è successo."disse Murray.

"No,non lo so."disse Artur sorridendo.

"Ah.."disse Murray.

"Murray,è questo che voglio dire."disse quello con i baffi "Il pubblico impazzirà se andiamo in

onda con lui.

Si,forse per un po',ma non per tutto il segmento..."

"Jimmy funzionerà."disse Murray "Funzionerà.

Lo faremo."

"Ha ha ha ha ha!"disse Artur "Grazie Murray."

"Solo un paio di regole:niente parolacce o materiale spinto."disse Murray "Il mio è uno show

pulito.

Ok?"

"Si."disse Artur.

"Andrai dopo la dottoressa Sully."disse lui.

"Mi piace la dottoressa Sully."disse Artur.

"Bene,bene."disse Artur "Perfetto."

"Auguri."disse Murrey andando fuori.

"A Murray,un piccolo favore."disse Artur e l'altro si fermò.

"Si."disse Murray entrando.

"Quando mi farai entrare mi annunceresti come Joker?"disse Artur.

"Cos'ha che non va il vero nome?"disse Jimmy.

Artur lo indicò con l'indice destro "È così che mi hai chiamato nel tuo show.

Joker.

L'hai dimenticato?"

"L'ho fatto?"disse Murray.

"Non so."disse l'altro.

"Beh,e Joker sia."disse Murray "Mi piace."

"Grazie Murray."disse Artu uscirono chiudendo la porta.

Lui si rimise seduto guardando in alto e puntandosi la pistola al mento.

Poco dopo Murray era seduto ad un tavolino rettangolare,arancione,con i bordi neri,con alla sua

destra un divano giallo lungo a cui erano seduti un uomo in giacca e cravatta grigi e una donna

anziana.

"Non sarà facile,ci proverò giuro,ma non so se mia moglie me lo permetterà."disse Murray mentre

il pubblico rideva "Forse la mia prossima moglie.

Sara,voglio che veda il prossimo ospite con i suoi occhi,un dottore gli servirebbe."

Tutti risero.

"Cos'ha?"disse l'anziana con giacca grigia e gonna grigia "Problemi sessuali?"

Joker era dietro le tende multicolore con l'avambraccio destro sulla pancia e la sigaretta nella mano

sinistra vicina alla bocca.

"Oh di problemi deve averne un sacco."disse Murray "Va bene Bobby,manda quel video un ultima

volta."

Fu mostrato il video di Artur che rideva nella sala dove aveva provato ad esibirsi come comico.

Artur piegò il busto a destra,alzò il braccio sinistro,verso l'esterno e fumò lentamente,poi si mise a

ballare.

"Beh,forse avete già sentito questo video dal nostro ospite."disse Murray mentre la gente rideva

"Prima di far entrare il nostro ospite lasciatemi dire che siamo tutti sconvolti per quello che sta

succedendo in città stasera,ma è così che lui voleva presentarsi.

E francamente credo che ci farebbe bene,una risata,quindi diamo il benvenuto a Joker."

La tenda venne aperta e lui entrò facendo un balletto da clown,poi girò su se stesso 3 volte e il

pubblico applaudì e rise.

Joker strinse la mano a Murray e poi baciò la donna sulla bocca,mentre il pubblico rideva e

fischiava.

La donna rimase allibita e si guardò intorno con le braccia spalancate.

Lui si sedette su una poltrona gialla tra la scrivania e il divano.

"Tutto bene dottoressa?"disse Murray e il pubblico rise "Beh è stata un'entrata d'effetto?"

La gente rise.

Joker guardò davanti a se con le gambe incrociate.

"Stai bene?"disse Murray e la gente rise.

"Si."disse Joker "È esattamente come lo immaginavo."

La gente rise.

"Non posso dire lo stesso."disse Murray e la gente rise,insieme a Joker "Beh,che ci puoi dire di

questo look?

Quando abbiamo parlato prima hai detto che non è una presa di posizione politica,esatto?"

"Esatto Murray,non centra la politica."disse Joker "Cerco solo di far ridere le persone."

"E come procede?"disse Murray.

La gente rise.

"HA HA HA HA HA HA!"disse Artur.

"Allora…disse Murray leggendo dei cartellini "So che sei un comico.

Lavori a del nuovo materiale,vuoi raccontare una barzelletta."

Il pubblico rise.

"Si!"disse Artur che prese un quaderno.

"Oh."disse Murray e il pubblico rise "Ha un quaderno.

Un quaderno di barzellette."

Joker iniziò a sfogliare il quaderno.

"Fa con comodo,c'è tempo."disse Murray e tutti risero.

"Allora...una sera una ragazza bussa alla mia porta e mi dice: "Eri tu che mi seguivi

oggi,vero?"."disse Artur che voltò pagina.

"Si".dico io "Mi spiace".

E lei risponde: "Avrei voluto che rapinassi il locale dove sono entrata".

E io le dico: "La pistola ce l'ho.

Ci torno domani"."

La gente iniziò a ridere.

"Accidenti!"disse Murray.

"Ora questa."disse Artur "Quando eravamo piccoli eravamo poveri,ma così tanto poveri che a

natale non c'erano i soldi per i regali.

Però noi credevamo a Babbo Natale e chiedevamo a nostro padre: "Come mai Babbo Natale non ci

porta i regali?"

Allora per giustificare questo fatto nostro padre usciva la sera della vigilia con il fucile da

caccia,sparava un colpo in aria,tornava dentro e diceva: "Babbo Natale si è suicidato"."

La gente rise.

"Eccone un'altra."disse Artur "Toc Toc."

"E hai dovuto leggerla?"disse Murray.

"Voglio raccontarla bene."disse Artur "Toc toc."

"Chi è?"disse Murray e la gente rise.

"È la polizia,può aprire?"disse Joker "Un ubriaco ha investito suo figlio,è deceduto."

La gente rimase sconvolta.

"Oh no,no no."disse la donna "Non si scherza su argomenti così."

"Si,questo non fa ridere Artur."disse Murray "Non è il tipo di umorismo che facciamo in questo

show.

Cene sono altri che in effetti fanno battute pesanti così,ma non qui."

Artur annuì "Si,mi dispiace.

È che sono state settimane un po' dure,Murray.

Si intendo da quando...ho ucciso quei 3 di Wall Street."

La gente iniziò a mormorare.

"Ok,stiamo aspettando la battuta."disse Murray.

"Non c'è la battuta."disse Joker"Non sto scherzando."

"Fatelo andare via."disse uno del pubblico.

"Sei serio?"disse Murray chinandosi avanti "Stai dicendo che hai ucciso tu quei 3 ragazzi nella

metro?"

"Si."disse Joker "E poi non erano tre ragazzi come dicono tutti."

"E cosa erano?"disse Murray.

"Tre stronzi che volevano violentare una donna."disse Joker"Potrei descriverla nei minimi

dettagli."

"E perché ti dovremmo credere?"disse Murray.

"Perché non ho più niente da perdere."disse Joker "Niente può più ferirmi.

La mia vita è solamente una commedia."

La gente mormorò ancora.

"Fammi capire bene."disse Murray "Tu pensi che uccidere degli uomini sia divertente?"

"Certo."disse Joker "E ne ho abbastanza di fingere che non lo sia.

La comicità è soggettiva,Murray.

Non si dice così?

Tutti voi...il sistema che sa tutto e ci comanda!...voi decidete che cosa è giusto o sbagliato allo

stesso modo in cui decidete cosa fa RIDERE! oppure no!"

"Cacciatelo via."disse uno del pubblico.

"Ah ok."disse Murray "Credo che potrei capire,se tu...volessi dar vita ad un movimento per

diventare un simbolo..."

"Ah andiamo Murray,ti sembro il tipo di clown che fonda movimenti?"disse Joker "Ho ucciso

quegli uomini perché erano orrendi.

Tutti in effetti sono orrendi oggigiorno.

Abbastanza da far impazzire chiunque."

"Ok,quindi saresti pazzo?"disse Murray "È questa la tua difesa per aver ucciso 3 uomini?"

"No."disse Joker "Quelli neanche morti avrebbero azzeccato una nota."

La folla iniziò a mormorare e Joker rise.

"Oh ma perché tutti si disperano così per quei tizi."disse Artur "Quei tre molestatori di merda!

Se fossi stato io a morire sui marciapiedi mi avreste camminato sopra!

Io vi passo accanto ogni giorno,non mi notate,invece quei tre delinquenti sono importanti solo

perché Thomas Wayne è andato a piangere per loro in tv!"

"Hai un problema con Thomas Wayne?"disse Murray.

"Si,esatto ce l'ho."disse Joker "Ti sei accorto di come è diventato la fuori,Murray?

Ti capita mai di uscire dallo studio?

Sono tutti li a strepitare,a urlare l'uno contro l'altro.

Non c'è più una sola cazzo di persona educata.

Nessuno più prova a mettersi nei panni dell'altro.

Credi che uomini come quei 3 o uomini come Thomas Wayne si chiedano cosa vuol dire essere uno

come me o come tutti gli altri?

Essere una persona diversa da loro?

Non lo fanno.

SONO CONVINTI CHE CE NE STAREMO LI SEDUTI,IN SILENZIO,COME BRAVI

BAMBINI!

CHE NON CI TRASFORMEREMO IN LUPI MANNARI!"

"Hai finito?"disse Murray "Come mai tanta autocommiserazione?

Stai cercando delle scuse per aver ucciso quei 3 uomini?

Non necessariamente sono tutti così orrendi oggigiorno?"

"Tu sei orrendo Murray."disse Joker.

"Io sarei orrendo?"disse Murray "In che modo sarei stato orrendo?"

"Mandando il mio video."disse Joker "Invitandomi al tuo show.

Volevi solamente prenderti gioco di me.

Sei come tutti gli altri."

"Tu non sai un bel niente di me,amico."disse Murray "Guarda cos'ha portato quello che hai

fatto,cos'ha scatenato.

Ci sono delle sommosse la fuori,2 poliziotti sono in condizioni critiche..."

Joker rise.

"...e tu ridi."disse Murray "Tu ridi!

Qualcuno è stato ucciso oggi a causa di quello che hai fatto."

Joker annuì "Lo so!

Che ne dici di un'altra barzelletta?"

"No,ne ho abbastanza delle tue barzellette."disse Murray.

"Cosa ottieni..."disse Joker.

"Ho detto di no."disse Murray.

"...se metti insieme..."disse Joker.

"Ho detto basta!"disse Murray.

"...un malato di mente solitario..."disse Joker.

"BASTA!"disse Murray.

"...CON UNA SOCIETÀ CHE LO ABBANDONA E LO TRATTA COME IMMONDIZIA!?"disse

Joker.

"Chiamate la polizia!"disse Murray.

"TE LO DICO IO COSA OTTIENI!"urlò Joker.

"Chiamate la polizia!"disse Murray.

"OTTIENI QUEL CAZZO CHE TI MERITI!"urlò Joker che sparò in testa a Murray.

La gente urlò e fuggì,mentre quello in giacca e cravatta abbracciò la donna.

Alcune macchie di sangue arrivarono sulla parte sinistra del volto di Joker.

Le gambe di Joker tremarono e lui sorrise guardandolo "Ha ha ha ha."

Joker batté la mano destra sul bracciolo,poi si alzò e sparò al petto di Murray,poi gettò la pistola sul

tavolo ed iniziò a farsi un balletto,poi prese una telecamera e se la puntò in faccia.

"Buona notte."disse Joker "E ricordate sempre...questa è la..."

La connessione venne interrotta.

In un telegiornale il vecchio parlò dell'accaduto.

"Ultime notizie."disse l'uomo "Il popolare presentatore di talk show,è stato ucciso in diretta con un

colpo di pistola durante il suo programma..."

Altri telegiornali parlarono dell'accaduto.

Joker era in un'auto della polizia che passava per delle strade piene di manifestanti e auto in

fiamme.

Joker aveva la testa poggiata sul finestrino e rise,vedendo una zona piena di fumo,gente che tirava

delle boccette incendiarie e devastava tutto.

"Ciao."disse Joker sorridendo "Ha ha ha ha ha ha."

"Smettila di ridere,razza di maniaco."disse quello che guidava.

"Sta bruciando la città per quello che hai fatto."disse l'altro.

Artur appoggiò la testa sulla grata "Lo so.

Non è bellissimo?

HA HA HA HA HA!"

Un'ambulanza andò contro la macchina,poi un taxi le andò addosso da davanti e si piegò su un lato.

La folla scatenata e urlante si avvicinò tirando fumogeni.

Dal camion scese un uomo con la maschera da clown e trovò Joker svenuto con un taglio sulla

tempia destra,poi lui e altri lo tirarono fuori dall'auto e lo misero sul cofano,mentre la folla si

avvicinava.

In un altra zona della città c'erano altri con maschere da clown che colpivano le macchine con i

piedi da porco e gli davano fuoco.

Su un palazzo c'era un insegna rettangolare,piena di luci,con porte di vetro,con contorni dorati

sotto.

Da una di queste porte uscì Thomas Wayne che portò via il figlio e la moglie.

L'uomo indossava un lungo cappotto grigio,mentre lei una pelliccia marrone.

Joker rinvenne sputando sangue e si alzò.

La folla armata di mazze iniziò ad acclamarlo.

Joker si mise in piedi sul cofano,iniziò a ballare,si fece un sorriso con il sangue e rise,spalancando

le braccia.

La folla iniziò ad urlare.

Tempo dopo Joker era dentro una stanza bianca di un ospedale psichiatrico,con maglietta bianca a

maniche corte,pantaloni bianchi e rideva istericamente,poi fumò.

Davanti a lui c'era una donna di colore,con giacca viola scuro.

I 2 erano seduti ad un tavolino bianco,rettangolare,con un registratore sul lato destro e varie

cartelline aperte.

La stanza aveva un pavimento bianco,con i bordi neri,dietro la donna c'era una finestra rettangolare

con delle grate,in un'incavatura del muro,tra 2 colonne di mattoni bianchi.

Alla sua sinistra c'era anche un vetro rettangolare blu.

"Hahahahahahahahaaaa!"disse Joker che fumò.

"Cos'è che la diverte,signor Joker?"disse la donna.

"Stavo solo pensando ad una barzelletta...ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha..."disse Joker.

"Le va di raccontarmela?"disse la donna.

"Sarebbe inutile."disse Joker.

Poco dopo Joker camminava nel corridoio lasciando orme di sangue dietro di se,poi fuggì.