SMALLVILLE:SPORE ASSASSINE

1982

Il Sole stava sorgendo sui campi.

La porta del rifugio dove era l'astronave venne aperta e Marta scese le scale.

Aveva la parte frontale dei capelli legati dietro la testa,maglione viola,jeans blu e scarpe nere.

Con le mani teneva a sinistra il contenitore cilindrico verde che conteneva l'oggetto ottagonale.

La donna guardò l'astronave,aprì il contenitore ed estrasse l'ottagono di metallo,confrontandolo con

la serratura.

"Mamma sei qui?"disse la voce di Clark.

Lei si voltò di scatto,rimise l'oggetto nel contenitore e lo richiuse.

"Clark?"disse Marta e lui scese le scale.

Indossava una camicia rosso scuro,con linee bianche e nere,jeans blu e scarpe nere.

"Pensavo fossi andato dal ferramenta con tuo padre."disse Marta.

"Non ancora."disse Clark "Papà si è ricordato che il pezzo che gli serve è nel granaio."

"Ah..."disse lei.

"Ma che ci fai quaggiù?"disse Clark.

"Ah...sono venuta a prendere delle pesche per il dolce."disse Marta "Salgo subito."

"Ok."disse Clark andando via.

Lei guardò di nuovo il mezzo,poi guardò dei barattoli di vernice scoloriti in un angolo,si avvicinò

cominciò a spostarli, mettendosi in ginocchio,dopo aver preso una paletta da una scaffalatura.

Lei iniziò a scavare nel suolo di terra,ma mentre lo faceva una sottile polvere verde uscì dal terreno

e venne respirata dalla donna.

La polvere era composta da particelle verdi,circolari e piene di punte coniche dirette verso l'esterno

che iniziarono a farsi strada dentro il suo corpo fino ad attaccarsi ai polmoni.

Lei seppellì il contenitore, lo ricoprì con la terra e cominciò a tossire,mentre rimetteva i barattoli al

loro posto.

Jonathan era a controllare i tubi sotto il lavandino,stando sdraiato di schiena.

Indossava una camicia aperta blu,con linee bianche verticali e orizzontali,jeans blu,scarpe marroni e

intorno a lui c'erano vari attrezzi da lavoro.

"Dovrebbe funzionare."disse Jonathan che si alzò e provò ad aprire l'acqua.

Marta entrò in quel momento con un contenitore in mano con dentro delle pesche "Ah!

Avete fatto presto."

Clark era poggiato su un piano di legno con le braccia incrociate "Non ha voluto che lo aiutassi,ha

detto che gli avrei fatto perdere tempo."

"Figliolo,per quanto sia difficile da credere,le tue capacità non possono sostituire la mia

esperienza."disse Jonathan.

Marta prese una brocca di vetro con dentro del liquido giallo "Beh,vi siete meritati un bel bicchiere

di limonata fresca."

Marta iniziò a tossire.

"Mamma stai bene?"disse Clark.

La brocca gli cadde di mano e si ruppe,poi lei svenne e stava per cadere sui pezzi di vetro,ma Clark

si mosse a super velocità afferrandola.

"MARTA!"disse Jonathan soccorrendola.

"Papà non respira."disse Clark.

"Marta?"disse Jonathan toccandole il volto "Marta?"

Poco dopo Clark e Jonathan erano fuori da una stanza d'ospedale e Marta era nel letto.

Clark indossava il giaccone chiaro e Jonathan indossava quello scuro.

"La buona notizia è che adesso è stabile e riesce a respirare da sola."disse la dottoressa.

"Non riesco a capire."disse Jonathan "Ha lavorato all'aperto tutta la mattina,stava bene.

Cosa può esserle successo all'improvviso?"

"A mio parere abbiamo a che fare con qualche tossina."disse la dottoressa "Mi farò un'idea più

precisa quando avrò le analisi del sangue."

"Va bene."disse Jonathan "Io non mi muovo da qui."

"Allora le farò portare un buon caffè."disse la donna andando via.

"Grazie."disse Jonathan.

"Guarirà presto."disse Clark.

"Lo so figliolo."disse Jonathan "E so anche che non avrebbe voluto che restassimo entrambi qui."

"Io non me ne vado."disse Clark.

"Clark tua madre aveva un elenco di cose da fare per la raccolta fondi."disse Jonathan "Sai quanto è

importante per lei."

"Va bene."disse Clark mettendo la mano sinistra sulla spalla del padre "Ma appena ho finito tornerò

subito qui."

Clark andò via.

Clark entrò nel Taloon con una scatola.

Lana era al bancone,indossava una maglietta celeste a mezze maniche,jeans blu e scarpe nere.

"Ehi Clark...non doveva essere tua madre a portare la roba?"disse Lana.

"Doveva,ma...questa mattina si è sentita male."disse Clark.

Al bancone c'erano sia Chloe che Pit.

Chloe indossava una giacca nera,maglietta rossa,scollata,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Pit

indossava un giaccone nero,maglietta bianca,jeans blu e scarpe marroni.

"Mio padre è all'ospedale con lei."disse Clark e gli altri 2 lo guardarono.

"Ospedale?"disse Lana sconvolta "È una cosa seria?"

"Hanno idea di cosa abbia?"disse Pit.

"Aspettano i risultati dei test."disse Clark.

"Ma devono sapere qualcosa,che sintomi aveva?"disse Chloe.

"Ha dei problemi respiratori."disse Clark.

"Questa serata è stata un'idea di tua madre,forse dovremmo rimandarla a quando si sarà

ripresa."disse Lana.

"No...apprezzo il pensiero Lana,ma ci teneva molto e rimarrebbe delusa se la cancellassimo."disse

Clark "Ora torno in ospedale."

Clark andò via e Chloe lo seguì con lo sguardo.

Jonathan era seduto in una zona dell'ospedale dove c'erano 4 file di sedie,di cui 2 poste vicino a

delle pareti,mentre le altre 2 poste in mezzo alla stanza.

Le sedie erano di legno,con cuscini bianchi.

La zona alla sua sinistra aveva delle pareti verde scuro,con finestre che avevano quadrati di vetro

con alcune parti rosse.

Le pareti laterali erano oblique verso l'esterno,mentre quella centrale era dritta.

Accanto a lui,a sinistra,c'era un uomo che leggeva il giornale,mentre dietro di lui,c'erano un uomo

e una donna che parlavano.

"Signor Kent?"disse la dottoressa e Jonathan si alzò iniziando a camminare "So che ne abbiamo già

parlato,ma glie lo devo chiedere ancora una volta.

Marta è stata esposta a qualche sostanza insolita negli ultimi giorni?"

"No,niente a cui non sia stata esposta prima."disse Jonathan "Di che si tratta?"

"Ho esaminato i campioni del sangue di Marta e i suoi sintomi indicano una reazione tossica

acuta,ma non riesco ad identificarne la fonte."disse la donna.

"Ma potete...potete fare qualcosa per lei giusto?"disse Jonathan.

"Ho mandato i suoi campioni di sangue a Metropolis per altre analisi,ma ad essere sincera sono

preoccupata."disse la dottoressa "Sia per Marta che per il suo bambino."

"Bambino?"disse Jonathan guardandola.

"Non lo sapeva?"disse la dottoressa.

"Ci dev'essere qualche errore,il dottore ci disse che non avrebbe mai potuto avere un

bambino."disse Jonathan.

"Il vostro medico di base mi ha mandato la cartella di Marta."disse lei "Non c'è alcun errore."

La donna andò via e Jonathan guardò dal vetro che dava sulla stanza della donna che era senza

coscienza e con una maschera per respirare sul volto.

La dottoressa si sedette alla scrivania nel suo studio e trovò Lex seduto davanti al tavolo.

Lex indossava un cappotto nero lungo,maglietta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.

La scrivania di legno aveva un telefono nero,vari fogli,porta matite e delle gomme.

La stanza aveva le pareti viola chiaro,con un attaccapanni vicino alla porta,mentre a sinistra

dell'oggetto c'era una finestra con delle tende e dopo dei camici appesi al muro.

Dietro Lex c'era un lungo mobile con dei cassetti viola,un piano con sopra un microscopio e altri

oggetti e sopra c'erano delle lampade di metallo rettangolare.

"Ho visto il signor Kent nell'atrio."disse Lex "Mi è sembrato preoccupato."

"Stiamo facendo il possibile."disse la dottoressa.

Lex vide un foglio "Ottima scuola."

"D'accordo,leggi pure."disse lei alzandosi e andando ad aprire il cassetto di un archivio nero.

"Ti offrono una borsa di studio di 3 anni per la ricerca."disse Lex leggendo il foglio "Sono

sconcertato."

"È un'opportunità per fare ricerca pura in uno dei migliori ospedali del paese."disse lei andando alla

scrivania.

"Contro i piaceri rurali dello Smallville Medical."disse Lex.

"Lex mi piace il mio lavoro qui,ma la ricerca è sempre stata il mio primo amore."disse lei "Allora?

Cosa ne pensi?"

Lui si alzò "Fidati di me.

Non c'è niente di peggio di un'opportunità mancata."

Un uomo con capelli neri,con la riga a sinistra,che indossava un giaccone nero,pantaloni neri e

scarpe nere entrò nella stanza mentre un altro era fuori e parlava ad una trasmittente.

"Dottoressa Helen Bryce?"disse l'uomo.

"Si?"disse lei.

"Sono il dottor Gordon,siamo qui per Marta Kent."disse lui.

"Ti lascio tornare a lavoro."disse Lex che uscì.

"Un bambino?"disse Clark camminando nei corridoi con il padre.

"Si e lei non mi ha detto niente."disse Jonathan.

"Perché l'ha tenuto nascosto?"disse Clark.

"Giuro che non lo so."disse Jonathan.

"Signor Kent?"disse Helen che portò con se Gordon e altri 2 "Il dottor Gordon della D.C.A. per il

controllo malattie."

"Signor Kent."disse l'uomo stringendogli la mano.

"Controllo malattie?"disse Jonathan "Scusi,ma questo cos'ha a che fare con mia moglie?"

"L'agenzia per il controllo malattie viene chiamata quando è in pericolo la sicurezza pubblica."disse

Helen "Il laboratorio di Metropolis ha mandato loro le analisi."

"Non voglio allarmarla,ma la malattia di sua moglie è stata provocata da una tossina

sconosciuta."disse Gordon "Noi siamo qui per trovarla e identificarla."

"Potrebbe ammalarsi qualcun altro?"disse Clark.

"Non possiamo saperlo non conoscendone ancora la natura...dobbiamo ripercorrere gli spostamenti

della signora Kent negli ultimi giorni."disse l'uomo.

"Ah...non ha mai lasciato la fattoria,è sempre stata al telefono per la raccolta fondi."disse Jonathan.

"È da li che dobbiamo cominciare."disse Gordon che iniziò a camminare.

"Cominciare cosa?"disse Jonathan seguendolo.

"A setacciare la fattoria per individuare la tossina,dobbiamo controllare la casa,tutto ciò con cui la

signora Kent può essere venuta a contatto."disse Gordon.

Jonathan portò Clark in disparte "Clark...l'astronave."

Clark corse via a super velocità,aprì il rifugio e corse all'interno.

Nel momento in cui i suoi piedi toccarono il suolo sollevarono della polvere verde e lo stesso

accadde quando lui iniziò a toccare un telo blu per coprire il mezzo.

Poco dopo Clark era sul pick up rosso e sul retro aveva il mezzo.

In macchina c'era Pit.

"L'astronave sarà al sicuro nel tuo capannone?"disse Clark.

"Si,la metterò dietro il tavolo da ping pong."disse Pit "Non la troverebbe nemmeno Indiana Jones."

"Già."disse Clark ridendo,ma poco dopo iniziò a sentirsi male e a chiudere gli occhi.

"Clark!"disse Pit vedendo che il mezzo si stava dirigendo sulla corsia opposta,poi cominciò a

sbandare da una parte all'altra "CLARK COSA STAI..."

Il mezzo si fermò e la parte dietro andò nel piccolo fosso ai lati della strada.

"Pit stai bene?"disse Clark.

"Si,tutto a posto."disse Pit "Che è successo?"

"Non lo so."disse Clark.

"Forza,usciamo di qui."disse Pi scesero.

"Dai riportiamolo sulla strada."disse Pit.

Clark provò a muovere il mezzo ma non ci riuscì.

"Clark smettila di scherzare,ti ho visto spostare cose molto più pesanti."disse Pit.

"Ci sto provando...ma non ci riesco Pit."disse Clark che si sforzò.

Pit vide delle auto della polizia in lontananza con dietro un grosso furgone.

"Allarme X Files."disse Pit.

"È la squadra della D.C.A."disse Clark.

"Dobbiamo riportarlo sulla strada."disse Pit che iniziò a spingere con Clark.

I 2 riuscirono a muovere il mezzo.

"Ci siamo..."disse Pit.

I 2 videro i mezzi passargli davanti.

Poco dopo una macchina nera,con la scritta D.C.A. arrivò davanti alla casa dei Kent che era stata

circondata da del nastro giallo.

Un uomo completamente coperto da una tuta isolante marrone,guanti neri e

stivali neri portò una valigetta gialla dentro la casa.

La testa era coperta da un casco rettangolare,con una vetrata rettangolare sul davanti.

All'altezza della vita aveva una fascia nera connessa ad una scatoletta nera rettangolare.

Un altro uomo con gli stessi abiti era a controllare le piante vicino alla casa,mentre un altro portava

via dei sacchi di plastica e aveva una valigia grigia.

Altri uomini erano nel fienile.

Uno scese le scale e portò dei campioni dentro dei sacchi di plastica,mentre un altro metteva dei

pezzi di terra dentro i sacchi.

Su un piano di metallo furono messe tutte le buste di plastica.

La zona era disseminata di valige arancioni,piccoli contenitori cilindrici bianchi,con il coperchio

giallo e altri contenitori gialli con macchie nere.

Altri uomini erano nei recinti e per i campi.

Sulla strada c'era anche la macchina della polizia.

Il pick up di Clark arrivò in quel momento.

Jonathan era poggiato su delle transenne all'ingresso della proprietà e poco oltre c'era Gordon che

parlava ad una trasmittente.

"Tutto a posto fin'ora?"disse l'uomo "Niente di nuovo?"

Clark scese dal mezzo "Trovato qualcosa?"

"No,non ancora."disse Jonathan "Sei riuscito a portar via l'astronave?"

"Si,è da Pit."disse Clark "È al sicuro."

"Papà,mentre stavo guidando,mi si è annebbiata la vista e ho perso il controllo del furgone."disse

Clark.

"Tu e Pit state bene?"disse Jonathan.

"Si,ma per un momento ho perso la mia forza."disse Clark.

"Dottor Gordon?"disse una voce alla radio.

"Si?"disse Gordon.

"Ho trovato qualcosa nel rifugio anti tempesta,c'è un riscontro positivo a materia organica

particellare."disse la voce "È come se qualcuno scavando avesse sollevato e disperso una sorta di

spora."

"Prendine un campione della superficie."disse Gordon "A 10 e 50 centimetri."

Nel rifugio c'erano 2 uomini con le tute protettive.

Uno era accucciato,mentre l'altro,che era alzato,iniziò a scavare con una pala.

Quello accucciato spostò la terra con le mani e vide il barattolo verde.

Poco dopo Gordon aveva in mano un sacchetto con dentro l'oggetto ottagonale.

"Signor Kent,ho trovato questo in un barattolo seppellito nel suo rifugio anti tempesta."disse

Gordon mentre un altro teneva un sacco con dentro il barattolo "L'ha mai visto prima?"

Jonathan scosse la testa "No."

"La signora Kent di recente è stata giù nel rifugio?"disse Gordon.

"Non che io sappia,di solito lo teniamo chiuso."disse Jonathan.

"Veramente l'ho vista li questa mattina."disse Clark.

Gordon si voltò e prese la trasmittente "Qui Gordon,voglio subito una squadra che controlli ogni

centimetro di quel rifugio anti tempesta."

"Papà non capisco,stiamo cercando quella chiave da mesi,com'è finita nel rifugio?"disse Clark

camminando con il padre.

"Quando ho riparato il lavabo il barattolo della farina era li,tua madre l'avrà spostato mentre

andavamo dal ferramenta."disse Jonathan.

"Perché non ha detto che l'aveva lei?"disse Clark.

"Avrà avuto le sue ragioni Clark."disse Jonathan "Ora sono più preoccupato per la sua salute."

"Si anche io."disse Clark "Che cosa saranno queste spore?"

"Non lo so."disse Jonathan fermandosi e mettendogli una mano sulla spalla "Ma anche tu sei stato

esposto,forse è per questo che hai perso la tua forza."

"No,ho avuto solo un malore,sto bene."disse Clark "Non preoccuparti per me.

Dobbiamo pensare alla mamma."

Marta era nella stanza d'ospedale e tossiva.

Jonathan la osservò dall'esterno e poi entrò.

"Tesoro."disse Jonathan che le toccò la testa con la mano sinistra "Come ti senti?"

"Avrei dovuto dirti che aspettavo un bambino."disse Marta "Mi dispiace tanto."

"Perché non me l'hai detto?"disse Jonathan.

"Temevo che se l'avessi detto ad alta voce...sarebbe svanito."disse lei.

Jonathan prese una sedia e si sedette "Marta...ma come credi sia possibile."

"Il giorno del tornado,quando Nixon aprì l'astronave di Clark...accadde qualcosa di molto

strano."disse lei tossendo "Ci fu una luce accecante e io sentì come un'ondata di energia

attraversare il mio corpo."

"Tu...credi che l'astronave abbia il potere di guarire?"disse Jonatnan.

"Credo che l'astronave abbia reso possibile che io restassi incinta."disse Marta.

"Comunque sia accaduto amore,è un miracolo."disse Jonathan "Ah...hanno trovato la chiave...nel

rifugio.

Perché ce l'hai tenuta nascosta?"

"Sapevo che era sbagliato...ma temevo...che se Clark avesse aperto l'astronave e scoperto la sua

verità,sulle sue origini,lui...se ne sarebbe andato via."disse Marta piangendo.

"Oh Marta,sai bene che questo non succederà mai."disse Jonathan che le baciò la mano mentre lei

tossiva.

La stessa notte Lana era in mezzo ad un prato.

Indossava un giubetto di jeans blu,maglietta bianca scollata,jeans blu e scarpe nere.

"Clark?"disse lei vedendo Clark sotto il portico.

"Ciao Lana."disse Clark.

"Volevo assicurarmi che stessi bene."disse Lana salendo le scale.

"È strano come dei ricordi riaffiorino casualmente eh?"disse lui mentre lei si poggiava ad una

colonna sorridendo"Quando ero in seconda elementare avevo paura di andare a scuola perché

pensavo che mia madre sarebbe scomparsa e non l'avrei più rivista."

Clark si mise le mani in tasca e si strinse le spalle "Non salivo nemmeno sul pulmino della scuola

finché non mi prometteva che mi avrebbe aspettato.

E infatti...lei era li quando entravo da quella porta."

"Non preoccuparti Clark."disse Lana "Tra qualche giorno sarà di nuovo li ad aspettarti come

sempre."

Lui sentì freddo.

"Clark?"disse lei "Stai bene?"

Clark cadde dalle scale.

"Clark!"disse lei soccorrendolo e trovandolo svenuto.

Poco dopo Helen entrò nella casa e lo trovò sul divano.

Lei indossava una giacca grigia,camicia bianca,pantaloni grigi e scarpe nere.

"Cos'è successo?"disse Helen che si avvicinò mentre Jonathan si alzava.

"Lana ti prego,vuoi scusarci per favore?"disse Jonathan.

"Si."disse Lana che andò alla porta.

La dottoressa tolse la coperta dal petto di Clark e gli sentì il battito.

Clark era privo di coscienza e aveva la testa poggiata sul cuscino.

"Clark è stato esposto alla stessa tossina di sua madre."disse Jonathan.

"Avrebbe dovuto chiamare un'ambulanza,deve andare all'ospedale."disse Helen "Dobbiamo

informare la DCA immediatamente."

"Mi dispiace,ma non posso farlo."disse Jonathan.

"Perché non può farlo?"disse Helen.

"Ho bisogno che mi prometta che non dirà a nessuno di questo."disse Jonathan mentre lei legò un

laccio intorno al bicipite destro di Clark "E intendo a nessuno."

"Signor Kent io prendo molto sul serio la riservatezza dottore paziente,ma Clark ha bisogno di

cure."disse Helen prendendo una siringa.

"Clark non è quello che lei definirebbe un ragazzo normale."disse Jonathan.

"Mi serve un campione di sangue."disse lei.

"Ascolti,le dico che non può farlo."disse Jonathan.

"È forse per motivi religiosi?"disse Helen.

"No,intendo che letteralmente non può farlo."disse Jonathan.

Lei riuscì a bucargli la pelle con l'ago e a prendere il sangue con la siringa.

"Non porti quel campione in un laboratorio."disse Jonathana avvicinandosi.

"Signor Kent sto cercando di aiutare suo figlio,ma non posso aiutarla se non mi dice che

succede."disse Helen.

"Deve promettermi che analizzerà lei stessa questo sangue."disse Jonathan afferrandole

l'avambraccio destro "Sono sicuro che capirà perfettamente quando farà le analisi perché non può

dire a nessuno del problema di Clark."

Helen guardò Clark.

Poco dopo mise la piastrina con il sangue sotto il microscopio e guardò,poi tirò su la testa e guardò

di nuovo "Oh mio Dio..."

Lex aprì la porta bussando.

"Lex..."disse Helen.

"Sono passato a vedere come sta la signora Kent."disse Lex,mentre lei rovesciava un foglietto "Ho

visto la D.C.A.,dev'essere grave."

"Sai bene che non posso parlare dei miei pazienti."disse Helen.

"I Kent sono come una famiglia per me."disse Lex avvicinandosi.

"Lo so e ti direi tutto se potessi."disse Helen facendo qualche passo.

"Vorrei soltanto poter fare qualcosa per aiutarli."disse Lex.

"Sfortunatamente non sempre la medicina ha tutte le risposte."disse Helen incrociando le braccia.

"Immagino sia questa l'attrattiva per la ricerca."disse Lex che si avvicinò al microscopio e mise la

mano sul tavolo "La possibilità di svelare i misteri della scienza."

Lei andò a prendere il foglio e la cartellina "Sarà meglio che torni al lavoro."

Lex andò verso la porta,ma si fermò "Helen,il John's Hopkins sarà fortunato ad averti."

Lex uscì.

Helen guardò verso il microscopio.

Il giorno dopo Chloe arrivò alla casa dei Kent con una macchina rossa decappottata.

Il cielo era nuvoloso.

Lei indossava una giacca marrone,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

Chloe scese dal mezzo con una borsa marrone,andò verso la casa e Jonathan aprì.

"Salve signor Kent."disse Chloe "Lana mi ha detto tutto.

Clark sta bene?"

"Ecco...lui ora sta riposando sul divano,appena si sveglierà gli dirò che sei passata a salutarlo."disse

Jonathan.

"In effetti io...scusi devo essere più fastidiosa di un venditore ambulante,ma se non le spiace vorrei

stargli vicino per un po'."disse Chloe.

"Ah si...certo scusami,vieni pure."disse Jonathan.

Chloe entrò.

"Io aspetterò di sopra."disse Jonathan.

"Grazie."disse Chloe che si sedette su una sedia accanto a Clark che era ancora sul divano "Ciao

Clark."

Lei gli accarezzò il bicipite destro.

"La tua sarà una storia da prima pagina."disse Chloe "Clark Kent interrompe il suo record di

presenze scolastiche mai interrotte.

Scusami.

Lo sto facendo di nuovo.

È che...non ti ho mai visto malato prima.

E mi ha fatto pensare che...se ti accadesse qualcosa...e io... non avessi la possibilità..."

Lei estrasse una lettera dalla borsa "Così,in una classica manovra per evitare l'intimità emotiva,ho

scritto i miei sentimenti in modo da poterteli leggere,evitando quindi un imbarazzante incrocio di

sguardi.

Io voglio confidarti un segreto.

Non sono come tu credi,anzi la mia maschera è pessima a tal punto che sono sorpresa che tu ti sia

lasciato ingannare.

Io sono la ragazza dei tuoi sogni travestita da migliore amica.

A volte vorrei strapparmi questa maschera come ho fatto al ballo di primavera,ma non posso perché

ti spaventeresti e fuggiresti di nuovo.

Perciò ho deciso che è meglio vivere con questa bugia piuttosto che rivelarti i miei sentimenti.

È tutto più facile quando sei privo di sensi."

Lei gli accarezzò i capelli con la mano sinistra sorridendo e singhiozzando "Mio padre mi ha detto

che ci sono 2 tipi di ragazze.

Quelle che con il tempo si dimenticano e quelle che invece si apprezzano.

Io spero di essere tra queste ultime.

Posso non essere la persona che ami oggi e per il momento ti lascerò andare,sperando che un giorno

tornerai da me.

Perché vale la pena aspettarti."

Lei gli accarezzò i capelli di nuovo singhiozzando.

Lui mosse la testa leggermente.

"Clark?"disse lei.

"Lana?"disse Clark nel sonno.

Una lacrima scese dall'occhio sinistro di Chloe "Eh...ci avrei giurato."

Chloe si alzò e aprì la porta,lo guardò piangendo e poi andò via.

La notte seguente Jonathan aprì la porta della casa e scese le scale mettendosi il giaccone marrone.

"Papà?"disse Clark aprendo la porta e indossando una coperta.

"Non dovresti essere in piedi."disse Jonathan.

"Dove stai andando?"disse Clark.

"Da Pit a prendere l'astronave."disse Jonathan.

"Ora?"disse Clark.

"Come sta la mamma?"disse Clark "Papà?"

"Clark...Helen dice che probabilmente tua madre non passerà la notte."disse Jonathan guardandolo

e singhiozzando.

Clark spalancò gli occhi.

"E ora anche tu."disse Jonathan.

"Non pensare a me,pensiamo alla mamma."disse Clark.

"Non perderò la mia famiglia."disse Jonathan "Ora se ci sarà bisogno di un miracolo io ne troverò

1."

"L'astronave."disse Clark "Pensi che possa curare me e la mamma?"

"Non lo so Clark."disse Jonathan "I dottori non possono aiutarvi e tua madre è convinta che

l'astronave l'abbia aiutata a rimanere incinta.

Non lo so,forse è follia."

"Per farla funzionare serve quella chiave."disse Clark.

"Lo so figliolo."disse Jonathan "So anche dove la DCA ha portato tutto e sto andando a prenderla."

"Vengo con te."disse Clark.

"No!"disse Jonathan "Voglio che tu resti qui,stai troppo male!

Rimettiti a letto Clark."

Jonathan salì nel pick up e andò via.

Oltre una recinzione che aveva una rete di metallo c'erano dei barili gialli di varia dimensione

poggiati su una placca rettangolare fatta da tegole di legno.

Dietro questa c'era un militare che camminava con un fucile.

Passò vicino a dei barili arancioni impilati e proseguì.

Jonathan era accucciato in un angolo e stava aprendo la recinzione con una grossa pinza,poi riuscì

ad entrare e corse tra i camion militari verso un edificio rettangolare con delle incavature

rettangolari alla base,con saracinesche di colore marrone,con 2 file di finestre rettangolari

orizzontali.

Sul tetto dell'edificio grigio c'erano 6 luci circolari messe ad intervalli regolari,una luce sotto ogni

incavatura e lampioni intorno.

Un mezzo militare partì in quel momento,lui si nascose dietro un camion ed evitò dei soldati,poi

tornò indietro vedendone un altro che si avvicinava e salì dentro uno dei camion,dopo di che vide

una grossa saracinesca che si alzava e una jeep militare che usciva.

Lui corse e si gettò sotto la saracinesca che si chiuse trovandosi in un grosso spazio pieno di casse

impilate e circondate dalla plastica.

C'erano anche delle aste con luci gialle in cima ad intervalli regolari.

Jonathan iniziò a camminare tra le casse,poi vide un edificio rettangolare,con vetrate e luci blu e

dietro c'erano delle ombre proiettate sui muri da una luce.

Jonathan si mise dietro le casse e le ombre si allontanarono,poi iniziò ad avanzare lentamente

vedendo il dottor Gordon e un collega che uscivano dall'edificio che era pieno di scaffalature con

vari oggetti.

"Hai controllato che non ci fossero irregolarità?"disse quello con i capelli bianchi mentre Jonathan

si nascondeva.

"Si."disse Gordon "A me sembra tutto a posto."

I 2 andarono via.

"Andiamo,voglio vedere."disse quello con i capelli bianchi.

Jonathan entrò nell'edificio ed iniziò a frugare tra i sacchi di plastica sulle scaffalature,vide il sacco

con dentro il barattolo e poi trovò la chiave ottagonale.

Jonathan mise la chiave in tasca,poi uscì,ma un militare gli puntò un fucile alla schiena.

"Stia fermo li."disse quello di colore "A terra!

Subito!

Mani lungo i fianchi!"

Clark lo colpì alla testa facendolo svenire e barcollò.

"Clark!"disse Jonathan.

"Pensavo ti servisse una mano."disse Clark barcollando.

"Andiamo."disse Jonathan che lo aiutò a camminare.

I 2 aprirono una porta laterale e in quel momento gli allarmi iniziarono a suonare.

"Dobbiamo correre."disse Jonathan.

I militari iniziarono a correre per la zona con delle torce,mentre delle jeep dell'esercito uscivano

dall'edificio.

Il pick up rosso si mise in moto e si allontanò.

2 jeep iniziarono ad inseguirli.

Marta era nella camera d'ospedale e sognava,poi iniziò a sentirsi male.

Dietro il pick up c'erano diversi elicotteri e le jeep militari.

Helen entrò nella stanza di Marta e le sentì il battito,poi andò ad un pannello sulla parete e premette

un pulsante "Codice blu.

Stanza 117,codice blu."

"Fermate immediatamente quel furgone!"disse una voce agli altoparlanti "FERMATE QUEL

FURGONE!"

Davanti a loro c'erano 3 auto della polizia ferme con gli agenti che avevano i fucili puntati.

Il pick up rosso si fermò e i militari scesero dai mezzi.

"USCITE DAL FURGONE!"urlò lo sceriffo "E ALZATE LE MANI!"

Dal mezzo uscì Pit "Qualcosa non va agente?"

Lo sceriffo lo afferrò "Non corrisponde alla descrizione!"

Helen iniziò ad usare il defibrillatore su Marta.

Jonathan e Clark erano a bordo di un secondo pick up grigio con un telo blu sulla parte posteriore.

Jonathan scese correndo e tolse il telo,poi aiutò Clark a scendere.

La chiave si incastonò nel mezzo che si sollevò in aria.

Sulla parte ovale del mezzo si formarono delle aperture verticali curve da cui uscì della luce

bianca.

"Ora del decesso 1.17."disse Helen guardando l'orologio.

La luce bianca continuò ad aumentare,poi dal mezzo partirono delle onde d'urto che invasero i

corridoi dell'ospedale con una luce fortissima.

Marta iniziò a tossire e Helen le sentì il battito.

Il mezzo si spense e si posò.

Il giorno dopo Marta stava facendo un'ecografia che mostrava il feto su uno schermo.

Marta era sul letto,Jonathan era seduto alla sua sinistra e Clark era alzato a destra.

Clark indossava una maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere "Allora è maschio o femmina?"

"Ah Clark!...dottoressa non ce lo dica."disse Jonathan.

"Vogliamo scoprirlo alla vecchia maniera."disse Marta.

"La cosa più importante è che il bambino stia bene e anche lei."disse Helen che aveva i capelli

legati "In termini medici questo lo si può definire solo un miracolo e nella vostra famiglia non è

l'unico.

Ho visto le analisi del sangue di Clark e ho assistito alla guarigione impossibile della signora

Kent.

Se sapete come è accaduto dovreste dirmelo."

"Come ha detto lei dottoressa...è un miracolo."disse Jonathan.

Helen uscì.

Un uomo con capelli neri,occhiali,giaccone di pelle nera,camicia blu,cravatta nera,pantaloni neri e

scarpe nere era in un'auto e venne affiancato da Lex.

"Trenton,apprezzo che tu mi tenga informato della situazione."disse Lex.

"Non avrei dovuto farlo."disse Trenton dandogli una busta arancione rettangolare "Se scoprono che

le ho dato un fascicolo di un mio paziente perderò il mio lavoro."

Lex prese la busta e la guardò.

"La signora Kent era molto malata."disse Trenton "Perché è interessato a lei?"

"È una mia buona amica."disse Lex "È tutto ciò che devi sapere."

Lex andò via e poco dopo entrò nello studio di Helen andando alla libreria alla sinistra della

scrivania,poi cominciò a camminare su e giù e toccò il microscopio.

Helen entrò in quel momento.

"Ehi?"disse Lex.

"Ciao"disse lei.

"Ho incontrato Clark nell'atrio,ha detto che Marta sta bene."disse Lex "Congratulazioni dottore."

"Non credo che il merito sia stato mio."disse Helen.

"Allora come te lo spieghi?"disse Lex che si mise davanti alla porta "Oh giusto,so che non puoi

darmi informazioni sui tuoi pazienti.

Ho qualcosa per te."

Lui prese una confezione nera.

"Un regalo d'addio?"disse lei.

"No,al contrario."disse lui "Aprilo."

Lei aprì la confezione e vide una chiave su un tessuto rosso.

"È la chiave del mio castello,vieni a vivere con me."disse Lex.

"Lex..."disse lei.

"Non voglio impedirti di realizzare le tue aspirazioni,ma perderei un'opportunità se non ti dicessi

quanto voglio che tu rimanga qui."disse Lex.

I 2 si baciarono.

Chloe mise un titolo di giornale ritagliato sulla lavagna luminosa.

Indossava una maglietta senza maniche,nera,scollata,con la parte sulla pancia rosa,pantaloni neri e

scarpe nere.

Lana entrò in quel momento.

Aveva i capelli legati dietro la testa,giacca rossa,maglietta bianca,scollata,jeans blu e scarpe nere.

"L'attacco delle spore assassine."disse Lana.

"Già,non guarderò più il formaggio fermentato con gli stessi occhi."disse Chloe.

"Non me la sono sentita di andare a trovare Clark quando stava male."disse Lana "Questo fa di me

una persona orrenda?"

"No."disse Chloe.

"Immagino che mi avrebbe spaventato vederlo così."disse Lana.

"Anche a me."disse Chloe.

"In effetti ti fa capire chi è importante nella tua vita."disse Lana.

"Già...e chi è importante per Clark."disse Chloe.

"Cosa vuoi dire?"disse Lana.

"Niente."disse Chloe uscendo "Vado a cambiarmi per la serata di beneficenza."

"Ah i programmi sono pronti?"disse Lana.

"Si,sono li,proprio dietro la mia scrivania."disse Chloe sulla porta e poi se ne andò.

Lana andò alla scrivania di Chloe e si accucciò in una zona dove c'erano delle scatole,raccogliendo

delle cartacce e mettendole nel cestino.

Raccolse anche la lettera di Chloe e invece di buttarla la lesse restando sconvolta.

La sera seguente al Taloon c'era un palco con dei musicisti e una scritta argentata in alto.

La zona era piena di persone che ballavano.

Clark raggiunse Pit.

Pit indossava una maglietta gialla,jeans blu e scarpe nere.

"Pit!"disse Clark "È fantastico!"

"Oh Clark!"disse Pit che gli strinse la mano "È bello vederti di nuovo tra i vivi.

Guarda..."

Pit gli fece vedere un disco "È l'ultimo mix del Taloon."

"Grazie Pit."disse Clark "E grazie per avermi aiutato con la polizia."

"Di nulla,anche se potendo scegliere preferirei essere a casa piuttosto che inseguito

dall'esercito."disse Pit ridendo "Allora?"

"L'indagine è conclusa?"disse Pit.

"Si,almeno lo spero."disse Clark che si voltò vedendo Chloe che passò senza salutarlo "Ci vediamo

dopo."

"Si a dopo."disse Pit.

Clark andò da Chloe "Ehi Chloe,ho saputo che sei venuta a trovarmi quando ero malato.

Sei stata carina,grazie."

"Di niente,a cosa servono gli amici altrimenti?"disse Chloe "Sto andando a comprare un biglietto

prima dell'estrazione.

Cosa potrebbe esserci di più poetico che vincere un computer?"

Chloe andò verso l'uscita.

Lana arrivò nel Taloon e si tolse il giaccone rosso.

"Ciao Clark."disse Lana.

"Ehi Lana,la festa è magnifica."disse Clark che indicò Chloe "Chloe si sente bene?"

"È rimasta molto colpita da quello che è successo."disse Lana "Come me.

È stato terribile vederti malato,in fin dei conti ho sempre pensato a te come invincibile."

"Ora sai che sono umano."disse Clark.

"Questo è il mio modo per dirti che tu significhi molto per me Clark."disse Lana "Ho pensato di

fartelo sapere così...perché non sono brava come altre persone con le parole."

Chloe guardò i 2 con sguardo triste.