SMALLVILLE:IL PRECIPIZIO
A Smallville era notte e nel Taloon dei ragazzi ,seduti sul divano circolare, stavano mettendo
dell'alcol nei bicchieri mediante una fiaschetta.
Lana si avvicinò con dei vassoi in mano.
Lei aveva i capelli legati dietro la testa,maglietta rosa,senza maniche,pantaloni blu e scarpe nere.
Quello che versava da bere aveva i capelli neri,rasati,maglietta viola,pantaloni neri e scarpe
nere,alla sua sinistra c'era uno nero,con maglietta nera,scritta gialla,jeans blu e scarpe nere,mentre
l'ultimo aveva i capelli castani,camicia chiara,pantaloni neri e scarpe nere.
Il tavolino verde davanti a loro aveva la parte diretta verso di loro curva,mentre quella esterna era
curva verso l'interno al centro.
"Mi dispiace ma qui non si può prendere l'alcol."disse Lana avvicinandosi.
"Andiamo,dai rilassati."disse quello nero.
"Ma che ha?"disse quello castano.
"Vieni a bere un sorso."disse quello moro e tutti risero.
"Se è fatto come penso dovrete berlo fuori."disse lei e tutti smisero di ridere cominciando a
fissarla"E poi stiamo chiudendo."
Lana andò via.
"Oh davvero cattivella."disse quello moro.
Helen era ad un altro tavolo,con una giacca celeste,pantaloni neri e scarpe nere.
Lana prese un vassoio piccolo,una tazza rossa e poi si avvicinò al suo tavolo.
"Ti porto qualcos'altro?"disse Lana.
"Un fidanzato che arrivi agli appuntamenti."disse Helen.
Un uomo che era seduto ad un tavolo vicino abbassò il giornale e la guardò.
L'uomo aveva i capelli neri,con la linea a sinistra,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni
neri e scarpe nere.
"Ah allora stai parlando con la persona sbagliata."disse Lana ridendo con Helen che poi guardò
l'uomo che alzò il giornale.
Le 2 sentirono ridere e guardarono il trio di ragazzi.
Helen guardò di nuovo il posto dove era l'uomo,ma la poltrona chiara era vuota.
"Dottoressa Bryce,sicura di stare bene?"disse Lana.
"Io...si...mi era sembrato di aver visto qualcuno che conosco."disse lei "Ma è tardi,ora devo andare.
Divertiti Lana."
"Grazie."disse Lana e la donna prese la giacca nera ed uscì.
"Ehi."disse quello castano che raggiunse Lana al bancone con gli altri "In questo posto il servizio
non è molto amichevole."
"Andate via."disse Lana.
"Oh non è il modo di parlare ad un cliente."disse quello castano.
Lana guardò verso l'entrata,poi pigiò lentamente un bottone rosso situato dietro il bancone e posto
al centro di un pannello rettangolare bianco,con la parte superiore ed inferiore curve e
con un cerchio sopra il bottone che si accese di luce rossa.
"EHI!"disse lui che la afferrò e la spinse contro un carrello a più ripiani composto da 4 travi ai lati
e con vari vassoi messi in orizzontale,più ruote sotto.
L'oggetto si rovesciò e lei cadde a terra.
Lui si chinò e le afferrò il viso con la mano destra "Ora...perché non ce ne andiamo sul retro e
finiamo la serata come si deve?"
"FERMI!"disse Clark che era appena entrato.
Lui indossava una camicia rossa,con linee gialle orizzontali e verticali,giaccone chiaro,jeans blu e
scarpe nere.
"Sta lontano da lei!"disse Clark.
Il ragazzo si alzò "Dovresti essere a nanna da un pezzo."
"Sta arrivando la polizia proprio adesso."disse l'uomo.
"Ragazzi andiamo."disse lu andarono verso la porta che dava sul retro.
Clark soccorse Lana "Lana tutto bene?"
"Si..."disse lei ansimando a terra.
I 3 uscirono dal retro trovandosi in una stradina secondaria.
"Avete visto che faccia da scema che aveva."disse quello castano che si trovò Clark davanti e rise.
"Guardate,c'è l'uomo super veloce!"disse quello castano.
"Non voglio più vedere nessuno di voi 3 in città,è chiaro?"disse Clark.
"Stammi a sentire bamboccio,noi facciamo quello che ci pare,tant'è vero che pensavamo di
fermarci fino a domani."disse quello castano.
Clark andò alla sua destra camminando "Non ve lo ripeterò."
"Ah ho capito,vuoi farti la piccola manager."disse quello castano e Clark lo guardò voltandosi "È
una di quelle che va a letto con tutti."
Lui lo spinse a terra,poi gli altri 2 provarono ad aggredirli,ma con un semplice gesto del braccio li
fece volare contro la rete metallica che formava la parete opposta del vicolo.
La rete aveva dei copertoni di plastica arancioni e blu,con secchi dell'immondizia rossi e gialli,più
scatoloni e sacchi neri e arancioni ammassati.
I 2 volarono contro la rete e caddero sui sacchi e sui secchi,poi quello castano si alzò.
"Allora...vuoi riprovarci bamboccio?"disse quello castano "Vediamo che sai fare…"
Il ragazzo sferrò un destro,ma Clark afferrò il pugno con la mano sinistra e lo stritolò,poi lo afferrò
con la mano destra.
"Il caffè ti rende nervoso."disse Clark che girò su se stesso e lo scagliò in aria facendolo atterrare
sul cofano e sul parabrezza della macchina dello sceriffo che rimase danneggiato.
Lo sceriffo era una donna con capelli biondi a mezzo collo,cappello fedora marrone,con la stella
dorata al centro,giaccone marrone,camicia chiara,pantaloni scuri e scarpe nere.
La donna fermò l'auto e sentì il polso al ragazzo.
Clark si voltò e corse,ma si fermò vedendo Lana dietro di lui che lo guardava terrorizzata.
Lo sceriffo estrasse la pistola e glie la puntò addosso "In ginocchio.
Mani dietro la testa!
Ora.
Ora!"
Clark mise le mani dietro la testa e si mise in ginocchio.
Poco dopo lo sceriffo era nel Taloon e scriveva su un taccuino,mentre Clark era seduto ad un tavolo.
"Così lei è il nuovo sceriffo."disse Clark.
"Scrive un libro signor Kent?"disse lei.
"No signora."disse Clark dopo aver guardato Lana che era seduta su una sedia poco distante.
"Allora si tenga le chiacchiere per se signor Kent."disse la donna che chiuse il taccuino "Ragazzi
volanti.
I ragazzi volanti non sono così comuni."
La donna si tolse il cappello.
"Quel giovane dice che lei ha aggredito lui e i suoi amici e poi lo ha scagliato a 9 metri di
distanza."disse la donna.
"È una follia."disse Clark.
"E come mai loro 3 sono al pronto soccorso e lei non ha nemmeno un graffio eh?"disse lei "E lei
signorina Lang?
Cos'ha visto?"
"Niente."disse Lana.
"Lei mente,lo sa?"disse la donna voltandosi dopo aver bevuto da una tazza.
"Come scusi?"disse lei.
"Ha detto di saper fare un buon cappuccino."disse la donna che la guardò "Ma questo è un grande
cappuccino."
Lei sorrise.
"Abbiamo finito."disse Clark.
"No signor Kent."disse la donna guardandolo mentre lui stava per alzarsi "Abbiamo appena
cominciato."
Poco dopo Clark era sul divano del salotto,senza giaccone,e i genitori erano alzati,mentre la
donna guardava dalla finestra.
Jonathan indossava una camicia blu abbottonata,jeans blu e scarpe marroni,mentre Marta indossava
un maglione verde,pantaloni neri e scarpe nere.
"Sceriffo, conosciamo nostro figlio,non farebbe mai del male a nessuno."disse Jonathan "Se ha fatto
qualcosa è perché pensava che andasse fatta."
"Cosa?"disse lo sceriffo camminando"Scaraventare un ragazzo sulla macchina della polizia?
Ho controllato il passato di suo figlio signor Kent.
Frequenta le scene del delitto come se fosse Sherlok Holmes."
"Clark è stato coinvolto negli affari della polizia solo perché... o era testimone o cercava di essere
d'aiuto."disse Marta.
"O magari perché ha il complesso dell'eroe."disse la donna "Il ragazzo che salva la situazione
prima che lo faccia la polizia.
Ma le regole valgono anche per gli eroi,quindi voglio dargli una lezioncina di umiltà."
"Che cosa significa esattamente?"disse Jonathan.
"Almeno 1500 dollari di multa,dipende dal giudice."disse la donna.
"Ma è una somma troppo alta per noi!"disse Clark alzandosi.
"Clark,sta seduto."disse Jonathan.
Clark si sedette.
"Facciamo un accordo signor Kent...non la multerò se lei farà qualche lavoro di pubblica
utilità."disse la donna "Potrà salvare il mondo togliendo le cartacce dal marciapiede."
"Ma no,aspetti un attimo,non..."disse Jonathan,ma Marta gli afferrò la spalla sinistra.
"Il vecchio sceriffo sicuramente chiudeva un occhio su queste faccende,ma io vi dico una cosa...i
giorni di queste bravate sono finiti."disse lei che andò alla porta ed uscì "Notte notte."
Un'ambulanza arrivò davanti all'ospedale.
Helen entrò dentro lo studio e si tolse il camice.
Aveva i capelli legati dietro la testa,camicia rosa,senza maniche,pantaloni grigi e scarpe nere,poi
vide dei fiori in una cesta e si mise ad annusarli.
L'uomo che la osservava al Taloon le parlò alle spalle spaventandola "Mostra dei fiori di Metropolis
del 1979,ti erano piaciuti da morire."
"Paul..."disse lei.
"Dottoressa Bryce."disse lui.
"Allora eri tu ieri sera."disse Helen.
"Infatti."disse Paul "Volevo salutarti,ma era tardi e non sembrava che volessi compagnia."
"Come mai sei a Smallville?"disse lei.
"Motivi di lavoro."disse Paul che prese la foto di Lex "E ho letto che tu stai per sposarti."
"Non dovresti credere a quello che leggi."disse lei "Io e Lex siamo sposati con le nostre carriere."
Lex era fuori dalla porta aperta.
Indossava un lungo cappotto nero lungo,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.
"Almeno è quello che diciamo."disse lui.
"Lex,ti presento un vecchio amico."disse Helen "Paul Hayden."
"Salve."disse Lex stringendogli la mano "Così vi conoscete dai tempi di Metropolis."
"Beh noi ci siamo frequentati alla facoltà di medicina."disse lui "Almeno fino a quando non ci
siamo resi conto che non saremo vissuti felici e contenti.
Almeno non insieme."
"Beh Paul è stato bello rivederti,Lex e io stavamo andando a pranzo..."disse lei.
"In realtà stavo per dirti che non possiamo,mi spiace."disse Lex.
"Beh possiamo...posso subentrare io se per Lex va bene."disse Paul.
"Sono certo che avrete tante cose da raccontarvi."disse Lex.
La donna sentì un suono provenire da un corridoio "Purtroppo ci sono delle emergenze,andremo a
pranzo un'altra volta.
Perché non dici a Lex dove sei,così ci vediamo tutti insieme."
"Certo."disse Paul.
Lei baciò Lex ed uscì.
"Sempre la stessa Elen,un minuto c'è,il minuto dopo se n'è andata."disse Paul "Stalle dietro Lex.
Se ci riesci."
Clark era in macchina con Chloe e Pit.
Clark indossava il giaccone blu,maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere,Chloe indossava un
giacchetto di pelle rossa,maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere,mentre Pit,che era dietro indossava
una maglietta
giallo ocra,pantaloni neri e scarpe marroni.
I 3 erano dentro la macchina rossa decappottata di Chloe.
"Clark Kent condannato."disse Pit.
"Già,a proposito,quando ti misuri la tutina?"disse Chloe scendendo dal mezzo "O magari sono
taglie uniche?"
"40 ore di servizio civile non sono divertenti ed è umiliante."disse Clark.
"Oh no!"disse Chloe ridendo "Ma allora devo farti una foto!"
"Benvenuti a Smallville,se il crimine colpisci il marciapiede poi pulisci!"disse Pit mentre Chloe
rideva.
"Carino."disse lo sceriffo uscendo dal Taloon con un bicchiere di plastica facendo zittire tutti "Lo
userò come slogan per la mia campagna.
Ah signor Kent,ci vediamo domattina."
"Non vedo l'ora."disse Clark"Già."
"Ciao Ciao."disse Chloe.
"Divertiti con i lavori forzati."disse Chloe ridendo ed entrando.
Lana uscì in quel momento.
Indossava una giacca bianca,maglietta celeste,jeans blu e scarpe marroni.
Aveva un vaso di fiori nella mano destra.
"Ciao."disse Chloe.
"Ciao."disse Lana che mise il vaso vicino agli altri.
"Ciao Lana."disse Clark "Qualcosa non va?"
"Secondo lo sceriffo non ho niente da portare in giudizio."disse lei "Non ho testimoni.
Fortuna che c'eri tu Clark."
"Già e guarda che risultato."disse Clark.
"Scusa."disse Lana "Ehi,ma come hai fatto?
Voglio dire,so che sai badare a te stesso,ma...erano in 3 o sbaglio?"
"Erano ubriachi."disse Clark "E io non ci ho visto più.
Se ti avessero fatto del male io..."
"Non puoi stare attento a me ogni momento."disse Lana.
"Cerco di farlo."disse Clark.
"Sei sempre li pronto per me."disse Lana "Per una volta avrei voluto farcela da sola."
Lei tornò dentro.
La sera seguente Lana era dietro il bancone e si chinò per mettere i piatti sotto il lavello,ma una
mano le toccò la spalla destra spaventandola e facendole cadere un piatto.
Lei si voltò e vide che era Lex che si chinò.
"Scusami,non volevo spaventarti."disse Lex.
"No,sono solo un po' scossa."disse Lana.
"È comprensibile visto quello che hai passato."disse Lex.
"Mi sento stupida,quelli..."disse Lana.
"No,per te questo posto è sempre stato sicuro e ora è stato violato."disse Lex.
"E che faccio adesso?"disse Lana "Mi ci chiudo dentro?"
Lei posò il piatto sul bancone.
"Lana lo so com'è sentirsi vulnerabili."disse Lex.
"Tu?"disse lei.
"Sai i ragazzi calvi ed eccentrici non riscuotono successo nelle scuole private."disse Lex "Ho subito
per anni...fino a quando ho deciso che ne avevo abbastanza."
Lex si prese da bere.
"E che hai fatto?"disse Lana.
"Uno degli autisti di mio padre era stato in marina."disse Lex "Mi ha insegnato a sapermi difendere.
Dopo quella volta il primo che mi ha messo con le spalle al muro ha avuto bisogno del dentista."
"Non potrei far del male a qualcuno."disse Lana.
"Non è questo il punto."disse Lex "Si tratta di riprendere il controllo della propria vita.
Non è questo che vuoi?"
La stessa notte Clark era nel salotto e aveva un foglio in mano.
Indossava una camicia bianca,maglietta con linee rosse orizzontali e verticali,jeans blu e scarpe
nere.
Marta,alla sua destra,indossava una maglietta marrone,pantaloni neri e scarpe nere,mentre
Jonathan,a destra,indossava una camicia blu,jeans blu e scarpe nere.
"Un milione di dollari?!"disse Clark "Per lo sceriffo aveva solo qualche graffio!"
"Ora dice di avere un danno serio al collo."disse Jonathan.
"Risarcimento dei danni e delle sofferenze e dei mancati guadagni futuri?"disse Clark.
"Dicono che la sua mobilità può essere invalidata per sempre e pare che abbiano assunto il miglior
avvocato dello stato."disse Marta.
"L'hai scaraventato contro quell'auto."disse Jonathan.
Clark si alzò "Forse è giusto fare così.
Ricordi il messaggio?
È una razza imperfetta,usa la forza."
Jonathan gli si avvicinò "Figliolo,ho fatto a pugni con i bulli tante volte quando avevo la tua età,era
piena tutta la zona di gente simile...ma ,figliolo,questi non sono sentimenti alieni.
Quello che devi ricordarti sempre in queste situazioni è che ci sono comunque delle conseguenze."
"Tuo padre ha ragione."disse Marta "In un istante dovrai prendere decisioni con le quali vivrai per
tutta la tua vita."
"È vero,la nostra è una razza imperfetta,ma è anche quella che ti ha cresciuto."disse Jonathan "Tu
sei più umano di quanto credi."
La stessa notte Helen era nell'auto nel parcheggio davanti all'ospedale e tentava inutilmente di
mettere in moto il mezzo.
Lei indossava un lungo cappotto grigio.
La donna prese il telefono "Lex non parte di nuovo.
Quanto ti manca?
Va bene.
Ci vediamo tra poco."
Lei chiuse gli occhi e si appoggiò con la testa al sedile.
Paul apparve fuori dal finestrino "Hai sempre avuto sfortuna con le automobili."
"Paul..."disse lei scendendo "Che ci fai qui?"
"Dev'essere il destino."disse Paul "Dimentico il cellulare,torno a prenderlo ed eccoti qui."
"Sta arrivando Lex."disse Helen.
"Ok,allora spettiamo."disse Paul "Sempre la stessa.
Non hai mai voluto il mio aiuto nemmeno all'epoca.
Con Lex invece è diverso."
"Già."disse lei.
Lex arrivò e scese dall'auto.
"Ah,ed ecco a voi mister fascino."disse Paul.
"Helen...va tutto bene."disse Lex.
"Si,sto bene."disse Helen e Lex la baciò.
"Salve Paul."disse Lex "Non mi aspettavo di trovarti."
"Avevo dimenticato il telefono e quindi ero nei paraggi."disse Paul.
"2 volte in un giorno solo?"disse Lex "Anzi 3,contando anche l'altra sera.
Attento,potrei pensare che stai seguendo la mia ragazza."
"Andiamo via."disse Helen.
"E perché mai dovrei farlo."disse Paul.
"Non lo so,dimmelo tu."disse Lex.
"Sono soltanto un buon samaritano."disse Paul.
"Quindi quando domani il mio meccanico controllerò l'auto,non troverò candele mancanti o
zucchero nel serbatoio?"disse Lex.
"Lex andiamo..."disse Helen.
"Tu sei davvero paranoico."disse Paul.
"No...sono solo bravo a capire le persone."disse Lex "Devo proprio suggerirti di stare lontano da
Helen."
Lex si voltò.
"Che cos'è?"disse Paul "Una minaccia?"
Lex lo guardò "Sembri un ragazzo semplice Paul.
Non vorrei che la tua vita si complicasse."
Lex andò via con la donna.
Paul salì in macchina e arrivò in una zona dove c'erano dei mothel bianchi a 2 piani,rettangolari,con
una tettoia che separava il piano superiore e inferiore.
L'uomo fermò l'auto e scese.
Un uomo lo osservava da dentro una macchina,mentre lui andava ad una porta ed entrava in uno
degli edifici.
L'uomo aveva i capelli neri,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.
L'individuo prese il telefono e chiamò "È tornato in albergo signor Luthor."
L'uomo attaccò il telefono.
Paul era nella stanza,con addosso una canottiera bianca,senza maniche.
Alla sua destra,sulla parete,c'era uno specchio ovale.
"Lo sai che ti amo Helen."disse lui che si guardò allo specchio "Sai che farei qualunque cosa per
stare insieme a te.
E intendo qualunque cosa."
Paul diede una testata allo specchio rompendolo e ferendosi la fronte,poi si appoggiò
alla parete e sorrise.
Poco dopo era ricoverato in ospedale e Helen lo raggiunse di corsa.
"Paul?"disse Helen.
"Helen..."disse Paul.
"Che ti è successo?"disse Helen.
"Lex...è stato Lex a ridurmi così."disse Paul.
Poco dopo Lex era fuori dalla stanza dove era Paul e guardava dal vetro.
Helen arrivò vicino a lui.
Lo sceriffo era vicino a Paul e scriveva su un taccuino.
"Lex?"disse Helen che camminò nel corridoio "Dobbiamo parlare."
I 2 andarono nello studio e lei chiuse la porta.
"Che cosa c'è?"disse Lex.
"Secondo Paul lo hai fatto picchiare da uno dei tuoi."disse lei.
"Dal tono della tua voce,mi pare che tu gli creda."disse Lex.
"Per 2 settimane mi hai completamente ignorata,poi arriva Paul e diventi geloso?"disse Helen.
"Non sono geloso,sono preoccupato."disse Lex "Specie per uno che è così fuori di se dalla rabbia
da farsi del male da solo.
Helen è evidente che ti perseguita."
"Io non capisco,non c'è mai stata una relazione seria tra noi,solo una frequentazione senza reali
coinvolgimenti emotivi."disse Helen.
"Non per lui forse."disse Lex "Chi ha rotto di voi 2?"
"Ho rotto io."disse Helen "Una delle sue ex ragazze mi avvertì di stargli lontano.
Mi disse che l'aveva picchiata."
"L'hai mai denunciato alla polizia?"disse Lex.
"No,ma non avevo intenzione che succedesse anche a me,così l'ho lasciato e non ci siamo più
parlati."disse Helen "3 mesi dopo ha abbandonato la facoltà."
Lo sceriffo entrò nella stanza "Signor Luthor.
Bene,cercavo proprio lei."
Lo sceriffo e Lex camminarono nei corridoi.
"Non ho fatto picchiare io Paul."disse Lex.
"Deve sapere che di solito mi piace fare le domande prima di avere le risposte signor Luthor."disse
la donna "Dov'era nel tardo pomeriggio?"
"A casa e il mio staff lo può confermare."disse Lex.
"E non ha minacciato Paul nel parcheggio dell'ospedale vero?"disse lo sceriffo.
"Stava infastidendo la mia ragazza."disse Lex.
"Secondo lui le ha offerto dei fiori e un passaggio,non mi sembra un comportamento da
biasimare."disse lo sceriffo.
"Se desidera applicare la legge alla lettera faccia pure."disse Lex "Spero che il suo istinto
professionale la porti nella giusta direzione."
"Oh non si preoccupi signor Luthor,è infallibile."disse la donna che andò via "Mi terrò in contatto."
Paul era su una sedia a rotelle che veniva spinta da un'infermiera e indossava una vestaglia scura
più un asciugamano viola.
Lex andò via.
Il giorno dopo Clark aveva un sacco a tracolla e aveva un'asta gialla,con una punta.
Indossava un giaccone chiaro,maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere.
Clark infilzò un bicchiere di cartone e lo mise nel sacco a tracolla.
Lex uscì dal Taloon con 2 bicchieri di carta.
Indossava un giaccone nero,lungo,maglietta viola,pantaloni neri e scarpe nere.
"Giorno."disse Lex "Che bell'immagine."
"Non cominciare anche tu."disse Clark "È già venuta la metà degli studenti di Smallville a
tormentarmi."
"Violerebbe il tuo impegno fare una pausa caffè?"disse Lex dandogli uno dei 2 bicchieri.
"Questo è l'ultimo dei miei problemi."disse Clark "Il ragazzo che ha molestato Lana ci ha
denunciato,vuole un risarcimento.
È incredibile che qualcuno possa rivoltare così la tua vita.
Lana è a pezzi,io raccolgo cartacce e quello è libero come l'aria."
"Non mi preoccuperei troppo per Lana."disse Lex.
"Perché"disse Clark.
"Diciamo che è sul punto di scoprire la tigre che è nascosta dentro di lei."disse Lex.
Lana era nello studio di Lex Luthor,con guantoni rossi,capelli legati,maglietta scollata,senza
maniche, nera e aderente,pantaloni neri aderenti e scarpe da ginnastica.
Lei aveva davanti a se un sacco rosso da boxe connesso ad una catena collegata ad una trave.
Dietro il sacco c'era Lex che era in tuta nera,con sotto una maglietta nera,indossava pantaloni neri e
scarpe nere.
Lei diede diversi pugni al sacco e poi si fermò "Vedi?
Non riesco nemmeno a spostare il sacco.
Non capisco come potrei affrontare uno che è il doppio di me."
"Lana per battere qualcuno non serve la stazza."disse Lex "Serve la decisione.
E la velocità.
Ho visto persone piccole,ma ben addestrate e decise stendere dei bisonti.
Ti devi impegnare."
Lex le andò alle spalle e le sollevò gli avambracci.
Sulle mani Lex aveva dei guanti neri con la punta delle dita scoperte.
"E non solo con le braccia."disse Lex "Se vuoi essere efficace,tutto il tuo corpo deve partecipare.
Ok?"
"Chiaro."disse lei che sferrò un destro.
"Ci sei quasi."disse Lex "Così.
Adesso con tutta la rabbia."
"Non posso essere arrabbiata quanto te Lex."disse lei.
"Certo che no."disse Lex andando dietro il sacco "Che c'è da essere arrabbiati?
Non è mica successo che un bastardo è entrato nel tuo locale e ti ha aggredita."
Lana sferrò un pugno.
"E che ti sei sentita indifesa quando ti ha aggredito."disse Lex e lei sferrò 2 pugni "E che non sei
affatto furiosa per aver avuto ancora bisogno di Clark Kent!"
Lei sferrò altri 3 colpi e poi un calcio destro.
"Meglio."disse Lex.
Clark raccolse una cartaccia dal marciapiede e poi vide il ragazzo che aveva tirato sulla macchina
che usciva da un locale.
Aveva il collo fasciato,zoppicava,indossava un giaccone blu,maglietta celeste,pantaloni chiari e
scarpe nere.
Aveva anche un bastone.
"Andy?"disse Clark attraversando la strada e andandogli vicino.
"Wow!"disse Andy allungando la mano sinistra "Wow!
Wow!
Per ordine del tribunale devi stare a più di 50 metri da me."
"Volevo parlare."disse Clark.
"Qualunque cosa devi dirmi,rivolgiti al mio avvocato."disse Andy.
"Volevo chiederti scusa."disse Clark.
"È troppo tardi."disse Andy.
"L'altra sera ci siamo sbagliati entrambi e capisco che tu ce l'abbia con me,ma il processo rovinerà
la mia famiglia."disse Clark "Loro lasciali fuori."
In quel momento arrivò un'auto che suonò il clacson.
"Ci vediamo in tribunale e se infrangi di nuovo il regolamento ti mando lo sceriffo a
casa!"disse Andy.
Andy andò via e la portiera dietro dell'auto venne aperta da uno degli altri 2 che erano con
lui,facendolo salire a bordo.
Clark usò la vista a raggi x e vide Andy togliersi le fasciature.
La sera seguente Clark era seduto sul divano al piano superiore del fienile e guardava delle lastre
che mostravano un collo e poi aprì una cartellina.
Clark indossava una maglietta rosso scuro.
Chloe corse al piano superiore.
Indossava una giacca marrone,maglietta scollata verde scuro,con macchie,simile a quella di un
militare,pantaloni marroni e scarpe nere.
Aveva anche una borsetta posta a sinistra.
"Come va?"disse Chloe.
"Andy Connors non si è fatto niente."disse Clark,mentre Chloe si toglieva la giacca.
"Beh,affermazione affascinante,ma essendo tu l'imputato dubito che sarà sostenibile."disse Chloe.
"Senti,l'ho seguito a casa e l'ho visto togliersi il collare."disse Clark "Voglio qualche prova per
inchiodarlo."
"Eccomi pronta per una bella cospirazione!"disse Chloe.
"Grazie Chloe."disse Clark.
"Oppure se non ci riusciamo,mandiamo Lana ad estorcergli una confessione."disse Chloe
ridendo"Era uno scherzo Clark.
Mi sembri troppo colpito dal fatto che Lana faccia la pugile."
"Le intenzioni di Lex sono buone,ma se poi diventa troppo sicura di se e si caccia in situazioni che
non sa gestire?"disse Clark.
"Clark,come qualsiasi ragazzo ben piazzato,tu non hai idea di quello che si provi a camminare per
strada di notte e sentire dei passi dietro di te."disse Chloe "Se guadagnare un po' di forza la farà
sentire un po' meno vittima dovresti esserne contento."
"Credo di si."disse Clark.
"O hai paura che quando Lana saprà difendersi da sola non avrà più bisogno di un cavaliere senza
macchia che la salvi?"disse Chloe.
Nei corridoi sotterranei,la notte seguente,c'era Helen che camminava.
I corridoi avevano la parte bassa delle pareti bianche e il soffitto con i tubi.
Il soffitto aveva delle luci.
Lei indossava un camice bianco e scarpe con i tacchi.
Lei andò verso una porta con su scritto "Patologie"ed entrò nella stanza che era piena di scaffalature
con sopra dei contenitori cilindrici con liquidi bianchi,rossi e blu,più altri tavoli con delle bottiglie.
Le pareti avevano la parte bassa che aveva le mattonelle verdi rettangolari e la parte superiore
bianca.
Lei provò ad accendere le luci,ma senza successo,poi cominciò a camminare "Dottore?"
Lei si voltò e vide Paul spaventandosi.
Lui indossava un giaccone nero,maglietta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.
"Paul...che ci fai qui?"disse lei.
"Dovevo vederti da solo,anche perché non ce la facevo più."disse Paul "Scusa per il disturbo."
"Va bene,perché non ce ne andiamo di sopra a parlare davanti ad un caffè?"disse Helen.
"No,non ce ne andiamo di sopra A PARLARE DAVANTI AD UN CAFFÈ!"urlò lui e lei
indietreggiò "Quando avevi rotto con me,avevo pensato che lo stessi facendo perché pensavi che
non sarei diventato un grande medico.
Avevi ragione su questo,ho mollato.
Se non si può essere grandi perché continuare, dicevi così no?"
"Paul..."disse lei indietreggiando.
"HO LAVORATO DURO PER DIVENTARE UN UOMO DI SUCCESSO!"disse Paul "Così da
poterti riavere.
Poi ho scoperto che stavi con Luthor e ho capito che dovevo salvarti da quest'imbroglio."
"Io non voglio che tu mi salvi."disse lui "Senti ti ho lasciato perché avevi picchiato la tua ex
ragazza."
"No no no,lei era così inferiore a me."disse Paul "È diverso tra noi.
Siamo destinati a stare insieme."
Lui le accarezzò la guancia destra.
"Io amo Lex."disse lei.
"Era quello che temevo."disse Paul "E poi ne sei sicura?
Io credo che tu non lo ami.
Secondo me sono io quello che ami,ma non riesci a capirlo."
Lei corse verso la porta "STA LONTANO DA ME!"
Lui la inseguì,la superò e mise le mani sulla porta.
In quel momento squillò il telefono.
"Pronto?"disse Helen.
"Helen sono io,senti hai ragione,sono stato distante nelle ultime 3 settimane,ma non sarà più
così."disse Lex "Sto arrivando li,così ne parliamo.
Helen?"
"Ho da fare con un paziente."disse Helen "Nel laboratorio di patologia."
Paul le diede un colpo con la mano sinistra dall'interno verso l'esterno facendola cadere e facendole
perdere di mano il telefono.
"Helen?"disse Lex.
"È lui al telefono!"disse Paul afferrandola e indicandola con la mano destra "Non è vero?
NON È VERO?"
Lei prese un contenitore cilindrico di vetro con la mano destra e glie lo sbatté in testa
rompendolo,poi corse verso la porta.
"Helen che sta succedendo?"disse Lex.
Lei andò alla porta e provò ad aprirla,ma lui la afferrò e la gettò su un tavolo pieno di bottiglie di
vetro vuote che si ruppero in mille pezzi,poi Helen cadde a terra.
"Alzati."disse Paul che la afferrò e la tirò su "Alzati forza!"
"HELEN?"disse Lex.
Paul prese un bisturi con la mano destra,mentre la trascinava via con la mano sinistra.
Lex accelerò al massimo.
Paul la gettò su un altro tavolo fracassando altri contenitori,poi la gettò a terra.
Lex arrivò nell'ospedale e corse per i corridoi con 2 infermieri "HELEN!"
Lex vide delle orme di sangue che uscivano dalla stanza,poi entrò e la vide a terra e coperta di sangue.
"PORTIAMOLA AL PRONTO SOCCORSO!"disse uno dei 2 medici mentre Lex la soccorreva.
Lana scese le scale del Taloon la stessa notte.
Indossava una maglietta verde,senza maniche,jeans blu e scarpe marroni.
Clark entrò con il giaccone chiaro e il sacco "Smallville è libera dalle cartacce."
Lana rise vedendolo.
"Devi essere esausto."disse lei.
"Diciamo che frustrato e umiliato si,esausto no."disse Clark "Come stai?"
"Tutto ok."disse Lana andando dietro il bancone.
"Lo so,ma ho pensato che volessi un po' di compagnia."disse Clark che prese un foglietto "Lezioni
di arti marziali.
Quindi l'incontro con Lex è andato bene."
"Lex riesce a tirare fuori un lato di me che mi spaventa e mi esalta allo stesso tempo."disse Lana.
"La prima regola dell'autodifesa è evitare lo scontro."disse Clark.
"Rilassati Clark,non vagherò per la notte per combattere il crimine."disse Lana "Lo lascio
all'esperto."
"Puoi credermi,non c'è futuro a combattere il crimine se non vuoi essere denunciato."disse Clark "E
sai qual'è il peggio?
So che lui sta fingendo,ma non ho le prove.
Lo seguirei con una telecamera,ma non posso violare gli ordini restrittivi."
"Ci penso io."disse Lana.
"Ci pensi tu a cosa?"disse Clark.
"Voglio vederlo crollare quanto lo vuoi tu."disse Lana "Fammi provare."
"È troppo pericoloso."disse Clark.
"Clark la legge non è dalla nostra parte,che cosa pensi di fare?"disse Lana.
Clark restò in silenzio.
Lex era al telefono in un corridoio dell'ospedale "Dove sei?
Devo sapere dov'è quel bastardo adesso!"
Lo sceriffo gli arrivò alle spalle "Signor Luthor...mi dispiace...per la dottoressa Bryce,ma spero che
lei non abbia intenzione di farsi giustizia da solo."
"La donna che amo sta lottando per la sua vita sceriffo,credo che scuserà la mia mancanza di fiducia
nella polizia di Smallville."disse Lex.
"Ho piazzato 2 posti di blocco sulle strade principali,i miei agenti pattugliano l'area e aspetto il
mandato per perquisire la stanza dell'indagato."
"E quanto ci vorrà?"disse Lex.
"Un po' di tempo,ma ho chiamato ogni singolo giudice della contea."disse lo sceriffo.
"Sono lieto che lei stia facendo quanto umanamente possibile."disse Lex che se ne andò.
"Signor Luthor,dove va adesso?"disse lei seguendolo "Se per caso scopro che lei ha intralciato le
indagini..."
"COSA FA?!"urlò Lex che si voltò "MI ARRESTA E MI FA RACCOGLIERE LE CARTACCE?"
"Lei non è al di sopra della legge signor Luthor."disse lo sceriffo.
"Grazie per la profonda osservazione."disse Lex "Posso andare adesso?"
Lex andò via.
Clark andò verso l'ospedale e vide Lex andare via in macchina "Lex..."
Lo sceriffo aprì la porta d'ingresso e si mise il cappello.
"Sceriffo,come sta la dottoressa Bryce?"disse Clark.
"Ah,tra la vita e la morte."disse lei.
"E stato Paul Hayden?"disse Clark.
"Signor Kent,devo ricordarle i rischi che corre ad occuparsi degli affari della polizia?"disse la
donna.
Un agente la raggiunse.
"A che punto siamo con questo mandato per la stanza di Hayden?"disse lo sceriffo.
"20 minuti,la macchina l'aspetta."disse l'agent andarono.
Clark corse a super velocità verso la stanza di Hayden e si mise nelle vicinanze,poi usò la vista a
raggi x e vide una figura entrare da una finestra.
Lex aveva una torcia e si trovò Clark davanti spaventandosi.
"Clark come hai fatto…?"disse Lex.
"Come hai fatto tu."disse Clark "Che cosa ci fai qui?"
"Clark stanne fuori."disse Lex.
"So che vuoi inchiodare quel tipo,ma..."disse Clark.
"Ma cosa?"disse Lex "Lo lasciamo alla polizia?
La sua auto è ancora qui,lo segue un mio uomo."
Lex prese il telefono e chiamò,ma sentì squillare il cellulare nell'appartamento,poi si voltò e vide che c'era uno specchio rotto e insanguinato.
Lex camminò,aprì la porta del bagno e andò verso la tenda della doccia,la spostò e vide il cadavere
dell'uomo nella vasca che aveva la gola tagliata.
"Quel bastardo si è preso la sua macchina."disse Lex.
Clark sentì degli sportelli aprirsi e chiudersi.
"Lex abbiamo compagnia."disse Clark.
Lex prese la pistola dal cadavere e poi se ne andò.
La polizia sfondò la porta con un calcio e non trovarono nessuno.
Clark e Lex camminarono per la stazione e videro un treno fermo.
"Per il satellite la macchina era qui."disse Lex.
"Credevo che potesse usarlo solamente la polizia."disse Clark.
"Dividiamoci."disse Lex.
"Non aspettiamo lo sceriffo?"disse Clark.
"Tu aspetta qui,io do un'occhiata."disse Lex andando vicino al treno e guardandosi intorno,poi lo
vide camminare di spalle.
Paul indossava un lungo cappotto nero,camicia grigia,pantaloni neri e scarpe nere.
Lui si voltò e vide Lex,poi andò sulle rotaie e passò nello spazio tra un vagone e un altro,finendo tra
2 treni paralleli e corse.
Lex gli arrivò davanti e gli puntò la pistola addosso.
"Ah fermo!..."disse Paul alzando le mani "Se premi quel grilletto sarai l'unico a finire in carcere."
Lex estrasse un fazzoletto con sopra 2 "L"viola,prese la seconda pistola che aveva nella cintura e
glie la tirò.
Paul prese l'arma.
"Non per legittima difesa."disse Lex.
Paul sparò,ma la pistola era scarica.
"Ho dimenticato di caricarla."disse Lex.
"Sei pieno di sorprese,non è vero?"disse Paul che ruotò su se stesso e gli diede un calcio alla pancia
facendolo cadere a terra,poi fuggì e salì su un treno.
Clark iniziò a correre nella stazione.
Lex era a bordo di un treno vuoto e camminava con la pistola in mano.
Clark si fermò e si guardò intorno.
Lex aprì una porta ed entrò in un vagone dove c'erano 2 file di tavoli apparecchiati e fioche luci
gialle.
Clark corse verso il treno.
Lex continuò a camminare e arrivò nella zona cucina,muovendosi lentamente e passando tra 2 piani
di metallo.
Paul si alzò da dietro uno di essi e lo colpì alla nuca con una padella,mandandolo a terra,ma si prese
un calcio.
Lex si alzò e sferrò un destro,ma l'altro lo evitò e gli spinse la testa verso una delle credenze di
metallo,poi Lex gli diede una gomitata destra alla pancia e provò a sferrare un sinistro che venne
parato,poi gli diede una testata.
Paul sferrò un destro e lo mandò verso il piano metallico a sinistra,poi gli diede un calcio
mandandolo a terra e lo colpì ancora,dopo di che prese un'ascia posta su una parete in alto.
Clark usò la vista a raggi x e vide la scena,poi corse a super velocità e diede una spallata al vagone
facendolo tremare.
Paul cadde a terra e Lex gli diede un calcio,poi gli puntò la pistola al volto "Addio Paul..."
Lex aspettò alcuni secondi e poi lo colpì alla testa con il manico dell'arma facendogli perdere i
sensi.
Clark corse nel vagone poco dopo "LEX!"
Lo sceriffo entrò nel vagone con gli agenti e puntò l'arma contro Clark "Mani in alto."
Clark alzò le mani.
"Giù la pistola!"disse lo sceriffo puntando l'arma contro Lex "Sul tavolo!
La pistola sul tavolo adesso!"
Lex posò l'arma.
"In Kansas è legale che dei cittadini effettuino degli arresti."disse Lex.
La donna rise "Glie lo ripeto.
Se la trovo ancora a ficcare il naso nelle indagini della polizia,io le giuro...che non la passerà liscia."
Il giorno dopo Andy entrò nel Taloon zoppicando.
Lana aveva i capelli sciolti,anche se la parte frontale era legata dietro la testa,indossava una
maglietta aderente viola,pantaloni neri e scarpe nere.
"Grazie di essere qui."disse Lana.
"Spero che tu abbia una buona ragione per avermi fatto alzare così presto."disse Andy.
"Senti Andy,mi dispiace davvero per quello che è successo l'altra sera."disse Lana "Ma io credo ci
sia sfuggito tutto di mano,il processo è..."
"Non preoccuparti,non è un problema tuo."disse Andy.
"Io lo so che tu stai solo fingendo,dovresti lasciar perdere prima che ti scoprano."disse Lana.
Lui guardò il bastone e lo gettò a terra "Non mi hai fatto venire per parlare del processo,non è
vero?"
Lui allungò la mano destra e lei gli colpì l'avambraccio con la mano sinistra.
"Se mi tocchi ancora,non dovrai più fingere di avere dolore al collo."disse Lana.
"Stai facendo la difficile,ma entrambi sappiamo che mi vuoi."disse Andy sorridendo "Perché non ce
ne andiamo un po' sul retro?"
Lui allungò le mani,ma lei gli diede una manata destra al petto,gli afferrò il pollice
sinistro,mandandolo verso l'esterno,gli diede un calcio sulla pancia,girò su se stessa e gli diede un
calcio al volto mandandolo contro dei tavolini.
La notte seguente Clark osservava il cielo con un telescopio.
Indossava una maglietta bianca a mezze maniche,pantaloni neri e scarpe nere.
Lana salì le scale.
Aveva i capelli sciolti,giaccone di jeans scuro,maglietta bianca,jeans chiari e scarpe nere.
"Ciao Clark."disse Lana.
"Mi hanno chiamato per dirmi che Andy ha ritirato le accuse."disse Clark "Hai idea di chi può
averlo convinto?"
"Ah...forse ha capito che volevi solo...aiutare un'amica."disse Lana.
"Lo sceriffo dice che hai un ottimo calcio girato."disse Clark che si sedette "E io me lo sono perso."
Lana rise "E così te l'hanno detto."
"Lana io..."disse Clark.
"Lo so cosa stai per dire...non avrei dovuto immischiarmi."disse Lana.
"No volevo soltanto dirti...grazie."disse Clark.
"Beh tu ti sei occupato di me tante di quelle volte,volevo ricambiare."disse Lana "Dopo tutto...non
capita tutti i giorni che Lana Lang abbia modo di salvare Clark Kent."
"Già."disse Clark.
Helen era nello studio di Lex,su una poltrona con addosso una vestaglia viola,mentre Lex entrava.
Lui indossava una maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere.
"Non avevi una riunione?"disse lei.
"L'ho rimandata per motivi personali."disse Lex.
"È la prima volta."disse Helen.
"Il mio avvocato mi ha detto che Paul ha messo avanti l'infermità temporanea."
"Lex io..."disse Helen.
"Gli ho detto di non fare opposizione."disse Lex che si sedette sulla poltrona opposta alla sua "Paul
ha bisogno di aiuto.
Io volevo ucciderlo Helen.
Volevo ucciderlo per quello che ti aveva fatto e forse agli occhi di tutti me la sarei cavata,ma una
persona avrebbe saputo la verità."
"Clark?"disse Helen.
"Tu."disse Lex "In quel momento non è stato Clark a salvarmi,ma tu Helen.
E allora ho capito."
Lui le mostrò un anello dentro una confezione "Che ne dice dottoressa Bryce?
Vorrebbe sposarmi?"
Lei lo accarezzò e lo baciò.
