SMALLVILLE:LA NUOVA VITA DI CLARK
La Luna splendeva nel cielo notturno sulla città di Metropolis mentre il mappamondo metallico sul
tetto del Daily Planet roteava.
Clark stava camminando in strada.
Indossava un giaccone nero,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.
La mano destra aveva ancora l'anello con la pietra rossa.
Clark si fermò e guardando a sinistra vide delle porte di vetro connesse ad un'entrata di vetro,con
dentro delle macchine di lusso che erano su delle pedane circolari roteanti.
Clark si diresse verso l'entrata e osservò una ferrari grigia decappottata,poi sorrise.
Poco dopo era dentro una stanza dal pavimento grigio come anche le pareti.
La porta era nera,con una parete metallica a sinistra.
La parte medio bassa della parete a sinistra aveva delle zone rettangolari verdi,in basso,con
rettangoli blu,verticali in mezzo,con sopra un piano nero e ben 4 aperture nel muro con 4 sportelli di
accesso al bancomat.
Clark sfondò tutti i piani di metallo con un pugno destro e prese i soldi dall'interno mettendoli
dentro un sacco nero.
Una volta terminato sorrise e chiuse la borsa,dopo di che andò nel negozio di auto e camminò
intorno all'auto grigia.
Una donna si avvicinò.
Aveva i capelli biondi,legati,giacca nera,maglietta blu,pantaloni viola e scarpe con i tacchi neri.
"Bella questa macchina."disse Clark "Quanto costa?"
"Se lo chiedi,vuol dire che non te la puoi permettere."disse lei.
"Sentiamo."disse Clark.
"240000 dollari."disse lei.
Clark fischiò e aprì la borsa mostrando i soldi alla donna "Dovrei averceli qui."
Lei restò a bocca aperta.
"Vogliamo andarci a fare un giro di prova?"disse Clark.
In strada c'era un giornale con la foto di Lex e il titolo che parlava del suo funerale.
Clark fermò l'auto vicino alla zona dove era il giornal scesero.
La donna indossava una maglietta bianca,senza maniche,scollata,gonna corta nera e scarpe viola
con i tacchi,mentre Clark indossava una giacca nera,camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.
I 2 andarono verso una folla che era all'entrata di una discoteca dentro un palazzo a 2
piani,rettangolare,grigio e allungato.
La parte sopra l'entrata era leggermente curva in avanti.
Mentre si facevano strada tra la folla un uomo di colore,calvo,con giacca blu,camicia
bianca,cravatta nera,pantaloni blu e scarpe nere si avvicinò "Quello è un razzo Kal!"
"Ti piace?"disse Clark dandogli le chiavi "È tua.
Puoi prenderla."
Clark e l'altra entrarono nel locale e l'uomo sorrise.
La discoteca in cui entrarono era molto grande,con proiettori di luce blu e vari tubi di metallo sul
soffitto.
C'erano anche diverse donne che ballavano su dei palchi circolari.
I 2 andarono al bancone.
"Allora Kal?"disse lei "Tu da dove vieni?"
"Un posto che cerco di dimenticare."disse lui poggiandosi con la schiena al bancone e lei gli si mise
davanti.
"Anche io."disse lei ridendo e poco dopo lo baciò.
La donna gli toccò la camicia e gli aprì la parte superiore vedendo i segni della cicatrice enorme sul
petto "E questo che cos'è?"
"Una specie di voglia."disse Clark.
"Oh...è piuttosto grande come voglia."disse lei ridendo.
Lui le afferrò il polso destro con la mano destra "Non toccare!"
"Piano,piano."disse lei andando via.
Dietro di lui c'era un barista di colore con folti capelli ricci,camicia blu,pantaloni neri e scarpe
nere"Qual'è il problema Kal?
Ogni sera arrivi con una ragazza,ma poi finisci sempre in bianco."
Clark si voltò verso di lui.
"Vuoi farti frate?"disse il barista.
Clark rise "Non vale la pena di cominciare qualcosa che tanto finirà male."
Clark mise i soldi sul bancone.
Poco tempo dopo uscì dalla discoteca senza la giacca e andò verso una cabina telefonica.
Improvvisamente avvertì un forte dolore al petto e si piegò in avanti,mettendosi le mani su di
esso,poi entrò nella cabina,appoggiandosi alle pareti e ansimando,poi aprì la camicia e vide il
simbolo sul petto che si era illuminato di energia rossa,poi si poggiò alle pareti della cabina a causa
del dolore,dopo di che cadde a terra e si tolse l'anello.
La luce si spense e il dolore cessò,poi Clark guardò il telefono.
Marta sentì squillare il telefono e rispose.
Lei indossava una maglietta arancione,pantaloni neri e scarpe nere.
"Pronto?"disse Marta sentendo un respiro affannato "Clark?
Sei tu?"
Clark iniziò a singhiozzare.
"Torna a casa."disse Marta.
Clark riattaccò e si mise a piangere.
Marta mise giù il telefono lentamente.
Clark uscì dalla cabina e si rimise l'anello.
Il giorno dopo c'erano dei rapinatori in una banca,con addosso delle maschere da clown mostruosi.
"TUTTI A TERRA!"disse uno di loro "SUBITO!"
Un altro rapinatore era in piedi sui banconi rettangolari blu della banca,mentre uno era dietro di
essi.
"NON TI MUOVERE!"disse il primo che puntava un fucile automatico contro i civili a
terra"GIÙ!
GUAI A TE SE TI MUOVI!"
"DAI FORZA!"disse quello dietro i banconi "SBRIGHIAMOCI!"
"HO DETTO A TERRA!"urlò il primo,mentre quello dietro i banconi metteva dei soldi dentro
delle sacche nere "FERMI!"
Un elicottero volò tra i grattacieli.
"STA GIÙ!"urlò quello sui banconi ad un uomo a terra "IMMOBILE!
SUL PAVIMENTO!"
Una guardia con giubetto giallo tentò di strisciare,ma quello sui banconi se ne accorse e gli sparò.
Una moto sfondò una vetrata e su di essa c'era Clark con il volto coperto da una maschera nera con
buchi per occhi,naso e bocca.
Clark indossava un giaccone nero,pantaloni neri e scarpe nere.
Entrando andò contro il primo dei banditi con la moto.
"CHE CAZZO SUCCEDE?"disse quello sui banconi che saltò giù.
Clark scese dalla moto.
"SPARAGLI!"disse quello dietro i banconi.
Il rapinatore sparò,ma Clark colpì il primo proiettile con la mano destra mandandolo a sinistra,evitò
il secondo spostandosi a destra e afferrò il terzo con la mano sinistra.
Il rapinatore non lo vide più,poi Clark gli toccò la spalla sinistra con la mano sinistra e l'uomo si
voltò.
"È meglio che spari ai palloncini."disse Clark gettando a terra tutti i proiettili,poi afferrò l'uomo e
lo tirò verso il soffitto facendolo sbattere contro una colonna rettangolare blu.
L'uomo cadde a terra e si schiantò su un tavolo.
Quello dietro il bancone sparò diversi colpi al petto di Clark che camminò tranquillamente verso di
lui e lo afferrò alla gola con la mano destra.
"Spiacente ragazzi,l'ho vista prima io la banca."disse Clark che lo trascinò verso di se e lo gettò a
terra.
Gli uomini della swat e si misero dietro un muretto a gradini.
Clark prese le borse e andò verso l'uscita mentre le macchine della polizia si fermavano davanti alla
banca e l'elicottero sorvolava la zona.
"L'edificio è circondato,venite fuori!"disse una poliziotta con il megafono e poco dopo Clark uscì
dall'edificio "POSA LA BORSA E METTI LE MANI SULLA TESTA!
POSA LA BORSA!
QUESTO È L'ULTIMO AVVERTIMENTO!"
Clark mise la mano sinistra sotto il giaccone,poi quelli della swat spararono,ma non gli fecero
nulla,poi lui fece uscire i fasci di calore dagli occhi sul cofano di una macchina che esplose.
La poliziotta cadde a terra,poi,non vedendolo più,avanzò,prese la maschera da rapinatore a terra e
vide i proiettili accartocciati sul pavimento.
In un'altra zona della città c'era un edificio ad un piano,rettangolare, di metallo,con colonne di
metallo blu,delle saracinesche e delle scale esterne.
C'erano anche dei container rossi poco distanti.
Clark corse a super velocità sorridendo e si fermò vicino l'edificio.
La sera seguente il Sole calò su Smallville.
Jonathan era seduto al tavolo con un giornale in mano e con i genitori c'era anche Pit.
Pitt indossava un giaccone giallo ocra,camicia chiara,con linee scure verticali e
orizzontali,canottiera bianca,jeans blu e scarpe nere.
Jonathan indossava una camicia sbottonata blu,con linee gialle verticali e orizzontali,canottiera
bianca,jeans blu e scarpe marroni.
Marta indossava una maglietta arancione,pantaloni neri e scarpe nere.
"I suoi crimini sono sempre più clamorosi."disse Pitt.
"Non possiamo essere certi che sia Clark."disse Marta.
"Signora...capisco che non ci voglia credere,ma...è lui."disse Pitt "Che possiamo fare?"
"Non c'è niente che..."disse Marta.
"Si che c'è."disse Jonathan che posò il giornale "Aspettami in macchina,prendo la giacca."
"Aspetta."disse Marta a Pitt e poi seguì Jonathan in un ripostiglio sotto la scala e aspettò che
uscisse"Dove stai andando?"
"Vado a prenderlo."disse Jonathan mettendosi il giaccone scuro.
"Lui sa cosa gli provoca la kryptonite rossa."disse Marta "Può togliersi quell'anello in qualunque
momento..."
"Non ne sono sicuro."disse Jonathan.
"Le telefonate potrebbero essere un primo passo."disse Marta.
"Ma non posso starmene qui senza far niente!"disse Jonathan "Non ce la faccio più!"
"Ammettendo che tu riesca a trovarlo,come pensi di riportarlo a casa?"disse Marta "Sono passati 3
mesi.
In tutto questo tempo non abbiamo fatto altro che cercarlo,abbiamo denunciato la
scomparsa,abbiamo fatto tutto quello che potevamo!..."
"Marta senti..."disse Jonathan.
"Il punto è che Clark non vuole essere ritrovato."disse lei che gli afferrò le spalle "Quando si sentirà
pronto tornerà a casa.
Noi dobbiamo avere fiducia.
Va bene?"
"Si,d'accordo."disse Jonathan.
Al Taloon Lana stava portando un vassoio ad un tavolo.
Indossava una maglietta rosa,scollata,senza maniche,jeans blu e scarpe nere.
Chloe entrò nel Taloon.
Aveva i capelli che arrivavano alla base della testa,con la riga a sinistra,indossava una maglietta
scollata,senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.
"Ciao."disse Chloe "È una vita che non ti vedo,ho pensato che non vivessimo più sotto lo stesso
tetto."
"Sono piena di lavoro."disse Lana "Tuo padre ha detto che ha passato tutto il pomeriggio al Daily
Planet."
"Si,per il direttore anche ritirare il bucato in lavanderia è un impegno più importante che incontrare
la sua più giovane cronista."disse Chloe "Speriamo che quelli dell'Air Force siano più
professionali.
Mangiamo qualcosa insieme?"
"Ah...non posso."disse lei "Con la scomparsa di Lex,il Taloon è stato affidato a dei ragionieri della
Luthor Corporation a cui non interessa un localino di Smallville."
"D'accordo."disse Chloe "Se ti serve un passaggio per il funerale di Lex,sono disponibile come
aiuto morale."
"Grazie."disse Lana prendendo un altro vassoio da un tavolo "Ci vado con i Kent."
"Hai avuto notizie di Clark?"disse Chloe.
"Pensavo di andare da Nell a Metropolis per un po'."disse Lana "Mi sento in colpa,non l'ho cercato
abbastanza."
"Parli come se si fosse perso."disse Chloe.
"Tu ci hai già messo una pietra sopra,ma io non rinuncio a sperare."disse Lana.
"Clark è scappato via."disse Chloe "Ha preso lui la decisione di lasciare la sua famiglia,i suoi amici
e la ragazza che diceva di amare."
Lana si allontanò e Chloe le andò dietro fino al bancone.
"Lo so che abbiamo firmato un trattato di pace e possiamo continuare a far finta di niente per tutto
questo tempo,ma io sono preoccupata per te."disse Chloe.
"Non ce n'è bisogno."disse Lana.
"Stare in ansia per Clark porta solo sofferenza,credimi lo so."disse Chloe "Devi andare oltre,è
evidente che lui l'ha fatto."
"Io non penso che sia così."disse Lana "Forse aspetta che lo trovi la persona giusta."
Lana andò dietro il bancone.
Chloe uscì dal Taloon,salì in auto e si mise a piangere "Sono proprio un'idiota..."
In un'altra zona della città c'erano 2 lunghi palazzi paralleli alti 10 piani,con le parti esterne
completamente di vetro e connessi da ponti.
Clark era in un letto,a petto nudo.
Il letto aveva lenzuola color argento e un cuscino argentato.
Un uomo entrò nella sua stanza.
L'uomo aveva capelli marroni a mezzo collo,volto pallido,giacca nera,camicia nera,pantaloni neri e
scarpe nere.
Accanto a lui c'era un uomo di colore,calvo,con baffi e barba corta,giacca nera,camicia
blu,pantaloni e scarpe nere.
Entrambi puntarono le mitragliette verso di lui e spararono crivellando il letto,poi si avvicinarono e quello con i capelli lunghi toccò il letto con l'arma.
Clark tolse le lenzuola di scatto e afferrò i 2 per la gola,poi li scagliò via.
Quello di colore volò verso il salotto mentre l'altro andò a sbattere contro una teca verticale posta
su una parete blu che venne fracassata.
Il salotto della stanza aveva un tappeto grigio,tavolinetto di vetro ovale,con gambe cilindriche di
metallo,divano grigio,con un grosso quadro dietro e pareti di legno.
Clark si alzò "Chi vi ha mandati?"
"Sono stato io."disse una voce maschile.
Un uomo anziano entrò nella stanza.
Aveva i capelli biondi,con la riga a sinistra,occhiali,giacca nera,camicia chiara,cravatta
rossa,pantaloni neri e scarpe nere.
"Morgan Edge."disse l'uomo che gli porse la mano destra.
Clark andò ad aprire i cassetti di un mobile grigio.
"Che cicatrice."disse Morgan "Come te la sei fatta?"
"Mio padre è un vero bastardo."disse Clark che si mise una maglietta grigia,voltandosi di spalle.
Al centro della maglietta c'era un diamante verde.
"Che cosa vuole?"disse Clark camminando.
"Vieni nel mio locale sventolando dollari,poi interrompi i miei ragazzi in banca..."disse
Morgan"Ritengo che non sia stata una coincidenza."
Clark si sedette su una poltrona di spalle alla finestra e rise "Quei pagliacci lavorano per lei?"
"Ti sei guadagnato una reputazione notevole."disse Morgan "Ho organizzato questo piccolo test per
vedere se sei un uomo o un mito.
E chiaramente sei l'uno e l'altro."
"Beh sono felice di averle chiarito il dubbio."disse Clark "Signor Edge."
"Volevo parlarti della possibilità di un impiego."disse Edge.
"La ringrazio,ma non sto cercando lavoro adesso."disse Clark toccandosi l'anello "E mi sento un
solista."
"Non importa quante pallottole ti sono rimbalzate addosso Kal,resti un ragazzo."disse lui
sedendosi"E io sono il più importante boss di Metropolis."
"E non può permettersi aiutanti migliori?"disse Clark guardando i 2 che si rialzarono.
"È per questo che sono qui."disse l'uomo"Ho un lavoro da proporti.
Che potrebbe ricoprirti d'oro.
E quindi il giorno in cui ti sarai stancato di giocare alla rapina,sai dove trovarmi."
Chloe entrò nelle grotte quella stessa mattina.
"Signor Luthor?"disse Chloe e si trovò Lionel Luthor dietro.
Lui indossava un lungo cappotto nero,giaccone nero,cravatta grigia,camicia bianca,pantaloni neri e
scarpe nere.
"Ho avuto il suo messaggio e mi sono stupita che volesse incontrarmi proprio oggi considerando
che domani è..."disse Chloe.
"Mio figlio se n'è andato,signorina Sullivan e ormai non mi resta altro che rendere omaggio alla sua
memoria e continuare a vivere."disse Lionel che toccò la parete della grotta dove era il simbolo
ottagonale,ma che ora non c'era più"Ricorderà sicuramente quella serratura ottagonale qui."
"Vagamente..."disse lei avvicinandosi "Non ho passato molto tempo in questa grotta."
"Mi creda,era proprio qui."disse Lionel "È scomparsa lo stesso giorno in... di
quella...inspiegabile...esplosione alla fattoria dei Kent.
Lo stesso giorno in cui il nostro amico Clark..."
Lionel si voltò verso Chloe "...se n'è andato via.
Lei non lo ha più visto,non è vero?"
"Credo che dopo la lite che c'è stata tra noi io sia l'ultima persona che chiamerebbe."disse Chloe.
Lionel rise,poi le mostrò un giornale e camminò "Apprezzo molto la sua rubrica signorina.
Scrive bene.
Il peggior peccato della vecchiaia è dimenticare le tribolazioni della gioventù.
Nella relazione che ha scritto per me su Clark Kent,avrei voluto lo stesso acume."
"Ci ho messo tutto quello che sapevo."disse Chloe.
"Si è presentata con tanto vigore e invece sembra che il suo entusiasmo per il nostro accordo
stia...affievolendo."disse Lionel.
"Non è facile trovare informazioni su qualcuno che è sparito."disse Chloe.
"Speravo che l'avrebbe considerata come una prova della sua tempra di cronista."disse Lionel"Lei
ha davanti a se un futuro interessante,ma sarebbe un peccato se l'opportunità che le ho offerto
svanisse come..."
Lionel toccò la parete con la mano destra "...la serratura di questa parete.
Proprio adesso che sto per accordarmi con importanti personalità che le assicureranno un corso di
addestramento privilegiato per l'Air Force."
"Minacciarmi signor Luthor non farà riapparire Clark magicamente."disse Chloe voltandosi verso
di lui.
"Ogni decisione ha le sue conseguenze."disse Lionel leggendo "Clark ha deciso di fuggire dalle sue
responsabilità.
Lei vuole fare altrettanto,signorina Sullivan?"
Lionel uscì.
In mezzo all'oceano c'era un'isola allungata,piena di vegetazione.
Sulla spiaggia c'era Lex Luthor che era a petto nudo,con i pantaloni neri a brandelli e senza scarpe.
Aveva una ferita sul pettorale sinistro ed era svenuto.
La pelle del suo corpo aveva varie parti screpolate.
Lex si svegliò e si mise seduto di scatto.
Dietro di lui c'era un uomo seduto su una lastra di pietra sotto una capanna rettangolare di legno e
coperta di foglie.
L'uomo aveva capelli lunghi,baffi,barba,era a petto nudo e aveva pantaloni grigi.
Aveva diversi graffi sul volto e parti di pelle screpolate.
"Wow!"disse l'uomo "Calma Lex."
"Dove sono?"disse Lex.
"Nel posto in cui sei stato negli ultimi 3 giorni."disse l'uomo spalancando le braccia "In paradiso."
L'uomo prese un bastone e si alzò.
"Hai avuto un altro incubo per la febbre."disse l'uomo che andò a controllare dei pezzi di legno che
bruciavano "La malaria non vuole abbandonarti.
Ripetevi il suo nome."
"Di chi?"disse Lex.
"Della sgualdrina che ti ha fregato?"disse l'uomo.
Lex lo guardò irato e si avvicinò al fuoco a 4 zampe.
"Luis?"disse Lex "Ti sono grato per tutto quello che hai fatto per me,ma se chiamerai mia moglie in
quel modo un'altra volta,non mi riterrò responsabile delle mie azioni."
Luis rise e si indicò il viso con l'indice sinistro roteandolo "Me ne sono stato qui a rimuginare sulla
tua storia fino ad adesso.
Insomma,ti svegli,Helen e il pilota sono spariti e..."
Lex si alzò di scatto e si allontanò.
"...e tu stai morendo da solo."disse l'uomo "Almeno considera questa possibilità."
"NON HAI QUALCOS'ALTRO DI CUI PARLARE?!"disse Lex.
"Dopo tanti anni da solo su un'isola?"disse l'uomo "Non direi.
L'ultima cosa che ho saputo è così vecchia che sarebbe noiosa."
Lex indicò la zattera rettangolare di legno,con sopra un tettuccio triangolare fatto da rami più
sottili"PERCHÉ NON VAI A LAVORARE ALLA ZATTERA?"
"Non me la sento di aiutarti a suicidarti!"disse Luis avvicinandosi "Andresti alla deriva e moriresti
lentamente!
È questo che vuoi?"
Lex lo afferrò "Io voglio andarmene da quest'isola per scoprire la verità!"
"La verità?"disse Luis "Non c'è bisogno che torni per saperla,te la dico io.
O tuo padre ha fregato te e tua moglie oppure Helen ha fatto tutto da sola oppure loro 2 erano in
combutta.
Una dei 3.
Non ce ne sono altre di alternative.
E se ci ragioni si capisce anche quale delle 3.
Nel caso fosse stato tuo padre,avrebbe lasciato morire anche lei,se fa questo al figlio,figurati ad una
che fa l'infermiera.
Se fosse stata solo lei,non si capisce dove trovi i mezzi per organizzare il tutto.
Quindi...erano d'accordo.
Visto?
Caso risolto.
Perché hai tanta fretta di tornare in una famiglia che è un nido di vipere?"
"Perché la mia vita non è certamente qui!"disse Lex che andò alla zattera.
L'altro lo raggiunse "Ma non mi sembrava uno splendore neanche la."
Lex iniziò a legare delle corde.
"La devi smettere di considerare questo posto una maledizione."disse Luis.
"ZITTO!"urlò Lex "BASTA!"
"È un dono!"disse Luis "La tua vita è stata riportata alla sua più profonda essenza!
E poi...per il resto del mondo tu sei già morto.
Lascia che quel che eri riposi in pace."
Il giorno dopo.
Metropolis.
In un parco c'era un piccolo obelisco nero,con la scritta bianca "Lex Luthor"sulla parte frontale
e con sopra una linea incavata orizzontale.
Davanti alla lapide c'era un vaso con rose bianche, poggiato su una colonna rettangolare nera.
Ai lati c'erano altri 2 obelischi bianchi più piccoli,con altri 2 dietro e altri 2 dietro.
Gli obelischi erano dentro un prato rettangolare,con altri giardini intorno e oltre c'erano degli alberi.
Lionel era davanti alla lapide e davanti a lui c'erano molte persone in abiti eleganti e neri.
"È la più grande prova per un genitore...la perdita di un figlio."disse Lionel.
Tra la gente c'erano Marta e Jonathan.
Jonathan aveva una giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere,mentre
Marta indossava un maglione nero,pantaloni neri e scarpe nere.
Alla destra di Marta c'era Lana con lo stesso abito.
"Lex era stato toccato dalla grandezza,aveva solo iniziato ad intravedere le sue possibilità."disse
Lionel "Posso solo immaginare quanto in alto sarebbe arrivato se la sua vita...non fosse...terminata
ad un tratto,così tragicamente."
Lionel si voltò verso la lapide,poi continuò.
Lana si voltò e vide Clark vicino alla colonna bianca posta sotto il tetto prima di un'entrata di un
edificio di mattoni.
Lui indossava una camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.
Lei passò tra la gente,ma non lo vide più.
"Purtroppo non l'hanno ritrovato."disse Lionel "Ma nel profondo del mio cuore aspetterò che torni
da me."
"Anche io."disse Helen che si avvicinò alla tomba.
Indossava un berretto nero,giacca nera e vestito scollato nero che arrivava alle ginocchia e scarpe
nere.
Lionel rimase stupito mentre lei metteva dei fiori viola nel vaso.
"Se è venuta per mettersi in mostra per i fotografi la faccio accompagnare all'uscita."disse Lionel.
"Voglio solo porgere l'ultimo saluto a mio marito."disse lei.
"Allora signora Luthor,mi permetta di andarmene prima che la fiera dell'ipocrisia abbia
inizio."disse Lionel andando via.
Clark era su un ascensore posto all'esterno del palazzo dove alloggiava.
Quando arrivò all'ultimo piano l'ascensore si aprì e lui vide Chloe davanti alla sua porta.
Lei aveva un cappotto rosso lungo e una borsa nera.
"Clark?"disse Chloe avvicinandosi "Ho bisogno di parlarti..."
"CHLOE TI AVEVO DETTO CHE NON DOVEVI PIÙ TORNARE!"disse Clark che camminò in
avanti e lei indietreggiò fino alla ringhiera "Chi altro sa che sto qui?"
"Solo io."disse Chloe "Il tuo segreto è al sicuro con me,ma dobbiamo parlare."
Clark si guardò intorno e andò alla porta di metallo,aprendola "Ho da fare."
"Beh io entro."disse Chloe bloccando la porta con la mano destra,poi entrò e lui la chiuse"Insomma
che succede?
Vieni a Metropolis e diventi tutta un'altra persona?!"
"Magari è questo il mio vero io."disse lui prendendo un bicchiere da un mobile.
"Beh,preferisco decisamente il ragazzo di campagna."disse Chloe guardando dalle finestre "Ma...e i
soldi per tutto questo?"
"Perché Chloe?"disse Clark e lei lo guardò "Così puoi scrivere un titolone su di me nella tua
rubrica?"
"Ho mantenuto il segreto perché sei stato tu a chiedermelo."disse Chloe e lui rise
malignamente"Speravo che lasciandoti solo saresti tornato in te,ci sono persone a Smallville che
ancora ti stanno cercando."
"Ho cancellato Smallville dal mio passato."disse Clark.
"Davvero?"disse Chloe e lui andò a sedersi su una poltrona nera accanto ad un tavolinetto di
vetro"Ah si?
E allora come mai porti l'anello della scuola?"
Lui coprì la mano con l'anello.
"Lo sai che prima o poi ti troverà qualcun altro?"disse Chloe.
"Può darsi."disse Clark.
"Ma cosa farai se un giorno a presentarsi a quella porta sarà Lana o tuo padre?"disse Chloe"CHE
SPIEGAZIONE GLI DARAI?"
"Ho smesso di dare spiegazioni a chiunque!"disse Clark.
"CLARK LANA È DISTRUTTA E I TUOI GENITORI STANNO PERDENDO LA
FATTORIA!"disse Chloe lui si alzò.
"Che mi importa?"disse Clark camminando"Tanto non tornerò mai."
"Non sei stato costretto ad andartene!"disse Chloe.
Clark si fermò e si mise la mano destra sul petto,poi si toccò il petto con entrambe le mani e si chinò
in avanti.
"SEI SCAPPATO DAI TUOI PROBLEMI!"disse Chloe "NON STAI MOSTRANDO
NOBILTÀ,SOLO VIGLIACCHERIA!
Ehi?
Tutto bene?"
Clark si voltò e la afferrò portandola fuori "CHLOE VA FUORI!
SE DICI A QUALCUNO CHE SONO QUI,ME NE ANDRÒ COSÌ LONTANO DA
METROPOLIS CHE NESSUNO POTRÀ RITROVARMI!"
Lei si tolse le sue mani di dosso "Non so neanche più chi sei."
"VATTENE VIA!"disse Clark e lei uscì,poi lui chiuse la porta,si aprì la camicia,strappandosi i
bottoni,e vide che il simbolo sul petto si illuminava di energia rossa.
Clark cadde in ginocchio e si tolse l'anello.
La luce si spense.
Helen entrò nello studio della villa di Lex con delle buste.
Indossava una maglietta rossa,con la spalla destra scoperta e con la parte alta piena di figure
d'oro,aveva i pantaloni rossi e le scarpe nere.
Lionel era seduto al piano superiore,dietro la ringhiera e le batté le mani facendola voltare verso di
lui "Il culmine del sordido affare fu l'esibizione della vedova distrutta interpretata alla perfezione
dalla dottoressa Helen Bryce nella sua prima apparizione pubblica dopo il drammatico salvataggio!"
"Se ne vada subito da casa mia."disse Helen posando le buste sui divani.
Lionel Luthor si alzò "Smettila di recitare,siamo in famiglia."
Lionel mise le mani sulla ringhiera di legno "E questa non è casa tua,non ancora."
"Sicuramente non è venuto fin qui per farmi le condoglianze."disse Helen.
"Non faccio le condoglianze ad un'assassina."disse Lionel.
"Io non ho ucciso Lex."disse lei.
"Oh certo,è vero."disse Lionel scendendo le scale "Vediamo se mi ricordo la tua ricostruzione dello
straziante evento…
Vi siete svegliati che eravate stati rapinati e avete visto il pilota che si lanciava dall'aeroplano...era
rimasto solo un paracadute che Lex ti ha generosamente offerto andando in contro alla morte sul
veivolo danneggiato."
Lionel le arrivò davanti mentre lei lo guardava con un mezzo sorriso "Il parto di una fervida
fantasia."
"Io credo che la polizia troverebbe interessante sapere che lei mi aveva ingaggiato per spiare
Lex."disse lei sorridendo.
"Hai ammazzato mio figlio e non avrò pace finché non avrò smascherato la tua doppiezza!"disse
Lionel che andò alla porta mentre lei rideva,poi si fermò e la guardò "Lo sai Helen?
Le vedove nere sono tra i più temibili predatori,ma ogni predatore è destinato...ad essere a sua volta
una preda."
Lionel andò via.
Lex era in mezzo alla boscaglia,chinato su un tronco messo in orizzontale di cui strappò dei pezzi
superiori e vide che sotto c'era un nido di larve bianche,poi le prese ed iniziò a divorarle.
Si fermò sentendo uno strano suono,corse e guardò in alto,dopo essere arrivato in una zona con
meno alberi,e vide un aeroplano.
"LUIS!"urlò Lex che corse "LUIS!
LUIS!
LUIS!
LUIS!"
Lex tornò alla capanna,prese una torcia,ricavata da un lungo bastone,e la accese nel fuoco"C'È UN
AEREO!
LO HAI SENTITO?"
"L'ho sentito."disse Luis seduto a terra.
"ALLORA QUAL'È IL PROBLEMA?"disse Lex "È IL PRIMO CHE PASSA DA MESI!"
"Ormai è tardi."disse Luis alzandosi e prendendo il bastone prima che Lex potesse dare fuoco a dei
legni ammassati a piramide,poi Luis gettò via il bastone infuocato.
"QUANTO SEI BRAVO!"disse Lex furioso che prese un altro pezzo di legno e lo gettò contro
quelli accatastati "SEI VERAMENTE UN GENIO!"
"Stai sprecando il tuo tempo,non lo vedranno mai."disse Luis.
"SEI UN BASTARDO,DEVO ANDARMENE DA QUEST'ISOLA!"disse Lex che gli corse
contro,ma l'altro lo gettò a terra e gli mise il piede destro sulla gola.
"Lo sai che il tuo posto è questo."disse Luis "Puoi anche disperarti,ma dovrai accettarlo prima o
poi."
Lex si tolse il piede dalla gola "VA VIA!
TU SEI UN PAZZO!"
Luis rise.
La notte seguente Clark salì al piano superiore del fienile.
Indossava una maglietta verde scuro a mezze maniche,jeans blu e scarpe nere.
Vide un cassetto messo sul divano con dentro varie cose e prese una foto che lo ritraeva con i
genitori.
Sentendo la voce dei genitori Clark si nascose nel buio.
"Ho parlato con la banca."disse Marta "Vogliono che ce ne andiamo via di qui prima dell'asta."
Marta indossava una maglietta rossa a mezze maniche,jeans blu e scarpe nere,mentre Jonathan
indossava una camicia blu,canottiera bianca,jeans blu e scarpe marroni.
"È incredibile come si possa mettere tutta una vita su un camioncino."disse Jonathan mettendo uno
scatolone nel retro del pick up rosso.
"Bill è sempre d'accordo a farci mettere le cose nel suo garage?"disse Marta.
"Si,finché ne avremo bisogno per lui non c'è problema."disse Jonathan.
"Lana mi ha dato le chiavi dell'appartamento sopra il Taloon."disse Marta mostrando le chiavi al
marito.
"Bene."disse Jonathan.
"Purtroppo sai...è piccolo."disse Marta e lui annuì.
Jonathan la abbracciò dato che lei aveva iniziato a piangere "Non fare così Marta,ti prego."
"Non è giusto."disse Marta "Questa fattoria è appartenuta alla tua famiglia per 3 generazioni,anzi 4
contando Clark..."
"È triste."disse Jonatha si sedettero sul retro della macchina "Ma pensa a quanto la vita sia
stata gentile con noi.
Pensa a quando abbiamo scoperto di non poter avere figli."
Marta annuì.
"Mi hai preso la mano e mi hai detto di stare tranquillo,perché avremmo avuto altri giorni
felici."disse Jonathan "Abbiamo avuto molti giorni felici.
Con Clark.
Anche se lui non è più qui con noi,amore mio,io volevo dirti che avremo ancora giorni felici.
È una promessa che ti faccio."
"Lo so."disse Marta che lo baciò.
Clark si mosse facendo cadere una scatola.
"CLARK!"urlò Marta che corse al piano superiore insieme al marito "CLARK!
CLARK!"
La donna andò alla finestra,mentre Jonathan raccolse la foto e la raggiunse.
"CLARK!"urlò Marta.
Lana scese le scale del piano superiore del Taloon con dei fogli in mano e una borsa.
Indossava una maglietta bianca,senza maniche,jeans blu e scarpe nere.
Lei si fermò vedendo Chloe seduta al bancone.
Chloe indossava una maglietta da militare senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.
La ragazza si voltò verso Lana e si alzò "Lana?
Ciao.
L'altro giorno io...sai...non volevo buttarti addosso tutto il carico delle mie delusioni personali."
"Non fa niente Chloe."disse Lana andando dietro il bancone "Ognuno fa i conti con Clark a modo
suo."
"Già e il mio è fingere che non sia successo niente."disse Chloe "Riflesso automatico quando
qualcuno esce dalla mia vita."
"Non rinuncio,ho già fatto un pasticcio una volta."disse Lana.
"Un pasticcio?"disse Chloe "Quando?"
"Quando Clark mi ha chiesto di andare con lui."disse Lana "Gli ho detto di no,ma...non riesco a non
pensare che forse sarei riuscita a convincerlo a tornare."
"Tu non puoi salvare chi non può essere salvato."disse Chloe.
"Io gli voglio bene."disse Lana.
"Sta tranquilla."disse Chloe "Quello che provi per Clark non è esattamente un mistero."
"Ieri l'ho visto."disse Lana "Al funerale di Lex."
"Sei sicura?"disse Chloe.
"Più che sicura."disse Lana uscendo dalla zona dietro al bancone "Ma è scappato via subito,voglio
tornare li...a mettere questi."
Lana mostrò dei volantini con la foto di Clark e con sopra scritto "Scomparso".
Mi dai un passaggio?"
"Certo."disse Chloe "Ma quelli non ti servono.
Io so dov'è."
"Che cosa?"disse Lana.
"Si,lo so che tu adesso mi odierai per sempre,ma l'ho trovato 2 mesi fa."disse Chloe "Degli amici
del Planet mi avevano portata in un locale,Clark era li e non riuscivo a credere che fosse lui,così
l'ho seguito fino al suo appartamento."
"Chloe,tu sapevi dov'era e non l'hai detto a nessuno,non è possibile!"disse Lana sconvolta.
"Non avevo scelta!"disse Chloe "Ha detto che se l'avesse trovato qualcun altro sarebbe andato
all'altro capo del mondo."
"E mi dicevi che non dovevo pensarci su?!"disse Lana irata.
"Si comporta come se fosse un'altra persona,può diventare pericoloso!"disse Chloe.
"Tu dammi l'indirizzo."disse Lana.
"Ti ci accompagno."disse Chloe.
"No!"disse Lana "Hai già fatto abbastanza direi."
Poco dopo Lana era davanti ai 2 palazzi rettangolari a Metropolis.
Indossava un giacchetto rosa.
Lei scese una scala di metallo blu,esterna alla struttura, e vide Clark sulla moto che si avvicinava.
Indossava occhiali neri,una giacca di pelle nera,maglietta rossa,pantaloni scuri e scarpe nere.
Clark si fermò davanti a lei "Che cosa ci fai qui?"
"Stavo cercando te."disse Lana "Clark devi tornare a casa."
"Smallville non è più casa mia."disse Clark.
Lana si avvicinò "Non ti lascerò andar via dalla mia vita un'altra volta."
"Allora salta su."disse Clark e dopo pochi istanti lei lo fece.
Clark mise in mot andarono per le strade.
Lex camminò in una zona dell'isola dove c'erano alte piante che uscivano dal suolo e niente alberi.
Il terreno era marrone con varie pozze.
Lex si accucciò vicino ad uno stagno e bevve,poi si sciacquò il viso.
Guardando nell'acqua vide una spilla di metallo a forma di "L"con sopra un'altra "L"più piccola.
Lui prese l'oggetto con la mano destra,tirò verso di se e dall'acqua uscì uno scheletro.
Lex urlò a squarcia gola e cadde all'indietro,mentre lo scheletro ricadeva in acqua.
Poco dopo Lex afferrò nuovamente la catenina e tirò su lo scheletro,poi gli guardò il cranio e vide
una lunga spaccatura obliqua verso sinistra.
"Lex!"disse Luis che era in piedi vicino allo stagno "Ti presento il mio papà."
Lex lasciò andare lo scheletro e poi lo indicò con la mano sinistra "Hai ucciso tuo padre..."
"Si,è stato inevitabile."disse Luis camminando "Soltanto uno poteva sopravvivere.
Vedi,a casa era uno ricco e potente..."
Lui si chinò e prese lo scheletro "Non faceva altro che criticarmi.
Pensava che non fossi abbastanza in gamba."
Luis colpì lentamente,per diverse volte,la mascella dello scheletro con il machete nella mano
sinistra "Continuava a sputare sentenze.
A sputare sentenze.
Finché non le ha finite tutte."
Luis lasciò cadere lo scheletro poi assunse un'aria intristita "Credevo che tu e io fossimo 2 spiriti
affini."
"No Luis."disse Lex scuotendo la testa "Tu sei uno psicopatico."
"Beh...ce n'è uno in ognuno di noi."disse Luis "Il mio l'ho liberato."
Luis si alzò di scatto e provo a colpirlo con l'arma,ma Lex si spostò e corse mentre l'altro urlava.
La notte seguente Clark portò Lana alla discoteca.
Clark,che non aveva più il giaccone nero,camminava all'interno tenendo Lana per mano.
"Ciao."disse Clark ad una ragazza che portava dei vassoi.
"Ciao Kal!"disse la ragazza "Come va?"
"Bene,sei stupenda."disse Clark.
"Grazie."disse lei andando via ridendo.
"Perché ti ha chiamato Kal?"disse Lana.
"È la mia identità segreta."disse Clark sorridendo malignamente.
"Clark..."disse lei fermandolo "CLARK!
Io ho passato 3 mesi ad angosciarmi per te e tu te ne andavi in giro per le discoteche?"
"Sei ancora più carina quando ti arrabbi."disse Clark che la portò al bancone.
"Clark!"disse Lana "I tuoi genitori..."
"Se continui a parlarmi del paesello...CI RITORNI CON IL PRIMO PULMAN!"disse
Clark"Credevo fossi venuta per divertirti."
"Come va Kal?"disse il barista che gli strinse la mano.
"Tutto a posto,grazie."disse Clark.
"Hai ragione,è vero."disse Lana "Vado a rinfrescarmi un po'."
Lei fece alcuni passi,ma lui la afferrò.
"E perché scusa?"disse Clark "Io ti preferisco calda."
Lui la baciò "Sono contento che sei qui."
"Anche io."disse lei andando via.
"Se era per lei che ti tenevi libero...avevi ragione ad aspettare."disse l'uomo dietro il bancone.
Lana prese il cellulare e chiamò i Kent.
Jonathan rispose al telefono posto sul tavolinetto della sala davanti al divano "Pronto?"
"Signor Kent,ho trovato Clark!"disse Lana.
"Lana dove sei?"disse Jonathan.
"In una discoteca di Metropolis,l'Atlantis."disse Lana "Si comporta in modo strano."
"Stammi a sentire..."disse Jonathan mentre Marta posava uno scatolone su un mobile.
Marta indossava un maglione verde,pantaloni neri e scarpe nere.
"...Clark ora non è in se,è pericoloso,devi essere molto prudente,io sto arrivando."disse Jonathan.
Marta corse verso di lui.
"Se volesse andarsene non cercare di fermarlo."disse Jonathan.
"Va bene."disse Lana che si voltò e vide Clark alle sue spalle.
"Con chi stai parlando?"disse Clark con un mezzo sorriso,poi prese il telefono "Pronto?
Chi è?"
"Clark?"disse Jonathan.
Marta mise l'orecchio vicino al telefono "Clark?"
"Sono io."disse Jonathan.
Clark smise di sorridere "Jonathan?
Come va la fattoria?"
"Clark...tua madre e io ti vogliamo molto bene,vogliamo che torni a casa."disse Jonathan.
"Dici davvero?"disse Clark che iniziò ad arrabbiarsi e a camminare avanti e indietro "Certo,perché
non mettiamo una bella pietra sul passato e ricominciamo tutto da capo!?
Andiamo,ammettilo.
VI FA PIACERE CHE ME NE SIA ANDATO!"
"Clark..."disse Marta.
"Figliolo questo non è vero."disse Jonathan.
"IO NON SONO VOSTRO FIGLIO!"urlò Clark "VOI NON SIETE I MIEI GENITORI!
NON LO SIETE MAI STATI!
E NON LO SARETE MAI!"
Clark gettò a terra il telefono e tentò di andarsene,ma Lana lo fermò.
"CLARK,MA SEI IMPAZZITO?"disse Lana "I TUOI GENITORI TI AMANO!
Io ti amo."
"E le tradisci sempre le persone che ami eh?"disse Clark andando via.
"Devo andare a prenderlo."disse Jonathan che aveva ancora il cellulare in mano.
"E come?"disse Marta "Vedendoti potrebbe scappare o anche farti del male se si arrabbiasse,tu non
puoi fermarlo."
Lui posò il telefono e si avvicinò "Marta...se non vado a prenderlo adesso...potremmo perderlo per
sempre."
Jonathan la baciò,poi uscì prendendo il giaccone verde scuro, si recò nel fienile ed estrasse dalla
cassetta degli attrezzi la chiave ottagonale di metallo.
Clark era entrato dentro una grossa stanza dal pavimento nero,con tavoli rettangolari,con la parte
superiore che emetteva luce chiara.
La parete a sinistra era composta da quadrati bianchi grandi e in molti punti mancavano.
Oltre i tavolini c'era un lungo tavolo rettangolare,con tovaglia grigia e diverse sedie di legno
antiche,con Morgan seduto su una specie di trono con lo schienale rettangolare,imbottito nella parte
interna.
La parte imbottita era grigia.
Morgan aveva tutti i capelli tirati all'indietro.
"Sono felice che tu abbia deciso di riconsiderare la mia offerta."disse Morgan.
Clark venne scortato dai 2 che avevano tentato di ucciderlo e indossava il giacchetto di pelle nera.
"Cosa ti ha fatto cambiare idea?"disse Morgan.
"Il mio passato comincia ad incombere sul mio presente,ho bisogno di sparire."disse Clark
camminando.
Morgan si mise gli occhiali "Hai da fare stasera?"
Clark si sedette alla sua destra e mise i piedi sul tavolo "Mi sono liberato di tutti gli impegni."
"C'è un conto già pronto."disse l'uomo dandogli un foglio "Questa è la cifra che ti aspetta li."
Clark prese il foglio e fischiò "C'è una gran bella fila di zeri."
"È un lavoro importante."disse Morgan "Ti si chiede di entrare in un ufficio ben protetto.
Al sedicesimo piano c'è qualcosa di notevole valore.
Che si trova in una cassaforte d'acciaio rinforzata al titanio.
Non è un'impresa per semplici mortali."
"Direi che sono soldi facili."disse Clark mettendo il foglio sul tavolo.
I 2 uomini si guardarono.
"Non ti ho ancora detto dove devi andare."disse l'uomo che gli mostrò un altro foglietto e Clark lo
prese.
"Alla Luthor Corporation."disse Clark sorridendo "Vuole che entri nell'ufficio di Lionel Luthor?"
"Questo è un problema?"disse Morgan.
"No,semmai sarà un piacere."disse Clark.
Lex stava correndo sull'isola,poi si gettò tra le piante.
"Leeeex?"disse Luis camminando tra la vegetazione"Lex?
Lex?
LEEEX!?"disse Luis che si grattò la schiena con il machete"Conosco palmo a palmo
quest'isola.
Dove credi di andare?
Ha ha ha ha!"
Lex si alzò e corse via,arrivò alla spiaggia,ma se lo trovò davanti,poi evitò un colpo di
machete,ne evitò un secondo,poi gli afferrò il braccio destro e tentò di togliergli l'arma,gli diede
una gomitata sinistra al volto e lo fece cadere,poi urlò e lo colpì alla testa,poi cominciò a
maciullarlo "NON PUOI UCCIDERMI!"
"Ehi tu..."disse un uomo di colore che lo illuminò con la torcia.
L'uomo aveva i capelli neri a mezzo collo,canottiera verde,pantaloncini chiari,scarpe bianche e
fucile nella mano destra.
"Che è successo?"disse l'uomo.
"No...no...no...l'ho dovuto fare."disse Lex "ERA IMPAZZITO!
Voleva uccidermi!
Non avevo altra scelta,l'ho dovuto uccidere!"
L'uomo guardò a terra "Uccidere chi?"
"LUI!"disse Lex voltandosi e vedendo che a terra c'era un mucchio di erba.
"Ma io non vedo nessuno."disse l'uomo.
Lex guardò il machete,si accorse che era un semplice bastone e lo gettò a terra sconvolto "No..."
Lex iniziò a toccare l'erba "No!
LUIS!"
"Queste isole possono darti alla testa,farti brutti scherzi."disse l'uomo "Molti credono che siano
infestate da qualcosa.
Sei fortunato,il mio capitano ha visto il tuo fuoco."
"No...no..."disse Lex alzandosi "Non era uno scherzo...era reale...tu devi credermi…LUI ERA
REALE!"
In quel momento,per un istante,Lex vide nella sua mente una figura infuocata sospesa in uno sfondo
nero.
La figura era simile ad un occhio di energia di fuoco arancione ,ovale,con un iride circolare,con i
bordi gialli e la parte interna rosso scuro,dotato di una pupilla verticale,simile a quella di un
serpente,del tutto nera,con intorno un'aura gialla.
Insieme all'immagine sentì un forte verso disumano,poi cadde a terra urlando.
La stessa notte Jonathan si recò nelle grotte con la torcia accesa,poi si fermò vicino al muro dove
c'erano i simboli,lo illuminò,guardò la chiave e si avvicinò vedendo che il buco ottagonale non
c'era più,così toccò la parete,si intristì e diede un pugno al muro.
"NON ERA PRONTO!"urlò Jonathan "Ma tu ce l'hai dovuto spingere lo stesso vero?"
Jonathan si guardò intorno ed urlò"CHE RAZZA DI GENTE SIETE VOI?
Non mi stupisce che vi siate distrutti!"
Jonathan gettò via la chiave ottagonale che illuminò i suoi simboli di luce bianca.
Jonathan si voltò e vide la chiave muoversi a mezz'aria,dopo di che l'oggetto andò sulla parete.
Il punto toccato dalla chiave emise una forte luce bianca e i simboli divennero rossi,blu e gialli,poi
le circonferenze di simboli sulla parete iniziarono a ruotare emettendo luce bianca.
La parte centrale della chiave si aprì e da essa uscì un raggio che investì Jonathan che urlò a
squarcia gola.
Nella sua mente,Jonathan si trovò in un ambiente nero,poi una luce lo illuminò dall'alto mentre 3
filamenti bianchi lo investirono.
"Io sono Jor El,il vero padre di Kal El."disse una voce rimbombante.
"IL SUO NOME È CLARK KENT!"disse Jonathan mentre intorno a lui si formava un cilindro di
energia trasparente "IO SONO SUO PADRE!
IO L'HO CRESCIUTO!"
"Ormai hai esaurito il tuo compito riguardo il destino di Kal El."disse la voce.
"IL SUO DESTINO È QUELLO CHE LUI VORRÀ CREARSI!"disse Jonathan.
"È un disegno troppo grande perché tu possa comprenderlo."disse Jor El "Tramite un pezzo di un
artefatto cosmico riesco a comprendere il tessuto della realtà e a vedere molte più cose di quanto
immagini.
Questa era la prima prova per Kal El,per verificare se fosse pronto ad iniziare il suo viaggio."
"È TROPPO GIOVANE,HA BISOGNO DI ALTRO TEMPO!"urlò Jonathan.
"Questa fase del viaggio di Kal El è quasi completata."disse la voce "Non vi saranno conseguenze
se anche ritornerà da voi per adesso."
"Lo porterai a casa?"disse Jonathan.
"Se lo vuoi...dovrai riportarlo tu stesso."disse Jor El.
"Non posso."disse Jonathan.
"Sei disposto a qualunque sacrificio pur di riaverlo?"disse Jor El.
"Certo."disse Jonathan "Per mio figlio farò qualunque cosa."
I fasci di energia si intensificarono e Jonathan urlò,mentre veniva invaso da una forte luce bianca
che poi divenne rossa.
Metropolis.
Sul soffitto,di un corridoio della Luthor Corporation c'era un buco rettangolare da cui Clark
scese,poi andò verso le porte dell'ufficio di Lionel che si aprirono da sole e si diresse verso la
cassaforte,mise le mani su una finta parete aprendo 2 porte scorrevoli e vedendo la
cassaforte,afferrò una delle cerniere della porta e la stritolò con la mano destra,poi si chinò e
distrusse la seconda con un pugno destro,dopo di che afferrò la porta e la staccò dal muro a mani
nude,entrò e trovò un piccolo contenitore rettangolare bianco di metallo.
Clark lo prese e si diresse verso l'uscita,ma vide Jonathan davanti a se.
"Ciao Clark."disse Jonathan.
"Jonathan Kent."disse Clark sorridendo "Non dovresti essere a casa?
Come hai fatto a trovarmi?"
"Me la detto il tuo padre biologico."disse Jonathan e Clark si avvicinò.
"Voi 2 lavorate insieme adesso."disse Clark sorridendo "Che cosa carina.
Ma non ho dato retta a lui e non ho dato retta a te."
Clark provò ad uscire,ma Jonathan gli mise la mano sinistra sul petto.
"Clark!"disse Jonathan "Devi dimenticare quello che ti è successo.
E tornare a casa dalle persone che ti amano."
Clark gli mise la mano destra sul pettorale sorridendo e gli diede una spinta facendolo volare contro
una parete facendogli abbozzare il muro "Dovevi restare a Smallville."
Jonathan lo guardò e si alzò "Figliolo...tu ritornerai a casa con me adesso."
Jonathan corse a super velocità,afferrò Clark,i 2 sfondarono le finestre e caddero di sotto.
