SMALLVILLE:INGANNI E SEGRETI

Clark e Jonathan caddero dal grattacielo,mentre il ragazzo sferrava colpì al volto del padre

producendo onde d'urto.

Sul marciapiede sotto di loro c'erano dei cerchi di vetro luminosi.

I 2 caddero su uno dei cerchi che venne sfondato facendoli finire in un'enorme stanza dal soffitto

metallico,con linee su di esso e con sotto delle travi rettangolari,piatte e orizzontali .

I 2 caddero su un oggetto rettangolare molto grande,dotato di un'elica sulla parte frontale,coperta da

una grata e con vari tubi sulla superficie.

Clark e Jonathan trapassarono l'oggetto che emise delle scintille.

Intorno era pieno di impalcature,oggetti vari e c'erano vari corridoi sopraelevati,connessi a colonne

circolari di cemento.

Sulle pareti di ogni corridoio c'erano delle linee verticali di luce blu.

Jonathan si alzò,afferrando Clark,e i 2 caddero a terra,facendo tremare tutta la stanza e crepando il

pavimento.

Clark afferrò Jonathan che si rialzò,poi il padre lo spinse contro una colonna cilindrica piccola che

venne distrutta facendo crollare pezzi di cemento sui 2.

Clark,che aveva il giubetto di pelle a brandelli e vari buchi sulla maglietta,si alzò e lo stesso fece

anche il padre che aveva il giaccone strappato in vari punti.

I 2 si afferrarono e Jonathan gettò Clark su una cassa rettangolare di metallo,piena di tegole di

legno, che si ruppe.

"Accidenti come sei cambiato!"disse Clark sorridendo.

"Jor El e io abbiamo fatto un patto."disse Jonathan "Ti riporto a casa."

"Il vostro patto non mi interessa,tu non mi porti da nessuna parte."disse Clark e Jonathan gli afferrò

la mano con l'anello,ma Clark lo spinse facendolo volare per 15 metri fino a mandarlo contro dei

tubi verticali connessi al primo corridoio.

I tubi cedettero all'impatto e da essi uscì del vapore.

Clark si rialzò e camminò verso di lui.

Jonathan uscì dal vapore "Clark!"

Clark si tolse il giaccone di dosso.

"Non riesci a capire quanto sei pericoloso quando hai al dito quell'anello?"disse Jonathan.

"L'anello non centra."disse Clark "IO SONO NATO COSÌ,SEI TU CHE NON VUOI

ACCETTARLO!"

Clark si mosse a super velocità e afferrò il padre,che però gli mise il braccio destro intorno alla

spalla destra,gli afferrò la cintura con la mano sinistra,si voltò,girò su se stesso e lo lanciò contro

un'impalcatura di metallo,mandandolo a sbattere su uno dei piani e facendolo cadere tra dei

sacchi,poi l'intera impalcatura collassò nella zona centrale ricoprendo Clark di detriti.

Jonathan si avvicinò e Clark emerse dalle macerie.

La parte centrale della schiena era del tutto scoperta ora,poi Clark si strappò la camicia e si voltò

verso il padre che vide l'enorme cicatrice sul petto.

Jonathan spalancò gli occhi "CLARK,MA CHE COSA TI HA FATTO JOR EL?"

"Ha fatto in modo che non potessi più dimenticare chi è il mio vero padre."disse Clark "E chi sono

io."

Clark afferrò una spranga di metallo con la mano destra e la scagliò contro Jonathan che si abbassò

evitando il colpo.

"Quando il padre si fu rialzato vide che Clark non c'era più,così si guardò intorno e venne afferrato

alle spalle e spinto contro una colonna,poi Clark si preparò a dargli un destro tenendolo per la gola

con la mano sinistra.

"Dai forza."disse Jonathan "Fallo.

Se ho allevato un figlio che è capace di uccidere,allora uccidimi!"

La mano di Clark tremò,lui urlò e diede un pugno alla colonna facendo esplodere l'anello rosso,poi

cadde a terra.

Da Jonathan partì un'onda d'urto rossa e blu che lo fece urlare e gli fece perdere i sensi.

Clark si mise in ginocchio e spalancò le braccia verso l'esterno chiudendo i pugni mentre il simbolo

sul suo petto si illuminava di luce rossa.

Clark urlò,il simbolo scomparve e lui cadde a faccia in avanti,poi vide il padre svenuto "Papà..."

Clark andò a soccorrere il padre "Papà?

Papà?"

"Clark..."disse Jonathan che svenne.

Marta era seduta nel salotto di casa e guardava una foto con Clark,Jonathan e lei stessa.

Indossava un maglione verde,jeans blu e scarpe nere.

Clark aprì la porta posteriore della casa e aiutò il padre ad entrare.

Clark indossava una camicia blu.

"Oh..."disse Marta andandogli incontro e abbracciandolo"CLARK!"

"Mamma..."disse Clark "Mi dispiace da morire mamma.

Per tutto.

Per il bambino..."

"Non ti abbiamo mai incolpato di nulla."disse lei accarezzandogli il volto,poi Jonathan collassò a

terra.

"Jonathan!"disse Marta che lo soccorse.

"Papà?"disse Clark accucciandosi.

"Cosa gli è successo?"disse Marta.

"Credo che quello che gli ha fatto Jor El sia stato troppo per lui."disse Clark.

"Jor El?"disse Marta.

"Tesoro,l'importante è che Clark sia di nuovo a casa."disse Jonathan.

La stessa notte Lionel Luthor era nel suo ufficio e guardava il buco sulle finestre che aveva 2 fasce

gialle messe ad "x" e si era messo la mano destra sul volto.

"Abramo stava per sacrificare suo figlio Isacco perché YHWH glie l'aveva ordinato."disse Lex.

Lionel si voltò e spalancò gli occhi.

Lex indossava una felpa grigia,con cappuccio tirato su,pantaloni neri,scarpe nere e aveva una

pistola bianca in mano.

"Tu che scusa avevi?"disse Lex.

"Lex?"disse Lionel e lui si tolse il cappuccio.

"Figliolo."disse Lionel avvicinandosi.

Lex gli puntò la pistola alla testa "Sei sorpreso che non stia bruciando all'inferno?"

"Lex...metti subito giù quella pistola."disse Lionel.

"Scusa,ho rovinato i tuoi piani?"disse Lex.

"Per quale motivo dovrei uccidere la carne della mia carne?"disse Lionel "Figliolo,credo...che tu sia

un po' confuso."

"E io credo di non aver mai avuto le idee così chiare."disse Lex "CHE COSA NE HAI FATTO DI

HELEN?"

"Vive a casa tua con ogni comodità,perché non glie lo chiedi tu stesso?"disse Lionel.

"Allora è viva?"disse Lex.

"Si."disse Lionel "E ha raccontato come si è salvata,una storia davvero straziante..."

Lionel abbassò la mano del figlio "...in cui tu interpretavi la figura dell'eroico marito.

Il pilota si è preso i tuoi soldi ed è saltato giù dall'aereo.

Tu hai cercato i paracadute,ne hai trovato 1 e hai convinto a forza la tua mogliettina a

saltare,malgrado lei non volesse muoversi senza di te.

Gran bella storia,non credi?

Il sacrificio estremo che renderebbe orgoglioso ogni

padre.

Ma qualcosa mi dice che non è andata così Lex."

Lionel camminò intorno al figlio "Dammi retta non fidarti di lei."

Nella mente di Lex apparve per un istante la figura simile ad un occhio infuocato nel vuoto,si udì un

suono mostruoso e poi la parola "Vras"detta da una voce disumana.

Lex si mise le mani sulla testa.

"Lex?"disse Lionel avvicinandosi.

Lex gettò i fogli che erano sul tavolo per la stanza "NON CERCARE DI COINVOLGERE ANCHE

HELEN!

Sei stato tu a far incidere il mio nome sulla lapide!"

"Forse non sai che ti ho fatto cercare dai miei uomini per mezzo mondo."disse Lionel con le braccia

in avanti,mentre Lex gli puntava la pistola addosso.

"Avrai scelto la metà sbagliata."disse Lex.

"Cosa ci avrei guadagnato dalla tua morte?"disse Lionel "Lex,essendo tua consorte,Helen è

diventata una delle donne più ricche di tutto il pianeta."

"Ah Helen il denaro non interessa."disse Lionel.

"Invece sembra di si,Lex."disse Lionel "Chiedile che cosa ne ha fatto della fiala con il campione di

sangue dopo che glie l'hai restituita."

Il giorno dopo Clark era nelle grotte ed illuminava il graffito di una palla infuocata che cadeva

dall'alto.

Clark indossava una camicia bianca,con linee rosse,verticali e orizzontali che formavano dei

quadrati e dentro c'erano altri quadrati blu.

Indossava anche dei jeans blu e scarpe nere.

"Papà,io non capisco."disse Clark "Perché Jor El avrebbe dovuto aiutarti quando lui è il primo a

volere che me ne vada?"

Jonathan si voltò verso di lui.

Indossava un giaccone nero,maglietta nera,jeans blu e scarpe nere.

"Davvero hai fatto un accordo con lui?"disse Clark.

"Clark..."disse Jonathan mettendogli la mano sinistra sulla spalla "...la cosa più importante è che a

mio figlio è stata restituita la sua vita."

"Non sono sicuro di volerla ancora."disse Clark che camminò "Mentre ero Kal El potevo fare ciò

che volevo,non mi sentivo nessuna responsabilità addosso."

"Vorrei farti capire che,restando qui,non risolverai tutti i tuoi problemi,ma almeno li potrai

affrontare insieme a noi,alla tua famiglia."disse Jonathan raggiungendolo.

Clark mostrò la scatola presa da Lionel a Jonathan estraendola da una tasca"Vorrei che fosse così

semplice."

"Che cos'è?"disse Jonathan.

"Non lo so."disse Clark "Quel Morgan Edge mi ha chiesto di rubarlo."

"Devi riportare subito questa roba indietro."disse Jonathan.

"Papà...l'ho rubata a Lionel Luthor."disse Clark.

"Allora dobbiamo capire esattamente di che si tratta."disse Jonathan che aprì la scatola e i 2

videro il contenitore contenente il sangue di Clark.

"È il mio sangue,vero?"disse Clark.

Il giorno dopo Jonathan era nel fienile con il contenitore di sangue nella mano

destra.

Con la mano sinistra aprì la scatola di piombo rettangolare ed estrasse la pietra nera,con frammenti

verdi.

Una volta avvicinata,le pietre verdi si accesero e il sangue iniziò a bollire.

"Si,è il tuo sangue."disse Jonathan.

Clark scese dal piano superiore del fienile e il padre chiuse la scatola dopo aver messo la pietra

all'interno "Credi che Lionel lo sappia?"

"Helen ha detto di non averci mai messo l'etichetta prima che lo rubassero dal suo

laboratorio."disse Jonathan che andò alla cassetta degli attrezzi rossa e mise la scatola che

conteneva il campione di sangue su di essa.

"Perché Lionel vuole il mio sangue?"disse Clark.

Jonathan tirò il contenitore di vetro contro una parete e lo ruppe "Non ha più nessuna importanza."

Jonathan mise la scatola dentro la cassetta degli attrezzi e camminò.

"Comincio a chiedermi cosa sappia davvero sul mio conto."disse Clark.

"Clark...anche stavolta siamo riusciti a prevenire le mosse di Lionel Luthor."disse Jonathan

fermandosi "Ora pensa alle persone che ti vogliono bene."

Lionel era nello studio e offriva da bere a Morgan.

"Mi piace lo scotch."disse Morgan guardando nel bicchiere e vedendo 2 sostanze,una gialla e una

rossa,ben distinte "Cos'è questo?"

"La nostra riserva speciale."disse Lionel.

I 2 brindarono.

"Spero che i tuoi gusti non siano cambiati."disse Lionel.

"Un uomo non cambia mai Lionel."disse Morgan che camminò "Neanche quando gli metti un

vestito firmato o se lo fai lavorare in un ufficio di lusso all'attico."

"Già,peccato non si possa dire la stessa cosa dell'amicizia."disse Lionel.

"Eh..."disse Morgan.

Lionel prese un foglio da un tavolino con la mano sinistra e lo porse a Morgan "Sai,io sapevo che

avevi un informatore,ma devo ammettere...che sei stato davvero molto creativo."

Lionel si sedette e Morgan guardò il foglio.

"Corrompere mia nuora,è un'azione meschina persino per te,Morgan."disse Lionel.

Sul foglio c'era l'immagine di Helen che parlava con Morgan.

"Tu dici?"disse Morgan ridendo e sedendosi.

"Allora,fammi indovinare...la tua idea era di rubarmi la fiala...e rivendermela

subito ad un prezzo molto,molto più alto."disse Lionel.

"Che intendi fare?"disse Morgan "Vuoi denunciarmi per effrazione e rapina?"

"Perché accusarti di rapina,io ho il modo di liberarmi di te per sempre."

"Oh...io starei attento Lionel."disse Morgan "He he,rischi di scivolare anche tu."

"Già,ma io sono l'unico ad avere le prove e,pensa un po',gli omicidi sono ancora dei reati che non

vanno mai in prescrizione."disse Lionel "Hai 24 ore per riportarmi la fiala,amico mio."

Al Taloon,Lana era a sistemare dei pasticci dentro una teca,dietro il bancone,e vide Clark entrare.

Lei indossava una maglietta celeste a mezze maniche,jeans blu e scarpe nere.

Lei si voltò di spalle.

"Ciao."disse Clark.

"Ciao?"disse Lana "Non so cosa tu voglia dire Clark."

"Ti chiedo scusa per come mi sono comportato a Metropolis,ho combinato un disastro."disse Clark.

Lei lo guardò e poi andò a destra "Io mi ripeto di continuo che non eri tu,ma...ho ripensato a tutto

quello che è accaduto e alla fine sono riuscita a capire che...che io non so chi tu sia veramente."

Lei si voltò di spalle ancora.

"Lo so che vuoi una spiegazione..."disse Clark.

"No,affatto...me l'avevi detto che c'erano cose di te che non avrei capito..."disse lei

guardandolo"La verità è che non ci ho voluto credere."

Lei si voltò di nuovo.

"Ti stavo proteggendo."disse Clark.

"Ma da cosa?"disse lei guardandolo in lacrime"Io non riesco a capire perché l'unica cosa che

continua a ferirmi...sei tu Clark.

Dopo tutto quello che hai detto prima di andartene via...hai mai sentito la mia mancanza?"

"Ogni secondo."disse Clark "Ma non posso continuare a farti stare male."

Lei si avvicinò "Non farlo allora."

"Lana,non sono neanche sicuro di restare."disse Clark.

"Bene,quando deciderai fammelo sapere."disse Lana che andò nel retro e si mise a piangere.

La notte seguente Helen si mise un lungo cappotto bianco e camminò nello studio di Lex,poi accese

la lampada sulla sua scrivania.

Lex era poco dietro di lei,a sinistra,e indossava una camicia chiara,pantaloni neri e scarpe nere.

"Casa dolce casa."disse Lex e lei si spaventò voltandosi.

"Lex?"disse lei che lo abbracciò "Grazie a Dio!"

"Credimi,l'ho già ringraziato."disse Lex che la abbracciò "Ho l'impressione che sia l'unico dalla

mia parte."

"Ma le ricerche sono state interrotte,come hai fatto?"disse Helen.

"Una barca da pesca ha notato il fuoco che avevo acceso."disse Lex.

"Non ho mai smesso di sperare."disse lei.

"È stato generoso da parte tua farmi fare la parte dell'eroe."disse Lex accarezzandole il volto.

"Mi dispiace Lex,io non avrei mai dovuto mentire a nessuno."disse Helen.

"Perché l'hai fatto?"disse Lex.

"Non riuscivo ad accettare quello che era veramente successo."disse lei "Quando mi sono

risvegliata ho visto che il pilota si stava lanciando,come ho detto a tutti,ma non sono riuscita a

svegliarti.

Tu avevi bevuto un bicchiere intero e io solo un sorso.

Credo che fosse drogato.

L'aereo stava precipitando e io mi sono fatta prendere dal panico.

Uno pensa sempre che sarà coraggioso in una situazione del genere,ma quando ti ci trovi

davvero...scatta l'istinto di sopravvivenza."

"La selezione naturale."disse Lex "Credo che ora tu sia una vera Luthor."

Lex camminò.

"Tu non mi credi,vero?"disse Helen.

"So che tu e mio padre eravate d'accordo."disse Lex dandole le spalle e poi la guardò "Dopo

essermi scusato,averti restituito il sangue...tu sei andata da lui e l'hai venduto."

"Mi aveva giurato che se gli avessi dato il sangue,ci avrebbe lasciati in pace."disse Helen "Ci sta

mettendo l'uno contro l'altro."

"Sembra che facciamo un buon lavoro anche da soli."disse Lex.

"Se vuoi far annullare il matrimonio,uscirò dalla tua vita...ma per quello che può valere sappi che ti

amo."disse lei andando via.

La mattina dopo un camion andò alla fattoria dei Kent ed era guidato da Clark che indossava una

camicia azzurra,con linee verticali bianche.

Clark vide una macchina nera e dentro di essa c'era Morgan che piegò un giornale.

"Si,devo ammettere che non mi sarei mai aspettato di trovarti qui."disse Morgan.

"Come mi hai trovato."disse Clark.

"Dov'è il mio pacchetto."disse Morgan.

"Non ce l'ho."disse Clark.

"Chissà se alla polizia piacerebbe parlarti."disse Morgan che prese il telefono.

"FORSE NON MI HAI SENTITO!"urlò Clark che strappò lo sportello dall'auto e lo estrasse con

facilità "La scatola non c'è,Luthor non sa chi l'ha presa, quindi io mi trovo di nuovo in questa

dannata fattoria e perciò...SCORDATELA!"

Il guidatore scese e gli puntò la pistola alla testa "Levagli le mani di dosso!

Immediatamente."

"Fermo."disse Morgan.

"Ora rimetti il sedere in auto e ritornatene a Metropolis."disse Clark "Non voglio vederti mai più a

Smallville.

È chiaro?"

Morgan salì in auto e andò via.

Il giorno dopo gli studenti uscirono dalla scuola.

Chloe aveva in mano un foglio con sopra un articolo.

Indossava una maglietta verde,senza maniche,con spalle viola,pantaloni neri e scarpe nere.

Clark entrò nel Torch.

Lei sorrise guardandolo "Non sei più il teppista di prima allora Clark?"

"Sono venuto per ringraziarti."disse Clark.

"Ah,per fortuna,ero in pensiero."disse lei camminando "Con te non riesco mai a capire se vuoi

chiedermi scusa o...accusarmi di qualcosa che io non so."

"Chloe,non avevi nessuna ragione per stare dalla mia parte..."disse Clark mentre lei controllava una

cartellina gialla "...eppure sapevi dov'ero e non l'hai detto a nessuno."

"È così che si comportano gli amici Clark."disse Chloe "Hai parlato con Lana?"

Clark si sedette "Ci ho provato."

"Tutto qui?"disse Chloe ridendo "Dopo 2 anni passati a desiderarla questo è il massimo che sai

fare?

Ma dai."

"Io credo che sia meglio così."disse Clark.

"Non vuoi restare?"disse Chloe con un'aria dispiaciuta "È così?"

"Diciamo che non ho ancora deciso."disse Clark.

"Non puoi continuare a fuggire Clark."disse Chloe "Tutti facciamo cose di cui ci pentiamo,prima o

poi bisogna fermarsi e affrontare i propri demoni."

Poco dopo Clark portò una poltrona nel retro del camion bianco e la mise all'interno.

"È troppo presto per la vendita all'asta della fattoria?"disse Lex.

Clark si voltò e lo vide.

Lex indossava un giaccone di pelle nero,maglietta viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"Lex?"disse Clark che si bloccò.

"Valeva la pena passare 3 mesi su un'isola deserta per vedere la tua faccia adesso."disse Le si

abbracciarono.

"Lex credevamo fossi morto."disse Clark.

"Sembra che il destino abbia altri progetti per me."disse Lex "Ho saputo della fattoria,posso fare

qualcosa."

"No,lo conosci mio padre."disse Clark "È bello rivederti.

Ma com'è andata?"

"Non credevo che ne sarei stato capace."disse Lex "Che ironia,anche nella solitudine più totale sono

riuscito a trovarmi un nemico.

Forse si trattava delle allucinazioni della malaria,ma il mio nemico sembrava reale.

Così mi sono guardato dentro.

E ho visto la parte di me che ho sempre ignorato."

"Lex,tutti dobbiamo affrontare il nostro lato oscuro prima o poi."disse Clark.

Lex andò vicino al camion e poi si voltò verso di lui "Il problema è che quando lo affronti

troppo,non riesci più a distinguere le 2 parti."

Lana era al Taloon e girava per i tavoli quando entrò Chloe.

"Ehi."disse Chloe sorridendo,ma Lana mise delle tazze sul vassoio e proseguì tra i tavoli "Smettila

di evitarmi Lana."

"Non ti sto evitando,ieri ho lavorato tanto e stamattina avevo degli affari."disse Lana.

"Alle 5,30 di mattina?"disse Chloe ridendo.

Lana si fermò e la guardò "Vuoi che lasciamo perdere le scuse?

Va bene.

Tu mi hai mentito riguardo a Clark."

"Allora abbiamo qualcosa in comune."disse Chloe.

"Io mi sarò scusata con te 100 volte per non averti detto cosa c'era tra Clark e me."disse Lana che

andò al bancone.

"Hai ragione,ma ora è passato,quindi fai scusare anche me così siamo pari."disse Chloe seguendola.

"Chloe questa volta è molto più grave."disse Lana "Ma non vedi che erano tutti molto preoccupati."

"La verità è che più gli facevo pressione più lui si allontanava."disse Chloe "Dai Lana,l'hai visto

anche tu!

Non era più l'affascinante ragazzo di campagna che tutti conosciamo e amiamo!

Era come se fosse..."

"Un'altra persona."disse Lana.

"Già."disse Chloe "Ammettiamolo Lana.

Clark ha più facce di un dodecaedro.

Senti lo so che io ho sbagliato e,anche se detesto doverlo ammettere,mi piaceva essere la persona

con cui lui si confidava."

"Clark si è sempre trovato meglio a parlare con te."disse Lana.

"Perché non sono io quella che ama."disse Chloe.

Lex entrò nello studio e guardò un pianoforte nero lucido al posto del biliardo con sopra delle

valige"Dove vai così di fretta?"

Helen si avvicinò con un'altra valigia.

Indossava una maglietta marrone,scollata,senza maniche,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ho pensato di andarmene per un po' e di lasciarti un po' di tempo per pensare."disse Helen.

"Ehi?"disse Lex che le afferrò la mano destra con cui stava per prendere una delle valige "Ne ho

avuto abbastanza di tempo negli ultimi mesi.

Ora vorrei dividerlo con qualcuno.

Credo che potremmo riprovare con la luna di miele."

Lei sorrise "Non è da te lasciar andare le cose Lex,io ti conosco."

"È vero,mi conosci."disse Lex "Ci intendiamo così bene perché siamo creature simili.

Ognuno di noi ha fatto le sue mosse.

E ,in modo contorto,credo che siamo perfetti l'uno per l'altra."

"Io voglio stare con te Lex."disse Helen "Ma...lo sai,tuo padre non ci lascerà mai in pace."

"Non preoccuparti,ho la sensazione che non interferirà mai più nelle nostre vite."

Clark entrò nel fienile "Ehi mamma?

Papà?"

"Ciao Kal."disse Morgan che era poggiato su una colonna.

"Non ti avevo detto di non tornare mai più qui?"disse Clark irato.

"Si,ma volevo vedere i tuoi genitori, gente simpatica."disse Morgan che indicò Marta che

era legata ad una colonna di legno,con accanto uno dei 2 sgherri.

Marta indossava una maglietta arancione,senza maniche,pantaloni marroni e scarpe nere.

"Mamma?"disse Clark che tentò di avvicinarsi.

"Non lo farei al tuo posto."disse Morgan.

"CLARK!"disse Jonathan e Clark si voltò vedendolo in ginocchio con accanto uno dei 2 sgherri che

gli puntava una pistola alla testa "Figliolo... non fare niente,è tutto a posto."

"So che sei veloce,ma non puoi andare da entrambi in uno stesso momento."disse Morgan.

Clark si guardò intorno "Io non ce l'ho."

"Come faccio a dirlo a Lionel Luthor?"disse Morgan.

"Clark!..."disse Jonathan che venne colpito al volto dalla pistola dell'uomo dal basso verso l'alto.

"Aspetta!"disse Clark "Fermo!"

Clark andò verso la cassettiera degli attrezzi,mise un barattolo di vetro sulla parte superiore,poi

prese la scatola di metallo rettangolare e la mise accanto al barattolo.

Morgan si avvicinò.

Clark aprì la scatola con dentro la roccia,la prese in mano e si fece un taglio sulle vene,poi mise il

sangue nel barattolo e alla fine cadde a terra.

"CLARK!"urlò Marta.

Morgan prese il barattolo "Ma questo che diavolo è?"

"Quello che stai cercando."disse Clark.

Morgan chiuse il barattolo "Lo spero per te."

Il giorno dopo la macchina di Lionel arrivò al porto di Metropolis sotto un cielo nuvoloso e lui

scese dal mezzo.

Lionel indossava il lungo cappotto nero,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e

scarpe nere.

Morgan aveva in mano una busta di cartone.

"È straordinario come l'odore di creosoto e di alghe possano riportarti indietro di 30 anni."disse

Lionel sedendosi sulla macchina di Morgan.

"Qui sono sepolti molti ricordi."disse Morgan.

"Si,come è giusto che sia."disse Lionel "Non dirmi che mi hai fatto venire fin qui per niente."

"No."disse Morgan che gli diede la busta e Lionel estrasse il barattolo.

"Una confezione stravagante."disse Lionel.

"Non credo sia importante l'imballaggio."disse Morgan e Lionel rise "Dovresti fidarti di me."

"Ne sei sicuro?"disse Lionel "La fiducia non ha mai avuto a che fare con la nostra amicizia."

Lionel se ne andò e tornò verso l'auto che abbassò il finestrino.

Dentro l'auto c'era una donna orientale,con lunghi capelli neri,giacca bianca,pantaloni bianchi e

scarpe nere.

La donna prese il contenitore.

Lionel mise gli avambracci sul bordo del finestrino chinandosi.

La donna aprì una valigia con dentro uno schermo,prese una punta metallica,con essa raccolse una

parte del sangue e lo mise su una circonferenza di vetro dove c'era un'altra sostanza.

"È identico."disse lei.

"Eccellente."disse Lionel che sorrise a Morgan.

"Se non ho capito male,per te,quel sangue è come oro liquido."disse Morgan e Lionel aprì lo

sportello "Non riesco neanche a immaginare il valore che daresti alla sua fonte."

"Sfortunatamente per me,la mia fonte si è rivelata...poco collaborativa,ecco tutto."disse Lionel.

"Non ci si può mai fidare."disse Morgan e Lionel sorrise entrando in auto.

Morgan bussò sul vetro e Lionel abbassò il finestrino "E se invece ti dicessi che quello non è

assolutamente il campione che ho rubato?

L'ho avuto direttamente dalla fonte."

Lionel sorrise.

I 2 sgherri di Morgan aprirono la camicia di Clark,lasciandolo a petto nudo,gli misero al centro del

petto la roccia,poi la legarono con lo scotch,ma Jonathan si alzò e ruppe la sedia a cui era legato

contro una colonna e tentò di avvicinarsi a Clark,ma quello di colore gli diede un calcio al volto.

"JONATHAN!"urlò Marta mentre quello con i capelli lunghi gli puntava una pistola alla testa.

Il telefono squillò e quello con i capelli lunghi rispose "Si?

Si signore."

L'uomo attaccò il cellulare "Era il capo.

Vuole che gli portiamo il ragazzo."

I 2 presero Clark e lo gettarono dentro il camion legandogli le mani con lo scotch,poi chiusero il

retro.

In quel momento arrivò Lana con la jeep rosso scuro e scese.

"Scusi,dove sono i Kent?"disse Lana a quello calvo.

Marta sentì l'uomo urlare.

"MUOVITI!"disse quello di colore portando Lana nel fienile.

"Lana?"disse Marta "Lei lasciatela stare,non centra..."

Lana diede un calcio alle parti basse dell'uomo e una gomitata destra al naso,poi corse e venne

inseguita,ma Marta fece lo sgambetto all'uomo facendolo cadere,poi il nero si alzò e gli puntò

addosso la pistola,ma Lana lo colpì alla testa con una pala,dopo di che raccolse la pistola,ma l'uomo

le afferrò le mani,dopo di che lei gli diede una ginocchiata sulle parti basse e lo spinse contro un

forcone che lo trafisse uccidendolo.

"Lana?"disse Marta mentre lei piangeva.

Lex e Helen erano seduti su 2 poltrone a bordo di un aereo privato.

Lex indossava una maglietta celeste e Helen una giacca chiara.

I 2 brindarono.

"Ad una seconda occasione."disse Lex che posò il bicchiere.

"Tu non bevi?"disse lei.

"Beh,devo dire che non mi piace più lo spumante."disse Lex "Hai dormito bene stanotte?"

"Si,la prima notte tranquilla dopo l'incidente."disse Helen.

"Sono proprio contento."disse Lex "È la nostra luna di miele,no?

Non vorrei vederti crollare.

Non so, può accadere che ti svegli e io non ci sono."

"Non lo trovo divertente."disse Helen.

"Beh,avresti dovuto esserci."disse Lex "Parliamo d'altro.

Credo che prenderò un drink."

"Ma che cos'hai?"disse lei mentre lui andò a prendere da bere.

"Dopo che mi avevi perdonato per averti rubato un campione di sangue,ero così contento che non

ho capito la vera ragione per cui l'avevi fatto."disse Lex.

"Io l'ho fatto per te,ti amo Lex."disse lei alzandosi.

Nella mente di Lex si udì la voce disumana "Drepa!"

"Pensi ancora che abbia cercato di ucciderti?"disse Helen avvicinandosi "Perché non riesci a vedere

la verità davanti agli occhi?

Era un piano di tuo padre,per lui sei sempre stato una minaccia."

"Hai ragione."disse Lex "Io non riuscivo a smettere in nessun modo di pensare all'incidente.

Come dici tu avevo qualcosa la, davanti agli occhi.

Se mio padre mi avesse voluto uccidere,non avrebbe fallito."

"Tu stai soffrendo di un'illusione residua."disse Helen "È uno dei postumi tipici della malaria."

"Temo di essermi illuso per un tempo più lungo di 3 mesi."disse Lex.

La voce mostruosa parlò nella testa di Lex "Lavor iuk lyaumn."

"Ma finalmente credo di avere una visione chiara delle cose."disse Lex "Tu hai ucciso il pilota di

mio padre e l'hai sostituito con uno di fiducia.

Il pilota è atterrato su un'isola per farti scendere.

Lo hai pagato per riportare su l'aereo con me ancora addormentato a bordo.

Si è allontanato tanto da far perdere le tue tracce e poi...ha fatto un bel salto.

Credo che abbia avuto una gran brutta sorpresa quando ha tentato di aprire il suo paracadute.

Devi credermi,preferirei la versione con me nella parte dell'eroe valoroso,ma non regge."

"Lex,mi stai facendo paura."disse Helen.

"Con il carburante che avevamo,era impossibile stabilire la zona dove l'aereo si è schiantato."disse

Lex camminando e poi indicandola "Ho controllato tutte le isole nelle vicinanze,tu sei atterrata alle

7,59 di quella sera!"

"Lo sai qual'è la parte più contorta di questa storia?"disse Helen "La ragione per cui non ti sei

ritrovato un buco in fronte quel giorno...è perché io mi sono davvero innamorata di te."

La voce mostruosa nella testa di Lex parlò ancora "Lavor liwo beavraausan lat."

Helen estrasse lentamente una pistola dalla borsa "Ma sta tranquillo..."

Lei puntò la pistola contro di lui "So imparare dei miei errori."

Una lacrima le scese dagli occhi.

"Avanti."disse Lex camminando in avanti e lei iniziò ad indietreggiare "Sono abituato a sfidare la

morte,sai?

E ti assicuro..."

Nella mente di Lex apparve un flash che mostrava l'occhio di fuoco che emise un verso

disumano.

"...che risorgerò di nuovo dalle mie ceneri."disse Lex che le afferrò la pistola e tentò di toglierla

dalle sue mani,ma lei iniziò a fare resistenza.

Helen sparò dei colpi di pistola che sfondarono la porta della cabina e uccisero il pilota.

L'aereo iniziò a precipitar caddero a terra,ma Lex si alzò e raccolse l'arma,poi corse nella

cabina e prese il comando dei motori.

Guardando dietro di se vide che il portellone dell'aereo era aperto e Helen non c'era più.

Il camion dentro cui era Clark arrivò al molo di Metropolis a sera inoltrata.

Clark diede un calcio alle scatole e le fece cadere,rompendo il vetro di una delle foto,prese un pezzo

di vetro ed iniziò a tagliare il nastro adesivo.

Lionel Luthor scese dalla macchina insieme a Morgan e sorrise.

Clark si tolse la roccia dal petto e la gettò lontano.

"Detesto i misteri."disse Lionel "Te lo sei dimenticato?"

"Questo ti piacerà."disse Morgan.

Il camion si fermò.

Lionel si avvicinò al mezzo accompagnato dall'autista,poi si voltò verso Morgan "Sarà meglio per

te Morgan."

Clark guardò verso delle bombole a gas e fece uscire i fasci di calore dai suoi occhi.

Il mezzo esplose davanti ai 2 scagliandoli via.

"Tirami su!"disse Lionel ad uno dei suoi uomini che ubbidì mentre Morgan rimase stupito "Era una

trappola.

MI HAI IMBROGLIATO!"

"LIONEL,IO NON CENTRO NIENTE!"disse Morgan.

"MI HAI IMBROGLIATO!"disse Lionel che venne portato via dall'uomo "NON C'ERA

NESSUNO IN QUEL CAMION!"

Un uomo di colore estrasse la pistola e l'autista del camion sparò con la mitraglietta verso Lionel

che si nascose dietro delle casse blu.

L'uomo di colore sparò all'autista uccidendolo e Morgan cominciò a sparare a quello di

colore,riparandosi dietro la macchina,ma venne colpito e cadde nell'acqua.

"Dobbiamo andar via di qui!"disse quello che aveva soccorso Lionel che lo aiutò ad

alzarsi"Andiamo!"

"Dov'è?"disse Lionel "Dov'è Morgan?

DOV'È FINITO MORGAN?"

Lionel salì in auto e tutti andarono via.

Clark emerse dalle acque con la camicia a brandelli.

Lex entrò nella sua villa il giorno dopo e andò nello studio trovando Lionel seduto al pianoforte.

Indossava una maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ben fatto Lex."disse Lionel mentre Lex andava a prendersi da bere e si toglieva l'anello dal

dito"Ben fatto."

Lionel si alzò "È stato un piano degno di un Luthor."

"Ti ringrazio molto del complimento,ma non so di cosa tu stia parlando."disse Lex.

"Oh andiamo Lex,mi conosci,pensi che io non sorvegli gli aerei della mia flotta?"disse

Lionel"Povera Helen.

Che dici?

Forse dovremo mandare una squadra a cercarla?"

"Ho già mandato qualcuno,ma se Helen sopravvive non riusciranno a trovarla finché non sarà lei a

volerlo."disse Lex.

"Sinceramente non avrei mai immaginato che ti saresti innamorato di Helen."disse Lionel "Mi

dispiace che sia successo,ma non essere troppo duro con te stesso."

"Sai qual'è il brutto?"disse Lex facendo qualche passo. "Purtroppo ero sicuro...che soltanto tu

avresti capito."

"Ma certo."disse Lionel raggiungendolo "Sopravvivenza,è solo questo che conta."

"Ora lo so anche io."disse Lex guardandolo "Se non fossi stato tu mio padre,su quell'isola ci sarei

morto.

Tutte le prove a cui mi hai sottoposto,mi hanno fatto sopravvivere."

Lionel rimase senza parole.

"Se terrò a freno l'orgoglio da te potrò imparare molto."disse Lex "Se è ancora valida l'offerta di

gestire insieme la Luthor Corporation..."

Lex porse la mano destra al padre.

"Io…io non voglio che tu prenda decisioni affrettate Lex,sei appena uscito da una prova

decisamente traumatica..."disse Lionel.

"No."disse Lex "Ho imparato a fidarmi del mio istinto."

Lionel gli strinse la mano "Allora ben tornato.

Figliolo."

Lex lo abbracciò.

Marta chiuse uno scatolone con lo scotch mentre Jonathan lo teneva.

Lei indossava una giacca rossa,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Jonathan

indossava la camicia blu,con quadrati chiari,canottiera bianca,jeans blu e scarpe nere.

Clark scese dalle scale con uno scatolone.

Indossava una canottiera azzurra,jeans blu e scarpe marroni.

"Non me la sento di chiamare "casa"un altro posto."disse Jonathan.

"La nostra casa è dove stiamo insieme,papà."disse Clark.

"Questo vuol dire che verrai con noi?"disse Marta.

"Credo di aver chiuso il mio periodo a Metropolis."disse Clark posando lo scatolone"Ho detto alla

polizia dove sono tutti i soldi che ho rubato.

Temo che non si possa fuggire dai problemi quando il problema ce l'hai nel sangue."

Jonathan si avvicinò e gli mise le mani sulle spalle "Figliolo...non essere così duro con te stesso."

Lex bussò alla porta.

Indossava una giacca nera,camicia viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"C'è Lex."disse Marta e Lex entrò.

"Ciao Lex."disse Clark.

"Ciao."disse Lex che andò da Jonathan e gli diede un foglio.

"Hai comprato la fattoria?"disse Marta.

"Si,ma l'ho intestata a voi 2."disse Lex.

"Non possiamo accettarlo."disse Jonathan.

"Dovete accettare solo la mia gratitudine."disse Lex.

"Lex..."disse Jonathan.

"Quando l'aereo è precipitato,sono riuscito a raggiungere una delle ali rotte."disse Lex che mostrò

la bussola con la mano sinistra "Questa bussola,il vostro regalo,mi ha guidato verso la salvezza.

Comprare la fattoria e ridarvela è il minimo che potessi fare."

"Troveremo un modo per ripagarti."disse Jonathan.

"Questo non è un problema signor Kent."disse Lex "Se non è chiedervi troppo...vorrei mi

consideraste un membro della famiglia."

Jonathan annuì e Lex rise.

Al tramonto Clark aveva messo una scala sul retro di un furgoncino con la parte posteriore di legno

e aveva tolto il cartellone che indicava la vendita dalla placca rettangolare orizzontale,connessa alle

2 colonne di legno laterali.

Poco dopo Clark collegò,tramite dei ganci,una placca rettangolare,con su scritto "Fattoria dei

Kent"alla trave orizzontale.

Lana arrivò a cavallo.

Indossava una camicia bianca,con cerchi verdi,maglietta bianca,scollata,jeans blu e scarpe nere.

Lei scese da cavallo.

"Ciao Lana."disse Clark scendendo la scala.

"Sono davvero contenta per i tuoi,sai?"disse Lana.

"Grazie."disse Clark "Quest'anno sarà molto dura guadagnarmi la paga."

"Allora rimarrai?"disse Lana.

"Voglio provare...a lasciarmi alle spalle tutto quello che è accaduto a Metropolis."disse Clark.

"Beh,molte cose dovremmo lasciarci alle spalle."disse Lana.

"Si,lo penso anche io."disse Clark.

"Clark,so che mi hai tenuta lontana solo perché volevi proteggermi..."disse lei che gli prese la

mano"...ma ora non hai più bisogno di farlo.

Qualunque cosa sia posso affrontarla,ma adesso voglio conoscerti davvero."

Lui le lasciò la mano "Lana...dal modo in cui mi guardavi a Metropolis...eri disgustata."

"No,io ero solo confusa."disse Lana "Non puoi rimproverarmi per questo."

"Non ti rimprovero."disse Clark "Ma se mi guardassi così un'altra volta non lo sopporterei."

"Clark,tu non eri in te."disse Lana.

"Lo ero eccome."disse Clark "Ho scelto di far venire fuori quella parte di me e quella parte ci sarà

sempre.

Io non sarò mai come tu vuoi che io sia."

"Queste sono cose che riguardano me Clark."disse Lana.

"Mi spiace."disse Clark "Non sai per quanto l'ho desiderato.

Per tutto lo scorso anno ho provato ad essere il ragazzo giusto per te.

Ma non lo sono.

Non funzionerà mai."

Lei annuì e salì a cavallo "Non dovevi neanche provarci."

Lei voltò il cavallo e andò via.