SMALLVILLE:FRAMMENTI

A Metropolis c'era un edificio rettangolare,lungo,a 3 piani,con pareti grige,con linee verticali

incavate in esse.

L'edificio aveva 3 finestre quadrate al secondo piano e 3 rettangolari più grandi al terzo poco prima

di un a scala rossa di metallo esterna,con tettoia grigia rettangolare.

Vicino alla scala c'era un camion giallo e poco a sinistra di essa dei bidoni dell'immondizia

strapieni,di colore blu e giallo,con accanto un'auto nera con cofano aperto.

A terra,sul pavimento bagnato,c'erano pezzi di motori e rifiuti vari.

Un uomo con il volto bendato aprì gli occhi.

Indossava una camicia nera,con linee verticali bianche,pantaloni neri e scarpe nere.

In mano aveva un rosario fatto di pietre circolari verdi.

Era seduto su una sedia di plastica bianca,con una placca obliqua per le gambe connessa ad essa.

L'uomo vicino a lui aveva i capelli neri,giacca scura,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

La stanza era bianca,con una porta blu,con un ovale di vetro sopra.

C'erano delle colonne rettangolari bianche nella stanza,il soffitto aveva delle linee rosse e poco

distante da loro c'era un tavolinetto con un computer e una valigia sopra,più dei contenitori con un

liquido arancione dentro.

Poco dietro i 2 c'era una lampada circolare,connessa ad una spranga di metallo obliqua che poi

diventava verticale e si connetteva ad una base circolare.

"Dia un'occhiata."disse un altro accanto all'uomo dopo avergli tolto le bende.

La persona sotto le bende aveva i capelli neri,corti e aveva alcune cicatrici sul viso.

L'uomo si guardò con uno specchio circolare,mentre l'altro andò al computer che mostrava il volto

di Morgan Edge.

"È un uomo nuovo."disse l'altro.

"Sembra di guardare un estraneo."disse Morgan toccandosi il volto.

"Non era questa l'idea?"disse l'uomo.

"Ah..."disse Morgan toccandosi la gola "Mi fa male la gola."

"Stara meglio quando il gonfiore alle corde vocali diminuirà."disse l'uomo.

Morgan alzò lo specchio e vide Lex.

La massa di energia rossa luminescente arrivò alle sue spalle e prese la forma della donna di colore

con le scaglie sulla fronte.

Lex indossava un giaccone nero lungo,giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ritengo che la società dia troppa importanza all'aspetto esteriore."disse Lex "Dovrebbe essere il

carattere di un uomo a contare.

Non crede?"

Morgan voltò la sedia verso di lui.

"Signor Edge?"disse Lex.

"Lei deve avermi confuso con un'altra persona."disse Morgan.

"Può cambiare viso,capelli,voce...ma non il DNA."disse Lex "Suda allo stesso modo."

Un uomo con pochi capelli,giacca nera,maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere arrivò alle

spalle di Lex e gli puntò la pistola addosso.

"Se non uscirò da qui entro 5 minuti i miei uomini faranno intervenire la polizia."disse Lex

guardando dietro di se e poi guardò Morgan "E informeranno mio padre che lei non è morto al molo

quel giorno.

E manderà qualcuno a finire il lavoro."

Morgan si alzò e si avvicinò "Che cosa vuoi?"

"Quando lei e mio padre eravate adolescenti,organizzaste l'incendio che uccise i miei nonni."disse

Lex.

"Don'av avruukav naj-ri!"disse la figura femminile.

Lex si toccò la parte posteriore del collo "E vi spartiste i soldi dell'assicurazione."

"Stai delirando per caso?"disse Morgan "Francamente non so di cosa parli."

"Ho delle prove,ma me ne servono di più per incastrare mio padre."disse Lex che mostrò un

registratore nella mano destra "Se mi racconterà tutta la storia,lui andrà in prigione.

E lei potrà farsi una vita oltre ad un nuovo volto."

La notte dopo Lex era seduto alla sua scrivania con il registratore acceso.

Non indossava la giacca e il cappotto.

"Io feci saltare il palazzo."disse la voce di Morgan "Lionel si sbarazzò di quel bastardo del padre e

di quell'alcolizzata della madre.

Il padrone dell'edificio divise l'assicurazione insieme a noi.

Lionel usò la sua parte per la sua prima azienda."

Qualcuno busso alla porta.

Un uomo di colore in giacca e cravatta entrò nello studio e Lex spense il registratore.

"Scusi l'interruzione signore,ma suo padre ha chiamato ancora."disse l'uomo "Ho fatto come mi ha

chiesto,gli ho detto che non c'era."

"Sei preoccupato Darius?"disse Lex "Rilassati."

L'uomo uscì dallo studio.

Lex si alzò e andò verso la libreria,premette il pulsante e il ripiano obliquo con i 2 libri si sollevò

mostrando una cassaforte che lui aprì mediante un codice.

Il soffitto della stanza aveva un vetro triangolare,con una sbarra di metallo sulla parte alta e altre

sbarre che andavano in obliquo verso il basso.

Sul vetro c'era un uomo vestito di nero,con una maschera nera da rapinatore che faceva intravedere

solo gli occhi e la bocca.

L'uomo mise un oggetto circolare nero su una delle parti del vetro,tra una spranga e l'altra, e spostò

una porzione del vetro dopo aver fatto un taglio rettangolare.

Lex chiuse la cassaforte,l'uomo gettò la corda e si calò silenziosamente sulla zona sopraelevata

della libreria,poi estrasse una pistola rettangolare metallica con un silenziatore e un mirino laser.

Lex vide il mirino e si chinò di scatto evitando il colpo "DARIUS!"

L'uomo di colore entrò dalla porta laterale,ma l'altro lo uccise prima che potesse sparare.

Lex corse evitando dei colpi e si gettò a terra dietro il mobile dove c'erano le bottiglie,mentre

l'altro continuava a sparare,poi corse fuori e trovò un secondo uomo che tentò di sparargli nel

corridoio,tornò indietro,prese una statuetta e ne trovò un terzo.

Lex gli tirò la statuetta,poi corse e si gettò dalla finestra sfondandola e finendo all'esterno.

Uno di loro arrivò alla finestra e cominciò a sparare mentre Lex scappava zoppicando.

Il giorno seguente il Sole sorse sulla fattoria dei Kent,mentre in alto,tra le nubi,c'erano Ajak e

l'altro.

"Lo senti?"disse Ajak.

"Da quando quell'uomo è qui ci sono vibrazioni dimensionali incredibili."disse la figura

maschile "Che abbia con se un elementale?"

"Forse...anche se il tipo di vibrazione mi fa pensare a qualcosa di più che un semplice

elementale."disse Ajak.

Clark salì al piano superiore del fienile.

Indossava una camicia con righe rosse e chiare verticali,jeans blu e scarpe nere.

Lui andò verso un tavolo su cui c'erano dei libri e ne prese 1,poi si accorse di Lex che era

accucciato dietro il tavolino e aveva una ferita sul sopracciglio destro.

"Lex..."disse Clark.

"Sei solo?"disse Lex alzandosi.

"Si,ma che ti è successo?"disse Clark.

"Hanno cercato di uccidermi ieri notte."disse Lex andando alle finestre del fienile.

"Devi andare all'ospedale,chiamare la polizia."disse Clark raggiungendolo.

"Niente polizia."disse Lex "Sono dei professionisti.

Hanno ucciso la mia guardia del corpo,Darius.

E poi hanno tentato di uccidere anche me.

Ho bisogno di tempo per riflettere."

Lex camminò.

"Chi vorrebbe ucciderti?"disse Clark.

"Meno sai,meglio è."disse Lex.

"Lex,non posso aiutarti se non mi dici che sta succedendo."disse Clark.

"Probabilmente è stato mio padre."disse Lex.

"So che avete avuto dei problemi,ma credi che arriverebbe ad ucciderti?"disse Clark.

"O è stato lui o Morgan Edge."disse Lex.

"Morgan Edge?"disse Clark "Non è il boss che è rimasto ucciso in una sparatoria un paio di mesi

fa?"

"È sopravvissuto."disse Lex "È rimasto nascosto e si è fatto fare una plastica facciale per cambiare

aspetto."

"E perché ce l'avrebbe con te?"disse Clark.

"Ho una prova che collega lui e mio padre ad un crimine che potrebbe portare entrambi alla pena di

morte."disse Lex "Dovevo consegnarla al procuratore generale questa mattina."

"Clark?"disse Jonathan "Sei tu?"

"Ma è nella mia cassaforte,io non posso tornare li."disse Lex che si accucciò dietro il tavolo.

"Clark?"disse Jonathan che arrivò.

Indossava un giaccone nero,camicia bianca,jeans blu e scarpe marroni.

"Ho sentito dei rumori."disse Jonathan "Senti,perché non vieni giù e mi aiuti a mungere le

mucche?"

"Scusa,ma ho parecchio da studiare."disse Clark.

"Va bene."disse Jonathan "Ma mi aspetto un bel voto."

"Si,signore."disse Clark e l'altro andò via "D'accordo,prenderò io ciò che ti serve."

"No,è troppo rischioso Clark."disse Lex alzandosi "Le guardie potrebbero insospettirsi."

"No,andrò li e inventerò una storia."disse Clark "Che noi 2 abbiamo un appuntamento o roba

simile.

Raccontami che cosa è successo."

Poco dopo Clark entrò nello studio di Lex.

Indossava il giaccone blu.

Clark si guardò intorno,poi andò verso la libreria e aprì il piano obliquo vedendo la cassaforte,inserì

la chiave,premette dei pulsanti e la aprì trovandola vuota.

L'interno aveva 2 ripiani,con delle luci azzurre cilindriche ciascuno.

Clark richiuse l'oggetto e il piano si riabbassò,poi uscì camminando per i corridoi e vide che la

finestra era di nuovo intatta.

"Signor Kent."disse un uomo semi calvo in giacca e cravatta "Posso aiutarla."

"Ho un appuntamento con Lex."disse Clark.

"Stanno ancora dormendo tutti."disse l'uomo.

"Darius è in servizio?"disse Clark.

"Aveva la serata libera."disse l'uomo.

"E così è toccato a lei il turno di notte."disse Clark che usò la vista a raggi x vedendo un pezzo di

vetro dietro una delle colonnine rettangolari che avevano le statuette in cima "Una bella seccatura."

L'uomo annuì.

"È successo niente di insolito?"disse Clark.

"Non fino al suo arrivo."disse l'uomo.

"Ah capisco."disse Clark mettendosi le mani in tasca "Conosco la strada..."

Clark fece cadere le chiavi dalla tasca,estraendo le mani,facendole finire vicino alla colonnina

rettangolare nera,poi le raccolse.

"Dica a Darius che ho chiesto di lui."disse Clark andando via.

Poco dopo era al piano superiore del fienile senza il giaccone.

"Sai una cosa?"disse Clark camminando "Sembrava proprio "Ai confini della realtà".

Non c'era niente di strano."

Lex si mise una camicia blu "Non mi aspettavo grandi stranezze,Clark.

Avranno fatto in modo da eliminare qualsiasi traccia."

Clark estrasse il pezzo di vetro dal taschino della camicia "Una l'avranno dimenticata.

Ho trovato questo nell'ingresso."

Lex prese il pezzo di vetro.

"Ho chiamato a casa di Darius,ma secondo la segreteria telefonica...moglie e figli sono fuori città,in

visita ai nonni."disse Clark.

"Darius molto probabilmente sarà in fondo a Crater Lake."disse Lex camminando con il pezzo di

vetro in mano.

"Chiamiamo il procuratore generale."disse Clark.

"Per dirgli cosa?"disse Lex "Per prima cosa era agitato solo all'idea di indagare su Lionel Luthor.

Non emetterà dei mandati basandosi su una scheggia di vetro."

"C'è qualcuno in grado di poter confermare la tua storia?"disse Clark.

Poco dopo Clark era nel Torch,con addosso il giaccone blu.

Chloe era seduta vicino alle finestre e indossava una camicia chiara,con fiori rossi.

"Come sta Lex?"disse Chloe.

"È fuori di se."disse Clark camminando intorno alla scrivania e poi mettendo le mani in tasca"È

molto scosso,ma è vivo.

Come ti sei trovata coinvolta?"

"Io..."disse Chloe alzandosi "...stavo indagando su Lionel Luthor riguardo ad una storia.

Avevo scoperto che da ragazzo se la faceva con persone poco raccomandabili."

"Morgan Edge?"disse Clark.

"Si,e così ho pensato che a Lex potesse interessare,ma non avevo idea che sarebbe venuto fuori

che Edge e Lionel avessero assassinato i suoi nonni."disse Chloe.

"Chloe sono persone pericolose."disse Clark avvicinandosi"Potrebbero prendersela con te.

Dovresti rimanere nascosta finché non sarà finita."

"Nessuno di quelli che sanno qualcosa su questa vicenda è al sicuro,non finché il responsabile

rimarrà in libertà."disse Chloe.

"Io non ti lascerò da sola."disse Clark "Prendi la tua roba e seguimi."

Il pomeriggio aveva il cielo nuvoloso.

Clark arrivò con Chloe alla fattoria mediante il pick u scesero.

Chloe indossava un giacchetto viola.

Clark trovò Lionel e i genitori fuori dalla staccionata.

Jonathan indossava un giaccone chiaro,con camicia verde sotto,Marta indossava un lungo giaccone

giallo ocra,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Lionel indossava un lungo cappotto

nero,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ciao Clark."disse Lionel stringendogli la mano,poi la strinse a Chloe "Signorina...Sullivan,vero?"

"Si."disse Chloe annuendo.

"Clark...il signor Luthor vorrebbe parlare con te."disse Jonathan.

"Temo sia una cosa seria."disse Marta.

"Tu hai visto Lex?"disse Lionel.

"No,da qualche giorno."disse Clark.

"Lex è scomparso."disse Lionel "È importante che lo trovi."

"Signor Luthor,conosco bene Lex."disse Clark "Se voleva farle sapere dov'è,glie l'avrebbe detto."

"Lex ha bisogno di aiuto."disse Lionel "È molto malato."

"Malato di cosa?"disse Clark.

"Ehm...si tratta di un disturbo psichico e sta peggiorando."disse Lionel.

"No,non è possibile."disse Clark.

"È successo mentre si trovava su quell'isola."disse Lionel "Sembrava l'avesse

superata,ma...purtroppo ha avuto una ricaduta.

Lui...soffre di...manie di persecuzione.

Sente voci,vede cose che non esistono…

Io...io voglio mio figlio.

Lo voglio indietro.

Lo rivoglio com'era prima.

Se lo senti Clark,devi aiutarmi."disse Lionel "Dobbiamo dargli le cure di cui ha bisogno."

Lex osservò tutta la conversazione da un buco nel muro.

"Lat liwo obeausan alnej."disse la voce nella sua testa.

Clark entrò nel fienile e sentì Lex che cantava,stando seduto su uno sgabello.

La figura femminile era davanti a lui,seduta su un tavolo.

Aveva i capelli sciolti,tirati indietro,lisci e lunghi fino alla vita.

Indossava un abito nero che passava sulle spalle,lasciando scoperta la parte centrale del petto e del

seno,più la parte iniziale della pancia,al centro,poi il vestito copriva la pancia e faceva partire 2 fili

neri che andavano verso la schiena e si connettevano all'altro lato del vestito,lasciava scoperti i

fianchi,poi copriva tutta la zona della vita,sia davanti che dietro e formava una gonna aderente nella

parte iniziale delle cosce,per poi allargarsi nella parte finale delle gambe.

La gonna aderente aveva un'apertura ovale che lasciava scoperta la parte esterna delle cosce.

Clark gli arrivò alle spalle,ma non poté vedere la figura.

"Che ci fai qui sotto?"disse Clark.

Lex smise di cantare e si voltò verso di lui parlando a bassa voce "Ho sentito il bambino che

piangeva.

Mio padre l'ha svegliato."

"Il bambino?"disse Clark perplesso "Quale bambino?"

Lex si voltò e fece vedere che aveva un braccio un panno che era arrotolato e messo dentro un

secondo tessuto rosso scuro che ricordava le fasce di un neonato per come era stato messo.

"Il mio fratellino Julian."disse lui.

"Lex..."disse Clark allungando la mano destra verso di lui e indicando l'oggetto.

"Shhh."disse Lex mettendosi l'indice sinistro davanti alla bocca "Si è addormentato."

Lex riprese a cantare.

Poco dopo Clark era nel prato poco fuori casa e i genitori erano davanti a lui.

"Il bambino è frutto dell'immaginazione di Lex?"disse Marta.

"Aveva un fratello più piccolo di nome Julian."disse Clark "Morì appena nato,quando Lex era

piccolo."

"Dev'essere stato un trauma per lui."disse Marta.

"Ad ogni modo Chloe è con lui adesso e sembra essere perfettamente lucido."disse Clark.

Jonathan si fece scappare una risata.

"Io non capisco,un momento pensa di cullare un bambino immaginario e il momento dopo fa

ragionamenti sensati."disse Clark.

"Quello che non capisco io è come hai potuto nasconderlo senza dirci niente."disse Jonathan.

"Papà,era spaventato e crede che Lionel voglia ucciderlo."disse Clark "Ha detto che Morgan Edge è

ancora vivo."

"Morgan Edge?"disse Jonathan.

"Ed è coinvolto."disse Clark.

"Morgan Edge sa tutto su i tuoi poteri,sa che la kryptonite può ucciderti."disse Jonathan "Come hai

potuto non dirci niente?"

"C'è dell'altro."disse Clark.

"C'è dell'altro?"disse Jonathan.

"Ha detto che Morgan Edge ha fatto una plastica facciale."disse Clark "Non saremmo in grado di

riconoscerlo."

Jonathan guardò Marta,poi guardò Clark "Quindi Morgan Edge è vivo e ha fatto una plastica

facciale…

Figliolo,questa è un'altra delle allucinazioni di Lex,ammettilo."

"So che è difficile per te vedere Lex in queste condizioni,ma...ha bisogno di cure

psichiatriche."disse Marta.

Clark si voltò e vide Lex avvicinarsi.

"Pensi di conoscere le persone,invece...la loro umanità è solo una facciata."disse Lex.

"Lex,noi vogliamo solo il meglio per te."disse Marta.

"Conservi questo stucchevole atteggiamento per suo figlio,signora Kent!"disse Lex indicandoli "Ho

sentito quello che dicevate!

La congrega dei Kent.

Un gruppo selettivo,vero?

E così discreto da complottare per spedirmi al manicomio!"

"Ho cercato di fermarlo."disse Chloe correndo "Mi dispiace."

Lex guardò Chloe e poi guardò gli altri "Siete tutti d'accordo!"

Lex si voltò e Clark lo raggiunse.

"Lex,dove stai andando?"disse Clark.

"Da Morgan Edge per dimostrare che non sono pazzo!"disse Lex.

"Lex..."disse Clark.

"O con me o contro di me Clark,devi scegliere!"disse Lex.

Clark guardò i genitori.

"Clark..."disse Jonathane i 2 se ne andarono.

Poco dopo il pick up rosso si fermò davanti all'edificio rettangolare.

"Tu aspetta qui."disse Lex.

"No,ti copro le spalle,sono qui per questo."disse Clark scendendo dal mezzo.

I 2 si avviarono all'interno e trovarono una stanza piena di scatoloni,tessuti arrotolati,tubi rossi

e gente che sceglieva degli abiti.

C'erano anche pezzi di tessuti su tutto il pavimento.

Lex restò allibito e spalancò le braccia.

In fondo alla stanza apparve la massa di energia rossa che prese un nuovo aspetto.

Ora sembrava un uomo con i capelli biondi che arrivavano alla base del collo dietro.

Alla base del collo c'era una placca d'oro che copriva la zona tra collo e spalle,la parte iniziale del

petto e anche le spalle stesse.

La placca formava delle punte circolari dirette verso l'esterno sulle spalle e da esse usciva un

mantello rosso scarlatto che arrivava fino a terra e che copriva schiena,spalle e braccia lasciando

scoperta solo la parte frontale del corpo che era coperto da un lungo vestito nero.

Lex camminò tra i tavoli dove c'erano donne orientali che cucivano a mano.

In fondo alla stanza c'erano degli scatoloni e a sinistra dei vestiti con stampelle attaccati.

Nella stanza c'erano anche degli uomini orientali che camminavano.

Lex avanzò guardandosi intorno e sentendo voci incomprensibili rimbombanti.

"Iav iuk noav whaav iav ukeemuk."disse la figura bionda con il mantello rosso che parlò con la

stessa voce maschile disumana dell'occhio infuocato.

Lex si mise la mano destra sul collo.

"Lex,forse hai sbagliato posto."disse Clark avvicinandosi.

"No."disse Lex guardandosi intorno "No,era questo il posto."

Lex indicò il pavimento con la mano destra "No,Edge era qui."

"È successo ieri."disse Clark "Queste persone sembrano essere qui da un po'."

Lex si voltò verso di lui "Non capisci...fa parte della copertura Clark."

Lex indicò i tavoli "Non è così difficile!

Hanno messo qualche macchinario...e della gente che fa finta di lavorare!"

"Se si vuole sparire,perché darsi tanto da fare?"disse Clark.

"Non lo so Clark!"disse Lex.

Clark lo afferrò lentamente e lo voltò verso di se "Lex...devi chiederlo a te stesso.

Esiste la possibilità,anche remota,che tu abbia immaginato tutto?"

Lex andò verso un uomo orientale,semi calvo,con panciotto nero,camicia bianca,pantaloni neri e

scarpe nere e lo afferrò violentemente.

"DOV'È MORGAN EDGE?"disse Lex "DOV'È EDGE?"

"SEI PAZZO?"disse l'uomo orientale e Lex gli mise la mano sinistra sul tavolo,vicino alla

macchina per cucire mentre la donna che era al tavolo si allontanava.

"Lex,per favore..."disse Clark.

"DIMMI DOV'È!"disse Lex "O TI PASSO LA MANO SOTTO LA MACCHINA DA CUCIRE!"

Clark afferrò Lex e lo allontanò"Lex smettila!

Lui non sa niente."

"VIA DI QUI!"disse l'uomo "SUBITO!"

"Avanti andiamo."disse Clark.

"Va bene Clark,hai vinto..."disse Lex che prese la scheggia di vetro dalla tasca della camicia "Ma

ho immaginato anche questo?!

Eh?!"

"VA VIA!"disse l'uomo orientale che indicò la porta.

"Andiamo."disse Clark che lo accompagnò verso l'uscita.

"EH?"disse Lex rivolgendosi all'uomo orientale "LO STO IMMAGINANDO?"

"VIA!"disse l'uomo "VIA!

VIA!"

"Coraggio."disse Clark.

La notte seguente i 2 erano nello studio nella villa.

"Devono esserci altre prove."disse Lex guardandosi intorno.

"Chiamiamo lo sceriffo e facciamolo venire con la scientifica."disse Clark.

Lex si toccò il retro del collo con la mano destra.

"Che vuoi fare?"disse Clark.

"Signor Luthor?"disse l'uomo di colore che era sulla porta.

"Darius?..."disse Lex del tutto sconvolto "Sei vivo?"

"Eravamo preoccupati per lei."disse Darius facendo qualche passo.

Lex si avvicinò e lo indicò con la mano destra "Centri anche tu,vero?"

"In cosa signore?"disse Darius.

Lex indietreggiò.

"Lex?"disse Clark.

Lex si prese da bere,mentre le mani gli tremavano.

"Andiamo Lex..."disse Clark.

"Lex."disse la psicologa entrando nella stanza.

Lei indossava un giaccone grigio,maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe.

La donna aveva in mano una borsa nera.

"Lex?"disse la donna "Grazie a Dio,ti abbiamo cercato ovunque."

"L'hai chiamata tu?"disse Lex.

"Non la conosco,non so chi sia."disse Clark indicandola.

"È la mia psichiatra!"disse Lex che la guardò e si avvicinò "Non è una strana coincidenza il fatto

che lei si trovi qui?"

"È stata la sicurezza a chiamarmi."disse la donna "Devi venire con me."

"No,io non vado da nessuna parte."disse Lex "Hanno cercato di uccidermi ieri sera,sono scappato

sfondando una finestra."

Lex estrasse il pezzo di vetro "Guardi,ho le prove."

La donna gli abbassò la mano con il pezzo di vetro "La vetrata era già rotta."

La donna andò a mettere la borsa nera sul tavolo "Ti sei alterato durante la nostra ultima seduta..."

La psichiatra gli passò un vaso di metallo verdastro con linee rosse verticali "...e hai gettato questo

vaso contro la vetrata."

Lex prese il vaso "No..."

"Sotto ipnosi continuavi a dire che lei era qui."disse la donna che andò ad aprire la borsetta e prese

un contenitore di plastica con delle pillole "Ti darò una cosa..."

Lex prese il contenitore con dentro le pillole "Cos'è questo?

Una specie di allucinogeno?"

"È un sedativo."disse la donna.

"No..."disse Lex indicandola e indietreggiando "...lei sta lavorando per mio padre..."

Lex andò contro Clark.

"Non capisco,stava migliorando."disse la donna "Una ricaduta simile non me l'aspettavo."

"VUOLE FARMI CREDERE PAZZO?"disse Lex indicandola con la mano sinistra.

"Dobbiamo portarti in un'ospedale."disse la donna.

"D'accordo signor Luthor,andrà tutto a posto."disse quello di colore che prese il vaso.

Lex gli prese la pistola e glie la puntò addosso "METTITI A TERRA!"

"Che stai facendo?"disse Clark.

"METTETEVI TUTT TERRA!"urlò Lex "HO DETTO A TERRA!"

I 2 ubbidirono.

"Drepa avhem boavh."disse la voce nella testa di Lex.

"Lex?"disse Clark.

"A TERRA!"disse Lex "STA GIÙ!"

"Dammi la pistola,avanti."disse Clark.

Lex gli puntò contro l'arma indietreggiando "No Clark.

SE MI PORTANO IN OSPEDALE MI RITROVERÒ MORTO O DELIRANTE IN UNA STANZA

PER IL RESTO DELLA MIA VITA!"

"Perché dovrebbero farti questo?"disse Clark.

"È un piano perfetto Clark!"disse Lex "FINCHÉ MI CONSIDERERANNO PAZZO NESSUNO

CREDERÀ A QUELLO CHE HO SCOPERTO SU MIO PADRE E SU MORGAN EDGE!

Pensaci Clark..."

"Ascolti,il suo amico è malato."disse la dottoressa in ginocchio "Molto.

Quest'idea del complotto è un chiaro sintomo della sua condizione."

"STIA ZITTA!"disse Lex "Forse sono pazzo Clark,onestamente non lo capisco più...ma se invece

avessi ragione?

Hai intenzione di lasciare che mi rinchiudano?"

Lana entrò nella struttura dove erano i cavalli.

L'edificio era ad un piano,con pareti grige e tetto a triangolo con delle colonne rettangolari e 2 porte

poste sui lati minori.

La parte frontale aveva delle aperture da cui si vedevano i cavalli.

Davanti all'edificio c'era un recinto rettangolare e dietro degli alberi.

Lei aveva i capelli sciolti,una fascia rosa che teneva indietro i capelli sulla fronte,giacchetto

rosa,maglietta chiara con strisce rosse e gialle,jeans blu e scarpe nere.

Indossava una borsa viola.

"Clark?"disse Lana "Sei qui?"

Clark uscì da uno dei recinti dei cavalli spaventandola "Mi dispiace.

Non volevo spaventarti."

"Ho avuto il messaggio,ho preso da mangiare."disse Lana "Ma perché siamo qui a quest'ora di

notte."

Clark si scansò e mostrò Lex accovacciato a terra sul fieno.

Lana si avvicinò e si mise seduta accanto a lui "Lex?

Che succede?"

"C'è la possibilità che sia stato drogato."disse Clark "Qualcuno gli da la caccia e sapevo che tu

conoscevi questo posto."

Lana si alzò e si avvicinò a Clark "Ma perché non me l'hai detto Clark?"

"Se Lex ha ragione,tutti quelli coinvolti in questa storia sono in pericolo e mi ero ripromesso di non

metterti più in questa condizione."disse Clark.

"In cosa ti sei andato a cacciare esattamente?"disse Lana.

"Vorrei saperlo."disse Clark "Ho bisogno che tu resti con lui."

"Dove stai andando?"disse Lana.

"A portare a Chloe le prove che dimostreranno che è stato drogato."disse Clark "Lei non può

venire,pensiamo che sia sorvegliata."

"Non preoccuparti Lana."disse Lex "Ti racconterò tutto io."

"Fa attenzione."disse Clark "Non è in se."

"Vai."disse lei e Clark andò via.

Lana si accucciò davanti a Lex.

Chloe era in mezzo ad una strada buia,nella sua macchina.

Indossava un giaccone rosso,maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Lei si guardò intorno e vide il pick up di Clark arrivare,così scese.

"Ehi."disse lei.

"Grazie per essere venuta."disse Clark abbassando il finestrino.

"Figurati."disse Chloe.

"Devi scoprire se questo provoca allucinazioni."disse Clark mostrandole il contenitore di pillole.

"D'accordo."disse Chloe prendendo la scatoletta di plastica "Laboratorio di farmacologia..."

"Devi anche trovare notizie sulla dottoressa Foster e sulle 2 guardie della sicurezza,forse sono

coinvolti anche loro."disse Clark.

"Ah,Clark,ho trovato alcune delle cartelle cliniche di Lex."disse Chloe "A quanto pare non è la

prima volta che Lex ha questo genere di problema."

"Di che stai parlando?"disse Clark.

"Ecco,dopo la morte di suo fratello Lex ritornò in collegio e di li a poco iniziò a mostrare un

comportamento,come dire...decisamente,bizzarro."disse Chloe.

"Che intendi per bizzarro?"disse Clark.

"Il rettore del collegio lo trovò seduto sul campanile nel bel mezzo della notte che cantava una

ninna nanna con una copertina tra le braccia."disse Chloe "Sai,io vorrei che questa fosse una

cospirazione tanto quanto te,ma...penso che dobbiamo prepararci alla possibilità che Lex stia

uscendo di senno veramente."

Lex e Lana erano seduti uno accanto all'altro.

"Grazie per essere venuta."disse Lex.

Lana si alzò e andò verso un rettangolo di fieno e prese una brocca di metallo grigio,tolse il

coperchio e vi versò dentro dell'acqua.

"Sono felice se posso aiutarti."disse Lana.

Lui prese il bicchiere,ma poi guardò all'interno "Che cos'è?"

"Camomilla."disse lei "Ti rilasserà."

"Hmh…bugiarda."disse Lex.

"Cosa?"disse lei.

"BUGIARDA!"urlò Lex alzandosi e gettando il bicchiere.

"Lex,che succede?"disse Lana.

Lui prese la borraccia e la gettò via "STAI CERCANDO DI DROGARMI?"

"Non lo farei mai."disse Lana.

"Non dovevo fidarmi."disse Lex che andò via.

Lei gli andò dietro "Lex aspetta..."

Lui si voltò e lo afferrò "STAI LONTANA DA ME!"

Lui la spinse verso una delle porte del recinto che si aprì e Lana cadde a terra facendo imbizzarrire

il cavallo.

Lex andò fuori.

Lana si accorse che il cavallo si era imbizzarrito e provò ad uscire,ma l'animale la schiacciò diverse

volte con le zampe rompendole una gamba.

Clark arrivò correndo a super velocità e la trovò svenuta,così si accucciò "Lana?"

Poco dopo un pick up con 4 luci rettangolari sopra passò su una strada nebbiosa nel bosco e trovò

Lex che barcollava e si teneva le mani sulla testa.

"Lat liwo obeausan alnej."disse la figura femminile di colore,con le scaglie sulla testa che era in

mezzo agli alberi.

Ora indossava la mantellina marrone,la corazza sulle spalle,sul seno,sui polsi e il gonnellino dorato.

"VATTENE!"urlò Lex.

Lex si avvicinò al guidatore.

L'uomo aveva i capelli neri,giaccone rosso,con linee scure,verticali,pantaloni neri e scarpe nere.

"Qualche problema signore?"disse l'uomo.

Lex gli afferrò la testa con la mano destra,glie la sbatté sul volante facendolo svenire e lo gettò fuori

dal mezzo facendolo rotolare per una discesa.

Entrando Lex vide che sul vetro posteriore c'era un fucile posto in orizzontale.

Nel frattempo Clark era davanti alla vetrata che dava sulla stanza d'ospedale di Lana che era

svenuta e aveva un tubo nella bocca.

Lionel Luthor lo raggiunse.

Indossava un giaccone nero lungo fino a terra,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni

neri e scarpe nere.

"Sai...non ho mai capito con certezza quale dei 2 avesse perso di più il contatto con la realtà."disse

Lionel "Don Chisciotte,che dava battaglia ai nemici immaginari,o il suo leale servitore,Sancio

Panza,che assecondava le pericolose fantasie del suo padrone più di chiunque altro."

Lionel sorrise.

Clark si voltò e se ne andò.

"Aspetta un minuto."disse Lionel "Dove stai andando?"

"Vado a cercare Lex."disse Clark fermandosi.

"Ah..."disse Lionel.

"Se fossi in lei starei attento."disse Clark "Lex è convinto che è lei il responsabile di quello che gli

sta succedendo."

"Beh,sono commosso dalla tua premura,ma noi sappiamo chi dei 2 è da biasimare."disse Lionel.

"Signor Luthor,io..."disse Clark.

"No..."disse Lionel.

"...non credo..."disse Clark.

"NO!"disse Lionel "Non voglio sentirlo.

Se mi avessi dato retta Lex avrebbe già avuto l'aiuto di cui ha bisogno e la signorina Lang non si

troverebbe qui A LOTTARE PER LA SUA VITA!"

"Clark?"disse Chloe e Lionel si voltò vedendola.

Chloe indossava un giacchetto viola.

"Tutto bene?"disse lei.

"Non preoccuparti per me Clark,le mie guardie sono ben addestrate a proteggermi."disse Lionel "E

anche a...trovare mio figlio.

Ora suggerisco a tutti e 2 di tornare a casa,prima di provocare danni maggiori.

Signorina Sullivan."

Lionel andò via.

"Sono arrivati i risultati delle analisi."disse Chloe "Era un comune sedativo."

Clark guardò Lana "Lionel ha ragione Chloe,è tutta colpa mia."

"Può darsi di no."disse Chloe "Qualche droga potrebbe indurre Lex a vedere elefanti rosa,quindi la

domanda è,com'è entrata nel suo organismo."

"Il castello."disse Clark "Gli portavano tutto li,il cibo,le bevande..."

"E forse glie la stanno somministrando da settimane."disse Chloe.

Il giorno dopo Clark entrò nello studio di Lex trovando Darius su una delle poltrone.

Clark indossava un giacchetto chiaro,maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere.

"Come hai fatto?"disse Clark.

"Fatto cosa?"disse l'uomo alzandosi.

"Come sei riuscito a drogare Lex?"disse Clark.

"Sa non mi piace affatto che un agricoltore venga qui ad accusarmi di un reato."disse Darius.

Clark lo prese e lo gettò a terra,mettendogli il braccio sinistro dietro la schiena "Non sottovalutare

gli agricoltori.

IMBALLARE TUTTO QUEL FIENO PUÒ RENDERE MOLTO FORTI!"

"DAI AMICO!"disse Darius "VUOI ROMPERMI IL BRACCIO?"

"No,se mi dici come hai fatto a drogare Lex!"disse Clark.

"Era nei liquori!..."disse Darius.

Clark guardò i contenitori di alcol "Dimmi per chi stai lavorando."

"NON SO CHI SIANO,VA BENE?"disse Darius "HO SOLTANTO UN NUMERO DI

CELLULARE!"

"Allora chiamali e digli di trovarsi alle scuderie a mezzo giorno,con una borsa con pezzi da 100

dollari o andrò alla polizia."disse Clark.

"Cosa?"disse Darius.

"Gli faremo un'imboscata."disse Clark.

"Ragazzo,tu sei matto."disse Darius "Quelle persone non ti daranno mai dei soldi,ti uccideranno!"

"Correrò questo rischio."disse Clark.

Nella Luthor Corporation un uomo aprì la porta a Lionel Luthor che entrò nello studio.

Lionel indossava una giacca nera,camicia bianca,cravatta viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"Grazie Mike."disse Lionel e l'altro chiuse le porte,poi andò a digitare un codice sul pannello di

controllo a sinistra della porta.

Lex lo stordì con il manico del fucile,poi gli prese la pistola.

"Lex..."disse Lionel "Come sei entrato qui?"

Lex si voltò e Lionel vide che aveva delle occhiaie viola.

"EH..."disse Lex "Quando qualcuno ti considera pazzo e tu gli punti una pistola alla testa..."

Lex guardò il corpo a terra "...allora,farà quello che gli chiedi."

"Metti giù la pistola ,ok?"disse Lionel che si avvicinò e indicò i divani con il braccio

destro"Siediti,parliamo."

"Certo,papà."disse Lex"Faremo 4 chiacchiere tra padre e figlio."

"D'accordo,siediti."disse Lionel.

"Parliamo..."disse Lex puntando la pistola e camminando in modo instabile "...di come tu e

Morgan Edge avete ucciso i miei nonni!

E...e...di come mi stai drogando per far credere che io sia pazzo…"

Lex si fermò "EHI!

MA VISTO CHE CI SIAMO PERCHÉ NON LO FACCIAMO IN TV,EH?"

Lionel sorrise per un istante e poi mise gli avambracci in avanti "Va bene..."

"LAVEREMO I PANNI SPORCHI SULL'EMITTENTE NAZIONALE COME FANNO TUTTE

LE FAMIGLIE NORMALI!"disse Lex.

"D'accordo,d'accordo...capisco perché sei arrabbiato."disse Lionel "Ho reagito così anch'io quando

l'ho saputo.

L'uomo che possedeva lo stabile dove vivevano i miei assunse Edge per farlo saltare in aria per

avere i soldi dell'assicurazione."

"Era il tuo piano."disse Lex.

"No..."disse Lionel.

"Si."disse Lex.

"NO LEX!"disse Lionel "NO!

ERANO I MIEI GENITORI!

A prescindere da come mi trattassero non mi sarei mai azzardato a fargli del male.

E so che in fondo,neanche tu vuoi fare del male a me."

"Sai che cosa mi delude papà?"disse Lex.

"Non lo so,dimmelo."disse Lionel.

"Che hai assunto dei professionisti per uccidermi."disse Lex "MI HAI SEMPRE INSEGNATO

CHE SE VUOI UNA COSA FATTA BENE DEVI FARTELA DA SOLO!"

"Lex,la sola persona responsabile per ciò che è successo è Morgan Edge."disse Lionel "Io so dove

si trova..."

Lex gli puntò la pistola alla testa.

"Credimi,possiamo avere giustizia."disse Lionel "Lex!"

Lex guardò dietro di se e lo stesso fece la figura femminile "Shhh...sveglierai il bambino."

La figura femminile guardò a terra verso sinistra con sguardo deluso.

"È Julian?"disse Lionel "Vedi di nuovo Julian?"

Lex si mise la mano con la pistola sulla tempia e camminò "Lo sai che non lo sopporto quando

piange,papà."

"Lo so."disse Lionel "Julian non è qui Lex,è morto."

"NO!"urlò Lex.

"No!"disse Lionel "Lex!

Tu non hai nessuna colpa se il bambino è morto..."

"CHIUDI IL BECCO!"disse Lex voltandosi verso di lui e puntandogli la pistola alla testa.

"LO SO CHE NON VOLEVI FARGLI DEL MALE..."disse Lionel.

"CHIUDI IL BECCO!"disse Lex.

"LO SO QUESTO!"disse Lionel "LEX È STATO UN INCIDENTE!

LEX!

LEX!"

"DIMMI SUBITO DOVE SI TROVA MORGAN EDGE!"disse Lex.

"D'ACCORDO."disse Lionel.

"DIMMELO!"urlò Lex.

"D'accordo."disse Lionel che prese un foglietto e una penna "Devi fare molta attenzione Lex,ti

prego.

Fa attenzione,ti prego,Lex."

Lionel gli diede il foglio.

"Non posso sopportare di perdere un altro figlio."disse Lionel.

"Najor reg!"disse la figura femminile indicando Lionel con la mano destra.

Lex colpì Lionel con la mano con la pistola e gli fece perdere i sensi.

Clark entrò dentro la piccola stalla dove c'era stato l'incidente con Lana.

Dietro una staccionata,vicino ad un tronco,c'era un uomo con una maschera da rapinatore

nera,vestito tutto di nero,con guanti neri e con fucile di precisione.

"C'è nessuno?"disse Clark uscendo dalla stalla dalla parte opposta rispetto a quella da cui era

entrato.

L'uomo guardò nel mirino e non lo vide più.

Clark gli arrivò alle spalle a super velocità,gli tolse il fucile,gli mise il braccio destro intorno al

collo e gli tolse la maschera.

"Dimmi dov'è l'uomo per cui lavori o stringerò più forte."disse Clark.

In un'altra zona c'era una grande villa rettangolare,con tetto triangolare,dotata di vari camini,con

delle piante rampicanti su tutta la parte frontale.

Davanti alla villa c'era un piccolo giardino,poi c'era una grande pavimentazione di sampietrini con

una fontana e tutt'intorno c'erano degli alberi.

Morgan Edge era all'interno,dentro un salotto e si guardava allo specchio,mentre beveva.

Indossava una giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Lo specchio davanti a se era rettangolare,con la parte superiore circolare,con i bordi dorati,con le

basi simili a colonne con scolpite sopra piante rampicanti attorcigliate.

Sotto lo specchio c'era un camino con i bordi neri,mentre ai lati di esso c'erano 2 quadri.

Dietro di lui c'era un tavolinetto di legno,un divano chiaro,una sedia di legno,con schienale

circolare,con la parte centrale imbottita blu,con fiori disegnati,come anche la parte per

sedersi.

A sinistra della sedia c'era una semi circonferenza di legno attaccata al muro con sopra un busto di

una statua marrone.

La parte inferiore della semi circonferenza era dorata e dietro c'era un quadro.

Poco oltre c'era un tavolo con 2 lampade bianche e in mezzo c'era una scacchiera.

Dietro Morgan c'era un'altra guardia in giacca e cravatta scuri.

Morgan andò verso le porte finestre con tende bianche che avevano delle vetrate divise in 3 parti da

linee orizzontali bianche e sopra c'erano delle arcate con una vetrata divisa in quadrati di vetro.

Lui aprì la porta e guardò il giardino immenso,con alberi,poi si toccò la gola con la mano destra,in

cui stringeva anche il rosario verdastro.

Morgan guardò l'uomo dietro di lui "Va a controllare."

L'uomo andò via e Morgan estrasse la pistola,poi camminò in un corridoio.

Alla fine del corridoio c'era una porta di metallo verde,con decorazioni irregolari a destra,una

finestra con tende chiare a sinistra,una panca di legno nero poco dopo e in fondo c'era un muro con

una finestra verde dai tratti arabeschi.

Morgan girò l'angolo,trovò l'altro uomo a terra e gli controllò il polso,poi si alzò e trovò Lex dietro

di se che gli puntava una pistola alla testa.

"Ti ho dato una possibilità Edge,ma tu hai rovinato tutto!"disse Lex "Getta la pistola."

Edge gettò l'arma.

"È tuo padre che ha rovinato tutto!"disse Morgan e Lex lo spinse nel corridoio"Se avesse fatto a

modo mio,adesso saresti morto."

"Di che cosa stai parlando?"disse Lex.

"È STATA UN'IDEA DI TUO PADRE FARTI SEMBRARE PAZZO!"disse Morgan.

Lex lo afferrò e lo spinse dentro la stanza da cui era uscito.

"STAI MENTENDO!"urlò Lex.

"È la verità Lex."disse Morgan "Lionel deve essersi rammollito con la vecchiaia."

Lex si toccò il retro del collo.

"Non ha esitato ad uccidere i suoi genitori,ma non sopporterebbe di perdere un altro figlio."disse

Morgan che sorrise"Il collo ti da ancora fastidio?

Non riesci a dormire?

Spossatezza?

Oh,tutti effetti collaterali della droga."

"Sapevo che non ero pazzo..."disse Lex "Dimmi come hai fatto."

"Lionel ha pensato a tutto."disse Morgan "Prima la droga,poi la finestra riparata e poi la messa in

scena della fabbrica.

Tanti dettagli per spingerti alla disperazione."

"Potrebbe essere opera tua!"disse Lex.

"Basta dare un'occhiata in giro."disse Morgan "Credi che mi troverei in un posto simile se non

avessi stretto un accordo con tuo padre?

Devi ammettere che è un piano raffinato,proprio come quando era ragazzo.

O sei fuso a tal punto da non riuscire a formare una frase coerente...oppure tutto quello che dici

somiglia ai deliri di un demente.

Ma lui non deve per forza vincere,Lex.

Insieme possiamo rovinarlo.

Insieme."

Lex abbassò la pistola "Ah..."

Morgan sorrise.

"O magari ucciderò tutti e 2."disse Lex che gli puntò contro la pistola.

Clark si mosse a super velocità e gli tolse la pistola di mano "Fermo,Lex..."

"Ciao Kal."disse Morgan mentre Clark iniziava a barcollare "Lo sapevo che ci saremmo rivisti."

Morgan attorcigliò il rosario intorno alla sua mano destra "Ecco perché mi porto sempre dietro

questa."

Le pietre del rosario si illuminarono di luce verde.

Clark indietreggiò.

"Vi conoscete?"disse Lex.

"Siamo amici di vecchia data."disse Morgan.

Lex girò intorno a Clark "Ci sei dentro anche tu Clark?

CI SEI DENTRO ANCHE TU?"

"No,Lex..."disse Clark che si piegò in avanti "Non è come pensi..."

Morgan gli sferrò un destro mandandolo a terra,Clark si mise a 4 zampe e Morgan gli diede un

calcio al fianco sinistro facendolo rotolare.

Clark si mise in ginocchio,poi Morgan gli afferrò il retro collo del giaccone con la mano sinistra e

cominciò a colpirlo al volto con la destra.

Clark perdeva sangue da naso e bocca.

L'ultimo colpo mandò in frantumi la collana.

Lex sparò alla spalla di Morgan che cadde fuori dalla casa dato che la portafinestra era aperta.

"Grazie..."disse Clark a terra.

"Acav!"disse la figura femminile indicandolo "Finiukh naj-ri."

"Non ringraziarmi Clark."disse Lex avvicinandosi "Ci sei dentro anche tu.

Devo uccidere anche te."

Lex gli puntò la pistola alla testa e gli girò intorno mentre Clark strisciava a terra.

"Credi di poter...riuscire a scappare da me,Clark?"disse Lex.

"Lat saib'av waukave avime!"disse la figura femminile.

"Lex...io sono tuo amico...non farei mai niente per ferirti..."disse Clark strisciando e spostando i

pezzi di meteorite verdi.

"Najor iuk noav nalkriuk najor ukeemuk."disse la figura femminile che si trasformò in quella

maschile che aveva la placca dorata che copriva la zona tra spalle e collo,mantello rosso e vestito

nero.

"Che cos'hai fatto?"disse Lex seguendolo "Hai tradito anche Edge?

È per questo che te le ha date?"

Clark si voltò verso Lex e lui gli afferrò il giaccone con la mano destra.

"Ti prego..."disse Clark.

"Don'av liukaven avo naj-ri!"disse la figura con la placca d'oro e il mantello rosso.

"Che cos'hai fatto?"disse Lex.

"Najor iuk noav ij bur."disse la figura maschile.

"Per favore..."disse Clark.

"Dimmi Clark..."disse Lex che gli puntò la pistola alla testa "QUAL'È IL PREZZO PER UN

BACIO DI GIUDA?"

"Najor liwo beavraausan lat agh avrausan avo drepa lat!"disse la figura maschile.

"Ti prego..."disse Clark.

"Don'av avruukav naj-ri!"disse la figura maschile "Najor iuk noav ij shara!

UCCIDILO!

UCCIDILO!"

Lex si voltò verso le finestre sentendo il suono di un'auto che veniva messa in moto e vide che

Morgan non c'era più "Edge..."

Lex lasciò Clark e corse fuori mettendosi davanti alla macchina nera di Morgan e sparando diversi

colpi di pistola,colpendolo alla spalla sinistra e poi al petto.

Morgan perse i sensi e il suo piede premette sull'acceleratore mentre Lex continuava a sparare.

Clark lo spinse a terra,si chinò e diede una spallata alla parte frontale della macchina che venne

letteralmente devastata mentre pezzi di motore venivano scagliati ovunque.

Clark,trovandosi conficcato al centro del cofano dell'auto,mandò le braccia verso l'esterno e aprì le

parti laterali della parte frontale del mezzo,poi diede una spinta all'auto mandandola indietro

facilmente e facendola schiantare contro la casa.

Lex rimase a terra con gli occhi spalancati "Ho sempre avuto ragione su di te Clark.

Tu non sei umano..."

Una grossa jeep nera arrivò sul posto e da essa scesero sia le guardie del corpo di Lionel,sia la

psichiatra.

Lex,in ginocchio,indicò Clark.

"Quella macchina lo ha colpito a tutta velocità."disse Lex "E lui l'ha accartocciata come fosse un

giocattolo!

L'avete visto?"

"Visto chi?"disse la psichiatra e Lex vide che Clark non c'era più quando provò ad indicare davanti

a se con la mano destra.

"No,no,no!"disse Lex "Era proprio li!"

Claire si mise accucciata.

"ERA PROPRIO LI,GLIE LO GIURO!"disse Lex.

"Va tutto bene Lex,ti daremo tutto l'aiuto che ti serve."disse la psichiatra toccandogli il mento,poi i

2 uomini lo presero e lo fecero alzare.

"NO!..."disse Lex che venne portato verso il mezzo"ERA PROPRIO LI!

GUARDI LA MACCHINA!

GUARDI LA MACCHINA!

CLARK!

ERA PROPRIO LI!

CLARK!"

Lana si svegliò e vide Clark seduto su una sedia alla sua sinistra.

Lui era senza il giaccone e indossava una maglietta azzurra a mezze maniche.

"Ciao."disse Clark.

"Come sta Lex?"disse Lana.

"Non reagisce tanto bene."disse Clark.

"Scusa...so quanto ci tenevi ad aiutarlo."disse Lana.

"Ah,i dottori dicono che stai migliorando."disse Clark.

"Sono quasi morta Clark."disse Lana.

"Lo so."disse Clark.

"Ho sempre pensato che tu fossi paranoico."disse Lana.

"Riguardo a cosa?"disse Clark.

"Riguardo al fatto che starti vicino fosse pericoloso."disse Lana "Invece è vero."

"Lana..."disse Clark.

"È tutto ok."disse Lana "So che...stavi solo cercando di proteggermi.

Hai ragione.

Devo cercare di stare lontana da te."

Lei chiuse gli occhi e si addormentò.

La notte seguente,in un posto isolato e con della nebbia,c'era un grosso edificio verde scuro,

rettangolare,con una protuberanza trapezoidale frontale,con la base maggiore verso l'alto.

Il lato destro di questa parte aveva un'apertura triangolare,con la cima piatta,coperta da un vetro

diviso in rettangoli da linee di metallo verticali e orizzontali.

Ai lati della parte alta di quest'incavatura c'erano delle luci circolari accese,3 verdi a destra,2 verdi

a sinistra,più una viola.

Alla base dell'incavatura triangolare c'erano altre 6 luci,3 da una parte e 3 dall'altra,che erano

verdi.

Alla base di questa parte trapezoidale della struttura c'era una grande entrata rettangolare chiusa da

una saracinesca.

L'edificio non aveva finestre,aveva un'impalcatura chiara sulla parte frontale della protuberanza

trapezoidale e un ampia zona cementificata davanti circondata da alte reti di metallo con filo spinato

in cima.

La dottoressa Claire,con addosso un camice bianco,aprì una porta di vetro,divisa in 2 parti,con dei

rettangoli grigi dipinti sopra le vetrate e con i lati di metallo,accedendo ad un corridoio.

La donna camminò per un corridoio grigio,con una scaffalatura di metallo a sinistra,con sopra

diverse valige e contenitori vari.

Il corridoio,a sinistra,in alto,aveva delle grate rettangolari con dietro una fioca luce blu,mentre a

destra c'erano delle porte di metallo,con contorni grigi.

Dietro la scaffalatura c'era Lionel Luthor che indossava il lungo cappotto nero.

"Dottoressa Foster."disse Lionel.

Lei fece alcuni passi guardando un blocco di fogli e poi si fermò.

"Buona sera signor Luthor."disse lei guardandolo.

"Come mai queste strutture puzzano sempre di ammoniaca?"disse Lionel che si avvicinò

camminando con le mani in tasca "Come sta Lex?"

"Adesso che è qui posso controllare i suoi progressi da vicino."disse la donna "Quando avrà finito i

processi di psicoterapia non avrà più la memoria a breve termine.

Non era esattamente quello che voleva?"

"Non creda neanche per un secondo,dottoressa,che fosse questo quello che volevo."disse

Lionel"Amo mio figlio più della mia stessa vita.

Ma lui non mi lascia alternative."

Lionel camminò per il corridoio arrivando davanti ad una parete di vetro che dava su una stanza

imbottita bianca,con una sbarra di metallo rettangolare con dentro luci verdi.

Lex aveva la camicia di forza,indossava pantaloni blu ed era a gambe incrociate.

Lui si alzò e camminò verso il vetro che però non permetteva di vedere l'esterno.

Lana dormiva nel letto,mentre Clark osservava il tutto dalla vetrata sul muro.

Lionel mise la mano destra sul vetro.