SMALLVILLE:FOLLIA
Il Sole stava sorgendo sull'edificio dove era rinchiuso Lex.
In una zona dentro l'edificio c'era un piano con dei tavoli e delle sedie dove c'era una luce bluastra.
Nella zona c'era un solo paziente che indossava una maglietta blu a mezze maniche,pantaloni blu e
scarpe nere.
Il soffitto della stanza era di mattonelle bianche quadrate.
Poco oltre c'era una ringhiera di metallo,con rettangoli di vetro sotto e poi c'era uno spazio
rettangolare dove c'era una scala divisa in 2 rampe separate da un piano piatto.
I pazienti stavano salendo e scendendo la scala mentre delle guardie
vestite di bianco controllavano il tutto.
Alla loro sinistra c'era un muro grigio,fatto da grossi mattoni rettangolari, con la scritta metallica
"EIR"
Sempre al piano superiore c'era una zona dove c'era un'apertura in una parete che,a sinistra,era
composta di vetrate con linee orizzontali grige,dietro cui c'era un'infermiera con capelli
neri legati dietro la testa,camicia bianca,pantaloni bianchi e scarpe bianche che dava le medicine a
dei pazienti in fila.
La parete dietro cui si trovava la donna aveva un muro che le arrivava all'altezza della pancia.
Vicino alla parete destra della reception,che era perpendicolare a quello con le vetrate,c'erano
alcuni pazienti a gambe incrociate che si tenevano la testa tra le mani.
Lei porse un vassoio con sopra 2 bicchieri di plastica,uno con dentro delle pillole,l'altro con dentro
dell'acqua.
Una delle pillole era rossa circolare,l'altra era gialla circolare e la terza era grigia cilindrica.
Lex prese il vassoio.
Indossava anche lui la maglietta celeste a mezze maniche,pantaloni celesti e scarpe bianche come
tutti gli altri pazienti.
"Andiamo."disse la donna e Lex prese le pillole "Il prossimo."
Lex andò verso sinistra dove c'erano diversi tavoli circolari con sedie e dove c'erano diversi malati
o seduti,o in piedi,che si agitavano o erano impegnati in attività come disegnare su dei fogli posti su
delle lavagne nere e oblique.
Lex si mise seduto davanti ad una delle lavagne,quella più vicina a delle grandi placche quadrate
che emettevano una fioca luce celeste e i cui contorni erano di metallo.
Lex prese un pennello ed iniziò a dipingere,mise la mano sinistra davanti alla bocca e gettò dentro i
contenitori di colore giallo,blu e rosso le 3 pillole,poi le sommerse con il colore.
Clark camminò per i corridoi dell'ospedale con davanti 2 infermieri,di cui uno di colore calvo con
baffi e uno bianco con capelli neri.
Clark indossava un giaccone chiaro,camicia azzurra,pantaloni chiari e scarpe nere.
Il corridoio in cui camminavano era lungo,pieno di pazienti che vagavano.
Il pavimento era grigio,la parete a sinistra era chiara,con colonne rettangolari e una linea di luce
azzurra in alto,mentre la parete a destra era grigia,con finestre e porte che conducevano a delle
stanze senza finestre.
Le stanze erano bianche,con un tavolinetto e con un letto di metallo rettangolare,con un tessuto
verde sopra e un cuscino celeste.
Sulle pareti c'erano delle piccole luci.
Il soffitto del corridoio era bianco,con luci rettangolari.
Un ragazzo con capelli neri uscì da uno degli studi "Guarda chi è arrivato…
COME STAI MOSTRO?!"
Quello di colore lo afferrò e lo spinse ad un muro"Lascia stare l'ospite Ven!"
Altri uomini con abito bianco lo bloccarono.
"SEI TU CHE DOVRESTI STARE QUI DENTRO!"urlò Ven "TI DOVREBBERO
RINCHIUDERE MOSTRO!"
Ven fu portato via e l'uomo di colore raggiunse Clark che continuò a camminare,poi i 2 girarono
una curva arrivando alle scale.
"Ciao Kent."disse Erik che aveva gli occhiali "Sono io,Erik."
Clark si fermò.
"Tutto a posto con i fulmini?"disse Erik.
"Io..."disse Clar infermieri lo afferrarono e lo fecero camminare,mentre un altro faceva
allontanare Erik.
Clark camminò in un corridoio stretto,con alla sinistra una ringhiera con oltre un buco rettangolare
che dava sui piani sotto.
Ian gli passò a destra mentre spingeva un carrello con sopra dei libri.
"Ah eccoti qui Clark."disse Ian "Salutami le 2 ex fidanzate preferite."
"Dai,muoviti Ian."disse quello di colore che era più avanti.
Clark raggiunse l'uomo "Accidenti ragazzo,sei davvero molto popolare qui dentro."
"Dov'è Lex?"disse Clark.
I 2 arrivarono alla zona dove Lex dipingeva e l'uomo lo indicò.
"Hai 10 minuti."disse l'uomo di colore.
Clark si avvicinò lentamente e Lex si voltò vedendolo,poi posò il pennello e si alzò.
"Lex..."disse Clark.
"Clark,pensavo che non ti avrei rivisto mai più."disse Lex che lo abbracciò.
"È un mese che cerco di venirti a trovare,ma i dottori dicevano che non eri pronto."disse
Clark"Come stai?"
"Conosco il tuo segreto."disse Lex bisbigliando.
Clark guardò delle telecamere a muro.
"Sta tranquillo."disse Lex mettendosi il dito indice destro davanti alla bocca "Non ho detto niente a
nessuno.
Tu devi portarmi fuori di qui."
Lex gli mise le mani sulle spalle "Ho visto quello che riesci a fare.
Quell'auto ti ha investito a 60 miglia all'ora e tu...l'hai sbattuta via come un giocattolo.
Io lo so che per te sarebbe uno scherzo farmi uscire."
"Lex,io vorrei che tu..."disse Clark.
"Allora fallo,Clark!"disse Lex "Mio padre non mi tirerà mai fuori di qui.
Tu sei mio amico?"
Lex gli mise le mani sul volto "Per favore,Clark.
Non lasciarmi marcire in questo inferno."
"Mi dispiace."disse Clark.
Lex tolse le mani dal suo volto,si allontanò e poi gli afferrò la gola.
"FERMO!"disse una delle guardie che afferrò Lex "STA FERMO!"
Anche quello di colore lo raggiunse e aiutò l'altro.
"PORTAMI VIA BASTARDO!"urlò Lex "PORTAMI VIA DA QUI!
NON TE LO PERDONERÒ MAI CLARK!
MAIII!"
"Buono!"disse quello di colore tenendolo mentre Clark indietreggiava sconvolto.
I pazienti nella stanza iniziarono ad agitarsi,mentre Lex veniva messo a terra.
Un ragazzo con capelli rasati afferrò Clark "Salvami."
Una guardia lo afferrò e lo allontanò da Clark "Lascialo stare."
"Salvami."disse il ragazzo.
La notte seguente una porta di metallo venne aperta da destra a sinistra e una guardia entrò in una
stanza.
Era un uomo con capelli marroni,baffi e barba.
Dietro di lui c'era una vetrata divisa in 2 parti da una sbarra di metallo e avente contorni di
metallo,mentre davanti c'era una stanza rettangolare con luci bianche cilindriche sulla parte
alta,coperte da delle grate.
La vetrata aveva una sbarra di metallo orizzontale sulla parte bassa che era grigia internamente e
azzurra sulla parte che dava verso il corridoio esterno alla stanza come anche i contorni.
In fondo alla stanza dalle pareti grige c'era Lex che era sdraiato su un letto di metallo rettangolare
con sopra 3 luci cilindriche.
Lex aveva la testa poggiata su un sottile piano rettangolare nero,morbido,fuso con il lettino.
Poco distante da esso c'era un water di metallo scuro.
"Alzati capellone."disse la guardia portando un vassoio "È arrivata l'ora delle medicine.
Dai,alzati!"
La massa infuocata rossa e luminescente prese la forma della donna di colore con le scaglie sulla
fronte,che indossava la corazza su seno,spalle,polsi,la mantellina marrone e il gonnellino d'oro.
"Lat muukav acav. "disse la figura femminile.
Lex aprì gli occhi e si mise seduto,prendendo una matita molto appuntita che teneva a
sinistra,guardò l'uomo e gli conficcò l'oggetto nella coscia destra facendolo urlare,poi gli mise la
mano destra sulla bocca e lo spinse contro il muro,lo voltò,gli mise il braccio sinistro intorno al
collo e gli mise la mano destra su bocca e naso.
L'uomo camminò in avanti e perse i sensi,poi Lex gli prese un oggetto cilindrico nero e la tessera
che venne passata dentro un'apertura orizzontale sottile di un pannello di controllo vicino alla porta
che si aprì insieme ad un altra porta parallela che conduceva al corridoio esterno.
Il corridoio esterno era scuro,con 4 luci orizzontali,azzurre,cilindriche,poste in alto.
La parete a sinistra aveva diverse porte con delle sedie.
Lex corse verso la fine del corridoio e andò a destra dove l'ascensore si aprì ed uscì l'uomo di
colore che aveva delle coperte.
Lex si voltò di spalle.
"Luthor?"disse l'uomo di colore "Che ci fai qui fuori amico?"
Lex mosse leggermente l'oggetto cilindrico nero nella mano sinistra che si allungò diventando un
sottile manganello.
"Ora ti riporto nella tua stanza,va bene?"disse l'uomo che posò i panni a terra e si avvicinò "Ma tu
rilassati."
Lex si voltò e lo colpì al volto,poi gli colpì la gamba destra,dietro il ginocchio,facendolo chinare,gli
colpì il volto dall'interno verso l'esterno e lo fece svenire.
Lex si guardò intorno,poi corse.
Poco dopo sfondò una grata poco più bassa di lui e si ritrovò in uno stretto corridoio quadrato
lunghissimo che aveva delle luci rettangolari bianche ad intervalli regolari.
Lui guardò da entrambe le parti,poi iniziò a correre stando leggermente chinato dato che il corridoio
non era molto alto.
Poco dopo salì delle scale con ringhiera rossa, trovandosi all'esterno,su un terreno sassoso,vicino
alla rete di ferro esterna.
L'allarme iniziò a suonare.
Lex corse,mentre le luci sul tetto dell'edificio lo illuminavano e delle auto nere iniziavano ad
inseguirlo con le sirene accese.
Lex si arrampicò sulla ringhiera e afferrò il filo spinato con le mani urlando.
Degli uomini in nero scesero dai mezzi e puntarono delle pistole con dei proiettili elettrici che lo
colpirono alla schiena dandogli la scossa elettrica e facendolo urlare.
Lex cadde a terra svenuto e venne circondato.
Il giorno dopo Clark era seduto al tavolo della sala da pranzo con i suoi.
Indossava una camicia rossa,con linee gialle verticali e orizzontali,jeans blu e scarpe nere.
Jonathan indossava un giaccone blu,camicia bianca,jeans blu e scarpe nere,Marta indossava una
maglietta rosa,pantaloni neri e scarpe nere.
"Non l'ho mai visto così arrabbiato con me."disse Clark "Sembrava un..."
"Pazzo?"disse Jonathan.
"Non devi prenderla così a cuore,Clark."disse Marta.
"Beh,è difficile."disse Clark "Mi ha chiesto di portarlo fuori."
"Tu hai detto di no,vero?"disse Jonathan.
"Già..."disse Clark.
"Hai fatto bene."disse Jonathan che si alzò con il piatto e andò verso la cucina.
"Certo,come no..."disse Clark alzandosi con dei piatti e andando verso la cucina "Infatti ha avuto un
attacco d'ira e credo che abbia ferito 2 guardie."
Marta raggiunse i 2.
"Lui non deve stare li,l'hanno drogato."disse Clark.
"Non possiamo esserne sicuri,Clark."disse Marta che camminò con una brocca con dentro del
succo"Non è la prima volta che Lex ha dei disturbi mentali."
"Il padre non lo aiuterà mai!"disse Clark mentre lei apriva il frigorifero "Io sono l'unico che..."
"Clark..."disse Jonathan mettendosi il giaccone chiaro "Non puoi prenderlo e portarlo via solo
perché è tuo amico.
Tu andresti in carcere e Lex sarebbe un evaso che oltre tutto conosce il tuo segreto."
"Pitt lo sa e non è mai successo niente."disse Clark.
"Con Lex è diverso."disse Jonathan "Non sto dicendo che il tuo segreto è più importante della
salute di Lex,ma penso che sia meglio che tu stia fuori da questa storia."
"Papà,io..."disse Clark.
"FIGLIOLO!..."disse Jonathan "Tu non sai che c'è dietro a tutto questo,non ce lo immaginiamo
nemmeno.
E se venissi coinvolto...potrebbe finire male per te."
Jonathan diede un bacio a Marta ed uscì,poi Clark andò verso la porta posteriore dove prese il
giaccone blu da un attaccapanni.
Marta gli andò dietro.
"Lo sai che c'è un'altra persona che non sta bene e che non sei ancora andato a trovare?"disse
Marta.
"Si,ma non credo che Lana voglia vedermi."disse Clark.
"È ancora sotto shock,quello che ha detto non lo pensava."disse Marta.
"Ma aveva ragione."disse Clark "Io l'ho soltanto messa in pericolo.
Starà meglio senza di me."
Clark andò verso la porta.
"E tu invece?"disse Marta "Senza di lei stai meglio?
Tu puoi salvare il mondo intero,Clark,ma non sei ancora capace di ascoltare i tuoi sentimenti.
Valla a trovare."
Lana era in una stanza addobbata da palestra,dove c'era un tappeto di gomma a terra.
Ai lati del tappeto c'erano 2 sbarre di metallo orizzontali connesse a 2 aste verticali alle estremità.
Poggiati contro la parete alla sua destra c'erano vari materassini arrotolati,delle scaffalature,una
palla blu di gomma e dei pesi gialli e rossi.
Sulle pareti c'erano vari cartelloni.
Lana camminava tenendosi alle sbarre orizzontali e indossava una maglietta rosa senza
maniche,pantaloncini rossi corti e una fascia blu sulla coscia destra.
Alla sua sinistra c'era una donna bionda con capelli a mezzo collo in tuta nera.
"Brava Lana."disse lei mettendole la mano destra sulla schiena "Ancora un passo."
Lei sentì dolore e si fermò.
Dietro di loro c'erano vari lettini simili a sdraio.
"Ok,direi basta per oggi."disse la donna "Vale anche per te,Adam."
Su un lettino,simile ad una sdraio,di colore nero e rosso,con le parti di metallo bianche,c'era un
ragazzo con capelli marroni,maglietta grigio scuro,senza maniche,pantaloni chiari e calzini grigi.
"Conosco i miei limiti."disse Adam.
"Se esageri rovinerai tutto il lavoro che hai fatto."disse la bionda dando a Lana le stampelle per
camminare.
"Se dovessi dar retta a quelli come te,starei ancora a letto."disse lui.
"Sei stata bravissima Lana."disse la donna toccandole il braccio sinistro.
"Grazie."disse Lana e l'altra sia allontanò.
"Fa male,vero?"disse Adam sorridendo.
"Non immagini quanto."disse Lana.
Lui si alzò e camminò "Ho come l'impressione che tu ti arrenda troppo facilmente."
"No,scusami?"disse Lana.
Lui andò a mettersi una giacca della tuta nera "Devi impegnarti quando fa male.
Se ci fossimo arresi al dolore,questo paese non esisterebbe."
"Beh,non credo che i padri fondatori si fossero spaccati le gambe in 4 punti."disse Lana.
"Che ti è successo?"disse lui ridendo "Troppi allenamenti?"
Lei stava per andare via.
"No,seriamente."disse lui "Perché sei qui?"
"Sono caduta da cavallo e sono finita tra gli zoccoli."disse Lana.
"Immagino che non sia stato tanto piacevole."disse Adam che le porse la mano "Sono Adam."
"Lana."disse lei.
"Bene,Lana..."disse lui che posò la borsa e andò verso le spranghe"Sappiamo entrambi che su
queste puoi farti un altro giretto."
"E se non volessi?"disse Lana.
"L'ho capito che la parola "lotta"non è nel tuo vocabolario,ma qui si tratta di avere fiducia in se
stessi."disse Adam.
"Per tua informazione,è da un mese che non cammino."disse Lana.
"Sei bravissima a piangerti addosso,ma non credo che servirà a farti fare le scale
normalmente."disse lui.
"Ma tu sei sempre così antipatico?"disse Lana.
"Sai,alle ragazze come te,nessuno dice mai la verità."disse Adam "Sono sicuro che hai un ragazzo
che ti protegge sempre.
Ma non è qui.
Non può combattere questa battaglia al posto tuo.
Tu sei sola.
Ci vediamo."
Lui andò via.
La notte seguente una guardia di colore,nella struttura psichiatrica,passò il suo tesserino dentro un
pannello di controllo e fece aprire una porta scorrevole di metallo blu.
Accanto a lui c'era Lionel Luthor che indossava un cappotto nero lungo, giacca nera,camicia
bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.
Lionel entrò in un piccolo spazio bianco dove un'altra porta si aprì e lo fece entrare nella cella di
Lex che era sul letto dentro una grata metallica a cupola posta sul suo corpo con 2 sbarre che
passavano sulle spalle ed erano attaccate ad un collare circolare.
Le 2 sbarre che passavano sulle spalle diventavano orizzontali passando sulla grata che copriva il
petto,dopo di che,quando essa si curvava in obliquo verso il basso,le sbarre la seguivano.
La grata terminava all'altezza delle ginocchia,ma le sbarre orizzontali andavano in orizzontale fino
ai piedi e poi andavano in verticale fino a connettersi ad una base di metallo che era posta sotto il
corpo di Lex dalle scapole in poi.
La grata aveva anche 3 sbarre circolari, che erano perpendicolari a quelle che dalle spalle andavano
verso i piedi,e un'altra uguale nel punto in cui la grata terminava.
I piedi erano legati al piano di metallo.
Le caviglie erano legate da dei lacci neri,che passavano sotto il piano rettangolare su cui Lex era
sdraiato e su cui era poggiata l'intera grata.
Le luci della stanza vennero accese.
"Ciao Lex."disse Lionel "Stavi facendo così tanti progressi,figliolo."
"Me l'hai insegnato tu papà."disse Lex guardandolo"Prendere le avversità di petto."
Lionel rise e avanzò "Invece,in questo caso,quello che dovevi fare era prendere le tue medicine.
Questo istituto non è un tuo avversario.
Il tuo vero nemico ora è la malattia."
"Ma io ora sto meglio."disse Lex "Non mi servono le medicine.
Mi ero convinto che tu avevi ucciso i tuoi genitori,ma non era altro che una fissazione paranoide.
Vedi in un momento della mia vita,ho virato verso la follia,ma...per mia fortuna sono tornato
indietro."
Lionel si chinò "Purtroppo è irrilevante adesso."
"Che vuoi dire?"disse Lex.
"Il tuo tentativo di fuga,fallito,ha rovinato gli sforzi che stavo facendo per farti uscire e farti curare
a casa."disse Lionel.
"Ma te l'ho detto,sono guarito."disse Lex "Un paziente guarito non si tiene in ospedale."
Lionel pianse "Com'è doloroso vederti così' figliolo."
Lionel gli accarezzò la testa "Io desidero soltanto che tu stia meglio,lo sai?"
"L'unico desiderio che tu hai,è di non andare in prigione."disse Lex "Io non sono pazzo e tu lo sai."
"Vedere un uomo che ha perso la ragione è triste."disse Lionel "E se poi pensa di essere sano
diventa tragico."
"Brutto bastardo..."disse Lex che urlò.
Lionel si spaventò e indietreggiò,per poi recarsi verso l'uscita.
"Tu mi hai fatto questo..."disse Lex "SEI TU CHE SEI PAZZO!
AAAAAHHHH!
TU MI HAI FATTO QUESTO!
AAAAAAHHHH!"
Lionel uscì dalla prima porta,poi sorpassò anche la seconda parallela mettendosi davanti al vetro
della stanza,dopo di che andò via.
"AAAAAAAAAAAHHHHHHH!"urlò Lex.
Ian e Erik entrarono nella stanza di Ven che si alzò dal letto.
"Allora..."disse Ian "Ecco l'amichetto del Clu Clus Clan."
"Andatevene via,mostri."disse Ven.
"Fossi in te me ne starei zitto."disse Erik avanzando.
"Già..."disse Ian "...abbiamo sentito parlare della tua campagna di pulizia etnica."
"Non so di cosa parlate."disse Ven.
"Dai,su."disse Ian che andò a vedere degli scaffali a muro con oggetti vari "Abbattevi i mostri da
meteoriti come fossero anatre il primo giorno della stagione di caccia."
Ian prese un teschio di un coniglio da uno scaffale.
"E ora te ne stai dentro con noi altre anatre."disse Erik.
Ven provò ad uscir lo fermarono.
"Non vogliamo farti del male,che tu ci creda o no,io e te abbiamo qualcosa in comune."disse Ian.
"Ne dubito seriamente."disse Ven.
"Clark Kent ci ha messo qui dentro."disse Erik.
"E si dice che tu conosca il suo punto debole."disse Ian.
"E perché dovrei dirvelo?"Ven.
"Perché anche tu,come noi,vuoi provare il dolce sapore della vendetta."disse Ian.
"Se tu lo indebolisci,io gli succhio di nuovo i poteri e ce ne andiamo."disse Erik.
"Tu avresti già preso i suoi poteri?"disse Ven "E come?"
"Con un fulmine,ecco come."disse Erik "Ma poi,purtroppo se li è ripresi."
Ven guardò Ian "E come faccio a fidarmi di voi mostri?"
"Il nemico del tuo nemico è tuo amico."disse Ian.
"Va bene."disse Ven.
La stessa notte,a Metropolis,Lionel camminava per i corridoi della Luthor Corporation con Claire.
I 2 si diressero verso l'ufficio.
La dottoressa indossava una giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
"Io non me la sento proprio di sottoporlo a questo trattamento,signor Luthor."disse Claire.
"Non se la sente?"disse Lionel "Le sue obbiezioni non mi interessano,dottoressa.
Io l'ho assecondata per un mese,fidandomi di lei e della sua terapia..."
Le porte del suo studio si aprirono e Lionel allungò la mano sinistra verso di esso invitandola ad
entrare.
"….e non solo la memoria di Lex è rimasta assolutamente intatta,ma ha anche tentato di
scappare."disse Lionel girandole intorno davanti alla scrivania "Non posso permettermi di perdere
altro tempo."
"Signor Luthor,il trattamento che lei propone è molto pericoloso,ha successo nel 50% dei
casi."disse Claire "E nell'altra metà lascia danni cerebrali irreparabili.
Vuole davvero correre questo rischio?"
"Niente rischio,niente premio."disse Lionel fermandosi davanti a lei "Non è così che si dice?"
"È irresponsabile sottoporre a questo trattamento un paziente che non ne ha bisogno."disse Claire.
"Ma non è la prima volta,l'ha già fatto prima d'ora."disse Lionel "Abbiamo fatto un patto,se lo
ricorda?
Le suggerisco di onorare il suo impegno,quindi dia iniziò al trattamento immediatamente."
Nello stesso momento,Clark era al Torch e scriveva al computer.
Chloe entrò con dei faldoni in mano.
Indossava un giacchetto marrone,maglietta viola,jeans blu e scarpe nere.
"Clark,accenditi una luce."disse Chloe che accese la luce sulla scrivania di Clark "Ti farà male agli
occhi.
Perché vuoi stare alzato tutta la notte?"
"Voglio provare che Lex non deve essere rinchiuso."disse Clark.
"Cos'hai trovato su di lui?"disse Chloe.
"Ho qui la sua cartella."disse Clark che passò una cartellina a Chloe che la prese "La dottoressa
Foster lo sta drogando."
Lei guardò dei fogli nella cartellina "Clark,possono esserci milioni di motivi per somministrare
queste medicine.
La psichiatria procede per tentativi,questo non prova niente."
"Lo so,ma devo fare qualcosa."disse Clark che iniziò a scrivere.
"Va bene,ci lavoriamo domattina,ok?"disse lei alzandosi e camminando "È solo una piccola pausa.
Tornando a casa vado a prendere Lana."
"E come sta?"disse Clark.
"È...è stata davvero dura."disse Chloe "Le siamo stati tutti accanto."
"Le ho mandato un biglietto."disse Clark.
"Non c'è modo migliore per dire "ti amo" che scriverlo su una cartolina?"disse Chloe.
"Se mi avesse voluto ci sarei andato."disse Clark "Sto solo cercando di mantenere una promessa."
"Fammi sapere se fai progressi."disse Chloe che si avviò all'uscita.
"Chloe,aspetta..."disse Clark spalancando gli occhi e lei si fermò "Oggi la dottoressa Foster ha
consigliato di sottoporre Lex all'elettroshock."
"Un po' estremo,non ti sembra?"disse Chloe che andò a vedere.
"Altro che."disse Clark "La perdita di memoria è una certezza e se le cose non dovessero andar
bene Lex...si ritroverebbe un vegetale."
"Per quando è previsto?"disse Chloe.
"Tra 24 ore."disse Clark.
Ven era in una zona palestra,a petto nudo, a sollevare dei pesi con il braccio sinistro,stando seduto
su un lettino.
Dietro di lui c'erano dei pesi impilati su una spranga verticale bianca,con sbarre orizzontali ai lati.
Dietro di lui c'era un vetro semi trasparente,diviso in piccoli quadretti,con una porta dai contorni
metallici,con 2 linee parallele metalliche verso la metà.
La guardia di colore che era stata colpita da Lex entrò con in mano una scatoletta cubica,bianca,di
cartone.
"Quello è il mio pacco?"disse Ven.
"Si."disse l'uomo e Ven si alzò "Ancora non capisco cosa vuoi farci con questa roccia."
Ven prese la scatola e vide che dentro c'era una roccia nera,con pezzi di cristallo verde,poi estrasse
dei soldi dalla scarpa destra,dopo averla poggiata sul lettino nero,e li diede all'uomo.
"Di quale roccia stai parlando?"disse Ven.
"Se ti serve qualcosa fammelo sapere."disse l'uomo che uscì e chiuse la porta.
Ven osservò la roccia e in quel momento Ian uscì dalla zona doccia che era a destra.
Era a petto nudo,con un asciugamano blu sulla spalla destra,aveva pantaloni blu e scarpe bianche.
"Ah...allora hai avuto quello che stavi aspettando?"disse Ian andando verso il lato sinistro della
stanza.
"È nella scatola."disse Ven che si distese sul lettino e cominciò a sollevare i pesi "Quando Kent
ritornerà gli faremo una bella sorpresa."
Ian si tolse tutti i vestiti,afferrò una trave orizzontale in alto ed iniziò a provare dolore.
Dalla sua schiena iniziò ad uscire un volto fatto di carne fino a che non formò una sua copia
identica che si staccò da lui.
"Vuoi una mano?"disse il primo Ian.
Ven smise di sollevare pesi tenendo la sbarra di metallo sollevata "Allora...siamo alleati contro
Clark,ma non per questo dobbiamo fare finta di essere amici."
"Volevo mostrarti la mia parte migliore."disse Ian e Ven vide l'altro.
I 2 si misero a spingere la spranga verso di lui,gli schiacciarono la gola e gli ruppero il collo.
"Sei stato davvero stupido a fidarti di un mostro."disse il secondo Ian.
Metropolis.
Il giorno dopo.
Claire entrò dentro una stanza in un grattacielo.
Lei indossava un camice bianco,maglietta azzurra,scollata,pantaloni neri e scarpe nere.
Nella stanza c'era un infermiera ,dai capelli neri legati dietro la testa,con abito bianco,che le dava le
spalle e scriveva su un blocco e poco oltre c'era un letto.
La stanza aveva una porta nera,con una vetrata rettangolare a destra,in alto,una maniglia di
metallo,posta dentro una linea di metallo rettangolare orizzontale intorno.
La stanza aveva le pareti azzurre,con una finestra a destra con delle tende e una lampada a sinistra.
Poco dopo la lampada c'era un tavolinetto rettangolare di metallo e poco dopo un armadietto di
metallo.
Le pareti esterne erano azzurre,con una linea di metallo a metà e una scritta nera grande sopra.
"Perché mi avete chiamato?"disse lei.
"Non so,qui è tutto a posto."disse l'infermiera.
Lei toccò la spalla sinistra di un ragazzo posto sul letto.
Il ragazzo aveva i capelli neri a mezzo collo.
Clark e Chloe entrarono nella stanza.
Clark indossava un giaccone blu,maglietta bianca,jeans blu e scarpe nere,Chloe invece indossava
una giacca marrone chiaro,maglietta verde chiaro con dei fiori,pantaloni neri,scarpe nere e aveva
una borsa marrone.
"È questo che intende fare a Lex?"disse Clark "Solo che lui non è malato.
È stata lei a drogarlo,per questo ha le allucinazioni."
"Se siete venuti qui per accusarmi di qualche crimine,spero che abbiate delle prove molto
solide."disse Claire.
"Sono certa che può motivare il doppio intruglio di medicine che ha dato a Lex,ma che mi dice del
processo per i danni causati a questo ragazzo con l'elettroshock?"disse Chloe.
"Quanto accaduto a lui è stata una sfortuna e per vostra informazione il processo è sospeso."disse
Claire.
"È sospeso perché Luthor ha pagato."disse Clark.
"Sono molto occupata,sono certa che vorrete scusarmi."disse lei andando verso la porta.
"Quando Lex sarà un vegetale Luthor pagherà ancora per tirarla fuori dai guai?"disse Clark.
Lei si fermò e lo guardò.
"Lei qui ha pieni poteri."disse Chloe "La prego,aiuti Lex e se stessa."
Ian portò un carrello metallico a più piani nella stanza di Lex.
Sul carrello c'erano giornali e libri.
"Giornali?"disse Ian "Riviste?
Parole crociate?"
"Tu che pensi?"disse Lex che era ancora sotto la grata.
"Giusto."disse Ian "Dev'essere un po' difficile girare le pagine.
Che fai quando ti prude qualcosa?"
Lex lo guardò "Levati subito di torno."
"Già...credo che ti prudano molto le mani e che vorresti uscire da qui."disse lui toccando la grata
con la mano destra,poi ci si appoggiò sopra con gli avambracci "Signor Luthor,che faresti se ti
dicessi che ho trovato il modo di far scappare qualche animaletto da questo scomodo zoo?"
"Mi domanderei perché sei ancora qui dentro."disse Lex.
"Un problema di fondi."disse Ian "Una volta fuori è meglio che sparisca e una nuova identità costa
piuttosto cara."
"Oh...Ian,ammiro la tua ambizione,ma quando hai cercato di uccidere i miei amici per avere i miei
soldi...si,hai un po' esagerato."disse Lex.
"So di aver sbagliato molte cose nella mia vita."disse Ian tirandosi su "Ma adesso sono migliorato."
"Sono davvero felice per te."disse Lex "Per tutti e 2 voi."
La figura femminile di colore con le scaglie sulla testa osservava Ian stando davanti alla parete
destra.
"Adesso riprenditi il tuo carrellino e vedi se riesci a convincere qualche altro paziente."disse Lex.
"Fa come ti pare."disse Ian che andò verso il carrello e poi si voltò "Certo...se fossero sul punto di
friggermi il cervello avrei un atteggiamento decisamente diverso.
Sarà difficile andartene in giro con le dita dei piedi perennemente arricciate."
Lex sorrise.
"Najor iuk an buesnauk."disse la figura femminile.
"La paura è una tecnica di vendita molto efficace,ma...con me non funziona."disse Lex.
"Tu vuoi delle prove?"disse Ian che prese una cartellina e glie la mostrò chinandosi "Guarda.
È già deciso,signor Luthor."
"Dove l'hai presa?"disse Lex.
"Io so tutto quello che succede in questa topaia."disse Ian alzandosi e andando via "Se vuoi salvarti
il cervello,sai dove trovarmi."
Il giorno dopo Lana stava cercando di camminare tra le 2 aste orizzontali.
Indossava una maglietta celeste,senza maniche e scollata,pantaloncini blu e scarpe nere.
Arrivò alla fine delle spranghe e provò ad avvicinarsi alle stampelle messe su un muretto rosa e
cadde a terra.
Adam entrò e corse verso di lei.
Lui indossava una maglietta senza maniche,pantaloni grigi e scarpe nere.
"Stai bene?"disse lui piegandosi.
"Si,più fa male,più mi sforzo."disse lei che si mise seduta sulla panca rettangolare e lui le passò le
stampelle.
"Hai cambiato orari."disse Adam.
"Già,la compagnia non mi faceva impazzire."disse lei alzandosi.
"Lo sai che io una volta ero un ragazzo simpatico e senza problemi?"disse Adam.
"Tutti i ragazzi simpatici hanno problemi."disse lei camminando con le stampelle.
"Comunque io...sono venuto per scusarmi."disse Adam "Credo di aver esagerato."
Lei si fermò e si voltò "Ci sono rimasta male perché avevi ragione,non mi stavo impegnando
seriamente.
Forse questo succede perché so che quando sarò di nuovo guarita la mia vita sarà diversa e non so
se sono davvero pronta ad accettarla.
Non mi hai ancora detto come mai ti trovi qui."
"Mi sembra ovvio."disse Adam "Cucina raffinata,quadri bellissimi…"
Lana rise.
"No dai,sul serio,che è successo?"disse lei.
"Sono entrato in una casa in fiamme e una trave mi è crollata addosso."disse lui "Dentro c'erano i
miei genitori,pensavo di poterli salvare."
"Mi dispiace tanto."disse Lana.
"Ormai è successo,ma adesso devo andare avanti."disse Adam "Vedi?
Anche io sono preoccupato per il mio futuro."
Il giorno dopo Pitt e Clark camminarono nella scuola.
Pitt indossava un giaccone arancione,maglietta gialla,pantaloni neri e scarpe nere.
"Ho convinto la Foster a non fare l'elettroshock."disse Clark "Sta andando a firmare le carte per la
sospensione."
"E pensi che sia una buona cosa?"disse Pitt "Lex sa il tuo segreto."
"Ma non per questo posso lasciare che lo trasformino in un vegetale."disse Clark entrando nel
Torch,mentre Pitt rimaneva fermo fuori,poi entrò anche lui.
"Non puoi fidarti di lui."disse Pitt.
"Non gli hai mai dato una possibilità."disse Clark che mise lo zaino sulla scrivania.
"E tu glie ne hai date troppe."disse Pitt "Pensi che sia semplice mantenere il tuo segreto?
Ogni volta che sto con altra gente devo stare attento che non mi sfugga.
Devo dire meteorite invece di kryptonite e devo coprire le tue sparizioni misteriose."
"Pitt mi dispiace,tu non mi avevi detto nulla..."disse Clark.
"Clark,non è questo il punto,il punto è che io ti sono amico..."disse Pitt "Ma Lex no!"
"Chloe?"disse Clark vedendola sulla porta "Che è successo?"
"Claire Foster è morta."disse Chloe con un'espressione preoccupata "Hanno trovato la sua
macchina contro un'autostrada,è andata contro un albero."
"Qui c'è la mano invisibile di Lionel Luthor."disse Pitt "Fossi in voi vi consiglierei di non
stuzzicarlo troppo."
Pitt andò verso l'uscita e andò via.
"Lo so che cercavi di aiutare Lex,ma adesso la situazione è peggiorata."disse Chloe avvicinandosi.
"Dev'esserci un modo per bloccare l'elettroshock."disse Clark "Tu rimani qui e non fare nulla,vado
avanti io,troverò il modo."
"Clark,la dottoressa Foster è morta per averci provato!"disse Chloe."Lionel Luthor farà di tutto
affinché il trattamento abbia luogo."
La notte seguente Clark aprì la saracinesca esterna dell'edificio a mani nude,corse a super velocità
e poco dopo arrivò nella stanza di Lex.
"Lex?"disse Clark e Lex lo guardò.
Clark bloccò la porta scorrevole.
"Lo sapevo che saresti venuto."disse Lex e Clark si avvicinò.
"Ti porto via da qui."disse Clark che strappò via la grata dal corpo di Lex scagliandola contro una
parete,poi si chinò e strappò via i lacci di tessuto nero.
"Ho dovuto aspettare tanto,ma sapevo di avere ragione."disse Lex.
Clark iniziò a sentirsi male,si voltò e Ian lo colpì al volto con la roccia meteoritica,poi l'altro Ian
arrivò sulla porta.
"Che ti dicevo?"disse l'Ian con la roccia in mano che la lanciò in aria e la riprese,mentre l'altro si
avvicinava con un manganello di metallo "Ha funzionato."
L'Ian con la roccia lo colpì al volto di nuovo,mentre l'altro bastonò Lex violentemente,poi iniziò a
colpirlo al volto.
"Se non fosse stato per te,Kent..."disse il primo Ian colpendolo al volto "...in questo momento sarei
all'università..."disse il primo Ian colpendolo ancora "...con una studentessa per ogni braccio."
L'altro Ian colpì Lex al volto,poi prese il manganello.
Il primo Ian mise la pietra verde dentro la maglietta bianca di Clark che svenne.
"CHE DIAVOLO GLI STATE FACENDO?"disse Lex e il primo Ian lo afferrò.
"IL TUO AMICO È IL NOSTRO BIGLIETTO PER ANDARCENE FUORI DI QUI!"disse Ian
mentre l'altro dava un calcio alla pancia di Clark.
"Se è così che volete scappare,io non vi darò neanche un dollaro!"disse Lex "Clark è mio amico!"
"Non mi sembrate tanto amici visto che lui non ti ha detto il suo piccolo segreto."disse il primo Ian
che lo colpì ancora "Muoviamoci.
Andiamocene di qui."
I 2 portarono via Clark.
"No…!"disse Lex.
"Lex..."disse Clark.
"LASCIATELO IN PACE!"urlò Lex.
"Oppure che cosa farai,signor Luthor?"disse il primo Ian "Tra 5 minuti verranno a prenderti per
friggerti il cervello."
"LASCIATELO IN PACE!"disse Lex che provò ad alzarsi,ma cadde a terra sputando sangue,poi
vide i 2 caricare Clark su un lettino su ruote e portarlo via.
Lex svenne.
I 2 lo portarono nella sala macchine,che era piena di macchinari rettangolari molto alti e
c'erano anche tubi cilindrici.
La stanza era molto grande con macchinari rettangolari di 4 metri rossi e gialli,con luci verdi ovali
sulle pareti.
"Signori,eccolo qui!"disse il primo Ian "Perfettamente in orario!"
Erik si avvicinò con un cavo rosso.
"Erik..."disse Clark.
"Adesso devi ridarmi i tuoi poteri Clark."disse Erik "Tanto tu non li userai più,no?"
"Non funzionerà."disse Clark e l'altro collegò delle tenaglie su un capo del filo a dei tubi.
"Stai scherzando?"disse il secondo Erik "Qui c'è abbastanza potenza da dare energia ad una
nazione del terzo mondo."
I 2 si allontanarono.
Clark provò a rialzarsi,ma Erik lo tenne giù.
Risparmia le forze Clark,mi serviranno."
Erik collegò altri cavi ai tubi da una parte e al metallo del lettino dall'altra.
Lex rinvenne "CLARK!"
Lex corse fuori "CLARK!
CLARK!"
Lex incontrò 2 guardie nel corridoio che lo gettarono a terra.
"HANNO PRESO CLARK!"urlò Lex.
"Come ha fatto ad uscire?"disse l'infermiere bianco.
"Non lo so..."disse quello nero prendendo una siringa "...ma non voglio correre rischi."
"NOOOO!"urlò Lex.
"Tienilo!" disse l'uomo che gli fece l'iniezione.
La notte seguente Lana era tra le 2 sbarre e provava a camminare.
Indossava una maglietta rosa,pantaloni rosa e calzini grigi.
Aveva i capelli legati in 2 trecce.
Alla sua sinistra c'era Adam che indossava una maglietta bianca,con una circonferenza rossa,con
l'interno grigio e una scritta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.
Lui le tenne la mano sinistra.
"Ecco."disse lui.
Lana camminò senza tenersi ed arrivò alla fine.
"Brava."disse lui e lei rise "Non è l'Everest,ma è sicuramente un inizio."
Lui andò a prenderle le stampelle.
"Riesco a fare delle cose che non mi sembravano possibili."disse Lana.
"Molto spesso bisogna guardare l'impossibile dritto negli occhi."disse Adam.
Marta entrò nell'ospedale.
Indossava una giacca rossa,maglietta,pantaloni neri e scarpe nere.
"Signora Kent!"disse Lana avvicinandosi "Che sorpresa."
"Chloe ha avuto un contrattempo,mi ha chiesto di darti un passaggio a casa."disse Marta.
"Io me ne vado."disse Adam "Salve."
"Salve."disse Marta e lui andò via"Interessante questo fisioterapista."
Lana usò le stampelle "Allora,come sta Clark?
Ho avuto il suo biglietto."
"Mi spiace che non sia ancora venuto a trovarti."disse Marta.
"Ad essere sinceri è stata una mia idea."disse Lana sedendosi su una panca e anche Marta lo fece.
"Io lo so che spesso Clark non è una persona facile da comprendere,ma quello che è accaduto non è
successo per colpa sua."disse Marta.
"Ha mandato lei a discutere il suo caso?"disse Lana.
"Lui non sa che sono qui,si seccherebbe molto se sapesse che mi sono intromessa."disse Marta.
"Voglio solo che sia felice."disse Lana.
"Lo so,ma anche tu devi essere felice."disse Marta.
"Grazie,signora Kent."disse Lana.
Lex era svenuto e disteso su un tavolo di metallo.
Sulla sua testa era stato montato il casco nero per l'elettroshock,poi venne messa una placca di
cuoio sul mento connessa con 2 cinghie alle placche ai lati della testa.
Lex aprì gli occhi e vide un dottore con capelli bianchi alla sua destra.
La stanza aveva una porta a sinistra,una vetrata rettangolare a destra,un tavolino di metallo con dei
macchinari sopra,posti sotto 2 colonne rettangolari oblique che uscivano dalla parte superiore della
parete destra e andavano verso il soffitto.
Ogni colonna aveva una luce verde chiara obliqua e cilindrica.
La parete,nella parte alta,dove iniziavano le colonne,era obliqua.
A sinistra invece c'era una parete piatta,con un rettangolo di metallo orizzontale con dentro 2 luci.
"La prego."disse Lex "La pagherò ciò che vuole.
Non dovrà più lavorare un giorno in tutta la sua vita."
"Non vuole i tuoi soldi, figliolo.."disse Lionel camminando.
Lui indossava una giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.
"Vuole che tu stia meglio."disse Lionel mettendogli la mano sinistra sul petto "Ed è quello che
voglio io."
"Bugiardo."disse Lex.
"Sii forte Lex."disse Lionel.
"BUGIARDO!"urlò Lex.
"NO,NON FARLO PAPÀ!..."disse Lex e in bocca gli venne inserito un oggetto per impedirgli di
mordersi la lingua,connesso da una placca cilindrica nera, collegata a sua volta ad un manico
cilindrico orizzontale.
"Sii forte,sii forte..."disse Lionel "Mi dispiace figliolo,non pensavo si dovesse arrivare a questo.
Se si fosse trattato di un arto in cancrena avremmo potuto amputarlo,ma il
cervello...sfortunatamente...è un organo molto più complesso.
Avanti."
Lex urlò e si dimenò,poi ricevette la scossa elettrica.
"IAN!"disse Erik "Andiamo forza!"
"Eccomi qui."disse Ian che arrivò alle sue spalle.
"Che è successo all'altro te?"disse Erik mentre Ian si abbottonava la camicia.
"Quando si tratta di scappare è più facile essere uno solo."disse Ian.
"Sbrighiamoci."disse Erik che prese la pietra da sotto la camicia e la mise nella mano sinistra di
Clark tenendola chiusa.
Ian alzò una lev vennero percossi da scariche elettriche.
Dalla roccia partirono delle altre scariche elettriche verdi che colpirono entrambi,mentre dalla parte
aperta del macchinario rettangolare uscivano scintille e fumo.
Le luci nella stanza di Lex si spensero e si accesero quelle rosse di emergenza.
"Che è successo?"disse Lionel.
"Non c'è più corrente."disse il dottore. "Dev'esserci un corto."
"Lo sistemi."disse Lionel.
Le scariche verdi uscite dalla pietra stavano ancora colpendo entrambi poi ci fu un'onda d'urto che
scagliò via Erik e mandò Clark a terra.
Erik sorrise e si alzò,poi si tolse gli occhiali e li gettò via.
"Ti senti diverso?"disse Ian.
Erik sollevò Clark con entrambe le braccia e lo scagliò all'indietro facendolo volare per vari metri
nella stanza e mandandolo contro un oggetto metallico rettangolare che venne danneggiato ed emise
scintille.
"Qualche altra domanda?"disse Erik.
Clark cadde a terra a faccia in avanti.
Aveva un taglio sullo zigomo destro.
Erik si mosse a super velocità e gli arrivò vicino,poi lo fece alzare "Bentornato tra i normali
Clark,che disdetta,vero?"
Erik lo mise con la schiena a terra e lo spinse facendolo strusciare per molti metri.
Clark andò a schiantarsi contro una serie di bombole cilindriche,con la parte superiore che aveva
una protuberanza ad imbuto piccola con la cima circolare.
Le bombole caddero a terra su di lui.
"Adesso pagherai per i 2 anni che ho passato qui dentro!"disse Erik avvicinandosi.
"Erik andiamo."disse Ian che tentò di fermarlo.
"Con lui non ho ancora finito."disse Erik.
Clark vide la roccia verde a terra.
"Se ne accorgeranno che ce ne siamo andati,saranno qui a momenti."disse Ian.
"E allora?"disse Erik che si voltò verso Clark "Non è un problema mio."
"No,no,aspetta!"disse Ian mettendogli la mano destra sulla spalla e facendolo voltare "Siamo una
squadra,pensavo fossimo amici."
"Qui dentro non esiste l'amicizia!"disse Erik che lo colpì al volto con l'avambraccio sinistro e
facendolo volare contro un grosso tubo di metallo cilindrico verticale che venne tagliato in 2.
Il tubo era collocato tra 2 colonne rettangolari nere.
Una volta che lo aveva sfondato,andandoci contro,Ian cadde su una scatola di metallo nero e rotolò
dietro di essa.
Clark raccolse la roccia,poi si mise con la schiena poggiata contro una colonna in modo da dargli le
spalle "EHI!
È TUTTO QUA?"
"QUELLA SCOSSA TI HA FATTO IMPAZZIRE CLARK?"disse Erik che diede un pugno ad un
grosso tubo di metallo verticale abbozzandolo,poi si avvicinò.
Clark gli puntò addosso la roccia verde e l'altro si sentì male.
Clark si alzò "Adesso vediamo chi ha paura dei suoi poteri..."
Clark gli corse contro e lo spinse contro uno dei macchinari rossi rettangolari.
I 2 presero la scossa,la pietra si illuminò ancora di luce verde,emettendo le scariche e i 2
urlarono,dopo di che Clark abbassò una leva sull'oggetto e le scariche cessarono.
Le luci nella stanza di Lex si riaccesero e Lex ricevette la scarica elettrica.
Erik cadde a terra e Clark gettò via la pietra mentre la ferita sul suo volto guariva.
Lex smise di avere le convulsioni.
"Non riesco a capire."disse il dottore.
"Ancora."disse Lionel.
"Ma signore,c'è qualcosa che non va nella macchina."disse l'uomo "Dovremmo aspettare."
"Lo faccia ancora."disse lui.
Il dottore diede a Lex la scossa ancora.
Erik guardò Clark che si pulì dal sangue.
"Devi dirmi dov'è Lex."disse Clark "Adesso!"
Lex perse i sensi e Lionel si avvicinò,mentre il dottore gli toglieva l'oggetto dalla bocca.
"Lex?"disse Lionel chinandosi e mettendogli la mano destra sulla spalla sinistra "Figliolo?"
Clark corse a super velocità e arrivò davanti al vetro che dava sulla stanza fermandosi.
"È finita."disse Lionel.
Adam era nella sua stanza,a letto,e leggeva un libro.
Indossava una maglietta verde,pantaloni neri e scarpe nere.
Lana entrò nella stanza zoppicando e senza stampelle.
Lei indossava una giacca rosa,maglietta bianca,scollata,jeans blu e scarpe nere.
Aveva con se un cestino che teneva con l'avambraccio destro.
"Ciao."disse lui.
"Ciao."disse Lana.
"Ho le allucinazioni?"disse Adam "Niente stampelle?"
"Oh,è davvero straordinario quello che si riesce a fare quando qualcuno ti schiocca un frustino
accanto."disse Lana "Tu stai bene?"
"Certo."disse Adam alzando il braccio destro "Ogni tanto tendo a disidratarmi."
"Lo so che probabilmente non regge il paragone con la pasticceria locale,ma..."disse Lana girando
intorno al suo letto "….volevo ringraziarti per essere stato così rompiscatole."
"Lo sono sempre."disse lui stringendole la mano "Quindi questo sarebbe un addio?"
"Il fatto che ho finito la fisioterapia non significa che non passerò a trovarti."disse Lana.
"Lana,per favore,faccio parte di un momento doloroso della tua vita,chi avrebbe voglia di
ricordarsene?"disse Adam.
"Non soffrire da soli è importante."disse Lana "Ma forse sei tu che non vuoi che torni."
Lana andò verso la porta.
"Lana?"disse lui e lei si fermò "Voglio essere sincero,tu mi piaci,ma ho la netta impressione che ci
sia qualcun altro.
E non voglio ritrovarmici in mezzo."
"Non c'è nulla in cui tu possa trovarti in mezzo,ma comunque non me la sento di lanciarmi subito
in una storia con un'altra persona."disse Lana.
"Anche io non voglio essere un rimpiazzo."disse Adam "Vorrei solo essere tuo amico."
"Ne sarei felice."disse Lana.
"Bene,allora amici."disse lui che le strinse la mano.
Il giorno dopo Lex era sulla poltrona nera del suo studio,vicino al camino.
Indossava una maglietta nera aderente,pantaloni neri e scarpe nere.
La porta laterale dello studio venne aperta da un servitore cinese e Clark entrò con esso.
Clark indossava il giaccone blu,camicia bianca con linee rosse orizzontali,jeans blu e scarpe nere.
"Lex?"disse Clark.
Lex si alzò "Clark."
"Come stai?"disse Clark.
"Benone adesso."disse Lex che gli toccò gli avambracci "Mai stato meglio.
Ho saputo che sei venuto a trovarmi e che non sono stato molto ospitale.
Se è vero,devi scusarmi,mi dispiace."
"Non fa niente."disse Clark "Tuo padre ti ha detto il motivo del ricovero?"
"Dice che ho avuto un crollo nervoso."disse Lex "Pensano che sull'isola le cose siano
precipitate,ma per mia fortuna,mio padre se n'è accorto in tempo."
"Bene."disse Clark.
"Volevi dirmi qualcosa,Clark?"disse Lex.
"No."disse Clark "Sono contento che stai bene.
Bentornato Lex."
Clark andò verso la porta.
"Sai Clark,c'è una cosa che non scorderò mai."disse Lex.
Clark si fermò e si voltò verso di lui "Che cosa?"
Lex si avvicinò "Quant'è importante la tua amicizia per me."
Lex lo abbracciò.
Poco dopo Clark era in piedi davanti al tavolo da pranzo,senza il giaccone,e con le mani poggiate su
di esso.
"Mi dispiace."disse Marta che indossava una giacchetta viola,maglietta viola,pantaloni neri e scarpe
nere.
Lei gli toccò la mano destra con la sua.
Jonathan,a sinistra,gli mise la mano destra sulla spalla.
Indossava una camicia verde scura con linee verticali nere,jeans blu e scarpe nere.
"Lex sta bene e il tuo segreto è al sicuro."disse Jonathan "Sono queste le cose a cui devi pensare."
"Se Lex sta bene,Lionel è riuscito a cavarsela."disse Clark.
"Ma tu non gli hai detto cos'è successo davvero."disse Jonathan.
"Ho capito la situazione."disse Clark.
Jonathan e Marta si guardarono.
"Clark?"disse Jonathan "Io voglio che tu e Chloe non vi occupiate più di questa faccenda."
"Lionel deve pagare per il suo crimine."disse Clark.
"Sono sicuro che questo accadrà un giorno o l'altro,ma devi capire che oggi non è quel
giorno."disse Jonathan"Lo so che è difficile da accettare,ma devi renderti conto che li fuori c'è
gente molto più potente di te."
"Già…"disse Clark che andò verso il salotto e si sedette sul bracciolo del divano.
Marta lo raggiunse "Stai bene?"
"In realtà io invidio Lex."disse Clark "Sembra così felice.
Mi piacerebbe cancellare questi ultimi mesi."
Marta gli mise la mano sinistra intorno alle spalle e si chinò "Ho sentito che al Taloon fanno una
festa in onore di Lana.
Perché non ci vai?"
"Non ti dai mai per vinta,eh?"disse Clark.
"Si chiama amore incondizionato."disse Marta.
La notte seguente Lionel era nel suo studio e guardava una registrazione,in un computer
portatile,che mostrava la registrazione delle telecamere del manicomio nel momento in cui Lex
aveva parlato con Clark.
Accanto a lui,a sinistra,c'era un uomo,con capelli neri, che aveva una camicia blu,cravatta
rossa,pantaloni neri e scarpe nere.
"Conosco il tuo segreto."disse Lex nella registrazione.
Lionel era chinato in avanti,con le mani sul tavolo,e mandava indietro la registrazione allo stesso
punto,tenendo il sopracciglio sinistro alzato.
La registrazione mostrò Clark guardare verso le telecamere.
"Sta tranquillo."disse Lex.
Lionel mandò indietro la registrazione.
Lionel si infuriò e scosse la testa "Perché me l'hai fatto vedere solo adesso?"
Lionel guardò irato l'uomo a sinistra tirandosi su.
"C'è voluta una settimana per l'audio,signore."disse l'uomo.
"UNA SETTIMANA?!"urlò Lionel che guardò il computer e si chinò "E QUESTO È IL VOSTRO
MIGLIOR RISULTATO?!"
Lionel mandò indietro la registrazione più volte.
Clark entrò nel Taloon che era pieno di gente,palloncini rosa e blu e c'era un cartellone rosa con la
scritta "Bentornata a casa Lana".
Clark camminò tra la folla mentre i ragazzi prendevano da mangiare da dei tavoli.
Le pareti erano piene di luci.
Clark vide Lana che parlava con Chloe e Pit.
Lana indossava un giaccone rosa,con maglietta azzurra,pantaloni neri e scarpe nere,Chloe indossava
una maglietta marrone,pantaloni marroni e scarpe nere,mentre Pitt indossava una maglietta
arancione,jeans blu e scarpe nere.
Lana si mosse camminando con il bastone,poi vide Clark e sorrise.
Poco dopo andò con un'altra amica bionda.
Clark si voltò e andò via.
Lex era nello studio della sua villa,illuminato solo dalla luce del caminetto.
Si alzò dalla scrivania e andò a prendersi da bere.
"Lat liwo obeausan alnej."disse la voce nella testa di Lex facendolo voltare di scatto.
"C'è nessuno?..."disse Lex.
