SMALLVILLE:SUSSURRO

A Smallville,alla base di un edificio rettangolare bianco,c'era un negozio con la parte frontale

rossa,con un cartellone rettangolare in alto avente la scritta rossa "Gioielleria di Smallville"al

centro.

La parte frontale del negozio era composta da un'incavatura centrale,con una porta con una vetrata

al centro,con contorni giallo oro e con la parte superiore della parete rossa.

Ai lati c'erano 2 vetrate,con i contorni dorati,con vari scaffali con gioielli esposti,e con la scritta

gialla "Gioielleria di Smallville"con contorni gialli.

Clark era davanti la vetrata a destra.

Aveva i capelli lisci,con la riga a sinistra,indossava il giaccone chiaro,maglietta blu,jeans blu e

scarpe nere.

Aveva le mani in tasca.

Lana lo raggiunse.

Aveva i capelli sciolti,tirati dietro la testa, indossava un giaccone di jeans blu,sciarpa rosa,maglietta

rosa,jeans blu e scarpe nere.

"Cerchi qualcosa in particolare?"disse Lana.

"Tra poco sarà il compleanno di mia madre."disse lui guardandola "Come stai?"

"Sto ancora cercando di dimenticare le minestrine dell'ospedale."disse lei "Ma la gamba è

migliorata."

"Io volevo venire a trovarti,ma..."disse Clark.

"Non preoccuparti,non fa niente."disse Lana "Ok...devo andare,ciao."

Lana andò via.

Clark entrò nel negozio dopo averla guardata 2 volte.

Una macchina di lusso nera si fermò in città.

Il guidatore era un uomo con capelli neri,rasati ai lati,baffi e barba corta,indossava un giaccone

scuro,con cappuccio,pantaloni neri e scarpe nere,mentre alla sua destra c'era un ragazzo con capelli

a mezzo collo,tirati indietro sulla parte iniziale,che indossava un giaccone nero senza

maniche,camicia azzurra,con linee orizzontali nere,jeans blu e scarpe nere.

"Sei sicuro che funzionerà?"disse il ragazzo.

"Segui il piano,Nathan,e nessuno si accorgerà di te."disse l'uomo che aprì il cassettino dell'auto

estraendo una pistola con il silenziatore "Tu frantumi,io agguanto.

E filiamo."

L'uomo si mise la pistola nella giacca "Coraggio ragazzo."

Il ragazzo scese,mentre l'uomo prese una trasmittente.

Clark era davanti ad una teca di vetro nel negozio,dai contorni dorati, che formava una specie di

bancone,mentre dietro c'era una scaffalatura di legno con vari oggetti di porcellana.

Le pareti del locale erano marroni,c'erano vari quadri appesi o poggiati a terra,più un tavolino

circolare con tazzine e piatti messi in verticale.

Dietro il bancone c'era un uomo anziano,semi calvo,con occhiali,panciotto nero,camicia

bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

"L'ultima volta che è venuta Marta ha voluto provare questi."disse l'uomo facendogli vedere un

gioiello.

"Non ha provato nulla che non avesse tutti questi zeri?"disse Clark.

"Ahahaha...beh, mi sono appena arrivati degli articoli di bigiotteria di uno stilista locale."disse lui

mentre il ragazzo entrò "Sono molto originali."

L'uomo mise sul vetro una pietra verde dentro un contorno di metallo che aveva 2 protuberanze che

si intrecciavano al di sopra.

Clark iniziò a sentirsi male.

"Direttamente dallo spazio."disse l'uomo.

"Oh...grazie vorrei rifletterci."disse Clark.

Il ragazzo si mise gli indici sulla gola e la parte centrale di essa emise dei gorgogli mentre la parte

centrale si muoveva su e giù,poi fischiò e tutti si misero le mani sulle orecchie per ripararsi dal

suono acutissimo.

L'altro uomo entrò puntando la pistola dopo essersi messo una maschera sul volto che lasciava

scoperti gli occhi e la bocca.

Le vetrate del negozio esplosero mandando la pietra in alto.

Clark fece diventare l'iride dei suoi occhi rossastri poi fece uscire da essi 2 masse informi di plasma

rossastro,piccole, seguite da altre 2.

Una delle masse colpì la pietra a mezz'aria ,che si illuminò emettendo un raggio verde che gli entrò

negli occhi,mentre le 3 masse rosse colpivano la pistola dell'uomo rendendola incandescente.

L'uomo lasciò cadere l'arma,mentre Clark cadeva in ginocchio con le mani sulle tempie.

Il vecchio puntò un fucile contro l'uomo "Non fare un altro passo."

Il ragazzo uscì di corsa dal negozio insieme alla gente.

"Non muoverti."disse il vecchio "Sta arrivando la polizia."

Lana vide Clark in ginocchio e lo raggiunse accucciandosi.

"Clark,stai bene?"disse Lana.

"Lana?"disse Clark "Lana,i miei occhi...non vedo niente."

Lana spalancò gli occhi.

La notte seguente Ajak e l'altra figura erano sospesi a chilometri d'altezza sopra la fattoria dei Kent.

"Ora non credo che potrà mai diventare un problema."disse la figura maschile.

"Finché è vivo,nessuno può dire questo."disse Ajak.

Marta tenne gli avambracci di Clark con le mani portandolo davanti al divano.

Clark indossava una maglietta rossa,con la parte del petto e della pancia blu,jeans blu e scarpe nere.

Aveva gli occhi arrossati.

Marta indossava un maglione rosso,pantaloni neri e scarpe nere.

Jonathan era poco dietro ai 2 e indossava un giaccone verde scuro,maglietta bianca,jeans blu e

scarpe nere.

"È qui tesoro."disse Marta "Siediti."

Clark si sedette.

"Jonathan,dobbiamo fare qualcosa."disse Marta andando verso l'uscita dal salotto con Jonathan.

"Lo so,ma non so che cosa."disse Jonathan "Le retine di Clark hanno subito una lesione.

Hai sentito il medico,era perplesso."

"Non era perplesso,tu l'hai mandato via."disse Marta.

"L'ultimo medico ha venduto il sangue di Clark a Lionel Luthor."disse Jonathan.

"Allora cercheremo un medico onesto."disse Marta.

"È comunque rischioso."disse Jonathan.

"Clark è diventato cieco."disse Marta "Dobbiamo rischiare che qualcuno conosca la sua natura."

"Non mi spaventa solo questo."disse Jonathan "I suoi poteri in qualche modo hanno agito contro

di lui.

E credo che prima di prendere qualche decisione,dobbiamo riflettere bene."

Clark si alzò "Io ho diritto di voto?"

Jonathan gli toccò la spalla destra "Certamente figliolo."

"Credo che la mia guarigione sia solo questione di tempo."disse Clark.

"Tesoro...e se fosse permanente?"disse Marta.

"Tante persone imparano a vivere con handicap del genere."disse Clark "Al massimo andrò a scuola

camminando lungo un muro. "

Il giorno dopo Clark era nei corridoi della scuola con Pitt che lo portava per il braccio sinistro.

Clark indossava un giaccone blu,camicia rossa,con linee verticali e orizzontali chiare,jeans blu e

scarpe nere.

Pitt indossava un giaccone chiaro,maglietta verde,jeans blu e scarpe nere.

"Di qua."disse Pitt.

"Mi guardano tutti eh?"disse Clark e delle ragazze risero.

"Ehm...no,gli piacciono i tuoi occhiali."disse Pitt.

"Si eh?"disse Clark.

I 2 arrivarono all'armadietto giallo.

"Ecco,aspetta."disse Pitt che prese delle chiavi per aprire il lucchetto "Lascia che ti dia una mano."

"Conosco la combinazione dalla terza elementare."disse Pitt che aprì lo sportello mentre Clark

sorrideva,poi Pitt gli prese la mano e la mise dentro l'apertura "Ci sei.

Se ti consola,Masterson verrà giudicato da mia madre.

Non credo che il giudice Ross sarà clemente con l'uomo che ti ha ridotto così."

Clark sorrise.

Lana arrivò in quel momento.

Indossava una maglietta rosa,jeans blu e scarpe nere.

"Clark?"disse Lana "Sei tornato presto."

Clark prese dei libri "Non è una decisione eroica,è stato un piccolo stop."

"Beh,se c'è qualcosa che posso fare per te,prendere gli appunti,aiutarti nei compiti..."disse lei e

alcuni libri caddero a terra.

Clark si chinò,con gli altri 2,per raccoglierli.

Lana gli passò alcuni libri e poi i 3 si alzarono.

"Sai in ospedale ho imparato che...non possiamo affrontare certe difficoltà da soli."disse Lana.

"Il fatto che io sia cieco non significa che i nostri problemi siano risolti."disse Clark "Non cambia

niente tra noi."

"Ti stavo solo offrendo il mio aiuto Clark,ma non commetterò più questo errore."disse Lana.

Lana andò via.

"Chiunque abbia detto che la lontananza rafforza l'amore,evidentemente non ha conosciuto voi

2."disse Pitt "Chiudo."

Pitt chiuse l'armadietto e Clark sentì un suono rimbombante provenire da esso,poi Pitt infilò il

lucchetto nella serratura e Clark sentì lo scorrere del metallo ad un livello amplificato,poi Pitt lasciò

andare il lucchetto che andò contro la parete di metallo e per Clark fu l'equivalente di un boato

terrificante,tanto che si mise le mani sulle orecchie.

Clark iniziò a sentire i passi delle persone come se fossero dei tonfi immensi,poi udì lo scorrere di

una chiusura lampo di uno zaino.

"Stai male?"disse Pitt che gli toccò le spalle con la mano sinistra.

"Pitt,hai sentito?"disse Clark.

"Che cosa?"disse Pitt.

Clark sentì una donna parlare al telefono.

"E Chloe!"disse Pitt.

"No,lei non c'è."disse Pitt.

"Però io sento la sua voce."disse Clark.

"Pronto?"disse la voce di Chloe "Che cosa vuole?

Sono a scuola.

Non è il luogo adatto per parlare.

Qualcuno potrebbe sentirci."

Clark utilizzò il suo udito per capire che la voce proveniva dal fondo del corridoio,da dietro una

parete.

"Glie l'ho già detto."disse Chloe "Non può chiedermelo.

Soprattutto ora che ha perso la vista.

Ascolti,glie lo ripeto,non ho intenzione di farlo.

Le mie ricerche su Clark sono finite."

Chloe camminò per i corridoi.

Indossava una maglietta viola,cintura chiara,larga,jeans blu e scarpe nere.

Nella mano sinistra aveva una cartellina blu.

"Davvero?"disse Lionel "La ricordo vividamente come una giovane giornalista entusiasta..."

Lionel era seduto nel suo studio e scriveva al computer.

Indossava una camicia bianca,cravatta nera,con linee oblique grigie,pantaloni neri e scarpe nere.

"...che vuole lavorare per il Daily Planet."disse lui "Un'opportunità che ho concesso per una

contropartita.

E lo stesso vale per la faccenda dell'Air Force."

"Beh,le ho dato tutte le informazioni che avevo signor Luthor."disse Chloe.

"Sa,deve considerare Clark Kent come un lavoro in corso."disse Lionel "Non mi dica che non ha

stuzzicato il suo istinto da giornalista il fatto che Clark abbia perso la vista mentre tutti gli altri nella

gioielleria hanno subito dei traumi all'udito."

"Si faccia aiutare da qualcun altro ad unire i puntini,perché io non starò al gioco."disse Chloe.

"Ah si?"disse Lionel "E che cosa farà?

Andrà a chiedere protezione a Lex?"

"Questo la preoccuperebbe?"disse Chloe.

"Lex ha una grave malattia mentale,signorina."disse Lionel "In passato sentiva voci in lingue

sconosciute che gli instillavano dubbi e timori.

È come se le sue fondamenta fossero incrinate,capisce?

La struttura sembra stabile,ma non può sopportare neanche una lieve pressione.

Quindi lasceremo Lex seduto nel suo ufficio a fare la punta alle matite.

Mi aspetto da lei un rapporto dettagliato su Clark Kent entro la fine della settimana."

La campanella suonò e Clark si mise le mani sulle orecchie.

"Clark che ti prende?"disse Pitt.

"Pitt!"disse Clark "Andiamo via.

Devi portarmi a casa."

Pitt lo aiutò ad uscire,mentre nei corridoi c'era il ragazzo che aveva emesso il suono stridulo dalla

gola.

Poco dopo Jonathan e Marta aiutavano Clark a salire le scale del fienile.

Jonathan indossava il giaccone verde,camicia a righe marroni e verde scuro e jeans blu e scarpe

nere,mentre Marta indossava un giaccone di pelle marrone,pantaloni neri e scarpe nere.

Clark era senza il giaccone, che veniva tenuto da Marta sull'avambraccio sinistro,dato che in mano

aveva un foglio,mentre Jonathan aveva lo zaino di Clark nella mano destra.

"E quei rumori li hai sentiti all'improvviso?"disse Jonathan.

"Sembrava che avessero alzato a tutto volume uno stereo gigante e tutti i rumori erano

amplificati."disse Clark.

"Ecco il divano."disse Jonathan e Clark si sedette.

"Il volume si alzava e poi si abbassava continuamente."disse Clark.

"Beh...conosciamo i tuoi raggi x,il tuo sguardo termico,la tua velocità e la tua forza..."disse

Jonathan poggiandosi sullo schienale del divano "Non mi sorprende che anche gli altri sensi si

sviluppino."

"Potrebbe essere una reazione sporadica,oppure il tuo organismo sta cercando di compensare la

vita."disse Marta.

"Spero che non succeda ancora."disse Clark.

"Già..."disse Jonathan mettendogli la mano sinistra sulla spalla.

"Tutti i rumori erano amplificati,non capivo da dove venivano e che cos'erano."disse Clark "Poi ho

sentito Chloe e Lionel."

Jonathan e Marta si guardarono.

Marta sorrise "Di che parlavano?"

"Penso che fossero al telefono,parlavano di me e non credo che fosse la prima volta."disse Clark.

Lex arrivò in quel momento.

Indossava un cappotto lungo nero,camicia viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"Salve."disse Lex.

"Oh...Lex."disse Marta mentre Jonathan si alzava "Hai fatto bene a venire."

"Lex."disse Jonathan stringendogli la mano.

"Signor Kent."disse Lex.

"Vi lascio soli,devo preparare dei documenti per il preside."disse Marta che andò via con Jonathan.

"Si,dobbiamo consegnarli domani."disse Jonathan.

Lex guardò Clark "Clark,non so cosa dire."

"È sufficiente ciao."disse Clark.

"Dietro gli occhiali scuri sono sempre lo stesso Clark."disse Clark.

"Sai quando mio padre ha perso la vista...ho contattato i migliori oculisti che esistono al

mondo."disse Lex "Devi solo dirmelo e li metterò a tua disposizione."

"Ti ringrazio molto Lex,ma è meglio che non mi illuda,devo imparare a convivere con il mio

handicap."disse Clark "Ma non voglio parlare delle mie condizioni.

Ormai avverto la compassione anche in chi fa finta di niente."

"Credimi..."disse Lex sedendosi "...è una sensazione che conosco.

Ho scoperto che esiste come...un vecchio pregiudizio verso chi ha avuto una malattia mentale.

Credo che l'unico modo per scrollarmi di dosso questa insinuazione sia dimostrare che valgo.

E di certo non è andando contro al mio problema che ci riuscirò."

"Che cosa intendi dire?"disse Clark.

"Tornerò alla Luthor Corporation."disse Lex "Mio padre mi ha offerto di prendere il suo posto."

"Sei sicuro che la sua sia un'offerta sincera?"disse Clark.

"Perché Clark?"disse Lex "Sai qualcosa che io non so?"

"Ho sentito che è solo una finzione,tuo padre ti crede ancora malato."disse Clark.

Lex rise "Ed è convinto che me ne starò buono seduto nel mio ufficio a girarmi i pollici."

"Lui ha detto...a fare la punta alle matite."disse Clark.

Lex lo guardò "E dove l'hai sentito dire?"

"Non importa dove l'ho sentito dire,l'importante è...è che tu sia prudente."disse Clark.

Lex annuì.

"Ciao tesoro."disse Jonathan entrando nella casa e trovando Marta in sala da pranzo seduta al

tavolo.

Jonathan andò a prendere il caffè.

"Jonathan...stavo pensando che forse dovremmo assumere dell'altra manodopera..."disse Marta.

Clark riuscì a sentire ciò che loro dicevano "...hai l'aria stanca,sono preoccupata per te."

"Non possiamo,Marta."disse la voce di Jonathan "È già difficile arrivare a fine mese."

"Sarà più difficile se tu finisci in un letto d'ospedale."disse Marta.

"Ma sto bene,ho solo bisogno di riprendere fiato."disse Jonathan ansimando "Che stai scrivendo?"

"Una domanda al consiglio scolastico per dare a Clark un insegnante di sostegno."disse Marta.

"Ci hanno detto che lui può seguire tutte le lezioni."disse Jonathan avvicinandosi.

"Fino a quando?"disse Marta "La sua vita è cambiata.

E anche la tua,ma nessuno di voi 2 vuole ammetterlo."

"Marta..."disse Jonathan.

"Pensate di essere dei super uomini!"disse Marta "Tu vuoi sempre affrontare tutto da solo,ma devi

ammettere che non puoi!

Devi fare affidamento su qualcuno!"

Marta andò via.

Lex era seduto alla sua scrivania e guardava un foglio con la scritta gialla "Taloon"in alto.

Lana entrò in quel momento.

Indossava un giubetto blu,maglietta rosa,jeans blu e scarpe nere.

"Ho ricevuto una lettera dalla mia assicurazione."disse Lana avvicinandosi "Pare che tutte le mie

parcelle mediche siano state liquidate."

Lana si sedette sullo schienale del divano di pelle nera davanti alla scrivania.

"Chi ha detto che le società di assicurazione sono spietate?"disse Lex "La responsabilità

dell'incidente è mia.

Io ti ho spinta nella stalla e questo ha spaventato il cavallo."

"Lex,tu eri..."disse Lana alzandosi.

"Pazzo?"disse Lex.

"Non eri te stesso."disse Lana sedendosi poco più a sinistra.

"Semantica a parte,sei finita in un fuoco incrociato per salvarmi."disse Lex "E di questo mi

dispiace."

"Non mi fraintendere,apprezzo il grande gesto che hai fatto,è solo che sarebbe stato sufficiente fare

un salto al Taloon."

"Si,le grandi azioni sono sempre le più facili."disse Lex "Avrei voluto farti visita durante la

riabilitazione,ma...sono sicuro che Clark ti è stato accanto."

"No,Clark non mi è stato accanto."disse Lana "Abbiamo deciso che il modo migliore per non

continuare a soffrire è stare lontani l'uno dall'altra."

"Credo che avrebbe bisogno del tuo sostegno in questo momento."disse Lex "Il suo atteggiamento

coraggioso è una recita,mio padre ha reagito come lui."

"Lex,ho cercato di tendergli una mano."disse Lana "Non sono convinta che la mia presenza

solleverebbe il suo morale."

Lana si alzò.

"Prima di andartene,chi è Adam?"disse Lex.

Lana si fermò.

"Nelle note spese del Taloon ci sono dei cesti regalo inviati a lui presso lo Smallville Medical

Center."disse Lex.

"Rimborserò personalmente il locale."disse Lana.

"Non hai risposto alla mia domanda,chi è?"disse Lex.

"L'ho conosciuto a fisioterapia,è un amico."disse Lana.

"Un amico."disse Lex "Deve esserti molto simpatico."

"Si,è così'."disse Lana andando via "Fatti vedere ogni tanto."

Lex lesse il foglio di nuovo,poi prese un altro foglio e lo voltò vedendo una scritta che diceva : "Lat

liwo obeausan alnej."

La macchina rossa di Chloe arrivò alla fattoria dei Kent.

Clark era nel fienile con addosso un giaccone blu ed era al piano inferiore.

Chloe entrò dentro il fienile.

Indossava un giacchetto marrone,maglietta viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"Clark?"disse Chloe.

"Chloe..."disse lui mentre lei si avvicinava.

"Ciao."disse Chloe "Anche se vorrei evitare imbarazzanti frasi di circostanza..."

Chloe gli mise una mano sinistra sulla spalla "C'è qualcosa che posso fare?"

"Io...me la caverò."disse Clark camminando "Non sarai venuta fino a qui per far visita al cieco."

Clark si fermò.

"E in effetti...diciamo che sono in missione."disse Chloe "Hai visto Pitt?

Oh scusa...noi...noi dovevamo incontrarci stamattina e lavorare alla mia rubrica per il Daily Planet."

"Quella che ti ha fatto avere Lionel Luthor?"disse Clark.

Chloe restò perplessa "Puoi spiegarti meglio?"

Clark si voltò verso di lei "Ho perso la vista,però le cose mi stanno diventando più chiare.

Da quanto tu e Lionel state indagando sulla mia famiglia?"

"Ah...dal giorno dopo il matrimonio di Lex."disse Chloe.

"Quando hai visto me e Lana insieme."disse Clark "Per questo hai accettato?

Il tuo silenzio è assordante.

Che gli hai riferito?"

"Niente."disse Chloe avvicinandosi "Niente di cui non fosse già a conoscenza."

"E lui cosa ti ha detto di me?"disse Clark.

"Niente!"disse Chloe "Clark,che tu ci creda,io volevo soltanto aiutarti."

"In che modo?"disse Clark "Spiandomi?"

"No!"disse Chloe "Scoprendo quale ragione avesse Luthor di avere tutto questo interesse per ogni

cosa che facevi."

"E se ottenevi qualche computer nuovo per il Torch,un posto nuovo al Daily Planet e un posto

nell'Air Force tanto di guadagnato!"disse Clark "Dopo tutte le volte che mi hai accusato di avere

dei segreti,come hai potuto ingannarmi?"

"Clark..."disse Chloe che stava per piangere "Io...stavo attraversando un periodo difficile e ho

ceduto…

Ho cercato di tirarmene fuori,ma le persone come Lionel Luthor non si lasciano scaricare così

facilmente.

Sai ero convinta che tu avresti capito che si può anche prendere una decisione stupida in un

momento di debolezza...ma devo essermi sbagliata."

Chloe andò via.

Ore dopo Pit era nella sua auto blu su una stradina con degli alberi a destra e delle praterie a

sinistra.

Indossava un giaccone chiaro,camicia blu,jeans blu e scarpe nere.

Pitt fermò l'auto e vide Clark sulla staccionata di una fattoria,così scese dal mezzo "Clark.

I tuoi genitori stanno per far stampare la tua foto sui cartoni del Latte.

Come sei arrivato qui?"

"Ho camminato."disse Clark scendendo dalla staccionata "Conosco ogni centimetro della fattoria.

Non volevo spaventarli,ma non sopporto il frastuono."

"Di nuovo il tuo super udito?"disse Pitt.

"Si,sono diventato un super spione."disse Clark che si guardò intorno "Qualcuno ti ha seguito."

"No,perché?"disse Pitt.

Clark si mise le mani sulle orecchie sentendo un frastuono.

"Clark?"disse Pitt.

In quel momento arrivò un carro attrezzi rosso.

Il ragazzo che aveva emesso il verso stridulo scese dal mezzo "ROSS!

SALI SUL FURGONE!"

"Pitt...che succede?"disse Clark.

Il ragazzo mise gli indici sul collo e la parte centrale di esso iniziò a muoversi su e giù,poi il

ragazzo emise il suono stridulo che fece esplodere i vetri del finestrino e fece urlare Clark che cadde

a terra insieme a Pitt.

"PITT!"disse Clark.

"Ho detto..."disse il ragazzo prendendolo mentre aveva ancora le mani sulle orecchie "...sali sul

furgone!"

"PITT CHI C'È?"disse Clark mentre Pitt venne caricato sul furgone che andò via "CHE COSA

SUCCEDE?

RISPONDI!"

Il mezzo andò via.

"PITT!"disse Clark.

Poco dopo lo sceriffo Adams era dai Kent che erano in salotto.

Marta indossava una maglietta arancione lucida.

"E non hanno trovato niente vicino all'auto di Pitt?"disse Jonathan.

"Nessun indizio."disse lei.

"Sceriffo,Clark ha sentito lo stesso sibilo che aveva sentito nella gioielleria."disse

Marta "Dev'esserci un collegamento."

"Capisco signor Kent,ma francamente..."disse Adams con un mezzo sorriso "...la testimonianza di

suo figlio non ci aiuta molto purtroppo."

"Io credo il contrario."disse Jonathan "Significa che Masterson ha un complice in libertà."

"In una città con 45000 abitanti non direi che questo restringa il campo di azione."disse Adams

mentre Marta andava ad aprire la porta d'ingresso dato che qualcuno aveva bussato.

"Almeno saprebbe da dove cominciare a cercare."disse Jonathan.

Marta entrò con la madre di Pitt che era una donna di colore,con capelli ricci,che indossava una

giacca grigia,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

Insieme a loro c'era anche un poliziotto.

"Giudice Ross?"disse Adams "Potrebbero chiamarla a casa per una richiesta di riscatto."

"Hanno già chiamato."disse la donna "Ho chiesto al suo vice di portarmi subito qui."

"Allora Pitt sta bene."disse Marta.

"Fin'ora."disse lei.

"Siediti pure."disse Jonathan che la fece sedere al tavolo "Che cosa vogliono?"

"Domani ci sarà l'udienza preliminare di Masterson."disse la donna "Sembra che il suo avvocato

abbia intenzione di presentare...un'istanza di revoca delle accuse.

Se non la concederò...uccideranno mio figlio."

Clark era al piano superiore del fienile senza giaccone.

"Oh santo cielo,è terribile."disse la voce di Marta.

Tempo dopo Clark era nel fienile e cercava di cambiare la frequenza di una radio bianca,posta su un

comodino di legno al piano terra del fienile.

C'erano anche altri oggetti accesi.

Marta e Jonathan entrarono e la donna si tappò le orecchie.

Clark tirò la radio contro una colonna frantumandola.

"Clark?"disse Jonathan "Ma che cosa stai facendo?"

"Cerco di controllare il mio udito!"disse Clark poggiandosi al mobile.

"Non mi sembra che tu ci stia riuscendo."disse Marta che andò a spegnere il trattore.

"Se non riesco a controllarlo,non posso salvare Pitt!"disse Clark.

"Clark?"disse Jonathan "La signora Ross è venuta da noi..."

"Si,lo so,ho sentito."disse Clark "E credo che stare al gioco dei rapitori non sia una buona idea!

Uccideranno Pitt!…

Devo concentrarmi!

Aiutatemi!"

Jonathan si guardò intorno "D'accordo,allora diamoci da fare."

Jonathan accese un generatore mentre Marta andava ad accendere il trattore.

"Cerca di sentire la voce di tuo padre!"disse Marta e lui annuì.

Jonathan parlò,ma Clark non sentì nulla,poi si concentrò su alcuni rumori specifici dopo di che sentì

la voce del padre "Avanti Clark,devi concentrarti.

Devi concentrarti sulla mia voce,figliolo."

"Sei li!"disse Clark indicandolo.

Jonathan passò e fece cadere un chiodo che produsse un suono che per Clark corrispondeva ad un

boato.

Clark si mise le mani sulle orecchie.

"Clark!"disse Jonathan raggiungendolo e afferrandolo "CLARK?"

"Sto bene...sto bene."disse Clark "Per un istante sono riuscito a sentirti."

"È magnifico,bisbigliavo appena."disse Jonathan "Bene,continuiamo."

Jonathan si mise all'entrata del fienile "Concentrati.

Concentrati.

Concentrati sulla mia voce.

Mi senti?"

Clark si voltò verso l'entrata e annuì.

"Fantastico."disse Jonathan.

Lex si versò il succo di frutta in un bicchiere e bevve.

Lionel entrò in quel momento nello studio dalla porta principale.

Indossava un cappotto nero lungo,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe

nere.

"Lex?"disse Lionel avvicinandosi "Mi dispiace figliolo,temo di non avere molto tempo,devo

tornare a Metropolis entro un'ora.

Di che cosa volevi parlarmi?"

"Uuke youruk inavellecav."disse la voce mostruosa nella testa di Lex mentre lui beveva.

"Quando sono stato dimesso dall'istituto tu mi hai accolto a braccia aperte papà."disse Lex.

"Certo."disse Lionel.

"Avrei dovuto sapere che non dovevo credere alle tue promesse."disse Lex camminando.

"Io non capisco figliolo,di cosa stai parlando?"disse Lionel.

"Di umiliazione."disse Lex fermandosi e girandosi "Gira voce che il mio nuovo posto alla Luthor

Corporation consisterà soltanto in una qualifica."

"Oh!...è una calunnia figliolo."disse Lionel "Io ti ho sempre voluto accanto a me,lo sai."

"Si?"disse Lex "E per cosa?

La punta alle matite?"

Lex andò a sedersi sul divano nero.

"Lex,ti prego."disse Lionel sedendosi alla sua destra "Ascolta..."

"Se intendi sbattermi dietro una scrivania e dimenticarti di me,stai facendo un grosso errore."disse

Lex "A meno che la mia fonte non si sia sbagliata."

"Devo riconoscerlo Lex,sono rimasto deluso dal tuo rendimento in passato,ma questo non te l'ho

mai nascosto."disse Lionel.

"Ne a me,ne a chiunque altro,vero?"disse Lex "Così devo dimostrare a tutti che valgo."

Lionel rise "Purtroppo ognuno di noi deve dimostrare ciò che vale continuamente.

Io sono riuscito ad accettarlo.

E con il tempo…ci riuscirai anche tu.

Lo spero.

Lex,ascoltami,se qualcuno sta cercando di metterci l'uno contro l'altro...qualcuno che entrambi

conosciamo...sta giocando in modo sleale.

Chi è la tua fonte figliolo?"

"Con chi hai parlato quando hai deciso di pugnalarmi alle spalle,papà?"disse Lex.

Il pick up rosso con dentro Jonathan e Clark arrivò in paese e parcheggiò.

"Sono preoccupato per Pitt."disse Clark "Ho cercato ovunque."

"Eh…"disse Jonathan scendendo "Ecco.

Siamo al Taloon,figliolo.

Forse possiamo avere qualche aggiornamento.

Torno subito."

Jonathan entrò nel locale e Lana entrò nell'auto.

"Hai fatto in fretta."disse Clark.

"Tuo padre mi ha detto che eri qui."disse Lana.

"Lana?"disse Clark perplesso.

"Sono venuta a tenerti compagnia."disse Lana "Ma se non vuoi."

"No,ti prego resta."disse Clark "A proposito di stamattina..."

"Non fa niente Clark,eri arrabbiato."disse Lana.

"No,non è una ragione valida."disse Clark "Ultimamente riesco solo ad allontanare le persone.

La verità è che la mia vita senza di te è vuota.

Ma se hai cambiato idea ti capisco."

"Clark ti chiedo scusa,io...ho avuto una reazione esagerata."disse Lana.

"Per come ti ho trattata,hai resistito anche troppo."disse Clark.

"Sapevo che avevi dei motivi per allontanarti."disse Lana.

"Forse quei motivi sono svaniti."disse Clark.

"Che cosa vuoi dire?"disse Lana.

"La mia vita è cambiata adesso,io ho capito che non voglio rimanere da solo."disse Clark.

"Clark,tu non sei solo."disse Lana e Clark sorrise prendendole la mano,ma lei la allontanò.

"Devo tornare al locale."disse Lana.

"Che...che cos'è questo rumore?"disse Clark sentendo lo stesso suono che aveva udito prima che

Pitt venisse rapito.

"Ah...è il carro attrezzi."disse Lana.

Clark scese dal mezzo insieme a lei "È il rumore che ho sentito quando Pitt..."

"Pitt?"disse Lana "Clark,spiegati meglio."

"Ascolta,è importante."disse Clark "Avverti mio padre."

Lana corse dentro il locale e Clark salì sul retro del mezzo stando accucciato.

Il mezzo arrivò in una zona con villette grige,girò a sinistra e poco dopo Clark scese.

Pitt era legato su una sedia,in uno sgabuzzino con scaffalature aventi vari detersivi su di esse.

Aveva una fascia di nastro adesivo argenteo sulla bocca.

Il ragazzo fermò il mezzo e scese.

Pitt aprì la bocca togliendo la parte superiore del nastro,poi riuscì a metterselo in bocca e a togliere

anche la parte sotto.

Clark mise le mani sulla serranda rossa di un garage,vicino ad una pompa di benzina e udì le urla di

Pitt.

"AIUTO!"disse la voce.

"Pitt!?"disse Clark.

"C'è qualcuno la fuori?"disse Pitt.

"PITT!"disse Clark.

"CLARK!"disse Pitt "CLARK AIUTO!

CLARK AIUTO!"

Il ragazzo si mise davanti a lui e lo colpì con l'avambraccio destro "STA ZITTO!"

Pitt perse i sensi.

Clark sfondò una porta rossa con un calcio.

Pitt aveva del sangue che usciva dalla tempia destra.

Clark avanzò poggiando le mani su un muro di legno alla sua sinistra,pieno di cartelloni "PITT!

PITT DOVE SEI?"

Clark arrivò in mezzo ad un corridoio con scaffalature di vari colori da una parte e dall'altra,piene

di oggetti e con scatole sopra.

Clark toccò le scaffalature e dietro di lui arrivò l'altro che accese una fiamma ossidrica,gli tolse gli

occhiali e gli passò il fuoco davanti agli occhi,facendo avanti e indietro.

Clark urlò e si mise le mani sugli occhi,indietreggiando verso una parete di mattoni,con un'apertura

che dava su un'altra stanza.

"Sono tornato,cieco!"disse il ragazzo posando la fiamma ossidrica,mentre Clark era poggiato al

muro con la testa verso il basso e le mani sugli occhi.

Il ragazzo afferrò Pitt e lo sollevò "Andiamo!

Muoviti!"

"PITT!"disse Clark "PITT!"

Clark si guardò intorno e vide che la sua vista iniziava a funzionare,anche se ancora aveva

tonalità verdognole,poi il verde sparì e lui riprese a vedere,anche se le figure erano sdoppiate.

Poco dopo era a casa,seduto al tavolo da pranzo,senza il giaccone,e aveva una mela in mano.

"Migliora?"disse Jonathan.

"Lentamente?"disse Clark "È ancora tutto sfocato.

Ma non dovrò camminare lungo i muri."

"E per quanto riguarda gli altri poteri?"disse Marta.

"Ne raggi x,ne sguardo termico ancora."disse Clark posando la mela in un grosso piatto sul tavolo

con dentro altra frutta "Per di più la fiamma mi ha fatto male,quindi mi sono indebolito."

"Bene allora,il calore della fiamma deve aver accelerato la guarigione,sarà solo questione di

tempo."disse Jonathan.

Clark si rimise gli occhiali "Pitt è in pericolo."

"Clark...potrebbe essere ovunque."disse Jonathan "Hai già detto allo sceriffo Adams quello che

sai."

"Non posso restare qui."disse Clark alzandosi.

I genitori si guardarono.

"D'accordo."disse Jonathan "Ma prima di fare qualunque cosa,devi concederci una sosta."

I 2,poco dopo,uscirono da una porta dell'ospedale arrivando nel corridoio.

Jonathan indossava il giaccone verde scuro e Marta aveva il giaccone di pelle nera.

"Clark,non ti vergognare."disse Marta e Clark chiuse la porta.

Lui aveva degli occhiali rettangolari.

"Ti stanno benissimo."disse Marta.

"Allora,qual'è il tuo piano."disse Jonathan "Come troverai il rapitore?"

"Il rapitore vuole fare uno scambio,Masterson avrà l'udienza tra un'ora...se il giudice lo rilascia lo

seguirò."disse Clark.

"E se non dovesse funzionare?"disse Jonathan.

"È la nostra unica traccia."disse Clark.

Notte.

Metropolis.

Lionel era nel suo studio,alzato dietro la scrivania,con le mani poggiate sul tavolo e con una

trasmittente nell'orecchio destro.

Chloe entrò in quel momento.

Indossava il giacchetto di pelle marrone,maglietta viola,jeans blu e scarpe nere.

Alla sua sinistra c'era una donna con capelli castani legati,giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri

e scarpe nere.

"C'è qualche vantaggio con il cambio?"disse Lionel,mentre la donna vicino a Chloe tornava

indietro.

"Beh,prova ancora."disse Lionel camminando con le mani sui fianchi e ridendo "Quanto dovremmo

aspettare?

Va bene.

Chiama quando hai finito."

"Credo che a questo punto dovrei tossire e chiederle cosa vuole."disse Chloe "Non ho altre

informazioni su Clark e anche se le avessi avrei preferito mandargliele per iscritto invece di

viaggiare per 3 ore."

Lionel andò ad un tavolino e si prese da bene "Magari le darò una di queste trasmittenti,i nuovi

progressi tecnologici sono incredibili."

"Anche troppo,non le pare?"disse Chloe.

"Assolutamente si."disse Lionel "Ho notato anche io che negli ultimi 10 anni c'è stata

un'improvvisa impennata di tecnologie.

Ma comunque...avrebbe mandato le informazioni prima o dopo aver informato Lex?"

"Di cosa sta parlando?"disse Chloe.

"Signorina Sullivan questi giochetti possono funzionare quando sottrae informazioni al bibliotecario

della scuola ,ma come vede..."disse Lionel sedendosi su un divano nero con un bicchierino "...qui

non siamo a scuola."

"Signor Luthor,a cosa si riferisce?"disse Chloe perplessa.

"Io e lei abbiamo avuto quella che io ritenevo una conversazione privata,immagini la mia sorpresa

quando Lex mi ha rinfacciato le precise parole che le ho detto."disse Lionel.

Chloe spalancò gli occhi.

"Se non sbaglio lei mi aveva fatto credere di non essere più in contatto con Lex."disse Lionel.

"Infatti è così."disse Chloe "Ma la ringrazio per l'insinuazione profondamente offensiva.

Ora se permette,ho un lavoro da finire."

Chloe andò verso la porta.

"Quale lavoro?"disse Lionel e lei si fermò "Non ha più la rubrica sul Daily Planet."

"Cosa?..."disse Chloe.

"D'accordo,le faccio una proposta."disse Lionel "Se mi dice quello che ha detto a Lex,la rubrica è

salva."

"Glie l'ho detto,non sono io la fonte di Lex."disse Chloe "E anche se lei farà annullare la mia

rubrica,non è l'unico pezzo a cui sto lavorando per il Daily Planet.

Sono sicura che a loro interesserebbe un articolo su un miliardario eccentrico con un'ossessione

ingiustificata e ingiustificabile per un comune ragazzo di campagna del Kansas."

"Ingiustificata?"disse Lionel "Ingiustificata...per lei.

Comunque...è una minaccia?"

Lionel si alzò,si avvicinò e le girò intorno "Lei sta giocando con il fuoco,rischia seriamente di

scottarsi."

Lionel andò alla scrivania.

"Comunque non la riguarda."disse Chloe e lui si voltò verso di lei "Dato che ormai non lavoro più

per lei."

Chloe uscì dallo studio.

A Smallville c'era un grande edificio a 2 piani,arancione,rettangolare,con tetto piatto,bianco,con le

finestre del primo piano rettangolari,mentre quelle sopra avevano la parte circolare curva.

La parte frontale dell'edificio,al centro, aveva una parte rettangolare arancione più sporgente,con

7 arcate che conducevano ad una porta bianca ciascuna,e sopra ogni arcata c'era un cerchio bianco.

Il secondo piano,in questa zona,aveva la parte frontale fatta di colonne greche bianche,con dietro

delle finestre dai contorni bianchi,con tende celesti,con le pareti arancioni intorno.

Al centro del tetto c'era un altro edificio rettangolare,con il tetto a triangolo equilatero,con la parte

frontale,al centro di quest'ultimo, arancione e i contorni bianchi.

Le pareti di questo edificio erano arancioni,con tutti i lati bianchi e la parte frontale aveva 4 linee

rettangolari,verticali bianche,con in mezzo 4 finestre,dai contorni bianchi,e una porta

bianca,collocata al centro.

Al centro di questo edificio c'era una cupola dorata,con un piccolo edificio rettangolare

bianco,poggiato su una base circolare,dotato di una finestra sulla parte frontale.

Sul tetto aveva 4 statue,una per spigolo,al centro c'era una base rettangolare e sopra c'era una

statua.

La madre di Pitt stava camminando in un corridoio con Adams accanto.

Il corridoio aveva il pavimento chiaro,a destra c'erano delle finestre,con tende bianche e con piante

poco prima,vicine ad una panca di legno,la parete a sinistra era rossa e c'erano porte dorate e poco

dietro le 2 c'era una porta con contorni di metallo e con vetrate.

La giudice aveva i capelli legati dietro la testa e indossava un lungo e largo abito nero.

"I miei uomini stanno setacciando quel garage per trovare un indizio,ma il tempo sta

scadendo."disse lei.

"Rilasciare Masterson va contro tutto quello in cui credo."disse la donna fermandosi "Ma se non lo

faccio...la vita di Pitt sarà in pericolo."

La donna guardò Masterson che indossava una giacca nera ed era vicino ad una donna orientale con

capelli neri in giacca e cravatta celesti.

"Lo guardi."disse la madre di Pitt "Lui sa che abbiamo le mani legate."

"Cos'ha intenzione di fare?"disse lo sceriffo.

"Fino all'inizio dell'udienza pregherò."disse la donna che camminò con l'altra.

Clark era fuori dalla porta con le mani in tasca.

Indossava un giaccone blu,camicia biancha,con linee verticali e orizzontali blu,jeans blu e scarpe

nere.

L'avvocato diede a Masterson un telefono e lui chiamò.

Clark riuscì a sentire la conversazione.

"Pronto?"disse una voce.

"Nathan."disse Masterson.

"Parla."disse Nathan.

"È tutto sistemato."disse Masterson "Se il giudice ha capito,uscirò tra 20 minuti."

"Perfetto,ha funzionato."disse Nathan "Che vuoi che faccia?"

"Appena puoi, sbarazzati di Ross."disse lui "Ci vediamo dove previsto a Metropolis."

"Bene,tra un minuto Ross sarà carne in scatola."disse Nathan.

Clark corse a super velocità.

Nathan era vicino ad un'auto blu con i vetri spaccati e il tetto affossato,posta dentro un rettangolo

di mattoni con una facciata aperta e dotato di varie aperture rettangolari sulla parte alta delle pareti.

Intorno era pieno di macchine accatastate.

Nathan guardò Pitt nel porta bagagli,mentre il ragazzo perdeva sangue dalla bocca,poi chiuse il

portabagagli sorridendo e scese un gradino.

Clark corse a super velocità per le strade e arrivò in una zona con una rete di metallo a sinistra,con

alberi dietro e a destra c'erano altri alberi con alcuni edifici lontani.

Clark arrivò davanti ad un'insegna rettangolare,posta su un palo cilindrico giallo che segnava

l'entrata dello sfascia carrozze.

Nathan premette un pulsante su un oggetto rettangolare,connesso ad un filo e accese un motore.

La parte superiore del rettangolo sopra l'auto iniziò ad abbassarsi.

"PITT!"disse Clark vagando per le pile accatastate di auto,poi vide Nathan camminare e si avvicinò.

"Scusa,lavori qui?"disse Clark.

"Ma che diavolo?..."disse Nathan "Che ci fai qui,cieco?"

Clark spalancò gli occhi vedendolo bene e lo afferrò"Dov'è Pitt?"

"Fra poco tu farai la sua stessa fine."disse Nathan che emise il fischio dalla gola facendo allontanare

Clark che si mise le mani sulle orecchie,andando contro la pila di auto,si tolse gli occhiali e poi vide

che la pila stava crollando così corse a super velocità.

Nathan urlò cadendo all'indietro e venne schiacciato dalle auto.

"AIUTATEMI!"urlò Pitt "AIUTO!

QUALCUNO MI SENTE?"

Clark udì Pitt e vide la pressa,corse a super velocità e si mise sotto di essa bloccandola,mentre il

motore cominciava ad emettere scintille,poi aprì il porta bagagli.

"PITT!"disse Clark "Pitt,stai bene?"

"Clark..."disse Pitt sorridendo e poi svenne.

Il giorno dopo Pitt era al Taloon,al bancone,circondato dalle ragazze.

Indossava una tuta arancione,pantaloni neri e scarpe nere.

Una di loro gli aveva messo un braccio intorno alla schiena.

"E così sono riuscito a salvarmi dalla pressa e sono scappato."disse Pitt.

"Wow!"disse quella vicino a lui "È la cosa più coraggiosa che ho sentito."

"Beh sai,non mi piaceva l'idea di diventare carne in scatola."disse Pitt.

"Sono contenta che stai bene."disse una ragazza più grande di lui che lo baciò,seguito da quella che

gli era vicina.

"Chiamami."disse quella che lo aveva baciato per prima andando via.

"Puoi scommetterci."disse Pitt.

"Scommetto che sentirò questa storia per molto tempo."disse Clark al bancone dietro di

lui.

Pitt rise "Beccato.

Che cosa vuoi che ti dica,le ragazze amano gli eroi.

Non ti dispiace se cambio la verità."

"Pitt...io sono il più grande bugiardo vivente."disse Clark "E poi è il minimo che possa fare per

ringraziarti."

"Che cosa fai?"disse Pitt che vide Clark togliersi gli occhiali.

"I miei occhi si stanno adattando,devo cambiare le lenti."disse Clark.

Chloe arrivò sul posto.

Indossava una maglietta chiara,jeans blu e scarpe nere.

Aveva sull'avambraccio destro il giaccone viola scuro.

"Chloe!"disse Pitt "Se vuoi intervistarmi,comincia pure."

"Mi dispiace Pitt,dovremo rimandare."disse Chloe "Sono felice per la tua vista."

Pitt la fermò prima che lei andasse via "Aspetta,che succede?"

"Non lavoro più per il Daily Planet."disse Chloe "E anche per l'Air Force niente trattamenti speciali

o successo sicuro per il futuro."

"Che cosa?"disse Pitt "Perché?"

"Nella lettera di licenziamento non era specificato."disse Chloe "E dato che i guai non vengono mai

soli,mio padre è stato licenziato dalla Luthor Corporation questa mattina."

"Ma com'è possibile?"disse Clark "Tuo padre lavorava li da anni."

"Se vuoi spiegazioni,chiedile a Lex,l'ha licenziato lui."disse Chloe.

Poco dopo Clark era sul divano nero,nello studio di Lex,senza il giaccone.

Indossava una camicia rossa,con linee chiare.

"Clark?"disse Lex entrando.

Indossava una maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ho saputo della tua guarigione miracolosa."disse Lex.

"Mi hanno detto che oggi hai licenziato il padre di Chloe."disse Clark.

"Ah..."disse Lex mettendosi le mani in tasca "Sembra che il suo rendimento fosse molto scarso."

Lex andò a prendersi da bere.

"Lavorava alla Luthor Corporation da anni,così rovinerai la sua famiglia."disse Clark.

"Clark..."disse Lex voltandosi verso di lui "...è stato il signor Sullivan a diffondere quelle calunnie

su di me,secondo mio padre.

Chloe deve averlo sentito da lui e l'ha riferito a te."

"No,non è del tutto esatto,questa è un'ingiustizia..."disse Clark.

"Lascia stare la giustizia."disse Lex "È una lotta per il potere.

Mio padre ha vinto una battaglia,immagino che dietro..."

"E il signor Sullivan è una vittima di guerra."disse Clark.

"Esatto."disse Lex "Mio padre ha iniziato la guerra.

Ma io ho un grande vantaggio.

Lui mi crede un debole.

Ero convinto che mi avresti ringraziato."

"Perché avrei dovuto?"disse Clark.

"Sacrificando il padre di Chloe...ho evitato il tuo coinvolgimento."disse Lex.

Clark restò perplesso.

Poco dopo Clark era nel fienile e si tolse gli occhiali guardandosi ad uno specchio,poi vide il

riflesso di Lana.

Lo specchio era grande,posto in un angolo a sinistra del fienile.

Lei indossava un giaccone blu,maglietta rossa,jeans blu e scarpe nere.

"Ho saputo che sei guarito."disse Lana e lui si voltò.

"Ciao Lana."disse Clark "Ah...sono contento che sei qui.

Volevo parlarti di quello che è successo ieri nel furgone."

"Certo,anche io volevo parlartene."disse Lana.

"Mi sono lasciato andare...mi sentivo vulnerabile,avevo paura che..."disse Clark.

"Clark...il motivo per cui sono andata via...è che io ho...ho conosciuto una persona in

ospedale."disse Lana.

"Ah..."disse Clark.

"E devo ancora capire cosa provo per lui."disse Lana.

"Eh...penso che...il fatto che tu me ne parli,significa che ci tieni."disse Clark.

"Probabilmente si..."disse Lana "Comunque io...volevo restare tua amica e...non volevo che lo

sapessi da qualcun altro."

"Certo."disse Clark "Certo."

"Bene,adesso...adesso devo tornare al Taloon."disse lei che andò verso la prima rampa di scale.

"Lana..."disse Clark e lei si fermò "Grazie della sincerità."

"È l'unico modo per mantenere un rapporto,no?"disse Lana che scese le scale e andò via,poi uscì

dal fienile piangendo e salì in auto,mise in moto e andò via.

Clark riuscì a sentirla singhiozzare.