SMALLVILLE:EREDITÀ

Lionel,che era nel suo ufficio,aveva gli occhi chiusi e la pistola in bocca.

In quel momento squillò un cellulare,che era sul tavolino,e lui aprì gli occhi,poi prese l'oggetto,con

la mano destra,e rispose.

"Che c'è?"disse Lionel"È lui?

Bene,tieni pronto l'elicottero."

Lionel mise il cellulare sul tavolo,chiuse la scatola e mise la pistola su di essa.

Tempo dopo il Sole splendeva sulla fattoria dei Kent.

Sul tetto del fienile c'era Jonathan,che era vicino a un rettangolo di legno,avente una grata

rettangolare posta su ogni faccia e con la parte superiore triangolare e bianca.

Dietro di lui,a diversi metri,c'era un altro rettangolo identico.

Jonathan indossava un giacchetto marrone,senza maniche,camicia bianca,con linee verdi verticali e

orizzontali,guanti gialli,jeans blu,scarpe nere e in mano aveva una placca di metallo,dalle sembianze

di un gallo,posta in cima a una piccola asta verticale che aveva una freccia di metallo orizzontale

perpendicolare.

A terra c'era Marta che indossava un giaccone rosso,abbottonato,jeans blu e scarpe marroni.

Lei si avvicinò al fienile.

"JONATHAN?"disse Marta"CHE COSA FAI LASSÙ?

DOVREBBE FARLO CLARK!"

"TRANQUILLA!"disse Jonathan"VA TUTTO BENE!"

"JONATHAN TI PREGO,STA ATTENTO!"disse lei.

"TESORO...HO COSTRUITO QUESTO TETTO CON MIO PADRE."disse Jonathan"POTREI

CAMMINARCI AD OCCHI CHIUSI."

Lui mise l'oggetto che aveva in mano sulla parte superiore del rettangolo.

"IL DOTTORE HA DETTO CHE NON TI DEVI AFFATICARE!"disse Marta.

"NON MI DIRAI CHE È UN LAVORO FATICOSO AVVITARE QUEST'ASTA?"disse Jonathan.

Marta scosse la testa.

Poco dopo venne udito un forte rumore stridulo e Jonathan si mise le mani sulle tempie,urlando di

dolore.

Nel fienile c'era una luce arancione e rossastra che usciva dalla cassetta degli attrezzi rossa,su

ruote,con i cassetti di metallo grigio.

La luce divenne estremamente intensa e di colore giallo ocra.

Jonathan continuò a urlare e a tenersi le mani sulle tempie.

"JONATHAN?"urlò Marta.

L'uomo continuò a urlare e a dimenarsi.

"Jonathan..."disse Marta sconvolta.

Lui perse l'equilibrio e afferrò l'asta per sorreggersi.

"JONATHAN!"urlò Marta.

L'asta si piegò e cadde,poi l'uomo rotolò sul tetto.

"CLAAAARK!"urlò Marta.

Clark era in mezzo a un campo,vicino a delle mucche,sopra un rimorchio con un grande piano

rettangolare di legno,avente su di esso dei rettangoli di fieno.

Lui indossava un giaccone blu,maglietta rossa,jeans blu,scarpe marroni e aveva una pala nelle mani.

Clark guardò verso il fienile e corse a super velocità,mentre il padre cadeva nel vuoto,scavalcò una

ringhiera,si chinò,prese Jonathan,poi rotolò a terra ed evitò l'asta,che si schiantò sul terreno.

"Papà...che facevi?"disse Clark"Volevi imparare a volare?"

Clark aiutò Jonathan ad alzarsi"Stai bene?"

Marta corse verso il marito e lo abbracciò"JONATHAN!"

Lui si mise le mani sulle tempie"È stata colpa di quel rumore.

Da dove diavolo proveniva?"

"Io non ho sentito niente."disse Clark.

"Me lo sarò sognato."disse Jonathan che andò a raccogliere l'oggetto caduto.

"Ah...papà aspetta..."disse Clark che si chinò e provò a prendere l'asta"Lascia che ci pensi io..."

"DANNAZIONE KAL EL!"urlò Jonathan che si alzò e tenne l'oggetto stretto tra le mani"Posso

farlo da me!"

"Kal El?"disse Marta e Jonathan si fermò.

"Perché mi hai chiamato così?"disse Clark.

"Ehm..."disse Jonathan che camminò"Non lo so."

I 2 lo seguirono.

"Papà,hai detto di aver sentito un rumore,com'era?"disse Clark.

"Come un fischio,un sibilo acuto."disse Jonathan.

"Papà!...era la chiave?"disse Clark.

"CLARK!"disse Jonathan che si voltò verso di lui"SONO SOLO SCIVOLATO DAL

TETTO,TUTTO QUI!"

Jonathan riprese a camminare e Clark gli andò dietro.

"Sei sicuro che non centri Jor El?"disse Clark.

"ERAVAMO D'ACCORDO DI NON PARLARNE PIÙ!"disse Jonathan che gettò l'oggetto verso

la staccionata.

Marta e Clark rimasero a guardarsi preoccupati.

Clark camminò velocemente verso la cassettiera,si chinò e aprì l'ultimo cassetto,iniziando a frugare

all'interno,prese la scatola scura e la mise sulla cima dell'oggetto,dopo di che la aprì e frugò

all'interno,prendendo l'ottagono con la mano sinistra.

In aria,a centinaia di metri d'altezza,c'erano Ajak e l'altro individuo.

"A quanto pare...il suo passato sta tornando alla luce di nuovo."disse la figura maschile.

"Il passato non muore mai."disse Ajak"Continua a tornare.

E devi continuare a ucciderlo."

Poco dopo il ragazzo era nelle grotte,con l'oggetto metallico nella mano sinistra"Perché l'hai voluto

coinvolgere Jor El?

Qualunque promessa ti abbia fatto mio padre...me ne occuperò io!

ANDIAMO!"

Clark mandò il braccio sinistro verso la parete rocciosa"ANDIAMO JOR EL!

SONO IO QUELLO CHE VUOI!"

I simboli sull'ottagono si illuminarono di luce verde,la mano di Clark tremò,poi si formò di nuovo

l'incavatura ottagonale sul muro di roccia e la parte interna di quest'ultima andò ancora di più

dentro la parete,formando un profondo buco sul cui fondo apparve una luce azzurra.

L'ottagono rimase sospeso a mezz'aria,mentre i simboli incisi su di esso diventavano rossi,giallo

ocra e blu,poi dall'oggetto uscì un raggio bianco,che entrò nel buco,più altri 3 raggi,di cui 1 blu,1

rosso e 1 giallo ocra,che andarono verso la roccia,in obliquo,dopo di che l'oggetto roteò

leggerment raggi si unirono in quello centrale,che divenne prima bianco e poi rosso.

Dalla parete iniziò ad uscire una luce viola,mentre l'oggetto iniziava ad illuminarsi dello stesso

colore.

"CHE SUCCEDE?"urlò la voce di Lionel Luthor"CHI C'È QUAGGIÙ?"

Clark afferrò l'oggetto,con la mano destra,lo mise in tasca e guardò alla sua sinistra.

Lionel,che indossava un lungo cappotto nero,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri

e scarpe nere,illuminò Clark con una torcia,che era tenuta con la mano sinistra.

"Oh Clark..."disse Lionel avvicinandosi"Sei tu.

Spero di non disturbare."

"Volevo stare un po' da solo."disse Clark.

"Si,ti posso capire."disse Lionel che guardò le pareti camminando"Anche io...quando vengo qui

e...osservo queste rocce ho la sensazione di poter risolvere tutti i misteri dell'Universo."

Lionel si voltò e gli illuminò il viso"Tu cosa pensi?"

"Non saprei."disse Clark"Devo andar via ora."

Il ragazzo fece qualche passo.

"Clark?"disse Lionel e Clark si fermò"E tuo padre?

Come sta?

Come va la convalescenza?"

"Sta meglio."disse Clark e Lionel si avvicinò.

"Immagino quanto sia terribile per te vederlo così...così debole."disse Lionel.

"Forte o debole è sempre mio padre."disse Clark"E io gli voglio bene."

"Certo Clark."disse Lionel"L'amore di un figlio per un padre...per suo padre...è qualcosa di

superlativo."

Lionel gli mise la mano sinistra sulla spalla sinistra"Beh...dopotutto di padre ce n'è 1."

Clark andò via e Lionel illuminò la parete,poi si avvicinò e toccò il muro di pietra,mentre l'altro

andava via a supervelocità.

Luthor si guardò intorno"Clark?"

Poco dopo Lex era seduto alla scrivania del suo studio e aveva un giornale nelle mani.

Indossava una camicia grigia,pantaloni neri e scarpe nere.

La figura femminile,con le scaglie sulla fronte,era vicina alla parte sinistra del caminetto acceso e

indossava il lungo vestito nero con le aperture sui fianchi.

"Sto vivendo 1 strano caso di dejavu."disse Lex,mentre Lionel andava alla destra del

camino,sfregandosi i palmi delle mani"Credevo fosse un capitolo chiuso molto tempo fa.

Perché questo rinnovato interesse per quelle grotte?"

"Lex..."disse Lionel che lo guardò e si avvicinò"Ascolta...è accaduta...una cosa veramente

straordinaria."

Lionel si sedette alla sinistra del figlio"Ti ricordi il...il foro ottagonale...quella...quella specie di

incavo che c'era in una delle pareti della grotta?"

"Mi dispiace,questa è la tua ossessione non la mia."disse Lex.

"Certo,ma..."disse Lionel indicandolo con l'indice sinistro"...ti ricorderai...che quel foro era chiuso

giusto?"

Lex annuì.

"Ieri ho trovato Clark Kent nelle grotte."disse Lionel.

La figura femminile guardò Lionel con attenzione.

"Clark?"disse Lex fissando il padre.

"Si."disse Lionel"E il foro era aperto,in qualche modo l'aveva aperto."

"Sai,papà...dicono che le malattie mentali siano ereditarie."disse Lex alzandosi e andando a

prendersi da bere"Io preferisco affrontare il problema con realismo.

E tu?"

Lionel si alzò e lo seguì.

"Lex,le menti eccelse sono state sempre denigrate!"disse Lionel"Galileo sapeva che era la Terra a

girare intorno al Sole!...e venne condannato a morte per quella scoperta."

"Perché non c'è più l'inquisizione?"disse Lex guardando davanti a se.

"Oh!..."disse Lionel"Non permettere che la tua amicizia per Clark Kent ti offuschi la mente!

Ricordati che è stato lui a scoprire le grotte tempo fa!"

"Ci è caduto dentro."disse Lex che bevve"Una cosa del tutto fortuita."

"Poi 1 dei simboli delle grotte è apparso misteriosamente nella sua stalla."disse Lionel.

"Potrebbe essere lo scherzo di qualcuno,in quelle grotte ci organizzavano persino le feste."disse

Lex"Avranno visto tutti quei segni."

"Il foro si è chiuso il giorno in cui ci fu quell'esplosione nella sua fattoria."disse Lionel.

"Una coincidenza."disse Lex.

"AH!..."disse Lionel guardandosi intorno"Una coincidenza?!

È la spiegazione usata da chi si rifiuta di vedere."

Lionel si voltò verso il figlio"Lex...noi potremmo arrivare molto lontano...se lavorassimo uniti.

Non far finta di non condividere quella che definisci la mia ossessione."

All'interno di un piccolo camion celeste,dotato di una scala metallica sulla parte superiore,c'era un

piano di metallo,posto a destra,con delle radio,dei computer e delle casse circolari messe sopra di

esso.

Nella zona a sinistra del piano c'era un macchinario rettangolare nero,con delle luci rosse,avente i

contorni di metallo e una lampada cilindrica,messa in orizzontale sulla parte superiore

dell'oggetto,da cui usciva una luce azzurra.

Sopra il macchinario c'era un piano di metallo,con delle luci cilindriche azzurre sulla parte

inferiore,avente vari oggetti posizionati sopra.

La parte a sinistra dell'ambiente aveva un grande mobile di metallo nero,composto da varie file di

cassetti,dotato di aperture rettangolari sulla parte alta.

Un uomo calvo,in giacca e cravatta neri,era seduto davanti al piano,con delle cuffie sulla testa,e alla

sua sinistra c'era l'agente che aveva fatto visita a Lex.

Dietro i 2 uomini c'erano 2 porte fatte da una grata di metallo.

"So che hai archiviato migliaia di dati per scoprire il mistero di Clark Kent."disse Lionel"Se tu non

mi aiuterai,troverò qualcun altro che lo farà."

Fuori dal camion c'erano 2 uomini,camuffati da lavoratori,che stavano mettendo dei cartelli e delle

transenne.

Il mezzo era alla base di una salita,piena di foglie e rami secchi,a sinistra,mentre a destra

c'era un torrente e poco oltre la zona era presente un ponte.

Jonathan era nel fienile e stava osservando la placca ottagonale,tenendola con la mano

sinistra,mentre Clark,che indossava il giaccone blu,era fermo dietro di lui,ad alcuni metri di

distanza.

"Hai detto che ci sarebbe stato più tempo."disse Jonathan.

"Con chi stai parlando?"disse Clark.

"Con nessuno Clark."disse Jonathan girandosi verso di lui"Sto solo pensando ad alta voce."

Clark si avvicinò"Stavi parlando con Jor El?"

"Senti figliolo,non tutto gira attorno al tuo vero padre,d'accordo?"disse Jonathan.

"Lui non è il mio vero padre."disse Clark che si avvicinò ancora.

"Si che lo è,Clark."disse Jonathan e Clark si fermò"Lo è."

Jonathan camminò verso l'entrata del fienile"E lui sarà ancora qui quando io non ci sarò più.

Quando Marta non ci sarà più.

E tu sarai da solo con lui."

"Papà,che cosa ti succede?"disse Clark mentre Jonathan fissava un tavolo di legno pieno di attrezzi

da lavoro.

"Non mi aspetto che tu capisca quello che sto per dirti."disse Jonathan che mise le mani sul

tavolo"Ma ho rischiato di morire e ora mi guardo attorno e mi chiedo...quali obbiettivi ho centrato

in vita mia?

Tu sei fortunato Clark...perché non dovrai mai guardare in faccia la morte.

Ma se lo facessi...ti troveresti anche tu a riconsiderare le tue scelte."

"Come adottarmi?"disse Clark.

Jonathan lo guardò e si avvicinò"No Clark,no.

Non me ne pentirò mai,solo che mi sono sfuggite così tante occasioni.

Devo convivere con i miei errori...e non lasciare che diventino i tuoi."

"Sei stanco."disse Clark che mise l'avambraccio sinistro in orizzontale e tenne la mano aperta,con il

palmo in alto"Andiamo a casa."

Jonathan gli diede l'oggetto ottagonale.

"Meglio non attirare troppa attenzione sulla chiave."disse Clark che si avvicinò alla scatola di

metallo,posta sulla cassettiera rossa,avvolse l'oggetto dentro un panno grigio e poi chiuse il

contenitore con il lucchetto.

Durante il pomeriggio Clark si recò al Taloon e si sedette a 1 dei tavolini,con un libro nella

mano destra,e Lana lo raggiunse poco dopo.

Lei indossava una maglietta verde,jeans blu,scarpe nere e aveva un contenitore di caffè nella mano

destra.

"Non la trovi una lettura piuttosto impegnativa?"disse Lana.

Clark chiuse il libro"Sto solo cercando di capire quello che accade a mio padre.

Dopo quello che è successo..."

"Quand'ero in ospedale i dottori mi hanno detto che...la depressione è molto comune dopo un

intervento."disse Lana versando il caffè nel bicchiere sul tavolo di Clark.

"Sai...lui non è più lo stesso."disse Clark"Non fa altro che...parlare di tutte le opportunità che ha

perso."

"Clark,si risolverà tutto."disse Lana"Non c'è altro da fare...che avere tanta pazienza."

"Che succede quando si arriva a un punto di non ritorno,sai dirmelo?"disse Clark.

"Beh...allora dipende solo dalla tua determinazione."disse Lana che sorrise e andò via.

Luthor stava camminando verso la zona transennata insieme ai 2 agenti dell'F.B.I.

Lex indossava un cappotto nero e lungo.

L'agente alla destra di Lex,che era quello con i capelli,aveva una penna nella mano destra e un

blocco di fogli nella mano sinistra,mentre quello a sinistra aveva un altro blocco di fogli nella mano

destra.

"Cos'è quest'ossessione della grotta?"disse l'agente alla destra di Lex.

"Avete sentito la conversazione,è una delle innumerevoli stravaganze di mio padre."disse Luthor.

"Centra anche Clark Kent?"disse quello calvo che era a sinistra.

"Ve l'assicuro,Clark non ha niente a che fare con mio padre."disse Lex.

"Non sembrava che fosse così."disse quello a destra"Quando la polizia di Metropolis le ha teso

quella trappola...lei ci ha raccontato un sacco di cose."

"Vi ripeto che è così e basta!"disse Lex che si fermò e li guardò"Prima del mio aiuto potevate

accusare mio padre soltanto di falso in bilancio.

Vi sto offrendo ricerche illegali sulle cellule,rianimazione di tessuti morti,clonazione,manipolazioni

genetiche,crimini contro l'umanità...ma lasciate fuori Clark Kent."

"Hmh..."disse l'agente con i capelli che guardò il blocco di fogli e lesse delle righe"So benissimo

che hai archiviato migliaia di dati per scoprire..."

L'agente fece qualche passo"...il mistero...di Clark Kent.

Non mi sembra il ritratto di un qualunque ragazzo di provincia."

L'uomo gli andò alle spalle e Lex si voltò verso di lui.

"Può darsi che...se ve lo ripeto al microfono...lo capirete meglio."disse Lex che fece qualche

passo"Clark Kent non è nessuno."

"Un nessuno che è amico del dottor Virgil Swann?"disse quello calvo e Lex lo fissò perplesso.

"Eh si."disse l'altro.

I 2 si allontanarono e Lex restò perplesso.

A Metropolis c'era un grande edificio rettangolare bianco,di cui ogni facciata aveva 10 piani,con la

parte superiore nera,obliqua verso dietro,avente la zona in cima piatta e dotata di 3 tetti

triangolari,di cui quello centrale era nero,con i lati verdi,mentre i 2 laterali erano chiari.

Il triangolo centrale aveva 3 file di finestre oblique verdi,composte ciascuna da 2 finestre,mentre i

triangoli laterali ne avevano solo una,formata da 3 finestre di cui 2 erano allo stesso livello e la terza

era sopra,al centro.

Lionel Luthor era in un immenso ingresso con il pavimento chiaro.

Alle sue spalle c'era una grande arcata,che portava verso una scala,mentre alla sua sinistra era

presente un gigantesco quadro,posto su una parete di legno,con un grande candelabro bianco,alto 3

metri,posizionato davanti ad esso e dotato di una base che andava in obliquo verso l'esterno e poi in

verticale.

Alla sinistra del candelabro c'era una grande porta di legno scuro,alta 3 metri e divisa in 2 parti,che

era incastonata in una zona di marmo con macchie rosate e bianche.

Alla destra di Luthor c'era un'altra arcata che conduceva verso un grande corridoio bianco,avente

delle porte in fondo,dove era presente un lampadario di metallo che pendeva dal soffitto.

Lionel,che indossava un lungo cappotto nero,giacca nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri

e scarpe nere,camminò avanti e indietro,tenendo le mani dietro la schiena,mentre la carrozzina del

dottor Swann si avvicinava.

L'uomo indossava un maglione marrone,pantaloni neri e scarpe nere.

"Di solito i grandi imprenditori non si presentano senza appuntamento."disse Swann.

"Ecco,io..."disse Lionel"Le chiedo scusa per averla sorpresa in questo modo,dottor Swann,ma...è

una questione di una certa urgenza."

"Mi stavo giusto chiedendo quando si sarebbe deciso a venire."disse Swann.

"Allora lei sa già per quale ragione io sono qui."disse Lionel.

"Penso che abbia letto le mail che ho inviato a Clark Kent,è esatto?"disse lui.

Lionel rise"La mia trasgressione non sembra averla irritata,sono contento."

"Sono 1 scienziato."disse Swann"E le persone curiose suscitano il mio interesse di solito."

"Dottor Swann io sono il...conservatore delle grotte di Smallville."disse Lionel camminando

lentamente verso sinistra e poi verso destra"Se lei potesse dirmi cosa c'è scritto sulle pareti della

grotta...sarei lieto di far trasferire la loro tutela alla sua importante fondazione."

"La ringrazio,ma temo di non poterla aiutare."disse Swann"La lingua e tutt'ora un mistero per me."

"Lei sa che di recente era apparsa una specie di serratura di forma ottagonale...sulla parete della

grotta?"disse Lionel andando lentamente verso sinistra e poi fermandosi"È rimasta chiusa per

mesi...e poi inaspettatamente si è aperta...dopo che il nostro giovane amico Clark...si è recato

laggiù."

"Allora non ha bisogno di me,ma di un fabbro."disse Swan risero.

"Perché vede..."disse Lionel andando verso destra"...la chiave della serratura...era in mio possesso.

Ma è stata rubata dalla mia cassaforte.

E anche allora Clark era presente."

"Quindi,secondo lei,è Clark ad averla?"disse Swann.

"Eh...di lei si fida."disse Lionel"Mi chiedevo se sarebbe disposto a parlargli.

Mi sembra un prezzo molto basso da pagare per riuscire a conoscere...le risposte che lei sta

cercando."

"Io so cosa cerco."disse Swann"Ma lei cosa si aspetta di scoprire?

Sta morendo..."

"Chi glie lo ha detto?"disse Lionel.

"Non è il solo a questo mondo a essere curioso."disse Swann.

Lionel fece qualche passo avanti"Dottor Swann...so che quello che mi può salvare la vita è

rinchiuso dentro le mura di quella grotta."

"Io credo nello straordinario."disse Swann"E nelle possibilità che esso offre...ma...preferisco

proseguire per la mia strada."

"Capisco."disse Lionel allontanandosi"D'accordo.

Grazie per il suo tempo...dottore."

"Ma anche se avesse la chiave non so cosa potrebbe accadere...se la inserisse nella serratura."disse

Swann e Lionel si fermò.

"Io correrei comunque il rischio."disse Lionel.

"Allora penso...che noi 2 potremmo metterci d'accordo."disse Swann e Lionel lo guardò.

Poco tempo dopo le impalcature di metallo erano state rimesse nella grotta,come anche la vetrata

con il buco circolare al centro,che era stata posizionata nuovamente davanti all'apertura ottagonale.

Clark arrivò sul posto e si fermò davanti al vetro.

"Clark..."disse Lionel arrivandogli alle spalle"Temo di aver invaso il tuo santuario."

Luthor andò a firmare un foglio,posto su un blocco,che gli venne passato da un uomo con camice

bianco.

"Che cosa spera di trovare?"disse Clark avvicinandosi.

"Oh,dimmelo tu."disse Lionel che andò dietro la vetrata e osservò la parete"Come l'hai aperta

Clark?"

"Non so di cosa stia parlando."disse Clark raggiungendolo.

"Non ho alcuna voglia di scherzare."disse Lionel che andò verso un altro uomo con il camice e

firmò un altro foglio"Ti aspetti che creda che il tuo interesse per queste grotte sia nato da un

compito assegnato in classe?

No,inventane un'altra."

"Non credo che abbia voglia di parlare di insolite ossessioni,signor Luthor."disse Clark"A meno che

non voglia dirmi per quale motivo ha indotto i miei amici a farmi spiare."

"Noi siamo su questa terra per una ragione,Clark."disse Lionel"Il nostro compito è scoprire qual'è

questa ragione.

E qualche volta non possiamo farlo da soli."

Lionel camminò per la zona.

"Lei non troverà mai quello che cerca."disse Clark.

Lionel si voltò verso sinistra e lo guardò"Sono più vicino di quanto credi."

La notte seguente delle auto nere,con una sirena sulla parte frontale,più diversi furgoni neri

arrivarono nella fattoria dei Kent.

Marta uscì di corsa dalla casa.

Lei indossava un maglione viola,pantaloni neri e scarpe nere.

"Cosa diavolo succede qui?"disse Marta,mentre degli uomini dell'F.B.I. scendevano dalle auto.

1 di loro aveva i capelli neri,corti e lisci,con la riga a sinistra,indossava un giaccone scuro,con la

scritta gialla"F.B.I."a sinistra,pantaloni chiari,scarpe nere e aveva un foglio nella mano sinistra,che

era insieme a un distintivo.

"Voi perquisite la stalla,gli altri con me."disse l'uomo e gli altri si mossero,poi lui si diresse verso la

donna"Marta Kent?"

"Cosa state facendo?"disse Marta.

"F.B.I."disse lui mostrando il foglio e il distintivo"Agente Tobin.

Dobbiamo perquisire la fattoria."

"Ma non potete farlo!..."disse Marta e l'uomo le diede il foglio.

"Possiamo e lo faremo."disse lui.

Gli uomini entrarono nella casa ed iniziarono a perquisire tutti i mobili,gettando il loro contenuto

sul pavimento.

Marta si recò nel fienile,mentre gli agenti mettevano tutto sotto sopra,e vide 1 di loro posare

la scatola nera sopra la cassettiera rossa,che era rovesciata.

"No.."disse Marta,mentre un altro utilizzava delle grosse tronchesi gialle per rompere il lucchetto.

L'agente Tobin la afferrò e la bloccò"Mi scusi signora,deve uscire di qui."

Clark era nel Taloon,che era vuoto,e parlava a un telefono a muro"Ciao mamma.

Sono in giro a cercare papà.

Credo di sapere dove può essere.

Ci vediamo dopo."

Clark attaccò il telefono,si voltò e vide Lana,che era a braccia incrociate.

Lei indossava una maglietta bianca,con macchie verdi e rosse,pantaloni neri e scarpe nere.

"Grazie...per la telefonata."disse lui camminando.

"Clark,che succede?"disse Lana.

Lui si avvicinò al bancone e ci poggiò le mani sopra"Mio padre sembra fuori di testa,ha scaricato

solo...metà del mangime,poi improvvisamente è salito sul camion ed è sparito."

Lana si avvicinò e si mise alla sua sinistra.

"Sono preoccupato Lana."disse Clark"Non aveva mai fatto niente del genere."

Lei gli mise la mano destra sulla spalla sinistra e lo voltò verso di se.

"Dai,stai tranquillo."disse Lana che gli prese la mano sinistra"Si risolverà tutto."

"Scusami se mi sfogo con te."disse Clark.

"Ma no...non ti devi scusare,mi fa piacere invece che ti confidi con me."disse Lana e lui la baciò.

Lei rimase con gli occhi chiusi e pianse.

"Lana?"disse Clark.

"So che è un momento difficile per te..."disse lei.

"No..."disse Clark"Non è questo il problema.

Non voglio avere rimpianti come mio padre.

Non voglio pensare alle occasioni perse."

Lui provò a baciarla ancora.

"Clark?..."disse Lana fermandolo"Ci abbiamo già provato una volta."

"Nessuno ci vieta di tentare ancora."disse Clark.

"Non stavo parlando di noi."disse Lana"Adesso tu...devi pensare a tuo padre.

D'accordo?

Lui ha bisogno di te."

Clark annuì"Si."

Lui andò via e Lana si mise a pulire il bancone con lo straccio.

Jonathan,che indossava il giaccone verde scuro,era al cimitero,accucciato davanti a una lapide

rettangolare,con gli spigoli superiori curvi verso l'interno,avente una placca rettangolare con dentro

la parola"Kent"in alto,al centro,più altre 2 placche in basso,più piccole.

"Papà."disse Clark che gli arrivò alle spalle"Stai bene?

Io e la mamma eravamo preoccupati.

Non puoi...andartene così..."

"Come sapevi che ero qui?"disse Jonathan.

"Quando cerco una risposta mi rivolgo a mio padre."disse Clark"Si fa così in una famiglia."

"Tuo nonno era la persona più testarda della Terra."disse Jonathan alzandosi"E credimi...io non ero

certo il figlio che sei tu.

Mia madre diceva sempre...che noi 2 avevamo lo stesso carattere."

Jonathan camminò avanti e indietro"Identico.

Una lite continua.

E vedendo come litigate tu e Jor El mi chiedevo se accadeva la stessa cosa su Krypton."

"Solo che per me sei tu mio padre,non lui."disse Clark.

"Si..."disse Jonathan fermandosi e guardando la tomba,poi iniziò di nuovo a camminare avanti e

indietro"Sono il padre che quando hai più bisogno di lui ti volta le spalle.

Sono il padre che ti costringe a scappare."

Jonathan si fermò"Mio padre non l'avrebbe mai fatto.

Vorrei tanto avere la sua forza e la sua saggezza."

Clark si mise alla sua sinistra"Ma tu le hai."

"Clark,non so più come proteggerti ormai."disse Jonathan.

"Non è il tuo compito."disse Clark che fece un passo avanti"Il tuo compito è farmi capire come

riuscire a farlo da solo.

E non vuol dire che non ho bisogno di te.

Lo stesso vale per loro.

Torniamo a casa ora."

I 2 andarono via.

Lex era seduto su una poltrona nera,nel suo studio,mentre Lana era seduta sul divano nero

davanti a lui.

Luthor indossava una camicia marrone,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Lana indossava una

camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Lex le passò una busta e lei la lesse.

"So che sei qui per i conti del Taloon e questo non è affatto piacevole...ma...ho la netta sensazione

che ci sia sotto dell'altro."disse Lex.

"Oh!...no no no,va tutto bene."disse lei sorridendo,poi prese una valigia marrone,con la mano

sinistra,si alzò e andò verso la porta.

"Lana,ricordati che a me puoi dire tutto."disse Lex.

Lei si fermò,lo guardò e tornò indietro,andando a sedersi sul divano"Ho sempre pensato che...che

una persona potesse cambiare ma..."

Lei si toccò la fronte con la mano sinistra,poi guardò Luthor con gli occhi lucidi"...comincio a

perdere un po' la fiducia."

La ragazza si mise la mano sinistra sulla bocca e chiuse gli occhi.

"Stiamo parlando di Clark?"disse Lex.

Lei sorrise e si asciugò le lacrime"Si,direi che è lui.

Prima è venuto al Taloon e...e mi ha dato un bacio."

"Ti ha baciata?"disse Lex.

"Si..."disse Lana annuendo.

"Non era quello che volevi?"disse Lex.

Lei sorrise e scosse la testa,piangendo mentre lo faceva,si mise le mani sul volto,dopo di che

parlò"Io...non...io non lo so."

Lex si alzò e si sedette alla sua sinistra"Senti...non sono il più indicato per darti questo genere di

consigli.

Ma l'unica cosa che so delle relazioni sentimentali...è che di solito qualcuno finisce per soffrire."

Lei si asciugò una lacrima con la mano sinistra"Non credi che possa fidarmi di Clark,vero?"

"Non direi che si tratta di fiducia."disse Lex"Come disse un poeta tedesco...non puoi giudicare una

persona dall'ultima conversazione che ci hai fatto.

Devi valutare l'intero rapporto che hai avuto con lui."

Clark e Jonathan entrarono nel fienile,trovandolo del tutto in soqquadro.

Marta era nell'edificio e indossava un giaccone rosso scuro.

"Mamma!"disse Clark.

"Oh!"disse lei voltandosi verso di lui"Grazie al cielo siete tornati."

"Cos'è successo?"disse Clark guardandosi intorno.

"È venuta l'F.B.I.,hanno buttato tutto all'aria!"disse Marta.

Clark cominciò a camminare per la zona"Che cosa volevano?"

"Non lo so,avevano un mandato di perquisizione,manca solo la chiave."disse Marta.

Clark andò ad aprire il contenitore scuro e vide che l'oggetto ottagonale non c'era.

"Devo ritrovarla."disse Clark"Se scoprono a cosa serve sul serio..."

"Sta tranquillo Clark."disse Jonathan.

Clark si alzò di scatto e lo guardò"Ma che stai dicendo?"

"Non hanno trovato quello che cercavano."disse Jonathan mostrando l'oggetto ottagonale con la

mano sinistra.

Lex era ancora sulla poltrona nera,con un bicchiere nella mano destra,e sul divano davanti a lui

c'erano 2 uomini in giacca e cravatta.

Luthor parlò in tedesco.

Clark entrò di corsa nella stanza"Lex!"

"Ho da fare,puoi aspettare un momento?"disse Lex.

"L'F.B.I. ha perquisito la nostra fattoria!"disse Clark.

Lex parlò intedesco e posò il bicchiere sul tavolino,poi i 2 si alzarono e andarono via.

"Sai perché l'hanno fatto?"disse Lex.

"Non l'hanno detto,ma penso che centri tuo padre."disse Clark.

Lex andò verso il camino e prese l'attizzatoio"Non credo proprio che mio padre sia sulla lista di

persone legate all'F.B.I.

E poi...per quale motivo avrebbe dovuto farlo?"

"Oggi gli ho parlato ed era completamente fuori di testa."disse Clark che si avvicinò a Lex,mentre

lui rimetteva a posto l'oggetto"Crede che io possa dargli risposte sulle grotte."

"Ed è così?"disse Lex guardandolo"I metodi di mio padre sono spesso discutibili,ma...di solito c'è

verità nella sua follia."

"Tuo padre è così ossessionato da quelle grotte che immagina anche quello che non c'è."disse

Clark.

Lex gli mise la mano sinistra sulla spalla destra"Sono felice che tu ti sia confidato con me.

Credimi,farò tutto il possibile per darti una mano."

"C'è qualcosa che non mi hai detto?"disse Clark.

"E cosa dovrebbe essere Clark?"disse Lex andando via"Verificherò per te."

La stessa notte l'auto di Luthor si fermò sotto il ponte dove erano appostati i 2 agenti,poi Lex scese

e camminò velocemente.

Lui indossava un lungo cappotto nero.

"CHE DIAVOLO SIETE ANDATI A FARE ALLA FATTORIA DEI KENT?"disse Lex.

"Stia calmo."disse l'agente con i capelli,che era all'esterno del mezzo"Venga a parlare dentro."

I 2 entrarono nel veicolo.

"Se io ho deciso di spiare Clark Kent lei non può impedirmelo."disse l'agente.

"Erano i suoi uomini?"disse Lex.

"Noi non siamo abituati a mettere a soqquadro le fattorie."disse l'agente"Perché ci tiene così tanto a

proteggere questo ragazzo?"

Clark arrivò correndo a super velocità e si fermò vicino alla macchina di Lex,poi si nascose dietro

una colonna di legno verticale e usò la vista a raggi x,aumentò la visuale e vide che Lex aveva

un microfono sotto la camicia,dopo di che usò il super udito.

"Senta Luthor,questo lavoro è affar mio."disse l'agente"Devo ricordarle che è venuto lei da noi?"

"Come se avessi avuto scelta."disse Lex.

"Conosce l'accordo."disse l'agente"All'F.B.I. importa poco di quel ragazzotto.

A noi interessa solo suo padre.

E adesso fuori,ci lasci lavorare!"

Lex uscì dal mezzo e si diresse verso la macchina,mentre il veicolo andava via,ma Clark lo afferrò

e lo voltò verso di se"NON È TUO PADRE CHE LAVORA PER L'F.B.I.,MA TU!"

"Clark,devi fidarti di me..."disse Lex.

Clark gli aprì la camicia e gli afferrò il microfono con la mano destra"L'ho fatto!

Ed è stato un grosso errore."

Clark andò via.

"Sei fuori strada!"disse Lex"A loro non interessi tu,stanno sorvegliando mio padre!"

Clark si fermò.

"Voleva affibbiarmi gli omicidi della Metron,sono andato all'F.B.I…e ho fatto un accordo!"disse

Lex che si avvicinò"Senti...migliaia di volte...gli ho dato la possibilità di mostrarmi chi è

davvero...e puntualmente non si è mai smentito.

Raccoglierà quello che ha seminato."

"E non hai pensato alla vita privata della mia famiglia?"disse Clark"Ci hanno distrutto la fattoria!"

"Non è stata l'F.B.I. a perquisire la fattoria,ma uomini di mio padre travestiti!"disse Lex"La

domanda è perché?"

"Forse vuole colpire me per riuscire ad affossare te."disse Clark.

"Se le cose stanno così,mi dispiace di averti coinvolto."disse Lex"Ma penso che tu già lo fossi."

"Questo che cosa vuol dire?"disse Clark.

"Conosci bene il dottor Virgil Swann?"disse Lex.

"Cosa ti fa pensare che io lo conosca?"disse Clark.

"Secondo l'F.B.I. mio padre ha parlato a lungo con lui."disse Lex"Sono risaliti al dottor Swann

grazie a te.

Sembra che vi siate scambiati delle mail."

"Ha studiato i dipinti nella grotta,poi ha visto quello sul mio fienile e mi ha contattato,tutto

qui."disse Clark.

"Tutto qui?"disse Lex"Il solo fatto che ti abbia scritto è un evento eccezionale.

Non so come tu sia finito in questa storia...ma ci sono 2 miliardari fortemente interessati a te e a

quelle grotte!

Sono loro i tuoi nemici.

Non io."

Il giorno dopo Clark camminò velocemente verso Swann,che era nel grande ambiente dove aveva

ricevuto Lionel.

"LEI MI HA TRADITO!"disse Clark.

"Salve Kal El."disse Swann.

"Il mio nome è Clark!"disse Clark.

"Tradito solo per essermi incontrato con Lionel Luthor?"disse Swann.

"Ha fatto di più che incontrarlo!"disse Clark"Hanno perquisito casa mia con delle persone

camuffate da agenti dell'F.B.I.!

Lei lo sta aiutando,lo ammetta!"

"Io non l'ho tradita,Kal El."disse Swann"Le ho promesso che avrei mantenuto il segreto e così è

stato.

Il mio coinvolgimento con Lionel Luthor è nel suo interesse."

"Quell'uomo ha portato solo dolore alla mia famiglia!"disse Clark.

"Ha causato lui l'esplosione alla fattoria?"disse Swann"È lui che l'ha fatta scappare a Metropolis?

Ho aperto la porta alla sua eredità...perché credevo che fosse pronto.

Ma il suo recente comportamento ha dimostrato il contrario."

"Lei non capisce."disse Clark"C'era un altro messaggio del mio padre biologico."

Swann spalancò gli occhi.

"Diceva che ero stato inviato qui per conquistare e sottomettere il mondo."disse Clark"Sa se questo

è vero?"

"Non ho ancora tutte le risposte giovanotto."disse Swann"Lei e io siamo ancora nella stessa

barca,Kal El."

"La prego."disse Clark che si voltò e fece alcuni passi"Io non so neanche chi sia!"

"Spesso i padri vogliono un futuro che i figli rifiutano."disse Swann"Questo conflitto è vecchio

come la razza umana."

"Solo che io non sono umano."disse Clark voltandosi verso di lui.

"Essere umani...non è soltanto un fatto biologico."disse Swann.

"Lei non conosce Jor El."disse Clark che si avvicinò"Non sa quello che ha fatto a me e alla mia

famiglia.

Tutto quello che ha detto è destinato ad avverarsi.

Jor El si accordò con mio padre per salvarmi e adesso lo sta uccidendo!"

"Tanto più lei segue questa pista,maggiore è il rischio."disse Swann"Il rischio di far conoscere il

suo segreto non solo a Luthor,ma al mondo intero."

"Non posso lasciare che mio padre muoia per i miei errori!"disse Clark.

"Se questa è la sua decisione...c'è qualcos'altro che deve vedere."disse Swann"Attivare lo

schermo."

Sul muro di legno,tra un'arcata e l'altra,si aprì 1 spazio rettangolare che mostrò dei simboli

kryptoniani grigi,disposti in diverse file.

Clark si avvicinò alle scritte"Dice...io sto aspettando.

Dev'essere di Jor El."

"Questo messaggio non è arrivato dalle stelle."disse Swan guardando verso l'alto"Ha avuto origine

proprio qui,sulla Terra."

Clark si voltò e si avvicinò a Swann.

"Ma sono convinto...che non fosse diretto a lei,Kal El."disse Swann.

La luce gialla uscì di nuovo dalla cassettiera di metallo nel fienile,insieme al suono stridulo,dopo di

che Jonathan si avvicinò all'oggetto,la luce si spense e lui aprì la cassettiera,estrasse la scatola e

prese la chiave con la mano sinistra.

Poco dopo Clark entrò nella sua casa,passando dalla porta posteriore"Papà?"

Lui andò in salotto e trovò la madre che raccoglieva dei fogli,in mezzo al disordine

totale.

Lei indossava un maglione nero,pantaloni chiari e scarpe nere.

"Mamma,dov'è papà?"disse Clark.

"Se n'è andato di nuovo Clark."disse lei alzandosi"Non è più l'uomo che è stato una volta."

"Mamma,non è così semplice."disse Clark"Sono andato a trovare il dottor Swann.

Dice che Jor El vuole contattare qualcuno...ma non sono io.

Papà si comporta in modo strano,credo stia ricevendo messaggi attraverso la chiave."

"Cosa può volere da lui Jor El?"disse Marta.

"Non lo so,ma ha detto che stava aspettando."disse Clark"Non sai dov'è andato papà?"

Dalla parte posteriore del buco sulla vetrata nella grotta usciva una trave orizzontale che

aveva,all'estremità opposta,una placca di metallo rettangolare,con un'altra placca identica,ma di

colore blu,posta sopra,sulla parte più vicina al muro,da cui usciva un braccio meccanico blu che

aveva una placca circolare dello stesso colore in cima,con diverse dita meccaniche nere.

Lionel arrivò sul posto insieme all'uomo che si era finto un agente dell'F.B.I.

Luthor,che aveva le mani sui fianchi,indossava un lungo cappotto nero,giacca nera,panciotto

nero,camicia bianca,cravatta viola,pantaloni neri e scarpe nere,mentre l'altro indossava una giacca

nera,una camicia bianca,una cravatta nera,dei pantaloni neri e delle scarpe nere.

"Avete controllato ogni centimetro di quella fattoria?"disse Lionel.

"Si,signore."disse l'uomo.

"Sicuro?"disse Lionel.

"Glie l'assicuro,non è li."disse l'uomo.

Jonathan,che indossava un giaccone chiaro,arrivò sul posto,portando con se il fucile da caccia.

"Tutti fuori!"disse Jonathan"Ho detto fuori di qui!

ANDATE VIA!"

Tutti i presenti corsero via.

"FUORI DI QUI!"urlò Jonathan"SPARITE!"

L'uomo in giacca e cravatta si mise davanti a Lionel,insieme a un altro.

Jonathan caricò il fucile e sparò a un portatile"ANDATEVENE!

TUTTI FUORI!"

"Uscite,andate via."disse Lione ubbidirono.

Jonathan caricò il fucile di nuovo"Non avete alcun diritto di stare in questo posto."

"Si?"disse Lionel"Beh,penso che qualcuno non sarà affatto d'accordo."

Jonathan si avvicinò all'altro"Lei vuole qualcosa che non le appartiene.

Non glie la lascerò portar via."

"Ci sono alcune cose in questo mondo che hanno un valore troppo alto per appartenere

esclusivamente a una persona."disse Lionel"Specie...a un plebeo con una facciaccia da cane

barbone."

Jonathan lo spinse contro la vetrata e lo tenne fermo con il fucile"Basta,mi sono stancato di parlare

con lei,è l'ultima volta che glie lo dico!

Stia lontano da mio figlio!"

"Se avesse cresciuto suo figlio come io ho cresciuto il mio non dovrebbe proteggerlo."disse

Lionel"Deboli si diventa seguendo le orme sbagliate,non ci si nasce.

E Clark è cresciuto seguendo le sue.

Le orme di un debole."

Jonathan gli colpì lo zigomo sinistro con il manico del fucile,ferendolo e facendolo chinare,poi

Lionel gli diede una gomitata e lo spinse via,mandandolo contro una delle scaffalature di

metallo,dopo di che i 2 caddero a terra,insieme all'oggetto che avevano urtato.

I 2 si misero in ginocchio e Jonathan gli diede un destro al volto,mandandolo a terra,poi Lionel

provò a rialzarsi,ma l'altro lo colpì al viso con la mano destra,dall'interno verso l'esterno,facendolo

cadere di schiena,dopo di che provò a mettersi sopra di lui,ma Luthor reagì con un calcio,facendo

finire a terra l'altro,poi si alzò,lo afferrò,facendolo alzare,e lo sbatté contro un carrellino di

metallo,avente 2 ripiani,gli diede una testata e lo scagliò contro una seconda parete di vetro,che

venne frantumata.

Lionel afferrò Jonathan e gli diede 2 destri al volto,poi gli mise le mani sugli zigomi e i pollici sugli

occhi.

La chiave ottagonale si illuminò di luce gialla,iniziando ad emettere il suono stridulo,poi Lionel la

vide e la estrasse dalla tasca di Jonathan,ma lui gli colpì la mano,facendo finire l'oggetto tra delle

pietre.

Lionel si gettò a terra e allungò il braccio sinistro verso l'oggetto,ma Jonathan gli afferrò le

gambe,trascinandolo via,e poi gli si mise sopra,Lionel allungò entrambe le braccia e l'altro gli

afferrò i polsi.

Luthor urlò,poi l'oggetto si sollevò in aria e andò sul vetro posto davanti alla parete

rocciosa,provocando un'onda d'urto circolare rossa,seguita da energia bianca,che formò una

superficie dall'apparenza liquida.

Jonathan mise il suo braccio destro intorno alla gola di Luthor e poi mise il braccio sinistro dietro la

testa dell'uomo.

Clark arrivò correndo a super velocità"PAPÀ!"

Lui afferrò il padre e lo spinse verso una parete"CHE STAI FACENDO?

SEI IMPAZZITO?"

"L'ho...l'ho fatto per proteggerti figliolo!"disse Jonathan.

Lionel si alz uomini in giacca e cravatta neri puntarono le pistole contro Clark e il

padre,venendo poi raggiunti da altri.

"Se non muore dalla voglia di spiegare alla polizia...perché ha perquisito illegalmente la mia

fattoria...le conviene farmi uscire di qui."disse Jonathan.

"Fateli uscire."disse Lionel.

"Signore?"disse 1 scienziato con capelli marroni,occhiali e camice bianco,che era davanti alla

parete"Dia un'occhiata a questo."

Lionel si avvicinò al vetro e ci mise le mani sopra,vedendo che l'apertura si era chiusa,poi osservò

la vetrata e guardò ancora la parete"La chiave è nella roccia…

Per forza."

"Dov'è Clark?"disse Jonathan.

"Io non ce l'ho."disse Clark.

Il giorno dopo Clark era nella fattoria e stava spingendo una cariola piena di terra,con una pala

conficcata all'interno.

In quel momento arrivò la jeep di Lana che si fermò e lei scese.

La ragazza aveva una sciarpa rosa,indossava un cappotto rosa,un maglione rosa,dei jeans blu e delle

scarpe marroni.

"Ciao."disse Clark avvicinandosi.

"Ciao."disse lei,tenendo le mani in tasca e facendo qualche passo"So che hai avuto molti problemi.

Che stanno succedendo cose sempre più strane."

"Forse il modo in cui mi comporto non è facile da capire,ma i miei sentimenti per te non sono

cambiati."disse Clark.

"Credo che una parte di me lo sappia,ma...Lex mi ha citato la frase di un poeta...non si può

giudicare una persona dall'ultima conversazione che ci hai fatto."disse Lana.

"Lex?"disse Clark e lei si fermò"Che cosa centra con noi 2?"

"Mi fido di lui."disse Lana"Mi fido dei suoi consigli,so che vuole il meglio per noi."

Lui si avvicinò e le mise le mani sulle spalle"Senti,quante volte ci siamo tirati indietro per paura

di quello che volevamo?"

Lei sorrise e fece un passo indietro"Questo succede perché ogni volta che mi lasci avvicinare,poi

mi ferisci scappandotene via.

Non puoi continuare a cambiare le regole."

"Mi dispiace Lana,non volevo ferirti...ti prometto che questa volta non andrò via."disse Clark.

"Ma vado via io."disse Lana"Tuo padre ha detto che voltandosi indietro ci si rende conto di aver

perso delle occasioni.

Clark io...ho fantasticato così tanto su di te,illudendomi di poter tornare insieme...che forse ho

perduto alcune opportunità."

"Vuoi conoscere altre persone..."disse Clark.

"No...non mi riferivo a questo."disse Lana"Devo crescere Clark,non posso continuare così.

Non è giusto farlo."

Lana se ne andò.

Jonathan era in mezzo a un campo,su un trattore rosso connesso ad un rimorchio di legno,piatto e

largo,con sopra dei rettangoli di fieno.

Indossava un giaccone chiaro,camicia rossa,con linee bianche verticali e orizzontali,jeans blu e

scarpe marroni.

Arrivato vicino a un recinto di legno fermò il mezzo e scese,dirigendosi verso Clark che era

appoggiato alla staccionata.

"Clark?"disse Jonathan che si avvicinò e mise le mani sulla staccionata di legno"Lana non è rimasta

a lungo."

"No..."disse Clark.

"Stai bene figliolo?"disse Jonathan.

"Si..."disse Clark"Dobbiamo parlare di quello che è successo nella grotta."

"Lo so."disse Jonathan.

"Mi dici sempre di stare attento riguardo a Lionel Luthor e poi tu...perché avevi la chiave con

te?"disse Clark.

"Non so che dirti,sono stato spinto a farlo."disse Jonathan"Non ho altre spiegazioni."

"So che tu hai fatto un accordo con Jor El."disse Clark"Credevo che tu avessi sacrificato la tua

salute per portarmi a casa,ma c'è altro,vero?"

"Figliolo senti io...io ho fatto tante cose negli ultimi giorni di cui non vado molto fiero...ma Jor El

non centra,è tutta colpa mia."disse Jonathan che si allontanò.

"Cosa sta aspettando Jor El?"disse Clark che lo guardò.

Jonathan si fermò"Questo chi te l'ha detto?"

"Il dottor Swann."disse Clark avvicinandosi"Che cosa gli hai promesso?"

"Non è affar tuo Clark."disse Jonathan voltandosi verso di lui.

"Se non fosse stato per me non avresti rapporti con Jor El."disse Clark"Andiamo,lascia che ti

aiuti,papà."

"Ti ho insegnato ad assumerti la responsabilità delle tue decisioni,perché non mi permetti di

assumermi la mia?"disse Jonathan.

"Perché Lionel ti sta tenendo d'occhio."disse Clark"E perché presto troverà la chiave nel muro."

"La chiave non è nel muro,Clark."disse Jonathan.

"Ce l'hai tu?"disse Clark.

"No...ma è vicina,lo so."disse Jonathan"È qui,da qualche parte."

La sera seguente il dottor Swann era nello stesso ambiente dove aveva parlato con Clark,davanti a

un mobile rettangolare grigio con sopra un contenitore rettangolare,di metallo dorato,avente i bordi

neri e con delle diagonali nere sulla facciata superiore,che si univano a un rettangolo nero

posizionato al centro.

L'interno del contenitore aveva una lastra orizzontale di vetro con un foro al centro,dentro cui era

inserita,in verticale,la chiave ottagonale.

Swann sorrise.