SUPERMAN III
TERRA 24
1983
Un uomo di colore era in una fila.
L'uomo aveva i capelli neri,baffi,indossava un giaccone chiaro,maglietta bianca,pantaloni blu e scarpe nere.
In fondo alla fila c'era una grata di sbarre sulla parte superiore e un piano sulla parte inferiore.
Dietro le sbarre c'era una donna seduta ad una scrivania marrone.
La donna aveva capelli rossi,maglietta bianca,gonna grigia e scarpe nere.
La stanza era immensa con pareti chiare,con finestre che avevano delle tapparelle in parte abbassate,il soffitto era grigio con strisce di lampade rettangolari.
"Il prossimo."disse la donna "Nome?"
"August Gorman."disse l'uomo.
La donna si alzò e aprì il cassetto di metallo di un archivio rosso prendendo un fascicolo.
"Ah si..."disse la donna tornando indietro "È già venuto a cercare lavoro questa settimana,signor Gorman?"
"Ah si..."disse lui "Che genere?"
"Beh...operatore di lavastoviglie."disse lui.
Lei gli fece cenno di avvicinarsi "Trovato niente?"
"Beh no,ma ecco..."disse lui avvicinandosi.
"Signor Gorman a noi risulta che lei sia disoccupato da 36 settimane."disse la donna.
"No,sono 35."disse lui.
"Senza contare questa."disse la donna che lesse nella cartella "Lo scorso giugno lei è stato assunto come fattorino ed è stato licenziato dopo un giorno perché aveva perduto..."
"No,no,no,no,loro l'hanno detto."disse l'uomo "D'accordo,me l'ha picchiato uno scippatore."
"Un televisore intero?"disse la donna.
"Era uno di quegli affarini giapponesi piccolini?"disse l'uomo.
"L'unico lavoro che ha trovato dopo è stato in uno snak di grandi catene ed è durato solo...28 minuti?"disse la donna perplessa "Beh,questo è proprio un record!
Ma come cavolo ha fatto?"
"Beh vede...quelli sono degli svitati,sono dei pazzi."disse l'uomo "Pretendono che uno impari tutto in un giorno."
"Signor Gorman,la città di Metropolis non condanna certo un errore,ma 36..."disse la donna.
"35 glie lo giuro!"disse lui toccandosi il petto con la mano destra.
"36 settimane di disoccupazione cronica."disse la donna "36 settimane a carico dei contributi pagati da chi lavora.
Lei purtroppo è un..."
"Non mi chiami scroccone per favore!"disse lui "Io non scrocco mai."
"Lei è,se mi permette di concludere,da oggi,inidoneo al sussidio."disse la donna.
"Ma senta..."disse lui.
"Il prossimo!"disse la donna.
"Ma questa settimana?"disse lui "Io ne ho bisogno!"
"Il prossimo."disse la donna.
"Chiuso così?"disse lui "Finito?
Niente assegno?"
"E niente posto."disse la donna.
Lui se ne andò "Niente posto...io manderei lei a quel posto."
Lui si fermò vicino alla fila prendendo una sigaretta e rivolgendosi ad un altro con un giaccone rosso "Ehi fratello,hai un cerino?"
L'altro gli diede una confezione di fiammiferi e Gorman vide che su di esso c'era una scritta che diceva:"Guadagna un sacco di soldi:diventa programmatore di computer."
In un altro luogo una donna scese una scala esterna di un palazzo arrivando alla base.
La donna aveva capelli lunghi,biondi e ricci,indossava un lungo vestito bianco con pallini rossi e una borsa rossa.
Alla sua destra c'era una parete di vetro con sbarre verticali e orizzontali che la dividevano in rettangoli.
La scala,divisa in rampe, aveva i gradini marroni,i corrimano giallo ocra e le ringhiere di cemento.
Poco oltre la scala c'erano delle colonne grige cilindriche.
La donna camminò per la città.
Jimmy Olsen arrivò da un venditore di hot dog accanto a 3 cabine telefoniche gialle.
Jimmy aveva i capelli neri,giacca nera,cravatta nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
Nella mano destra aveva una cartellina.
"Il solito,Alex."disse Jimmy.
"Pronti."disse l'uomo.
La donna bionda passò alla destra della bancarella,poi attraversò la strada.
Un anziano,con berretto grigio,giacca marrone e pantaloni neri guardò la donna da dietro,poi diede una musata contro un palo,barcollò e cadde sopra un tavolo di un venditore di giocattoli che cedette.
Una donna arrivò con i pattini.
Aveva i capelli castani lunghi,maglietta blu ceruleo,mini jeans blu scuro e una fascia chiara sulla testa.
"AIUTO!"disse la donna perdendo il controllo dei pattini "FERMATEMI!"
La donna afferrò le 2 sbarre della bancarella rettangolare su ruote per gli hot dog che si mosse andando contro una delle cabine che cadde sulla seconda,che cadde sulla terza e che cadde su dei tavoli di un venditore di fiori.
"Il carrello!"disse l'uomo.
"Guarda che disastro..."disse Jimmy.
Il venditore di giocattoli stava cercando di raccogliere i pinguini meccanici che si stavano muovendo da soli a terra.
Uno di loro passò in una zona dove c'erano dei lavori.
A terra c'erano degli oggetti circolari neri,con una fiamma in cima.
Uno di questi oggetti era piegato verso destra.
Il pinguino ci passò vicino e prese fuoco.
Un cagnolino senza guinzaglio corse in strada passando accanto al pastore tedesco del venditore di giornali cieco.
Lui aveva un cappello bianco,occhiali neri,giacca bianca,cravatta nera,pantaloni marroni e scarpe nere.
"Buono."disse il cieco mentre il pastore tedesco abbaiava "Buono rex."
Il cane gli sfuggì di mano e inseguì l'altro,passando vicino ad una donna che aveva 2 sacchi della spesa e che cadde a terra.
Uno degli operai andò ad aiutare la donna mentre il cieco vagava in strada,lasciando un oggetto meccanico giallo.
L'oggetto aveva 2 ruote alla base,una davanti,un cilindro al centro con coperchio sopra e manico dietro.
"Ah eccoti."disse l'uomo che spinse in avanti l'oggetto che lo condusse verso la strada.
Clark Kent vide uno dei pinguini in fiamme che attraversava la strada.
Indossava il cappello fedora grigio,occhiali grandi,giacca chiara,cravatta marrone,camicia bianca,pantaloni bianchi e scarpe marroni.
Nella mano destra aveva una valigetta che posò a terra e prese il pinguino,si guardò intorno e dalla bocca emise un soffio di fumo gelido spegnendo il fuoco,poi rimise il pinguino a terra e andò verso un oggetto rettangolare rosso con dentro dei giornali,mise una moneta nella placca rettangolare superiore,aprì lo sportello frontale dell'oggetto ed estrasse un giornale che però venne strappato in 2 parti,poi raccolse la valigia e andò via fischiettando.
L'anziano che aveva battuto il volto sul palo vide il pinguino che stava per cadere in una buca rettangolare a terra,così corse a prenderlo.
"Ma dove vai?"disse l'uomo cieco che aveva il macchinario a ruote davanti a se "Piano..."
Il macchinario colpì il vecchio alla schiena facendolo cadere nella buca,poi il vecchio perse l'oggetto di mano e camminò sulla testa dell'uomo che cercava di riemergere,poi andò a sbattere contro un albero e si tolse il cappello.
"Ah mi scusi."disse l'uomo cieco "Mi scusi tanto."
Alla base di un grattacielo c'era una rampa di scale diretta verso destra,poi una seconda rampa diretta in basso.
Ai lati della prima rampa di scale c'erano 2 pareti alte,di cui quella a destra terminava con la prima rampa,formando una punta in basso.
In cima alla scala c'era l'ingresso di un grattacielo da cui si udì il suono di uno sparo,poi la gente esterna iniziò a correre.
Il rapinatore passò sul muro a destra.
Aveva una maschera che lasciava scoperta la bocca e gli occhi,una giacca di pelle scura,maglietta nera,pantaloni neri,jeans blu e scarpe nere.
Nella mano destra aveva una pistola,nella sinistra un sacco pieno di denaro.
L'uomo usò la parte obliqua del muro come scivolo,poi scese l'ultima rampa di scale e corse in strada,mentre la polizia sparava.
Uno dei proiettili prese la gomma di un'auto che andò sul marciapiede e ruppe un'idrante giallo.
Il rapinatore continuò a scappare,mentre la polizia lo inseguiva.
L'uomo dentro l'auto,che aveva sia i finestrini sia le portiere bloccate, iniziò ad essere sommerso dall'acqua,malgrado i tentativi della gente di tirarlo fuori.
Clark lo vide,si tolse il cappello ed entrò dentro una cabina per scattare foto.
In quel momento si avvicinò una donna mora,con maglietta azzurra e pantaloni neri,con un bambino con berretto verde,maglietta bianca e pantaloni verdi.
"Dai,dammi gli spiccioli che le faccio anche io."disse il bambino che prese i soldi dalla madre.
Clark uscì dalla cabina con il costume di Superman addosso.
Indossava una tuta aderente blu scuro,che lasciava scoperto il collo,aveva un grosso triangolo rosso scuro, con la punta in basso, al centro del petto,con l'interno giallo scuro e la "S" enorme al centro.
Dalla punta del triangolo,diretta in basso,partiva una doppia linea bianca che arrivava ad un ovale giallo al centro della vita da cui partiva una linea circolare gialla a destra e a sinistra.
Dall'ovale partivano 2 linee bianche curve verso l'alto fino ai fianchi sopra e fino all'inizio delle cosce sotto.
La parte tra le 2 linee era blu chiaro.
Le gambe erano coperte dalla tuta aderente e a metà polpacci c'erano gli stivali rosso scuro.
Dalla base del collo partiva un enorme mantello rosso scuro che arrivava fino a terra,copriva le spalle e le braccia, lasciando scoperta solo la parte frontale del collo.
Lui prese le foto scattate dalla macchina,dando le ultime 2 al bambino e tenendo il resto per se.
"Oh grazie."disse il bambino.
Lui gli fece una carezza sulla testa e volò verso l'uomo con entrambe le mani dirette verso avanti e i pugni chiusi,la folla si allontanò,lui atterrò sul mezzo,aprì il tetto dell'auto a mani nude ed estrasse l'uomo,mentre la folla applaudiva,poi gli strinse la mano.
"Sei una sicurezza Superman!"disse Jimmy mentre lui volava via.
Degli operai su un'impalcatura lo videro e uno dei 2 per sbaglio fece cadere un contenitore con dentro la vernice.
Un uomo anziano con un abito elegante nero si fermò sotto l'impalcatura e guardò l'ora,ma la vernice gli macchiò la giacca a destra.
Pensando che stesse per piovere aprì l'ombrello,ma poi si rese conto che non stava piovendo e lo richiuse,poi la vernice gli cadde in testa e poi l'intero secchio gli cadde addosso.
Poco oltre c'era un uomo con volto truccato di bianco,berretto circolare nero,maglietta bianca,con linee orizzontali nere,giacca senza maniche nera,pantaloni neri e scarpe bianche.
L'uomo stava dando spettacolo davanti ai tavolini di un locale.
Quello con il secchio in testa avanzò senza vedere facendo cadere un distributore di palline che andarono sotto i piedi dell'uomo che andò contro uno dei tavolini e cadde.
Quello con il volto bianco cadde insieme a vari passanti e cadde per altre 3 volte.
Il cieco vagò in strada "Ma dove sei?
Rex?"
Il cane era dietro degli operai che trasportavano un quadro molto grande.
Lui passò attraverso il quadro rompendolo e prese il cane.
"Andiamo a casa."disse l'uomo cieco.
Clark passò dietro al quadro e la donna con i capelli biondi e ricci gli passò vicino.
Vicino a Clark c'era un ragazzo con un vassoio di tortine che cadde a terra.
Clark afferrò una delle torte,evitò che andasse in testa alla donna,e per sbaglio lo diede in faccia all'anziano che era caduto nella buca.
Delle persone stavano osservando la strada e sulla grande finestra,divisa in 3 parti, c'era la scritta "Archibald".
La stanza dove erano quelle persone aveva le pareti bianche,c'era un tavolo circolare nero,poi si allungava all'interno e c'era un uomo che scriveva dei numeri su una lavagna poggiata su un tripode,alla fine del corridoio,mentre un altro era alla macchinetta del caffè.
Quello alla lavagna era indiano,con pochi capelli neri,baffi neri,con giacca scura,mentre l'altro era bianco,con capelli neri,camicia chiara,cravatta nera,pantaloni marroni e scarpe nere.
Poco oltre c'erano dei tavoli con dei computer e delle persone sedute alle scrivanie.
Una donna bionda chiamò l'uomo indiano.
"Scusi?"disse la donna "Che succede se uno vuole programmare contemporaneamente 2 coordinate bilaterali?"
"Non si può fare signorina,è impossibile."disse l'uomo camminando per la stanza.
"Ma se uno invece volesse..."disse la ragazza.
"Eh no,cara ragazza."disse l'uomo camminando con la bacchetta in mano "La tecnologia del computer è molto avanzata,ma questo non sa farlo."
"Si,ma..."disse la donna.
Gorman alzò la mano sinistra "Signore?"
L'insegnante andò a vedere "Santo Dio,ma...come diavolo hai fatto?"
"Non lo so,però...però...l'ho fatto."disse Gorman che premette altri tasti e poi guardò l'insegnante ridendo.
Perry White e Jimmy osservavano una foto di un uomo con capelli neri,corti,con la riga sulla parte destra,con giacca nera,camicia bianca,fiocco nero alla base del collo,pantaloni neri e scarpe nere.
L'uomo aveva in mano una scatola bianca con dentro un documento e lo mostrava al pubblico.
"E questo chi è?"disse White.
"È lui."disse Jimmy "Ross Webster.
Dopo aver ricevuto il premio per l'azione più umanitaria dell'anno.
Nella stanza c'era anche Lois che osservava la foto.
La stanza era piena di articoli di giornali appesi al vetro.
La foto di Webster era poggiata su una lavagna obliqua su un tavolo.
Perry indossava un panciotto grigio,camicia bianca,pantaloni grigi e scarpe marroni.
Lois aveva la parte superiore dei capelli legati dietro la testa,ma il resto era sciolto.
Indossava una giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
"Mica tanto male."disse lei.
"Perché gli ho dato la luce giusta."disse Jimmy.
"C'è una cosa che non capisco Olsen."disse Perry "Tutto l'articolo che ha scritto Lois è centrato sul grande onore attribuito a Webster e tu mi porti una sola foto di lui e quindici di questa..."
White guardò le foto della bionda che aveva camminato vicino a Clark poco prima "...di questa...altra persona?
Chi è?"
"Lorelei Ambrosia."disse Jimmy "Lei è di Webster e..."
"Lei è di Webster?"disse Lois "Non c'è da dire altro."
"E quella tipa li chi è?"disse lui.
In una delle foto c'era una donna con capelli neri a mezzo collo e abito nero lungo.
"È sua sorella."disse Jimmy "Bera Webster."
"È una foto orrenda."disse White.
"Cosa?"disse Jimmy.
"La foto è ok,solo…è lei che è così in realtà."disse Jimmy.
"È la vice presidente della Webster Industries."disse Jimmy.
Perry andò alla scrivania "Proprio non ti capisco Olsen...se c'è un banchetto palloso tu mi porti
3000 pallose maxy foto,se poi Superman salva un uomo che sta annegando nella sua auto tu te ne
resti li come uno scemo e non mi porti neanche una fototessera!"
"Ma capo non avevo la macchina con me."disse Jimmy.
"Un fotografo mangia con la sua macchina fotografica,un fotografo va a letto con la sua macchina fotografica!"disse White.
Lois si mise davanti alla sua scrivania e si sedette "Fortuna che io scrivo."
Una donna portò un carrellino a 4 ruote con sopra una sfera di metallo con dentro delle palline.
La sfera era sostenuta da 2 travi ai lati e connessa ad una manopola che la faceva girare.
Le travi erano poggiate ad un piano di metallo rettangolare con sotto un altro piano.
La donna aveva i capelli marroni corti,giacca bianca e gonna chiara con strisce verdi orizzontali.
"Signor White?"disse la donna "Mi scusi,ma deve estrarre i numeri vincenti della lotteria di questo mese.
Il premio è un viaggio tutto compreso in sud America."
White andò alla ruota e cominciò a girarla "Non capisco perché un idiota..."
"Giorno a tutti."disse Clark che entrò nello studio salutandoli.
Lui non aveva il cappello.
"Ciao Clark."disse Lois.
"Ciao Lois."disse Clark "Salve Jimmy."
"Salve."disse Jimmy.
"Ah hai un po' di senape sulla giacca."disse Clark e Jimmy si guardò la giacca "Non vorrei interrompere signor White,ma..."
"Non vedi che ho da fare?"disse White "Devo tirare fuori un pezzo da questo bussolotto."
"Ogni pezzo deve approvarlo il direttore,no?"disse Lois.
L'uomo estrasse dalla sfera una pallina arancione e la aprì leggendo il foglietto dentro.
"Che numero è uscito signor White?"disse la donna.
"53."disse l'uomo andando alla scrivania.
"Ehm...signor White?"disse Clark.
"53!"disse la donna affacciandosi dalla porta,poi tornò dentro "Signor White?
Deve estrarre altri 3 numeri."
"Mi dispiace disturbarla,ma ho promesso di rispondere in mattinata."disse Clark "Che ha deciso?"
"Beh non lo so Kent."disse lui "Mi pare una cosa..."
"Personalmente,signor White,lo credo un grosso servizio."disse Clark.
Lois lo guardò "Qual'è il grosso servizio?"
"Oh una riunione di vecchi compagni di scuola di Kent."disse White.
"Mi hanno invitato."disse Clark.
"Sul serio?"disse Lois.
"Vuole estrarre un altro numero?"disse la donna e White si alzò.
"Classica istituzione americana signor White,non è vero Jimmy?"disse Clark.
"Beh,non saprei signor Kent."disse Jimmy "Gran parte dei miei compagni ci sta ancora a scuola."
White estrasse un altro numero "33."
L'uomo tornò alla scrivania.
"Ecco io pensavo che vorrei parlare ,signor White, di come la..."disse Clark.
"33!"disse la donna aprendo la porta.
"...di come la tipica cittadina è cambiata negli ultimi 15 anni."disse Clark "Prenda me per esempio.
Crede che potrei tornare in provincia dopo aver vissuto nella raffinata Metropolis?
È un'idea che mi ha colpito sa?
Guardi."
Clark prese la valigia "Sono andato perfino a cercare in cantina l'altra sera e ho ritrovato..."
Clark prese una maglia rossa con una "S"giallo ocra al centro del petto,con i contorni bianchi e una linea giallo ocra orizzontale all'altezza del bicipite sinistro."
Lois lo guardò per alcuni secondi.
"Ah...sta per Smallville."disse Clark indicando la "S"con l'indice sinistro.
"Signor White?"disse la donna.
"Allora che decide signor White?"disse Clark.
"Signor White?"disse l'anziana.
"Preparo il viaggio?"disse Clark.
White si alzò.
"A proposito,volevo chiederle anche del mio."disse Lois mentre White andava a girare l'oggetto.
"D'accordo Kent."disse White "Chiama i tuoi amici e digli che torni con tanto di macchina fotografica."
"Grazie signor White."disse Clark sorridendo.
"Non serve che te lo dica,ma è dura per me rinunciare anche per un po' ad un eccellente reporter,ma tu hai bisogno di questa vacanza Lois."disse White.
Clark stava per andarsene,ma si fermò.
"Ah grazie."disse Lois.
"Ehm...Lois tu stai andando in vacanza?"disse Clark.
"Sai Clark,c'è gente che vuole andare a godersela a Smallville e altri che vanno a godersela alle..."disse Lois mostrando un reggiseno fucsia "...bermuda!
Ciao!"
Lois andò via.
"Ciao Lois,a presto."disse Clark.
"Ciao."disse Lois.
"Buon viaggio,divertiti."disse Jimmy.
"Bene,allora me ne vado anche io."disse Clark "Arrivederci."
White tentò di aprire la pallina arancione "Ma non potremmo farlo fare ad un computer."
In una stanza bianca c'erano vari computer e vari archivi sulle pareti.
I computer erano su dei tavoli e delle persone erano seduti ad essi.
Un uomo calvo entrò dentro la stanza spingendo un carrello a 2 ripiani e dando dei fogli alle persone sedute ai tavoli.
Uno dei fogli venne dato a Gorman che lo aprì e lo lesse.
"Ehi...e questo che cos'è?"disse Gorman.
"La prima busta paga."disse un altro.
"La prima fregatura."disse Gorman "Mi spettano esattamente 225 alla settimana no?
E qui mi danno 143,80!
Col piffero che ci campo!
Ci sono tasse di ogni genere."
"Li riprenderai un po' alla volta dopo i 65 anni."disse l'uomo.
"E io li beccherei solo a 65 anni?"disse Gorman "Io li voglio tutti e adesso!
Godermeli finché sono giovane!
Mangiarmeli ora!"
L'altro rise.
"Tutti!"disse Gorman "Tutti quanti!"
Gorman andò in un corridoio dal pavimento chiaro lucido,con le pareti grige e il soffitto diviso in quadrati con i bordi neri e con una luce al centro di ciascuno.
Era in compagnia di un uomo con i capelli neri,camicia scura,con quadretti bianchi e pantaloni neri.
Arrivarono ad un corridoio di mattonelle nere quadrate.
"Per l'esattezza dovrebbero essere 143 dollari e 90."disse l'altro.
I 2 arrivarono ad una zona mensa dove c'era un ripiano di metallo con dei vassoi arancioni messi su
2 pile,un vetro poco oltre e sopra c'era una sbarra di metallo con sopra bibite e succhi di frutta.
"Nelle grandi società gli stipendi finiscono sempre con gli spiccioli,ma loro li arrotondano
togliendoli ,chiaro?"disse l'uomo.
"E che ci farei con quella piccola parte tolta?"disse Gorman "Ci compro un topo purosangue?"
I 2 iniziarono a servirsi.
"Vuoi dire che li tolgono a tutti?"disse Gorman.
"Beh non è esatto toglierli."disse l'altro "Puoi togliere una cosa mai data?"
I 2 arrivarono ad un corridoio perpendicolare dove c'era una cassa e oltre una sala con dei tavoli e delle finestre.
"E dove finisce la parte non data?"disse Gorman "Li prende la società?"
"E che ci fa?"disse l'altro che mise il vassoio su un piano orizzontale prese un bicchiere di plastica riempiendolo da un rubinetto connesso ad una placca rettangolare "Se li sbatte gli spiccioli."
"E dove vanno a finire allora?"disse Gorman.
"Beh...restano a galla,in giro."disse l'altro prendendo un altro bicchiere "Lo sanno i computer dove.
Quanto zucchero?"
"Niente zucchero."disse Gorman fissando il vuoto.
Nella stanza bianca,vicino ai computer,c'erano 2 donne.
Una era seduta alla sua scrivania e l'altra poggiata su un oggetto di metallo rettangolare.
Quella alla scrivania aveva i capelli neri a mezzo collo ed era vestita con abiti bianchi,l'altra aveva i capelli neri lunghi,maglietta bianca e gonna grigia.
Entrambe stavano provando delle scarpe da ginnastica bianche,mentre un uomo si dirigeva ad una porta.
Alla sinistra di quella con i capelli lunghi c'erano 3 macchine rettangolari blu,con un'incavatura orizzontale obliqua sulla parte alta,con dei pulsanti verdi,gialli e rossi.
Gorman era l'unico rimasto ai computer.
Il collega con cui era stato a mensa si avviò verso l'uscita "È suonata l'uscita,vieni?"
"Ah...si...no,m'è rimasto del lavoro da fare per cui..."disse Gorman.
"Fai dello straordinario?"disse lui avvicinandosi "Che ti aspetti bello?
Che ti diano un aumento?"
L'uomo andò via e la sala restò vuota.
"Già."disse lui "Voglio altri soldi."
Lui inserì dei numeri e delle lettere sul computer che vennero riportate in verde nello schermo nero,poi scrisse ancora,prese una penna connessa al computer da un filo e mise la punta sullo schermo "Bravo bambino."
Un pulman era su una strada in mezzo ad ampi campi di grano.
L'autobus aveva la parte bassa grigia,la parte intermedia rossa e la parte superiore bianca.
L'interno del pulman aveva 2 file di sedili rossi.
Clark era vicino a Jimmy.
Lui indossava una giacca celeste,camicia bianca,cravatta celeste,pantaloni celesti e scarpe
nere,mentre Jimmy indossava una maglietta verde,pantaloni neri e scarpe nere.
"Mio zio non l'avrebbe mai mangiata."disse Jimmy "Lui dice "Non va cotto all'interno del
tacchino" e lei invece lo cuoce ogni volta."
Clark chiuse gli occhi per un attimo "Uhm…
Già.
Ehi Jim...guarda la."
"Wow…"disse Jimmy.
Il pulman si fermò in mezzo alla strada.
Alla sua destra c'era una fila di auto ferme con auto della polizia intorno,mentre a sinistra c'era una fabbrica lontana da cui usciva del fumo.
La fabbrica aveva vari edifici rettangolari chiari,con tetto appuntito a volte e torri di metallo molto alte.
Oltre la recinzione a sinistra c'erano anche 2 ambulanze e un elicottero.
In quel momento arrivarono dei pompieri e altre ambulanze.
Lo sceriffo si avvicinò al mezzo e parlò al conducente "Senta,faccia lei.
O torna indietro o si accosta al bordo della strada e aspetta che sia finito."
"E ci vorrà tanto?"disse l'uomo.
"E chi lo sa con quell'incendio."disse l'uomo "Quel fuoco è una cosa seria."
Clark si alzò.
"Beh che ha di strano?"disse il conducente "È un caseggiato che brucia."
Clark scese dal mezzo.
"Si,ma non è un caseggiato qualunque,è uno stabilimento chimico."disse lo sceriffo "Capisce che significa?
Vuol dire chimico insomma.
Se la robaccia che producono prende fuoco,saranno guai per tutti."disse lo sceriffo mentre Jimmy scendeva.
I 2 si chinarono a terra.
"Signor Kent?"disse Jimmy.
"Si."disse Clark.
"Cerchi di distrarre un po' gli agenti così non mi noteranno."disse Jimmy.
"Che vuoi fare?"disse Clark.
"Che voglio fare?"disse Jimmy "Lo sa che cosa sono?
Un bravo fotografo che è sempre a caccia."
Clark indicò l'incendio con la mano sinistra "La è a caccia di guai Jimmy."
"Beh...rischi del nostro mestiere."disse Jimmy che mandò il pollice destro in alto e lo stesso fece Clark,poi Jimmy corse dietro ad un camion dei pompieri.
Clark si guardò intorno,entrò dentro un'auto della polizia e ne uscì con il costume di Superman e senza gli occhiali.
Diversi pompieri stavano utilizzando dei tubi per mandare l'acqua verso il fabbricato in fiamme.
2 pompieri aprirono una porta e dietro trovarono delle fiamme,mentre altri,sul tetto dello stesso edificio accedevano ad una scala che portava ad un altro edificio.
Superman atterrò in mezzo ai pompieri.
"Capo?"disse Superman "Posso dare una mano?"
"Oh è lei?"disse il capo dei pompieri.
"È molto grave?"disse Superman.
"Mio Dio,è un incubo."disse l'uomo "Li dentro è pieno di materiale infiammabile,esplosivo o peggio!"
Un altro edificio esplose e del fuoco uscì da dei tubi sotto il ponte di metallo che connetteva 2 edifici.
"Portatemi l'auto gru numero 3!"disse il capo dei pompieri "Mio Dio..."
Superman volò verso di loro.
"Cosa vuole fare?"disse un altro pompiere "Non fa in tempo a portarli giù uno alla volta."
Superman atterrò sul tetto ed estrasse un pilastro cilindrico con su di esso una scaletta,poi lo mise in orizzontale verso il suolo formando uno scivolo e facendoci entrare gli uomini bloccati sul ponte di metallo.
"Dentro tutti!"disse Superman "Buttatevi dentro!
Uno alla volta!
Niente paura.
Anche voi!
Giù!"
Poco dopo che l'ultimo fu sceso ci fu un'altra esplosione.
"VIA!"urlò uno dei pompieri "QUI SCOPPIA TUTTO!"
Jimmy si mise sul tetto di uno dei camion dei pompieri e salì la scala di metallo obliqua,poi iniziò a scattare delle foto.
Superman aprì una porta e trovò un uomo in camice bianco con capelli neri e baffi.
L'uomo era ad una macchina rettangolare grigia con vari pulsanti vicino ad una parete,con accanto 3 pannelli rettangolari grigi con degli indicatori connessi ai pannelli da dei tubi verticali.
Nella stanza c'erano vari tavoli,vari macchinari con dei pulsanti e un intero laboratorio chimico pieno di contenitori con vari liquidi.
"Signore,deve venire via di qui."disse Superman "Le faccio strada."
"Vada ad occuparsi degli altri,io devo restare."disse l'uomo.
"Perché?"disse Superman.
"Devo sorvegliare quella roba."disse l'uomo indicando un vetro che dava su una stanza piena di cilindri di vetro contenenti una sostanza verde "È acido peltrico concentrato.
Se supera i 180 gradi sono guai seri."
Davanti alla vetrata c'erano 2 pannelli su una superficie obliqua e accanto c'erano 2 tubi di metallo verticali,connessi ad una placca rettangolare a mezz'aria.
"L'incendio che c'è ora in confronto sembrerebbe un accendino in confronto."disse l'uomo.
"Perché?"disse Superman "Che succederebbe?"
"Beh,finché resta stabile è un normale acido,ma se la temperatura aumentasse e l'acido diventasse volatile si spanderebbe nell'aria,come una grande nuvola di fumo e divorerebbe tutto incluso l'acciaio e il cemento armato,tutto."disse l'uomo.
Diversi pompieri utilizzavano i tubi per domare l'incendio.
"Indietro!"disse uno di loro "INDIETRO!
NON C'È PIÙ NIENTE DA FARE!
METTETEVI A RIPARO!"
Un camion con cisterna esplose.
Jimmy scattò varie foto.
"E quel matto chi è?"disse uno dei pompieri indicandolo.
"EHI TU!"disse un altro "VIENI VIA DI LI!"
"FACCIO UN ALTRO PAIO DI FOTO E VENGO!"disse Jimmy.
Ci fu un'altra esplosione che fece cadere una trave sulla scala che si piegò e Jimmy si aggrappò,la scala cadde e Jimmy cadde a terra in mezzo ad una zona che era piena di fiamme ferendosi una gamba,mentre un altro edificio esplodeva.
La parete dietro l'acido cedette e Superman corse fuori dalla stanza.
"Cerchi degli estintori!"disse l'uomo "Presto!"
"AIUTO!"urlò Jimmy e Superman si fermò vedendolo "AIUTATEMI!
SONO QUA!
VI PREGO!"
Superman camminò tra le fiamme e lo raggiunse "Jimmy."
"Superman?"disse Jimmy.
"Sta calmo Jim."disse Superman.
"La gamba."disse Jimmy "Non la muovo."
"D'accordo,non ti preoccupare."disse Superman "Ti tiro fuori io,non ti preoccupare."
Lui lo prese in braccio e volò in aria.
"Un casino,ma c'è Superman."disse il capo dei pompieri alla radio,mentre Superman atterrava portando Jimmy che fu messo su un lettino d'ospedale.
"La gamba,la sinistra."disse Superman che usò la vista a raggi x sulla gamba vedendo l'osso "È una frattura semplice del perone."
"La mia macchina fotografica...si sarà rotta?"disse Jimmy.
"Niente di grave."disse Superman toccandogli la spalla destra "Guarirai presto."
Superman andò dal capo dei pompieri "Capo!
Dobbiamo bloccare il fuoco nell'ala est o una nuvola d'acido calerà su tutta la costa orientale!"
Un altro edificio esplose.
"Capo la pompa degli idranti è partita!"disse un pompiere.
"Cosa?"disse il capo.
"LA POMPA DEGLI IDRANTI È PARTITA!"disse il pompiere.
"NON ABBIAMO PIÙ PRESSIONE!"disse il capo "CI SERVE L'ACQUA ACCIDENTI!"
"E come?"disse l'altro "Il lago più vicin miglia da qui,non abbiamo un tubo così lungo!"
"Dov'è questo lago?"disse Superman.
"Da quella parte."disse il capo indicando e Superman spiccò il volo raggiungendo il lago,atterrò sulle rive e soffiò ghiacciando l'acqua in pochi istanti,poi sollevò l'intera lastra a mani nude.
L'acido iniziò a diventare rosso.
Superman lasciò andare la lastra che si frantumò ed iniziò a piovere.
"Piove."disse uno dei pompieri che vide la lastra rompersi.
L'acido tornò normale e l'uomo tirò un sospiro di sollievo.
"Ragazzi quell'uomo è un miracolo."disse il capo dei pompieri mentre lui volava via.
Smallville.
La notte seguente diverse persone vestite in abiti da festa stavano camminando per le strade della cittadina.
Alla loro sinistra c'era una recinzione che aveva delle luci rosse e gialle attaccate.
Oltre c'erano degli alberi e un prato recintato.
Seguendo il marciapiede il gruppo arrivò ad un edificio a 2 piani,quadrato sulla parte davanti e rettangolare dietro,con le pareti rosso scuro,il tetto nero appuntito,la parte frontale aveva,al centro,2 piani rettangolari,di cui quello in basso era grigio e aveva l'entrata rettangolare aperta,con sopra un'arcata incisa nella parete.
La parte grigia rettangolare aveva delle luci adornate intorno ad essa.
All'entrata si accedeva tramite una scala che aveva i corrimano di cemento.
Fuori dall'edificio,nel prato,c'erano 2 tavoli con tovaglie rosse.
Nella palestra c'erano molte persone che ballavano.
Ai lati della palestra c'erano 3 livelli di panche di legno con sopra dei caschi gialli con al centro un
cerchio rosso con la "S"rossa.
La parete dietro era bianca,con un filo che aveva luci verdi,gialle e rosse.
Sulla parete c'era una grata di ferro nero.
Altre persone entrarono nella sala passando dalle 2 porte di legno.
Sulle pareti c'erano delle foto in bianco e nero dei migliori studenti,mentre su un'altra parete c'era una bandiera.
In un'altra zona c'era un palco con oltre un'orchestra,delle casse e alcune foto poste su dei tavoli.
Dietro il palco c'erano delle tende rosse.
In una zona c'era un uomo biondo,con la riga in mezzo alla testa e baffi.
Indossava una giacca nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
Alla sua sinistra c'era una grossa foto verticale che lo ritraeva mentre giocava a football,posta in verticale su un tavolo.
"Scattata per l'anniversario del campionato."disse l'uomo che bevve da una lattina nella mano sinistra "E chi se lo scorda.
Negli ultimi momenti si era pari.
Sulla nostra linea delle 25.
E quel fesso dell'allenatore che ti fa?"
Clark era a parlare con una ragazza bionda.
Lui indossava una giacca bianca,con camicia bianca,pantaloni bianchi e scarpe nere.
La ragazza aveva capelli biondi a mezzo collo,lisci,con la riga a destra e indossava un lungo abito verde.
Dietro di loro c'erano dei ragazzi e delle ragazze che guardavano 3 lavagne grige piene di foto appese,disegni e ritagli di giornali.
"Sei proprio cresciuto,ragazzo di campagna."disse la ragazza.
"E tu sei sempre in gamba Chloe."disse Clark.
"Beh non mi posso lamentare."disse Chloe "Penso anche io di trasferirmi a Metropolis,magari tra qualche anno vengo al Planet con te."
"Davvero?"disse Clark "Sarebbe fantastico."
"Sul serio?"disse lei sorridendo.
"Certamente."disse Clark "Fa sempre piacere ritrovare una vecchia amica."
Lei abbassò gli occhi e tentò di mantenere il sorriso "Già...amica…"
Clark guardò verso la pista da ballo e spalancò gli occhi.
Tra la gente c'era una ragazza con capelli rossi,lunghi,con la parte iniziale legata dietro la testa e il resto sciolto.
Indossava un abito giallo,lungo,scollato,che lasciava scoperta la spalla destra.
Nella mano destra aveva delle cartelle,mentre nella sinistra aveva dei piatti,con sopra una scodella con dentro delle fragole.
La donna rimase bloccata vedendolo.
"Lana..."disse Clark.
"Clark?..."disse lei stupita e poi sorrise quando lui la salutò.
"Chloe vuoi scusarmi un attimo,c'è una persona che vorrei salutare."disse Clark.
"Certo..."disse Chloe che lo vide andare verso l'altra "Ah...ecco...come al solito sempre dietro a Lana...tipico."
"Lana!"disse Clark "Lana Lang che gioia rivederti!"
"Clark!"disse lei dandogli un bacio "Stai una meraviglia!"
"Chi io?"disse Clark "No,tu stai benissimo.
Lascia che ti dia una mano."
Lui prese il piatto delle fragole e si diresse verso un tavolo.
"No,ce la faccio benone."disse lei che andò in mezzo alla gente.
Clark la seguì.
"Questa è la prima volta che torni al paesello senza andare a trovare tua madre?"disse Lana che posò i piatti sul palco,poi proseguì.
"Eh già."disse lui "Tra l'altro penso che andrò a farle visita.
Ho saputo che tu e...e Donald vi siete lasciati."
"Hai già mangiato?"disse lei.
"No."disse lui.
Lei andò al tavolo dove c'erano le scodelle e prese un po' di pasta con un mestolo,ma poi si accorse di avere nella mano sinistra le cartelline "Ma questi non li avevo…?"
"No."disse lui.
"Sii gentile,tieni un attimo."disse lei che gli passò il mestolo e andò via "Si,con Donald ho chiuso."
"Ciao Kent."disse uno biondo passandogli alle spalle.
"Ah ciao..."disse lui,ma l'altro non si fermò nemmeno.
Lei tornò sul palco,diede le cartelline all'uomo e riprese i piatti "Scusa,chissà dove avevo la testa."
Lei tornò indietro "Clark eccomi!"
"Ehi Lana!"disse quello biondo che si diresse verso di loro.
"Eh..."disse Clark e lei si girò dalla parte opposta.
"Ehi dolcezza sono qua?"disse quello biondo spalancando le braccia,poi le mise il braccio sinistro intorno alle spalle "Ricordi quando ti hanno fatto miss?
Bisognava mettersi in fila per ballare con te."
Lei si tolse il braccio dalle spalle.
"Ora sulla lista ne avrai uno solo e il migliore che ci sia!"disse l'uomo.
"Brad Wilson."disse Clark tenendo le mani unite all'altezza della vita e poi tese la mano
destra"Salve Fred."
"Ehi Kent..."disse lui che però non strinse la mano "Non ci si vede più eh?"
Brad gli indicò gli occhiali con la mano destra "Per te quasi alla lettera."
Clark rise.
"Buttiamoci Lana."disse Brad che le afferrò l'avambraccio destro,ma lei andò vicino a Clark e gli mise il braccio destro sotto il sinistro.
"No,desolata."disse lei "Clark l'ha chiesto per primo."
"Davvero?"disse Clark.
"Certo."disse lei che lo portò in pista.
"Oh certo,ma io sono un disastro,sono anni che non ballo."disse Clark.
Brad ordinò da bere.
I 2 iniziarono a fare un ballo classico e a ridere.
Chloe li osservò dal tavolo circolare,mettendosi la mano sinistra sul volto e poggiando il gomito sul tavolo "Eh...Clark...se solamente ti accorgessi di me..."
Il giorno dopo,nella stanza dei computer,l'uomo calvo diede l'assegno a Gorman che aveva una camicia chiara e una cravatta grigia.
"Ah Gorman...altra settimana,altro assegno."disse l'uomo.
"Di c'è solo questo per me?"disse Gorman "Avevo chiesto un rimborso di certe spesette."
"Rimborso?"disse l'uomo che trovò un'altra busta e glie la diede "Ah si,hai ragione...eccolo qui."
"Grazie."disse Gorman che aprì la busta e guardò la cifra leggendola con il pensiero "85000,00 dollari...uh..."
Lui iniziò a guardarsi intorno e a sorridere.
Il giorno dopo Clark e Lana erano dentro la palestra vuota.
Lei indossava una maglietta chiara,pantaloni bianchi e scarpe nere e stava ripulendo dei tavoli portando via dei piatti,mentre Clark era su un'alta scala e toglieva dei nastri che erano attaccati in alto sul muro.
Clark aveva una camicia blu,pantaloni neri e scarpe nere.
"Grazie per avermi liberata."disse Lana.
"Ma scherzi Lana,sai quanti ne trovavi."disse lui.
Lei gettò delle carte in un cestino "Ah,invece non sai quanti pochi mi invitano.
Anche Brad non avrebbe insistito.
Non è colpa sua,non è così facile qui."
"Che babbei,tu fai un fischio e vedrai che..."disse Clark.
"No,non è quello,è un po' tutto."disse Lana "Persino Chloe,che era una molto affezionata al posto,comincia a dirlo."
"Se comincia a dirlo persino lei c'è da preoccuparsi."disse lui "Ha sempre adorato questo posto."
"Già,questo ti da un'idea."disse lei "Non faccio il pianto greco è solo che con te riesco a sfogarmi."
"Cosa?"disse Clark.
"Sento che con te riesco ad aprirmi."disse lei ridendo.
"Sai una cosa Lana?"disse Clark.
"Si?"disse lei.
"Io l'avrei fatto."disse Clark scendendo la scala "Magari tu l'avessi fatto prima."
Clark si avvicinò "Voglio dire ...anche qui a scuola,ricordi quando eri..."
"Reginetta dell'anno?"disse Lana.
"Si."disse lui "Reginetta dell'anno."
"No...e poi,3 anni dopo le nozze reali il re ha abdicato."disse lei "Non è una cosa oscena."
"Si,abbastanza."disse lui.
"Dev'esserci dell'insalata di patate avanzata da qualche parte."disse lei che andò verso il tavolo lungo sul lato sinistro della palestra,dove c'erano le scodelle di metallo.
"Sai qual'è il problema Clark?"disse lei.
Lui si avvicinò con le mani in tasca "Non saprei...troppa maionese?"
"Maionese?"disse lei "A Donald piaceva..."
Lui indicò la scodella.
"No,non questa."disse lei camminando "Intendo dire,ma perché diavolo rimango a Smallville?
Te l'ho detto persino la nostra amica del muro delle stranezze se n'è andata."
"Il muro delle stranezze..."disse Clark ridendo "Si,me lo ricordo.
Lo fa ancora?"
"Mi sembra di no,ha detto che da quando ha lasciato questo paese nessuno ha più parlato di cose strane,almeno fino a Superman."disse Lana "Comunque sul perché io rimanga me lo sarò chiesto almeno mille volte.
Lo sai che tu sei davvero fortunato a vivere a Metropolis?
In mezzo a gente civile."
"Beh anche tu..."disse Clark.
"No,si fa presto a dire."disse lei gettando un piatto di plastica in un cestino "E Riccardo dove lo metto?"
"Riccardo?"disse Clark.
"Mio figlio."disse lei.
Lui la indicò con l'indice destro "Tu hai...hai un figlio?"
"Si."disse lei.
"Oh splendido."disse Clark.
"Qui per lo meno abbiamo una casa e io ho un lavoro."disse lei andando ai tavoli in fondo alla palestra che erano più lunghi di quelli al centro "Si,faccio la segretaria,d'accordo,ma ci pago i conti.
Tranne l'inverno scorso quando il gasolio era andato alle stelle."
Lei tornò indietro con 2 piatti rossi "Ho dovuto perfino impegnare l'anello."
"Beh,è un peccato."disse Clark che andò ad un pianoforte pigiando i tasti e fischiettando.
"E tu ti sei sposato?"disse Lana.
"Io?"disse lui.
"Tu?"disse lei.
"Beh stavo per...no mai."disse lui che cominciò a suonare.
Lei guardò la foto di Clark da studente appesa al muro accanto a quella di Chloe "Sai a volte succede di guardare una persona e pensare...si,credo che sia proprio la stessa di allora."
Ross Webster era seduto alla sua scrivania con un giornale in mano.
Indossava una giacca grigia,cravatta grigia,camicia bianca,pantaloni grigi e scarpe nere.
La scrivania era enorme,nera,con la parte frontale rettangolare,mentre le parti laterali erano oblique sui lati verso l'interno.
I tavoli erano pieni di fogli ben ordinati,telefoni,porta penne,lampade e c'era anche un obelisco di marmo nero,con puntini bianchi.
Alle sue spalle c'era un mobile nero,con vari cassetti che avevano un quadrato dai bordi argentati e un esagono bianco dentro.
Su questo mobile c'erano delle foto e delle lampade con l'asta bianca e la parte superiore cilindrica nera.
La parete alle sue spalle era nera,con delle foto ,in cornici grigio scuro,e c'erano delle parti grigio
spento e marrone che formavano delle scalette con gradini quadrati.
Oltre la scrivania c'era una scala di metallo curva verso l'alto e sinistra che conduceva ad un piano
superiore con ringhiera di metallo e pavimento nero.
La parete dietro alla scala era scura.
Oltre la scala c'era una stanza enorme che aveva l'entrata rettangolare immensa,con i bordi coperti
di metallo,oltre c'era una gigantesca libreria divisa in 3 parti e fusa con il muro,poi c'era una zona
con una parete nera,mentre il pavimento era di marmo grigio con linee nere e con 2
circonferenze,una grande e una piccola al centro.
La zona dentro la prima circonferenza aveva un tavolo quadrato di vetro con una coppa di cristallo al centro e poltrone nere.
Al centro della seconda circonferenza c'era una placca circolare di metallo,con dentro un pilastro di metallo con sopra 3 circonferenze di metallo di cui la più bassa era la più grande.
"Mi ripeta la cifra per favore."disse l'uomo "Me la sbatta in faccia un'altra volta,caro."
"85000 dollari."disse un uomo anziano con un registro nero aperto in mano.
L'uomo era semi calvo,con baffi,magro,con giacca nera,camicia chiara,cravatta nera,pantaloni neri e
scarpe nere.
"Mancanti."disse Ross sorridendo.
"Sfilati direi signor Webster."disse l'uomo mentre lui chiudeva il giornale "Sottratti alla ditta
signore,rubati."
In quel momento la sorella di Webster scese le scale.
Lei aveva i capelli neri a mezzo collo,riga sulla parte sinistra,giacca nera,camicia bianca,gonna nera
e scarpe nere.
"E da chi?"disse la donna scendendo le scale "Solo questo voglio sapere!
DA CHI?
CHI SI AZZARDA..."
"Sorellina per favore controllati."disse Webster "Che se non lo fai da sola lo faccio io."
"Non lo so da chi."disse l'anziano "Ai vecchi tempi era semplice.
C'era la partita doppia,la prima nota,sapevamo le entrate e sapevamo le uscite e se un brav'uomo
voleva rubare ti puntava una pistola addosso e mani in alto.
Ora ci sono quei maledetti computer con i loro luridi imbrogli."
"Amico Simson,i ladri che mi ha descritto sono il passato."disse Webster "Ma chi ha fatto il colpo è
il futuro."
La donna bionda entrò dalla porta nera,passando accanto ad un divano grigio.
Ai lati della porta c'era una zona di marmo rettangolare con 2 colonne nere,con un panno bianco in cima e con una brace nera finta,con dentro una luce.
La donna indossava una maglietta bianca e gonna bianca.
"Porca vacca!"disse lei entrando e per poco non inciampò "Mister Webster,è l'ora del suo
massaggio."
"Senti,micio mio,com'è che questa qui entra senza neanche bussare?"disse la sorella avvicinandosi all'altra e indicandola con la mano destra.
"Ehi buona buona."disse Webster alzando la mano sinistra "Simson conosce la mia psicologa alimentare?"
"Ciao."disse la donna stringendo la mano al vecchio.
"Molto lieto."disse l'anziano.
"Se non hai niente in contrario c'erano argomenti privati in ballo qui."disse la sorella di Webster.
"Ma quali argomenti fai ballare se non ne hai?"disse la donna bionda "Guardati allo specchio.
1 a 0."
L'anziano rise.
"Mettetevi di mezzo perché SENTO CHE STO PER STROZZARLA!"urlò l'altra allungando le mani verso il collo della bionda.
"Simson,ci scusa un attimino soltanto?"disse Webster e l'anziano si allontanò.
Webster si alzò mentre le 2 iniziavano a bisticciare "Bocche chiuse e orecchie aperte."
"Questa è un maiale!"disse la bionda indicando l'altra.
"Io non intendo tenere con me chi non sta con me."disse Webster e le 2 si zittirono,poi lui si rivolse all'anziano "Simson?
Senta vecchio mio,sa che facciamo allora?"
Webster iniziò a camminare per la stanza "Visto che quei dollari possiamo dirli persi continui a dare la paga al ladro finché non proverà a prendere altri soldi."
La donna bionda toccò la spalla del vecchio con la mano sinistra.
"Prima o poi topperà di brutto,stia certo."disse il vecchio.
"E da cosa lo deduce?"disse quella con i capelli neri.
"Non lo so,ma ho questa sensazione."disse l'anziano mentre la bionda si sedeva "Al cinema i duri dicono sempre così."
"Ah quello non dovrebbe toppare."disse Webster "Oh non credo,continuerà tranquillamente a sfilarci il pane di bocca,starà li buono e tranquillo e non farà niente per attirare la nostra attenzione,certo a meno che non sia un perfetto ed integrale brocco."
In quel momento Webster spostò una delle tende e vide che Gorman stava arrivando con una ferrari.
Una palla da bowling colpì i birilli.
Brad era seduto al bancone di un bar nel locale.
Indossava una camicia chiara con righe blu, era seduto su una sedia di legno,il bancone era di legno,dietro di esso c'era una parete di pietra con dei ripiani con sopra delle coppe.
Oltre il bar c'era una zona con dei divani marroni di pelle e oltre la zona dove si lanciavano le palle da bowling che in quel momento venivano tirate da dei bambini.
"Tocca a te."disse Lana chinata vicino ad un bambino con capelli castani,giaccone chiaro,pantaloni
blu e scarpe nere.
Clark era seduto ad un tavolo circolare li vicino,aveva una maglietta nera,jeans blu e scarpe nere.
"Sei pronto?"disse lei "Oh,hai una scarpa slacciata."
"Quella frana di Riccardo ce la becchiamo noi?"disse uno dei 4 bambini poco oltre il loro tavolo.
"Perché tocca sempre a noi?"disse un altro.
"D'accordo,su muoviti Riccardo."disse il primo.
Riccardo andò verso di loro.
"Poverino,a confronto agli altri è molto meno bravo."disse Lana mettendosi la mano destra sul petto.
"Oh se la cava vedrai."disse Clark "Non ero molto bravo all'inizio nemmeno io,imparerà."
"No,ma è piccolo."disse Lana "E vorresti essere l'unico in città senza un padre?"
Brad camminò con una birra in mano e salì su i divani per arrivare a loro.
"Guardalo la."disse Lana "Già completamente ubriaco di primo pomeriggio."
"Ha preso solo una coca."disse Clark.
"No,dicevo..."disse Lana.
"Ciao."disse Brad "Si sta allenando il pargolo eh?
Ancora qui tu?"
Clark si alzò "Eh direi di si."
"Al maschietto servono lezioni da un campione."disse Brad "Tu lo sapevi che ho vinto i campionati
di Bowling per 2 anni di seguito?"
"Complimenti."disse Clark.
"Già."disse Brad "Il vero atleta è primo in tutto."
Brad si avvicinò al bambino.
"Brad,se lo distrai ora è peggio."disse Lana.
"No,ci penso io."disse Clark.
Riccardo tirò la palla che però andò fuori dalla corsia,poi andò a prenderne un'altra.
"Forza Riccardo."disse Clark.
"Ehi,piccolo,non tenerla come una bambola."disse Brad "Ora il vecchio zio Brad ti fa vedere eh?"
Brad prese la palla.
"Scusa Brad."disse Clark avvicinandosi "Senti Brad...farà a modo suo Brad,lascia stare."
"Per essere uno che portava da bere alla squadra della scuola parli molto Kent."disse Brad.
"Perché non è il caso di dargli lezione di bowling davanti ai suoi amici."disse Clark indicando gli
altri con la mano destra.
"Ma deve insegnargli un uomo."disse Brad.
"Io dico che se la cava da solo."disse Clark "Permetti?"
Clark prese la palla e la diede al bambino "Ecco qua Riccardo.
Impara da 0 e vedrai.
Ci sei?
Ok."
Clark tornò indietro e sbatté contro un'asta con sopra un cuscinetto circolare,con sopra della polvere,così raccolse l'oggetto "Oh santo cielo,scusate."
Il bambino tirò la palla,lui starnutì e la palla andò dritta verso i birilli frantumandoli.
I bambini applaudirono e Lana sorrise,mentre Brad era senza parole.
Gorman era seduto alla scrivania quando il collega dai capelli neri andò a parlargli.
Gorman indossava un giubbetto chiaro,mentre l'altro indossava una camicia bianca,con linee nere,pantaloni chiari e scarpe nere.
"Gorman il capo vuole vederti."disse il collega.
"Può vedermi benone da qui come io vedo lui."disse Gorman che salutò verso il vetro a fine
stanza"Salve signor..."
"No,non quel capo."disse il collega indicando l'alto con l'indice destro "Il capo."
"Cioè...il capo..."disse Gorman indicando verso l'alto "Quello…?"
"Già."disse l'altro.
"Vuole vedere me?"disse Gorman.
"Già."disse l'altro.
"Ma che accidenti…?"disse Gorman "Perché diavolo vuole vedere me?
Voglio dire...perché dovrebbe cercare proprio me?"
Gorman si alzò "Insomma non vedo il motivo...ah ci sono!
È per le nuove tute della palla a volo!
È una mia idea..."
Gorman poco dopo era dentro un ascensore e giocava con uno yo-yo di legno "Ross il capo.
Ross il boss.
Il boss.
Il boia.
Piano.
Calma e freddezza."
Gorman entrò dentro l'ufficio di Webster che era seduto alla scrivania"Ah...signor Webster?
Signor Webster?
Signor Webster,io non vorrei..."
"Il signor Gorman?"disse Webster che indossava un panciotto grigio,camicia bianca,pantaloni grigi
e scarpe nere.
"Si,il signor Gorman,agli ordini!"disse Gorman "Senta,io so che lei è un uomo umanitario e che quindi avrà pietà.
Io non voglio andare dentro perché ci sono ladri e rapinatori e rapinatori che rubano ad altri ladri..."
"Signor Gorman vorrei farle solo una domanda."disse Webster che camminò verso di lui "Lei è stato un po' biricchino eh?"
"Io..."disse Gorman.
"Andiamo,lo riconosca,su."disse Webster andando verso la libreria "Lei è stato un pochino biricchino."
"Beh si un po'..."disse Gorman.
"Ma si amico mio,lo capisco."disse Webster che mandò verso l'esterno la parte superiore di uno dei libri sulla parte laterale destra della libreria e la parte centrale girò di 180 gradi mostrando una parte nascosta e piena di liquori in bottiglia e bicchieri "Diciamo...com'è che voi giovani d'oggi dite?
Prendi tutto quanto e subito fratello eh?
Tu vuoi essere ricco esatto?"
"Si..."disse Gorman.
"Eh io sono nato ricco."disse Webster prendendosi da bere "Mai messi 2 volte lo stesso paia di calzini."
"E che ci fa con quelli usati?"disse Gorman.
"Ah non lo so,penso che li lavino e poi li mandino a qualche istituto di beneficenza."disse
Webster"Non mi sono mai chiesto in effetti cosa ci fanno.
Forse stracci per la polvere o..."
"O magari altri calzini!"disse Gorman.
"Già."disse lui "È vero non ci avevo mai pensato.
Gorman,sai una cosa?"
"Cosa?"disse Gorman.
"Tu sei un genio."disse Webster dandogli un bicchiere e poi brindando con il suo "Un genio cattivo,ma che diamine,nessuno è perfetto.
Salute."
"Ma se è per quella storia dei risparmi sulla paga io..."disse Gorman.
"No,no,perché oggi i computer governano il mondo."disse Webster che si allontanò "E se c'è un dritto che riesce a far fessi i computer sarà lui a governarlo."
Gorman abbassò uno dei libri a sinistra e la parte di libreria si voltò bloccandolo nel muro e poi girò di nuovo.
"Ho cercato per tanto tempo qualcuno che sapesse fare a queste macchine ciò che si escludeva potessero fare."disse Webster camminando per la stanza "Capisci l'antifona?"
"Si."disse lui.
"Gorman la mia industria appartiene ad una sola famiglia."disse Webster "Un po' di magnesio qui,un po' di zinco la,qualche ferrovia,macchine agricole,mi segui?"
"La seguo."disse Gorman.
"E immagina cosa voglio adesso?"disse Webster.
"Cosa?"disse Gorman.
"Io voglio il caffè."disse Webster.
"Quanto zucchero?"disse Gorman.
"No,no,no non hai capito nulla."disse Webster "Sotto ogni società diversa io controllo il prezzo di ogni chicco di caffè in Venezuela,Brasile,Bolivia,Giamaica e nella repubblica del Gabon,ma..."
Webster posò il bicchiere.
"...ho un piccolo problema e credo che tu possa risolverlo."disse Webster "C'è un paese che non vuole sottomettersi,immagino tu capisca quanto la cosa mi irriti."
"Uno si incazza si!"disse Gorman.
"E già."disse Webster.
"Che paese è?"disse Gorman.
"Colombia."disse Webster "La Colombia esporta 2 prodotti importanti e uno è il caffè.
Ebbene io ho tentato di ragionare con quelli,credimi ho tentato,ma
quest'unico,miserabile,PIDOCCHIOSO,paesello ha l'impudenza di credere di poter imporre
l'economia di un mercato aperto.
Gorman..."
Webster gli mise le mani sulle braccia "Gorman,amico mio...noi dobbiamo proprio dargli una
lezioncina credo.
Noi distruggeremo la produzione di caffè fino all'ultima...pianta."
"Fino all'ultima pianta."disse Gorman "Noi?"
"Si."disse Gorman.
"D'accordo,ma lei è già...straricco,per quale motivo vuole questo?"disse Gorman "Ha già un sacco di..."
"Sai che ha detto una volta un saggio?"disse Webster "Se non erro era Attila,re degli unni.
Diceva: Non è sufficiente che io vinca,tutti quanti gli altri devono perdere."
"Mi pare giusto."disse Gorman.
"Gorman?"disse Webster.
"Cosa?"disse Gorman.
"Tu dovrai fare tutto questo per me."disse Webster.
Gorman era rimasto senza parole "Come?"
"Col tempo."disse la sorella scendendo le scale di metallo e portando una borsa.
"Non sapevo che ci fosse anche la sua mamma."disse Gorman.
"Io sono la sorella."disse la donna poggiando la borsa sul tavolino di vetro "Sorella minore anzi."
"Gorman dimmi hai mai sentito il nome Vulcan?"disse Webster.
"Lieto miss Vulcan."disse Gorman.
Webster rise "Beh...non ci sei andato lontano...hahahahaha!"
"Vulcan!...è il meteoro satellite del governo messo in orbita per il controllo del tempo."disse la
donna.
"Ma se qualcuno riuscisse a riprogrammarlo potrebbe fare ben altro."disse Webster.
"Anche determinare il tempo."disse la donna.
"Tempeste,diluvi..."disse Webster.
"Tormente di neve,ondate di caldo."disse la donna.
"E come fareste?"disse Gorman.
"Nello stesso modo delle altre diavolerie di oggi."disse Webster "Spingendo un bottone."
Jimmy,seduto su una sedia,con la gamba sinistra ingessata scattò una foto ai 2 che dovevano partire
per il viaggio.
Jimmy indossava un panciotto grigio,camicia scura e pantaloni marroni.
Davanti a lui c'era un uomo obeso,con capelli neri,baffi e barba,che indossava una giacca
chiara,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni chiari e scarpe nere.
La donna alla sua destra aveva i capelli rossi,vestito bianco lungo,pallini rossi,scarpe bianche.
"Fatto."disse Jimmy.
"Non riesco a crederci."disse l'obeso "La prima volta che mi danno in premio qualcosa."
"E la mia mano tesoro?"disse la moglie.
"Si,ma è la prima volta che vinco qualcosa di valore,no?"disse l'uomo.
La donna che aveva portato il carrello con la sfera con dentro i numeri diede due sombrero ai 2"Facciamone una con il sombrero,Olsen.
Oh signor White!
Ci deve essere anche lei che gli da i biglietti dell'aereo."
White andò verso i 2.
Indossava una camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
"Tutto a me!"disse White "Anche questo."
"Tutto a me lo dico io."disse Jimmy.
"Tu ringrazia che non t'ho licenziato!"disse White indicandolo con l'indice destro "C'era uno dei
più disastrosi incendi della storia e tu cosa mi porti?!
Una zampa rotta e 12 rullini squagliati!"
"Ero arrostito."disse Jimmy mentre White si metteva vicino ai 2.
Jimmy scattò la foto.
Gorman era nello studio di Webster e parlava con la sorella che era seduta su un divano vicino alle
finestre e davanti a se c'era una scacchiera su una colonnina di vetro.
"Vede,quel che si deve fare per non lasciare alcuna traccia è elementare."disse Gorman "Basta
mettere un circuito semplice dentro il computer.
Una specie di computer in miniatura e..."
"...e trovare il posto dove tu possa intrufolarlo."disse Gorman.
"Un posto dove nessuno conosca Gorman in modo che nessuno possa risalire a noi."disse la donna.
"Noi abbiamo 120 affiliate e tutte collegate al computer centrale."disse Webster "Che ne penseresti
di una cittadina...in provincia?"
Poco tempo dopo Gorman scese da un autobus a Smallville.
Indossava il giaccone chiaro,camicia bianca,pantaloni blu e scarpe nere e portava con se un enorme
valigia nera con la parte superiore e inferiore marrone chiaro.
Lana uscì da un alimentari con le buste della spesa.
Indossava un cappotto chiaro lungo,camicia bianca,pantaloni chiari e scarpe nere.
"Grazie,arrivederci."disse lei e il negoziante la salutò.
"Ah...ti aiuto Lana."disse Clark aprendo la portiera dell'auto in cui era e colpendo Gorman alla
pancia.
Clark indossava una camicia bianca,pantaloni neri e la felpa rossa aveva le maniche legate intorno
al collo.
"Ah mi scusi."disse Clark andando da Lana,poi i 2 salirono in macchina poco dopo e andarono via.
Gorman si fermò vicino ad una vetrina di manichini che era dentro un edificio di mattoni.
Lui guardò il manichino che aveva la giacca blu "Ehi...potrebbe essere...si potrebbe."
Gorman fece qualche passo e poi sentì 2 persone che parlavano di qualcuno che si era bevuto una
bottiglia di alcolici "È un'ottima idea."
Sopra un enorme campo di grano c'erano dei nuvoloni neri,con tuoni in lontananza e c'era anche un
arcobaleno.
La macchina di Lana era ferma sulla strada vicino a questo campo e dalla parte opposta c'era
dell'erba e alcuni alberi.
Clark camminava nell'erba con Riccardo che indossava una camicia a mezze maniche bianca,con
linee blu e pantaloni blu scuro con scarpe nere.
"A Metropolis non si fanno i piknik signor Kent."disse il bambino.
"Beh,proprio così no."disse Clark mentre Lana gli passava un secchio di metallo con coperchio.
"Invece io e la mamma lo facciamo sempre insieme."disse Riccardo che giocava con il cagnolino
bianco.
"Riccardo non ti allontanare e stai attento."disse Lana.
"Ok mamma."disse lui correndo con il cane.
"Si diverte in campagna."disse Lana sedendosi nell'erba con Clark "Specialmente se c'è un uomo
con noi,non succede spesso."
"Beh non c'è una gran scelta direi."disse Clark.
"No,i migliori sono sposati,per questo Brad si sente come una specie di manna per le donne
qui."disse Lana mettendo la tovaglia bianca e gialla a terra "Non rischia certo dei no,è l'unico
scapolo in circolazione."
In quel momento si udì un tuono.
"No Lana,dicevo scelta di panini."disse Clark "Questo si che è un piknik."
Lui prese un primo barattolo con dentro della salsa arancione "Qui c'è un po' di coso..."
Clark prese una scatola con dentro una salsa verde "Qui c'è...della roba verde..."
Clark prese una terza scatola con della sostanza marrone,la aprì e ne mangiò un pezzo usando l'indice destro "Ehi...paté...
Buono,però ha un saporino insolito."
"Beh ho portato solamente..."disse lei che spalancò gli occhi e prese il contenitore "Clark è il mangiare del cane..."
"Buono."disse lui "Lo tratti proprio bene eh?
Beato lui."
Lei gli passò un bicchiere "Tieni."
"Però manca un po' di sale."disse lui "Grazie."
Il bambino vide il cane correre tra il grano "TORNA QUI!
NON FARTI MALE!"
Clark e Lana parlarono all'unisono "Ma tu non pensi mai di sposarti?"
I 2 risero.
"Scusa."disse lei ridendo "Prima tu."
"Sai...stavo pensando che una come te starebbe bene a Metropolis."disse Clark.
"Ci dovrò riflettere."disse lei "Ciò che voglio non lo troverò più a Smallville."
"No."disse lui.
"Credi che potrei farcela a Metropolis?"disse lei "Insomma cosa potrei fare una volta la?"
"Mi telefoni."disse Clark.
"No,non telefonerò di certo."disse Lana.
"Non mi telefonerai?"disse lui.
"Si però io...insomma...non vorrei seccarti."disse Lana.
"Lana non credo che mi riusciresti mai a seccare."disse Clark.
"Clark posso dirti cosa penso?"disse lei.
"Si."disse Clark.
"Perde la coppa dell'olio..."disse Lana vedendo l'olio che usciva dalla macchina e si alzò,così lui le
andò dietro.
"Eh si,perde proprio."disse Lana.
"Ti do una mano?"disse lui.
"No grazie."disse lei "Siccome non fa altro che rompersi ho dovuto imparare ad aggiustarla da sola.
Guarda li…"
"Accidenti."disse Clark chinandosi.
Lei aprì il cofano.
Clark,mediante il suo udito altamente sviluppato udì i guaiti di un cane e usò la vista a raggi x sul
campo di grano vedendo il bambino a terra con la testa su una pietra.
In lontananza c'erano 3 trebbiatrici rosse che si avvicinavano.
"Lana,vado a vedere se Riccardo ha bisogno di niente."disse Clark allontanandosi,poi corse dietro
una staccionata e il costume di Superman gli apparve sui vestiti poi spiccò il volo con le braccia in
avanti e i pugni chiusi,atterrò davanti alle lame della trebbiatrice e la bloccò a mani nude.
Il guidatore vide il bambino.
"Porco diavolo...se non c'era lui..."disse il ragazzo al volante.
Superman prese in braccio il bambino e volò.
"Ciao."disse Superman quando il bambino rinvenne.
Riccardo aveva un taglio sulla tempia destra.
"Superman..."disse il bambino.
"In persona."disse Superman.
"Mamma!"disse lui e Lana vide Superman atterrargli davanti.
"Piano terra."disse Superman.
"Riccardo..."disse Lana.
"Sta bene signora,ma se lo vede un dottore è meglio."disse Superman.
"Grazie."disse Lana che gli strinse la mano "Io sono Lana Lang e lui è Riccardo."
"Piacere."disse Superman.
"È questo è Clark."disse lei guardandosi di spalle "Clark?"
"Io devo andare,arrivederci."disse Superman volando via.
"Arrivederci."disse lei.
"Abbiamo volato mamma!"disse il bambino.
"Ma che hai combinato?"disse lei chinandosi "Dov'eri?"
"Io stavo cercando il cane."disse il bambino "Dov'è?"
"L'HO TROVATO!"disse Clark uscendo con il cane da un tubo che era al lato della strada.
"Signor Kent,sa che è venuto Superman?"disse Riccardo.
"Cosa?"disse Clark.
"Si è venuto davvero."disse Lana "Non sei emozionato?"
"Oh Lana,io vivo a Metropolis."disse Clark "Quello lo vedo tutti i giorni."
"Davvero?"disse il bambino "Me lo fa avere un autografo?"
"Se gli dessero un soldo per ogni volta che gli chiedono un autografo...sarebbe diventato milionario
in pochi giorni."disse Clark.
La notte seguente Gorman aveva indossato l'abito che aveva visto sul manichino e si dirigeva verso un edificio.
L'edificio era ad un solo piano,fatto da placche rettangolari marroni,con una scala obliqua alla base,con una zona rettangolare frontale,con una placca rettangolare che andava in avanti e da cui scendevano 4 colonne rettangolari.
La placca aveva 3 cartelloni rettangolari rossi con scritte gialle.
Intorno all'edificio c'erano dei mezzi agricoli.
Gorman bussò sulle porte di vetro plastificato dai contorni di metallo,poi suonò un campanello.
Brad si alzò da una panca su cui si era sdraiato.
Indossava una giacca chiara,pantaloni chiari,aveva sia la pistola che il manganello.
Brad si alzò e accese le luci.
Alla sua sinistra c'era un bancone bianco,rettangolare,con la parte più alta di legno e sopra c'era una
placca rettangolare bianca.
In fondo alla stanza c'era una libreria di legno.
"Ehi!"disse Brad appoggiando l'avambraccio sinistro sull'entrata "Cosa vuoi?"
"Siamo in un bel pasticcio eh?"disse Gorman sorridendo.
"Cosa?"disse Brad.
"Siamo in un bel pasticcio."disse Gorman "Sai ,per cominciare, hanno perso l'ordine,poi quando
l'hanno trovato si sono accorti che hanno finito certe marche,io affitto una macchina perché perdo
l'aereo da Cleveland delle 4 e vado a bucare sull'autostrada.
Una scalogna.
Ho cambiato gomma da solo,con queste manine..."
"Ma chi..."disse Brad.
"…e sapendo che il tuo capo è un piantagrane,mi capisci,un piantagrane..."disse Gorman.
"Ma che diavolo blateri?"disse Brad.
"No,dico,quello ci sbatte la cucuzza contro il muro a tutti e 2."disse Gorman "Vuole trovare gli
articoli che ha ordinato nel suo ufficio,non più tardi di domani mattina,per cui devo entrare e
sistemare la cosa stanotte."
"Che cos'hai la dentro?"disse Brad.
Gorman aprì una valigia marrone piena di bottiglie di alcolici messi su dei ripiani.
Brad spalancò gli occhi,poi aprì le porte istantaneamente.
"Fratello,mi hai salvato la vita,giuro."disse Gorman entrando,mentre l'altro sorrideva "Me l'hai
salvata,giuro.
Ehi,dov'è l'ufficio fratello?"
"Davanti al naso."disse l'altro.
"Vieni anche tu eh?"disse Gorman avanzando.
"Puoi dirlo forte!"disse Brad che lo seguì.
Poco dopo i 2 erano seduti ad un tavolo,la valigia aperta era su di esso e Gorman indossava un
sombrero grigio.
La stanza era piena di quadri con macchine per i campi dentro,le pareti erano fatte da lunghe tegole
di legno,c'era una scrivania dietro di loro,con dietro un armadio di legno marrone e alla sinistra
c'era una finestra.
"Ah...niente male...anzi una bomba!"disse Brad che aveva i piedi sul tavolo "Però un difettuccio ce
l'ha questo bibitone.
Come lo chiami?
Botte di Singapore?"
"Notte!"disse Gorman "Notte di Singapore."
Brad fissò il bicchiere con la mano destra.
"Avanti...che cos'ha che non va?"disse Gorman.
"C'è poca Vodka."disse l'altro.
"Non ce n'è per niente di Vodka dentro."disse Gorman.
"Ha!"disse Brad "Visto se ho naso?
Dai,una dose da uomo."
Brad mise il bicchiere sul tavolo e l'altro versò la Vodka nel bicchiere.
"Tu dici che la Vodka...ci sta..."disse Gorman che gli passò il bicchiere e l'altro lo bevve tutto "Ce
ne ho messo un ditino fratello..."
"Si si perfetto..."disse Brad.
"Ma tu non parti mai per la tangente?"disse Gorman.
L'altro scosse la testa.
"No..."disse Brad che cadde a terra "Mai..."
"Fatti un buon sonno fratello."disse Gorman alzandosi,togliendosi il cappello e barcollando
"Credevi che fossi ubriaco anche io…?"disse Gorman che si chinò su di lui "Le chiavi adesso...dove sono le chiavi?"
Gorman barcollò per i grigi corridoi,spaventandosi dopo aver visto il suo riflesso in uno specchio, e
aprì una porta di legno che dava su uno sgabuzzino accanto a dei distributori di merende "Io non
sono ubriaco affatto...appena allegrotto."
Aprì una seconda porta che dava su una scrivania marrone con un piccolo video con tastiere,con 2 oggetti rettangolari grigi,con delle incavature rettangolari marroni,con pulsanti con 2 piccole aperture rettangolari.
Davanti all'oggetto rettangolare a sinistra c'erano 3 libri impilati.
"Ciao piccolino."disse Gorman che si sedette alla scrivania con 2 schede in mano "Dunque vediamo...trovare le giuste schede..."
Gorman inserì quella bianca dentro il primo oggetto,poi mise la seconda nel secondo oggetto,ma lo schermo non si accese,poi lui lesse un cartello marrone,dalle scritte bianche,attaccato al muro "Importante:inserire le chiavi insieme.
Oh no..."
Gorman prese le chiavi e provò a metterne una in cima alla scarpa,ma senza successo
poi si alzò"Cavolo...credi di avermi fregato eh?
Fai il complicato?"
Gorman portò il corpo di Brad e lo fece sedere sulla sedia accanto,mise la tessera nella mano sinistra,legandogli la corda dello yo-yo intorno al polso e quando mise la chiavetta dentro l'apertura a destra,tirò la corda,facendo si che l'altra tessera,in parte inserita dentro,entrasse del tutto.
Lo schermo si accese.
Gorman sorrise e si sedette "Ok,ciao e adesso cocco...adesso fai il bravo eh..."
In quel momento i semafori di un incrocio iniziarono a diventare verdi e rossi istantaneamente sia per le macchine che per i pedoni,causando degli ingorghi stradali.
"Dunque...ricominciamo da capo..."disse Gorman che ricevette l'accesso al satellite "Salve!
Ti ho beccato!
Adesso facciamo sul serio…
Sono davvero un genio."
Gorman guardò Brad svenuto "Sta zitto non mi distrarre..."
In orbita c'era un satellite con la base circolare e la parte alta a cono,con la punta piatta.
In alto c'erano 2 pannelli solari con la parte esterna piatta,mentre la parte interna si curvava verso l'interno in obliquo e poi formava una seconda base piatta.
"Ah longitudine...e l'altra come si chiama?"disse Gorman "Ah latitudine..."
Dalla base del satellite partirono 2 raggi laser rossi diretti in basso.
In quel momento i 2 giornalisti che avevano vinto il premio erano arrivati in una zona dove c'erano alcune case e una chiesa.
L'uomo obeso indossava una maglietta chiara,pantaloni chiari e scarpe nere e aveva una borsa a tracolla a sinistra.
La donna indossava un lungo abito bianco con linee rosse.
Dietro di loro c'era una macchina nera a sinistra e oltre dell'erba alta con 2 case bianche,una con il tetto coperto di vegetazione,l'altra con il tetto in cemento.
Alla loro sinistra,sedute a terra,c'erano 2 donne che avevano un cappello nero e un abito nero,con accanto molti vasi.
"Oh guarda amore."disse la donna "Un matrimonio locale."
I 2 entrarono in una chiesa di mattoni.
Il cielo si ricoprì di nuvoloni immensi,si formarono delle trombe d'aria e iniziò a piovere.
Le strutture iniziarono a tremare e dal tetto della chiesa si staccarono dei mattoni che fecero cadere gli sposi e il sacerdote.
I venti spazzarono via le case di paglia e rovesciarono quelle di legno.
In uno studio televisivo c'era un uomo con capelli neri,giacca grigia,camicia bianca e pantaloni grigi.
Era seduto ad un tavolo che aveva la parte superiore nera,mentre il resto,più piccolo,era grigio.
Il tavolo aveva la parte frontale dritta e le 2 parti laterali piegate verso dietro.
La parte dietro di lui era nera,con una città bianca disegnata e con a sinistra un televisore a muro.
Ai lati della stanza c'erano 2 cartine degli Stati Uniti.
"I meteorologi sono stupefatti di fronte al tornado e le piogge torrenziali che hanno colpito oggi pomeriggio tutti i territori della Colombia."disse l'uomo "Le tempeste rischiano di danneggiare per almeno 5 anni tutti i raccolti di caffè del paese.
Venti di forza incredibile,con una velocità di 250 miglia all'ora si sono scatenati in zona."
Webster era seduto alla sua scrivania,mentre la sorella era al tavolino di cristallo.
La bionda era seduta su un divano.
Tutti e 2 osservavano una tv a muro.
"Spegni."disse Webster ridendo "Mi si incrinano le mascelle se continuo a ridere!"
La sorella spense la tv e Webster continuò a ridere.
"Eh che peccato."disse Webster "Povera piccola Colombia.
Ha ha ha ha."
Webster andò a prendere da bere.
"Micio mio,ma l'hai capito cosa abbiamo in mano?"disse la sorella seguendolo.
"Se lo capito?"disse lui ridendo "Tutti gli ubriachi del mondo dopo la sbornia dovranno bere il mio caffè."
"Perché fermarci al caffè?"disse la donna "Una tazza di caffè fa marciare una persona,ma cos'è che fa marciare il mondo?"
"Cappuccino e cornetto."disse la bionda.
"Vuoi dire..."disse Webster.
"Voglio dire...adesso il caffè..."disse la donna.
"Domani...il petrolio."disse l'uomo.
"Oh si?"disse la bionda.
"Se Gorman conosce i bottoni giusti..."disse la sorella.
"Sarà tutto mio."disse Webster "Santi dollari.
Tutto il petrolio,tutte le pompe,tutte le petroliere.
Un'idea davvero super,anzi di più."
"CAPO!"disse Gorman entrando mentre Webster si sedeva di nuovo "Capo!"
"Oh vieni."disse Webster "Si festeggia!"
"Capo,le dico subito che non è colpa mia."disse Gorman.
"Strano vero?"disse Webster "Non capita...cosa non è colpa tua?"
"Superman."disse Gorman "E come facevo a saperlo che quello non si faceva gli affari suoi mentre lei si faceva i suoi?"
"Ma cos'è questo scioglilingua?"disse la sorella.
"Quello che sto dicendo è...ma non l'avete visto?"disse Gorman "C'era anche alla televisione."
"Io ho visto solo la Colombia ridotta un pizzico,non ho visto altro."disse Webster.
"Ma come?"disse Gorman "Non ha visto Superman che volava in alto in mezzo alle nuvole?
Era lui!
Ed è atterrato proprio in mezzo a quella piantagione e la se messo a guardarsi in giro con la sua
vista a raggi x.
E poi...ha tirato fuori dagli occhi quei raggi laser,sparandoli dovunque sul terreno e ha asciugato tutto quanto.
In un solo istante!
È come se fosse una di quelle macchine dei cessi per gli uomini,lei è pratica no?"
La sorella di Webster sollevò il sopracciglio destro.
"Quelle che gettano aria calda sopra le mani per farle asciugare,quelle che non funzionano
mai!"disse Gorman "E lui invece ha funzionato.
Se n'è rivolato in cielo e poi ha visto qual'era la causa del disastro e dentro!
S'è buttato nel tornado!
E giù!
Alla base della tromba d'aria e che ti fa li?
La rovescia!
L'ha messa con la punta per aria ed è salito su?"
Gorman iniziò a ridere "Io credevo che dessi i numeri!
E invece l'aveva fatto davvero.
Un po' di nuvole in basso,un soffio e via tutto!"
Webster lo fissò.
"È stata una vera...una vera...una vera porcata."disse Gorman.
"Si,una vera porcata."disse Webster piegandosi in avanti con la schiena "No...no...NO!"
Webster colpì i braccioli della sedia che si rovesciò una volta che mise la schiena sullo schienale.
Le altre si alzarono.
"Oh puttana Eva..."disse Webster.
"Ti sei fatto male?"disse la sorella soccorrendolo con l'altra.
"Perfetto..."disse lui alzandosi "Un piano perfetto!
Un piano a prova di idiota!"
"Gli idioti siamo stati noi."disse la sorella.
"Io non centro."disse Gorman allontanandosi "Chiaro?
Io ho fatto quello che dovevo fare."
"Ha rovinato tutto."disse Webster parlando con la sorella in disparte "Quel lercio benefattore ha rovinato tutto.
E ora che ha fatto questa bravata metterà becco nel mio progetto per rovinarmi anche quello.
Dobbiamo toglierlo di mezzo."
"Come?"disse la sorella "Sparandogli?
Gli faresti il solletico."
"Kryptonuro!"disse la donna bionda.
"Cosa?"disse la sorella.
"Ehm...kryptonesio...kryptonosforo?"disse la bionda "Non so come si chiama,ma è una sostanza in
grado di nuocere a Superman."
"Come fai a saperlo?"disse la sorella.
"Un minimo lo so anche io."disse la bionda.
"Più minimo di così?"disse la sorella "Firmi quasi con la croce."
"Un momento...ha ragione..."disse Webster "Kryptonite,si rammento,lo ricordo in un'intervista fatta a Superman."
"E dove si trova?"disse la sorella.
"Sul pianeta da cui proviene Superman."disse Webster "Krypton."
"E dov'è questo Krypton?"disse la sorella.
"Non c'è più."disse Gorman "È esploso nello spazio molti anni fa e lui,Superman,è arrivato qui che era ancora un bambino."
"Ma certo!"disse la donna bionda alzandosi.
"Visto?"disse Gorman "Un minimo lo so anche io."
"Fermi tutti."disse Gorman "Ora che succede quando esplode un pianeta?
Frammenti.
Cose a galla nello spazio."
"E allora?"disse la sorella.
"E allora dobbiamo solo trovare il pezzo di cielo dove stava Krypton e poi il nostro caro Gorman si
metterà in contatto con il satellite Vulcan."disse Webster.
"Ah,considerando che si tratta di Superman,Gorman pensava di ritirarsi."disse Gorman.
"Gorman...se c'è una cosa che io non sopporto e la codardia."disse Webster.
Il satellite Vulcan era nello spazio,poi si orientò verso una zona particolare.
Gorman la stessa notte era ad un computer.
"Appena entrato in contatto con il satellite Vulcan,Gorman darà istruzioni di far ricerche nello spazio esattamente nella zona in cui Krypton ha fatto il botto."disse Webster alla sorella che era vicino ad una finestra.
"Ci metterà pochissimo con i nuovi sistemi di analisi."disse la donna.
"Esatto."disse Webster "Dopo di che è semplice.
I suoi laser esamineranno un frammento vagante di kryptonite,il computer farà l'analisi degli elementi che lo compongono e i ragazzi del nostro laboratorio lo riprodurranno pari pari."
Gorman l'esse l'elenco dei materiali che lo componevano e vide che lo 0,57% era
sconosciuto"Sconosciuto?
Sconosciuto..."
Gorman prese un pacchetto di sigarette,lo guardò,prese la penna connessa al computer eliminando la scritta "Sconosciuto" e poi scrisse "T.A.R.".
"Beh tanto mica se lo deve fumare."disse Gorman.
I 2 che erano andati a fare il viaggio in Colonbia tornarono nel Planet e andarono nell'ufficio di White furibondi.
La donna aveva il braccio sinistro ingessato.
Clark era nel suo ufficio e scriveva a macchina.
Indossava gli occhiali,giacca grigia,cravatta grigia,camicia bianca,pantaloni grigi e scarpe nere.
"E tutte le amicizie di un tempo alla fine rimangono le stesse."disse Clark leggendo "La ragazza più
carina della scuola...è certo la più carina anche oggi."
Clark rispose al telefono "Pronto?"
"Pronto?"disse Lana "Ciao Clark."
"Lana ciao."disse Clark "Oh guarda io ti stavo giusto pensando."
"Ah!"disse Lana "Ehm senti io ho un problema con Riccardo."
"Perché che cosa gli è successo?"disse Clark.
"Beh gli hai dato quell'autografo di Superman e adesso si è montato la testa."disse Lana "Ha detto agli amici che Superman verrà a trovarlo per il suo compleanno mercoledì pomeriggio.
D'accordo ha fatto male,ma se ora Superman non comparirà sono certa che..."
"Beh...Lana credo che in questo caso dovrò parlare con Superman,sai siamo abbastanza amici quindi...senti di pure a Riccardo che Superman ci sarà."disse Clark.
"Perfetto!"disse Lana "Oh splendido,gli farò un pranzo che non ha mai mangiato in un sacco di tempo e digli che per noi lui è meraviglioso."
"D'accordo."disse Clark.
"Ma Clark?"disse lei.
"Si?"disse lui.
"Tu sei il migliore."disse Lana che attaccò.
"E se sarà necessario vi porterò tutti in tribunale!"disse l'uomo obeso.
"Ma non è stata colpa nostra!"disse White che indossava una camicia chiara e pantaloni neri.
White girò intorno alla scrivania "È stata la volontà di Dio!"
"In una chiesa?"disse la donna.
"La chiesa è solo un luogo di mattoni."disse White.
Gorman era in una stanza dalle pareti bianche,con una lavagna nera su una di esse.
Al centro della stanza c'era un tavolinetto nero con sopra un modellino che raffigurava una baia con delle navi e protetto da una teca rettangolare di vetro.
Gorman poggiò la testa su una delle aste che sorreggevano il tavolo e dormì.
Uno scienziato giovane,con capelli neri e camice bianco arrivò con un vassoio di metallo in mano con sopra una pietra verde acceso e informe.
"Ecco qui signor Gorman."disse l'uomo e Gorman si alzò "Non capisco a che cosa le
serva,comunque eccola."
Gorman prese piano il foglio su cui era l'oggetto e lo guardò attentamente "Perché cavolo avrò paura,io sono terrestre..."
Riccardo era su un palco a Smallville,seduto su una sedia.
Indossava una giacca blu,camicia bianca,fiocco marrone,pantaloni blu e scarpe nere.
Alla sua destra c'era un altra sedia con sopra Lana che indossava un cappello blu,giacca celeste,camicia bianca,pantaloni blu e scarpe nere.
Alla sinistra del bambino c'era Superman.
"Non mi sarei aspettato una cosa del genere per il mio arrivo."disse Superman.
"Si,anche io sono sorpresa."disse Lana "Hanno esagerato un pochino.
Ai lati del palco c'erano colonne bianche con strisce rosse e blu,con altoparlanti a metà e c'era un panno rettangolare che era attaccato alle 2 colonne.
Sul panno c'era scritto in blu "Smallville da il benvenuto a..."e in rosso la parola "...Superman".
Intorno c'era molta gente,vari tavoli imbanditi e una banda che suonava i tamburi e le trombe.
Su un tavolo rettangolare bianco c'era una torta quadrata bianca,con decorazioni rosse e gialle.
Al centro della torta c'era scritto in blu la parola "Benvenuto" e sotto c'era il triangolo rosso con la punta verso il basso,l'interno giallo e la "S"rossa.
Tutti applaudirono incluso Superman quando il sindaco salì sul palco e si mise dietro una colonnina rettangolare con sopra un rettangolo obliquo con dei fogli.
L'uomo era semi calvo,con giacca grigia,cravatta grigia,camicia bianca,pantaloni grigi e scarpe nere.
"Superman,noi sappiamo che a lei non importano onori e riconoscimenti."disse il sindaco mentre Superman si avvicinava "Ma sentito che oggi sarebbe venuto a trovare il suo amico Riccardo,abbiamo approfittato per darle il nostro grazie.
In particolare per aver spento l'incendio e per aver salvato Riccardo.
Per questo,dato che la chiave dei nostri cuori ce l'ha già,Superman..."
L'uomo prese dalla placca rettangolare un contenitore scuro,rettangolare,lo aprì e mostrando una grande chiave dorata "...mi permetta di darle la chiave della città."
"Grazie."disse Superman salutando tutti.
In quel momento arrivò una jeep militare con sopra la sorella di Webster,vestita da soldato e con Gorman che aveva un elmetto verde con 3 stelle bianche sopra,giubetto di jeans blu,pantaloni chiari e stivali neri.
La folla si scansò.
Gorman scese dalla jeep con una valigia rettangolare nella mano sinistra e una bacchetta di legno nella mano destra,poi salì sul palco.
"E ora gente..."disse Gorman posando la valigia sul tavolo "...sentite bene!
Io sono venuto qui direttamente dal Pentagono!...e vi posso giurare che ho una ragione dannatamente buona per essermi catapultato qui tra voi!
Dio ci ha dato i più grandi doni del mondo!
I prodotti chimici!
A voi piace penso andare in chiesa e stare seduti tranquilli la domenica!"
Alcuni risposero di "si".
"O stare seduti spaparacchiati a guardare la supercoppa!"disse Gorman.
"Si!"disse la folla.
"SEDUTI SU CHE COSA?"disse Gorman dandosi una bacchettata sulla coscia destra e spezzando la bacchetta.
"Su che?"disse un uomo.
"SU DELLE SEDIE!...MODELLATE IN PLASTICA AD ARTE!"disse Gorman "RESISTENTI E ROBUSTE...MODELLATE A GIUSTEZZA DEI VOSTRI DERETANI!
ORA IO NON HO BISOGNO DI DIRE CHE L'AMERICA È IN TESTA NEL MONDO PER LA QUALITÀ DELLA PLASTICA!
QUINDI DOBBIAMO EVITARE UN RISTAGNO NEL SETTORE DELLA PLASTICA E DELLA CHIMICA!
No,dico sentite,non vorrete mica...che il nostro amato presidente degli Stati Uniti,mentre sta firmando...un trattato di pace universale si ritrovi in mano una penna a sfera rotta in 2 con tutto l'inchiostro che gli cola sui suoi lindi e costosi pantaloni di fronte ai leader di tutto il mondo?"
"E in fondo a noi che ce ne frega?"disse uno nella folla.
"Ora sappiamo tutti...che l'altra settimana mezza di questa nostra grande nazione stava per colare a picco!"disse Gorman che indicò Superman"Se non ci fosse stato lui!"
La gente applaudì e Superman sorrise.
"E allora io voglio solo dire...ringraziamo Yahweh per Superman!"disse Gorman.
La gente applaudì ancora.
"Superman,tu ci hai salvato la pelle e io ti dimostro che ti siamo grati."disse Gorman che aprì la valigia e gli diede la roccia "Questo è un piccolo pegno della nostra riconoscenza che ti viene offerto per averci salvato dalla nube chimica di quell'incendio!"
La gente applaudì.
"Grazie."disse Superman prendendo la roccia "Grazie mille generale.
Molto bello."
Superman andò a sedersi e guardò la roccia.
Poco dopo Gorman era ad una cabina telefonica.
Indossava il giaccone di pelle nero,maglietta bianca,pantaloni blu e scarpe nere.
"Sconosciuto."disse Gorman "Ma perché poi dovrei conoscere un coso sconosciuto?
Se è sconosciuto vuol dire che nessuno lo conosce no?
Pronto capo?"
"Gorman."disse Webster.
"Sono io,Gorman."disse Gorman preoccupato.
"L'ho capito accidenti!"disse Webster "Allora?"
"Lo sa che stanno ancora cercando la ricetta segreta di quella pietruzza arrostita nel botto?"disse Gorman "E sembra che nessuno conosca un ingrediente perché è sconosciuto infatti...beh nella kryptonite c'è un elemento sconosciuto,quindi nessuno sa qual'è e lui non è morto."
"Lui non è morto..."disse Webster seduto nell'ufficio con la giacca nera addosso "Io ti dico di uccidere Superman...e tu mi racconti che non sei riuscito ad eseguire questo semplice ordine..."
Webster gettò il telefono a terra.
"Pronto?"disse Gorman.
La casa di Lana era una villa a 2 piani bianca in mezzo agli alberi.
La villa aveva la parte centrale rettangolare,con 2 parti cilindriche ai lati,di cui quella a sinistra superava il tetto e aveva un tetto conico nero,con la parte superiore di metallo,come anche quella più piccola.
La parte centrale aveva un tetto triangolare e anche la parte frontale.
La parte frontale aveva una tettoia con delle colonne bianche e una staccionata bianca tra di esse.
La tettoia fungeva anche da balcone.
Il cane era fuori dalla casa.
Superman aveva aperto un album di foto in salotto e faceva avanti e indietro.
Il salotto aveva le pareti bianche con diversi quadri,2 porte con delle tende davanti,un divano marrone, 2 tavolinetti,più una tv.
Lana scese le scale del piano superiore.
Non aveva la giacca celeste ne il cappello.
Lei entrò nel salotto.
"Sono anni che non dormiva il pomeriggio."disse Lana che chiuse le porte "Beh per me è stato un
giorno così importante,non so come ringraziarla."
"L'ha fatto con lo splendido pranzo."disse Superman.
"Io adoro cucinare."disse lei "Vuole un caffè?"
"Si grazie."disse lui e lei andò in cucina.
Lui riprese l'album,ma poi si mise la mano sinistra sulla fronte,colto da un forte giramento di testa e
si poggiò sul bracciolo sinistro del divano.
Un telefono squillò e Lana rispose "Pronto?
Oh Dio...si è qui.
Glie lo dico subito."
Lei attaccò e andò in salotto "Tutto bene?"
"Si...è uno strano giramento di testa."disse Superman "Non mi era mai successo…
Comunque cosa succede?"
"C'è un grave incidente al ponte dell'Old River,un camion rischia di cadere di sotto."disse lei aprendo una delle 2 porte con le tende "L'autista è incastrato all'interno.
Mi spiace,non volevo farle fretta."
"Beh,non me ne faccia."disse Superman.
"Ma sul ponte?"disse la donna.
"Oh tranquilla,arrivo sempre in tempo."disse lui "Sediamoci un attimo."
Lui si sedette sul divano con lei accanto.
"Non capita spesso di trovare una ragazza così carina che vive sola."disse Superman.
"Senta e...lei è sicuro che a quel ponte non sia urgente?"disse lei.
"Quale ponte?"disse Superman che si alzò improvvisamente "Oh si certo.
Devo proprio andare."
Dei soccorritori tirarono fuori un uomo da una macchina nel fiume e altri estrassero un uomo dal camion che era in parte pendente dal ponte.
"PRESTO!"urlò il poliziotto sulla riva e il camion cadde nell'acqua "STA PER VENIRE GIÙ!"
Superman atterrò in quel momento "Posso fare niente?"
"Eh ormai c'è ben poco da fare."disse il poliziotto.
"Se solo fosse arrivato un minuto prima."disse un operaio.
"Vi aiuto con i rottami."disse lui.
A Pisa c'era una bancarella che apparteneva ad un venditore di statuine della torre di Pisa.
L'uomo aveva pochi capelli neri,baffi,maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
Dietro di lui c'era un anziano con capelli bianchi,baffi,cappotto verde scuro e pantaloni verdi che spazzava.
Davanti al venditore c'era la bancarella che aveva statuine su ogni ripiano sia al centro che sui lati.
"Quando la mamma t'ha fatto."disse il venditore che pulì una statuina con uno straccio e poi ci soffiò sopra canticchiando.
Lui si voltò verso il vecchio "Vuoi sapere com'ha fatto?
Un panaro chino chino..."
Superman volò sulla città.
Indossava un nuovo costume che lo copriva dalla base del collo in poi.
Indossava una tuta aderente grigia,al centro del petto aveva il triangolo rosso scuro,con la punta verso il basso,l'interno grigio e la "S"rosso scuro al centro,la parte esterna degli avambracci,vicino ai polsi, aveva 3 linee oblique che dalla parte frontale del polso andavano sulla parte esterna dell'avambraccio in obliquo e verso l'alto,formavano una punta e poi andavano verso il basso in obliquo.
I polsi erano coperti da una placca di gomma grigia,con la parte finale circolare che copriva la parte iniziale del dorso delle mani.
Al centro della vita aveva un rettangolo giallo ocra spento,con 2 linee grige che,dagli spigoli superiori,andavano verso l'esterno in obliquo,poi andavano verso l'esterno e verso i fianchi,si curvavano in basso sulla schiena e si fermavano poco prima del centro.
Ai lati della vita c'era una linea rettangolare giallo spento che girava intorno.
Dall'inizio di questa linea partivano 4 linee grige oblique dirette verso l'alto e verso dietro,di cui una era quasi orizzontale e molto vicina alla linea gialla,mentre sotto ce n'erano solo 3 quasi orizzontali che andavano dritte all'indietro.
Quelle superiori,una volta raggiunta la schiena, si curvavano in basso e terminavano prima di toccare la linea gialla.
Le gambe erano coperte dal costume grigio e poi,sotto il ginocchio iniziavano gli stivali rosso spento,con 2 piccole punte sull'inizio,quasi al centro e aderentissime.
Dalla zona intorno al collo partiva un enorme mantello rosso spento,più largo di lui e che arrivava fino a terra.
Superman volò contro la torre,mise le mani su di essa e la raddrizzò sorridendo malignamente,poi andò via salutando.
L'uomo guardò la torre e poi frantumò la statuina che aveva a terra "BISCHERO DUN NEMBO KID!"
La sorella di Webster era in una stanza piena di macchine per fare sport e leggeva una rivista "Ad una riunione speciale dell'assemblea generale 168 nazioni si sono pronunciate contro Superman con una sola astensione:la Colombia."
Webster,in tuta grigia,correva su una piattaforma mobile,mentre la bionda,con una tuta gialla,faceva addominali a terra.
Gorman era seduto su un divano grigio e indossava una camicia bianca,pantaloni chiari e scarpe nere.
"Beh a me,a dire la verità,non è sembrato poi così malvagio e ostile l'altro giorno a Smallville."disse Gorman "Anzi,semmai pareva talmente gentile che ero dispiaciuto di dargli quel pezzo di pietra."
Webster si fermò "KRYPTONITE!"
Webster scese dalla pedana "Mi sembra chiaro.
In fondo quel sasso costruito in laboratorio non è stato poi così inutile.
Non appena Gorman glie l'ha dato è diventato subito un altro.
Cattivo.
Maligno.
Egoista."
"Una persona normale."disse la sorella.
"Si."disse Webster mettendosi un asciugamano intorno al collo "E ora che Superman ha smesso di fare l'angioletto custode..."
"Possiamo dar corso all'affare petrolio."disse la sorella e Webster rise.
In un immenso stadio ,a 2 piani circolari,c'erano moltissime persone e altre sfilavano sulla pista.
Un atleta vestito con maglietta bianca a maniche corte,pantaloni bianchi corti e scarpe bianche corse con una fiaccola bianca accesa,con la parte finale nera.
"E ora il momento supremo."disse un uomo davanti ad una telecamera "Ecco l'ultimo corridore.
Quello a cui è stato conferito l'alto onore di accendere la fiamma cerimoniale.
Sta percorrendo l'ultimo tratto di una maratona iniziata 7 giorni fa quando quella torcia è cominciata a passare dalla mano di un atleta ad un altro,attraversando 970 miglia del nostro paese."
L'uomo andò verso una salita bianca che conduceva ad un enorme bracere di metallo nero e spento.
La salita aveva una scaletta bianca al centro e conduceva ad un rettangolo bianco dove era il bracere.
Superman era su un'impalcatura di metallo con dietro delle luci rettangolari poste in diverse file orizzontali.
Kal El sbadigliò e poi soffiò spegnendo la torcia,poi volò via.
La donna bionda,con addosso un vestito rosa, era seduta su un divano e leggeva un libro "Ma come fa a dire che la ragion pura non ha importanza nella logica trascendentale?
Diventa sintetica allora."
Webster in giacca e cravatta neri entro nella stanza con Gorman,che aveva gli stessi abiti,e la sorella.
"Ciao stella!"disse la donna "Vado via?"
"No resta,almeno impari."disse Webster che premette il tasto di un telecomando nero.
La circonferenza al centro si capovolse e mise in obliquo uno schermo che mostrava una mappa olografica del pianeta con dei punti verdi nell'Atlantico.
"Tutte le petroliere del mondo sono governate dai computer."disse Webster "Sono i computer che
dicono dove devono andare,quanto petrolio devono imbarcare e dove portarlo."
"Scusi,ma non ci sono i capitani sulle navi?"disse Gorman.
"Si,ma non servono."disse Webster "Sono solo come delle romantiche reminiscenze di traversate in
mongolfiera."
"E tu ordinerai alle petroliere di dirigersi in una zona di 50 miglia di diametro nel bel mezzo dell'Atlantico."disse la sorella.
"E di far che?"disse Gorman.
"E di non fare proprio niente."disse Webster "Soltanto stare li."
"Si,ma la gente come farà ad avere il petrolio?"disse Gorman.
"Sei svelto di comprendonio vedo amico."disse Webster ridendo.
La sorella pigiò un altro tasto del telecomando aprendo in 2 una parete nera con dietro un altra mappa con punti gialli sui continenti "Tutti i pozzi di petrolio in America sono controllati..."
"DAI COMPUTER!"disse Gorman "Lo so!"
"Vuoi piantarla di interrompermi?"disse la sorella mentre la bionda rideva.
"Mi scusi."disse Gorman.
"E tu darai ai pozzi l'ordine di smettere di pompare."disse la sorella.
"Dopo di che io voglio che tu programmi un ordine del tutto speciale ad ogni sistema
esistente..."disse Webster avvicinandosi alla mappa olografica a muro,poi si voltò verso
Gorman"...in cui si dice che gli ordini sono irreversibili.
In modo da impedire a chiunque di revocarli.
E tu farai questo per me vecchio mio.
Caro amico eh?"
Gorman si guardò intorno e poi camminò per la stanza"Si,ma lei pensa a se e basta!
Non è giusto."
Gorman lo guardò "Insomma,io quando ci rimedio qualcosa?"
Webster guardò la sorella poi si avvicinò "Direi che intanto hai già rimediato la libertà,non credi?
O forse preferiresti la galera?"
"Eh guardi che non attacca più."disse Gorman "Lo so che per lei valgo più libero che in gabbia."
"Capito."disse Webster "E cos'è che vorresti?"
Gorman mise dei pezzi di carta sulla scacchiera "Ecco cosa..."
"Una pattumiera?"disse Gorman e la donna bionda rise.
"No...questo è un progetto."disse Gorman "Una cianografia."
"E di che cosa?"disse Webster.
"Di un computer."disse la bionda.
"Ce ne abbiamo di computer."disse Webster.
"No,non come questo."disse Gorman "Non esiste un computer come questo.
Non c'è al mondo.
Non è una meraviglia?
E noi dobbiamo costruirlo."
"Ma cosa sa fare?"disse Webster chinandosi e lo stesso fece la bionda.
"Tutto ciò che gli dico."disse Gorman "Tutto."
"E che cosa farà?"disse Webster.
"Per lei farà tutto quello che io gli dico di fare."disse Gorman.
Webster sorrise "Spiega un po'."
"Ecco,prima di tutto,se qualcuno o qualcosa attacca questa macchina lei passa al contrattacco."disse Gorman "Voglio dire che sa individuare il punto debole e far fuori il nemico."
"Bene,ragazzo mio."disse Webster "Tu pensa al mio petrolio e io ti faccio costruire la tua macchina."
La notte seguente Gorman era al computer "Beh,io lo faccio...ma non mi piace tanto l'idea di un ordine irreversibile."
Le petroliere andarono tutte nella stessa zona,mentre le pompe si fermavano.
Webster vide i punti verdi nella stessa zona,tranne uno.
"Ecco fatto."disse Webster con un'asta di legno in mano "L'ultima petroliera.
Eccole tutte laggiù.
E tutte mie!"
"BRAVO!"disse la bionda applaudendo.
La donna indossava un abito grigio lucente.
"Non tutte."disse la sorella avvicinandosi "Cosa c'è nel riquadro superiore?"
"Una petroliera."disse Webster "E sta andando per i fatti suoi."
A bordo della nave un marinaio giovane portò un foglio al capitano che aveva capelli grigi,barba e baffi.
"Comandante?"disse il marinaio "Ci risiamo,guardi.
Procedere a latitudine 30 nord,longitudine 45 ovest.
E attendere ulteriori ordini."
"Dannazione!"disse l'uomo "È in mezzo all'Atlantico!
Io non porto la mia nave fin li solo per aspettare ulteriori ordini!
Me ne frego di ciò che dice quel dannato ordigno!
Noi dovevamo andare a Metropolis e andremo dritti a Metropolis.
Alla via così."
La donna bionda,la notte seguente,era seduta sulla testa della statua della libertà,con la gamba sinistra che pendeva dal bordo.
La donna indossava un abito rosso,scollato,che arrivava a metà gambe.
Indossava delle scarpe rosse.
"Il faro presto!"disse uno degli uomini a terra,mentre un altro accendeva il faro "PUNTALO SULLA TESTA!"
"Signorina?"disse un uomo con l'alto parlante "Signorina mi sente?
Stia calma,siamo qui per aiutarla."
Superman atterrò sulla testa della statua alla sua sinistra.
"Ce ne ha messo ad arrivare."disse la donna.
Lui si mise la mano destra sul fianco "Non si aspetti che la salvi,le ho perse certe abitudini."
"Oh,si figuri."disse la donna mettendosi la mano destra sulla fronte "Non sono davvero una da salvare."
Lui sorrise.
"Beh,in ogni caso non vorrei trattenerla."disse lei.
"Io non ho alcuna fretta."disse Superman andando alla sua destra "Che cos'ha di preciso in mente?"
"Un sacco di belle cose."disse la bionda.
"Ah si?"disse lui che la mise in piedi.
"Wow..."disse lei "Prima però dovresti farmi solo un piccolo favore."
"Di che si tratta?"disse lui.
"Beh...c'é una certa navicella che...che non sta andando nel posto giusto."disse lei toccandogli la "S"sul petto con la mano destra.
Superman volò in mezzo al mare il giorno dopo,poi girò intorno alla petroliera e andò contro uno dei fianchi,sfondando il metallo con entrambe le mani,poi aprì lo squarcio e diede un pugno destro al secondo rivestimento di metallo interno,abbozzandolo e crepandolo,poi aprì le parti verso l'esterno facendo uscire il petrolio.
"Ehi!"disse uno di quelli in sala comandi "Che accidenti succede?"
"Abbiamo urtato uno scoglio!"disse un altro.
"In pieno Atlantico?"disse il comandante e in quel momento si udì un allarme "C'è fuoriuscita di petrolio!
Ferma le macchine."
Superman volò via.
La sera seguente la bionda era dentro lo studio di Webster,da sola,con addosso un abito bianco,con un'apertura triangolare al centro del petto che si restringeva man mano che andava in basso.
Superman entrò in quel momento.
"Salve."disse la donna andando a distendersi su un tappeto di pelle a terra dove c'era una bottiglia di spumante "Che ne diresti di un riposino?"
Lui si avvicinò "Oh si."
Superman la baciò.
Le pompe di petrolio erano ferme anche il giorno dopo.
Davanti ad un benzinaio c'era un'enorme coda di macchine.
Un'auto tentò di mettersi nella fila,ma l'altra gli andò addosso.
Il guidatore dell'auto che era stata urtata scese.
Era un uomo con capelli neri,corti,giacca chiara,cravatta nera e pantaloni neri.
Il vecchio,con la giacca grigia,che era nell'altra auto mise fuori mezzo busto dal finestrino "Ehi tu caprone,aspetta il tuo turno!"
"GREG!"disse la moglie bionda e vestita di rosa "SMETTILA!"
"Te lo do io il turno."disse l'uomo che scavalcò il cofano e andò verso la portiera dell'altro che tentò di tirare su il finestrino.
"Vai addosso alla gente eh?"disse l'uomo abbassando il finestrino dell'altro con le mani "Apri qui!
Vieni qui!
VIENI FUORI CORNUTO!"
L'uomo afferrò il vecchio,lo estrasse ed iniziò a picchiarlo.
La moglie corse dentro un locale dai tavoli rettangolari e dalle sedie arancioni.
"AIUTO!"disse la donna "VI PREGO AIUTATEMI!
C'È UNO CHE PICCHIA MIO MARITO LI FUORI!
Io chiamo la polizia..."
La donna andò al telefono.
Dietro il bancone c'era un cuoco con cappello e grembiule bianco e canottiera bianca a mezze maniche con accanto una cameriera con un tessuto arancione sui capelli,un grembiule bianco e arancione e un abito marrone lungo sotto.
"Va un po' a vedere se riesci a dividerli."disse la donna e il cuoco andò fuori.
Lei si rivolse ai 2 clienti al bancone "Oggi già è il terzo.
È un ring più che una pompa."
"Dietro c'è qualcuno."disse uno dei 2 clienti che aveva il berretto rosso,baffi neri,camicia marrone,jeans blu e scarpe nere "E non mi vengano a dire che non c'è benzina.
C'è sempre qualcuno che fa la grana.
E chi ci rimette?
I poveracci."
"Allo stesso bancone c'era Gorman che indossava una giacca grigia e che guardava verso l'esterno.
Un lungo elicottero bianco e rosso portò un container di metallo mediante delle corde e lo posizionò in una gola rocciosa in mezzo al deserto con poche piante alla base dove scorreva anche un fiume.
In una grotta vicina alla gola rocciosa c'erano degli operai vestiti di bianco che portavano delle casse.
Molte persone si erano affollate davanti ad un bar di Metropolis.
Il bar aveva le pareti esterne nere,2 porte d'ingresso e una grande finestra rettangolare.
"Che succede?"disse una donna.
"C'è Superman!"disse uno di loro.
"Sta bevendo!"disse un altro "Potrebbe essere ubriaco.
Al bancone c'era Superman seduto che si versava da bere.
Il bancone era di legno,l'uomo dietro di esso aveva i capelli neri,maglietta bianca,pantaloni neri e
scarpe nere.
Il bancone andava verso la finestra e poi si piegava in parallelo poco dopo Superman.
Oltre il bancone c'erano delle tende rosse in fondo,mentre la parete opposta aveva la parte inferiore scura e la parte superiore chiara con vari quadri.
Tale parete aveva diversi tavoli.
Superman prese una ciotola di legno con dentro dei pistacchi e li versò sul bancone,poi gettò a terra
la ciotola.
Diede una schicchera ad uno dei pistacchi che volò contro una delle bottiglie di alcolici dietro il bancone che esplose a causa dell'impatto.
"EHI!"disse il barista "FERMO!"
Superman diede una schicchera ad altri pistacchi rompendo diverse bottiglie,poi usò i raggi laser sulla parete bruciandone una parte.
Superman si alzò barcollando e uscì vedendo la gente in strada.
Lana e Riccardo erano dentro un taxi.
Lei indossava la giacca celeste e una gonna celeste lunga,mentre Riccardo indossava una felpa azzurra,jeans blu e scarpe nere.
Il tassista fermò il mezzo "È successo qualcosa signora,non si può passare."
"OCCHIO CHE SUPERMAN È UBRIACO!"disse un uomo "PUÒ ESSERE PERICOLOSO!"
"Voglio andare a vedere mamma."disse Riccardo che scese dal mezzo.
"No,Riccardo."disse Lana che lo inseguì dopo aver pagato il taxi.
"Certo che è indecoroso!"disse una donna "È una vergogna!"
"Nessuno si fiderà più di quel poco di buono."disse un altro.
"Ecco sta uscendo!"disse un altro.
"GUARDA CHE FACCIA!"disse uno indicandolo una volta uscito "IO HO PAURA!"
"COSA C'È DA GUARDARE?"disse Superman "EH?"
Superman camminò barcollando.
"Superman?"disse Riccardo "Sono io.
Riccardo.
Quello di Smallville.
Di che non vuoi far del male a nessuno."
"Ma non è più lo stesso."disse Lana chinandosi.
"Forse sta solo male."disse Riccardo "Superman cerca di guarire!".
Lui barcollò.
"Non ti sta ascoltando."disse Lana.
"Si invece."disse Riccardo "Lui sente tutto perché ha super udito."
Superman corse via.
"Superman lo so che non stai bene,ma sarai grande di nuovo."disse Riccardo.
Superman spiccò il volo e continuò ad udire la voce di Riccardo "Superman è solo un brutto momento!
Ce la puoi fare!"
Superman scosse la testa,ma poi iniziò a lacrimare ed iniziò a girare su se stesso,poi cadde verso il basso urlando e atterrò in mezzo ad un'enorme sfasciacarrozze,poi iniziò ad urlare a squarcia gola facendo fuggire i lavoratori.
Uno di loro uscì da una casa di plastica posta su delle travi di metallo,scese una scala di metallo esterna e corse via.
"È Superman!"disse uno degli operai "È impazzito!"
Superman si mise le mani sugli occhi,poi si alzò e al centro della sua fronte iniziò a lampeggiare una luce bianca,poi il suo corpo si sdoppiò e da lui uscì fuori Clark che fece alcuni passi in avanti.
Clark indossava gli occhiali,la giacca grigia,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni grigi e scarpe nere.
Kent si voltò e vide Superman dietro di se e si spaventò vedendolo.
L'altro si avvicinò con aria irata e gli diede un sinistro mandandolo all'indietro.
Clark andò contro la ringhiera della scala di metallo piegandola verso l'interno del tutto,poi si allontanò,ma l'altro gli diede un destro al mento facendolo volare alla base di una delle montagne di macchine.
Superman si voltò e se ne andò,ma Clark si rialzò,così l'altro si voltò e gli volò contro con entrambe le mani in avanti e i pugni chiusi mandandolo contro una montagna di macchine.
Superman atterrò e rise malignamente.
"Guarda che sono in grado di reagire."disse Clark.
"Ah si?"disse Superman "PROVACI!
AVANTI!
AVANTI!"
Clark si alzò,gli corse contro e gli diede una testata alla pancia scagliandolo dentro una pozza rettangolare di acido verde circondata da cemento.
Superman saltò fuori dalla pozza,mettendo le mani a cucchiaio e soffiò sull'acido raccolto
trasformandolo in una nube acida che fuse la giacca di Clark che se la tolse.
Alle spalle di Clark c'era una lunga placca meccanica obliqua verso l'alto con un pavimento
mobile.
"Che c'è bello?"disse Superman "Troppo bollente per te?"
Superman prese una lunga spranga di metallo e colpì Clark diverse volte mandandolo sul pavimento
di metallo scorrevole e continuando a colpirlo "Vieni qua pollastro...che ti spenno io!
È un pezzo che mi dai ai nervi Kent!
Chiudo il conto!"
Superman avvertì un forte mal di testa così fece cadere la spranga,Clark salì su una delle auto
accatastate,ma l'altro lo raggiunse urlando e lo afferrò "A te piaceva volare eh?
E ALLORA DIVERTITI!"
Superman lanciò Clark che atterrò su una placca di metallo marrone,rettangolare e divisa in 2
parti,con sopra vari pezzi di auto.
Alla sinistra di questa placca c'era una seconda placca rettangolare,obliqua,con altri pezzi di auto
che era posta poco sopra quella dove lui era atterrato.
Superman volò nella casetta sui pali di metallo,entrò e trovò un pannello di comandi,premette un
bottone e mandò in avanti una leva facendo si che l'altra placca si piegasse in avanti gettando
addosso a Clark tutti i pezzi di auto,poi premette altri pulsanti e le 2 parti della placca rettangolare
su cui era iniziarono ad andare in verticale,a schiacciarlo e a chiudersi.
Superman scese la scaletta,ma Clark aprì la pressa con le sue mani ed uscì,poi vide Superman che
barcollava.
Superman si voltò verso di lui e Clark tirò in aria una serie di grosse ruote che gli atterrarono
intorno bloccandolo in una specie di torre di gomme.
Lui si chinò e mandò le braccia verso l'esterno distruggendo le ruote.
Clark indietreggiò e Superman vide una lastra di cemento circolare e spessa attaccata ad una gru
mediante una catena,fece uscire i raggi laser dagli occhi,fondendo la catena e l'oggetto schiacciò
Clark mandandolo nel terreno.
Superman si voltò e se ne andò.
Clark spostò l'oggetto ed emerse dal terreno,mentre l'altro si avvicinava,poi gli diede un calcio
sinistro al volto,mentre era a 4 zampe,facendolo svenire.
Superman prese in braccio Clark e lo mise su una striscia mobile,posta su una lunga placca
rettangolare,che conduceva ad una struttura rettangolare di metallo nero dentro cui c'erano delle
placche di metallo roteanti che schiacciavano i pezzi di macchine.
Prima di lasciarlo,Superman gli prese gli occhiali e li schiacciò nella mano destra,ma poi sentì delle
urla e vide l'intera struttura che iniziava a muoversi,così si avvicinò.
Clark sfondò una parete, lo afferrò alla gola,facendolo cadere a terra,lui si mise a 4 zampe e Clark lo
afferrò alla gola da dietro.
La figura di Superman scomparve,Clark si alzò e aprì la camicia rivelando il costume da Superman
blu precedente e volò in aria passando sul mare,vide la petroliera danneggiata,soffiò sul petrolio
mandandolo verso la nave,poi allungò la mano destra e il petrolio entrò dentro la nave da solo,poi
richiuse le parti di metallo aperte e le saldò con i raggi laser degli occhi,poi volò via salutandoli.
Superman entrò nello studio di Webster poco dopo e una volta entrato udì una registrazione dove si
sentiva la voce della sorella di Webster.
"Finalmente hai rivelato la tua vera natura."disse la sorella "Bene.
Se stai cercando noi ecco dove potrai trovarci."
In quel momento venne proiettato un ologramma che mostrava la gola nel deserto dove erano stati
portati i contanier.
"Ti aspettiamo."disse la sorella.
Webster e le altre 2 erano sul bordo della gola,con accanto una centrale elettrica.
Erano vestiti tutti e 3 con maglietta bianca,pantaloni bianchi e scarpe bianche e davanti a loro
c'erano delle sedie di metallo con sopra dei piccoli palloni simili a quelli delle mongolfiere,ma più
piccoli,legati alla sedia con delle corde.
"WOW!"disse la bionda "Ma che spasso!"
"Spasso?"disse Webster "Deve ancora cominciare."
Gorman guardò dalla gola spaventato.
Indossava una giacca bianca,camicia bianca,pantaloni grigi e scarpe nere.
"Aspetta che ci trovi Superman e poi si che te la spasserai."disse Webster.
"Perché?"disse Gorman "Volete fargli uno scherzetto buffo?"
"Muoviamoci."disse la sorella già seduta sulla sedia e con le cinture allacciate "Voglio essere pronta
quando cadrà in trappola."
"Trappola?"disse Gorman.
"Io non capisco perché non vuoi scendere come facciamo noi 3."disse la sorella.
"No,no...oh...no,no...e che io non credo che un uomo possa volare."disse Gorman che salì su un
mulo.
Le 3 sedie si sollevarono tramite un'elica dietro.
"EHI!"disse la donna "È la fine del mondo!"
"Io appeso a quel coso?"disse Gorman "Mai e poi mai."
Superman volò su una città con le braccia in avanti e i pugni chiusi.
I 3 palloni connessi alle ruote erano nella gola.
"Guarda che non siamo al luna park chiaro?"disse la sorella alla bionda che rideva.
I 3 atterrarono vicino ad una zona dove c'erano degli alberi,mentre Superman volava su un lago nel
deserto.
Webster camminò in una stretta gola che dava in una caverna enorme "Presto venite!"
"Cos'è?"disse la sorella "Un'olimpiade?"
Wester premette un interruttore accendendo le luci ed illuminando un'enorme macchina.
La macchina aveva la base di metallo circolare,poi tendeva ad andare verso l'esterno fino ad
incontrare una lastra circolare,poi c'era una zona rettangolare,con una placca rettangolare
davanti,con un pannello di comandi esterno,sopra c'era una placca circolare che andava verso l'alto
restringendosi connettendosi al soffitto.
La placca rettangolare frontale,aveva un oggetto sferico davanti,con una mezza sfera attaccata in cima che aveva 3 aperture.
Dalla placca circolare in alto partivano 2 grossi tubi diretti verso il basso.
La parte inferiore rotonda aveva dei pannelli di luce verde e giallo ocra.
Intorno alla base c'erano delle placche rettangolari orizzontali,simili a colonne,che lasciavano degli
spazi nel mezzo.
Ai lati della grotta c'erano delle placche di cemento ,rettangolari, che avevano la parte dietro che si curvava in basso in modo obliquo.
Da 2 di queste 2 placche,partivano delle colonne di metallo cilindriche,orizzontali dirette verso l'uscita con una placca cubica sulla punta e con un cerchio sulla faccia più esterna.
Webster spalancò le braccia.
"WOW!"disse la bionda.
"Te l'avevo detto no?"disse Webster "Eccolo!
Il grande computer."
Sul soffitto,che era stato tappezzato di metallo,si accesero delle punte di metallo,messe a gruppi di 3,che iniziarono ad emettere una luce azzurra.
"Sa fare tutto ciò che fa un computer normale più un migliaio di cose extra."disse Webster andando verso l'entrata rettangolare.
"CORAGGIO!"disse la sorella "Un piccolo assaggio!"
"Aspetta,dobbiamo aspettare che Gorman..."disse Webster ma la sorella lo spinse via.
"Ce ne sbattiamo di Gorman!"disse la sorella entrando.
Le pareti interne erano piene di placche e pannelli,mentre al centro c'era una zona con delle punte di metallo messe a cerchio con degli spazi tra una e l'altra.
"È l'unico che sa farlo funzionare."disse Webster.
"Ma faccia funzionare i trenini!"disse la sorella "Io ne so tanto di computer da superare un ingegnere elettronico."
Nella struttura c'era una scala che,seguendo le pareti,conduceva al piano superiore.
La parte bassa della scala aveva le pareti con delle luci quadrate messe a cerchio,poi c'erano delle
sbarre rettangolari con dietro della luce,una zona dove c'erano delle placche rettangolari di metallo
messe a cerchio,poi c'erano delle incavature rettangolari,con dentro 3 cilindri ciascuno.
"Micio mio,ma mica avrai pensato che lasciassi il controllo a quel fessacchiotto?"disse la donna
salendo la scala con gli altri dietro.
"Perché gli schiavi non puliscono dopo il lavoro?"disse Webster.
"Comincia lo spettacolo!"disse la sorella.
I 3 arrivarono in cima dove c'era una zona con una sedia nera e un tavolo di metallo nero con sopra molti pulsanti,leve e bottoni.
"Schiaccia quei pulsanti a sinistra per attivare i circuiti alfa e blocca la griglia modulare?"disse la sorella indicando i pulsanti con la mano destra,poi indicò la bionda "Tu..."
La sorella si sedette "Aziona i circuiti da 29 al 35 e inserisci sui sistemi di difesa esterna le coordinate di massima potenza."
"In altre parole...spingi questo bottone."disse la donna che premette un tasto accendendo delle luci poste sulla circonferenza sopra di loro.
"E come diavolo fai a saperlo."disse la sorella.
La bionda e Webster si sedettero a 2 sedie laterali.
Sul lungo tavolo nero c'erano 3 video.
Superman volò nella gola con entrambe le mani in avanti,poi mandò indietro il braccio destro e tenne in avanti il sinistro,guardandosi dietro,poi mandò in avanti il destro di nuovo.
Dalla scrivania si udì un allarme.
"Sta arrivando."disse Webster.
"BENE!"disse la sorella premendo dei pulsanti "Diamogli pane per i suoi denti!"
Dalla circonferenza superiore si abbassò uno schermo rettangolare.
"Dunque vediamo..."disse la sorella "Sistemi di difesa attivi."
In quel momento si aprirono delle grosse buche rettangolari nel terreno con l'interno di cemento e da esse uscirono dei missili.
In ogni buca c'erano 12 missili,divisi in 2 gruppi.
Erano connessi a 2 placche rettangolari connesse ad una colonna di metallo centrale.
Superman continuò a volare.
Webster si sedette ai comandi centrali "La partita comincia!"
Webster lo vide sullo schermo e premette i pulsanti.
I missili vennero lanciati dietro Superman che se ne accorse che iniziò ad evitarli e a spingerli contro le rocce.
"E sta attento!"disse la sorella.
Altri missili vennero lanciati,ma lui li evitò e li colpì con i raggi laser dagli occhi.
"Spostati Superman!"disse la biond la guardarono perplessi "Se no non lo centri..."
La sorella premette un grosso bottone rosso e poi altri pulsanti bianchi sopra,disposti in 2 file parallele orizzontali "Continua a sparare micio.
Tienilo impegnato mentre io preparo l'MX.
Nella parete dietro ai missili c'era una grossa porta di cemento con una placca rettangolare orizzontale sopra.
La porta si aprì in 2 parti,mandando fuori un missile enorme.
Altri missili piccoli vennero sparati,ma lui li evitò e poi li colpì con i pugni.
Il missile enorme iniziò a volare.
Superman era inseguito da 6 missili,si voltò,diede un calcio sinistro ad uno,mandandolo contro un secondo e provocò delle esplosioni a catena.
"Che cavolo sta succedendo?"disse Gorman sull'asino "Sembra una dannata zona di guerra!"
Il missile grande volò per la gola.
Superman vide un missile davanti a se e si abbassò,facendo si che l'oggetto colpisse quello dietro di
lui.
"Tu continua a sparare,quando si accorgerà del missile sarà troppo tardi."disse la sorella.
Superman distrusse con i raggi laser gli altri missili e poi volò verso il basso.
Il missile grande passò sopra il fiume e andò verso l'alto.
Superman guardò dietro di se,poi vide l'oggetto e tentò di fermarsi,ma l'arma gli arrivò addosso provocando un'enorme esplosione che lo scagliò via.
"Oh mio Dio..."disse la bionda mettendosi le mani sul volto.
Superman roteò in aria e si schiantò contro una parete rocciosa rimanendovi conficcato dentro.
Webster rise.
Gorman scese dal somaro davanti all'entrata della caverna "Seduto!
Cuccia!"
Il somaro lo seguì.
"AIUTO!"disse Gorman che gli tirò un sasso addosso,poi vide la macchina.
"Liquidato."disse Webster "Finalmente.
E ora,sorellina,che ne diresti di controllare tutti i sistemi di difesa?"
"Piccolo mio!"disse Gorman correndo "È arrivato papà!
Ehi,ma che state facendo con il mio bambino?"
"Gorman?"disse Webster "Caro amico geniale...vieni su a divertirti."
Superman rinvenne e volò di nuovo.
"Sta ritornando."disse Webster "Accidenti.
È più difficile di quello che pensavo.
Armare le difese interne."
Superman arrivò nella caverna "Avanti Webster,il gioco è finito!"
"Ciao caro."disse la donna bionda salutandolo con la mano destra.
"Non la conosco signora."disse Superman.
"Ma come l'altra sera..."disse lei.
"Mi dispiace,ma quello non ero io."disse Superman "Sembrava me.
L'ho liquidato.
Tocca a te ora Webster."
Superman mise i pugni sui fianchi.
Gli schermi del computer fecero uno scanner completo di Superman.
"Mai sottovalutare il potere dei computer."disse Webster "Tu non credi?"
"È tipico di quelli come te Webster."disse Superman "Invece di aiutare gli altri voi 4 pensate solo a voi stessi."
"Ma..."disse la bionda.
"Un momento..."disse Gorman "Io non sto con loro,ho solo progettato la macchina.
Guarda che se è per me..."
"Guarda che si incavola,non si chiama "Se è per me",si chiama Superman."disse la bionda.
"Non ci casco amico."disse Superman avanzando.
La sorella premette un bottone e la placca circolare,davanti a quella rettangolare,andò in avanti e dall'apertura frontale fece uscire 2 raggi composti da piccoli filamenti di energia gialla che formarono una sfera intorno a Superman che divenne solida e composta da una sostanza trasparente.
La sfera iniziò a fluttuare a mezz'aria.
"Ottimo trucchetto."disse la sorella "Vediamo se resiste senz'aria."
Superman fece uscire i raggi laser dagli occhi colpendo la sfera che si aprì e si disintegrò.
I raggi laser colpirono anche la placca rettangolare nel momento in cui avevano trapassato la sfera.
"Ce l'ha fatta!"disse Webster indicandolo terrorizzato "Ora prenderà me!"
"Non è mica detto."disse la donna pigiando un altro pulsante.
La sfera ruotò le punte e da una di esse uscì un raggio verde che colpì Superman facendolo accasciare a terra.
"Così però gli fa male..."disse Gorman.
La bionda era sconvolta.
"È un raggio di Kryptonite?"disse Gorman.
"Esatto."disse la sorella "Questa volta hai fatto centro."
"Sei un vero genio,hai inventato una macchina che individua il tallone d'Achille di ognuno."disse Webster stringendogli la mano "Congratulazioni vecchio mio,resterai nella storia come l'uomo che è riuscito ad uccidere Superman!"
"Io...NO!"disse Gorman "SUPERMAN!
NO…."
Gorman provò ad aprire con le mani la porta blindata di accesso.
"Un momento ,cosa credi di fare?"disse Gorman.
"Ma lascialo perdere."disse Webster "Aumenta l'intensità,mandala al massimo!"
La sorella iniziò a muovere una leva.
"Ma non credete che si anche troppina?"disse la bionda,mentre Webster rideva.
Gorman utilizzò la corda dello yo-yo per calarsi di sotto mediante uno dei cavi e cadde a terra atterrando,poi corse dentro la macchina "E chi…e chi si ricorda ora?
C'era una vitarella che…
Doveva essere al livello 7,ma come cavolo hanno..."
"Vi prego..."disse Superman che allungò la mano destra verso di loro.
Gorman vide un buco circolare,sul una delle placche di metallo, con una vite rossa connessa ad un cristallo attaccato in fondo "Eccola!
L'ho beccata!..."
Gorman tolse la vite e la macchina si spense.
"Ma cosa succede?"disse Webster.
"Io...non capisco,non c'è più energia."disse la sorella "È Gorman!
Ha staccato la corrente!"
"Ha funzionato...ce l'ho fatta!"disse lui "TROVATAAA!
L'ho trovata in mezzo ad un miliardo di viti..."
"Che hai trovato?"disse Webster scendendo la scala "Dammi quella vite."
"Questa vite?"disse Gorman.
"Quella,subito."disse Webster.
"Si,domani."disse Gorman che mise la vite nella bocca.
Webster gli andò alle spalle mettendogli la mano destra sulla bocca,ma Gorman gli morse un dito e gli diede un destro al volto,poi ingoiò la vite.
Superman si alzò e la bionda tirò un sospiro di sollievo.
La macchina si riaccese e il raggio lo colpì ancora.
La sorella provò a toccare la tastiera,ma prese la scossa.
"Vuole vivere."disse Gorman.
"NO!"disse la bionda "Fatelo fermare!"
"Non posso!"disse la sorella "È fuori controllo!"
"Come?"disse la bionda "Se è staccato dove prende energia?"
"Si sta autoalimentando...perché vuole vivere!"disse Gorman.
Dalla cima della gola uscì un lampo che colpì la centrale elettrica.
Le luci iniziarono a spegnersi in diverse città.
Gorman uscì e vide il raggio,poi tornò dentro e vide un'accetta appesa al muro,la prese e cominciò a colpire la placca circolare "E PIANTALA BRUTTA BESTIA!
FERMATI!"
L'oggetto danneggiato smise di emettere il raggio.
Superman era stremato a terra.
"L'ho sistemato!"disse Gorman che sentì uno strano rumore.
Nella zona dove erano le punte messe a circonferenza partì un raggio azzurro che sollevò Gorman
mandandolo contro una parete e facendogli perdere i sensi.
Superman si alzò barcollando e tenendosi il braccio sinistro con il destro,poi si allontanò
barcollando.
"NO!"urlò la bionda "NON CI LASCIARE QUI PER FAVORE!
SUPERMAN!"
Lui si voltò e poi se ne andò.
"Ora e chiaro,ha incanalato energia attivando i vettori di forza...arrangiati sgrinfia,io taglio la
corda."disse la donna correndo via.
"Ehi!"disse la sorella di Webster "ASPETTA!"
Webster uscì dalla macchina "Ragazze?
Ragazze,venite giù di li!"
"AIUTO!"disse la bionda correndo fuori.
Il raggio azzurro tirò la sorella dentro la struttura tra le colonne.
"AIUTAMI!"disse la donna che fu coperta da placche di metallo attaccate a dei fili che si
muovevano come tentacoli fino a che non venne ricoperta.
Quando la donna si svegliò aveva gli occhi del tutto bianchi.
"Sorellina..."disse Webster.
"Mio Dio...E QUELLO COS'È?"disse la bionda indietreggiando.
La donna meccanica avanzò,allungò la mano destra e dal dito indice uscì un raggio azzurro che
mandò la bionda verso una parete di roccia,poi il raggio divenne una sfera di luce perpetua sulla
pancia della donna che la tenne sospesa.
"SORELLINA!"disse Webster avvicinandosi "SONO IO,TUO FRATELLO..."
Lei illuminò gli occhi di energia azzurra e l'altro si fermò.
Buona parte delle luci degli Stati Uniti si spense.
Superman entrò nella grotta con il braccio sinistro dietro la schiena.
Con la mano sinistra teneva un contenitore cilindrico con dentro l'acido verde.
La macchina fece uno scanner del contenitore e non rilevò delle minacce.
"Superman...aiutami!"disse la bionda "FAMMI SCENDERE!"
Superman si mise davanti al cyborg che emise dei raggi azzurri dagli occhi,lui li parò con la mano
destra e li mandò indietro colpendo la macchina alla pancia e facendola cadere in uno degli spazi
alla base della macchina.
"ATTENTO!"disse la bionda vedendo che le colonne orizzontali con davanti le placche cubiche si
stavano spostando verso l'interno unendosi.
Dalla circonferenza su di esse si formò una scarica elettrica che lo colpì varie volte spingendolo
dentro la struttura.
Superman cadde all'indietro,il raggio iniziò a tirarlo all'interno,ma lui riuscì ad afferrare il
cilindro,si mise in ginocchio e tolse il coperchio,poi dei fili gli avvinghiarono la faccia e un
cavo,inondato da energia azzurra,gli si mise sulla gola.
L'acido iniziò a ribollire,diventando rosso,e a schizzare su ogni parte della struttura che iniziò ad
emanare scintille,poi l'intero contenitore sprofondò nel pavimento.
La macchina iniziò ad esplodere e a crollare su se stessa.
Le punte sul soffitto caddero distruggendo la struttura che poi esplose del tutto,mentre la bionda
cadeva a terra e perdeva i sensi.
La sorella si svegliò tra i rottami.
Superman spostò una roccia con le mani e si alzò,poi si diresse verso una zona franata e prese la
mano di Gorman,poi spostò un masso e lo tirò fuori.
"Grazie fratello."disse Gorman.
Poco dopo i 2 erano in volo e Gorman aveva gli occhi chiusi.
Superman teneva l'altro con il braccio sinistro.
"Come va Gorman?"disse Superman.
"Non mi faccia parlare!"disse Gorman con gli occhi chiusi "Io ho già il mio da fare a reggermi.
"È un volo sicuro."disse Superman.
"Oh non intendo contraddirla,uno che riesce a buggerare la mia macchina è capace di tutto."disse
Gorman "Ma come ha fatto a superare quelle difese?"
"Beh le difese funzionano finché la macchina rileva le minacce."disse Superman "Non si è accorta
del pericolo.
L'ho attaccata con un vecchio contenitore d'acido,non sapeva che quando quella roba si scalda
corrode tutto.
Direi che è morta di indigestione di acido."
"E che ne sarà del bravo Webster e delle 2 donne?"disse Gorman.
"Se la vedranno con la polizia."disse Superman "La cosa non ti riguarda."
"Siamo arrivati o no in città?"disse Gorman.
"Quasi."disse Superman ridendo e atterrando in un cantiere pieno di rocce nere "Siamo a terra
Gorman."
2 operai coperti di una sostanza nera erano li vicino.
"Salve."disse Superman.
"Salve."disse Gorman.
"Scusa un attimo."disse Superman che andò a prendere uno dei sassi,lo schiacciò tra le mani
concentrandosi e quando aprì le mani il sasso era diventato un diamante.
"Lei è Superman vero?"disse uno dei 2.
"No dico,scherziamo?"disse Gorman "Abbiamo volato...si volava senza ali!
Che pensavate?
Che avessimo 2 razzi li dietro?"
"Ok Gorman,andiamo."disse Superma ripresero il volo.
La sera seguente Clark suonò ad una porta in un grattacielo e Lana aprì la porta.
Lui indossava gli occhiali,aveva una giacca nera,gonna blu e scarpe nere,lei invece aveva una
camicia bianca,pantaloni blu e scarpe nere.
"Clark?"disse lei,mentre un cameriere portava un carrello con dei piatti.
"Ciao."disse lui.
"Che bella sorpresa."disse lei.
"Entra."disse lei.
"Ciao signor Kent."disse il figlio seduto ad un tavolo.
"Ciao."disse Clark avanzando.
Il bambino indossava una maglietta blu,pantaloni chiari e scarpe nere.
"Vieni che siamo a cena."disse Riccardo "E in attesa."
"In attesa di chi?"disse Clark.
"Di Superman!"disse Riccardo.
"Ah si,Lana,per questo sono venuto,Superman voleva dirti che gli dispiace,ma ha avuto un
problema."disse lui "Insomma stasera non potrà cenare con te."
"Oh beh,non c'è problema,considerando il suo lavoro chissà quante cene salterà,poveretto."disse
Lana.
"Certo."disse Clark "Ti andrebbe se lo sostituissi io?"
"Certo che si!"disse lei sorridendo "Faccio in un lampo!"
"Va bene."disse Clark "Ah senti Lana,stavo parlando con Superman l'altro giorno,sai lui e io spesso
facciamo 2 chiacchiere, e gli è dispiaciuto che tu abbia impegnato il tuo anello e così..."
Clark estrasse dalla tasca un anello con il diamante in cima "...e così ha preso questo.
E così...mi ha chiesto di dartelo."
Lana prese l'anello e abbracciò Clark.
"Ehi un anello da Superman..."disse Riccardo alzandosi e facendo cadere una ciotola.
"Oh Riccardo..."disse Lana.
"Lascia,raccolgo io."disse Clark che si chinò.
"Clark..."disse Lana avvicinandosi e mostrando l'anello al dito "Mi sta perfetto."
"Si,non è male."disse Clark.
Brad entrò,dato che la porta era in parte aperta.
Indossava una giacca grigia,camicia bianca,cravatta grigia,pantaloni grigi e scarpe marroni.
"Ehi..."disse Brad.
"Brad?"disse Lana sconvolta.
"Figlio di buona donna."disse Brad e Clark si alzò "Kent,io ti odio.
Io ti ho sempre odiato.
E sai perché?"
"No…"disse Clark.
"Sei uno bello..."disse Brad "Io odio quelli belli."
Brad sferrò un destro e Clark si abbassò così l'altro si schiantò sul tavolo.
Da una parete cadde un materassino reclinabile,Clark ci si mise dietro,Brad gli corse contro e mise un piede su di esso.
"ATTENTO!"disse Clark mandando il materassino verso l'alto e facendolo volare sul carrellino pieno di piatti che andò nell'ascensore dove era il cameriere e le porte si chiusero.
Il giorno dopo Clark,che indossava lo stesso vestito,era dietro a Lois e White che camminavano per il Planet.
White indossava la camicia chiara,pantaloni neri e scarpe nere.
Lois indossava una giacca chiara,camicia rosa,pantaloni neri e scarpe nere.
"Questo te lo devo riconoscere Lois."disse White "Non tutti sono in grado di trasformare una vacanza di 3 settimane in un articolo da prima pagina."
"Sa,io ho fiutato subito che la cosa scottava..."disse Lois.
Clark entrò dentro lo studio di White con gli altri 2 "Ah Lois,sei fantastica."
"E lo devo essere."disse Lois"Ho sentito che adesso ho un grosso curriculum."
Lois mise la valigia sul tavolino "Tu tu invece hai scritto un articolo favoloso."
Clark si sedette "Grazie."
"Si,è affascinante."disse lei "Specie il pezzo della ragazza che torna a casa.
Puoi invitarmi a colazione,così me ne parli."
"Oh ne sarei lieto,ma sono impegnato con la nuova segretaria del signor White."disse Clark che salutò Lana alzandosi "Ciao Lana."
Lana entrò con un foglio e lo diede a White.
Lei indossava una maglietta azzurra e gonna grigia.
"Ah Lana...Lois,ti presento Lana Lang,un piccolo dono di Smallville a Metropolis."disse White.
Lana strinse la mano a Lois "Oh è un piacere signorina Lane,io ammiro i suoi articoli."
"Grazie."disse Lois che vide l'anello "E io ammiro il suo brillante."
"Si è splendido."disse Lana guardando Clark "Quando me l'ha regalato non potevo crederci."
Lois restò allibita,guardò Clark e lo indicò "Clark glie l'ha regalato?"
"Si."disse Lana.
In quel momento entrò quella con i capelli rossi che portò una scatola di plastica azzurra,con dentro delle palline,con sopra una placca rettangolare arancione "Signor White guardi!"
"Io tolgo il disturbo,ho da fare."disse Clark andando via "Ho alcune cose da fare."
"E come li prendo?"disse White.
"Non c'è da prenderli."disse la donna che premette un pulsante e le palline iniziarono ad essere mosse da sole,poi il coperchio esplose e le palline uscirono fuori.
A Pisa,il venditore di statuine aveva rifatto tutti i modellini e li stava pulendo.
Alle sue spalle c'era il vecchio che spazzava.
Superman volò in cielo e piegò la torre di nuovo,poi volò via salutando.
L'uomo buttò la statuina a terra,dopo aver guardato più volte la torre "Sor Giorgio,la scopa..."
Il vecchio gli passò la scopa.
"Grazie."disse lui che iniziò a distruggere le statuine.
Superman volò in orbita e vide il Sole sorgere.
