MOEBIUS

1996

In una galleria della metropolitana c'era un treno che si stava fermando per caricare i passeggeri.

Tra di essi vi era un uomo con i capelli neri,corti,con la riga sulla parte sinistra della testa,indossava un lungo cappotto nero di pelle che arrivava fino alle caviglie,indossava una maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Egli camminava in parallelo al treno.

La gente scese.

VOCE NARRANTE DELL'UOMO

"La metropolitana è senza dubbio il simbolo dei nostri tempi."

L'uomo entrò nella metro.

VOCE NARRANTE DELL'UOMO

"Un labirinto dove ,in silenzio, incrociamo i nostri simili,senza sapere chi sono ne dove vanno.

Centinaia di banchine sulle quali approfittiamo per fare un bilancio,rivedere una situazione e cercare di raggiungere...più che un treno,un cambiamento di vita."

L'uomo scese dal mezzo,poi scese da una scala mobile.

VOCE NARRANTE DELL'UOMO

"È uno strano gioco.

Ci caliamo in un tunnel interminabile,senza renderci conto che,ad ogni cambio di treno,stiamo cambiando definitivamente il nostro destino."

L'uomo scese un'altra scala.

VOCE NARRANTE DELL'UOMO

"Nella metro ho scoperto il più grande osservatorio,ma non avrei mai potuto immaginare quello che di li a poco mi sarebbe capitato."

Su delle mappe su una parete c'era la rete della metropolitana.

Una luce,su una parete nera,con accanto un numero giallo,si accese.

Un vagone si agganciò ad un altro,una valvola mosse una lancetta,del vapore uscì dall'aggancio tra i vagoni,ci furono delle scintille,una ruota iniziò a muoversi e il mezzo accese le luci.

Le luci bluastre e bianche illuminavano una delle gallerie.

Un binario si mosse e un treno fu deviato,poi scomparve diventando trasparente.

Un uomo si pulì le mani,toccò il vagone di un treno ed esso partì.

In una stanza,seduto ad un tavolo,vi era un uomo con capelli bianchi,baffi,una giacca blu con un distintivo e controllava delle carte.

Sul tavolo c'era un microfono e dei video.

L'uomo prese il microfono "Attenzione deposito,qui Bolivar."

C'era una sbarra orizzontale,alza mezzo metro,con sotto delle colonne,con linee gialle e nere oblique con un'apertura a metà e dietro vi era un tavolo e uno studio.

La voce di Bolivar si udì ad una segreteria telefonica "Rispondete.

Qualcuno mi sente?"

L'uomo andò ad un rettangolo bianco su uno dei lati della sbarra e cliccò un pulsante "Qui deposito,Bolivar,la ascolto."

"Ho avuto una chiamata da Plaza Italia,siamo in ritardo e sovraccarichi."disse Bolivar "Mandi un altro convoglio.

Ha sentito?"

"Li ho già mandati tutti,Bolivar."disse lui.

"Come tutti?"disse Bolivar "Che dice tutti?"

"L'ultimo convoglio è partito un minuto fa,qui non c'è più niente."disse l'uomo.

"Come?"disse Bolivar "No,non è possibile.

Che vuol dire che non ci sono più convogli?

Ce ne dovrebbe essere ancora almeno 1."

"Non c'è."disse l'altro.

"Si,si,va bene."disse Bolivar "Vediamo da dove posso tirarlo fuori,però lei controlli meglio il suo registro.

Deve essercene almeno 1 in un altro settore e lei neanche lo sa.

Mi ha capito?"

"Senta Bolivar glie lo ripeto,qui non c'è un bel niente da controllare."disse l'uomo che andò via.

"Ma come si permette?"disse Bolivar "Sta parlando al suo superiore!

MI SENTE?"

Bolivar prese un telefono e chiamò una guardia dentro uno studio che era davanti ad un treno appena arrivato.

La guardia rispose.

In una stanza c'erano delle enormi file di cassetti numerati.

Il telefono squillò e un uomo rispose.

In un'altra zona c'erano delle mattonelle verdi con un telefono che squillava,poi un uomo rispose al telefono.

Fu chiamato uno studio a metà di una galleria buia e l'uomo rispose "Si,qui Vegan.

Non capisco?

Che è?

Che si è perso?"

L'uomo attaccò,poi si mise un casco e uscì nel tunnel camminando nel buio,prese un piccolo vagone e si mosse nella galleria.

"E adesso,eh?"disse Vegan a quello accanto a lui.

"Andiamo dritti,no?"disse quello dietro.

"Dritto a destra o dritto a sinistra?"disse quello accanto a Vegan.

"Ragazzi,se non stiamo attenti,qui finisce che ci facciamo notte."disse Vegan.

"Capo,allora dove vado?"disse quello accanto a Vega.

"Aspetta,non lo vedi che non si può proseguire."disse Vegan.

"Se è per il fatto delle luci non ne veniamo fuori,è da un sacco di tempo che sbagliano."disse il secondo.

"Ma che stai dicendo,giovanotto."disse Vegan che scese e guardò le due gallerie,poi fece dei passi avanti,poi andò a prendere un telefono "Per favore mi passi il direttore generale."

Il secondo uomo prese una mappa e la guardò,mentre l'altro fumò una sigaretta seduto su un lato della galleria.

Un uomo in giacca e cravatta arrivò nella galleria con la torcia e indossava una giacca e una cravatta.

"Signor direttore."disse Vegan.

"Vegan,spero che abbia una buona ragione per avermi fatto scendere fin qua sotto."disse il direttore.

All'alba del giorno dopo l'uomo con i capelli corti,che ora indossava il giaccone chiaro,lungo come l'altro era in un cantiere e chiedeva istruzioni,poi andò da un uomo.

"Ah,la stavo aspettando."disse l'uomo "Non immagina quanto mi sento bene qui,Foschi,a respirare un po' d'aria fresca,proprio non lo sopporto...stare chiuso nel mio ufficio."

I due camminarono.

"Vorrei proprio vagare per le strade e non tornare più qui."disse l'uomo "Per questo mi trasferisco.

Se lo dico ai miei amici,architetti dello studio,penseranno che mi ha dato di volta il cervello,ma io non ho nessuna voglia di tornare nei sotterranei solo perché fa comodo a qualche pazzo.

Il lavoro è finito."

"Si,ma io non so come aiutarla,non ho collaborato al progetto e non sono neppure architetto."disse Foschi.

"Non ho bisogno di un architetto."disse l'uomo "Tanto più che nessuno vuole tornare la sotto,con il caldo che ci fa.

Ho cercato lei perché è uno molto conosciuto,almeno non faranno storie, e so che le piacciono i problemi,non a caso si è dedicato alla matematica,no?"

"Topologia."disse Foschi.

"Ah...il fascino delle analisi delle superfici."disse l'uomo "La formula,un calcolo e via,conservati in un libro.

Un'altra stranezza di quelle che fa il direttore della metro,si quel Blazir.

Vada a dare un'occhiata,così mi toglie di mezzo un problema.

Può darsi pure che lo trovi interessante quel pazzo,anche se ne dubito.

Non voglio rubarle altro tempo,quando abbiamo finito la circolare esterna tutto funzionava alla perfezione e adesso saltano fuori i difetti.

Un'altra cosa,nell'eventualità...i progetti originali si trovano all'archivio delle opere pubbliche.

Noi abbiamo una copia di quelli approvati anni fa...ma questo è un dettaglio,in realtà non so cosa vogliono.

Conoscendo Blarzir potrebbe trattarsi di tutto,comunque non mi metta in mezzo."

L'uomo diede una scatola a Foschi.

"E questa a che serve?"disse Foschi.

"Non lo so."disse l'uomo "Mi hanno detto che potenzia la percezione.

Lo risolva."

L'uomo si allontano,ma poi si voltò ancora "Ah...dica a Blazir che me ne sono andato per l'autostrada.

Vedo che ha cambiato il cappotto.

Tutte le volte che ho visto una foto aveva quel cappotto di pelle lungo."
"Ah,si."disse Foschi "Quello lo sto lavando."

"Già"disse l'uomo che andò via.

I due erano su un'autostrada in costruzione.

Foschi andò in un grande palazzo istituzionale e salì le scale.

In una stanza c'era un grande tavolo con la superficie che rispecchiava il resto e c'era Blazir seduto in fondo al telefono.

Intorno c'erano delle carte e sulle pareti dei mobili con diversi cassetti e fogli appiccicati sopra.

"Le assicuro che stiamo facendo tutto il possibile,ma lei capisce che non possiamo andare a perlustrare tutta la rete in base ad un'ipotesi, signora."disse Blazir "Si,ma lei sa come sono i ragazzi.

Sono attratti dai sotterranei.

Signora,tutti i santi giorni vi transitano 5 milioni di persone.

Scusi sa,ma è sua la responsabilità.

Se lei non sa dov'è è suo il problema."

Un uomo aprì la porta "Signor Blazir,è arrivato."

"Fallo entrare,fallo entrare."disse Blazir e Foschi entrò "Si,si,si.

Si,signora,capisco.

Capisco...scusi sa...sa io fatto è che ho molto da fare,signora."

Blazir si alzò e andò a stringere la mano all'uomo.

"Signor?"disse Blazir.

"Roberto Andrea Foschi."disse lui.

"Mi perdoni la perplessità,ma aspettavo il mio vecchio amico Deker."disse Blazir "Ci raggiunge dopo?

Ho bisogno di lui..."

"No,sa lui è dovuto partire,ha chiesto a me di sostituirlo."disse Roberto.

"Ma che farabutto!"disse Blazir incrociando le braccia "Come se questa fosse robetta da niente.

Gli avevo chiesto in ginocchio di non squagliarsela."

"Mi ha dato istruzioni per risolvere la sua questione."disse Roberto.

"Ma come spera di aiutarmi se non sa nemmeno di che cosa si tratta?"disse Blazir "Mi avesse fatto una telefonata."

Roberto andò a vedere di fogli sulle pareti.

"Deker crede che siano cosette da principianti."disse Blazir.

"Sono topologo."disse Roberto.

"Ehi,un momento...io la conosco."disse l'altro "Si,l'avevo vista su delle foto."
"Si,non è il solo a dirlo."disse Roberto "Sono un matematico comunque."

"E a che serve allora?"disse Blazir.

"È un settore della matematica che studia le superfici e le converte in formule."disse Roberto.

"Utilissimo per i miei nervi."disse Blazir "Roba da non crederci.

Senta se ne torni allo studio e dica all'architetto..."

L'uomo aprì la porta ancora "Signor Blazir."

"Insomma che vi prende oggi?"disse Blazir "Nessuno chiede permesso?"

"Sta succedendo di nuovo."disse quello che aveva aperto la porta.

Blazir rimase in silenzio,poi fece dei passi e prese la giacca "Venga."

I tre uscirono e camminarono su un pavimento esterno.

"Presti bene attenzione."disse Blazir "Lei sarà anche conosciuto,ma voglio che si renda conto di quello che succede e dica a Deker che non è uno scherzetto.

Se l'ho chiamato non perché sono isterico,ma perché ho i miei buoni motivi.

La prego di affrontare questa situazione con cautela per quanto riguarda tutto ciò che sente o vede."

I tre scesero in un sotterraneo.

"Non ne faccia parola con nessuno,sa come succede,no?"disse Blazir "Magari esce qualcosa sui giornali e uno si ritrova invischiato in un problema."

I due camminarono per un sotterraneo bianco dritto.

"Si renderà conto che con i molti impegni che ho non posso seguire ogni dettaglio."disse Blazir mentre i tre scendevano per una piccola scala mobile "Come?

Neanche questa funziona.

Che la rimettano subito a posto.

Ogni giorno milioni di persone attraversano questi tunnel,impossibile controllarli tutti.

Pensi se qualcuno mettesse una bomba,dove ci andiamo a nascondere,che andiamo a raccontare,eh?"

I tre camminarono in uno stretto corridoio accanto ad una galleria.

"Tutto quello che accade qui sotto e mia responsabilità,si renderà conto che come direttore generale di questo posto non è facile discolparsi."disse Blazir "Qui siamo in una selva."

I tre entrarono in una stanza dove c'era un uomo seduto ad un lunghissimo tavolo di legno,con delle leve e degli interruttori.

"Ah,signore..."disse l'uomo.

"Si?"disse Blazir.

"...la vettura 101 proveniente è ferma nel tunnel di accesso."disse l'uomo.

Il direttore fece il giro del tavolo a fondo della stanza.

"Gli ho già detto di passare,sta bloccando i livelli e non vuole andare avanti."disse l'uomo.

Il macchinista era dentro il treno.

"Circuito aperto con il 101,potete parlare."disse una voce al microfono.

"Treno 101,vi parla il direttore generale."disse Blazir "Come mai non procedete?"

"Da rosso è passato a verde e da verde a rosso, non posso rischiare."disse il macchinista "Come faccio a sapere che non c'è un altro treno dall'altra parte?

Il percorso è bloccato."

"Negativo 101."disse il direttore guardando una lavagna luminosa sulla parete che mostrava la galleria "La galleria è libera."

"Si,signore,però mi sa che è proibito."disse il macchinista "Insomma,pensi se..."

Blazir prese il microfono "Vada avanti 101.

È via libera."

"Ma io..."disse il macchinista.

"Basta!"disse Blazir "Le ordino di andare avanti."

"Non posso,non..." disse il macchinista.

"AVANTI!"disse Blazir e il mezzo si mise in moto "Se continua così non ci resta che interrompere il servizio e controllare tutto il settore."

"Non mi sembra tanto semplice."disse l'altro "Da quando è stata aperta la circolare esterna,il sistema è diventato troppo complesso per chiuderlo."

Il direttore aprì una seconda porta,camminò sul marciapiede a fianco di un treno che passava nella galleria e si mise di spalle rispetto agli altri con le braccia incrociate,mentre una voce chiedeva che il macchinista si presentasse alla sala comando.

Il treno fece scendere i passeggeri,mentre il macchinista andò nella galleria.

"Come mai io le dico di andare avanti e lei non si muove?"disse Blazir.

"Ma il semaforo cambiava in continuazione,che volevate che facessi?"disse il macchinista "Se arriva l'86 in coincidenza altro che se ci scontriamo..."

"Non alzi la voce con chi ,fino a prova contraria, è il direttore generale."disse Blazir "Se io le dico di andare avanti,lei deve andare avanti.

"Ma c'è pure un regolamento da rispettare,signore."disse il macchinista "Con il rosso non si può,anche se funziona male,non si può avanzare..."

"Quale regolamento?!"disse Blazir "Nessun regolamento!

L'unico che sa cosa deve fare sono io!

Lei deve ascoltare me e basta!"

"Ma signore non si può,sono disposizioni dell'azienda,c'è il gioco la vita della gente...non si può."disse il macchinista.

"Glie lo ripeto un'ultima volta,l'unico che sa cosa si deve fare sono io!"disse Blazir.

"Ah si?"disse lui che gli diede una pinza "Allora guidi lei signore."

L'uomo andò via.

"Si avvicini."disse Blazir "Sarà convinto adesso che non mentivo.

Ora avrà capito la gravità del problema.

Le luci rilevano il passaggio di treni dove non sono.

Ossia,sbagliano.

Si innestano scambi di binari,anche quando non sono preordinati.

E c'è un itero convoglio che non riusciamo più a trovare.

Ci sono talmente tanti tunnel...non abbiamo il personale sufficiente per cercarlo.

Mi hanno comunicato che stanotte,a mezza notte,vengono alcuni pezzi grossi per dare un sopralluogo nella stazione dove si è visto il treno per l'ultima volta.

Si presume che io dia loro una spiegazione di quel che è successo.

La cosa assurda è che non ho una spiegazione,perché non so cosa sta succedendo.

E sono il direttore generale.

Senta ho bisogno di tutti i progetti approvati dal ministero.

Nel caso domandassero,hai visto mai."

Roberto annuì.

"Come posso spiegare la scomparsa di un intero convoglio?"disse il direttore "Confido che torni con i progetti.

Come ha detto che si chiama?"

"Roberto Foschi."disse lui.

"Bene,signor Foschi,l'aspetto questa sera."disse Blazir "E se per caso le viene un'illuminazione me lo faccia sapere subito."

Blazir andò via e Roberto andò ad un cabina telefonica nella stazione e chiamò.

"Imprese e costruzioni?"disse una voce femminile.

"L'architetto Deker,per favore."disse lui.

"No,l'architetto non c'è."disse la voce "Chi è?"

"Roberto Foschi."disse lui.

"Vuole lasciare un messaggio?"disse la donna.

"Si."disse lui "Voglio che chiami il ministero e mi autorizzi a fare copie dei progetti della linea circolare esterna."

Lui uscì dalla metro e c'era un fortissimo temporale.

Lui entrò dentro un palazzo,con dei mobili pieni di cassetti con sopra macchine da scrivere.

Superò il corridoio e andò in uno perpendicolare,dove c'erano mobili e casse da una parte e vetrate con degli studi dall'altra,con davanti altre casse.

Roberto,insieme ad un anziano,andò in uno stretto corridoio rettangolare molto lungo che era fatto di librerie con dentro delle cartelle e sul soffitto c'erano delle fioche luci.

"Nessuno mi ha avvisato che sarebbe venuto."disse l'anziano "27.

28.

29.

30.

Eh,sono 40 anni che ho cura di questo archivio."

"È sicuro che si trovano da questa parte?"disse Roberto.

"Naturalmente."disse l'anziano "Il problema è dove.

Giust'appunto,devono essere trasferiti,li avranno tolti di proposito."

I due andarono in una fila che aveva le librerie a sinistra e un muro a destra con vari tubi.

"Mi scusi,quale gara mi ha detto."disse l'uomo.

"L'ultima,quella della circolare esterna."disse Roberto.

"Vediamo,credo che per di qua andiamo bene."disse l'anziano "Ci sono già stati degli spostamenti,ma all'interno dell'edificio,in altri piani.

Anni fa c'è stata una tormenta che per giorni fece volare in aria tutti questi documenti."

Il vecchio guardò in alto "Ecco,sono nello scaffale in alto,sezione G-110."

"Lasci,salgo io."disse Roberto che prese una scaletta e arrivò all'ultimo ripiano "No,qui non c'è niente."

"Non può essere."disse l'anziano.

"Qui non c'è niente."disse Roberto "Non saranno da un'altra parte?"

"No,no,guardi bene."disse l'anziano.

"È vuoto."disse lui.

"Ora arrivo."disse l'anziano che si allontanò "Ora arrivo."

Roberto controllò i fascicoli del piano di sotto,mentre l'altro arrivava con un registro.

"Ecco..."disse l'anziano "Ho l'impressione che non abbia molta fortuna.

Vedo che li hanno ritirati."

"Ma come?"disse Roberto "Non era vietato ritirare i progetti originali?"

"Dipende da chi li chiede."disse il vecchio "Come sempre.

In questo caso,chi li ha ritirati sembra essere un consulente del progetto."

Roberto scese dalla scala.

"Non potevo certo rifiutarmi di darglieli,si capisce."disse il vecchio "Credo di ricordare la persona.

Era un uomo alquanto taciturno che tempo addietro era solito venire,passava ore a visionare questi progetti.

Eccolo:Ugo Mistein.

Le dice niente questo nome?"

Al tramonto Roberto saliva delle scale che andavano in salita su una collinetta di sassi,con qualche cespuglio e sulla cima c'erano delle costruzioni rettangolari.

Entrò dentro un grande spazio rettangolare con corridoio ai lati,aprì una porta,salì una scala e camminò per un corridoio di mattoni e aprì una porta dalla quale uscì uno studente.

"È l'aula di topologia 3?"disse Roberto.

"Si."disse l'altro che se ne andò.

Roberto si mise seduto ad uno dei posti in fondo all'enorme aula di mattoni che non aveva molte persone.

L'insegnante era una donna con occhiali,capelli neri,maglietta bianca e gonna.

"La conclusione è che due spazi topologici sono gli stessi che si applicano a tutti i fini pratici."disse l'insegnante "In altri rami della scienza,se un astronomo presentasse una teoria sull'origine dell'universo bene accetta dall'uomo della strada,probabilmente sarebbe in errore,mentre se qualcuno dicesse ad esempio che in certe aree il tempo resta immobile,bisognerebbe per lo meno starlo a sentire.

Potrebbe aver ragione.

Scienza e filosofia non sono poi così distanti,signori.

Grazie per oggi è tutto."

Gli studenti uscirono e Roberto andò alla cattedra.

"Posso farle una domanda?"disse lui.

"È uno studente?"disse lei.

"Ah,no,non più,sono laureato da tempo."disse Roberto.

"E in cosa posso aiutarla?"disse la donna.

"Ecco sto cercando un professore che è stato titolare di questa cattedra,voglio dire che lo è stato per parecchi anni."disse lui "Il dottor Mistein?"

"Si."disse lui.

"È da molto che non lo vede?"disse lei.

"Saranno 5 anni,più o meno."disse lui.

"Lei deve far sicuramente parte degli ultimi allievi che ha avuto."disse lei "Dopo poco ha lasciato l'università."

"Perché?"disse Roberto.

"Era distratto."disse lei "Aveva perso interesse per le lezioni."

"E lei non sa dove rintracciarlo?"disse Roberto.

"Ah...si penso di si."disse lei "Ho un vecchio numero di telefono dove lo chiamavamo."

L'insegnante aprì l'agenda "Lui si faceva negare.

Non capivamo perché.

Vorrei sapere che ne è stato.

Siamo rimasti così pochi.

Ah,ecco.

Lo stimavamo molto."

La donna scrisse il numero sul un foglio,lo diede all'uomo,poi andò via "Bene,mi scusi,ma è tardi.

Arrivederci."

"Arrivederci."disse lui "Grazie."

Ormai era notte e Roberto arrivò alla stazione dove un anziano era nell'ascensore.

"Scende?"disse lui.

"Si."disse Roberto e le porte dell'ascensore si chiusero "Sa dove posso trovare un telefono?"

"Sotto."disse l'anziano.

"Grazie."disse lui.

"Sotterraneo."disse il vecchio e le porte si aprirono.

Roberto trovò un telefono prima della zona dove passava il treno e fece il numero.

Rispose una voce femminile "Pronto?"

"Si,posso parlare con il professor Mistein?"disse Roberto.

"No."disse la voce.

"Ma il professore c'è?"disse lui.

"No."disse la voce.

"Sai dov'è andato?"disse Roberto mentre metteva i numeri scritti sul foglio sulla mappa della rete metropolitana e vedeva che combaciavano.

"Che ne so io di dove va?"disse la voce "Però se vuole lasciargli un messaggio prendo nota."

"Si."disse lui.

"Lei chi è?"disse la voce femminile.

"Sono Roberto Andrea Foschi,un suo ex alunno."disse Roberto.

"Foschi?"disse la voce.

"Si,dello studio Plata."disse lui "È per un lavoro che il professore fece per la metropolitana."

"Più lento."disse lui.

"Abbiamo bisogno di alcuni progetti."disse Roberto e la linea cadde,poi lui prese il treno,poi scese e prese un altro treno.

Mentre era a bordo il mezzi si fermò al centro della galleria vedendo che il semaforo dava problemi e poi si udì un rombo che fu avvertito da tutti,poi le luci andarono e vennero.

Il semaforo tornò normale e il treno ripartì.

Arrivò ad una stazione semidistrutta con fili che uscivano dal soffitto e roba accatastata.

C'erano delle fioche luci bianche,azzurrognole e pezzi di muro rotto.

Lui uscì ed arrivò a dei palazzoni.

Salì i piani a piedi e arrivò al quattordicesimo,poi suonò il campanello di una porta e si mise a guardare dal buco della serratura.

Sentendo dei passi si volto e vide una ragazza.

Aveva un vestito blu,con una gonna,capelli neri,lunghi,ricci,non era molto alta,e si nascondeva dietro una colonna a braccia incrociate.

"Abiti qui?"disse lui "Volevo vedere se c'era il professor Minstein.

Abita qui,no?

Ho chiamato varie volte prima di venire,ma non è facile comunicare con questo posto e così ho pensato che il telefono era messo male e dato che ho bisogno di parlare con lui ho deciso di venire."

"Hai chiamato una volta sola."disse lei "E ti ho detto che non c'era."

"Forse è tornato."disse Roberto "Sono qui per delle carte di lavoro,ce le ha lui e mi servono.

Guarda se sta dentro,potrebbe essergli successo qualcosa."

"E se è una bugia?"disse lei che si allontanò.

"Da quanto non lo vedi?"disse lui e la ragazza tornò con delle schiavi aprendo la porta trovando un gatto e raccogliendo delle carte.

"Se ti rubi qualcosa,strillo."disse lei che andò in cucina.

Roberto accese le luci e guardò dentro delle stanze,poi iniziò a guardare le librerie vedendo vecchie foto e,alla fine,vide i progetti e li prese.

Si accorse anche di un tavolo pieno di calcoli e fogli appesi al muro con su scritto più volte la parola"Moebius."

Roberto controllò diverse equazioni.

La bambina si sedette su una sedia,mentre lui metteva i progetti sul tavolo e vide che erano stati segnati dei punti rossi,poi lei iniziò a cliccare dei pulsanti di una macchina che proiettarono l'immagine di uno schermo bianco con punti rossi su una parete.

"Aspetta."disse lui spegnendo la luce,mettendo la carta sullo schermo e vedendo che i punti combaciavano.

Una donna tentò di aprire la porta "Manuela?

Manuel,sei li?

Sarà meglio che tu sia sola."

Lei aprì una finestra "Passa di qui."

Lui uscì dalla finestra insieme a lui e scesero tramite una scala di metallo.

Mentre lo facevano i progetti caddero,ma Roberto si affrettò a recuperarli.

"Dai,veloce."disse lui che corse.

"Aspetta!"disse lei che lo seguì nella metro.

"Sai come tornare a casa da qui?"disse lui "Io adesso ho una riunione e ai signori che mi aspettano non piacerebbe vederti."

"Neanche ai mia madre sarebbe piaciuto vederti,però io ti ho fatto entrare lo stesso."disse lei.

"Vieni allora."disse lui e i due scesero delle scale mentre un uomo metteva dei manifesti di persona scomparsa.

"Scusi,il direttore generale?"disse lui.

"Di sotto,al secondo livello."disse l'uomo.

"Grazie."disse Roberto che continuò a scendere.

Arrivò ad una seconda scalinata e scese,poi risalì prendendo la ragazza e portandola con se.

Arrivarono in una galleria vuota.

"Che siamo venuti a fare qui?"disse lei.

"A cercare il direttore generale."disse Roberto "E a cercare un treno fantasma.

Mettiti pure seduta."

Lui le diede i fogli "Tienimi questi e aspetta qui."

Arrivò in un'altra galleria dove c'erano due operai che lavoravano sui binari.

"Scusate,sto cercando il direttore generale."disse Roberto "È da queste parti?"

"Questa stazione è fuori servizio,chi le ha dato il permesso di entrare?"disse un operaio.

Un vagone arrivò nel luogo dove era la bambina e da esso scese Blazir.

Roberto avvertì il rombo ancora,poi salì le scale.

" E tu che fai qui?"disse Blazir.

"Signor Blazir."disse Roberto arrivando.

"Perché c'è ci ha messo tanto,Foschi?"disse Blazir "Questa ragazza è con lei?"
"Si,mi dispiace non ce l'ho fatta a venire prima."disse Roberto che prese i fogli "Complicazioni sono sopraggiunte,è già tanto che sono riuscito a trovarli.

Credo di sapere di che cosa si tratta."

"Questi sono i progetti del ministero."disse Blazir "Ma che le è successo?"

"Come ho detto è stato difficile trovarli."disse Roberto.

"Spero che sappia quello che fa."disse Blazir "Il treno continua a non apparire e io non voglio altri problemi oltre a quelli che ho e adesso venga con me."

Roberto diede un cubo alla ragazza "Tieni.

Te lo lascio,così ci giochi mentre parlo con queste persone."

"Va bene."disse lei.

Dentro il mezzo vi erano tra uomini in giacca e cravatta,uno con i capelli bianchi,un altro con i capelli neri e un terzo con i baffi,più il macchinista.

"Naturalmente,abbiamo già controllato tutto."disse il macchinista.

"E i segnali?"disse quello con i capelli bianchi.

"Sono perfettamente in ordine."disse il macchinista.

"Signori?"disse Blazir "Il signor Roberto Andrea Foschi,forse lo avrete già sentito nominare.

Rappresenta la Plaza,l'impresa che ha costruito il raccordo della circolare.

Il signor Ken,nostro macchinista ed ingegnere capo,il signor Aghiri,nostro sovrintendente,il dottor Canotti,dell'ospedale militare centrale,il dottor Nasar delle assicurazioni."

La ragazza giocava con l'oggetto e poi si alzò.

"Lei cerchi di essere più preciso,per favore."disse Canotti,quello con i baffi "Lo ha visto o non lo ha visto?"

"Si,cioè...praticamente lo abbiamo visto."disse Ken "È stato quando abbiamo trovato la luce rossa all'interno del raccordo generampas."
"Ma non poteva essere un altro treno?"disse Canotti.

"Sono stati fatti rientrare tutti i treni in servizio,tranne questo."disse Blazir "Siamo gli unici a circolare in tutta la rete ormai da oltre 4 ore.

Quando Edmondo si è fermato al segnale rosso,ho pensato che fosse fuori servizio...per questo gli ho detto di procedere ed è stato allora che abbiamo sentito...il rumore dell'altro treno che passava all'incrocio."

"Lei lo ha visto?"disse Nasar.

"No,non lo potevamo vedere,il semaforo è proprio dietro la curva,ma...l'abbiamo sentito tutti."disse Blazir.

"E perché non lo ha seguito?"disse Aghiri.

"Beh,non eravamo sicuri della direzione che percorreva,potevamo esserci sbagliati."disse Blazir.

"E questo è successo a 1.38?"disse Canotti.

"Si,la prima volta."disse Ken.

"La prima..."disse Canotti.

"Signori!"disse Nasar "Stiamo facendo tante chiacchiere inutili."

"Dunque è successo un'altra volta?"disse Roberto.

"Si,ma non nello stesso punto."disse Ken "Al semaforo rosso,vicino al raccordo lugones,ieri alle 2.15 e poi ancora alle 3.30."

Roberto scrisse su un foglio "Ha visto il treno alle 2.15?"

"No,no,nemmeno allora lo abbiamo visto,abbiamo sentito le vibrazioni."disse Ken "Li,si,ho cercato di raggiungerlo,ma deve aver deviato al raccordo general pas,perché c'è un'inclinazione subito dopo il semaforo."

La bambina andò al piano superiore e cominciò a camminare sui binari fischiettando.

"Non è possibile che questo treno stai circolando liberamente da tanti giorni senza che nessuno lo abbia visto."disse Blazir.

"Quello che non è possibile è che lei ne sia tanto sorpreso pur essendo il maggior responsabile!"disse Nasar.

"Dunque,nel momento in cui..."disse Roberto.

"Aspetti,giovanotto."disse Aghiri "Non siamo qui per rispondere alle domande,ma per farle."

Si udì il rombo.

La bambina era nella galleria e vide che il semaforo cambiava di continuo,sentì il rombo e arrivò anche il vento.

"Questa volta,l'abbiamo in pugno."disse Blazir e tutti uscirono dal mezzo.

"Sta passando al livello inferiore."disse Ken "Dove si trova Malon."

Il macchinista scese nella galleria insieme al direttore ed aprì una botola nella galleria,e trovarono uno degli operai che era sulle scale "L'avete visto?

È passato di qua,non è vero?"

"È passato sotto!"disse Ken.

"Certo che no,è passato sopra."disse l'uomo.

"NO,È PASSATO QUI SOTTO!"urlò Blazir.

"Che sta succedendo,Blazir?"disse Aghiri.

"Ken,hai sentito anche tu,è passato qui sotto,non è vero?"disse Blazir.

"Si,si."disse Ken.

"Veramente non l'avete visto?"disse Blazir.

"L'abbiamo sentito."disse l'uomo indicando con la mano "È passato proprio qui sopra e mi sembrava in quella direzione."

"Malon,torni di sotto."disse Ken.

"Permesso."disse Roberto che scese nella galleria.

"Ingegnere,c'è modo di mettersi in contatto con la centrale elettrica?"disse Roberto.

"Si,si certo,venga con me."disse Ken.

I tre andarono ad una cabina telefonica nella galleria.

"Centrale elettrica,sono Ken,è urgente."disse Ken "Comunichi la lettura del settore 4."

"Consumo equivalente ad illuminazione standard in gallerie e stazioni,più un treno in marcia."disse la voce.

"Precisi il consumo per favore."disse Ken.

"Tutto normale,capo."disse la voce "Abbiamo solo voi in circolazione."

"Interrompa subito l'erogazione di energia fino a quando glie lo dico io."disse Ken.

Le luci furono spente e si accesero quelle rosse di emergenza.

Aghiri scese nella galleria.

"Fatto capo e adesso che facciamo?"disse la voce.

"Controllate i monitor e comunicateci qualsiasi cambiamento."disse Ken "Ma è pazzesco.

Abbiamo viaggiato con un solo vagone.

È un consumo esagerato.

Abbiamo avuto segnalazioni che un treno circola nel sistema quando sappiamo che il circuito è interrotto.

Non lo so,forse si tratta solo di una fuga."

"Si,certo."disse Roberto "La fuga di un treno dentro un sistema."

"Adesso lo verifichiamo."disse Ken "Riallacciate il circuito."

Le luci si riaccesero.

"Ora c'è consumo in vari settori."disse la voce "Lei ha autorizzato qualche manovra?"

"Lo registrano in diversi punti della rete."disse Ken "Non sarà che i vagoni si sono sganciati?"

"Per favore,potere spiegarci quello che sta succedendo?"disse Aghiri e anche gli altri scesero nella galleria,mentre i tre tornarono indietro.

"Signori,credo che il giovanotto abbia qualcosa da dirci."disse Aghiri.

"Abbiamo un treno pieno di passeggeri che è scomparso,ma il sistema è chiuso."disse Roberto "I treni non possono uscire e l'86 si trova nel sistema."

"Ma che cosa sta dicendo?"disse Nasar "È stato controllato tutto il sistema e il treno non c'è.

Che cosa crede che ce ne stiamo a giocare a nascondino con il treno?"

"La prego,dottor Nasar."disse Aghiri "Lo lasci continuare,che arrivi al punto."

"Sappiamo dove il treno era diretto la mattina del 4...ma sappiamo anche che non è mai arrivato."disse Roberto.

"Che grande novità,Foschi."disse Nasar "E mentre attraversava il fiume Maldonado s'è trasformato in una barca e adesso naviga alla volta dell'Africa."

"Mi scusi,dottore."disse Ken "Come si spiega che un treno possa circolare sui binari da 4 fino ad oggi senza essere mai visto?

Sono passati 5 giorni ormai."

"È proprio così."disse Roberto "Di fatti il treno non può essere visto.

Questo treno,il treno 86,senza presentare alcun guasto meccanico,con tutta la rete funzionante a pieno,con altri 300 treni funzionanti in circolazione...in qualche punto del suo percorso...è svanito.

S'è imbattuto in un nodo."

"Un nodo?"disse Nasar "Che cos'è questo nodo?

L'azienda mantiene puliti i binari.

E non vi circolano altro che treni."

"Continua a non capire."disse Roberto "Un nodo non è un'ostruzione.

Sotto l'aspetto topologico,un nodo è una peculiarità.

Un polo di ordine superiore."

"Non capisco niente di quello che dice."disse Nasar "E non credo che qualcuno lo capisca."

"Dottor Nasar,non complichi ulteriormente le cose."disse Aghiri.

"Credo che tutto ciò sia causato dalla nuova linea."disse Roberto.

Blazir incrociò le braccia "E che ha a che vedere la linea circolare con tutto questo?"

"Il sistema è una rete di una spaventosa complessità topologica."disse lui "Già lo era dopo gli ultimi ampliamenti.

Ma la linea circolare ne ha fatto qualcosa ...di assolutamente singolare.

Non l'ho ancora capito del tutto...ma penso che la nuova linea abbia portato la connessione dell'intero sistema ad un'ordine così elevato che non so come calcolarlo.

Suppongo sia arrivato all'infinito.

Se così è,signori,potremmo dedurre che il sistema si comporta come il nastro di Moebius."

Roberto prese un nastro dai fogli incartati e li passò a Ken "Permette?"

Ken prese i fogli.

"Osservando questa striscia potrete rendervi conto."disse lui "Questa è una semplice striscia di carta,con due facce,ma unendo gli estremi in questo modo otterremo un nastro molto particolare."

Roberto mostrò il nastro "È una superficie finita con una sola faccia,lungo la quale potremo circolare ininterrottamente all'infinito.

Questo,trasferito ad una rete metropolitana,gode di un numero elevatissimo di notevoli proprietà.

Riuscite ad immaginare quali sarebbero le probabilità di un sistema come questo?

Neanch'io posso.

A dire il vero,l'intera struttura del sistema con la linea circolare è al di la della mia portata.

Non posso far altro che mere supposizioni."

"Questo è assurdo."disse Naser.

"Abbiamo 200 km di gallerie."disse Ken "Come è possibile che una superficie finita,si converta in una infinita?"

"È una bella domanda."disse Roberto "Ma sia come sia,è successo."

Nasar rise.

"E riguardo ai passeggeri,ha qualche idea da suggerire?"disse Canotti.

"Disgraziatamente nessuna."disse Roberto.

"Vediamo,Foschi,un momento...se la causa della confusione è la circolare esterna,prima la chiudiamo e poi,se le cose stanno come dice lei,possiamo proseguire le normali operazioni,senza pericolo di collisione."disse Aghiri.

"Se chiude la circolare il treno non riapparirà più."disse Roberto "Quello che non è certo è che qualora riappaia marci nella giusta direzione e in questo caso...è probabile un incidente."

"Signor Blazir,quante persone potrebbero esserci su quel treno?"disse Canotti.

"Ebbene,credo che...30-40 persone."disse Blazir.

"Dica,Foschi,lei vuol farci credere che il treno 86 è entrato in un'altra dimensione?"disse Aghiri"Che non si trova realmente nel sistema?

Che è andato?

Così,sparito?"

"È una maniera di dirlo."disse Roberto.

"E mi dica,questo comportamento peculiare è stato causato da certe proprietà matematiche correlate al nuovo allaccio della linea circolare."disse Aghiri.

"Esattamente."disse Roberto.

"E non c'è niente che possiamo fare per riportare il treno nuovamente in questa dimensione?"disse Aghiri.

"No,che io sappia."disse Roberto.

Nasar rise.

"E questa... è l'unica spiegazione?"disse Aghiri che si avvicinò "Lei è semplicemente ridicolo.

E sarebbe questo qui il contributo dello studio?

Sono tutte qui le vostre idee?"

Aghiri andò dal direttore "È un vero peccato che lei non abbia nessuno che possa dare una spiegazione sensata."

I tre se ne andarono.

Il direttore guardò male Foschi,poi se ne andò guardandolo male ogni tanto.

Il macchinista camminò insieme a Foschi sulla stazione.

"Foschi,una domanda?"disse Ken "Per evitare un possibile collisione,non potremmo lasciare aperto l'allaccio della linea circolare,senza far passare altri treni da li?

Così se il treno smarrito non andrebbe a scontrarsi con un altro."

"No,sarebbe una precauzione inutile perché ora ,con il nuovo raccordo, è l'intera rete che ha infinite possibilità di connessioni."disse lui.

"SENTA,SIGNOR MATEMATICO,NON CREDERÀ PER CASO DI AVERMI FATTO UN FAVORE?!"urlò Blazir "NON VOGLIO PIÙ VEDERLA DA QUESTE PARTI,INTESI?"

"Signor Blazir?"disse un uomo che portò la bambina "Ho trovato questa ragazza al primo livello che camminava sui binari."

I due andarono via.

Roberto accompagno la ragazzina ad un parco giochi.

"Wow."disse lei "Dove andiamo adesso?"

"Da nessuna parte."disse Roberto "Tu devi tornare a casa,tua madre ti starà cercando."

"Che?"disse lei "Adesso a casa?

A quest'ora?"

Roberto le prese da mangiare a poi entrarono nel parco,sedendosi su una panchina.

"Mi chiamo Emanuela."disse lei "Emanuela Matalone."

"Piacere."disse lui "Roberto Foschi."

"Di chi era quella foto?"disse lei "Quella che esce dalla tua tasca?"

"Quella si chiama Asia Pelliccia."disse lui "Lei è..."

"Si?"disse lei.

"Beh,è una cosa complicata."disse lui "Una cosa molto vecchia e complicata."
"Dai,almeno facciamo un giro."disse lei.

"No,vacci tu su sei vuoi,io ho bisogni di stare un po' qui."disse lui che guardò i fogli e lei gli diede un bacio sulla guancia,poi andò sulle montagne russe.

Roberto continuava a guardare i progetti e trovò una scritta "Moebius:massima probabilità nella curva."

Lui si alzò e guardò il piccolo trenino sulle montagne russe.

Poco dopo era nella metro e scriveva su un taccuino,poi si mise a mangiare,salì la scala mobile e guardò una videocamera,poi si sedette su una panchina e attese il treno,poi ne aspetto un altro e ogni volta annotò tempo e numero,poi lo fece ancora e ancora.

Guardo una foto di una ragazza con i capelli neri,lisci e lunghi pensando "Asia.

Dove sei finita?"

Proseguì i calcoli mettendo un punto interrogativo,poi sentì uno strano suono nella galleria e così si avviò nel tunnel e sentì una voce che parlava del servizio sospeso per un guasto sulla linea,poi si fermò in una zona dove c'era un'apertura che mostrava entrambe le gallerie,poi proseguì,trovò una scaletta e salì al binario superiore continuando a camminare e a scrivere,poi si fermò vedendo il semaforo verde,poi scese in una galleria più in basso e proseguì tra i tunnel,fino ad arrivare ad uno scambio che si mosse e il semaforo divenne rosso.

Sentì uno strano suono e nelle gallerie c'era un treno che correva velocissimo e lui riuscì a malapena a infilarsi in una buca le muro.

Alzandosi cominciò a camminare in un tunnel stretto "NO!"

Aprì una porta e si ritrovò in un bagno,poi si sciacquò la faccia.

Uscì dalla porta e camminò nella stazione, diede i soldi ad un uomo che suonava la fisarmonica,poi salì sul treno che partì.

Un uomo accanto a lui leggeva un giornale e lui vide che era del 4 marzo.

Alzandosi in piedi vide che la maggior parte delle persone nel treno erano praticamente immobili e continuavano a fare ciò che stavano facendo 5 giorni prima,poi lui cambiò corsia e fu lo stesso.

Roberto lasciò il vagone e grazie allo spazio tra un vagone e l'altro vide il numero 86,poi proseguì.

Arrivò nell'ultimo vagone accanto al macchinista c'era l'insegnante che lui cercava.

Aveva i capelli bianchi,gli occhiali e una giacca grigia.

"Le è costato raggiungermi,vero?"disse l'uomo.

"Professor Mistein."disse Roberto.

"Calma,lo so."disse lui "So che ha tante domande da pormi.

Ha visto chi c'è li?"

Roberto si voltò e vide la ragazza della foto.

"Asia?"disse Roberto e lei fece un piccolo cenno con la mano prima di rimettersi a guardare fuori dal finestrino.

Il treno si muoveva a velocità supersonica,senza essere visto da nessuno.

"Viaggiamo ad una velocità impossibile."disse Roberto.

"Un semplice scambio di binari."disse Mistein "Il treno incrociò un nodo dopo una curva.

La combinazione forse?

Il posto giusto,al momento giusto,per applicare le proprietà del nastro di Moebius."

"Ha inventato una macchina perfetta."disse Roberto.

"Non bestemmi,figliolo."disse il professore togliendosi gli occhiali "L'uomo ha inventato un'infinità di macchine,ma dimentica che egli stesso è una macchina molto più complicata di tutte quelle che ha inventato."

"Ora non ci saranno limiti."disse Roberto.

"Non ci sono mai stati."disse Mistein "L'uomo non conosce i suoi limiti,ne le sue possibilità.

Non sa nemmeno fino a che punto non si conosce.

Ma certo,siamo talmente occupati nel cercare valori esteriori che non ci rendiamo conto di ciò che realmente ha valore."

"Ma questo è importante."disse Roberto "Basterebbe dirlo perché tutto cambi."

"Però lei lo ha detto."disse Mistein "Lo ha spiegato perfettamente.

Oggi sono passato per quella stazione e ho potuto osservarla direttamente mentre era li che tentava di spiegare la teoria di Moebius.

Forse qualcuno le ha creduto?"

"No."disse Roberto "Però a lei crederebbero."

"No."disse Mistein "Io avrei usato le sue stesse parole.

Avrei detto le stesse verità.

Il fatto è che viviamo in un mondo dove nessuno più ascolta,mio caro Foschi."

"Cosa pensa di fare?"disse Roberto.

"Niente."disse Mistein.

"Come niente?"disse Roberto.

"Arriverà il momento."disse l'altro "Prima dobbiamo fermarci a prendere una persona."

"E loro con capiscono cosa sta succedendo?"disse Roberto.

"Loro?"disse Mistein "Non potranno mai svegliarsi,prima di rendersi conto che si sono addormentati.

Di cosa ha paura,Foschi?"

"Le vertigini."disse Roberto.

"È normale."disse Mistein "Nessuno può trovarsi di fronte all'infinito senza provare le vertigini.

Nessuno può sperimentarlo senza sentirsi disorientato."

Il treno andava talmente veloce che le stazioni a malapena di vedevano quando ci passava,poi la differenza tra le luci e il buio scomparve e ci fu una luce blu elettrico.

"Se noi ci stiamo muovendo alla velocità del pensiero..."disse Mistein.

Le persone nella stazione si muovevano al rallentatore.

"Come si può essere affascinati da questa vita...privata di attrattive, di ingenuità e di spontaneità?"disse Mistein "Come non preferire di restare qui nell'oscurità se li fuori c'è un mare di assurdità ci sta trascinando ad essere irrimediabilmente disgraziati."

Arrivati ad un'altra stazione Roberto vide Emanuela seduta su una panchina.

"Tutto questo non deve andare perduto."disse Roberto.

"Ne gli uomini ne il tempo spariscono senza lasciare traccia."disse Mistein "Restano impressi nelle nostre anime."

Il treno si fermò,facendo salire Emanuela,poi proseguì.

Blazir scese una scala mobile con gli altri tre dietro e trovarono il treno fermo alla stazione.

La guardia uscì dalla stanza "Signore,c'era il treno stamattina quando siamo arrivati."

"Da quanto tempo?"disse Blazir.

"Non lo so,abbiamo chiesto al personale di controllo e non sanno assolutamente nulla."disse la guardia"Signor direttore che facciamo?"

"Aspetti."disse Blazir "Aspetti qui."

I tre uomini si avvicinarono al treno.

"Eh,Blazir?"disse Aghiri "Tanto casino e il treno era qui.

Moebius?

Lo porti al deposito e che non se ne parli più,intesi?

Qui non è successo niente."

I tre andarono via.

Blazir entrò nel treno e trovò il taccuino di Foschi su sul pavimento,poi lo raccolse e lo aprì vedendolo pieno di calcoli,poi sull'ultima pagina trovò delle scritte "Ne io,ne Asia,ne Manuela avremo mai potuto immaginare quello che di li a poco ci sarebbe capitato.

Quando raggiunsi il treno 86 incontrai il mio vecchio professore,ormai stanco di ripetere la solita storia,di lottare e parlare fino all'esasperazione fino ad essere ignorato e ,in quel preciso momento,sentì che affidava la sua vita nelle mie mani.

Non è difficile capire perché ho deciso di seguire i suoi passi in questo viaggio senza ritorno.

Prima di perdere tempo nel cercare di spiegare ad un gruppo di stolti quello che si rifiutano di capire.

Comunque sia,il vecchio aveva ragione,viviamo in un mondo dove nessuno ascolta."

Blazir chiuse il taccuino ,scosso, e lo mise nella sua tasca interna della giacca,poi uscì dal treno e camminò lentamente nella stazione.

La guardia rispose al telefono "Pronto?

Si?

Come?

Non la capisco.

È sicuro di quello che sta dicendo?

Che è che si è perso?

Che?"

Blazir spalancò gli occhi e si bloccò e tutti i telefoni iniziarono a squillare.

"DIRETTORE!"urlò la guardia "CORRETE!

VENGA,SIGNORE, È URGENTE!

SIGNOR DIRETTORE!

SIGNOR DIRETTORE!"

"NOOOO!"urlò Blazir