AHMANET

2004

Tokyo.

Mattino.

In una città c'era un uomo americano affacciato ad un balcone di un palazzo.

Di sotto c'erano degli operai che stavano facendo dei lavori ad un ponte che era su un fiumiciattolo che si connetteva ad un fiume più grande.

L'uomo aveva capelli neri corti,riga sulla parte sinistra della testa,maglietta grigia e pantaloni neri.

La moglie dell'uomo ,anch'essa americana, si svegliò.

Aveva i capelli neri lunghi,indossava una camicetta bianca e dei pantaloncini bianchi.

Lei guardò verso la finestra alla sua destra vedendolo.

"Buon giorno."disse lei.

Lui continuò a guardarsi intorno senza notarla.

"Peter?"disse lei "Ti senti bene?"

Lui si voltò lentamente verso di lei.

"Ti sei svegliato presto questa mattina."disse la donna.

Lui si voltò verso l'esterno e si gettò dal balcone sfracellandosi al suolo.

Una donna orientale passò sotto una galleria con una bici.

La donna aveva lunghi capelli neri.

Indossava un giaccone bianco,sciarpa rossa,pantaloni rossi e scarpe bianche.

Da una strada principale imboccò una salita secondaria.

Poco dopo la bici arrivò in una strada con un muro di pietra a destra e la donna fermò la bici,poi entrò in un cancelletto di legno che aveva una parte aperta.

"Buon giorno."disse la ragazza entrando "Permesso?"

La donna prese un biglietto messo su un mobile.

CONTENUTO BIGLIETTO

"Sono fuori per una passeggiata,torno presto.

Jennifer."

Lei arrivò in un salotto pieno di carte a terra e trovò una signora anziana su una poltrona azzurra.

La signora era americana,aveva i capelli corti,castani e indossava una vestaglia azzurra.

La donna fissò il vuoto in silenzio.

"Ciao Emma."disse la ragazza accucciandosi vicino alla poltrona "È un piacere rivederti."

La donna la guardò con sguardo vuoto.

"Ti ricordi di me?"disse lei "Sono Yako.

Poco dopo la donna mise la signora a dormire in un materasso posto a terra,dopo aver pulito la casa.

Ora lei aveva i capelli legati in una da coda di cavallo,indossava un grembiule da cucina bianco,maglietta viola,pantaloni neri e scarpe nere.

Lei si alzò e chiuse la porta scorrevole con le vetrate.

La ragazza andò ad un tavolo e vide uno strano pugnale su di esso.

Aveva la lama curva e irregolare,il manico si restringeva a metà e la parte superiore si allargava e aveva una pietra rossa incastonata sulla parte finale del manico.

Sul manico c'erano anche geroglifici egiziani.

La ragazza prese il pugnale "Che bello..."

Poco dopo Yako prese il cellulare da un comodino e digito dei numeri.

Parlò in giapponese e salì le scale del piano di sopra raccogliendo cartacce dai gradini.

Arrivò al corridoio superiore e iniziò a camminare.

Arrivò ad una porta di legno,in fondo alla stanza,dove c'erano degli scatoloni ammassati ed era pieno di carte,così iniziò a raccoglierle.

Sentendo dei rumori si mise a guardare il soffitto,sentendo dei movimenti,poi sentì un tonfo provenire da un armadio a muro che aveva uno sportello scorrevole in parte aperto,così si avvicinò,lo aprì e vide che il soffitto dell'armadio aveva una tegola di legno che poteva scorrere,così salì sul ripiano intermedio e mosse la tegola arrivando alla soffitta piena di ragnatele.

Yako accese un accendino e si guardò intorno,poi tolse un po' di ragnatele e ,voltandosi,vide una mummia egizia.

La mummia aveva gli occhi con l'iride giallo,volto rinsecchito,pelle grigio spento,la fronte,il naso e la bocca erano coperti da fasce giallastre,come anche il petto e la pancia.

Dalla parte superiore della testa partivano dei ciuffi neri di capelli che uscivano dalle bende.

Le spalle e le braccia erano estremamente secche,come anche le mani,che avevano unghie appuntite.

Le fasce gialle avevano degli spazi tra di esse che lasciavano coperta la pelle grigia rinsecchita.

La pancia era scavata e le gambe estremante secche,con delle fasce poco attaccate.

L'essere le saltò addosso e la trascinò nella soffitta,mentre lei urlava e si dimenava.

Poco dopo le urla cessarono.

Una ragazza americana bionda dormiva nel suo letto.

Indossava una maglietta nera,senza maniche,pantaloni chiari e accanto a lei c'era un comodino con uno specchio sopra.

Accanto al letto c'era un ragazzo con capelli ricci,neri,maglietta bianca a maniche corte e pantaloncini neri.

Lui stava rovistando in una cesta di panni,poi uscì dalla stanza.

Lei si svegliò e si guardò intorno non vedendolo.

Lui entrò annusando un vestito e lei sorrise.

"Scusa,ti ho svegliato."disse lui.

"Ultimo cassetto."disse lei.

Lui andò ad un mobile dove c'erano diversi cassetti,fuori dalla stanza da letto,aprì l'ultimo cassetto ed estrasse una maglietta annusandola "Grazie.

Mi conosci,eh?"

"Vieni qui da me."disse lei.

"Non posso,faccio tardi all'esame di architettura."disse lui.

"Guarda l'orologio."disse lei.

Lui guardò l'orologio e rimase a fissarlo.

Lei prese la sveglia sul comodino e si mise sulla parte finale del letto "Ho messo la sveglia un'ora prima ieri sera."

Lui si tolse la maglietta rossa e si mise a letto baciandola "Mi conosci anche troppo bene.

Sono felice che tu abbia deciso di venire qui con me."

"Anche io."disse lei.

"Sei sicura?"disse lui.

"Certo."disse lei "Perché?"

"Beh,è una cosa importante."disse lui accarezzandola.

"Tanta gente va all'estero."disse lei "E poi era una vita che sognavi di venire qui.

Era l'unico modo per stare insieme."

Lei lo baciò e si mise su di lui.

"Non hai lezione oggi?"disse lui.

"No."disse lei "Devo solo passare a prendere un libro al centro assistenza.

Mi dedichi 10 minuti?

Prometto che ti faccio arrivare in tempo."

I 2 si baciarono.

Poco dopo i 2 attraversarono la strada correndo.

Lei indossava un cappotto bianco lungo,sciarpa rossa,maglione bianco,pantaloni scuri,scarpe nere.

Lui indossava un cappotto nero,maglietta blu,pantaloni bianchi,scarpe nere.

La ragazza aveva una borsa chiara e lui una scura.

"Dove vai?"disse lui e lei si diresse verso un muro oltre il quale c'erano delle ville giapponesi a più piani.

"Un attimo."disse lei sporgendosi dal muro "Voglio farti vedere una cosa."

Oltre il muro c'era un cimitero.

Era formato da delle lapidi cilindriche,a volta messe sopra dei blocchi quadrati.

Un uomo e una donna portarono delle ciotole da cui uscì del fumo.

"È un rito buddista."disse lei "Il fumo dell'incenso porta le preghiere agli spiriti dei loro antenati.

È per aiutarli a trovare la pace."

Lui si accese una sigaretta.

"Devono aver perduto una persona amata."disse lei.

Lui la guardò.

I 2 corsero verso un edificio che era formato da varie parti rettangolari e una parte più alta simile ad una torre.

Intorno all'edificio c'era un grande giardino e un muro che lo separava dalla strada.

"Corri."disse lui e lei lo fece.

Poco dopo lei entrò in un altro edificio e salutò la donna alla reception "Ciao."

"Ciao."disse la donna.

"Ah,Karen?"disse una voce maschile mentre lei stava per imboccare un corridoio "Karen."

L'uomo che la raggiunse era americano,aveva i capelli neri,con la riga sulla parte sinistra della testa,portava gli occhiali,indossava una camicia celeste,cravatta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.

In mano aveva un fascicolo.

"Si,Alex?"disse lei.

"Sei libera oggi pomeriggio?"disse lui.

"Devo studiare..."disse lei "Perché?"

"Il tuo desiderio si è avverato."disse lui dandole una cartellina "La tua prima visita da sola."

Lei prese la cartellina.

Poco dopo i 2 erano seduti ad un tavolinetto circolare e lei aprì il fascicolo vedendo la foto dell'anziana signora.

"Devi controllare che abbia tutto quello che le serve e dare una pulita in casa."disse Alex "È una paziente di Yako,ma stamattina non si è vista al lavoro.

Non riesco a rintracciarla al telefono,dev'essere malata.

E ha la chiave della casa,accidenti."

"Che vuol dire questa frase?"disse Karen.

"Ah,vuol dire...grave letargia con accenni di demenza."disse Alex "A quanto pare dorme gran parte della giornata.

La nuora non lavora,probabilmente starà anche lei li con te.

Parlano la nostra lingua,così dovresti cavartela.

Allora guarda...qui c'è l'indirizzo.

Puoi consultare la cartina sul muro se ne hai bisogno,oppure portare la cartina con te,capito?"

Alex si alzò "Non preoccuparti,Karen.

Sei pronta."

Lui andò via.

Poco dopo Karen camminò per i marciapiedi della città,salì su un treno,poi camminò in una strada e chiese informazioni,poi arrivò davanti alla casa,la guardò però un po',poi entrò.

L'entrata aveva un grosso giardino con delle placche di roccia messe davanti al cancello che portavano fino a casa.

Karen mise la cartina nella borsa e suonò al campanello.

Nessuno aprì la porta,così lei bussò.

Vedendo che nessuno apriva la porta,provò ad aprirla lei e la trovò già aperta.

"Permesso?"disse lei vedendo che a terra era pieno di carte,molliche e altro.

C'erano pezzi di carta che sporgevano anche dalle scale.

Karen chiuse la porta "C'è nessuno in casa?"

Le mani della donna anziana strusciarono sul vetro delle 2 porte chiuse,Karen si tolse la borsa a tracolla ed aprì la porta.

La mano della donna toccò terra.

"Oh mio Dio."disse lei soccorrendo la donna "Si sente bene?

Ecco...ci penso io.

Karen mise seduta la donna.

Poco tempo dopo stese i panni fuori dalla casa.

La signora era seduta dietro di lei vicino alla porta.

"Ok,Emma."disse Karen "Io mi chiamo Karen.

Karen Devis.

Sono del centro assistenza,devo sostituire Yako,soltanto per oggi."

La donna rimase in totale silenzio.

Poco dopo Karen mise una bacinella a terra,strizzò un panno e lavò le braccia della donna.

La sera la donna indossava una vestaglia rosa e fu messa a letto da Karen.

La ragazza salì le scale,raccogliendo cartacce e portando di sopra l'aspirapolvere.

Posò a terra l'oggetto vedendo che anche il pavimento superiore era pieno di carte,poi sentì un boato provenire dal soffitto e guardò in alto.

Aprì la porta in fondo al corridoio entrando in una stanza piena di scatole "Permesso?"

Lei si avvicinò ad un letto pieno di panni,poi si voltò,sentendo dei movimenti e vide l'armadio a muro che aveva lo sportello del tutto fasciato con il nastro adesivo.

Karen sentì qualcosa che grattava contro gli sportelli e,andando via,sentì il suono di un gatto.

La donna si fermò e si avvicinò all'armadio,poi iniziò a strappare il nastro adesivo da tutto l'armadio e lo aprì,ma trovò solo il pugnale e un diario.

Un gatto nero miagolò e venne preso da un bambino orientale che aveva capelli neri,maglietta a righe e pantaloni scuri corti.

Aveva anche una fascia sul ginocchio sinistro.

"Oh..."disse lei indietreggiando.

Il gatto miagolò furioso contro di lei che cadde a terra restando seduto.

Il bambino alzò la testa e tenne gli occhi spalancati.

Ormai era calata la notte.

Karen parlò al telefono in cucina"Si,era chiuso nell'armadio.

C'era il nastro adesivo tutto intorno alla porta.

Ancora non lo so.

Lo so.

Non ha ancora detto una parola.

No,non vuole scendere.

Lo so.

Mi dispiace,Alex.

Ok.

Cerca di venire prima che puoi."

Lei attaccò il telefono e batté il cellulare sulle mani molte volte,poi guardò il tavolo e vide il pugnale e il diario.

Inizialmente prese il pugnale e osservò i geroglifici egizi "E tu che ci fai qui?"

Karen posò il pugnale e si sedette,prendendo il diario.

Sfogliandolo vide che le pagine erano piene di scritte,c'erano cuori disegnati e c'era una foto in parte strappata che mostrava l'uomo che si era suicidato.

L'uomo indossava una giacca marrone,camicia verde scuro e pantaloni neri.

Karen chiuse il diario e camminò per la casa,arrivò all'ingresso e andò alla porta,ma poi si fermò e andò verso un comodino dove vide una foto che era stata prima strappata in tanti pezzi e poi attaccata con nastro adesivo.

Nella foto c'era il bambino che era stato trovato nell'armadio,un uomo orientale con un giaccone scuro e una donna vestita di bianco,ma il volto era stato ritagliato in malo modo.

Lei guardò le scale e vide il bambino dell'armadio che era dietro le spranghe di legno della parte superiore della scala,accucciato.

"Io mi chiamo Karen."disse lei "E tu?"

"Toshio."disse il bambino rimanendo del tutto impassibile.

"Toshio."disse lei.

In quel momento squillò il telefono e lei fece cadere la foto dallo spavento,poi parti la segreteria e poi venne lasciato un messaggio.

CONTENUTO MESSAGGIO

"Ciao,ragazzi,sono Susan.

Matthews ci sei?

Rispondi?

Ok,io sto uscendo da lavoro adesso,quindi puoi farmi uno squillo al cellulare o chiamarmi al telefono più tardi a casa.

Sono un po' preoccupata per mamma,mi chiedevo se stesse bene.

Chiamami quando vuoi,d'accordo."

FINE CONTENUTO DEL MESSAGGIO

Una figura passò velocemente dietro le vetrate della camera della donna anziana.

Karen si girò e guardò le vetrate.

La voce della donna anziana iniziò ad essere udita "Ancora no…

Oh Dio.

Oh Dio..."

Karen aprì le porte e si avvicinò vedendola seduta.

"Non lo so,via!..."disse la vecchia.

"Emma?"disse Karen accucciandosi "Con chi sta parlando?"

"Voglio che quella mi lasci in pace,voglio solo questo."disse Emma.

In un angolo del soffitto iniziarono a formarsi delle fasce ingiallite che servivano per coprire le mummie nell'antico Egitto.

Le fasce riempirono tutto l'angolo ed iniziarono ad andare verso il basso.

"Lei deve riposare."disse Karen "Lo sa?"

Karen la mise giù e la donna spalancò gli occhi emettendo un suono.

Karen si voltò e si trovò una testa femminile coperta dalle bende vicina.

La testa era collegata ad un corpo allungato di bende a sua volta collegato al soffitto che aveva l'angolo riempito.

Della testa erano visibili solo i lunghi capelli neri che avevano le bende sulla parte centrale.

L'essere si votò verso di lei materializzando una specie di mano fatta di bende ed emettendo uno strano suono.

Karen si mise in un angolo.

FLASHBACK

Qualche tempo prima un uomo orientale apriva il cancello della casa insieme alla famiglia di Emma.

La donna in quel momento indossava un lungo cappotto nero,guanti neri,maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Accanto a lei c'era Matthews ,un uomo con capelli castani,lisci,con la riga sulla parte sinistra,un lungo cappotto marrone,maglietta nera,pantaloni neri,scarpe nere.

C'era anche Susan che era una donna con i capelli biondi,legati dietro la testa che indossava un lungo cappotto nero,pantaloni neri e scarpe nere.

Oltre a questa c'era era una donna castana,con un lungo cappotto bianco,maglietta nera,pantaloni chiari e scarpe nere.

L'orientale li guidò nella casa parlando in giapponese.

Tutti si tolsero le scarpe e le indossarono.

"Grazie."disse la bionda quando l'orientale le passò le ciabatte.

"Ben venuta."disse Matthews ad Emma "Che te ne pare?"

"Oh,le scarpe."disse lei e Matthews si fermò.

"Oh..."disse lui iniziando a togliersi le scarpe.

"Anche in casa propria?"disse la castana.

"Si,anche in casa propria."disse la bionda "Le chiedo scusa."

Poco dopo la famiglia esplorava la casa.

"È perfetta per la mamma."disse Matthews aprendo una stanza "Non avrà neanche il problema delle scale .

Oh...dov'è la mamma?"

"Ah,vado a cercarla."disse la bionda iniziando a vagate per la casa e andò di sopra "Mamma?

Dove sei?"

La donna era a fissare il soffitto.

La figlia entrò nella stanza"Vieni mamma.

Lo sai cos'ha detto il dottore delle scale?"

In quel momento entrò Matthews "Tutto a posto?"

"Ehm...si..."disse la bionda e arrivò anche l'altra donna.

La donna rimase a guardare il soffitto.

"Mamma?"disse Matthews "Che c'è?

Mamma stai bene?

Mamma?"

Lui provo a mettersi davanti a lei,ma la madre spostò la testa per continuare a guardare il soffitto e lo fece anche il figlio.

L'orientale era la piano di sotto,chiuse una porta che aveva un vetro davanti,aprì la porta del bagno sentendo scorrere l'acqua,aprì una seconda porta trovando la vasca riempita.

Andò a tirare la catenella del tappo,ma la trovò spezzata,così si tolse la giacca,si tirò su la manica e la immerse nell'acqua che era del tutto scura.

Un braccio di un bambino afferrò il suo arto,l'uomo cadde a terra spaventato e vide la testa di Toshio uscire dall'acqua,poi tornò sotto il liquido.

Guardando la sua mano, l'uomo vide una ciocca di capelli neri e se li tolse di dosso rapidamente.

"Fuzuky San…"disse Matthews arrivando nella stanza e trovandolo accucciato sulla vasca "La prendiamo."

"Ah...ok."disse l'uomo.

Tempo dopo quella con i capelli castani era al tavolo in sala e aspettava.

"Buon giorno."disse Matthews arrivando e baciandola sulla testa.

Lui indossava una camicia bianca e pantaloni neri,come anche la donna.

Matthews andò a guardare delle vetrate e vide la madre che dormiva "Spero che mamma stia bene.

Non fa che dormire da quando ci siamo trasferiti."

"Di notte no."disse la donna "Te l'ho detto Matthews ,tu quando dormi sei in catalessi."

"Mi dispiace,amore."disse lui baciandole la testa "Vedrai che passati i primi giorni tornerà ai suoi ritmi.

Hai visto la mia tazza da viaggio?"

"Non l'ho ancora tirata fuori."disse lei.

Lui iniziò a rovistare in uno scatolone.

"Senti,forse dovresti dire un paio di cose a quella ragazza,come si chiama?"disse Matthews.

"Yako."disse lei.

"Si."disse lui prendendo una tazza "Magari ci sa dare un consiglio."

"Può darsi."disse la donna.

Lui guardò il pezzo di giornale che avvolgeva la tazza "Ah...quanto mi manca leggerlo.

Adesso ci toccherà parlare la mattina."

La donna guardò verso la stanza della madre.

Matthews si versò il caffè "Ehi,piccola,tutto ok?"

Lui si sedette vicino a lei "Jean?

Scusa tesoro,stai bene?

Che succede?"

"Sono andata a fare una passeggiata ieri."disse la donna "Sono andata in esplorazione.

E ho finito per perdermi.

Non ho trovato nessuno che parlasse la mia lingua per aiutarmi."

"Tra poco sarà più facile."disse Matthews "Te lo prometto."

"E se non lo sara?"disse lei.

"Allora dico alla mia azienda che non funziona e facciamo marcia indietro verso casa,con o senza il vecchio lavoro."disse Matthews "Troveranno un'altra persona che gli mastichi un po' di numeri.

Però...fino ad allora...promettimi che ce la metterai tutta.

D'accordo,Jean?"

"Ci sto."disse lei.

Poco dopo Jean era in un supermercato,prese una confezione di un cibo non conosciuto,fece un piccolo buco sopra e annusò il contenuto,poi lo mise nel cestino della spesa insieme ad un altro pacco.

Tornata a casa mangiò gli spaghetti contenuti all'interno e si distese sul divano dormendo.

Sentì un tonfo e si svegliò vedendo il pacco a terra.

Il bicchiere sulla scrivania era rovesciato e c'erano carte sparse a terra nella stanza della madre.

"Se vuoi qualcosa,basta che tu lo chieda."disse Jean che vide delle piccole impronte di piedi nudi uscire dalla stanza a causa del liquido contenuto dentro il contenitore rovesciato.

La donna guardò in cucina e vide che c'era una sedia a terra e c'erano carte e avanzi di cibo sul pavimento.

Jean vide il gatto nero sulle scale che correva al piano di sopra.

La donna trovò il gatto a metà scale e vide delle mani pallide e delle braccia nude che lo prendevano.

"Chi c'è?"disse la donna spaventata che ,salendo al piano di sopra, vide qualcuno correre in una stanza e vi entrò.

La porta si chiuse da sola.

Matthews tornò a casa di sera e trovò il pavimento pieno di cartacce "Ciao Jean.

Jean?"

Matthews accese la luce nella sala dove c'erano i divani e rimase scosso nel vederla piena di cartacce "Ma che diavolo…?

Mamma..."

Emma era seduta sul materasso.

"Ti senti bene?"disse Matthews chinandosi "Mamma,dov'è Jennifer?"

La madre guardò una parete e lo fece anche lui.

Matthews aprì una porta e tento di accendere la luce inutilmente "E dai."

Nell'appartamento si udì un rantolo.

"Jean?"disse lui che si avvicinò al letto su cui era distesa e accese la luce "Mi hai fatto prendere..."

Matthews si spaventò nel vedere che la donna aveva lo sguardo fisso verso il soffitto e ansimava.

"Jean?"disse lui toccandola"Amore?

Amore,cosa c'è?

Che hai?

Cos'è successo?"

Lei mosse gli occhi verso di lui.

"Tesoro che cos'hai?"disse lui "Che c'è?"

Lei aprì la bocca cercando di parlare.

"Amore,chiamo l'ambulanza."disse lui,ma la testa di Toshio apparve dietro al letto e soffiò come un gatto.

Toshio era nudo,con le palpebre nere e la pelle bianco latte,quasi grigia.

Il bambino si alzò.

"Chi sei tu?"disse Matthews "Che cosa ci fai qui?"

Il bambino aprì la bocca che era nera dentro ed emise un verso simile a quello di un gatto.

Matthews cadde a terra e fece cadere anche la lampada,poi la afferrò e illuminò la stanza.

Si udì un altro grido di gatto e la donna si mise seduta urlando,poi cadde morta.

Matthews indietreggiò sentendo dei passi e si appoggiò ad una parete,sentendo una specie di ringhio sopra di se.

Alzo gli occhi e vide Toshio

Il bambino aprì la bocca ed emise l'urlo felino.

FINE FLASHBACK

Alex,in giacca e cravatta neri, suonò alla porta,ma nessuno aprì,così lui fece il giro,aprì le 2 porte esterne,poi aprì le 2 interne e si trovò nella camera di Emma che era morta "Ehm,mi scusi.

Signora Williams?

Karen?"

Alex si accucciò "Signora Williams?

Signora..."

Lui provò a toccarla,ma si accorse che era morta,poi cadde a terra e trovò Karen che era appoggiata ad una parete e fissava il soffitto.

"Karen?"disse lui e lei non reagì,così lui le toccò le spalle "Karen?"

La polizia circondò la zona.

Un poliziotto giapponese con cappotto chiaro e lungo,uscì da un'auto ed entrò nella casa.

Il cadavere della donna venne portato via.

L'uomo andò da Alex che era seduto su una sedia e fu accompagnato da un altro in giacca e cravatta.

"Detective Nakagawa."disse l'uomo con il cappotto lungo "Lui è il mio assistente."

"E...e...Karen sta bene?"disse Alex.

"È molto scossa."disse Nakagawa "Vorremmo che restasse in ospedale stanotte,in osservazione.

Conosce queste persone?"

Nakagawa mostrò un album con delle foto,mentre l'altro teneva in mano un taccuino.

"Ehm...si quello è Matthews Williams e sua moglie Jean."disse Alex "Il figlio della donna che Karen doveva assistere."

"Quando li ha visti l'ultima volta?"disse Nakagawa.

"Ehm...quando sono venuti a registrarsi."disse l'altro "Beh...è la prassi comune.

Anche se le visite sono gestite dal datore di lavoro."

"Abbiamo interrogato il suo datore di lavoro."disse Nakagawa "Oggi non si è presentato.

Se può passare da noi domani e rilasciare una dichiarazione..."

Nakagawa prese un foglietto e glie lo passò "...l'indirizzo è questo in basso."

"Yako..."disse Alex.
"Come prego?"disse Nakagawa.

"Ah,beh...Karen è una sostituta."disse Alex "Yako è la ragazza che si occupa di Emma.

Anche lei è mancata dal lavoro."

"Da quanto tempo?"disse Nakagawa.

"Da ieri."disse lui "Credo di aver visto la sua bici qui fuori."

Nakagawa uscì e vide la bici,poi guardò la casa dall'esterno.

L'aiutante del detective stava ascoltando le registrazioni dei messaggi e guardava delle foto.

"È la sorella di Matthews."disse l'assistente del detective non appena lui arrivò e mostrò una foto"Questa dev'essere lei.

Sembra che lavori qui a Tokyo."

"Chiama al lavoro,poi a casa."disse Nakagawa "Se non risponde nessuno,manda una persona."

"Si,signore."disse l'aiutante che andò via.

Nakagawa premette un pulsante e tutti udirono il suono di un cellulare provenire dai piani alti e si fermarono sentendolo.

L'ispettore e l'assistente salirono al piano superiore e andarono nella porta in fondo alla stanza.

I 2 andarono verso l'armadio e lo aprirono trovando il cellulare.

L'aiutante accese una torcia,la passò all'altro, Nakagawa trovò il pugnale e lo prese in mano.

Sentendo del vento illuminò il tetto dell'armadio e vide che era aperto e conduceva alla soffitta così vi entrò seguito dall'altro.

I 2 camminarono nella soffitta e illuminarono 2 cadaveri.

L'assistente guardò a terra,mentre l'altro si accucciava.

"Signore,guardi."disse l'aiutante "Che cos'è?"

Nakagawa illuminò una mascella staccata.

Karen aprì gli occhi in un letto d'ospedale e si mise seduta.

Guardando alla sua sinistra vide il ragazzo seduto su una sedia,che si voltò verso di lei,si alzò e si sedette sul letto accarezzandole la testa.

"Tranquilla,ci sono io."disse lui "Il tuo capo mi ha detto quello che è successo.

Mi dispiace."

"Cos'è successo non lo so nemmeno io..."disse Karen.

"Una donna anziana è morta nel sonno."disse lui "È triste,ma..."

"È così che dicono che è andata?"disse lei "In quella casa...c'era qualcosa…"

Lei lo abbracciò.

"Non ci pensare,Karen."disse lui.

FLASHBACK

Notte.

In un ufficio,in un grattacielo,c'era la donna bionda che sentiva la segreteria telefonica.

Lei era seduta ad una scrivania in una stanza piena di tavoli uguali.

"Ciao ragazzi,sono Susan."disse lei " Matthews ci sei?

Ok.

Io sto uscendo dal lavoro adesso,quindi puoi chiamarmi sul cellulare o farmi un colpo di telefono più tardi a casa.

Sono un po' preoccupata per mamma,mi chiedevo se stesse bene.

Chiamami quando puoi,d'accordo."

Lei si alzò e andò nel corridoio deserto con indosso il cappotto bianco,poi si fermò e si voltò sentendo uno scricchiolio,poi proseguì e dopo si fermò ancora sentendo lo stesso suono che questa volta proseguì.

Imboccò un altro corridoio e corse verso una porta,la aprì e si ritrovò per le scale.

Il suo cellulare squillò e lei rispose " Matthews?"

Al cellulare si udì il suono di un rantolo identico a quello prodotto dalla mummia.

" Matthews?"disse lei sentendo il verso " Matthews, la smetti?"

Il verso divenne più forte.

Lei chiuse la comunicazione ed iniziò a scendere le scale,poi sentì un rumore provenire dall'alto,guardò su e vide la luce dell'ultimo piano che mandava scintille e poi si spegneva.

La donna guardò in basso sentendo un rumore "C'è qualcuno laggiù?"

Una dopo l'altra tutte le luci si spensero.

La donna vide la mummia salire le scale dal basso.

L'essere aveva un aspetto diverso ora.

Il corpo coperto di bende era più completo ora,più simile ad una persona vivente.

Aveva gli occhi e la fronte del tutto identici a quelli di una persona viva,la bocca e il naso erano ancora sotto le bende,i capelli neri lunghi uscivano da sotto le bende che erano concentrate sulla parte centrale della testa,le ciglia erano dipinte di nero con una piccola linea che dall'occhio andava verso il naso.

Il corpo era coperto di bende,anche se c'erano degli spazi tra una benda e l'altra.

Le proporzioni del corpo e degli arti erano come quelli di una donna viva,ma c'erano dei buchi sulle gambe e sulle braccia e dentro la pelle era avvizzita.

Le mani erano scoperte e aveva le unghie appuntite.

Invece di muoversi a 4 zampe camminava stando curva.

La donna corse verso una porta e si ritrovò nel corridoio,ma la corda del cellulare,a cui era attaccato un porta fortuna, era stata afferrata dalla mummia.

Lei diede una strattonata,spezzando la cordicella e cadendo a terra.

L'essere chiuse la porta emettendo quello stesso verso.

Susan corse via nel corridoio ed entrò in una stanza dove c'era una guardia ad una scrivania "Mi scusi...c'era qualcosa al...al decimo piano,qualcosa...qualcuno...c'era..."

"Ok,ok..."disse lui facendola sedere "Si sieda,per favore."

"Al decimo piano,c'era qualcuno,io non so cosa...per favore mi aiuti."disse lei.

L'uomo si mise il berretto dell'uniforme ed uscì con la torcia.

Lei lo vide su dei monitor che mostravano il corridoio.

L'uomo aprì la porta delle scale ed entrò.

Susan rimase a guardare i monitor e lo vide uscire,per poi continuare a perlustrare.

Le luci andarono e vennero nel corridoio,dopo che l'uomo si fu allontanato e l'immagine iniziò ad essere distorta.

Dal pavimento iniziò a formarsi la sagoma della mummia che iniziò a camminare nel corridoio.

La donna si spaventò e corse via,uscì dall'edificio,fermò un taxi e si fece portare a casa.

Mentre era nella macchina non faceva altro che guardarsi intorno,poi arrivò al suo palazzo,scese dal taxi,le porte automatiche si aprirono e lei andò all'ascensore,vi salì dentro e si appoggiò alla parete mentre saliva.

Ad ogni piano che l'ascensore superava, c'era il fantasma nudo di Toshio che era sempre più vicino alle porte.

Arrivata al suo piano il fantasma non c'era più,le porte si aprirono,lei scese e andò alla porta di casa e si chiuse dentro.

Poco dopo era seduta sul divano e fissava il vuoto impaurita,poi guardò il cellulare con la corda spezzata.

In quel momento squillò il telefono e lei andò a rispondere lentamente "Pronto?"

"Ciao sono io."disse Matthews.

"Oh... Matthews."disse lei "Stai bene?"

"Si,sono qui sotto."disse lui "A che numero sei,scusa?"

"16.8."disse lei "Ti apro il portone."

Lei cliccò sul pulsante del citofono e in quel momento suonò il campanello.

Andando a vedere dal buco della porta e vide il volto di Matthews sorridente.

Susan aprì la porta "Io non so che ti sei mess..."

Susan,uscendo,vide che non c'era nessuno e la porta si chiuse dietro di lei.

Il verso venne udito dal telefono e lei lo lasciò cadere a terra,riaprì la porta,entro e si mise a letto sotto le coperte.

La donna si spaventò quando trovò nel letto il pezzo staccato dal cellulare.

Improvvisamente vide qualcosa muoversi sotto le lenzuola,le alzò,vide la mummia e venne trascinata sotto le lenzuola urlando e scomparendo dal letto e dall'appartamento.

FINE FLASHBACK

Nakagawa si sedette davanti al letto di Karen che indossava una felpa chiara "Come si sente?"

"Benino."disse lei "E stanca."

"Lei è qui per uno scambio di studi?"disse Nakagawa.

"Si."disse lei.

"E da quanto lavora come volontaria al centro assistenza?"disse Nakagawa.

"3 mesi."disse lei "Mi serviva un credito di assistenza sociale."

"Lei ha detto che era la prima volta che andava in quella casa."disse Nakagawa.

"Si."disse Karen.

"Quel bimbo giapponese che dice di aver visto li..."disse Nakagawa.

"Lo avete trovato?"disse Karen.

"No,non ancora."disse lui "Lei ha detto che era chiuso in un armadio,sigillato con il nastro adesivo."

"Esatto."disse lei "C'era un pugnale con geroglifici egizi sopra e un libro.

Tipo un diario."

"Apparteneva al bambino?"disse lui prendendo un piccolo quaderno preso da sotto la giacca.

"Credo di no."disse lei "Credo appartenesse ad una donna.

La scrittura sembrava femminile."

"Ha parlato con il bambino dopo aver aperto l'armadio?"disse Nakagawa.

"Per poco."disse Karen "Gli ho chiesto come si chiamava.

Ha detto di chiamarsi Toshio."

Nakagawa si guardò intorno "Un'altra domanda,per favore."

L'uomo prese una bustina con dentro la foto fatta a brandelli e ricostruita "Abbiamo trovato questa all'ingresso."

Lei prese la foto "È lui.

È il bambino."

Nakagawa guardò la foto.

"Detective Nakagawa,per tutto il tempo che sono rimasta in quella casa,ho percepito qualcosa di strano."disse Karen "Che cosa è successo li?"

L'altro restò in silenzio per un po' "I cadaveri del figlio e della nuora...della donna che lei assisteva sono stati trovati in soffitta.

Sembra che il figlio abbia ucciso la moglie e poi si sia suicidato."
"Signore,dovrei parlarle."disse l'assistente.

"La prego,mi scusi un momento."disse l'altro alzandosi e andando via.

I 2 uscirono fuori.

"Vengo dall'appartamento di Susan,la sorella."disse l'aiutante "Niente,non l'abbiamo trovata."

"Va avanti."disse l'altro.

"Il fatto strano è che il chiavistello era chiuso dall'interno,come se fosse tornata a casa."disse l'uomo "Dentro però non c'era nessuno."

"Controlla al posto di lavoro."disse Nakagawa "Ci sarà una videocassetta della sorveglianza."

"È stata...la prima famiglia a vivere in quella casa dopo la scoperta nella soffitta 3 anni fa."disse l'uomo mentre l'altro stava per tornare nella stanza "Non so se si possa collegare in qualche modo quel fatto a ciò che è successo oggi,ma vale la pena tentare.

Lei sa niente di quella storia?"

Nakagawa si allontanò dalla porta.

Il ragazzo di Karen,vestito da cameriere,mise il cartello di chiusura fuori dal ristorante e portò dentro il menù esterno,poi si mise seduto a leggere.

Karen bussò alla finestra.

Indossava una felpa nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Lui uscì "Ehi,che ci fai tu qui?

Avevo capito che non ti facevano uscire.

Sei scappata?"

"Dovevo andare via da li."disse lei "Non ce la facevo a stare da sola."

"D'accordo."disse lui "Solo un secondo."
Il ragazzo andò dal proprietario.

Poco dopo i 2 erano su un autobus.

"Karen?"disse lui vedendo che lei fissava l'esterno "Karen?

Che hai?

Ehi?

Parlami."

"Credo di aver visto qualcosa in quella casa."disse lei "Emma e io eravamo sole in quella stanza...ma...credo che ci fosse qualcos'altro insieme a noi."

Karen vide il riflesso della mummia sul finestrino e si spaventò,guardando intorno.

"Che c'è?"disse lui e lei guardò di nuovo il vetro "Karen?

Ehi?

Ehi."

"Voglio soltanto tornare a casa."disse lei e lui la abbracciò.

Tornati a casa,Karen andò a fare la doccia.

Mentre si lavava i capelli sentì una mano che le toccava la nuca e si voltò di scatto spaventata.

La stessa notte Alex scese le scale della struttura dove lavorava passando vicino al fantasma di Toshio che era nudo in un angolo con il gatto in mano.

Lui si fermò sulla seconda rampa di scale e si guardò alle spalle,ma il bambino era svanito.

Scendendo le scale vide Yako che camminava barcollando.

Aveva i capelli sciolti,che le coprivano il viso,aveva la testa piegata in avanti,il grembiule chiaro strappato e macchiato di sangue.

Il vestito viola era strappato e aveva diverse macchie di sangue.

"Mi dica..."disse Alex e l'altra scese al piano di sotto.

Lui si mise in cima alle scale "Yako?"

Lei si fermò alla prima rampa di scale.

Alex scivolò e per poco non cadde a terra.

Toccando il pavimento vide del sangue.

"Cosa...che cos'è successo,Yako?"disse lui alzandosi.

La donna si voltò e alzò la testa,piegando il collo da una parte all'altra.

Alex fece cadere la valigia vedendo che la donna non aveva la mascella e aveva la lingua penzolante,poi cacciò un urlo fortissimo.

La stessa notte Karen era ad un computer dove c'era una casella dove c'era scritto "scegliere periodo" e lei mise "dal 2001".

Un'altra casella aveva dentro il nome Toshio.

Facendo una ricerca apparvero immediatamente dei risultati.

"Genitore e figlio,omicidio,suicidio."lesse Karen nella mente "Padre uccide moglie e figlio."

Lei vide la foto della casa e dei 3 familiari.

Poco dopo apparve l'immagine dell'uomo che si era gettato dalla finestra.

"Peter Kirk."lesse lei "Salta da un edificio."

Nakagawa era ad una scrivania e mise una cassetta in un video registratore che mostrò il corridoio dell'ufficio.

La guardia uscì dalla porta e andò via.

Le luci andarono e vennero,poi l'immagine venne distorta.

In un angolo apparve la sagoma della mummia che camminò verso la telecamera.

L'uomo spalancò gli occhi.

L'immagine passò oltre la videocamera.

Nakagawa si guardò alle spalle,poi la testa della mummia si mise davanti alla telecamera e spalancò gli occhi emettendo il verso.

Lui spense la tv e guardò dietro di se.

Karen scrisse un biglietto "Sono dovuta uscire,torno presto.

Ti amo."

Lei guardò il ragazzo a letto e poi uscì.

Aveva i capelli legati,giaccone chiaro e jeans blu.

Karen passò sul ponte che conduceva al palazzo dove aveva abitato l'uomo che si era buttato.

La donna suonò alla porta e la moglie aprì "Mi chiamo Karen Devis,mi scusi tanto se la disturbo.

Volevo sapere se potevo farle qualche domanda."

"Qualche domanda su cosa?"disse la donna.

"Mi rendo conto che è veramente strano,ma sono qui perché...dovrei farle alcune domande riguardo a suo marito."disse Karen.

La donna,che indossava un lungo abito rosso,la fece entrare,prese una scatola e la aprì mostrando delle foto.

"Queste sono tutte le sue cose della scuola."disse la donna "Il nostro primo appuntamento."

Karen guardò la foto,poi si mise seduta e guardò le altre foto.

La donna si allontanò.

Karen vide che dietro l'uomo c'era una donna con i capelli neri,con la testa piegata.

Dietro un'altra foto c'era la stessa donna che li guardava.

In tutte le foto sullo sfondo c'era sempre la stessa donna che li seguiva.

Karen si alzò e prese una foto incorniciata e vide la stessa donna "Mio Dio."

FLASHBACK

L'uomo era in un corridoio e aveva aperto un armadietto dove c'era la foto della sua ragazza.

"Peter."disse un altro.

Peter indossava una giacca marrone,maglietta bianca,pantaloni grigi e scarpe nere.

"Ciao,Shimizu Yenky."disse Peter.

"Allora?"disse l'uomo.

"Buon lunedì."disse Peter.

"Grazie."disse l'uomo dandogli una lettera "Qui ce la tua posta."

Peter prese la lettera "Ah..."

"Un'altra eh?"disse lui.

"Non ho la più pallida idea."disse Peter "Dice che stava in una delle mie classi,ma non so chi diavolo sia.

Beh grazie."

"Figurati."disse l'altro andando via.

Lui prese le altre lettere "Kayako Saeki."

Lui riuscì a trovare la casa e aprì il cancelletto,poi suonò alla porta,ma nessuno aprì,così lui suonò ancora.

Passando sul retro spostò una pianta e vide le mani di Toshio che uscivano dalle sbarre verticali della finestra del bagno.

"Salve."disse lui "In casa c'è qualcuno?"

Il bambino andò via.

Lui aprì la porta d'ingresso "Permesso?"

La casa era in soqquadro come sempre.

Lui entrò nel bagno e trovò il bambino appoggiato sulla vasca.

Toshio aveva un taglio sullo zigomo destro e un livido sul sinistro.

"Ciao."disse lui "Ciao."

Peter portò il bambino su un divano "Ehi...come pesi.

Sei solo qui?

Non vedo i tuoi genitori,dove sono?"

Peter si sedette su una sedia ,poi andò in un angolo e trovò i pezzi della foto strappata,ricomponendoli.

Voltandosi sentì miagolare diverse volte,poi spostò la tenda di una finestra,il bambino si voltò verso di lui ed emise il verso del gatto.

FINE FLASHBACK

Karen salì le scale di un commissariato e chiese di Nakagawa.

La guardia la portò sul tetto e lei lo raggiunse.

"Detective Nakagawa,devo parlare con lei."disse Karen mostrando dei fogli "La donna che è stata assassinata in quella casa anni fa conosceva quest'uomo.

Si è suicidato il giorno dopo che lei è morta."

"È improbabile che si sia suicidato."disse Nakagawa.

"Che cosa vuol dire?"disse Karen "Che sta succedendo?"

"3 anni fa."disse Nakagawa "3 miei colleghi,miei amici...cominciarono ad indagare sul caso.

2 sono morti misteriosament scomparso.

Stavano indagando sugli omicidi avvenuti in quella casa."

"Mi sta dicendo che sono morti a causa di quel posto?"disse lei "Io ci sono stata in quella casa.

E c'è stato anche lei."

"Si dice qui in Giappone,che se una persona muore in preda ad un fortissimo dolore o alla rabbia,quell'emozione rimane e diventa una macchia per il luogo della morte."disse lui "La sua memoria è indelebile,fa ripetere l'evento.

La morte diventa parte di quel posto e uccide tutto quello che tocca.

Una volta che ne sei entrato a far parte...non ti lascia più andare.

Mi dispiace."

L'uomo andò via.

La sera seguente Nakagawa osservò un fascicolo con le foto delle persone orientali che vivevano nella casa e poi una foto della stessa casa vista dall'esterno e con la polizia intorno.

L'ispettore aprì un cassetto e tirò fuori delle foto dove c'erano gli uomini che erano entrati nella casa.

La stessa notte Nakagawa,indossando il lungo cappotto bianco,andò nella casa con delle taniche di benzina.

Aprì la porta e posò le taniche,poi le aprì,ma sentì il pianto di un bambino e si fermò sentendo le urla disperate.

Nakagawa si avvicinò al bagno e,aprendo la porta, vide Toshio con la faccia nell'acqua così lo soccorse "Oh mio Dio!

Respira!"

Toshio aprì gli occhi mentre lui lo teneva tra le braccia,poi guardò alle sue spalle e vide un uomo orientale che lo spinse nell'acqua.

Karen entrò a casa "Dag?"

Accendendo la luce trovò la casa vuota e si guardò intorno vedendo che i fogli delle sue ricerche erano stati smossi,poi vide che c'era un messaggio nella segreteria telefonica.

CONTENUTO DEL MESSAGGIO

"Karen,sono io.

Senti...dove sei stata tutto il giorno?

Sono molto preoccupato per te.

Hanno chiamato il centro assistenza.

Alex e Yoko sono morti.

Ho trovato la tua ricerca e...sei andata in quella casa?

Vengo a prenderti."

FINE CONTENUTO DEL MESSAGGIO

Lei corse in strada.

Dag arrivò davanti alla casa e vi entrò,provò ad accendere le luci,ma non funzionò.

Karen arrivò nella strada correndo.

Dag salì al piano di sopra e la chiamò al cellulare.

La porta in fondo al corridoio si aprì.

Karen arrivò alla casa e vi entrò "Dag?"

La donna sentì la voce dell'uomo dal piano di sopra "Dag?"

Lentamente la donna salì al piano superiore e vide Peter che parlava al telefono.

La casa fu inondata di luce solare come se fosse giorno.

"Ci vorranno più o meno 10 minuti."disse Peter "No,torno a casa presto.

Anche io ti amo."

Peter attaccò il cellulare,poi aprì la porta di una stanza e dentro c'era Toshio "E così la tua mamma tornerà tardi,eh?"

Il bambino era a terra e disegnava,poi guardò fuori dalla stanza.

Peter uscì e si avvicinò a Karen chiudendo la porta,poi guardò al piano di sotto e alla fine, si diresse in fondo al corridoio aprendo la camera e trovandola piena di disegni.

Trovò il pugnale egizio e si accucciò prendendolo in mano.

Karen lo raggiunse.

Peter trovò delle foto dove il volto della donna orientale era stato tagliato via.

Sotto le foto trovò il diario ed iniziò a leggere "Sono innamorata di un uomo.

Ma lui non sa nemmeno che esisto.

Peter.

Peter.

Sono innamorata di un uomo.

Il pugnale.

Ahmanet."

In quel momento la foto nel diario cadde a terra.

Peter stava per raccogliere la foto,ma lo stesso fece anche Karen e le spalle dei 2 si toccarono.

Karen si alzò,Peter mise una mano sulla sua spalla e la fissò alzandosi e camminandogli contro.

Lei indietreggiò e lui allungò la mano verso l'armadio dove erano stati appesi i volti tagliati talle foto mediante degli spilli.

C'erano anche delle macchie di sangue.

Il diario si aprì da solo e lui si voltò.

La pagina si fermò al disegno di un occhio.

Peter si accorse che delle mosche uscivano dall'apertura nell'armadio,così lo aprì vedendo che l'interno era pieno di mosche.

Il cadavere della donna cadde nell'armadio ed era in un sacco insanguinato.

Lui cadde a terra ed uscì dalla stanza,poi aprì la porta dove era Toshio,ma poco dopo uscì indietreggiando e scappò via uscendo dalla casa.

Karen sentì dei suoni dall'interno della stanza,aprì la porta e trovò il corpo senza vita del padre di Toshio che sbatteva al muro ,dondolando tramite la corda con cui si era impiccato.

FLASHBACK

L'uomo era nella stanza di Kayako e leggeva il diario.

Ad ogni pagina che leggeva stava sempre peggio,tremava dalla rabbia ed era fuori di se.

La donna arrivò sulla porta sorridendo,ma poi si accorse della situazione.

L'uomo gettò a terra il diario e la sua mano destra iniziò a tremare e contorcersi vicino al volto.

La donna,spaventata,indietreggiò.

In un flash l'uomo prese il gatto nero e lo affogò nella vasca.

In un altro flash l'uomo gettava a terra la moglie ed urlava colpendo istericamente le pareti.

In un altro flash l'uomo affogava il figlio nella vasca e chiudeva il cadavere nell'armadio.

La donna strisciò per le scale della casa.

FINE FLASHBACK

Karen indietreggiò, corse dalle scale e la casa divenne buia.

Arrivata alla base delle scale passò davanti ad uno specchio e la mummia passò dentro lo specchio.

Karen si voltò verso lo specchio,ma non vide nulla,così si avvicinò.

Dag le afferrò il piede con la mano e lei lo vide strisciare a terra.

Karen lo soccorse e lo prese tra le braccia "Dag?

Dag?"

Sentendo dei movimenti dal piano superiore Karen iniziò a trascinarlo via,poi guardò in alto e vide la mummia scendere dalle scale con il pugnale il mano mentre emetteva il verso stridulo.

Karen trascinò Dag verso la porta e provò ad aprire la maniglia,ma l'essere afferrò la gamba del ragazzo.

Dag si mise seduto mentre l'essere strisciava su di lui.

"Dag!"disse Karen in un angolo.

Dag cadde a terra e guardò Karen,mentre la figura si metteva sopra di lui coprendogli il viso con i capelli.

Karen guardò in alto e vide Toshio accucciato sulla parte alta delle scale con le mani sulle spranghe di legno verticali.

La mummia si diresse verso di lei,che aprì la porta,ma la testa della mummia apparve fuori dalla porta e andò verso il basso.

Lei chiuse la porta e vide Dag morto a terra.

Tutti i mobili della casa iniziarono a tremare ,lei prese la testa di Dag,estrasse un accendino dalle sue tasche e diede un calcio alla tanica di benzina che si rovesciò,poi accese l'accendino e tento di dare fuoco alla casa,ma il braccio della mummia la fermò.

Karen si accorse di avere la mummia tra le braccia,che era comparsa al posto di Dag.

La ragazza riuscì a gettare l'accendino e a dare fuoco alla benzina,poi si appoggiò ad un mobile e l'essere le si avvicinò.

Tempo dopo.

Un detective era nell'obitorio e sollevò un telo da un corpo.

Dietro di lui c'era un'infermiera.

L'uomo uscì dalla stanza e andò nel corridoio.

"Maschio caucasico,di circa 25 anni."disse il dottore che lo seguì.

"E cosa mi dici della donna?"disse l'altro.

"Ehm...la stanno portando qui."disse l'uomo.

In quel momento un'infermiera aprì le porte del corridoio e portò Karen che aveva una vestaglia blu.

La ragazza aveva dei lividi vicino all'occhio destro,sulla guancia sinistra e l'avambraccio destro coperto di bende.

"Come ha fatto a sopravvivere?"disse l'uomo "È inspiegabile."

"Stiamo ancora indagando."disse l'ispettore "Siamo riusciti a salvare la casa."

Karen arrivò davanti ai 2,poi andò a guardare il vetro della porta che aprì successivamente avvicinandosi al corpo.

L'ispettore entro con lei.

Karen si mise a piangere e l'ispettore uscì.

Karen si avvicinò al cadavere e allungò la mano verso il telo che lo copriva,ma il corpo si mosse da solo e lei indietreggiò.

Delle bende uscirono da sotto il telo sul lato, seguite dal braccio mummificato.

Poco dopo le bende scomparvero e apparve il braccio ustionato del ragazzo.

La mummia apparve dietro Karen,dandogli le spalle e alzò la testa emettendo il verso.

Karen iniziò a spaventarsi e la mummia si voltò dietro di lei.