AHMANET:NON DIMENTICA
2004
California.
Pasadena.
2 bambine stavano giocando in un prato vicino ad una strada.
La zona era piena di villette.
Una macchina grigia si fermò davanti ad una villa a 2 piani e da essa scese una donna con i capelli castani,lunghi e lisci,con un cappotto grigio,pantaloni neri e scarpe nere.
Indossava dei jeans blu e scarpe nere.
La ragazza citofonò alla casa.
Su un mobile interno c'erano delle foto con 2 bambine,una bionda e una castana.
La ragazza entrò nella sala e sentì una donna tossire.
Avvicinandosi al letto trovò una donna bionda,con camicia viola sotto una coperta rossa con sopra dipinte delle foglie nere.
Aveva la spalliera del letto nera.
La donna era girata sul fianco sinistro e aveva un fazzoletto in mano.
"Ciao mamma."disse la ragazza "Come ti senti?"
"Perché ci hai messo così tanto?"disse la madre.
La ragazza si sedette su una sedia "Che è successo?"
La madre si voltò "Tua sorella è in ospedale."
"Che cosa?"disse lei scossa.
La madre tossì e si mise la maschera per respirare per un po' "C'è stato un incidente."
"Come?"disse lei "A Tokyo?
Che tipo di incidente?"
"C'è stato un incendio."disse la madre "Pensano che l'abbia appiccato lei."
"Che cosa?"disse la ragazza.
"E Dag...Dag è morto."disse la madre.
"Oh no..."disse la ragazza.
"Ho prenotato un aereo."disse la madre "Parte domani mattina presto."
"No..."disse la ragazza "No,mamma,non puoi volare in queste condizioni."
"Non ci vado io...vai tu."disse la madre.
La ragazza restò in silenzio "Io...non posso."
"Lo vedi?"disse la madre "Questa è la differenza tra te e Karen.
Lei sa affrontare la vita.
Non importa se voi 2 non vi parlate,è tua sorella.
Credimi,vorrei tanto che ci fosse qualcun altro,ma non c'è.
Riportala a casa."
Poco tempo dopo la ragazza era dentro un taxi che la portava su un ponte a Tokyo.
Il cielo era nuvoloso e c'era poca luce.
La ragazza arrivò all'ospedale che era notte.
Una volta entrata nell'edificio scese da un'ascensore e andò alla reception "Lei parla la mia lingua?
Sto cercando mia sorella,Karen Devis."
Le 2 infermiere parlarono e una prese il telefono.
Un ragazzo orientale,con i capelli neri,camicia nera,pantaloni blu e giaccone blu in mano si avvicino e parlò alle 2 infermiere.
La donna rispose e l'altro continuò.
"È qui."disse il ragazzo "Ti accompagnano da lei."
"Grazie."disse lei che seguì l'infermiera che la condusse ad una porta,parlò alla guardia davanti ad essa e la fece entrare.
La sorella vide Karen sul letto,girata verso la finestra.
"Karen?"disse la ragazza "Karen?"
Karen si voltò e si mise seduta ,poi si alzò e la toccò "Sei qui?"
"Si."disse l'altra.
"Sei qui per davvero?"disse Karen.
"Si."disse l'altra e Karen la abbracciò piangendo.
Karen si sedette sul letto e l'altra su una sedia.
"Karen,che cos'hai fatto?"disse la sorella.
"Devi aiutarmi."disse Karen "Devi portarmi via da qui,devi portarmi via da qui subito..."
"Aspetta un attimo,fermati un momento."disse l'altra toccandola "Fermati un momento.
Hai provocato tu l'incendio?"
"Aubrey,te l'ho detto,portami via da qui!"disse Karen che le afferrò le spalle alzandosi e scuotendola.
"Karen,così mi spaventi,smettila!"disse Aubrey.
"Ti prego,ascoltami,io sono l'unica persona che può fermarla..."disse Karen e i medici entrarono con la guardia.
"Chi?"disse Aubrey "Fermare chi?"
I medici la afferrarono e la misero a letto.
"DEVO TORNARE LI!"urlò lei.
"Karen?!"disse Aubrey alzandosi.
"DEVO TORNARE PER FORZA!"urlò Karen che venne legata a letto "TI PREGO!
È LA MIA UNICA POSSIBILITÀ!"
"Karen, mi dispiace."disse Aubrey "Mi dispiace."
La guardia la portò fuori.
"No..."disse lei.
Le luci vennero spente nella stanza e tutti uscirono.
"Aubrey...non entrare in quella casa."disse Karen.
Aubrey si sedette nel corridoio.
"Sta bene?"disse l'orientale sedendosi vicino a lei.
"Veramente non lo so."disse lei.
"Senti,io devo parlare con lei."disse l'uomo.
"Sei un suo amico per caso?"disse Aubrey.
"No,non la conosco."disse lui porgendo la mano "Sono un giornalista,mi chiamo Ison."
"Non credo che possa parlarti adesso."disse Aubrey "I medici hanno detto che la devono sedare.
Non può ricever visite fino a domani."
Aubrey andò via.
Karen osservava la porta,ma la lampada sopra di lei iniziò ad accendersi e a spegnersi.
La ragazza provò a liberarsi e,per un momento, la sua mano destra venne afferrata da quella della mummia che scomparve subito.
La luce si spense.
La testa della mummia apparve dietro il suo letto.
Karen iniziò a togliersi i lacci dal corpo.
La guardie,sentendola,smise di parlare con i medici e trovò il letto vuoto.
Il poliziotto aprì la porta e lei,che era accucciata,fuggì.
"Non vada di la!"disse uno dei medici.
Karen girò una curva e vide dei medici davanti l'ascensore,poi vide la mummia dietro di loro e corse via.
Correndo arrivò ad un corridoio con una porta chiusa e tornò indietro,ma sentì un sospiro fermandosi.
Le luci sul soffitto iniziarono a scoppiare e ad ogni scoppio si vedeva per un momento la mummia che si stava avvicinando camminando goffamente ed emettendo il verso.
La porta alle spalle si aprì e lei uscì dal corridoio entrando in corridoi bui che avevano dei teli di plastica ovunque.
Lei iniziò a farsi strada tra i teli e si fermò sentendo un oggetto cadere.
La mummia mise le mani in avanti verso il telo,dietro di lei,spaventandola.
Karen arrivò in una sala piena di tubature poi corse verso una porta che però era chiusa,provò con un'altra e si trovò sul tetto,iniziando a guardarsi intorno,poi cominciò a sentire il verso.
Voltandosi vide la mummia e cadde a terra strisciando verso il bordo del palazzo mentre l'essere le camminava contro.
Karen guardò di sotto e poi non la vide più,così si mise la mano destra sulla fronte.
La mano destra della mummia le afferrò il volto da dietro.
Aubrey uscì dall'ospedale e fu raggiunta dall'altro.
"Scusami..."disse lui e lei si voltò "Voglio solo parlarti di..."
Aubrey riprese a camminare e lui la seguì fermandola.
"Aspetta...voglio solo parlarti di tua sorella e della casa in cui lei..."disse lui e il corpo di Karen si schiantò a terra.
La sorella,sconvolta,cadde a terra e l'altro indietreggiò,poi si spaventò vedendo la mummia per un istante dietro di lei.
Aubrey entrò nella casa di Karen poco dopo e accese la luce dando un'occhiata intorno a se,poi prese il cellulare e chiamò guardando le foto che Karen aveva sui mobili e in alcune di esse comparivano entrambe con la madre.
"Pronto?"disse la madre.
Aubrey pianse.
"Karen?"disse la madre "Karen?"
Aubrey chiuse il cellulare e cadde a terra piangendo.
Il ragazzo orientale era su una sedia e osservava una registrazione dove intervistava Nakagawa.
"Partiamo dal primo incidente."disse il ragazzo "3 anni fa.
I suoi colleghi erano gli investigatori del caso?"
"Esatto."disse Nakagawa che era in giacca e cravatta neri.
"Mi risulta che questi suoi colleghi siano scomparsi."disse il ragazzo nel video mentre l'altro beveva "Allora..."
"Si..."disse Nakagawa.
"In quella casa sono stati uccisi una madre e suo figlio."disse il giornalista "Li ha assassinati il marito..."
"L'incidente è avvenuto come riportato dai giornali dell'epoca."disse Nakagawa.
"D'accordo."disse lui "Recentemente in quella casa è morta una famiglia americana,anch'essa in circostanze sospette."
"Non posso entrare in questi particolari."disse Nakagawa che si voltò leggermente e si udì un basso suono.
"Quindi 2 incidenti,2 famiglie sono morte in una casa?"disse lui e Nakagawa si voltò.
Il ragazzo mandò indietro la registrazione e iniziò a sentire il suono,poi mandò indietro di nuovo e alzò il volume.
Sentì di nuovo il suono e mandò indietro ancora il video mandandolo al rallentatore.
Sull'apertura di vetro ,al centro della porta, si formò un'ombra per un momento.
Rivendendo l'immagine lui vide il volto della mummia e spalancò gli occhi.
Il ragazzo spense la tv e vide la sagoma della mummia dietro di se.
L'essere aveva l'aspetto di una donna atletica,con il volto di un'egiziana,pelle pallida,spenta,aveva i capelli neri,lunghi fino alle spalle,una frangetta corta che copriva la parte superiore della fronte,l'iride degli occhi era arancione,al centro della fronte c'erano 3 colonne di lettere nere,antiche,2 colonne di lettere che andavano da sotto gli occhi fino alla mascella,3 colonne sul mento,una al centro del collo,poi c'erano delle scritte sopra i seni,sulla parte esterna delle spalle e dei bicipiti e 3 colonne di scritte al centro della pancia e altre 3 al centro della schiena.
I seni erano coperti dalle bende che passavano in modo irregolare sulle spalle e sulla parte alta del petto lasciando buona parte della pelle scoperta, le bende coprivano anche la zona immediatamente sotto il seno,il lato destro della pancia,la vita e le gambe.
Alcune fasce piccole passavano sulle spalle e una era a metà bicipite.
Gli avambracci erano coperti in parte dalle bende e c'era qualche laccio sulle mani.
Qualche leccio occasionale passava anche sul dorso delle mani su cui erano anche altre lettere scritte sopra.
Le dita avevano le lettere sul dorso,le unghie appuntite e curve e la parte interna,superiore delle dita era blu.
Nella mano destra stringeva il pugnale curvo che aveva la pietra verso il basso e la lama verso l'alto e verso dietro.
Il ragazzo si voltò di scatto,ma non vide nessuno,poi guardò i televisori.
Aubrey si svegliò la mattina seguente sul divano quando qualcuno bussò alla porta.
Andando ad aprire Aubrey trovò il ragazzo asiatico.
Lui indossava un giubetto nero,maglietta scura,pantaloni neri e scarpe nere.
"Ciao."disse lui.
"La polizia ha detto che hai salvato tu mia sorella dal fuoco."disse Aubrey.
"Mi dispiace per tua sorella."disse lui "So perché ha fatto quello che ha fatto."
Il ragazzo ,poco dopo, si sedette al tavolino e iniziò a guardare i fogli stampati da Karen.
Aubrey diede una tazza al ragazzo.
"Tieni."disse lei.
"Grazie."disse lui.
"Karen aveva trovato tutto su internet."disse lei sedendosi "Sono successe cose brutte in quella casa."
"Me ne occupo da quando mi sono trasferito a Tokyo 3 anni fa."disse lui.
"Karen non avrebbe mai fatto una cosa simile,non ha proprio senso."disse Aubrey.
Lui si mise una mano sul volto "Dalla prima volta che tua sorella entrò in quella casa...ebbe la sensazione che ci fosse qualcuno con lei.
Qualcosa che la minacciava.
Che la osservava."
"Come fai a saperlo?"disse lei.
"Perché da quando ci sono entrato anch'io sto provando quelle cose."disse lui "Tua sorella ha dato fuoco a quella casa perché era convinta...di poterlo fermare.
Ma il fuoco ha cambiato qualcosa.
Penso che stia peggiorando."
Lui si alzò.
"Dove vai?"disse lei.
"Speravo mi potessi dire qualcosa di più."disse lui "Ma non puoi.
E io non sono neanche sicuro di cosa cerco.
Non mi resta che tornare nella casa."
"Voglio venire con te."disse lei.
"Non è il caso."disse lui.
"Io vengo con te."disse Aubrey.
"Non credo sia una..."disse lui.
"Io vengo con te."disse Aubrey "Non me ne andrò di qui finché non avrò scoperto perché è morta mia sorella."
I 2 andarono davanti alla casa.
"Aspetta qui."disse lui davanti al cancello di legno.
"No,io voglio venire."disse lei.
"Ti prego,resta qui."disse lui che entrò.
Aprendo la porta arrivò all'ingresso carbonizzato e salì le scale.
Tutte le pareti erano annerite.
Lui sentì dei suoni provenire dalla stanza in fondo al corridoio e trovò l'armadio chiuso con il nastro adesivo.
Il ragazzo iniziò a togliere il nastro adesivo.
Aubrey guardò la casa e vide la donna mummia dietro una finestra del piano terra.
"Ison..."disse lei entrando.
Lui aprì lo sportello e non trovò nulla,poi guardò la parte superiore dell'armadio.
Guardando il ripiano dell'armadio vide il pugnale egizio e il diario che si aprì ad una pagina dove la parte centrale era stata ritagliata e si vedeva l'occhio disegnato nella pagina dopo.
Il ragazzo prese il diario.
Aubrey stava andando all'ingresso quando sentì la voce di Karen " Aubrey.
Non entrare in quella casa."
Aubrey si fermò e si guardò alle spalle,ma la mano della donna la afferrò e la voltò.
Aubrey si ritrovò all'ingresso della casa e si toccò il braccio.
"Aubrey!"disse il ragazzo che era sulle scale "Che ci fai qui?"
"Qualcosa mi ha tirato dentro."disse lei
"Ti avevo detto di rimanere fuori..."disse lui scendendo.
"Io non sapevo..."disse lei.
"Dobbiamo andarcene subito!"disse lui portandola fuori.
Poco dopo i 2 erano nell'appartamento di Karen e sfogliavano il diario.
"Kayako ha tenuto quel pugnale e questo diario."disse lui "Il diario probabilmente ce l'aveva da tutta la vita.
Aveva solo 8 anni quando ha scritto questa parte."
"Non è che ci capisca granché però è inquietante da morire."disse Aubrey.
"Non è inquietante….è triste."disse lui "A quanto pare sua madre era un itako."
"Un itako?"disse Aubrey "Che cos'è?"
"Sono come dei tramiti,molte persone credono di parlare con i defunti attraverso di loro."disse lui"Ma...io...non capisco questa parte..."
"E il pugnale?"disse lei.
"Questo è un bel mistero."disse il ragazzo prendendolo in mano "Non ho mai visto una cosa simile.
Io da piccolo ho girato parecchi musei,ma non riconosco quest'arma.
E questi segni sul manico...vorrei sapere che lingua è."
"È egizio."disse lei guardando il manico.
"Egizio?"disse lui.
"Geroglifici."disse lei.
"Ma è dall'altra parte del mondo,cosa..."disse lui.
"Come c'è arrivato qui?"disse lei.
"Esatto."disse lui "Ho un amico.
Appassionato di folclore,forse può aiutarci."
Il ragazzo prese il cellulare.
Poco dopo erano nella casa in un uomo con lunghi capelli neri,barba e baffi appena accennati che indossava una maglietta verde scuro e che lesse il diario fumando vicino ad una finestra,poi parlò in giapponese allontanandosi.
La sua casa era una specie di libreria.
Appoggiò il diario su un tavolinetto e si mise a cercare parlando.
"Dice ce quello che ha scritto Kayako riguarda i riti che compiva sua madre."disse lui "E di come erano anormali."
L'uomo prese un quaderno e tornò indietro mostrando delle foto ai 2,poi parlò.
Aubrey prese il testo.
"Non...non c'è una parola per esprimerlo nella tua lingua,ma...quella più vicina è esorcista."disse lui.
L'altro tornò con il diario aperto ad una pagina dove era disegnato il viso di una donna che sputava liquido nero.
L'uomo parlò.
"Che c'è?"disse Aubrey "Ison?
Ison?"
"Se...sembra che sua madre fosse in grado di guarire le persone estraendo gli spiriti maligni dal corpo."disse lui "E...dandoli da mangiare a sua figlia."
"Che cosa?"disse lei sconvolta e lui girò le pagine,poi lei bloccò la mano ad una pagina dove era disegnata un'arcata fatta da 3 travi verticali e una orizzontale,con accanto una casetta e mostrò la foto sul libro dell'uomo.
"E per quanto riguarda il pugnale?"disse lei.
Il ragazzo parlò all'altro in giapponese.
L'uomo andò ad osservare l'oggetto e poi parlò.
"Prima volta che vede una cosa come quella."disse Ison.
La notte seguente i 2 erano nella stazione e lei era seduta.
"Dunque,Kayako ha una madre che fa rituali di esorcismo e da le entità in pasto alla figlia,almeno secondo il diario."disse Ison "Poi,un giorno si sposa e ha un figlio,si trasferisce qui,ma poi il marito uccide lei,il figlio,per poi suicidarsi.
Successivamente una famiglia americana arriva in quella casa e viene sterminata da...qualcosa e lo stesso tocca a...tua sorella,il suo ragazzo e tutti quelli che ci sono entrati.
Forse Kayako era la portatrice di spiriti maligni sul serio.
Forse quegli eventi sono successi a causa sua."
"E allora come mai è morta per prima?"disse lei "Se fosse stata posseduta o altro avrebbe dovuto ucciderli lei,non credi?"
"Beh,in effetti lei ha subito..."disse Ison.
"E non abbiamo ancora capito cos'è quel pugnale e perché ci sono simboli egiziani."disse lei.
"Vero..."disse Ison "E mi gioco tutto sul fatto che quel pugnale è un aspetto fondamentale di questa faccenda,forse la chiave."
"Come lo sai?"disse lei.
"Nel diario lei non ne parla mai."disse Ison "Mai,eccetto qualche riga.
C'è scritto:il pugnale...Ahmanet."
"Che vuol dire?"disse lei.
"Non lo so,non dice altro."disse Ison "Domattina presto dobbiamo andare a trovarla."
"A trovare chi?"disse Aubrey.
"La madre di Kayako."disse Ison sedendosi "Ho provato di tutto.
Sono persino tornato in quella casa.
Sentì,se sa davvero tirare fuori gli spiriti maligni dalle persone...forse ci può aiutare."
"Io sono so più che cosa credere ormai."disse lei.
"Non abbiamo scelta."disse lui "È l'unica speranza."
"Va bene."disse lei.
Il treno arrivò in quel momento.
Lui la portò a casa e le mostrò il tavolino dove c'erano le notizie sulla famiglia morta "Queste sono le ricerche che stavo facendo per l'articolo.
Ho l'indirizzo di quando era piccola..."
Lui prese una carta "Eccolo qui."
Nella stanza c'era un tavolino pieno di fascicoli,delle librerie di metallo con scaffali sopra,un tavolinetto di metallo,dei divani,il frigorifero e una zona cucina.
Lui mise una cartina sul tavolo mentre l'altra si sedeva "È un paesino."
Ison prese un libro dove c'era l'orario dei treni "Il treno ci porterà a metà strada.
Poi dovremo prendere un autobus."
Lei restò in silenzio "L'ultima volta che ho visto Karen ci fu una litigata furibonda.
Per una stupidaggine.
Mi ha...mi ha portata fuori a pranzo e poi mi ha...rifilato un modulo di iscrizione a college e io...io mi sono..."
Ison la raggiunse e si mise a sedere.
"Ero così imbestialita."disse Aubrey "Ho pensato che volesse essere proprio come mia madre.
La devi smettere di cercare di cambiare la mia vita,devi lasciami in pace.
E lo ha fatto.
Non ci siamo più parlate fino ieri sera.
Io ho sempre...ho sempre dato la colpa a lei per l'indifferenza di mia madre verso di me.
Ma so che era colpa mia e rimpiango...rimpiango ogni giorno."
"Beh...sai è strano...quando ero a Hong Kong,mio fratello ha abitato a pochi isolati da me per 4 anni."disse lui "Non abbiamo mai neanche provato a vederci.
Preparo un tè?"
"Si,grazie."disse lei e lui andò nella zona cucina.
Nel momento in cui il tè era pronto lei era addormentata,così lui prese una coperta e spense la luce,poi andò nella camera di legno a luce rossa dove teneva le foto e mosse davanti alla porta una tenda nera.
Ison si tolse il giaccone e andò a guardare delle foto appese a dei fili con le mollette.
Ne guardò una dove si vedeva la casa e c'era una sagoma nera davanti l'ingresso.
Il ragazzo prese un'altra foto e la mise nel liquido per avere l'immagine e vide la sagoma scura ancora più vicina.
Ison guardò il soffitto sentendo dei rumori simili a dei cigolii in varie parti del muro,poi sentì il verso stridulo.
Sentendo un rumore di liquido vide che la sostanza nella vaschetta dove era la foto di muoveva e lo stesso faceva la sagoma nera che si ingrandiva sempre di più.
La sagoma uscì dalla foto,riempì la vaschetta e il liquido divenne del tutto nero,poi la parte superiore della testa della donna mummia uscì dalla sostanza liquida,poi mise le mani sul bordo,spiccò un salto e lo afferrò alla testa.
Aubrey si svegliò la mattina dopo e si accorse della coperta "Ison?"
La ragazza si alzò e bussò ad una porta "Ison?"
Lei aprì la porta,ma non trovò nessuno,così si diresse alla porta di legno,la aprì e spostò la tenda"Ison,sei qui dentro?"
Lei accese la lampadina ed avanzò verso una zona dove c'erano le luci rosse "Ison?"
Aubrey raccolse la foto a terra che mostrava la sagoma nera,poi si spaventò vedendo il cadavere di Ison.
"Ison?"disse lei avvicinandosi e abbracciandolo "Ison!"
Il corpo la abbracciò e quando lei lo guardò si accorse che aveva davanti donna mummia e si allontanò immediatamente.
Il corpo di Ison riapparve e quando lei si alzò vide che tutte le foto della stanza avevano ritratto il volto della donna,così corse via.
Aubrey prese il treno che passò in un paesaggio boschivo,poi scese alla piccola stazione e andò verso una strada,guardando una cartina.
Poco dopo era dentro un autobus che stava andando in una foresta.
All'interno c'era un uomo anziano che ripeteva una cantilena e metteva le mani davanti agli occhi,dall'esterno verso l'interno e poi le toglieva.
Karen guardò il sedile accanto a se,ma non vide nessuno.
Il riflesso sul finestrino mostrava Toshio accanto a lei.
Poco dopo camminava in una stradina tra la vegetazione ed arrivò ad una biforcazione dove c'era un uomo che coltivava e un laghetto poco dopo.
Aubrey guardò le strade e poi proseguì per una salita,arrivò ad una zona di nebbia e trovò l'entrata rossa della foto e vide la casetta accanto.
La ragazza aprì la porta ed entrò "Permesso?"
All'interno c'erano molti vasi e le vetrate erano piene di buchi.
Voltandosi vide una donna con i capelli bianchi lunghi e un lungo vestito nero tra i vasi.
"Devo parlarle di sua figlia,Kayako."disse Aubrey e la donna spalancò gli occhi e voltò la testa "Ho letto il suo diario,so che può cacciare gli spiriti maligni."
"Lei è morta."disse la madre.
"È sollo colpa sua."disse Aubrey "Lei ha fatto di Kayako ciò che era e ora deve aiutarmi a porre fine…"
La donna si alzò e lei la toccò.
"Aspetti."disse Aubrey.
Toccandola ebbe dei flashback di quando lei e il marito erano arrivati li.
"La gente veniva a cercarmi piena di dolore e di sofferenza."disse la donna.
Nei flash Aubrey vide 2 persone in ginocchio nel salotto che era pieno di candele e 2 mani che aprivano una porta.
Poco dopo la donna metteva le mani dentro la bocca di un'altra estraendo del liquido nero con le unghie estremamente lunghe e poi lo dava da bere alla figlia che cadeva a terra in preda alle convulsioni.
"Io cacciavo via gli spiriti maligni."disse la donna "E lo faceva anche mia figlia."
"Lei l'ha avvelenata!"disse Aubrey "Guardi come si è ridotta!"
"Non ho creato io questo male."disse lei "Kayako è stata uccisa da suo marito perché era una donna molto sciocca."
"Ma sua figlia sta..."disse lei.
"Mia figlia non sta facendo niente."disse la donna di spalle "Una volta morto il corpo gli spiriti maligni se ne vanno in cerca di qualcuno da infestare.
Ciò che sta succedendo riguarda qualcosa di molto più forte.
Suo marito tornò dall'Egitto con un pugnale,trovato da dei ladri di tombe in un sito appena scoperto.
A quel pugnale era legato un essere di quarta dimensione.
Non un demone.
Un' elementale
La dea del massacro.
È li che è cominciata la maledizione.
Io e mia figlia non abbiamo fatto nulla."
"Mia sorella ha tentato di dare fuoco alla casa dov'è stata uccisa Kayako."disse Aubrey "Pensava che bruciandola avrebbe fermato tutto questo."
"Non centra niente la casa."disse donna voltandosi "Tu stai rendendo le cose peggiori di quello che sono.
Questa è rabbia.
Ahmanet vuole uccidere tutto."
"No,noi dobbiamo fermare tutto questo."disse Aubrey.
"Non si fermerà."disse la donna avvicinandosi e l'altra indietreggiò "Crescerà e distruggerà tutto quello che toccherà.
Varcherà i confini della casa...non può esserci fine a ciò che è cominciato."
La donna iniziò a sentire delle voci spettrali e spalancò gli occhi"Tu...l'hai portata qui..."
La donna cadde a terra lamentandosi e indietreggiando,poi vide Ahmanet dietro Aubrey e poi davanti mentre si avvicinava ringhiando,poi si mise vicina alla donna.
L'iride arancione degli occhi di Ahmanet si divise formando in secondo iride che si collocò accanto al primo sulla parte esterna degli occhi.
La donna venne mummificata istantaneamente.
Aubrey si accorse che la donna era morta,poi si mise in ginocchio e le toccò la gamba.
La ragazza si alzò e corse via.
Poco tempo dopo Aubrey era seduta vicino alla casa e chiamava la madre al cellulare.
"Pronto?"disse la madre.
"Ciao mamma,sono io."disse Aubrey.
"Oh,stavo aspettando che mi chiamassi."disse la madre "Ma dove sei finita?
Come sta Karen?"
"Ah...se n'è andata,mamma."disse Aubrey camminando e singhiozzando "Mi dispiace."
"Se n'è andata?"disse la madre.
"So quanto le volessi bene,io lo so che era tutto per te."disse Aubrey.
"Perché l'hai fatto?"disse la madre piangendo "Dovevi riportarla a casa!
Non hai mai saputo fare niente da sola!"
"Io ti voglio tanto bene,ma tu non devi parlarmi così,non me lo merito."disse Aubrey "Adesso è finita."
"Aubrey?"disse la madre "Aubrey!"
"Ti voglio bene,mamma,addio."disse lei.
Aubrey entrò nella casa "Mia sorella è morta.
L'hai uccisa tu.
Come hai ucciso tutti gli altri.
Non ti vuoi fermare?
Perché
CHE COSA VUOI?"
Lei vide Karen salire le scale.
"Dag?"disse Karen salendo al piano di sopra.
"Aspetta...Karen?"disse Aubrey "Karen?
Karen no!"
Aubrey salì al piano superiore e la vide entrare dentro la porta in fondo al corridoio.
Le luci nella casa cambiarono improvvisamente.
"Karen?"disse Aubrey che aprì la porta vedendo il marito di Kayako che tremava mentre leggeva i diario.
L'uomo gettò a terra l'oggetto e la guardò.
Il diario si mosse da solo alla pagina dell'occhio che in quel momento era vivo.
Lei si voltò,ma l'uomo la afferrò,lei prese una storta e cadde a terra,mentre l'uomo sbatteva le mani sulle pareti urlando istericamente.
Lei strisciò per le scale, lui la seguì e ,una volta arrivati di sotto,le mise il braccio destro intorno al collo e l'altro intorno alla testa.
Lei vide Toshio in cima alle scale,poi l'uomo le spezzò il collo.
Il padre vide il bambino e lui corse via,poi tornò con il figlio e lo affogò.
Da dietro una porta arrivò Kayako che le si avvicinò.
