BRIGTHBURN:L'ANGELO DEL MALE
TERRA 33
FLASHBACK
Notte.
Una villa spaziosa a 2 piani era in mezzo ai campi.
Poco distante c'era una cassetta delle lettere azzurra con su scritto "14" e sotto scritta "Breyer" e poco distante 2 fienili abbandonati e arrugginiti di forma allungata,con il tetto leggermente a triangolo e dietro c'erano 2 cisterne cilindriche in parte arrugginite.
In un mobile c'erano molti libri sull'infertilità.
Poco dopo il mobile c'era un letto con un uomo con baffi e folta barba nera,capelli neri,maglietta nera,con sopra una donna bionda con una vestaglia leggermente celeste.
La donna aveva anche 2 ciocche viola.
I 2 si baciavano.
"Oh si,così,si."disse l'uomo e lei rise "Forse sarà la volta buona e faremo un bambino."
"Ah,divertiamoci e basta."disse lei.
"Oh,io mi diverto sempre."disse lui.
"Oh,sta zitto e baciami."disse lei.
Lui la baciò.
"Ah!"disse lei.
"Oh,scusa."disse l'altro "Maledetto orologio."
I 2 ripresero e la casa fu scossa da dei tremori appena percettibili.
La donna guardo verso la finestra.
"Che c'è?"disse lui.
Lei scese e fece alcuni passi"Ah,ha smesso."
"Che strano,non ho sentito niente."disse lui.
Lei guardò l'uomo e la casa tremò improvvisamente e violentemente,tanto che la donna urlò.
Le luci si spensero.
"Tesoro!"disse l'altro "Tutto bene?"
"Sto bene,sto bene."disse lei "Ma che cos'era?"
L'uomo guardò dalla finestra e vide che,dal boschetto,che era a qualche decina di metri dalla casa,si levava una colonna di fumo e in basso c'era una luce rossa che lampeggiava.
"Che diavolo è?"disse l'uomo.
In seguito vennero fatti dei filmati al neonato della coppia.
FINE FLASHBACK
2019
Il Sole sorse sui campi d'erba intorno alla fattoria e illuminò anche le recinzioni di metallo.
Il neonato era dodicenne ora.
Nel prato tra la casa e i fienili c'era un'altalena e una bici.
La donna entrò in una stanza da letto.
Aveva i capelli legati,una vestaglia azzurra,una maglietta nera e pantaloni neri.
"Brandon?"disse lei aprendo al porta e guardandosi intorno,poi uscì "Dai,preparati per andare a scuola."
Entrò nella camera da letto del marito e guardò sotto il letto "Trovato!"
Alzando le coperte vide che non c'era nessuno,così andò in cima alle scale.
Il corridoio, le pareti erano di legno e piene di foto in quadri rettangolari e ovali.
La donna fischiò e attese il fischio di risposta,poi sentì dei passi e scese le scale.
"Vedrai che ti trovo."disse la donna che uscì di casa "Sei nel fienile!"
La donna corse verso il fienile e arrivò all'entrata.
I recinti erano vuoti,l'attrezzatura abbandonata,ma la paglia a terra c'era.
La donna fischiò avvicinandosi ad una scaletta di 2 gradini e sopra c'era un altro corridoio con della paglia a terra e c'erano delle ringhiere di legno.
Lei udì un altro fischio e si avvicinò ad una seconda scaletta che la condusse in un altro ambiente separato dal corridoio da delle tegole di legno messe in orizzontale e collegate ad altre in verticale.
Nell'ambiente c'era una botola e i due sportelli erano chiusi dal lucchetto.
"BOH!"urlò lui che le apparve davanti spaventandola.
Il bambino era snello,con capelli neri,con la riga sulla parte sinistra della testa.
Indossava il pigiama.
Lei lo abbracciò "Ah,ci sono cascata in pieno.
Ormai sei troppo grande per questo.
Ma rimarrai sempre il mio bambino.
Ok andiamo."
"Ci hai messo un bel po' a trovarmi."disse il bambino.
Il padre chiuse un recinto di ferro e vide i 2 uscire dal fienile.
Indossava una maglietta gialla,con sotto una camicia bianca,guanti chiari e jeans.
"Oh..."disse la madre uscendo.
"Ehi,buon giorno."disse lui.
"Ciao."disse lei.
"Che facevate li dentro?"disse l'uomo.
"Niente,giocavo a nascondermi."disse il bambino.
"Ah..."disse lui,togliendosi i guanti e mettendo il braccio sinistro intorno alla spalle "Conosci le regole del fienile,vero?"
"Si,beh..."disse Brandon camminando.
"È pieno di assi e chiodi arrugginiti,non voglio che ti faccia male."disse il padre.
"È stato la dentro solo 2 minuti."disse il figlio.
"Ah."disse il padre che baciò la testa della madre "Fatto colazione?"
"Non ancora."disse la madre.
"Vi vanno i cereali?"disse lui.
"Grande idea."disse Brandon.
"Ci prepari i cereali?"disse a madre.
"Si."disse il padre.
A scuola i ragazzi erano in classe,seduti ai banchi e un'insegnante gli stava mostrando un video dove si vedevano delle api.
La classe aveva le pareti blu,la lavagna verde,con davanti lo schermo bianco e c'erano cartelloni sui muri.
Brandon indossava una camicia azzurra,con linee orizzontali bianche e pantaloni grigi.
"E questo è quello che chiamiamo un alveare."disse la donna.
Quando le luci si riaccesero un ragazzo grasso di colore sbadigliò.
L'insegnante era bionda,con i capelli legati,una felpa grigia e una gonna lunga.
Brandon disegnava ripetutamente un simbolo sul suo quaderno.
Il simbolo era una linea verticale che tagliava 2 rombi,uno sopra e uno sotto,congiunti in uno spigolo,con una linea verticale che li tagliava in 2 parti uguali.
"Vespe e api."disse la donna "Entrambe appartenenti alla stessa famiglia di insetti.
Entrambe dotate di ali e di pungiglioni.
Qualcuno sa dirmi che cosa le contraddistingue?"
Tutti rimasero in silenzio.
"Signor Breyer?"disse l'insegnante.
Brandon alzò la testa dai disegni "Beh,le api sono impollinatrici e le vespe predatrici."
"Bene."disse l'insegnante "Qualcun altro?"
"E le vespe sono più aggressive e pericolose."disse Brandon,mentre la ragazza castana davanti a lui si voltava a guardarlo "Una specie,la Polistes Sulcifer è nota come vespa parassita."
Il nero rise insieme ad altri.
"Non è più capace di creare nidi,per cui obbliga con la forza le altre specie di vespe a crescere la sua prole,nutrendola con vermi."disse Brandon.
L'insegnante annuì sorridendo.
"Sai perché parli tanto di vermi?"disse il nero "Lo sei anche tu."
Tutta la classe rise.
"Va bene,basta."disse l'insegnante.
"Tranquillo."disse lei "Sono i geni che governano il mondo."
I 2 si sorrisero.
La sera seguente Brandon dormiva nel letto e la madre aprì la porta osservandolo sotto la coperta rossa,a sua volta sotto quella chiara e scura.
Indossava un pigiama azzurro.
La madre chiuse la porta,andò in una sala usata per dipingere,piena di quadri,pennelli e colori e accese una radio che aveva addosso più colore che altro,poi versò il colore viola in un recipiente e dipinse su un quadro.
Nel fienile,apparve una luce rossa lampeggiante sotto la botola,mentre Brandon dormiva,e si udì una voce disumana che parlava in una lingua incomprensibile "Scarow Lorow."
Le luci andarono e vennero e la musica della radio fu sostituita dalla voce,ma la madre,scambiandola per un'interferenza spense la radio,dopo aver dato un colpetto.
La voce si udì nella stanza del bambino che iniziò ad avere fortissime convulsioni nel sonno,poi tutto tornò normale.
Nella sua mente apparve un'immagine inquietante.
Vide una dimensione bianca che aveva una zona con dei cerchi concentrici carnosi.
Tali cerchi,uno più piccolo dell'altro, erano a volte fatti da linee di carne ben intrecciate,come una corda o linee oblique.
Man mano che ci si avvicinava al centro si formava come un buco in questo bianco,formato dalle circonferenze che erano sempre più vicine le une alle altre e alla fine diventavano attaccate formando un buco circolare.
Sospeso nel buco c'era un colossale cuore umano rosso che al posto dei buchi per le vene aveva come delle bocche e c'erano anche 4 bocche divise in 2 colonne,una sopra l'altra,per ogni faccia del cuore e altre bocce sulla parte inferiore.
Al centro della parte inferiore partivano 2 filamenti che si incrociavano come un DNA e andavano verso il basso.
Le bocche si aprivano ed inglobavano il bianco.
La madre si voltò,come se avesse sentito qualcosa,ma poi tornò a dipingere.
Brandon aprì gli occhi,si alzò,trascinando a terra la coperta,andò alla finestra,la aprì,si mise in piedi sul davanzale e si gettò,mentre delle voci bisbigliavano.
Sentendo un tonfo la madre si voltò,guardò il fienile e poi uscì.
Osservò l'altalena e anche le lenzuola appese ad un filo,si voltò verso l'entrata e salì le scale,ma poi sentì un tonfo e iniziò a camminare tra le lenzuola spostandole e credendo di vedere Brandon"Brandon?"
La donna entrò ne fienile "Brandon?"
La madre lentamente arrivò nella zona con la botola e vide Brandon in ginocchio che aveva afferrato le porte della botola e le scuoteva tentando di muoverle,ma il lucchetto e la catena glie lo impedivano.
Mentre lo faceva ripeteva,con una voce inumana,le parole che si udivano anche nel fienile "Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow."
La madre si mise una mano sulla bocca vedendolo.
"Brandon?"disse la madre mettendogli la mano destra sulla spalla "Brandon?"
Lui si volto lentamente,dopo essersi fermato e la guardò.
"Brandon?"disse la madre.
Lui emise un urlo e si alzò di scatto,poi iniziò a guardarsi intorno,scosso e sconcertato.
"Ehi..."disse la madre che si avvicinò e lo toccò "Ehi."
Brandon iniziò a respirare affannosamente.
"Ehi,ehi."disse la madre toccandogli le braccia.
"Che succede?"disse Brandon spaventato "Che succede?"
"Tesoro,sono la mamma,sono la mamma."disse lei mettendogli le mani sul viso "Guardami.
Ehi,va tutto bene.
Tutto bene,tutto bene.
Shhh.
Tutto bene."
La madre lo abbracciò "Stavi camminando nel sonno,credo."
"C'erano...c'erano delle voci."disse Brandon sconvolto "Qualcosa..."
"Va tutto bene ora,è tutto finito."disse lei.
"Ok."disse Brandon.
La madre guardò il lucchetto.
Poco dopo la madre copriva Brandon con le coperte e il figlio stava dormendo,mentre lei cantava e gli accarezzava la fronte.
Nel fienile la voce iniziò a parlare e la luce iniziò a lampeggiare ancora.
La madre uscì dalla cameretta e il padre salì le scale.
"Tutto a posto?"disse il padre.
"Si,era solo sonnambulismo,credo."disse la madre.
"Dov'era?"disse il padre "Fuori?"
"No,giù,di sotto."disse la madre "Ora sta bene.
Andiamo a letto,si è fatto tardi."
La madre e il padre andarono nella loro stanza.
Il giorno dopo il padre stava usando un trapano su una staccionata aiutato da figlio.
"Tienilo fermo."disse il padre che usò il trapano "Ecco.
Fatto.
Ora dovrebbe reggere."
Il padre tirò fuori dal taschino sinistro della camicia 2 caramelle "Ne vuoi una?"
"Certo."disse Brandon che prese la caramella.
"I primi tempi,dopo averti adottato,io non avevo idea di come fare il papà."disse il padre "Un giorno tua madre uscì e tu iniziasti a piangere disperato.
Ma avevo l'arma segreta."
Il padre mostrò la caramella.
"Quindi,mi hai dato una caramella?"disse Brandon sorridendo.
Il padre annuì e mangiò la caramella "Già. "
Il padre prese il trapano.
"E ha funzionato?"disse il figlio.
"Direi di si."disse il padre "Non sei venuto su poi così male,no?"
Il figlio rise e il padre gli accarezzò la testa.
"D'accordo."disse il padre "La tagli tu l'erba?
Devo andare a comprare dei semi."
"Si,so farlo."disse Brandon "Ci penso io."
Poco dopo Brandon era da solo e tentava di accendere la macchina per tagliare l'erba,ma senza successo "Andiamo!"
Brandon iniziò a tirare al corda con la mano destra con rabbia,mentre con la sinistra teneva l'oggetto "Stupido aggeggio!"
L'ultima volta che tirò l'oggetto lo fece con più forza,così il taglia erbe gli volò via dalle mani e volò in aria per decine di metri schiantandosi vicino ad un albero.
Lui si guardò le mani sconvolto.
La macchina,capovolta,ora era accesa e le lame giravano.
Brandon si avvicinò,si guardò la mano destra,iniziò a sentire voci bisbigliare nella sua testa,avvicinò la mano alle lame roteanti lentamente,poi mise la mano in avanti velocemente e le lame furono boccate e quella che aveva colpito la mano era piegata.
Brandon guardò la sua mano e vide che era integra.
La notte seguente la famiglia era dentro un locale.
Il locale era rettangolare,con il tetto di mattoni blu,le pareti arancioni,con una linea blu e la parte sotto marrone.
La parte frontale aveva delle vetrate.
Brandon e la madre erano davanti ad un videogioco,lei prese la pistola finta ed iniziò ad usarla.
"Sono bravissima in queste cose."disse la madre.
"Si vede."disse Brandon.
Poco dopo erano davanti ad una teca dove c'erano degli oggetti da prendere con un braccio meccanico.
"Che ne dici di quello marrone?"disse la madre indicando "È facile da prendere."
Brandon prese quello sbagliato.
"Oh no,ce l'avevi proprio davanti."disse la madre.
Al secondo tentativo la madre applaudì e gli accarezzo la testa.
Poco dopo i 3 erano ad un tavolo e c'erano anche gli zii.
La zia era bionda,aveva i capelli lunghi,indossava una maglietta chiara,lo zio aveva i capelli neri,barba e baffi, e maglietta grigia.
Entrambi avevano i jeans blu.
Una cameriera portò loro una torta.
Aveva i capelli neri, legati dietro la testa,e l'abito da lavoro azzurro.
"TANTI AUGURI A TE!"cantavano tutti "TANTI AUGURI A BRANDON!
TANTI AUGURI A TE!"
La cameriera mise la torta sul tavolo.
"Tutta tua."disse il padre.
"Ma è da bambini piccoli."disse Brandon vedendo il piccolo dolce e la sola candela.
"Dai esprimi un desiderio,grazie erica."disse la madre e la cameriera sorrise andando via "Non sapevo che l'avrebbero portata,che carina."
"Ah,se non la vuoi falla frullare qua che ci penso io."disse il padre di Brandon
Il ragazzo ci soffiò sopra e tutti applaudirono.
"Allora,Brandon,ho saputo che vai forte a scuola."disse lo zio.
"Già,è uno dei migliori 100 studenti."disse la madre.
"No,per l'esattezza è uno dei 10 migliori studenti."disse la zia "Eh,si,tutti i docenti parlano di lui."
"È il nostro piccolo super genio."disse la madre e lui sorrise.
"E allora un ragazzo speciale si merita un regalo molto speciale."disse lo zio che prese un pacco rettangolare molto lungo e lo mise sul tavolo "Questo è da parte mia e della zia Mary."
"Che cos'è?"disse Brandon che cominciò a scartarlo.
"Dai su,aprilo."disse la zia.
"Ho sparato al mio primo cervo con questo stesso modello."disse lo zio.
"Wow!"disse il padre che prese il pacco"Wow!
Wow!
No,niente armi.
Ne avevamo parlato."
"Lo so,ma insomma..."disse la madre.
"Andiamo,è ancora un bambino!"disse il padre mettendo il pacco accanto a se.
"Ho 12 anni."disse Brandon.
"Lo so,esatto."disse il padre "Sei ancora un ragazzino."
"Ridammelo."disse Brandon.
"Che cos'hai detto?"disse il padre "Ripeti."
"Ho detto...ridammelo!"disse Brandon che colpì il tavolo con il pugno destro e i videogiochi si spensero tutti insieme e l'attenzione dei presenti fu concentrata su di loro per qualche secondo.
"Brandon..."disse la madre.
"Ok,chiudiamola qui."disse il padre alzandosi "Il gelato un'altra volta.
Grazie infinite.
Brandon andiamo."
Vedendo che non si muoveva il padre gli afferrò il braccio destro con la mano,ma non riusci a smuoverlo "Brandon,andiamo...
Brandon!
Alzati subito!"
"Brandon,ascolta tuo padre."disse la donna.
"Ce ne andiamo,forza."disse il padre.
Il figlio si alzò.
"Ragazzi,è stato bello,grazie di tutto."disse la madre.
"Ok,mi spiace."disse la zia.
"Non ti preoccupare."disse la madre.
I 2 andarono via.
Mentre uscirono la cameriera li fissò.
"Vi voglio bene ragazzi."disse lo zio.
"Tesoro,te l'avevo detto."disse la zia.
"Sicura che vuoi dei figli?"disse lo zio.
Tornati a casa la madre si sedette sul divano e si tolse le scarpe.
"Io davvero non lo capisco."disse il padre con in mano una birra "Compie 12 anni e si mette a rispondermi."
"Veramente strano,non sembrava nemmeno lui."disse la madre.
"Mi preoccupa un po'."disse il padre "Diventa grande,sta cambiando."
Il padre mise il braccio destro sullo schienale del divano e la madre gli si appoggiò addosso.
"Noi eravamo molto peggio quando avevano la sua età."disse la madre "Ti ricordi,correvamo sempre di qua e di la,ci nascondevamo a spassarcela nella cantina dei miei."
"Eh già."disse il padre ridendo.
"Sapevano esattamente cosa facevamo la sotto,ma non glie ne importava niente."disse la donna "Mi consideravano irrecuperabile."
"Oh,amore."disse il padre.
"Noi non faremo così con Brandon."disse la madre "Lui deve sapere che ci teniamo."
"Lui lo sa."disse il padre"Ehi,se andassimo in campeggio questo week end?
Noi 3 da soli."
"Si,non lo facciamo da tanto."disse la madre.
"Sai cos'altro non facciamo da un po' ?"disse il padre.
"Lo so cosa pensi."disse la madre ridendo.
"Ho una voglia tremenda."disse il padre ridendo.
"Andare in chiesa."disse lei ridendo "È tanto che non andiamo a messa."
"Hai ragione."disse il padre che la abbracciò "Ma non è affatto quello a cui stavo pensando."
Il padre la baciò.
"Devi sistemare l'armadio."disse la madre "Ecco a cosa stavi pensando."
"No."disse lui che a baciò ancora.
"Va bene,ma devi fare piano."disse la madre.
"Faccio sempre piano."disse il padre.
"Credo che sia ancora sveglio."disse la madre baciandolo.
Il giorno dopo la madre lanciò al padre dei sacchi a pelo blu "Tieni."
Il padre li prese e li caricò sul retro del furgoncino celeste.
"Quanti sono?"disse la madre "3 o 4?"
"Sono 3,a posto."disse il padre.
"Ok."disse il padre che mise dei tavolini chiusi sul retro "Prendi la lampada."
Poco dopo i 2 erano in cucina e la madre guardava la lampada.
"Ci vogliono le batterie."disse la madre "Brandon,farà freddo.
Devi portarti il giubbetto,ok?"
La madre uscì.
Brandon era ad un tavolo, stava mangiando ed iniziò a masticare la forchetta.
"Ehi,hai sentito tua madre?"disse il padre che vide che il figlio non rispondeva e così si avvicinò alla sedia "Ehi?
Brandon?"
Il padre si mise in ginocchio accanto a lui e gli tirò fuori la forchetta dalla bocca,vedendo che punte erano tutte piegate.
Brandon si riprese improvvisamente e rimase scosso.
La madre arrivò in camera di Brandon e tolse il giaccone dal letto,poi vide qualcosa che sporgeva da sotto il materasso e,controllando,trovò dei fogli vedendo una donna nuda.
"Ehi,tesoro?"disse lui.
"Guarda che ho trovato."disse la madre e il padre vide la modella nuda sulla foto.
"Cos'è?"disse il padre che vide l'immagine "Questa è la sua idea di porno?"
"Penso di si."disse la madre che iniziò a sfogliare le foto,dove si vedeva un'altra modella con solo addosso la biancheria "Biancheria intima."
"Prima o poi doveva succedere."disse il padre.
Sfogliando le foto videro delle immagini di anatomia,dove venivano sezionate delle persone.
"Che diavolo è?"disse il padre.
"È roba da maschi?"disse la madre.
"No,per quanto ne so io no."disse il padre.
"Forse dovremmo dirgli 2 parole."disse la madre.
Poco dopo in un bosco era stata piantata una tenda azzurra e la madre era nelle vicinanze.
Il padre,che indossava un impermeabile rosso,era acquattato con il figlio dietro un tronco con il fucile.
Anche Brandon aveva l'impermeabile rosso.
"Brandon...sei...ora hai 12 anni."disse il padre e il figlio annuì "Il che significa che stai crescendo e che il tuo corpo cambia."
"Ok."disse Brandon.
"Comincerai a provare qualcosa,ecco...verso le donne."disse il padre "Per il loro corpo.
Io ero proprio come te,quando avevo la tua età.
Pensavo sempre alle ragazze,di continuo.
Ecco,ma non avevo nessuno che mi dicesse che cosa fare.
Era normale se me lo...toccavo o ci giocavo."
"Con cosa?"disse Brandon.
"Il tuo pene."disse il padre.
"Ok."disse Brandon.
"Ascolta,Brandon,questa faccenda,ecco,del sesso,non è...non riguarda solo organi o parti del corpo."disse il padre "Insomma.
È anche quello,ma si tratta di trovare la persona giusta e innamorarsi.
Quello che sto dicendo è che proverai attrazione per le ragazze che vedi nei film o le ragazze nella classe,ovunque.
Voglio dire che è normale assecondare gli istinti di tanto in tanto."
"Tipo ora?"disse lui.
"Come?"disse il padre.
"Tipo ora?"disse Brandon.
"No,non adesso,no."disse il padre.
Brandon annuì e il padre puntò il fucile.
"Può bastare."disse il padre.
La notte seguente,la madre si svegliò e vide che Brandon non c'era più e che la tenda era aperta.
Accese la luce e vide il letto vuoto.
"Brandon?"disse la madre.
La casa della compagna di classe che aveva difeso Brandon era avvolta nel buio.
La ragazza con il ciuffo viola dormiva.
Si svegliò sentendo la musica del pc e vide che il computer era aperto,così si alzò e abbassò la parte superiore.
Si voltò,per andare a dormire,ma la musica ricominciò.
La ragazza,spaventata,si voltò e vide che il pc era di nuovo aperto,così si avvicinò,lo chiuse e ci mise sopra i quaderni.
Voltandosi verso la finestra aperta intravide Brandon da dietro le tende.
"Mamma!"disse la ragazza terrorizzata.
La madre aprì la porta e lei urlò.
La madre era la cameriera che aveva dato a Brandon la torta.
"Che cosa c'è?"disse la madre "Che c'è?
Che succede?"
La figlia la abbracciò.
"C'è qualcuno dietro la tenda."disse la figlia indicando la tenda.
La madre andò a controllare e non trovò nessuno "Tesoro, non c'è nessuno."
"No,devi credermi,lui era proprio li."disse la ragazza.
"Chi era li?"disse la madre avvicinandosi.
"Brandon Breyer."disse la ragazza.
"Brandon?"disse la madre con una torcia,fuori dalla tenda,insieme al padre.
La madre iniziò ad entrare nel bosco "Brandon?
Brandon,dove sei,amore.
Mi senti?"
"Brandon?"disse il padre che uscì con la lanterna.
La madre se lo trovò davanti all'improvviso ed urlò "Oh,Dio...
Io e tuo padre ci siamo spaventati a morte."
"Mi dispiace,stavo andando in bagno."disse Brandon e la madre lo abbracciò.
La giornate seguente la campanella suonò e Bradon era ad un tavolino da solo e disegnava sul quaderno.
Aveva disegnato una figura umana,con vestiti normali,mantello rosso e una maschera,simile ad un sacco,che copriva il volto,tranne gli occhi ed aveva una cucitura verticale bianca sul davanti dal naso in giù.
La madre uscì dall'edificio con al zia.
"Non pensi sia il caso di portarlo da qualcuno,tipo uno specialista,no?"disse la madre.
"No."disse la zia ridendo "Ma che dici?
Perché?
Perché risponde male al padre e nasconde giornali pornografici sotto il materasso?"
"È che c'è dell'altro."disse la madre toccando la spalla della sorella "Non so come spiegartelo.
Brandon è sempre stato un bambino dolce,ora…è così diverso."
"Si chiama pubertà."disse la psichiatra.
"Quindi sto esagerando."disse la madre e la zia la abbracciò.
"Si."disse la zia "Ti voglio bene."
"Grazie."disse la madre "Ti chiamo."
"Si,ciao."disse la zia che tornò nella scuola.
Brando era seduto di spalle con le cuffie e disegnava il simbolo fatto dai 2 trapezi e dalla linea verticale.
Il muro accanto al tavolo era fatto di mattoni e c'era un riquadro chiaro con la scritta blu.
"Cos'è?"disse la madre.
Lui si voltò e chiuse di scatto il quaderno,alzandosi.
"Che fai?"disse la madre "Non ti stavo mica spiando.
Niente male quei disegni,bel tratteggio."
Il padre era nel fienile la notte successiva.
Il cielo era coperto da nuvole grige.
Accese la luce,posò il regalo di Brandon sul tavolino di legno,aprì un armadietto pieno di fucili,prese quello regalato dallo zio e ce lo mise dentro.
Improvvisamente sentì le galline che si lamentavano ed urlavano,così prese il fucile e lo caricò"Lupo del cazzo."
Voltando l'angolo,vide Brandon davanti al pollaio che fissava le galline in pigiama.
"Brandon?"disse il padre "Che stai facendo?"
Brandon non si mosse e fisso le galline,emettendo una voce mostruosa telepaticamente percettibile sono agli animali.
"Brandon?"disse il padre di nuovo avvicinandosi "Ehi,sono le 10 di sera.
Va tutto bene?"
Brandon si voltò lentamente "Credo di si."
"Torniamo a casa,vieni."disse il padre e lui andò via.
Il padre guardò di nuovo le galline.
A notte fonda,le luci del fienile andarono e vennero e si udirono le urla di dolore delle galline e la carne che veniva dilaniata.
Il padre si svegliò sentendo le urla e trovò il cancello del pollaio aperto e le galline sventrate e smembrate all'interno,così si mise le mani sulla fronte "Mio Dio."
"Dory?"disse il padre tornato in camera da letto "Dory!
Dory!
Ehi!
Svegliati."
"Che c'è?"disse la donna.
"Vieni fuori con me."disse il padre.
"Va bene."disse lei alzandosi.
Lui la portò davanti al recinto.
"Vedi?"disse il padre.
"Oh no."disse la madre "Merda.
Quel lupo è tornato."
"No,no."disse il padre "Questo non può farlo un lupo,non è stato un animale.
Credo...credo che sia stato Brandon."
La madre lo fissò.
"L'ho trovato qui poco fa."disse il padre che si avvicinò all'entrata "Fissava le galline.
Sembravano tutte impazzite,cazzo."
Lei lo fissò a braccia incrociate.
"Dory, un lupo non può fare questo!"disse il padre "Non può rompere una serratura e sfondare una porta."
"E un bambino di 12 anni si?"disse la madre.
"Non sai spiegartelo neanche tu."disse il padre.
"Kyle basta."disse lei "È stato un lupo.
Io torno a letto."
Il giorno dopo Brandon era con la classe nel cortile,davanti agli alberi,tutti erano in tuta grigia ed erano in cerchio.
L'insegnate di colore con la tuta blu girava intorno a loro.
"Bene ragazzi,ora faremo il gioco della fiducia."disse l'insegnante.
Un ragazzo fu messo in mezzo al cerchio e gli altri lo spintonarono leggermente da una parte all'altra.
"Serve ad accrescere lo spirito di gruppo."disse il professore "Lasciatevi cadere facendo affidamento sui compagni."
La ragazza con il ciuffo viola fissava Brandon.
"Molto bene,ragazzi."disse l'insegnante "Quando ci fidiamo degli altri,succedono cose belle.
D'accordo?
Tocca a te ragazzo.
Un applauso per Brandon."
Il gruppo applaudì tranne la ragazza.
Brandon si mise al centro ed iniziò ad essere spintonato,mentre la ragazza si ritraeva.
"Non hai nulla da temere ,i tuoi compagni ti sorreggeranno."disse l'insegnante"Ottimo."
Brandon fu spinto,la ragazza si spostò e lui cadde a terra.
"Oh,cavolo!"disse il prof e la classe rise.
"1 a 0 per il pavimento,Breyer."disse il grasso di colore.
"Ehi!"disse il prof "Ehi!
Piantatela."
Brandon si mise seduto e guardò la ragazza che lo fissava.
"Tutto a posto ragazzo?"disse Brandon.
"Coraggio,Katelyn,dagli una mano."disse il prof.
La ragazza scosse la testa.
"Forza,siamo tutti una squadra."disse l'insegnante.
Lei fece di "no"con la testa "È un pervertito!"
La classe intera rise.
"Bugiarda."disse Brandon con rabbia.
"Ketelyn,aiutalo ad alzarsi o il mio corso non lo passerai."disse l'insegnante.
Ketelyn gli porse la mano destra e Brandon la strinse,restando seduto.
Le ossa cominciarono a scricchiolare.
"Cosa stai facendo?"disse Katelyn che iniziò a provare un forte dolore.
"Brandon?"disse l'insegnante.
"Lasciami!"disse la ragazza che iniziò a sentirsi male "SMETTILA!"
"BRENDON,BASTA!"urlò l'insegnante.
Brando le stritolò la mano facilmente,sbriciolando le ossa e facendola urlare,poi con un gesto verso il basso le spezzò il polso.
Poco dopo Brandon era seduto in corridoio,con una felpa rossa.
Davanti a lui c'era il vetro e dietro c'era la preside,lo sceriffo di colore,la cameriera,madre della ragazza,il padre e Dory.
"Erica,ha detto che gli dispiace."disse la madre "È stato un incidente,sono solo ragazzi."
"Ma l'hai vista la mano di mia figlia?!"disse la cameriera.
La donna aveva i capelli legati in una coda di cavallo,un giaccone nero e una maglietta blu chiaro,pantaloni neri e scarpe nere.
"È uno stramaledetto animale!"disse la cameriera indicando il vetro "Ecco cos'è!"
"Perché non cerchiamo di calmarci tutti?"disse il padre,seduto.
"Ora voglio che lo arrestiate e lo buttiate fuori!"disse la madre.
"Prenderemo provvedimenti."disse la preside seduta alla scrivania "Brandon sarà sospeso per 2 giorni."
"Sospeso?!"disse la cameriera guardando lo sceriffo in piedi accanto al muro "Faccia il suo lavoro!
Lo arresti!"
"Spiacente signora,non è lei che decide."disse lo sceriffo.
"Dopo la sospensione sarà seguito dalla nostra psicologa,la signora Merely."disse la preside.
"Sua zia?"disse la cameriera,mentre la madre,appoggiata al muro,vicino alla porta,lo guardava.
"Oh Cristo Santo!"disse la cameriera "Lo sapete almeno chi è al vera madre?"
"Sono io sua madre."disse la madre.
"Intendevo quella psicopatica che lo ha partorito."disse la cameriera.
"EHI!"urlò il padre.
"So perfettamente cosa intendevi."disse la madre "Se insultare un bambino di 12 anni ti fa dormire meglio la notte,forse sei tu quella che ha bisogno di aiuto."
I padre si alzò.
"Mi dispiace per tua figlia."disse la madre avvicinandosi.
I 2 uscirono e andarono da Brandon.
"Andiamo."disse la madre,lui si alzò e andando via guardò male la donna.
La notte seguente pioveva sulla casa.
I 2 erano in camera da letto e si stavano svestendo.
Brandon era a letto con la coperta rosso scuro addosso.
La coperta aveva delle linee che formavano dei quadrati ed erano dello stesso colore della coperta.
"Se l'avessi fatta io una cazzata del genere..."disse il padre togliendosi un orologio "...mio padre mi avrebbe preso a calci."
Il padre si tolse la giacca.
"Si,ma...non si risolve niente con le maniere forti."disse la madre.
Il padre si mise e mani sul viso "Lo so."
"Devo dirti una cosa?"disse la madre "L'altra notte,quando era sonnambulo, non era andato di sotto,ma nel fienile."
Il padre si voltò,verso di lei alzandosi dal letto ed era sconvolto "L'ha trovata?"
"No."disse la madre "No.
Ma stava tentando di aprire la botola."
"Come fa a sapere che è li?"disse il padre.
"Io non credo che lo sappia."disse la madre "Sembrava come se ne fosse attratto."
"Tesoro,somiglierà a noi,parlerà come noi...ma non ha mai sanguinato."disse il padre "Mai,in tutta la sua vita.
Non si è mai tagliato o rotto un osso o fatto un livido e ora aggredisce le persone."
I 2 si guardarono.
La luce sotto la botola del fienile lampeggiava e la voce si udiva ancora "Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow."
Brandon era a letto e ripeteva la frase "Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow.
Scarow.
Scarow.
Scarow.
Prendi.
Prendi."
Brandon si alzò,sentendo la voce "Scarow vuol dire prendi."
La madre era in salotto,con il portatile sulle gambe e stava facendo ricerche dell'attività atmosferica della sera in cui l'avevano trovato.
Brandon camminò sotto la pioggia lentamente,sentendo la voce nella testa e ripetendo le parole"Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow."
La madre trovò un articolo che parlava di un fenomeno atmosferico sopra Brightburn.
Le foto mostravano delle meteore in avvicinamento.
Brandon raggiunse la botola con la luce e si mise in ginocchio su di essa,afferrò la catena con la mano destra e tirando la spezzò.
La madre guardò il fienile e vide la luce rossa.
Brandon fissò la luce rossa,poi improvvisamente la sua testa andò verso l'alto,gli occhi gli si girarono all'indietro,si sollevò da terra e ripeté le parole con una voce disumana "Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow."
"BRANDON!"urlò la madre che corse nel fienile
La madre arrivò dietro Brandon e rimase sconvolta vedendolo a mezz'aria.
Nella botola c'era un mezzo ovale di metallo nero,con una serie di placche curve sulla superficie,che andavano da un'estremità all'altra,nella parte inferiore vi erano 4 placche che erano a forma di trapezio e servivano per appoggiarsi a terra.
Il mezzo aveva delle luci rosse lampeggianti,di cui una sotto ogni placca per appoggiarsi.
A parte frontale aveva un buco,pieno di schegge.
"Scarow Lorow."disse Brandon "Prendi...
Lorow.
Prendi..."
"Oh Dio."disse la madre che corse verso di lui "BRANDON!"
La luce si spense e lui cadde prima che la madre potesse afferrarlo.
Cadendo sbatté la mano destra sul mezzo e si fece un taglio.
"BRANDON!"urlò la madre che scese le scale e lo trovò in un angolo "Oh Brandon.
Tesoro."
La madre si avvicinò a Brandon che era di spalle e si guardava la mano,poi gli toccò le spalle "Ehi?"
"Mi sono tagliato."disse Brandon.
"Va tutto bene."disse la madre che lo abbracciò "Non è niente."
"Chi sono io?"disse Brandon.
"Sei nostro figlio."disse lei.
"Cos'è quella?"disse Brandon "Dimmi da dove vengo."
"Ascoltami amore,so che è stato difficile per te ultimamente,che ti senti diverso dagli altri ragazzi."disse la madre accarezzandogli il viso "Tu sei diverso.
Dopo esserci sposati io e tuo padre pregammo per avere un bambino ogni santo giorno.
Pregavamo Dio,l'Universo,chiunque potesse ascoltarci.
Poi,una notte perfetta,qualcuno ci ascoltò.
Noi non ti abbiamo adottato tramite un'agenzia.
Sei arrivato con quella.
Ti abbiamo trovato nel bosco.
Eri poco più che un neonato."
"Oh Dio."disse Brandon.
"Tutto solo."disse la madre "Respiravi a malapena.
E così noi ti abbiamo accolto.
E tu sei stato un dono.
Il mio bambino.
Non riesco neanche ad immaginare quale sconvolgimento tu possa provare ora,ma devi sapere che tuo padre e io siamo convinti che tu sia qui per una ragione. "
Brandon era sconvolto "MI AVETE MENTITO!"
"No,tesoro..."disse la madre.
Brandon si allontanò "BUGIARDI!"
Il bambino scappò via.
"Aspe..."disse la madre che iniziò a piangere.
Brandon entrò in un salotto dove c'erano delle foto ed iniziò a tirarle tutte contro il muro "VI ODIO!
MI AVETE MENTITO!
BUGIARDI!
MI AVETE MENTITO SU TUTTO!"
"Ehi!"disse il padre entrando "Che succede?"
"VI ODIO!"urlò Brandon che fuggì "ODIO QUESTO POSTO!"
Il padre guardò la madre "Che gli prende?"
"L'ha trovata."disse la madre.
Il padre restò sconvolto.
Brandon uscì sotto la pioggia ripetendo la frase sentendo la voce nella testa "Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Scarow Lorow.
Lorow.
Lorow.
Lorow.
Prendi.. il...mondo."
Brandon guardò davanti e se e l'iride dei suoi occhi divenne rosso luminescente "Prendi il mondo."
Il ragazzo urlò a squarcia gola,gli occhi si illuminarono completamente di luce rossa e da essi uscirono 2 raggi laser.
La ragazza con il braccio rotto era sul letto in camera sua,con un tavolinetto montato sul letto,con sopra il computer aperto.
La ragazza aveva il braccio destro ingessato e scriveva al computer,quando ci furono delle interferenze.
Lei chiuse il computer e vide Brandon spaventandosi.
"Non gridare."disse Brandon
"Che cosa vuoi ancora?"disse lei.
"Ti ho portato dei fiori."disse Brandon che mostrò dei fiorellini bianchi.
"Non puoi stare qui."disse la ragazza.
"Non aver paura."disse Brandon "Voglio parlarti."
"Voglio dirti che cosa ho scoperto."disse lui avvicinandosi "Ho scoperto che sono molto speciale.
Sei una delle poche persone al mondo a sapere quanto io sia speciale.
Ma un giorno...tutti lo sapranno."
Lei iniziò a lacrimare.
"Mia madre mi ha detto che non devo parlarti."disse lei.
"Me ne occuperò io di questo."disse Brandon e lei iniziò a piangere,poi,quando riaprì gli occhi,vide che Brandon non c'era più e trovò i fiori sul computer,piangendo.
"Buona serata,Gray."disse la cameriera,mentre il cuoco usciva dal locale dove lavorava.
Il locale era ormai vuoto completamente,fatta eccezione per la donna.
La cameriera aprì la cassa,prese i soldi,iniziò a contarli e a dividerli,mettendoli sul bancone.
I vetri della parte frontale erano appannati.
Dietro la donna vi era una zona cucina con piatti impilati e poi un corridoio dietro con una porta blindata di metallo in fondo.
Poco dopo prese dei vassoi e li mise dentro una cassa,poi la portò dietro al bancone,poi si voltò e vide che nell'umidità di tutte le finestre era stato disegnato il simbolo che Brandon disegnava sempre sui quaderni.
Tali simboli erano di varie dimensioni e tappezzavano tutte le finestre.
La donna si avvicinò lentamente guardando i simboli "Ehi,non è affatto divertente."
Le luci andarono e vennero.
"Gray sei tu?"disse la donna che si avvicinò ad una lampada che aveva la luce che lampeggiava.
La lampada rettangolare esplose e un frammento le andò nell'occhio sinistro facendola urlare.
La donna cadde in ginocchio e aveva anche altri tagli sul volto.
Lentamente la donna estrasse il pezzo di vetro e lo tirò fuori dall'occhio,perdendo sangue,poi si mise una mano davanti alla ferita.
Mentre si rialzava vide la figura di Brandon,che aveva la coperta rossa come mantello e una maschera di lana rossa che copriva testa e collo,con 2 strappi per gli occhi,che avevano l'iride illuminato.
La maschera aveva una cucitura verticale sul davanti,fatta da 2 fili bianchi incrociati.
La donna si mise dietro il bancone e prese una mazza.
Alzando lo guardò lo vide prima da una parte e poi dall'altra,così strinse la mazza,ma non vide più nessuno,poi lo vide passare velocemente e diede un colpo alla cassa urlando "VATTENE!"
Sferrò un altro colpo ad una bottiglia,poi lo vide da altre 2 parti e udì strane voci "LASCIAMI STARE!"
La donna corse verso la porta di metallo,sbloccò la serratura,chiuse la porta e si rintanò in fondo tra gli scatoloni,poi si voltò sentendo bussare alla porta.
Improvvisamente dal centro della porta partirono scintille e si aprì uno squarcio verticale dove il metallo veniva fuso da qualcosa.
Improvvisamente le 2 parti della porta,furono trascinate via senza che nessuno le toccasse.
Mettendosi una mano sull'occhio sinistro la donna vide Brandon,che si mosse a super velocità e le saltò addosso.
La mattina seguente il padre e la madre di Brandon erano in cucina e preparavano il cibo.
"È sveglio?"disse il padre,mettendo una sostanza pastosa dentro una ciotola.
"L'ho chiamato già 2 volte."disse la madre lavando i piatti "Ho sentito che si alzava."
"Forse dovremmo salire in camera..."disse il padre.
"Buon giorno."disse Brandon.
"Ciao,Brandon."disse il padre "Così farai tardi a scuola,lo sai?"
"Si,lo so,ero nella mia stanza...a pensare."disse Brandon.
"Pensare a cosa?"disse la madre.
"Un po' a tutto quanto."disse Brandon "Ed è...è tutto ok.
Sto bene."
"Beh,sono felice di sentirlo."disse il padre.
"Beh,perché non prendi la sedia?"disse il padre "10 minuti di ritardo,che sarà mai?"
"Ok."disse Brandon.
Gli uomini della polizia erano al locale scattavano delle foto.
Lo sceriffo di colore era con un'agente bianca.
"Quindi hai detto che non ha ricevuto nessuna chiamata o messaggi?"disse l'altro.
"Si,è stata vista qui l'ultima volta."disse la donna.
"Beh,non ha l'aria di una rapina."disse lo sceriffo che vide la porta tranciata in 2 "Buon Dio.
Hai parlato con la figlia?"
"È a pezzi adesso."disse la donna "E se la sta facendo sotto.
Non gli ho cavato neanche una parola."
"E questo cos'è?"disse lo sceriffo andando vicino al vetro e alitandoci sopra.
Sul vetro comparve il simbolo disegnato da Brandon.
Brandon era nell'ufficio della zia,davanti alla scrivania della donna,seduto su una poltrona e guardava dei quadri.
"Lo so,lo troverai un po' strano."disse la zia "Sono tua zia e anche la tua psicologa,ma io sono anche l'unica che hanno a disposizione,quindi dovrai sopportarmi.
Allora,Brandon,tua madre mi ha detto che hai avuto dei problemi per essere stato adottato."
Brandon scosse la testa "Nessun problema,tutto il contrario."
"Davvero?"disse la zia.
"Ho capito che sono speciale."disse Brandon "I miei veri genitori non sono stupidi come quelli di qui."
"Brendon,tu non consideri tua madre e tuo padre i tuoi veri genitori?"disse la zia.
"Certo,solo che...so che sono diverso."disse Brandon "Un essere superiore."
"Brandon...ti senti in colpa per tutto quello che hai fatto a Katelyn?"disse la zia.
"Ecco...alcune volte,quando capitano cose molto brutte è per una buona ragione."disse Brandon.
La zia lo guardò allibita "Brandon,parte del mio lavoro è informare la scuola e tua madre se ci sono progressi,se ci sono segni di crescita o rimorsi e io...io non posso chiudere un occhio con te perché sei un mio familiare.
Brandon ti sto dando l'occasione di parlare con me.
Domani dovrò mettere al corrente lo sceriffo e devo dirgli la verità."
Brandon la guardò con rabbia.
La notte seguente,Brandon era sotto la coperta rossa e sentiva le voci.
Lo zio di Brandon era ad un locale e giocava a biliardo con il padre "Il mio amico dice che il locale è stato...fatto a pezzi e che Erica è scomparsa,ormai da 24 ore."
"Potrebbe essere stato tuo figlio?"disse un altro.
Lo zio gli diede una pacca sulla spalla "Ehi!"
"Che dici?"disse un altro.
"Beh,ha maciullato la mano della figlia."disse l'uomo.
"Non è affatto divertente,ok?"disse il padre.
"Va bene,mi spiace."disse l'uomo.
"Insomma?"disse uno vestito da militare che giocava "Ora come andrà a finire?"
"Non lo so,lo hanno sospeso per qualche giorno e di sicuro mi chiamerà qualche avvocato per dirmi che mio figlio è un mostro."disse il padre "Beh,non so più cosa pensare,magari lo è."
"Già,sono tutti mostri."disse lo zio "Vi saluto."
"Un altro."disse l'amico "Ancora 1."
"No,devo tornare a casa o mia moglie mi uccide."disse lo zio.
"E dai ti do un passaggio."disse il padre di Brandon.
"Sono pochi chilometri."disse lo zio.
"No,dai,ti accompagno."disse il padre.
"Mammina,sto bene."disse lo zio.
La madre di Brandon era all'ingresso e posava una busta su un tavolinetto "Brandon?"
La madre salì le scale "Sono qua,ho preso il pollo al sesamo.
Brandon?"
La zia era in salotto,seduta su un divano,con addosso solo una camicetta,si alzò e bevve un bicchiere di vino,portando via una cesta.
Andò in bagno,accese la luce e posò la cesta,tirando fuori i panni e mettendoli dentro un cassetto.
Le luci andarono e vennero.
Nel momento in cui si erano spente,fuori dalla finestra era visibile Brandon,con l'iride degli occhi rosso luminescente,la maschera di lana e la coperta come mantello.
"Che..."disse la zia,uscendo dal bagno e spegnendo la luce.
Fuori dalla finestra non c'era più nessuno.
La zia tornò in salotto,si mise una vestaglia lunga e si mise sul divano.
Le luci all'esterno si accesero e una voce femminile parlò "Allarme.
Intrusione in giardino."
"Chi è?"disse la donna alzandosi e andando alle finestre,poi la luce si spense.
La zia sentì bussare alla porta.
"Ma che diavolo."disse la zia aprendo la porta leggermente e trovando Brandon,senza mantello e maschera.
"Ciao."disse Brandon.
"Gesù,Brandon,ma che succede?"disse la zia "Che ci fai qui?"
"Devo parlarti."disse Brandon,che aveva uno zainetto sulle spalle "Lo so che è tardi,ma prometto che non ci vorrà molto."
"Va bene,dai."disse la zia.
"Oggi in ufficio mi hai detto che domani andrai a parlare con lo sceriffo."disse Brandon.
"Esatto."disse la zia.
"Ecco,il fatto è che non deve succedere."disse Brandon "Mai.
È che...non conviene a nessuno.
Ne a me,ne ai miei genitori e davvero...davvero non conviene a te.
Per niente."
"Brandon,ascoltami ok?"disse lei "Io devo fare il mio lavoro.
E ad essere sinceri,presentarsi a quest'ora a casa mia è del tutto inopportuno.
Devo chiederti di tornare a casa."
"Va bene."disse Brandon "Me ne vado."
"Ok,tesoro."disse lei "Sta attento."
"Anche tu."disse Brandon facendo un mezzo sorriso.
La zia chiuse la porta e andò in salotto.
La luce si riaccese fuori "Allarme,intrusione in giardino."
"Chi cavolo è?"disse la zia avvicinandosi all'entrata "Insomma."
La luce si spense.
"Brandon,sei tu?"disse la zia uscendo.
La voce dell'altoparlante parlò ancora,mentre la zia dava dei colpetti alle luci che andavano e venivano e poi la voce fu sostituita dalla quella uscita dall'astronave.
La zia spense l'altoparlante.
"Questa casa sta cadendo a pezzi."disse la zia,tornando dentro,prese il telefono e scrisse.
Lo zio era nel suo furgone e guidava sulla strada in mezzo al bosco,arrivò a casa e scese dal mezzo,mentre la zia si era ormai messa dormire.
Brandon,con mantello e maschera,aprì leggermente la porta della stanza dove dormiva la zia.
Lo zio entrò e salì le scale,entrò in camera da letto,baciandole la fronte,andò in bagno e si lavò i denti,senza accorgersi che Brandon era sull'angolo del soffitto dietro di lui.
Brandon si mosse rapidamente entrando nell'armadio del bagno che era come uno sgabuzzino,diviso in varie zone.
"CHE CAZZO!?"urlò lo zio che andò nel ripostiglio e accese la luce.
Guardando a destra si spaventò vedendo Brandon,poi gli tolse la maschera "Brandon?
Che cavolo ci fai qui?"
"Zia mi ha aiutato con i compiti."disse Brandon.
"No,che cazzo ci fai nel mio armadio con quella maschera orrenda?!"disse lo zio.
"Non è orrenda."disse Brandon.
"Scemo!"disse lo zio che lo afferrò e lo fece uscire "Mi hai spaventato a morte,ti riporto a casa!"
Brandon fu portato fuori dallo zio.
"Roba da pazzi."disse lo zio.
"Non ho fatto niente."disse Brandon "Lo dirai ai miei genitori?"
"SI E CONSIDERATI FORTUNATO!"urlò lo zio che aprì uno sportello del furgone "Sali in macchina!"
"Non devi dirlo ai miei."disse Brandon,mentre lo zio andò dall'altra parte e aprì l'altro sportello,ma tornò indietro,vedendo che il bambino non era salito.
"BRANDON SALI IN MACCHINA!"urlò lo zio.
Brandon si rimise la maschera,lo zio lo afferrò,lui si voltò,con gli occhi pieni di energia e con una spinta lo fece volare verso la serranda del garage.
Le luci si spensero immediatamente,poi tornarono.
Lo zio vide che Brandon era sparito e udì le voci disumane.
Lo zio salì in macchina e la mise in moto guidando sulla strada "MA CHE CAZZO?!"
Brandon volò contro la fiancata destra dell'auto e sfondò il vetro,facendo sbandare il furgone.
Lo zio riuscì a non uscire fuori strada,ma la macchina si fermò.
"Ma che?"disse lo zio.
Lo zio iniziò a cercare di farla ripartire "No,no,no.
Forza,forza.
No,no,no,no.
Forza,forza…
MALEDIZIONE!
ANDIAMO!
ANDIAMO!
FORZA!
FORZA!
STUPIDA MACCHINA DEL CAZZO!"
Lui diede un pugno al mezzo e i fari si accesero ed illuminarono Brandon sulla strada.
"Oh,merda..."disse lo zio che provò a rimettere in moto "Ok.
Ok.
È ORA DI ANDARE!"
Un altro colpo e i fari si riaccesero mostrando Brandon a mezz'aria.
"No."disse lo zio sconvolto scuotendo a testa "No,no…
No!
PARTI!
DOBBIAMO MUOVERCI!
ANDIAMO!
DAI!"
Quando i fari si riaccesero Brandon non c'era più.
"Ah...ok...ah….dov'è finito?"disse lo zio "Dov'è?"
Brandon afferrò i furgoncino da dietro e lo sollevò.
"MA CHE CAZZO?!"urlò lo zio "FERMO!
FERMO!
NOOO!
OH DIO!
FAMMI SCENDERE!
CAZZO!
CAZZO!"
Il mezzo fu fatto cadere,lo zio urlò,il cofano urtò con il suolo,lo zio sbatté la bocca sul volante e la pelle tra la mandibola e la mascella si ruppe completamente.
Lo zio si riprese dopo pochi secondi e appena si mosse l'intera mascella gli cadde giù,rimanendo attaccata a malapena,così lui la prese con la mano e se la rimise a posto,poi guardò il buco insanguinato che era sul vetro e vide Brandon in mezzo al prato.
Il ragazzo gli si avvicinò,si tolse la maschera e toccò il sangue dell'uomo con l'indice della mano destra e lo guardò.
Brandon utilizzò il sangue per tracciare il suo simbolo sull'asfalto.
A casa la madre era in salotto e andava su e giù,parlando a telefono "Ciao,Mary,lo so,ti sto inondando di messaggi,solo che sono le 10 ormai e non si è ancora visto,quindi..."
"Magari ha detto qualcosa a scuola o..."disse il padre seduto su una poltrona.
"Magari ti ha detto qualcosa a scuola oggi oh...ecco..."disse la donna.
"Qualcuno che..."disse il padre.
"STA ZITTO!"urlò la madre "Dove voleva andare dopo scuola…
Io,lo so,straparlo,perché sono nel panico,perciò ti prego richiamami,grazie."
La madre riattaccò il cellulare "Per favore,la pianti?"
"Non ho detto niente."disse l'uomo.
Brandon,con la maglietta accartocciata in mano,e a petto nudo,entrò a casa.
"Oh mio Dio."disse la madre correndo all'ingresso con il padre "Tesoro!"
La madre lo abbracciò "Dov'eri finito?
Dov'eri?
Che è successo alla tua felpa?"
"Stavo giocando a pallone."disse Brandon.
"Hai giocato a pallone per tutto questo tempo?"disse il padre.
"Ecco...ehm...dopo scuola,Ron mi ha chiesto se volevo giocare,appena iniziata la partita mi hanno...dato una spinta e sono caduto per terra."disse Brandon "E...e tutti ridevano perché la felpa si è strappata,così ho deciso di tornare a piedi.
Lo so,avrei dovuto chiamarvi."
"Infatti."disse la madre.
"Ora...sono davvero stanco e vado a letto."disse Brandon.
"Ok,questa dalla a me."disse la madre che tentò di prendere la felpa.
"No."disse Brandon ritraendosi "No.
Non ti preoccupare.
Non fa niente."
Brandon salì di sopra
"Vengo su tra 2 minuti."disse le andarono in sala "Sta mentendo."
"È evidente."disse il padre "Te l'ho detto,se non facciamo qualcosa andrà sempre peggio."
"Cosa cazzo facciamo?"disse la madre.
"Non lo so."disse il padre.
"Magari dobbiamo parlare con qualcuno,ci serve uno specialista."disse la madre.
"Cosa?"disse il padre "E poi che gli raccontiamo?
Ciao,lui è nostro figlio,l'abbiamo trovato in una cazzo di navicella nel bosco!"
"Zitto!"urlò la madre.
"Che facciamo?"disse il padre "Avremmo dovuto pensarci molto tempo fa.
È colpa nostra!"
A notte fonda il padre dormiva e sognò quando lui e la moglie erano sul letto,la sera in cui avevano trovato Brandon,poi si svegliò,mise una mano sulla parte opposta del letto e vide che lei non c'era,poi si rimise a dormire e sognò il momento dell'impatto della navicella,con la moglie che urlava.
Alzandosi vide che la parete alla sinistra del letto non c'era più e che la spaccatura dava sul bosco notturno.
I rami e le radici coprivano parte delle pareti.
Rimase sconvolto per un momento nel vedere l'apertura "Cosa…?
Dory?
Dory?"
Il padre si alzò e andò nell'apertura camminando nel bosco "Dory?"
La moglie era di spalle,vicino ad un albero,dove era il mezzo di Brandon che emetteva luce rossa.
A terra c'era fumo e una scia.
"Dory?"disse il padre "Ehi,tesoro?
Che fai?"
La moglie si voltò e in braccio teneva un neonato avvolto in una coperta rossa.
"È un maschietto."disse la madre "Cercavamo di avere un bambino ed ora eccolo qui."
Lei sorrise in modo isterico.
Dal lenzuolo rosso iniziò a colare sangue,lei allungò la mano,gli occhi le divennero bianchi,mentre rideva istericamente e il sangue colava dagli occhi e dalla bocca.
Allungò a mano destra verso il marito "Eccolo qui.
È un dono."
Il padre si avvicinò,il bambino illuminò gli occhi di luce rossa e gli saltò addosso urlando.
Il padre si svegliò di colpo e il telefono squillò.
La moglie rispose.
"Oh Dio."disse il padre mettendosi giù.
"Pronto?"disse la madre che si alzò scossa "Cosa?"
La zia era nel corridoio bianco dell'ospedale e piangeva.
"Mary?"disse la madre di Brandon che la raggiunse e la abbracciò,con accanto il padre.
"Come va?"disse la madre.
"Non me lo fanno vedere perché la sua...dicono che la sua faccia è...tutta spappolata."disse la zia.
"Che è successo,l'hanno capito?"disse la moglie.
"Ehm...l'hanno trovato sulla statale,pare che abbia sterzato per evitare un cervo..."disse la zia singhiozzante "Devono fare gli esami tossicologici per vedere se aveva bevuto.
Lui aveva bevuto?"
Il padre scosse la testa "No,si era...sol birre...io non le ho contate."
"Mio Dio."disse la madre.
"Come sta Brandon?"disse la zia.
"Lui sta bene."disse il padre "Non gli abbiamo detto niente."
"No,poi e rientrato a casa?"disse la zia.
"Si,è tornato."disse la madre.
"Ok,grazie a Dio."disse la zia "Almeno una notizia positiva stanotte.
Meno male.
È passato da me,ma non ricordo quando è andato via,quindi sono contenta che stia bene."
"È...è venuto da te?"disse la madre.
La mattina seguente Brandon era in cucina e mangiava i cereali sul una specie di bancone della cucina,che aveva la parte superiore di legno,le parti laterali e frontali di mattoni e la parte sotto era cava.
I genitori lo raggiunsero.
"Buon giorno,amore."disse la madre,avvicinandosi al bancone,mentre il padre si mise seduto sul piano vicino al lavandino "Ascolta,c'è una cosa di cui vorremmo parlare con te.
Probabilmente sarà un duro colpo.
Tuo zio,Noah,ha avuto..."
Lei guardò il padre.
"È morto questa notte."disse il padre.
"Ok."disse lui mettendosi a mangiare di nuovo.
La madre gli toccò l'avambraccio sinistro "Brandon,ma hai capito?
Tuo zio Noah se n'è andato,è morto."
Lui li guardò ancora "Volete che mi metta a piangere o cosa?"
"Tu vuoi piangere?"disse la madre.
"Brandon?"disse il padre "Sappiamo che eri dalla zia Mary,ieri notte."
La madre fece cenno al padre di fermarsi,poi si rivolse al figlio "Tesoro,sono la tua mamma,io starò sempre dalla tua parte,ma se sai qualcosa su quello che è successo allo zio Noah,tu devi dircelo."
"Non so che gli è successo."disse Brandon "Non gli farei mai del male,gli voglio bene."
"Sono cazzate,ci sta mentendo!"disse il padre.
"Kyle."disse la madre.
"Sappiamo che eri li."disse il padre avvicinandosi ed indicandolo "Che cos'altro ci stai nascondendo?"
"Vuoi calmarti?"disse la madre.
"Eri nella stanza di Katelyn?"disse il padre.
"Era al campeggio con noi."disse la madre.
"Dov'eri la sera in cui è scomparsa la mamma di Katelyn?"disse il padre.
"Non serve a niente se..."disse la madre.
"STA MENTENDO SPUDORATAMENTE!"urlò il padre.
"Me ne vado di sopra."disse Brandon che si mosse,girò intorno al piano e fece per andarsene.
"Dove vai?"disse il padre che gli afferrò il braccio destro "No,tu non vai da nessuna parte finché non c'avrai raccontato tutto!
QUI!
ADESSO!"
"KYLE!"disse la madre mettendosi alle spalle del ragazzino "ME NE OCCUPO IO!"
"NO,NO,NO!"urlò il padre afferrandolo con entrambe le mani"HAI FATTO DEL MALE A NOAH?
CHE COSA GLI HAI FATTO?
ERA MIO AMICO E TU..."
"LASCIAMI ANDARE!"urlò Brandon che gli diede una spinta,facendolo volare contro una credenza piena di piatti che fu frantumata.
La madre rimase a bocca aperta.
"Brandon..."disse la madre.
Il figlio guardò male il padre.
Lei gli toccò le spalle "Ora vai nella tua camera.
Vai nella tua camera."
Brandon se ne andò.
"Stai bene?"disse la madre avvicinandosi all'uomo "Tesoro."
"Se nasconde quella felpa ci sarà un motivo."disse il padre.
"Amore?"disse la madre.
Brandon andò a farsi la doccia.
Il padre salì rapidamente le scale e andò nella sua camera,frugando sotto il letto,nella cesta,nei cassetti,nello zaino,nel baule,dietro le foto e poi guardò dietro il mobile dei vestiti,trovando un vestito sporco di sangue.
"Oh merda."disse il padre sconvolto.
"Papà?"disse Brandon,che aveva un asciugamano dalla vita in giù.
Il padre si voltò e nascose la maglietta dietro la schiena,sotto la felpa.
"Brandon."disse il padre "Volevo chiederti scusa.
Stiamo passando un brutto momento e...non avrei dovuto dirti quello che ti ho detto."
"Ok."disse Brandon.
Il padre portò la madre in un'altra camera e chiuse la porta.
"Che c'è?"disse la madre.
Il padre le diede il grembiule "Eccolo qua."
"Può essere di chiunque."disse la madre.
"No,ecco perché ce l'ha nascosto ieri sera!"disse il padre "È di Noah il sangue."
"Come?"disse lei "Come potrebbe aver ucciso Noah facendolo sembrare un incidente stradale?"
"CHE NE SAI TU DI CHE CAZZO È CAPACE?"disse il padre.
"Noah era ubriaco."disse la madre "E ha distrutto la macchina perché tu l'hai lasciato guidare..."
"No,no,no."disse il padre.
"...e vuoi far ricadere la colpa su tuo figlio,un ragazzino gracile di 12 anni..."disse a madre.
"Ma hai visto la forza che..."disse il padre.
"Tu stai rendendo una situazione difficile impossibile..."disse la madre.
Il padre le afferrò le braccia "Amore,dobbiamo fare qualcosa.
Se no altre persone finiranno male.
Ci saranno altri morti,devi ascoltarmi,ti prego!"
"Non potrei mai mettermi contro nostro figlio."disse la donna.
"NON È NOSTRO FIGLIO!"urlò il padre afferrandola per le braccia "È un essere che abbiamo trovato nel bosco."
La madre si allontanò e gli diede uno schiaffo "Come osi dirmi una cosa del genere?"
La madre gli diede una spinta "COME CAZZO OSI DIRMI UNA COSA DEL GENERE?!"
La donna corse fuori.
"Tesoro,per favore,ascoltami."disse il padre "Ci sta uccidendo."
Il Sole spendeva sul paese.
Lo sceriffo era nel suo ufficio e guardò le foto dell'incidente di Noah,notando il segno sulla strada,poi lo confrontò con le foto del locale della cameriera e vide lo stesso simbolo.
Prese la foto dell'incidente e la guardò,poi osservò attentamente il fascicolo della donna scomparsa.
Il pomeriggio e la sera avevano il cielo coperto di nuvole sopra la fattoria.
Gli alberi erano spogli.
La sedia a dondolo si muoveva da sola
Il padre,in salotto,guardò una scatola piena di foto e ritagli fatti da Brandon,come lavoro scolastico e poi pianse.
L'uomo raggiunse la moglie a letto.
Lei rimase girata a destra.
"Come stai?"disse lui che la accarezzò "Lo porterò con me.
Lo porterò con me questo week end.
Noi 2 soli.
Ce ne andiamo a caccia.
Io e lui."
La moglie gli accarezzò la mano.
Il giorno seguente,Brandon caricò una borsa sul furgoncino azzurro del padre,mentre il padre metteva l'attrezzatura sul retro.
"Non dimenticare questo."disse la madre che diede i guanti a Brandon "Ti prego,mettiteli."
Il padre chiuse il retro del furgone.
La madre baciò Brandon e lo accarezzò "Tu sarai sempre il mio bambino.
Anche se diventi sempre più alto.
Divertiti con tuo padre,ok?"
"D'accordo."disse lui che salì.
"Cintura."disse la madre e Brandon la mise.
"Ci vediamo domenica."disse il padre che mise in moto il furgone.
La madre rimase a guardarli.
I 2 restarono in silenzio nel furgone.
Poco dopo Brandon e il padre,che aveva il fucile,camminarono nel bosco.
Avevano tutt giacconi rossi.
La madre si mise a dipingere,ma poi vide la macchina dello sceriffo ed uscì.
"Buon pomeriggio,Dory."disse lo sceriffo.
"Salve."disse la madre.
"Tuo figlio è in casa?"disse lui.
"Oh,Brandon è andato a caccia con suo padre."disse la madre restando sulle scale fuori casa "C'è qualche problema?"
"Forse puoi rispondere tu alla mia domanda."disse lo sceriffo che mostrò il simbolo"Ti dice qualcosa?
È una specie di simbolo che abbiamo trovato nel posto in cui scomparsa Erica e dov'è morto Noah."
"No..."disse la madre "Sembra un...mi da l'idea di un simbolo occulto."
"Potrebbe."disse lo sceriffo"All'inizio lo pensavo,ma poi mi è venuta in mente una cosa.
Potrebbe essere "BB"forse.
Come Brandon Breyer."
"Non mi sembra."disse lei dandogli la foto.
"Ti dispiace se entro a dare un'occhiata?"disse lo sceriffo.
"Si,mi dispiace."disse la madre "E mi dispiace che accusi un bambino di 12 anni di chissà cosa.
Anzi,credo che dovresti andare."
"D'accordo."disse lui "Ma lo sai che tornerò."
Lei tornò dentro e corse al piano di sopra.
Brandon si accucciò a terra "Impronte di cervo."
La madre aprì il suo zaino e trovò il quaderno con la copertina piena di simboli uguali a quello mostrato dal poliziotto.
"Sembrerebbe che ce ne sia più di uno."disse il figlio.
Il padre gli puntò il fucile alla testa.
La madre aprì il quaderno e lo trovò pieno di simboli uguali,in rosso e blu,disegnati con varie dimensioni e messi uno accanto all'altro,riempiendo tutti gli spazi.
Sconvolta continuò a girare le pagine.
Il padre caricò il fucile.
La madre vide disegnato Brandon,con il mantello e la maschera,mentre faceva uscire dei raggi dagli occhi verso la porta blindata dietro la quale c'era la cameriera con l'occhio insanguinato.
Il disegno successivo mostro Brandon con a maschera e gli occhi luminosi.
Il disegno successivo,mostrava l'occhio trafitto dal vetro e la cameriera che urlava e c'erano anche i simboli disegnati vicini.
Il padre mirò attentamente.
La madre vide il disegno,dove Brandon sollevava il furgone dello zio,poi lo zio con la mascella spaccata e penzolante,poi trovò una pagina piena di scritte che dicevano: "Prendi il mondo".
Il disegno successivo mostrava Brandon a mezz'aria,con un raggio che usciva dal viso e colpiva la Terra spaccandola.
La madre lasciò cadere il quaderno a terra.
L'ultimo disegno mostrò una serie di cadaveri ammassati e mutilati,uno sfondo rosso e Brandon a mezz'aria,sempre con maschera e mantello,e aveva le mani insanguinate.
Il padre premette il grilletto e il proiettile rimbalzò sulla testa di Brandon.
Il ragazzo mise la mano sul cranio,più che altro spaventato,poi si voltò verso il padre fissandolo.
Il padre era terrorizzato ed inorridito,poi caricò di nuovo il fucile e quando alzò lo sguardo Brandon non c'era più.
"Brandon?"disse il padre che corse via "Merda."
Dietro di lui,Brandon volò a velocità supersonica dal basso verso l'alto.
Il padre se lo trovò a terra davanti a se improvvisamente.
Aveva messo la maschera e il mantello.
Indossava una felpa blu scuro,con maniche bianche,jeans blu e scarpe nere.
Il padre corse da un'altra parte e Brandon gli volò addosso,mandandolo a terra e facendo cadere il fucile.
L'uomo si voltò e vide Brandon camminargli contro.
"Ti prego,fermati."disse il padre strisciando all'indietro e mettendo il braccio sinistro davanti a se"Ti prego.
Oh Dio."
Brandon gli afferrò la giacca con entrambe le mani.
Il padre provò a liberarsi,ma senza successo.
"Brando,ti prego fermati,non farmi del male."disse il padre "Ti prego,ti prego.
Brandon,mi dispiace."
Gli occhi di Brandon si illuminarono e il raggio laser colpì quelli del padre,facendolo urlare,ustionandogli il volto e trapassandogli il cranio.
Il corpo del padre cadde a terra e Brandon rimase a guardarlo.
Scese la sera e il cielo si fece blu.
La madre era a casa e faceva avanti e indietro,con il cellulare all'orecchio "Dai,rispondi!
Kyle,mi dispiace,avevi ragione.
Amore avevi ragione.
L'ha ucciso lui.
Lui ,Brandon...Brandon ha ucciso Noah.
E...Kyle…"
"Mamma."disse Brandon.
"Brandon."disse la madre sedendosi "Dov'è papà?"
"Mi ha sparato."disse Brandon "Pensava di potermi uccidere.
Se n'è andato."
"Che vuol dire andato?"disse la madre singhiozzante.
"Lo sai."disse Brandon.
"No...no,non lo so dove..."disse la madre piangendo "E tu?
Dove sei?"
"Sono a casa,mamma."disse Brandon che era a mezz'aria,guardando l'ultima zona luminosa del cielo.
Era sospeso a decine di metri da terra,con la maschera e il mantello.
Mise giù il cellulare e lo stritolò con la mano destra facilmente.
"Brandon?"disse lei.
La madre si alzò e improvvisamente la casa tremò,dopo un boato.
La madre urlò dalla paura,mentre si udivano le urla di rabbia di Brandon.
Ci fu un altro boato,che fece tremare la casa e cadere diversi oggetti.
La madre scese le scale,quando ci fu un altro colpo che fece cadere l'intonaco.
Arrivata di sotto,corse in cucina,mentre la casa tremava,i quadri caddero e le urla di Brandon si sentirono ancora.
La madre si accucciò sotto il piano dove Brandon aveva fatto colazione e chiamò il 911"Rispondete,vi prego,rispondete.
Vi prego aiutatemi...vi prego."
"911."disse una voce femminile.
Brandon trapassò le pareti della cucina da sinistra a destra,facendola urlare,poi passò dietro al banco,trapassando la cucina dalla parte opposta e facendola urlare di nuovo.
Affacciandosi,vide la finestra rotta e Brandon a mezz'aria,poi rimase nascosta.
Lo sceriffo era nell'auto e orma era notte.
La voce femminile lo contattò alla radio "Chiamata dalla casa dei Breyer.
C'erano delle urla e poi è caduta la linea."
"Merda."disse lo sceriffo "Sto andando."
Lo sceriffo voltò l'auto.
Lei si affacciò di nuovo e vide che Brandon non era più sospeso in cielo,poi rimase nascosta per qualche altro secondo,infine uscì di corsa.
Lo sceriffo arrivò davanti alla casa insieme alla macchina dell'agente femmina.
La casa aveva un buco sulla parte destra,al secondo piano, ed era piena di buchi sulle pareti.
I 2 scesero dall'auto.
L'agente aveva il fucile a pompa.
"Ma che cazzo…?"disse la donna.
"Già."disse lo sceriffo.
La madre si accasciò ad una parete.
"Dory!"disse lo sceriffo "SONO LO SCERIFFO!
DOVE SEI?
SEGUI LA MIA VOCE,DORY!"
"SONO QUI..."disse lei che si stava muovendo,ma Brandon trapassò la parete alla sua destra e poi proseguì sfondando gli altri muri.
"Gesù Cristo,che cazzo era?"disse la donna.
"DORY!"urlò lo sceriffo.
Lei raggiunse l'entrata.
"Stai bene?"disse lo sceriffo.
"No,no,no,no,no,no."disse la madre.
Brandon volò a velocità supersonica,afferrò lo sceriffo e lo trascinò via,lasciando una grossa scia di sangue,all'entrata,sul prato e sulla staccionata che era stata trapassata,facendo urlare a madre.
L'altra agente era sconvolta "Via..."
L'agente la spinse in casa "Al riparo.
VAI!"
La madre corse di sopra.
L'agente entrò nella casa e parlò alla radio che aveva sulla spalla,ma le interferenze non permettevano di trasmettere "Nasconditi!
Nasconditi!"
"Mio Dio."disse la madre piangendo.
"Mi servono rinforzi!"disse l'agente "A casa dei Breyer!
Richiesta urgente!"
La madre si nascose sotto il letto della sua camera.
"C'è un tentativo di omicidio!"disse la donna "Mandate rinforzi,ripeto!
Ho bisogno immediato di rinforzi!
Ripeto,ho un tentativo di omicidio in corso a casa dei Breyer!
Servono rinforzi immediatamente!"
La donna si spostò in un corridoio che aveva una scia sul muro e ,guardando nella stanza oltre il corridoio, vide Brandon con gli occhi luminosi fuori dalla finestra.
"Se qualcuno può sentirmi, il sospettato è all'esterno."disse la donna che alzando lo sguardo non vide più Brandon che ora era dietro di lei.
La madre udì le urla,poi la donna fu scagliata verso il soffitto e lo sfondò,andando contro il soffitto del secondo piano,fuori dalla stanza della madre,urlando a squarcia gola,poi fu sbattuta da una parte all'altra decine di volte fino ad essere ridotta una poltiglia.
Fu lanciata contro delle vetrata e poi ricadde a terra.
Brandon fischiò e la madre vide i piedi del figlio sospeso a mezz'aria che si muoveva,poi lui uscì dalla stanza.
Lei uscì da sotto il letto,aprì la finestra,uscì dalla camera,tenendosi al davanzale.
Brandon volò nella stanza a velocità supersonica e si fermò a mezz'aria con gli occhi rossi,poi si chinò a sinistra per guardare sotto il letto.
La madre cadde e si fece un taglio su una mano.
"La navicella..."disse la madre guardandosi la mano "Si era ferito..."
La madre corse zoppicando verso il fienile.
Brandon sfondò una parete e restò sospeso a mezz'aria sopra la casa.
La madre arrivò nella stanza della botola e la aprì,mentre Brandon trapassava il fienile urlando.
Toccando la navicella,la accese,sentendo la voce e le luci lampeggianti illuminarono il cadavere nudo della cameriera,appeso alla parete e sventrato.
Accanto era stato dipinto il simbolo con il sangue.
La madre si spaventò vedendo il corpo.
"Erica."disse la madre sconvolta,poi staccò un pezzo del mezzo,che aveva la parte frontale rotta e ne ricavò un pugnale.
Uscendo dalla botola,mise il pugnale nella cintura,sulla parte posteriore "Brandon?
Dove sei piccolo?"
La madre cominciò a camminare "Brandon?
Dove sei piccolo?
Brandon?"
La madre fischiò "Dove sei piccolo?"
Sentì un fischio in risposta alle sue spalle,dovo aver sceso una scaletta e,voltandosi,vide Brandon.
"Brandon..."disse lei singhiozzando e avvicinandosi "Ascolta,io non ho mai smesso di amarti.
Io credo...io credo ancora che tu sia una benedizione che è scesa su questa terra."
Lei gli tolse la maschera e gli mise le mani sul volto impassibile "Quando ti trovammo eri così piccolo e noi non potevamo far altro che proteggerti.
Qualunque cosa tu abbia fatto,io so che dentro di te,c'è del bene."
"Voglio fare del bene,mamma."disse Brandon "Lo faccio."
Lei lo abbracciò e alzò la mano con il pugnale"Tu sarai...per sempre...il mio bambino!"
Lei abbassò il braccio,ma lui le afferrò il polso e con un gesto le fece perdere l'arma,guardandola furioso.
"Perdonami,mi dispiace."disse lei e lui le mise le braccia intorno al corpo,volando fuori dal fienile.
I 2 trapassarono il tetto di legno e raggiunsero un'altezza sopra le nubi.
La madre aveva il volto pieno di sangue e accarezzò il volto di Brandon,che poco dopo la lasciò cadere.
Brandon guardò a sinistra e vide un aereo che gli volava contro.
Il giorno dopo la casa era distrutta e c'erano i resti dell'aereo tutt'intorno.
Su uno dei rottami c'era il simbolo di Brandon,disegnato con il sangue.
La zona brulicava di mezzi e pompieri.
Un uomo era al telegiornale e parlava "Notizia dell'ultim'ora.
Un aereo è appena precipitato sulla piccola cittadina di Brightburn,Kansas.
I dettagli non sono ancora chiari,ma sembra che non ci siano sopravvissuti tra i 268 passeggeri a bordo.
Gli investigatori stanno cercando di appurare le cause dell'improvvisa perdita di quota dell'aereo che si è schiantato contro questa piccola fattoria.
Tra le vittime,anche i proprietari dell'appartamento Kyle e Dory Breyer.
Unico sopravvissuto,il figlio di 12 anni,Brandon."
Brandon era seduto sul retro di un ambulanza e mangiava un biscotto al cioccolato,sorridendo.
Poco dopo al telegiornale,si parlava di una figura misteriosa sulla cittadina.
Il cielo era nuvoloso e Brandon era sospeso a mezz'aria,con il mantello e la maschera.
Uno dei palazzi del paesino crollò e dalle macerie uscì Brandon,volando verso l'alto.
Dall'esterno la cittadina era avvolta in un'immensa nuvola di fumo nero.
Un elicottero volò sul campo e vide l'enorme simbolo di Brandon marchiato a fuoco sul terreno.
Un uomo su YouTube parlava di questi eventi mostrando la foto di Brandon
L'uomo aveva i capelli in parte bianchi,indossava una giacca nera ed era seduto ad una scrivania.
"I media tradizionali come al solito,cercano di rifilarvi un mucchio di stronzate!"disse l'uomo mostrando la foto di uno strano essere sottomarino "Come quel mezzo uomo,mezza creatura marina che rovescia i pescherecci nel mare a sud della Cina!
Come quella che vi dicevo giorni fa!
Quella specie di stregona che strangola la gente con cavi e corde!
Sono tutti la fuori.
Sono tutti in attesa!
E tutti loro...CI MANGERANNO LE PALLE PER COLAZIONE SE NON CI MUOVIAMO PRESTO E FACCIAMO QUALCOSA!"
La trasmissione venne interrotta.
