CAPITOLO TRE: VICINI ALLA META

Non fu la luce del giorno o l'interruzione del sonno ma i lamenti di Paloma esercitarsi su fantocci riempiti di paglia, gli attrezzi che lanciava sembravano coltelli o pugnali. Si girò su un fianco dando la schiena alla porta della cuccetta cercando di riprendere sonno ma pochi secondi dopo Paloma usò il blaster e addio sonno.

Con una mano sotto la nuca restò sdraiato supino fissando la doghe del letto sopra il suo decidendo di alzarsi.

La cabina di pilotaggio non si presentava ordinata agli occhi di Bond con scatole sparse e strofinacci sporchi di olio e grasso "Paloma?"

"Paloma?" Non sentì la voce di Bond chiamarla era troppo presa nel scagliare colpi sui fantocci "Se ti riferisci alla cabina sistemo appena ho finito promesso. Ho riparato un fusibile e ci ho messo del tempo per trovare del nastro isolante traci cassetti" gli uscivano i fumi dal naso ma poi sapeva la cabina di pilotaggio sarebbe tornata in ordine quanto prima senza diversi preoccupare "La tua partner sa come muoversi" s', alzò dal masso piatto avanzando verso Bond il piedi all'entrata della nave "Ho buone notizie" rispose col fiatone "Felix mi ha risposto con notizie positive: pare che i tuoi agenti scomparsi siano su Hoth" si sfilò la matita dai capelli annodati lasciandoli ondeggiare con un movimento del capo.

"Partiamo tra venti minuti" rispose con voce piatta 007 "Vieni con noi Jedi?"

"Verrò con voi" mostrando poi un sorriso, dopotutto Luke non le disse mai nulla riguardo a questo e lo trovò strano visto che è stato suo maestro e verso di lei riponeva fiducia. Paloma sfilò dai fantocci i vari coltelli riponendoli dentro ad un astuccio in pelle marrone deponendoli dentro ad una scatola in metallo sotto il materasso dell'letto a castello. Ci sarebbero voluti due giorni di viaggio per arrivare nel sistema di Hoth il che voleva dire che poteva godersi il relax fino a destinazione ma in quel momento desiderava farsi una doccia e levarsi di dosso tutto il caldo accumulato durante l'allenamento.

Con la salvietta attorno al petto si diresse a piedi scalzi nel bagno piccolo della nave passando veloce davanti alla cabina di pilotaggio.

Il box doccia a vetri opachi occupava l'angolo accanto alla porta, lasciò scorrere acqua calda sul collo per diversi minuti sciogliendo i nervi accavallati poi si insaponò tutto il corpo affollando il bagno di vapore tanto che lo specchio si appannò.

Nei due giorni di viaggio affilò i propri coltelli e saggiò la propria bravura con la spada laser di Rey anche senza possedere la forza, si mosse molto bene con movimenti fluidi e puliti "Devi ringraziare la CIA saranno state le mie ore di training "Sei sicuro di non voler provare?" Bond negò quel desiderio preferendo solamente guardare "Ti perdi tutto il divertimento" riferì divertita ma in realtà provò anche lui una volta esercitandosi con la spada laser del proprio amico defunto ma non volle condividerlo "Ti ho capito sai? Sei un gatto che preferisce leccarsi le ferite da solo"proferì Rey "Può darsi".

Sul pianeta Hot vennero riutilizzate come base sicura la vecchia stazione Echo usata dalla resistenza. In gran parte era distrutta ma una buona parte venne sistemata ed adibita come base temporanea con nuovi computer e nuove armi in caso di attacco. Il ghiaccio era solido sotto i piedi ma altrettanto scivoloso, la base distava solamente un chilometro a piedi "Deve essere quella la base. Non manca molto" Bond reggeva una bussola e un binocolo in dotazione dell'MI6 che rivelava anche il calore termico "Rilevo calore termico all'interno della base". Affrettarono il passo aprendo la porta stagna, si portò sulla fronte gli occhiali scuri ed accese le luci dei faretti alle pareti del corridoio. Con passo lento procederono lungo il corridoio cercando di usufruire dei percorsi agibili aspettandosi qualunque cosa.

Infondo al corridoio l'ultima porta sulla destra era aperta, una piccola fessura facile spingerla con le mani. All'interno una stanza buia "Vado io per primo" disse 007 varcando la soglia "La luce non funziona qua dentro" fattosi largo nel buio una mano gli afferrò il polso sbattendolo con la faccia contro alla parete "Mostrate il vostro volto" riconobbe la voce di Felix Leiter "Felix?"

"Bond!" lasciò nell'immediato la presa stirando le pieghe del cappotto con le mani "Mi spiace ma la prudenza non è mai troppa" abbozzò un sorriso "Avrei fatto ugualmente al tuo posto".

"Che ci fai qui?"

"E' semplice ti aspettavo è ovvio! Volevo unirmi alla tua crociata"

"Bastava che mandassi un messaggio sub spaziale per avvertirmi" suggerì la spia inglese "E che divertimento c'è?!". Con qualche parola di circostanza circondò l'amico in un abbraccio mostrando loro un sopravvissuto; Felix spiegò che le spie inglesi si trovavano qui per scortare altri Jedi in salvo ma durante la guerra col primo ordine gli assaltatori tornarono su Hoth e presero in ostaggio le de spie "Chi ti ha detto tutto questo?"

"il mio nuovo informatore, Torv è il suo nome, un Twi'lek verde gli ho promesso di portarlo dove voleva.

Felix condusse loro in una stanza adiacente consegnando il Twi'lek a Paloma "Ti va di portarlo su Coruscant? Ho la mia nave" la collega annuì accettando l'incarico senza discutere "Vengo con te se non ti dispiace" la Jedi preferì accompagnare la donna su Coruscant. Il quartiere dove il Twi'lek abitava non si addiceva ad una donna e per sicurezza la volle accompagnare, magari una spada laser avrebbe messo soggezione.

"Sono su Kamino" annunciò l'informatore "Sentii che tenevano una base sul pianeta dei clonatori, magari le persone che cercate sono ancora li ma i Jedi nascosti qui furono lasciati andare e non so dirvi altro".

"Va bene allora io e Felix andiamo su Kamino vi aspetteremo li"Felix scambiò un'occhiata di gelosia verso il collega inglese nel dare gli ordini, in definitiva, la missione era in mano a Bond.