CAPITOLO SEI: LIMBO
Bond si rialzò da terra e stordito si accorse d'essere in un posto totalmente anonimo, ovvero che lo spazio attorno a sé era bianco. Serrò gli occhi credendo che fosse solo un sogno ma una volta riaperti non cambiò nulla tranne che una figura conosciuta apparve in piedi davanti a lui.
"Questo è un sogno ti ho visto cadere" restò impalato a fissare con grande stupore il volto amico "La realtà è solo una percezione" si alzò abbracciando forte il Jedi "Se tu sei qui vuol dire che qualcosa non va in me. Non sai quante volte avrei voluto vederti tornare" il Jedi sorrise indicando con un cenno di testa una finestra e fuori dai vetri appariva una vecchia Coruscant splendere sotto il bel tempo primaverile. Bond lo seguì a sua volta guardando da quella finestra "C'è pace qui, tanto che vorrei restarci"
"È quello che vuoi?"
"Perché no? Vengono alla menti certi ricordi ...". Il Jedi amico spalancò le ante invitandolo a varcare la soglia "Cosa ricordi?" Ci pensò qualche istante ma vide solo nebbia poi i pensieri iniziarono a muoversi "Mi trovavo su Coruscant al senato, dovevo attaccare la Spectre e poi mi sono svegliato qui" il Jedi indicò la ferita all'addome aprirsi, in quell'istante gli diede la spada laser intimandolo per afferrarla.
Afferrata si risvegliò in un letto dentro una piccola casa in pietra. Dalle fessure si intravedeva la luce del giorno e l'odore di salsedine. Dolorante si alzò dal letto controllando la ferita curata sull'addome "Non dovresti alzarti ancora" Paloma lo vide a distanza in piedi sulla poeta mentre risaliva la collinetta con in pungo diverse conchiglie "Che ci facciamo qui?"
"È stata un'idea di Rey portarci su Ahch-to per la ritirata e poi tu eri ferito" lasciò le conchiglie nel barattolo portando una sedia fuori aiutando Bond nel sedersi "Non mi serve una mamma chioccia che mi venga dietro".
Paloma con un sorriso gli porse del cibo e del caffè preso dalla nave "A me fa piacere". La lasciò fare con aria rassegnata tanto non disponeva di grandi forze per abbandonare il pianeta e terminare la missione, in quel momento so sentì un rudere dipendere da altri. Eppure Paloma si dimostrava molto umana nel gestire lui anche con il piacere di farlo "Lei dov'è?"
"A pesca?"
"A pesca?" Ripeté "Gente come noi non va w pesca"
"E tu perché ti lamenti sempre?" Concluse lei sedendosi accanto per finire la collana di conchiglie.
Passò due settimane sull'isola per riprendersi, nuotava, leggeva, correva su e giù per pendii. Con la famiglia comunicavano su canali sicuri ma l'idea di stare inattivo così a lungo senza fare nulla lo mandava in crisi "Novità?" Domandò a Rey ansimando dopo la corsa "Non lo so ancora sto valutando una soluzione ma è troppo rischiosa" la guardò in disbieco "Hai mai sentito parlare di viaggi temporali? So che potrebbe essere l'unica soluzione ma è sconsigliata". 007 fu interessato dalla proprosta fatta ma il timbro di voce usato da Rey denotava preoccupazione "Potrebbe essere rischioso si dice che incontrare il proprio doppio porta male" evidenziò un sorriso simulato e aggiunse: "Riuniamo gli altri e definiamo una linea d'azione".
La Spectre si espandeva come una piovra allungando i tentacoli verso i pianeti della vecchia repubblica ma l'orlo esterno non fu ancora toccato. I vecchi fedeli del primo ordine si dispersero altri invece senza alcun leader si unirono alla Spectre.
Pithous II (chiarisco inventato da me) si trovava nell'orlo esterno conosciuto da pochi per il portale del tempo o portale magico, una passaporta per viaggiare nel tempo. Rey mostrò la mappa stellare mostrando il puntino luminoso "Pithous II è il nostro pianeta" lo indicò col l'indice "Si trova fuori dall'orlo esterno, io ve lo ripeto è una pessima idea ma non abbiamo alternative migliori e per di più James non è ancora del tutto informa"
"Datemi un arma e lo sarò" rispose con tono piatto "Ammetto che si tratta di una pazzia ma potremmo avere un vantaggio sulla Spectre e so anche che siamo in svantaggio numerico ma uniti ci riusciremo".
"E una volta sul pianeta?" Chiese Felix perplesso del tutto accigliato "Non so come funzioni" disse dispiaciuta "Non volevo arrecare sconforto ma ne ho solo sentito parlare e fonti certe dicono che ci sia un guardiano sul pianeta" il morale della squadra sembrava calato e nonostante ciò volle continuare questa folle impresa "Vedremo quando giungeremo sulla superficie di persona quello che ci aspetterà". La Jedi assomigliava quasi ad una ragazza in piedi davanti a tutta la classe sostenere l'interrogazione di matematica, l'equazione da completare però non dava la soluzione finale.
