"Itachi!" Naruto aveva raggiunto l'altro di corsa. Si era pentito subito di essergli piombato alle spalle trafelato in quel modo, aveva l'aria di uno che scappava da una catastrofe.
Ma non aveva potuto fare diversamente, il moro, pur camminando con calma, gli era quasi sfuggito. Di nuovo.
Se non fosse stato Itachi, sai che figuraccia. Se fosse stato lui, lo avrebbe allarmato inutilmente.
Naruto cercava di ricomporsi sfruttando i pochi istanti che l'altro aveva impiegato per voltarsi. Pessimo risultato, non era riuscito a smettere di sudare e ansimare.
Impossibile, Itachi era lì davanti a lui. Naruto sentiva la terra mancargli sotto i piedi. Ma non era quello il momento di lasciarsi andare alle emozioni, Itachi aveva bisogno di aiuto e questa doveva essere la priorità.
Perché Naruto lo amava.
Il moro aveva fatto un passo indietro sorpreso, il movimento del collo aveva svelato un profondo respiro mozzato. Non era spaventato, ma non si era aspettato l'incontro.
"Naruto, che sorpresa" un lieve sorriso incurvava le labbra di Itachi, era dolce e sincero.
La gioia per aver incontrato Naruto era reale nonostante Itachi cercasse di trattenerla, le mani che stringevano le due buste di plastica erano morbide. Le gambe, strette nei jeans a sigaretta, in una posa rilassata. Era sempre più magro, il viso sembrava scomparire dietro agli enormi occhiali da sole. Su di lui erano orribili, Naruto si chiedeva perché uno così elegante avesse indossato un accessorio del genere. Sembravano non essere suoi, ma se li aveva chiesti in prestito significava che gli piacevano. Strano, per quel poco che lo conosceva Naruto avrebbe giurato che Itachi avesse tutt'altri gusti.
"Itachi, sei sparito da più di una settimana" non era necessario aggiungere altro, Naruto lasciava libera l'apprensione di passargli dagli occhi. La sua e quella di Sasuke.
"Lo so, mi dispiace. Purtroppo mi si è rotto il telefono e ho avuto degli impegni urgenti."
Il moro aveva esitato, era una richiesta d'aiuto. Naruto era al corrente dello stretto rapporto che aveva con Sasuke e Itachi lo sapeva. La sua frase era rimasta in sospeso nella speranza che Naruto ne cogliesse l'assurdità.
Naruto si era accorto adesso di qualcosa che non tornava sul viso di Itachi, una lieve asimmetria di cui non capiva il punto esatto.
Qualcosa di diverso, di negativo.
Qualcosa di cambiato.
"Siamo preoccupati per te" il tono affettuoso di Naruto non era studiato per nascondere l'ansia, era reale "Vieni, alla gelateria c'è Sasuke e alcuni miei amici."
"Non voglio che Sasuke mi veda in questo stato" Itachi aveva deglutito a fatica, lottava contro la tentazione di mollare tutto, buttare le due buste in terra, stendere Naruto e gettarsi tra le braccia del fratello "Ormai lo conosci anche tu e sai che è impulsivo, non è il caso di fargli demolire mezza città. Puoi dirgli tu che sto bene, sono contento che siete diventati amici."
Itachi sorrise d'amarezza, sapeva che Sasuke non si sarebbe più fermato finché non avesse scovato Juugo. Itachi stava proteggendo il compagno a tutti i costi. Aveva imparato ad amare ciò che gli faceva male, si persuadeva di averne bisogno.
Nonostante il moro avesse gli occhi coperti, Naruto captava il suo dolore. Lo avrebbe volentieri scambiato con una spada conficcata nel cuore. Non era però riuscito a capire cosa esattamente doveva essere nascosto a Sasuke, in quale stato Itachi non voleva che il fratello lo vedesse.
Poteva essere più complicato del previsto. Itachi si crogiolava nella sua sofferenza, ogni volta che gli veniva tolta ne andava di nuovo a caccia.
Se fosse tornato da Juugo avrebbe potuto non uscirne mai più.
Itachi amava il dolore, ma Naruto doveva farlo innamorare di lui.
"Ti va se parliamo un po'?" Naruto inclinava la testa di lato, aveva bisogno di scalfire lo strato di sofferenza che Itachi aveva avvolto addosso come un bozzolo. Aveva bisogno di sapere.
Era necessario tutto il sangue freddo del mondo. Sasuke era lì, a pochi metri, e continuava a struggersi per il fratello che non si trovava.
"Perdonami, ma vado di fretta" Itachi aveva voltato le spalle a Naruto sull'onda di un sospiro rassegnato, era pronto a trasportare il suo macigno dovunque avesse programmato da quando era uscito.
"Se non mi spieghi che diavolo succede mi metto a fare casino, attirerò anche tutti gli altri, non solo Sasuke."
Naruto si sentiva un vomito per la scenata da donnetta isterica che era stato costretto a fare, ma se Itachi fosse tornato da Juugo avrebbe potuto essere la sua fine. Al termine di quella giornata Itachi doveva assolutamente essere in compagnia di qualcuno che gli volesse bene sul serio.
Naruto sentiva di avere la vita di Itachi tra le mani.
"Va bene, ma non qui."
Itachi aveva avuto l'aria di essere sollevato dopo il capitolare forzato.
Era la seconda volta, nel giro di un mese, che Naruto finiva seduto lì, sui ruderi di quel ponte abbandonato. Lasciava penzolare i piedi nel vuoto, tirava dei piccoli calci all'aria considerando che le acque che avevano inghiottito per sempre i suoi genitori non erano più così terribili.
Si era acceso la penultima sigaretta che aveva nel pacchetto. Aveva appena tradito Sasuke, stava lì a parlare con suo fratello mentre l'altro si affannava a cercarlo in ogni angolo, Sasuke era persino finito tra le mani di un narcotrafficante per di salvare Itachi, aveva ucciso per lui. Cosa poteva esserci peggio di questo?
Itachi al momento era tutt'altro che salvo, ecco, questo era atroce.
Lungo la strada, Naruto non aveva potuto fare altro che seguire il moro verso un posto in cui si sentisse a suo agio offrendosi di aiutarlo con le buste della spesa. Itachi aveva accettato che lui ne prendesse una, ancora un piccolo sorriso malinconico dietro gli occhiali da moscone.
La loquacità di Naruto sembrava essersi prosciugata. Certamente Itachi stava pensando che fosse uno stupido, prima lo aveva inviato a parlare e poi faceva scena muta.
Il cuore gli batteva all'impazzata e la situazione era delicata, il minimo errore avrebbe potuto generare un disastro. Non aveva fatto altro che lottare conto le gambe pesanti, si rifiutavano di muoversi ma Naruto non poteva permettersi di diventare rammollito proprio adesso che doveva aiutare la persona amata. Ne aveva passate di tutti i colori da quando era nato, ma la sola vicinanza di Itachi rendeva inutile qualunque arma Naruto avesse forgiato nel corso della vita difficile.
Con Itachi accanto il mondo diventava facile e sereno anche per uno come lui.
Si chiedeva spesso quale incantesimo Itachi gli avesse fatto. Naruto aveva cambiato la sua vita. Abbandonato, quasi senza accorgersene, tutte le cattive abitudini trasmettendo la positività anche a Konohamaru. Aveva iniziato a provare quella sana paura di morire che aveva iniziato a tenerlo lontano da pericoli e situazioni estreme.
Per Itachi.
Itachi avrebbe potuto non volerlo, non accorgersi mai dei sentimenti di Naruto. Il cuore del moro apparteneva a qualcun altro ma questo non avrebbe mai impedito a Naruto di sostenerlo qualunque cosa fosse successa.
Mentre seguiva Itachi, a Naruto venne naturale massaggiarsi la nuca, non aveva mai pensato a farsi un taccuino con l'elenco degli argomenti da proporre in casi come questo. E lì aveva ancora più della metà delle sigarette.
Una volta qualcuno aveva detto che il metodo migliore per rompere il ghiaccio è fare domande.
"Ci vieni spesso qui?"
Il moro non rispondeva. Stava con le gambe rannicchiate e incrociare, se le abbracciava, il mento appoggiato su un ginocchio. Con il capo chino, osservava l'acqua rombare sotto di loro. Ciocche corvine gli pendevano davanti alla faccia nascondendo quello che sfuggiva agli occhiali. Naruto si concentrava sul profilo del naso perfetto.
"Se ti piace non c'è niente di male, in fin dei conti è pittoresco" Naruto rideva per alleggerire la situazione, ma anche per la gioia di avere accanto Itachi.
Era lui, era lì. Ed era sempre vivo.
"Ho vissuto qui l'ultimo giorno della mia vita" nonostante il calibro delle parole, la voce di Itachi non perdeva il fascino della calma "È finita dieci anni fa, da allora è come se vivessi un fermo immagine."
La precisazione era servita per far capire a Naruto che non aveva intenzione di buttarsi di sotto adesso. Un modo come un altro per tranquillizzarlo.
Itachi non era toccato dalle emozioni, sembrava sotto anestesia. Qualcun altro aveva detto che l'indifferenza è la reazione più estrema alla sofferenza. L'ultima spiaggia dei meccanismi di difesa.
Nonostante gli occhiali e la cortina di capelli, Itachi era riuscito a scorgere comunque la faccia disorientata di Naruto.
Non esisteva altra via di uscita che portare a conclusione il discorso, Naruto era sbiancato e sembrava sull'orlo di un infarto.
Itachi aveva capitolato con un sospiro: "Capita spesso nella nostra famiglia, ci affezioniamo davvero una sola volta, tutto il resto sono solo delle seconde scelte."
Stessa cosa accaduta a Madara. Naruto aveva deglutito cercando di mandare giù il turbamento che quello strano ragazzo gli trasmetteva. Se voleva aiutarlo il momento era adesso.
Itachi. Inconsueto e fragile, ma lui lo amava.
Non stava tradendo Sasuke. Quel colloquio sospeso a diversi metri di altezza si sarebbe concluso con Naruto che riportava Itachi, per mano, verso la casa di legno. Serviva solo tanta pazienza.
"Riguarda i tuoi genitori?"
"Sei in fine osservatore, Naruto" Itachi aveva alzato finalmente la testa per dedicarli un sorriso "Hai visto la loro foto quando sei venuto a trovare Sasuke."
"Quella ragazza è tua madre?" Naruto aveva dovuto mandare giù la saliva per non strozzarsi "È così giovane che l'ho sempre creduta tua sorella."
"C'era una differenza di età di dieci anni tra lei e mio padre."
"C'era?"
Itachi era tornato a guardare giù, il suo sospiro era stata la risposta affermativa alla silenziosa domanda di Naruto. Sì, anche lei non c'era più.
"La foto che hai visto era il giorno del loro matrimonio."
"Ma tua mamma…"
"Non aveva l'abito da sposa, lo so" Itachi aveva alzato ancora la testa mite "Papà considerava queste cose troppo pacchiane, per lui la vera eleganza era l'austerità. Ma la mamma raccontava di lui sempre con il sorriso."
"Capisco" Naruto era tornato a ciondolare con le gambe nel vuoto, ora guardava anche lui verso l'acqua impetuosa "Però tu almeno una famiglia l'hai avuta, io non so nemmeno cosa sia."
Silenzio. Naruto aveva l'impressione che avrebbe potuto ascoltare il rombo dell'acqua per sempre. Una scena eterna, senza fine, Naruto ci si era perso nel mezzo con la testa completamente svuotata.
"Conosco la domanda che ti stai ponendo da dieci anni, Naruto."
La voce suadente di Itachi lo aveva strappato fuori dalla staticità. Naruto si era reso conto solo in quel momento quanta strada avesse fatto il breve pomeriggio dicembrino, la luce si affievoliva a vista d'occhio.
Era lui, il ragazzo che aveva fatto fuggire i bulli quella sera al parco. Non era stata una visione. Naruto aveva avuto l'impressione di conoscere Itachi da sempre perché era proprio così.
Dieci anni prima, quell'apparizione nel buio del parco aveva pronunciato il suo nome. Era stato l'unico ad averlo capito, l'amico che non aveva mai avuto. Peccato che Itachi fosse scomparso pochi minuti dopo per riapparire soltanto adesso.
Anche un mese prima Itachi aveva fatto la stessa cosa, proprio sopra quel ponte. Naruto tremava, il cuore gli pulsava nella gola, i polmoni gli sembrarono colmi di fiamme incandescenti ma respirare non era più necessario. Se Itachi avesse fatto quella rivelazione lungo la strada, Naruto non sarebbe riuscito a restare stoico sia pure con l'obiettivo di sottrarre Itachi al suo destino.
Naruto aveva ripreso a respirare, non era sicuro che avrebbe ripreso a vivere, ma almeno avrebbe potuto comunicare. Si era acceso l'ultima sigaretta.
"Perché non volevi tornare a casa?" domanda spontanea, era stato un bambino di otto anni a farla. Naruto si era addirittura risentito con la voce che aveva all'epoca.
"Molte cose sono difficili da capire e troppo diverse da quello che sembrano, Naruto" forse un lieve tremito nella voce di Itachi "L'idea che ti sei formato di famiglia appartiene a te, ma non è uguale per tutti. Non mi ero dimenticato di te, Naruto, ti ho riconosciuto subito aprendo gli occhi all'ospedale."
Il sorriso di Itachi era disarmante, se non avesse avuto gli occhi oscurati Naruto li avrebbe visti brillare.
"Non capisco, sei troppo contorto" Naruto aveva sbuffato tornando a guardare giù, ma il fascino di Itachi era anche questo. Il metodo migliore per rompere il ghiaccio era fare domande: "Poco fa hai detto che dieci anni è finita anche la tua vita. Qui, dove siamo adesso."
Itachi sospirava, stranamente aveva prodotto un suono udibile senza sforzo: " Quello che è successo qui non riguarda i miei genitori, era una persona che desiderava farmi un dono. Mi amava e io amavo lui."
