silenzio… esso dorme?... io dormo?

Sono uomo?

Sono un donna?

Sono…belva…?

Mi divinizzano… sono…divinità?

Memorie… io ricordo…. Poche… essenziali… nome… odio… vendetta…rabbia e…

Figlio? Mio…. Figlio… dove…. Figlio… lui…. Madre….io… surrogato… figlio.

Dove? Lui dove? Lui… dove?...lui….bisogno…lui morire…no me

Io ricordo…rabbia… sempre….Perchè?

Io non ricorda, no perfettamente…

S-sullyvahn?…. sullyvahn…Sullyvahn…

Conoscere… nome…. Io…ricordo…comincio ad assemblare…

So perchè… anche se le frasi faticano ad assemblarsi…

Mio figlio... non c'è più, è morto per sempre è solo colpa mia, avrei dovuto proteggerlo… l'ho giurato, ma io non sono neanche sua madre…

No io sono uno dei cinque cavalieri che servivano il Lord del sole…

Io ero il quinto che doveva sorvegliare il sole oscuro…io la falena… questo era il titolo…

Ho servito per secoli il sole oscuro, protetto rinunciando a seguire il mio amore più sincero, Ornstein del leone, per rimanere nella cattedrale e servirlo al massimo delle mie forze…

Era il mio compito e il mio affezionarmi a lui che mi hanno spinta a rimanere non ostante i miei veri sentimenti e la mia infelicità, c'era il raggio di una luna che mi dava la forza di rimanere…

Gestivamo tre congreghe, ma io mi unìì solo al patto della luna oscura, e come fedeltà chiusi i miei occhi e rinnegai ogni forma di sentimento che non fosse per il mio signore.

Ma in contemporanea ciò che reprimevo mi soffocava, urlava nelle mie orecchie, e anche a causa di questo che ho permesso quello che avvenne.

Dal nulla quando apparve avrei dovuto eliminarlo, un mago che affermava di voler aiutare le lune oscure, Sullyvahn… del mondo dipinto di Ariandelle, già da quello avrei dovuto sgozzarlo.

Ma lui si fidò, e io credetti a quella fiducia per quanto lo torchiarsi, serviva e si avvicinava, quasi spodestandomi…

Ciò che mi portò a un grandino più indietro fu quando voi vi faceste di lui il vostro braccio destro, e lì ero sospettosa, stavo indagando, ma lui agì sempre più veloce portandovi tramite veleno e inganni a cedergli il comando, ciò che portò anche a me a vegliare su di voi.

Eravate già fragile e di basso rilievo, ma voi provate sempre a rassicurarmi?

Ma voi… non ci siete più se solo avessi agito torchiandolo e scoprendolo, la tremenda battaglia che ho intrapreso non è uno scherzo.

Schierandomi con la famiglia reale, battendomi con schiere di cavalieri d'argendo, sacerdoti e adepti della via bianca…

Ma la forza che ardeva, la mia leggenda, le mie ali… quel giorno furono bruciate dal fuoco e squarciate alla base della mia schiena…

Ne portai nella tomba almeno 1 milione tra tutti, prima che… tu… mi implorasti… e io mi fermai…

Colpita non mortalmente, incatenata e strascinata via… lontana da voi… lontana dal mio sole oscuro…

Sbattuta in una cella, lasciata a perdere la forza e la volontà, come nel manicomio dei non morti, no sonno quanto preoccupazione.

Affogare…affogare nei miei dispiaceri, negli incubi, nell'angoscia…

Persi la sanità mentale in qualche modo, ma poi mi tirarono fuori conducendomi verso il punto più alto della cattedrale…

Ciò che provai vedendo lo squallido manipolatore, capo ora della via bianca, camminarmi d'avanti conducendomi mentre pronunciava ciò che definiva crimini…

La rabbia che mi invadeva cercando di liberarmi, e vi riuscì saltandogli addosso e cercando di strozzarlo, si stava diventando viola sotto il mio peso a schiacciarlo, i suoi servi mi hanno preso e cercando di tirarmi indietro ma colpendomi…

Ricordo il sangue che il colpo al cuore mi hanno inferto un buco, senza, lo guardai soddisfatta di non stare per morire come voleva.

Quando si riprese vedendo il buco sbiancò e ringhio, cominciando a correre mentre tutti mi strascinavano, tenendomi in vita con miracoli e miracoli, speravo in un spiraglio che non arrivò con delusione.

Arrivati alla torre più alto, una corda mi fu messa al collo, l'ultima cosa fu la faccia soddisfatta di quell'essere, per poi dirmi della vostra morta per mano di un cannibale…

Ricordo le lacrime sul mio volto nel realizzare la vostra morte in quel modo tremendo, vivo e mangiato da un terribile cardinale…

Poi il pavimento che manca, il lancio verso il vuoto, la corda tirare e il buio arrivare, non so fino a quando…

Non ricordo il dopo, solo una voce, una promessa e l'accordo che ne venne…

La mia rabbia, il mio Odio tornarono a bruciare con un intensità che poteva distruggere qualsiasi cosa, il mio corpo muta lentamente, mentre io perdo sanità mentale, ma ciò non mi fermerà dall'affogare.

Una volta falena… ora…c'è solo… una belva…attendo.

Soffro, cambio e perdo la capacità di parlare, ma non di pensare, così posso ancora provare a ravvivare le mie fiamme, anche perdendo sanità, mentre piango silenziosamente, nella mia mente si fa largo la ninna nanna che canta il mio capo che ricorda ancora, è arrabbiato per quel figlio che non ha mai avuto l'onore di conoscere e crescere…

E ricorda a me il mio compito quasi giunto al termine, punire chi ha ucciso il pargolo, intrappolando costoro in un sogno eterno…

Li ho richiesto dei servi che mi rafforzassero, con un supervisore infallibile, il vecchio… quell'uomo che mi hanno offerto come osservatore per il mio bestiame, prima affranto dalla moglie dipartita e poi dal tradimento della figlia che fuggì da quella città con uno straniero…

Tutti nodi al pettine, la giovane si fa strada e io lì ad aspettarla, al varco ha ucciso il pargolo nel sogno, con grande dolore del padre informe, ma io devo compiere fino infondo, tutte le anime saranno punite a morire ancora e ancora.

Ma qualcosa cambia, il ruolo, non sceglie di fuggire ancora come in passato, ma rimane e affronta il padre, uccidendolo e convocandomi, ed eccomi, grande e maestosa ma senza sanità.

Provo a farla diventare la mia prossima osservatrice, ma qualcosa in lei non va, e poi me ne accorgo, la mia insanità a lei non si attacca, lei ha consumato i cordoni, unico modo per sopravvivere a un mio incontro senza uscirne miei schiavi…

Sorrido l'idea di combattere, e ciò faccio lei è veloce ma io la abbatto, onore delle mie stregonerie unite alla mia nuova forma, mi batto come belva, ma sotto sono ancora cavaliere.

100 volte tornò e 99 lo battuta, ridendo e lasciandomi poi sconfiggere, poi niente d'avanti al nulla…

Mi sembrò un incubo tornare da capo, ma non ero io, ero solo io, la bambola sorride e io comprendo…

Non da capo, ma completa, il mio corpo bestiale si riforma ma poi riassumo la mia forma umana, la vecchia forma, ancora con la cicatrice sul cuore, mentre avanzo con la mia armatura, ora ho tutto guardo con dispiacere gli abiti della cacciatrice,e pronuncio una preghiera per lei…

Mi chiedo tra me e me se tutto questo era necessario, mentre guardo la luna del sogno farsi rossa a confermarmi che non manca fin troppo alla fine.

Il mio attuale padrone presto mi lascia andare, la mia rabbia confinata nell'attesa di diventare forte e preparata non si fa attendere, raggiunge il suo apice e scoppia nella fiamma più pura della frenesia.

Ho perso la mia umanità, la moralità e la divinità... ma ora...

Ricordando i dolori e i rancori che non ricucirò e perdonerò mai.

Il perché ho fatto questa follia e la rifarei ancora se ora potessi schiacciare ogni mente fragile di quei traditori d'argento addestrati dal mio amato…

Se solo avrò l'onore di portare all'inferno ogni membro della Via bianca…

Se potrò divorare Aldrich e chiudere la sua bocca in eterno, cancellando ogni sua profezia e affermazione mai fatta…

Se solo potrò far sentire piccolo e insignificante per ogni azione compiuta quel topo arrogante e pompato della sua carica, ridendo di ogni cosa…

Ma ormai da ridere per ironia della sorte non c'è rimasto nulla…

Proprio per una persona che non possedeva nulla, persi anche l'ultima cosa a me cara, rimasta vuota di tutto, ho solo un enorme fiamma che spetta solo di consumare tutto ciò che ha d'avanti a se.

Sto quindi per tornare a casa, quando paradossalmente una casa non c'è l'ho più.

Non salverò mai il mio signore, simile più a un figlio surrogato, che a un rapporto tra un cavaliere e un re, lacrime che cadono per l'ultima volta.

Guardo con le fiamme ardenti sul mio corpo mentre mi avvicino alla meta, preparatevi vili stolti che hanno lasciato che l'odio mi consumasse, perché ora chi vi attaccherà sarò si io, ma con altre forme e rabbie represse.

Io non sono più Flora, il grande essere della luna vincolato al sogno del cacciatore, e nutrice e madre di ogni cacciatore che sacrifica i suoi figli per gli echi che le portano a rafforzarsi.

Neanche Lora della Falena, cavaliere di Gwyn e protettrice di Gwyndolin sole oscuro della casata reale di Lordran.

Quei panni li ho smessi ora sono solo un essere vuoto che presto rimarrà vuoto di rabbia e della vendetta ma per ora io…

Io sono Lora l'eclissi di sangue, pronta a scagliarmi contro ciò che si frapporrà tra me e la mia vendetta, sbarcherò ondate di sangue se ciò mi permetterà di andare contro Aldrich divoratore di dei e renderò la cattedrale di un rosso acceso, non un illusione di tramonto quanto più usare dalla torre più alta il pretore capo della via bianca Sullyvahn come vernice per creare un quadro meravigliosamente monocromatico di mondo dipinto.

L'unico motivo non per Gwyndolin, lui lo odierebbe il mio preservare rancore, no ma per me stessa, tanto non ho più nulla da perdere…

(Autore: questa è una storia che si ricollega alla mia storia, contiene le citazioni a Yarnaham, questo perchè è un alternativa, in cui Lora rimane fedele a Gwyndolin, non lascia la cattedrale, e ciò che accade prima di Dark Souls 3 e il tentato omicidio con successo, la rendono abbastanza furiosa da convocare Odeon che la trafrma inizialmente nell'essenza della luna con lo scopo di punire Nicolash, Lorance e Gherman, ma la piega diventa un altra grazie a un altro mio OC hunter, portando infine Lora a compiere l'ultimo atto che la lascerà senza più uno scopo,vendicarsi di Sullyvahn e le sue macchinazioni distruggendo ciò che ha creato, a voi trarre come sarà finita o come potrebbe finire...)