Ecco il terzo capitolo. Come ho già anticipato, per far coesistere queste due storie ho deciso di tagliare alcune parti e, in questo caso Rory non esiste. Spero che questa storia vi piaccia!
Padmini
3. Il Re dell'Inferno
Qualche giorno prima.
Sherlock era confuso, era convinto di essere morto, non aveva percepito il dolore, probabilmente a causa dello shock, ma sapeva dove era stato colpito. Era stato forse tutto un incubo? Forse non lo aveva colpito davvero? Forse lo aveva solo drogato e rapito? Eppure ricordava la sensazione del sangue sulla pelle …
"Non dovrei essere qui, eh?" chiese, alzandosi a fatica in piedi "Eppure ci sono, anche se non so nemmeno dove."
L'uomo sembrava a disagio ma non perse la calma.
"Beleth" disse l'uomo, rivolgendosi alla donna accanto a lui "Torna pure al lavoro, ci penso io."
La donna si inchinò leggermente e se ne andò.
"Ora, io e te dobbiamo parlare. Seguimi.
Sherlock avrebbe seguito chiunque, in quel momento, per capire cosa stesse succedendo perciò obbedì senza protestare lungo quello che aveva davvero l'aspetto di un macabro labirinto.
"Purtroppo qui non abbiamo molta intimità, non c'è un luogo in cui poter parlare liberamente e in solitudine … oh, ecco, forse qui …"
L'uomo aprì una porta, si trovarono in un ufficio e di fronte a loro c'erano due uomini, uno gridava e l'altro lo ignorava, continuando a leggere un libro.
"GUARDAMI! PEZZO DI MERDA GUARDAMI!"
L'uomo che accompagnava Sherlock attirò l'attenzione di quello che leggeva.
"Malphas, puoi andare in pasua per un po', ho bisogno di parlare con …" l'uomo esitò, era evidente che non trovasse piacevole dare troppe spiegazioni. L'uomo che aveva chiamato Malphas annuì, si alzò e uscì dalla stanza.
"Tu, invece, taci!" disse, imponendo una mano sull'urlatore, che nel frattempo non aveva smesso di gridare, ma che a quel gesto rimase in assoluto silezio, privato all'improvviso della voce.
"Molto meglio. Ignoralo. Magari potremmo … ecco" disse, sistemando un enorme paravento tra lui e il tizio ormai muto "Così non verremo disturbati."
Sherlock era sempre più confuso, non capiva cosa stesse succedendo e la cosa lo destabilizzava tantissimo.
"Prima di tutto" disse l'uomo di fronte a lui "Siediti. Devo parlarti di alcune cose. Sinceramente speravo di poterlo fare più avanti, molto più avanti, ma a quanto pare non ho alternativa."
Sherlock si sedette, per la prima volta si sentiva inerme, senza alcun appiglio logico, perduto in mezzo a una marea di fatti senza senso.
"Allora, andiamo con ordine. Qui sei all'inferno."
Sherlock aprì la bocca, sorpreso.
"Infermo?" chiese, trattenendo a stento una risata "L'inferno non esiste! Mi hai rapito e non so dove tu mi abbia portato, ma di certo …"
"Questo è l'inferno. Punto." rispose l'uomo "Ora, per favore, vorrei che non mi interrompessi. So che ciò che ti dirò sarà difficile da comprendere e accettare, ma è la pura verità."
Sherlock prese una sedia e si accomodò, in attesa di una spiegazione a ciò che stava accadendo.
"Per spiegarti cosa è successo e perché sei qui devo partire da lontano, da prima della tua nascita."
Sherlock sospirò, non si era aspettato un racconto tanto lungo, ma non perse la concentrazione e cercò di non perdere nessun dettaglio.
"Non mi sono ancora presentato, giusto? Anche se potresti averlo intuito, dal momento che ci troviamo all'inferno e che io dò gli ordini. Il mio nome è Lucifer Morningstar e sono il Diavolo."
Lucifer fece una pausa ad effetto, ma Sherlock non reagì, voleva capire e voleva capire fino in fondo senza pregiudizi.
"Molti anni prima della tua nascita decisi di prendermi una pausa dal mio ruolo di Re dell'Inferno e così mi trasferii sulla terra, più precisamente a Los Angeles."
Sherlock sogghignò.
"Ironico, vero? Eppure mi sembrava il posto perfetto per me, infatti lo fu. Non scenderò troppo nei dettagli, raccontarti tutto ciò che successe prima della tua nascita sarebbe inutile e dispersivo. Prima o poi lo farò, non preoccuparti" aggiunse "Abbiamo tutta l'eternità per poterne parlare, ma ora non è fondamentale. Sta di fatto che per una serie di circostanze mi ritrovai a lavorare come consulente civile presso l'LAPD, come partner della Detective Chloe Decker."
"Consulente civile?" chiese Sherlock, stupito.
"Sì, esatto! Te lo immagini? Il Diavolo che risolve crimini! Esilarante! Eppure mi appassionai, ero diventato bravo, e in effetti non facevo altro se non quello che avevo sempre fatto: punire i cattivi. Inoltre avevo un altro motivo …"
Qui Lucifer fece una pausa, il ricordo del passato lo fece sorridere.
"Ero abituato a portarmi a letto tutte le donne che incontravo … e gli uomini!" aggiunse "Per me il sesso era una cosa fondamentale, uno dei piaceri di cui non mi sarei mai privato, eppure lei mi resisteva, sembrava quasi disgustata da me, mentre tutte … e tutti gli altri appena mi vedevano cadevano ai miei piedi."
"Volevi scoprire perché lei fosse diversa." disse Sherlock, senza alcuna esitazione.
"Esatto!" rispose Lucifer, piacevolmente colpito "Le assomigli proprio!"
"Le assomiglio?"
"Hem … Niente spoiler. Dicevo? Ah, sì. Lei mi resisteva. Però, dopo anni insieme, dopo decine e decine di casi risolti e circostanze che adesso sarebbe troppo lungo raccontare, ci innamorammo."
Sherlock trattenne il fiato, capì dove voleva andare a parare, ma rimase in silenzio.
"Inizialmente non fu facile per lei accettare di essersi innamorata del Diavolo. Io ero sempre stato onesto sulla mia identità, ma ovviamente lei non mi aveva mai creduto, fino a quando vide per caso il mio volto demoniaco. Non è questo, ovviamente, è un volto che usavo qui all'inferno e che ho abbandonato da molto tempo."
Lucifer si prese dell'altro tempo, parlare di quei ricordi per lui era difficile.
"Dopo aver superato molti ostacoli, decidemmo di sposarci. Non c'era più nulla che potesse ostacolare la nostra felicità, o almeno così credevamo. Due anni dopo il nostro matrimonio nascesti tu."
Sherlock trattenne ancora il fiato.
"Sì, sei mio figlio" commentò Lucifer "Anche se immagino che tu lo avessi già capito, giusto? Bene, durante la mia permanenza sulla terra mi ero fatto parecchi nemici e molti di loro erano consapevoli della mia vera natura, perciò quando nascesti tu cercarono in tutti i modi di portarti via da me. Ci fu chi tentò di rapirti, chi provò ad ucciderti … e arrivò quel giorno. Io ero molto protettivo nei tuoi confronti, anche Maze era sempre presente per te e tua madre, ma lei era pur sempre mortale e …"
Lucifer restò ancora una volta in silenzio, parlare di quell'episodio era troppo doloroso, ma in qualche modo si riebbe.
"Eravamo a casa, in teoria avrebbe dovuto essere il luogo più sicuro del mondo, invece qualcuno aveva piazzato una bomba mentre non c'eravamo. Esplose. Tua madre morì e io e te venimmo sbalzati all'Inferno. Io non posso morire per una semplice bomba e nemmeno tu, saremmo virtualmente invulnerabili, ma di questo ti parlerò un'altra volta."
Sherlock annuì.
"Quindi non è la prima volta che vengo all'Inferno, giusto?"
"Esatto. Quel giorno, io e tua madre prendemmo una decisione. Da tempo ormai non governavo più l'Inferno come facevo prima, avevo cambiato totalmente approccio e dopo la morte di tua madre decisi di tornare a stabilirmi definitivamente qui. Lei sarebbe stata destinata al Paradiso, ma decise di restare al mio fianco all'Inferno."
"Lei … lei è qui dunque?"
"Sì. Ora però non è il momento adatto per incontrarla. A meno che tu non voglia."
Sherlock rimase in silenzio per un po', guardava il vuoto, la mente piena di pensieri e domande.
"E io?" chiese "Hai detto che siete rimasti qui. E io? C'ero anch'io, giusto? Perché non sono rimasto con voi?" chiese, rendendosi conto di essere sull'orlo delle lacrime.
"Questa fu un'altra decisione." rispose Lucifer "Volevo che avessi una vita normale, volevo che conoscessi il mondo, che conoscessi gli umani prima di …"
Lucifer si interruppe ancora, Sherlock stava piangendo silenziosamente.
"Quindi cosa avete fatto? Mi avete abbandonato di fronte a una casa a caso?"
"No. No." rispose Luficer "Non avrei mai potuto lasciarti a degli sconosciuti. L'uomo e la donna che ti hanno cresciuto sono miei cari amici, persone di cui mi fido, soprattutto lei. Ti affidammo a coloro che più di tutti avrebbero potuto comprenderti. Loro due conoscevano la tua natura, sapevano chi ero io, e giurarono di mantenere il segreto fino a quando non saresti stato pronto."
"Un altro segreto …" mormorò Sherlock, ormai senza più trattenere nulla "Prima Victor e Eurus, ora questo …"
"Non avrei mai voluto che lo scoprissi così, in modo tanto drammatico."
"Hai detto che volevi che vivessi una vita normale prima di … prima di cosa?"
Lucifer si avvicinò a Sherlock e gli posò una mano sulla spalla.
"Prima di prendere il mio posto come Re dell'Inferno."
