«Dimmelo di nuovo, Lunastorta: perché dovrei perdere il mio prezioso tempo con questi?» chiese Sirius in tono di supplica, accennando ai pesanti libri impilati davanti a sé.

«Perché, Sirius, altrimenti finiresti bocciato a tutti i M.A.G.O. - vedendoti costretto a ripetere l'anno e finendo senza ombra di dubbio per disintegrare definitivamente i nervi alla McGranitt» ripeté il licantropo pazientemente, per quella che contò essere non meno della milionesima volta.

«Va bene...» disse cauto l'Animagus. «E questo sarebbe negativo perché...?».

Remus si passò una mano sugli occhi, emettendo un sospiro esasperato.

Da quando, una settimana prima, Lidia aveva deciso di lasciarlo - e di non avere alcuna intenzione di ripensare alla propria decisione - Sirius sembrava essere, se possibile, regredito ai suoi primissimi giorni ad Hogwarts: rifiutava categoricamente di svolgere i propri compiti o di studiare, si presentava alle lezioni con venti minuti di ritardo - cosa che più di una volta aveva portato la povera professoressa McGranitt a minacciare di trasfigurarlo in un banco della sua aula, così che fosse per forza sempre puntuale - aveva significativamente aumentato la frequenza con cui attaccava briga con i Serpeverde, e con Piton soprattutto...

«Sirius, ragiona: tu non puoi venire bocciato! Tralasciando l'impegno che abbiamo preso con Silente, Moody e gli altri dell'Ordine, infatti, non mi riesce di capire come tu possa accettare di rimanere per un altro anno di studi» si affrettò a specificare. «Perché é questo che significherebbe essere bocciati: un altro anno di studio in preparazione degli esami, di compiti, di lezioni da seguire...».

Sirius soppesò attentamente la risposta ricevuta dall'amico.

«Ammetto che, detta così, la cosa non mi piace poi un granché. Tuttavia, se consideriamo che le lezioni sarebbero delle semplici ripetizioni... Ebbene, la situazione non sembra affatto così malvagia come la dipingi. Basta che vi facciate bocciare anche voi e...» ghignò alla fine, prima che Remus lo interrompesse.

«No, no... Tu non hai proprio capito, Felpato: sei tu che non hai intenzione di superare l'anno, non noi. Mi spiace dirtelo, ma io e James abbiamo altri progetti. Saresti da solo» mise in chiaro il licantropo.

L'Animagus sbuffò, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi pesantemente al cuscino del suo letto.

«Non capisco perché rigetti la mia idea. Potremmo portare avanti il nostro programma di protezione di Regulus, e tu avresti un altro intero anno da trascorrere con Tonks. Pensaci, non dovresti aspettare le vacanze o i suoi weekend ad Hogsmeade, per incontrarla! Non ti piacerebbe?» tentò in tono suadente, sperando che la prospettiva di altro tempo con la propria ragazza avrebbe reso l'amico più accomodante.

Non avrebbe potuto sbagliarsi di più, nemmeno provandoci con tutte le sue forze.

«Lascia Dora fuori dai tuoi insensati capricci, se non ti dispiace!» sbottò Remus in tono secco, imitandolo ed incrociando a sua volta le braccia al petto - decidendo comunque di non sedersi sul proprio letto.

«Ma...».

«Che fate entrambi qui?! Credevo ci saremmo visti in biblioteca per studiare insieme!» esclamò James con fare piccato, entrando nel dormitorio e chiudendosi la porta alle spalle.

«Quello era il piano, infatti. Ma non mi riesce di convincere Sirius che farsi bocciare sia in assoluto l'idea più idiota che potesse venirgli in mente!» replicò Remus, scoccando un'altra occhiataccia all'Animagus in questione. «E ora ha persino suggerito che anche noi dovremmo mandare a rotoli i nostri M.A.G.O.!».

James fissò a sua volta Sirius con un'espressione del tutto basita. Prima che potesse dire alcunché, tuttavia, il giovane Grifondoro prese la parola per perorare la propria causa.

«Dico a te quello che ho provato a dire a Lunastorta, James... Un anno in più qui al castello ci permetterebbe di seguire da vicino - anzi, di coordinare attivamente - la protezione di Regulus; Remus avrebbe la possibilità di stare con Tonks praticamente ogni giorno; tu...»

«...al contrario potrei vedere Lily soltanto nei giorni destinati alle uscite ad Hogsmeade - e nemmeno questo è sicuro! Sappiamo tutti, infatti, che lei non accetterebbe mai di ripetere l'anno per un motivo futile come quello che sembra spingerti! Davvero, che ti passa per la testa, di questi tempi? Non hai mai venerato lo studio come Remus, è vero, ma farti bocciare apposta?!» lo interrompe prontamente James, scuotendo poi il capo. «Qual è il problema, Sirius? Hai cambiato idea in merito all'entrare a fare parte dell'Ordine, forse?».

Sirius sbuffò di nuovo, spostando improvvisamente lo sguardo dagli amici alla finestra.

«Che idiozia! L'Ordine non c'entra niente...» sbottò a mezza voce.

Remus lo studiò minuziosamente - e in silenzio - per qualche istante, poi la realizzazione lo colpì.

«Non l'Ordine, no... Ma uno dei suoi membri sì, non è così? L'idea di essere di nuovo vicino a Lidia, dopo quello che è successo tra voi, non ti va giù, vero?» lo interrogò piano.

L'Animagus rimase ostinatamente in silenzio, ma oramai era stato scoperto.

James sospirò, sedendosi accanto all'amico.

«Se questo è davvero il motivo dietro il tuo improvviso - ed infantile - desiderio di rimanere al castello, suppongo che accoglierai le notizie che porto con una considerevole dose di sollievo...» mormorò, riuscendo a catturare l'attenzione di entrambi i ragazzi presenti. «Lidia ha rinunciato all'Ordine».

Remus sgranò gli occhi, incredulo.

«Che vorrebbe... Chi te lo ha detto?» chiese, sedendosi a sua volta sul letto di Sirius.

James scrollò le spalle.

«L'ho incontrata prima, mentre usciva dall'ufficio di Silente - a cui aveva, a detta sua, appena comunicato la sua decisione di lasciare l'Ordine. Quando le ho chiesto cosa l'avesse spinta a fare una cosa simile, mi ha mostrato una lettera nella quale i suoi la mettevano al corrente della loro intenzione - una volta concluso l'anno scolastico - di trasferire l'intera famiglia da Londra a Dublino, nella speranza di "allontanarsi dal centro della battaglia"» spiegò, scuotendo nuovamente la testa. «Come ho detto anche a lei, sperare di evitare la guerra - e i suoi effetti - cambiando semplicemente città, è da sciocchi. Ed inoltre non giustifica affatto il suo gesto - dato che può sempre utilizzare la Materializzazione, come fanno tutti...»

«Che cosa ti ha risposto?» domandò Sirius, non riuscendo a spiegarsi il comportamento della ragazza.

«Ha detto di saperlo benissimo, ma - al tempo stesso - di non voler vanificare i tentativi dei suoi genitori di tenere lei e il fratello al sicuro, attirando l'ira di uno qualsiasi dei seguaci di Voldemort» replicò l'Animagus.

I tre ragazzi rimasero in silenzio per un po', immergendosi ognuno nei propri pensieri.

«Se devo essere onesto, pur non condividendo - come voi - la scelta di rimanere a guardare, mentre altri rischiano la vita, non biasimo Lidia per la sua decisione. Far parte dell'Ordine avrebbe finito per mettere in un pericolo costante sia lei che la sua famiglia... Inoltre, la nostra ultima chiacchierata ha reso chiara la sua tendenza ad usare il dialogo, piuttosto che le azioni» borbottò Sirius, alla fine.

«La fai sembrare una brutta cosa, Felpato... Ma la verità è che se tutti favorissero il medesimo approccio, probabilmente ci sarebbe molto meno bisogno di combattere» sospirò Remus.

«Possiamo solo sperare che prima o poi le cose cambino, Lunastorta» gli fece eco James, decidendo poi di tornare a concentrarsi sul loro problema più imminente. «Quindi, Felpato... Ancora dell'idea di ripetere l'anno?».

[*]

Il viso di Tonks fece capolino dalla porta del dormitorio.

«Si può?» domandò, spostando lo sguardo da Remus e Sirius - entrambi apparentemente concentrati sui diversi e pesanti tomi aperti davanti a loro.

«Tonks! Come sei sei entrata, questa volta? Ti sei sostituita ad un'ignara studentessa, abbandonata - svenuta - da qualche parte?» ghignò Sirius, iniziando a raccogliere le proprie cose.

«No, spiritoso. Ero con Lily, e quando il passaggio si è aperto ne ho approfittato per entrare a fare un saluto» replicò la ragazza, facendogli una smorfia.

«Se lo dici tu...» continuò l'Animagus con tono divertito, alzandosi in piedi e raggiungendo la porta. «Ora esco. Impegni da rispettare, persone da incontrare... Le solite cose. Lunastorta, cuginetta... Vi lascio campo libero. Ti chiedo solo, Remus, di non essere avaro di dettagli, quando poi racconterai a me e a James...».

Un cuscino lo colpì con precisione alla nuca, facendogli alzare gli occhi al cielo con fare melodrammatico.

«Tzè! Sempre la stessa reazione... Sei ripetitivo!» sospirò, uscendo e richiudendosi la porta alle spalle.

«Uno di questi giorni lo appenderò al pennone della Torre Nord» sbottò Remus, mettendo da parte i libri e facendo spazio sul proprio letto, affinché Tonks potesse sedersi.

«Non essere troppo duro con lui: la sua rottura con Lidia è ancora fresca; e se infastidirti lo aiuta a non pensarci più del necessario...» rise lei. «Inoltre, assistere a questi scambi è molto divertente, per me. Mi mancheranno di certo, una volta che sarò rimasta sola soletta qui al castello».

Remus le carezzò la guancia, tentando di sollevarle il morale.

«Sapevamo che sarebbe andata così, Dora. Ma non devi preoccuparti: verrò ogni volta che mi sarà possibile. E ti scriverò - anche e soprattutto per resistere all'impulso di strozzare tuo cugino, quando avrà un'altra idea idiota come quella di oggi...» le assicurò, procedendo poi a raccontarle l'improvvisa intenzione di Sirius di farsi bocciare, e degli sforzi compiuti da lui e James per farlo finalmente rinsavire.

«Non posso certo dire che avrei disprezzato il poterti tenere con me per un altro anno... Ma non sarebbe stato giusto. Purtroppo» rise di nuovo la ragazza, guardando poi il proprio orologio. «Momento dei saluti terminato: devo incontrarmi in biblioteca con Miranda per una ricerca sui troll norvegesi».

Si chinò per un bacio, interrotto tuttavia quasi subito dall'entrata di Sirius nel dormitorio - che si diresse in fondo al proprio letto ed iniziò a rovistare nel baule.

«Continuate pure, rimango solo un momento. Fate pure come se non ci fossi» canticchiò, vedendoli con la coda dell'occhio fermi a fissarlo incuriositi.

Tonks trattenne una risata, a quella risposta, e Remus sospirò nuovamente.

«Ci vediamo più tardi» sorrise la Metamorfomagus, alzandosi e uscendo - dopo aver salutato il cugino.

Rimasto nuovamente solo con l'amico, l'Animagus si voltò a guardarlo.

«Vi ho interrotti, per caso?»

Remus scosse la testa.

«Come ha detto, era venuta solo per un saluto».

«Oh... Senza la mappa è difficile indovinare il momento migliore per irrompere in una stanza» sbottò Sirius, palesemente deluso. «Quello che ho visto quando sono entrato prometteva bene. Chissà, se avessi aspettato appena qualche istante in più, forse vi avrei colti in una posizione più compromettente...».

Il licantropo emise un ringhio esasperato.

«Te l'ho mai detto che ti detesti, Sirius Black?»

Sirius rise deliziato, lasciandosi cadere affianco all'amico e circondandogli le spalle con il braccio.

«Così tante volte che la credibilità di suddetta frase è del tutto svanita. La verità, amico mio, è che tu mi adori!».