CAPITOLO SETTE: REWIND
La nave attraversò un ampio spazio sconosciuto dell'orlo esterno marciando per il pianeta con la massima velocità luce. Nessuno conosceva la composizione del pianeta, si vociferava di immensi draghi argentati a guardia del portale e di streghe del malaugurio che popolavano il pianeta, altre invece parlavano di morte e paura.
Una volta atterrati però nessuna di queste voci si avverò in realtà teovarono un pianeta semi desirtico.
Si avvistava un'abitazione di media grandezza al centro di un giardino verde e fiorito chiusa all'interno da una sfera "Quella è dove vivo" un umano di mezza età uscì da una rimessa malandata "Fuori dalla bolla nessun vegetale potrebbe vivere" i quattro umani sbarcati osservarono lo strano tizio vestito in salopette di jeans "Come riesci a sopravvivere? Non c'è anima viva?" Chiese Bond incerto della sanità mentale del tizio con un occhio marrone e uno verde "Ogni creatura che che passa il portale mi lascia sempre qualcosa quando torna e poi ho uomini fidati che mi procurano i vivevi una volta al mese".
Con passi lunghi s'avvicinò a Rey e disse: "Perché mai un Jedi vuole attraversare la porta cosa può trovare nel passato di cosi attraente? Un vecchio amore, vendicarsi verso qualche Sith?"
"Veramente il presente ha bisogno di aiuto" sibilò tra i denti "Ha forse qualche problema al riguardo singore?" Il guardiano la guardò in disbiesco "Va bene" riapose accendendo una sigaretta "Va bene non volevo essere scortese ... Gira gente strana da qualche tempo".
Dalla sacca a tracolla Paloma tirò fuori delle monete come pagamento al passaggio "Potete andare" al fianco del portale si trovava una tastiera da premere con la data da iserire. Bond lo attraversò per primo avvertendo dentro di se una vena di paura pura "Quante stupidate si fanno per salvare il mondo". Superato il portale nulla era differente a parte il tempo ovviamente ma ogni cosa si trovava al suo posto e la Spectre non salì ancora al senato, Rey impostò la data arrivando poche ore prima così da arrivare in anticipo e resettare il caos creato.
Il tempo si avvolgeva su se stesso tanto da fare cambiare il tempo reale nel loro presente "È fondamentale non incontrare noi stessi si potrebbe perdere la ragione" precisò Rey "Si mamma" rispose a sua volta Felix beffandosi della Jedi.
Uno dopo l'altro passarono il portale portando con loro la paura di fallire nel tentativo di salvare il mondo. I passanti non videro nulla di strano solamente sbucare da un vicolo semibuio un gruppo di persone incamminarsi nel centro a testa bassa.
Verso il senato galattico camminarono distanti evitando di destar sospetti dalle plausibili spie nei paraggi.
Guardie non ce n'erano nell'area e l'unica entrata libera era il condotto dell'aria "Posso passarci io se volete" disse Paloma vestita con tuta nera aderente da metterle in mostra le forme. Staccò la griglia per poterci entrare, introdusse la testa e calcolando la larghezza del condotto poteva scivolarci dentro senza problemi togliendo la cintura dalla vita per evitare impicci "Oh no ragazza tu mi servi all'ingresso. Se ci sono sensori nei condotti abbiamo bisogno che qualcuno distragga le guardie sulla via principale e tu sei la nostra carta migliore" paloma rindossò la cintura "E allora chi di voi entra la dentro?".
Felix mosse un sorriso "È ovvio! James!"
"Scherzi vero? Paloma è molto più esile di me" l'espressione divertita sul volto di Felix non mutò lasciando Bond rassegnato.
Bond avanzò all'interno del condotto di aerazione avanzando come un serpente in avanti nel cunicolo stretto, il fastidio più grande era lo sfregamento dei gomiti contro la superficie metallica "La prossima volta Felix ci vieni tu qua dentro"
"Vedi amico sei tu che possiedi un fisico migliore del mio" Bond strieciò per diversi metri per poi trovarsi sopra alla stanza illumita da luci soffuse non vedendo chiaramente cosa ci fosse al suo interno ma potevano essere manufatti di vario genere "Solo un secondo Felix ho trovato qualcosa di interessante qua sotto"
"James lascia perdere e prosegui il tempo scorre".
Lasciò la curiosità in secondo piano procedendo per la sala controllo. Con delicatezza inserì le dita tra i fori della grata e la sollevò sedendo sul bordo saltando in basso e atterrò sopra ad una scrivania "Sono dentro" gli schermi del pannello del controllo erano sempre accesi, bastò solamente disattivare ogni sistema attivo
"Tutti i sistemi sono stati disattivati potete entrare".
L'interesse per quella stanza ebbe la priorità sulla missione non ne conosceva il motivo ma suscitava in lui un certo interesse. Risalì dal condotto strieciò per diversi metri scendendo dentro la stanza.
Accese la torcia alla cintola illuminando le pareti, la porta e infine gli oggetti semi al buio. Riconobbe i volumi studiati dai Jedi tenuti in perfette condizioni, diversi holcron più in la svariati cimeli alieni. Stava per avviarsi alla porta quando una grossa scatola lo attirò; alzò il coperchio trovando spade laser appartenute a Jedi. Frugando nella scatolato ne riconobbe una sola, la manifattura era indentica, lineamenti ben definiti da poter condurre movimenti fluidi e leggera quella spada la riconobbe subito infatti la lama che uscì era viola.
Dalla fessura sotto la porta videi un ombra, spense la torcia e punto' il blaster pronto per sparare "Felix! Stavo per spararti"
"Ti stavo cercando amico. Che hai in mano?" Abbassò gli occhi nel pugno chiuso "Nulla di importante" rispose Bond cercando di eludere la domanda fatta "Andiamo ora?".
Paloma riuscì a prendere possesso dell'ala est lo si capiva dalla decina di guardie stese a terra "Hai fatto strage di uomini?!"
"Mi avevate detto di prendere possesso dell'ala ovest" sorrise ingenuamente sollevando le fossette ai lati della bocca "Possiamo procedere ora'' Bond l'ammicò raccogliendo da terra un blaster e lo consegnò a Paloma.
D'altro canto Rey con molta facilità prese possesso dell'ala ovest usando trucchi mentali Jedi "è tutta vostra" esordì "Il piano successivo sarà quello di irrompere e sparare?''
"Al nostro amico piacerebbe molto ma questa volta non credo che sopravvivrà ad un secondo colpo morte" spiegò Felix con un tocco di ironia ma tutto sommato era vero, Bond stava migliorando la ferita andava guardando ma quel piccolo dolore lo sentiva quando sforzava il muscolo senza darlo a vedere.
Portata in volto un espressione tesa, quasi irata "Prossima mossa attaccare il pezzo grosso"
"Riuscite a prendere tempo per un po'? C'è una cosa che devo fare" ... .
