Ospedale
Di sbandati e disperati il dottor Lindbergh ne aveva visti tanti: la guerra appena finita e la crisi politica ancora in corso lasciavano dietro di loro solo gli avanzi della civiltà che avevano tentato di preservare e servire e in molti, troppi angoli della Galassia ormai scene come quella erano all'ordine del giorno. Quindi all'inizio non aveva prestato grande attenzione alla nuova paziente che le squadre di recupero avevano trovato nell'area industriale del pianeta, né aveva avuto il tempo di visitarla e accertare la sua identità. Se mai ne avesse avuta ancora una.
Quando arrivò il suo turno, la ragazza era ancora svenuta. Sospettava fosse ubriaca, ne aveva tutta l'aria.
«Tossicologico?» chiese mentre scrutava il monitor.
«Negativo, dottore.» rispose il droide medico dietro di lui.
«I parametri sono nella norma, sebbene molto bassi: niente alcool, niente droghe, niente sostanze illecite. Sembra che l'abbiano semplicemente picchiata fino a farla svenire.»
Una pausa.
«Segni di violenza?»
«Nessuno. La donna è integra. Non ci sono gravidanze in corso.»
Le scostò i corti capelli neri dal viso, rivelando un viso bello e regolare, ma deturpato da numerose tumefazioni e abrasioni. Fissò le palpebre chiuse: "Ha sicuramente dei bellissimi occhi verdi" pensò.
«Contusioni sul volto, fatte a mano nuda, sembrerebbe.» Lindbergh girò intorno al letto per osservare la mano ferita. La prese nelle sue, delicatamente. Il dito mutilato era stato fasciato con cura. Tornò ad osservare il monitor.
«Il dito anulare della mano destra è stato mutilato, sembrerebbe da denti di piccolo roditore.»
«Accanto alla donna è stato trovato il cadavere di un ratto, dottore.»
Ripose il braccio, quindi tornò ai piedi del letto, pensieroso.
«Direi che questa ferita le è stata fatta dopo l'aggressione, quando era svenuta nel vicolo.»
Il droide seguiva e registrava ogni parola.
«Due costole fratturate, contusioni su braccia e gambe. Una profonda ferita nella coscia sinistra, causata da laser.» finì di leggere quanto riportato sul monitor.
Si fermò e la osservò a lungo. Gli era difficile darle un'età, così indifesa e inerme tra lenzuola bianche sembrava una bambina, ma lo scanner digitale diceva che aveva ventinove anni. L'identità era però illeggibile, cosa che era possibile solo per diplomatici o militari. Rimase pensieroso per qualche secondo, indeciso se annotare un ultimo particolare nella memoria del droide. Alla fine non disse nulla, ma ordinò che le venissero eseguiti altri esami.
