Riunione
«Mi duole annunciarvi che la senatrice Amidala è morta.»
Bail Organa era visibilmente turbato: più di ogni altro senatore aveva lavorato spalla a spalla con Padmè fin da prima della Guerra, insieme avevano caldeggiato la soluzione diplomatica, avevano lottato per un dialogo con i Separatisti. La sua voce si era levata più volte all'interno del Senato Galattico, forte e coraggiosa, continuamente perseguendo quegli ideali di democrazia e giustizia che l'avevano resa famosa in tutta la Galassia.
La sua gravidanza aveva avuto del misterioso, nessuno sapeva chi era il padre e come mai, nonostante il suo palese stato, non si fosse ritirata dalla vita pubblica fino all'ultimo. Non aveva mai lasciato trapelare nulla sulla sua vita privata, di questo Bail si rammaricava. Pensava che avrebbe potuto darle una mano, come collega e come amico. Ma Amidala pensava a tutti tranne che a se stessa, e più di ogni altra cosa cercava la pace.
Più volte era stato tentato di chiederle notizie sul padre, sul perché non fosse accanto a lei. Non voleva credere alle chiacchiere secondo cui un misterioso Cavaliere Jedi frequentasse i suoi alloggi, voleva solo sapere se stava bene e se era felice.
Più di ogni altra cosa si rammaricava di non aver chiesto maggiori spiegazioni a Obi-Wan. Sapeva che il Maestro Jedi era amico intimo di Amidala, avendola appoggiata e affiancata più volte in passato. Avevano combattuto fianco a fianco su Naboo e Geonosis e chissà in quante altre battaglie.
Ma né Obi-Wan né Yoda avevano fatto commenti o lasciato trapelare una anche minima informazione su chi fosse il padre della sua bambina e cosa era successo.
Crescere la figlia di Amidala era forse l'ultimo gesto da amico che poteva permettersi, non potendo più fare altro per lei. Si augurava solo di riuscire a crescerla come lei avrebbe fatto, appassionata e coraggiosa.
«Chi può aver …» iniziò un senatore.
«Le cause della morte sembrerebbero naturali, probabilmente complicazioni dovute … al suo stato.» concluse Bail.
Ci fu silenzio per secondi infiniti. Il cordoglio era grande, trovare qualcosa di adatto da dire risultava difficile.
Abner si alzò, girandosi per poter vedere tutti in faccia.
«Amidala portava avanti le sue idee senza curarsi del giudizio altrui, senza paura delle conseguenze: era votata alla giustizia, alla democrazia più di qualunque altro senatore. La sua integrità morale era un esempio e un monito per tutti noi.»
Tutti i presenti annuirono, unanimemente concordi.
Abner continuò: «Aveva un sogno, una visione di questa Repubblica come avrebbe dovuto essere. Quella visione è anche la nostra, sicuramente lontana dall'Impero Galattico che Palpatine ci ha costretti ad accettare.»
Un brusio nervoso iniziò a serpeggiare fra i presenti. Forse molti non si aspettavano una tale presa di posizione. Iniziò a essere chiaro che bisognava palesare le proprie intenzioni e forse c'era chi non ne era entusiasta.
In mezzo alla concitazione della sala, Regina non fece caso alla figlia che scendeva le scale e si dirigeva verso l'ingresso, uscendo senza aver lasciato detto dove andava.
