"Quello dobbiamo metterlo, Naruto" la mano di Sasuke si era allungata verso di lui ma non il suo sguardo "Era il preferito della mamma."

Il biondo era smarrito, con la mano ferma a mezz'aria cercava risposte sul viso attonito di Sakura. Quando la decorazione trasparente a forma di goccia era uscita dallo scatolone, Naruto era rimasto qualche secondo indeciso su cosa farsene. Poi l'aveva posata sul pavimento, siccome era rotta era certo che Sasuke avesse voluto buttarla.

"Sasuke, è di vetro, i bordi dove si è staccata la punta sono molto affilati" Naruto si rigirava l'oggetto tra le dita, da sano doveva essere stato molto fine, cristalli di neve intarsiati apparivano e scomparivano a seconda della luce.

"Dammelo, Naruto, è importante che Itachi si senta a casa" finalmente il biondo era degno dello sguardo di Sasuke, peccato fosse così cupo "Ha bisogno di ritrovare il calore della famiglia, se dovesse persuadersi che gli serbo rancore non lo sopporterei."

Naruto aveva capitolato sospirando e allungando la mano con la pallina verso l'amico, Sakura aveva abbassato gli occhi rassegnati sulla scatola toccata a lei.

Una bella sigaretta ci sarebbe stata bene per smaltire il nervosismo, peccato le avesse finite tutte ascoltando il racconto di Itachi.

Non c'era niente di male in tre amici che addobbavano un albero di Natale alle due di notte, in fin dei conti era per accogliere il fratello di uno di loro che tornava a casa dopo essersi lasciato alle spalle un periodo buio.

Itachi…

Itachi stava per tornare tra le persone che lo amavano davvero. Se il moro avesse deciso di considerare Naruto solo un amico non aveva importanza, bastava solo che potesse essere felice.

Niente di sbagliato, tuttavia erano i come a essere allarmanti.

Sasuke che appendeva all'albero tutto quello che gli capitava e senza seguire una logica, persino decorazioni rotte o corrose dal tempo. Era chiaro che non erano uscite dagli scatolini per anni, albero compreso, il parquet era ormai coperto da uno strato di foglie di plastica che si staccavano a ogni respiro. Naruto si era chiesto se per caso fossero cadute sul fantasma dei genitori.

Il rapporto tra i due fratelli sarebbe stato affettato almeno all'inizio, Itachi non avrebbe mai potuto uscire dai peggiori incubi in pochi giorni. Non era una macchina.

Tra poco Naruto lo avrebbe visto entrare da quella porta, non aveva la più pallida idea di come avrebbe potuto reagire.

Avrebbe voluto stringerlo senza paura, prenderlo per mano per portarlo in ogni posto che aveva amato. Se Naruto avesse potuto scegliere, lo avrebbe fatto divertire; ancora non conosceva il viso di Itachi illuminato da una bella risata. Naruto non sapeva che bagliore aveva negli occhi Itachi ricevendo piccole sorprese. Quegli stessi occhi che Naruto aveva sempre visto impegnati in una febbrile ricerca d'affetto.

L'esame di teorie per la patente era tra due giorni, le guide non lo preoccupavano per niente. Naruto avrebbe dato via metà della vita per sentirsi Itachi aggrappato addosso sfrecciando sulla moto.

Lo avrebbe voluto stretto a sé per sempre.

Fidati di me, Itachi.

Era sbagliato fare l'albero di Natale a casa di un amico con un occhio sempre fisso sull'orologio e lo stomaco corroso dall'angoscia, erano passate quattro ore da quando avevano lasciato la villa di Madara e poteva essere successo di tutto. Magari nell'appartamento di Juugo c'era uno strato di cadaveri; inutile negarlo, Itachi e Madara avrebbero potuto essere tra loro. Un individuo pericoloso, ecco perché Madara stavolta non aveva voluto coinvolgere nessuno di loro.

Era sbagliato essere lì con il cuore dilaniato fingendo che fosse tutto normale.

"Magari potremmo fermarci qui, terminare il lavoro con Itachi sarebbe un metodo per renderlo partecipe e ammorbidirgli l'impatto" Sasuke sorrideva di malinconia, nonostante tutto, aveva lo sguardo traboccante di amore "Per lui sta per aprirsi un periodo difficile, vivrà la perdita di Juugo come una grave menomazione, penserà di non riuscire a vivere. L'ho visto così troppe volte, ormai. Dovrò stargli vicino ogni minuto, il suo primo istinto sarà quello di cercarsi un uomo simile. Durante l'orario di scuola sarebbe meglio non perderlo di vista."

"Sasuke, lo sai che puoi contare su Iruka, non direbbe di no a una situazione del genere" gli occhi di Naruto cercavano quelli dell'amico che gli erano sfuggiti di nuovo "Se non te la senti di parlargli posso farlo io."

"Naruto, il professore lo sa in che groviglio di spine andrebbe a cacciarsi?" Sasuke si era alzato in piedi, le mani sui fianchi e lo sguardo tagliente, aveva fatto qualche passo verso gli amici "Per quanta buona volontà Iruka possa metterci, sarebbe tutto inutile. Itachi rimarrà cieco di fronte a qualunque tipo di aiuto per molti mesi, forse anni. Cercherà di fuggirne considerandolo un subdolo tradimento."

Sakura si era messa le mani sul viso sconvolta, grosse lacrime avevano iniziato a tremarle negli occhi.

Naruto aveva deglutito faticosamente, se lo aspettava, ormai l'esperienza nel volontariato gli permetteva di capire gli stati psicologici più complicati. Pur omettendo ancora molte cose, poche ore prima Itachi si era aperto quasi completamente sul ponte abbandonato.

Naruto aveva incamerato un profondo respiro, il problema andava affrontato prima che Itachi fosse lì: "Sasuke, ti ho già detto che io e Itachi ci siamo parlati prima, ma non sai quanto tuo fratello si è spinto oltre. So perché Itachi è attratto da compagni violenti."

Sasuke sembrava sgonfiarsi a ogni parola dell'amico, le braccia molli lungo i fianchi, lo sguardo fiacco.

"So perché tu hai sempre agito in un certo modo e ti definisci aggressivo. Itachi mi ha raccontato cosa è successo quando tu avevi otto anni, mi ha detto di Shisui. Il suo dolore è cresciuto talmente tanto che non riesce più a tenerselo dentro."

Sasuke si era afflosciato definitivamente fino a finire seduto per terra, Sakura era strisciata sul parquet per arrivargli accanto e abbracciarlo. Naruto era davvero speciale, Itachi non si era mai confidato così con nessuno.

"Sasuke, accetta il mio aiuto e quello di Iruka" anche Naruto gli si era avvicinato "Tu e Itachi non potete fare tutto da soli. Condividere il dolore con le persone che ti vogliono bene, anche se non lo fa sparire, lo rende più leggero."

Naruto era straordinario, stava prendendo a cuore la situazione come nessuno aveva mai fatto prima. Sasuke lo guardava, gli occhi lucidi di commozione per la prima volta. Una delle sue mani si era posata su quella di Sakura, l'altra sarebbe finita tra quelle di Naruto se un impercettibile rumore nel corridoio non l'avesse fermata.

Un vuoto d'aria, una distorsione del tempo percepita solo da Sasuke.

"Nii – san!"

Sasuke era balzato in piedi iniziando a correre verso la sagoma in penombra di cui nessuno si era accorto.

Era fermo sulla soglia del salotto, lo sguardo perso. Adesso era solo ma probabilmente qualcuno lo aveva accompagnato attraverso il giardino, fino all'ingresso. Una persona che ora era sparita. Forse Madara, sempre se era uscito vivo dall'appartamento di Juugo.

"Nii – san…" Sasuke lo aveva afferrato dai gomiti per convincerlo ad avanzare "Guarda chi c'è? Naruto."

Sasuke indietreggiava lentamente per fare spazio al fratello che si lasciava tirare passivo. Itachi guardava la stanza, aveva davanti Naruto, Sakura e quell'albero di Natale che probabilmente non vedeva da anni. Gli occhi erano vuoti, dilatati, sembravano non registrare niente. Il viso talmente pallido da far risaltare gli ematomi come macchie d'inchiostro.

Naruto provava nausea di fronte alla combinazione di colori, si era avvicinato ma senza interferire tra i fratelli. Sasuke sorrideva, era talmente felice che forse non si era accorto che le gambe di Itachi tremavano, il respiro affannoso lottava contro la perdita di sensi. Stava per svenire.

Naruto si era avvicinato ma senza trasmettere l'apprensione a Sasuke, chissà cosa era accaduto in casa di Juugo.

"Nii – san?" Sasuke iniziava a capire che qualcosa non andava, Itachi era un guscio vuoto, il suo corpo era lì ma l'anima no.

Itachi si era accasciato in avanti rigurgitando quel poco che aveva nello stomaco, sarebbe finito di faccia per terra se Naruto e Sasuke non lo avessero sorretto in tempo. Sakura era accorsa per aiutarli.

"Finito?" Sasuke lo aveva raddrizzato brusco, nonostante lo scuotesse energicamente Itachi era così assente che la testa gli ciondolava come se il collo fosse rotto.

"Sasuke, fai piano, così lo ucciderai" Sakura era più preoccupata per la stabilità mentale di Sasuke che per Itachi.

"Naruto, mettiamolo sulla poltrona."

Il biondo aveva ubbidito afferrando Itachi dalle ascelle, aveva aspettato che Sasuke gli sollevasse le gambe per muoversi. Se la leggerezza poteva essere ripugnante, quella era l'occasione giusta.

"Naruto, tienilo su mentre io gli prendo dell'acqua. Sakura, vieni con me."

La poltrona era stretta e Naruto aveva dovuto posizionarsi Itachi sulle gambe, lo aveva abbracciato appoggiandoselo al petto. Era magro da fare impressione, le sporgenze delle ossa facevano male. Naruto non avrebbe mai immaginato che una persona potesse raggiungere un'intensità simile di pallore.

"Ehi" Naruto gli parlava sussurrando e con un sorriso "Ti ricordi di me? Ci siamo parlati prima."

Naruto lo accarezzava scostandogli i capelli fradici di sudore dalla faccia, non permise che gli ematomi spegnessero il suo sorriso.

"Naruto…" Itachi mormorava guardandolo, lo aveva riconosciuto. Il respiro era ancora affannoso ma gli occhi avevano ripreso un po' di luce.

"Sì, sono io" anche massaggiare il petto di Itachi era doloroso, sentiva il cuore scoppiare dentro una misera gabbietta di ossa.

"Naruto, sei sempre gentile con me" Itachi era nato con le fosse orbitarie molto marcate, ma ora gli occhi sembravano ancora più infossati "Non sento più le mani. Sta scomparendo tutto il corpo."

Naruto gliele sfregava energicamente, erano gelide.

Non era così che Naruto aveva immaginato il primo contatto con l'uomo che amava, ma cercava di trasmettere comunque a Itachi tutto il bene che gli voleva.

"Nii – san" la voce di Sasuke era affettuosa "Tieni, bevi."

Naruto sollevava la testa del moro per fargli accettare l'acqua offerta da Sasuke, Sakura gli massaggiava la fronte con una pezza bagnata. Il viso di Itachi aveva ripreso un leggero colore, non era più sul punto di svenire. Era riuscito a sedersi più dritto.

"Obito…"

"Calmati, Nii – san, devi riposare" Sasuke gli accarezzava la testa "Domani ci racconterai tutto."

"Otouto, Obito è morto."

Naruto e Sasuke si erano scambiati una breve occhiata allarmata, Itachi non era più in preda al delirio, non sembravano farneticazioni.

"È scomparso da nove anni, Nii – san" lo sguardo di Sasuke si era rifatto dolce "Probabilmente lo abbiamo perso quel giorno."

"Otouto, no" Itachi scuoteva la testa, era talmente disperato da non riuscire nemmeno a piangere "È morto davanti a me, sulle gambe di Madara. Era lì per salvarmi."

"Nii – san, ma…"

"Era vivo, Otouto, Madara lo proteggeva tenendolo nascosto, gli era riconoscente per non averlo tradito durante un blitz. Obito era sfigurato dalle torture ricevute, gli avevano cavato anche un occhio."

Silenzio totale. Sasuke si era lasciato cadere sconvolto sul bracciolo della poltrona, Sakura aveva dimenticato la pezza umida sulla fronte di Itachi, il moro, ancora seduto sulle gambe di Naruto, se l'era tolta da solo.

"È morto per me" le lacrime scendevano sulle guance scavate di Itachi "Madara mi ha accompagnato qui, fino alla porta, ma aveva bisogno di stare solo. Mi ha promesso che Juugo sarà curato. Sta molto male, Otouto, una punizione sarebbe inutile, non è in grado di capirla. Ha lanciato il pugnale perché era spaventato, ha colpito Obito per sbaglio."

Itachi aveva visto i pugni di Sasuke serrarsi all'improvviso, le spalle gli tremavano di rabbia.

Naruto stringeva lieve la vita di Itachi sospirando, chissà per quando ancora il moro avrebbe preso le difese del suo aguzzino. Chissà tra quanto avrebbe capito che quello non era stato amore. I rimorsi per Obito lo avrebbero schiacciato rendendogli tutto ancora più difficile. Naruto accarezzava i capelli che ricadevano sulla schiena di Itachi, gli sarebbe rimasto vicino qualunque decisione avesse preso.

"Otouto, Madara mi ha dato la sua parola" Itachi si era teso per sfiorare la schiena del fratello "Anche lui preferisce ricordare Obito morto da eroe mentre cercava di proteggerlo."

"D'accordo, Itachi, basta così" Sasuke si era alzato stizzito strappando il maglione dalla mano del fratello che glielo aveva artigliato "Rispetteremo la volontà di Madara."

Le parole del minore erano state un sibilo, non era la volontà di Madara e lo sapevano tutti.

Madara stava solo cercando di alleviare le sofferenze del cugino. Impossibile. Nei prossimi mesi Itachi si sarebbe trasformato in un bicchiere senza fondo pronto a divorare amore, affetto e amicizia senza neanche vederli.

Sasuke aveva imboccato il corridoio senza voltarsi indietro, Sakura si era lanciata all'inseguimento rischiando di prendersi in faccia la porta della camera. Naruto e Itachi l'avevano sentita riaprila con calma per infilarsi dentro.

Naruto si era stretto ancora Itachi sul corpo, c'erano altre poltrone, ma lo voleva lì aggrappato a lui. Il moro, all'inizio rigido, si era rilassato lentamente sotto le carezze di Naruto. Gli aveva posato la testa su una spalla, Naruto sentiva il respiro di Itachi sfiorargli il collo. Lo aveva stretto di più, Itachi gli si era raggomitolato contro il petto.

"Itachi rimarrà cieco di fronte a qualunque tipo di aiuto per molti mesi, forse anni."

Naruto sentiva che non era così ora che si era ritrovato le braccia di Itachi avvolte alla vita. Non sapeva se il moro fosse ormai addormentato, ma era riuscito a trovare conforto. Naruto gli aveva baciato la testa poi aveva chiuso gli occhi anche lui, non aveva mai provato niente di più bello, il contatto di un corpo caldo.

Nessuno gli si era mai addormentato tra le braccia.