Valigia
«Ha bisogno di qualcosa, Miss?»
«Sì, grazie 3D1. Potresti per cortesia chiamarmi un taxi?» rispose Ves senza voltarsi, continuando a piegare i suoi pochi vestiti e riporli nella valigia.
«Se ne va, Miss?» chiese il droide, indugiando sulla porta della sua stanza.
«Sì. Mi sono trattenuta troppo, la mia vita deve andare avanti. E anche quella di mia madre.»
3D1 piegò la testa di lato, come per ascoltare un rumore o raccogliere un pensiero.
«L'appartamento è abbastanza grande per entrambe, Miss.»
Ves emise una risatina rauca.
«Dimentichi i nostri giganteschi ego, 3D1: per quelli non basta Coruscant.»
«Dove andrà, Miss?» chiese il droide. Era triste?
Ves si fermò, considerando seriamente la domanda.
Buttò l'ultima maglia nella valigia e si sedette sul letto. 3D1 le si avvicinò.
«Non posso tornare nel mio vecchio appartamento. Non posso tornare alla mia vita di prima. Direi che ho dato abbastanza.»
«Allora rimanga qui.»
Ves lo guardò. Non poteva cercare conforto negli occhi di un droide protocollare, ma il gesto le venne spontaneo. Allungò una mano ad afferrare quella metallica e lucida di lui. Il droide accolse l'invito e si sedette su letto accanto a lei. Sotto il suo peso, il materasso cedette con uno sbuffo di dolore.
«Se rimango non combinerò mai nulla, 3D1. Devo decidere cosa voglio fare della mia vita e farlo. Ah, sono un disastro!»
Si prese la testa tra le mani e si stropicciò la faccia.
«Mi sono scavata da sola questa fossa e adesso tocca a me uscirne. "Sono l'architetto del mio disastro."»
«Come mai non può tornare a fare quello che faceva prima?»
Ves rise di nuovo.
«Diciamo che non è il tipo di lavoro con assicurazione sanitaria e benefit. Non è qualcosa che si fa per tutta la vita. Anche se molti ci invecchiano dentro come in una prigione.»
3D1 non fece altre domande. Ves lo guardava e ancora le sembrò umanamente meditabondo, come se stesse riflettendo sulle informazioni che aveva appena ricevuto.
«Un droide conosce il suo scopo, il motivo per cui viene creato. Io sono un droide protocollare per uso domestico, sono connesso all'appartamento e tutte le mie funzioni sono codificate nel mio disco fisso. Ogni tanto viene eseguito un aggiornamento da remoto, sa, correzione di bachi, aggiunta di nuove funzioni. Ma lo scopo finale rimane sempre quello, ovvero servire il mio padrone e proteggerlo, servire i suoi ospiti, occuparmi della casa.»
«Mi stai dicendo che noi umani siamo difettosi perché non conosciamo il nostro scopo dalla nascita?»
3D1 la guardò di nuovo e questa volta Ves fu sicura di vedere un lampo di vita in quegli occhi fatti di circuiti e plastica, Le parve addirittura di vederlo sorridere, cosa impossibile, ovviamente, dato che il droide era privo di labbra e muscoli facciali.
«Non è un difetto, Miss. È la scintilla. Sono certo che, quando avrà trovato il suo scopo, lo capirà. E sarà finalmente felice. Glielo auguro tanto, Miss.»
E quando pensava di aver visto tutto nella vita, 3D1 le mise una mano sulla spalla.
