Infanzia

«E ti ricordi come ci rimase male Tay quando tu gli dicesti … cosa gli dicesti esattamente?»

La sua memoria tendeva a scivolare. E chi era questo Tay?

«Tay chi?»

Mon era rilassata e allegra, decisamente più del solito; temeva che si sarebbe addormentata lì in quel momento. Poi si rianimò.

«Kolma. Non ti ricordi? Quello del gelato! "L'ho leccato, quindi ora è mio!"»

«Ewwh! Sì, ora mi ricordo. Che idiota viziato!»

Mon roteò gli occhi verso l'alto.

«Beh, l'ho rivisto qui su Coruscant tempo fa. Lavora nella banca del padre. È decisamente migliorato rispetto a quando eravamo ragazzini.»

Mon sorrise sorniona e Ves le diede tanto di gomito.

«Mon, scandalosa! Ti ricordo che sei sposata!»

Mon ridacchiò.

«Allora, ti ricordi o no cosa gli dicesti?»

«Eccome se me lo ricordo! Fu il mio momento di gloria: da allora tutti i bambini del quartiere mi rispettarono di più.»

Ves fece una pausa, per dare più enfasi alla frase.

«Gli dissi: "Sei fastidioso e imbarazzante come un brufolo sul culo!"»

Scoppiarono entrambe in una risata sguaiata, i pochi avventori del locale si girarono a studiarle.

«Oh cielo! Come ho fatto a dimenticarmi questa frase! Credo che quella frase da sola sia stata l'inizio della fine del Regno del Terrore di Tay. E lui ne era consapevole.»

Ves si schernì.

«Che esagerazione. Non era un Regno del Terrore, non avevo paura di lui.»

Mon la guardò, sorseggiando l'ultimo dito di liquore dal bicchiere.

«Gli altri bambini ne avevano.»

«Ma era innocuo, era solo un pallone gonfiato. Le sue erano solo chiacchiere, non aveva il coraggio di torcere un pelo a un ratto.»

«Ciononostante gli altri bambini ne erano intimoriti. Conosceva i loro punti deboli, i loro segreti. Era subdolo, se li faceva raccontare, fingendosi amico. Alla fine aveva una rete di intelligence che a confronto la situazione attuale sembra un Luna Park! Mi meraviglio non sia entrato in politica.»

Ves si rigirò il bicchiere tra le dita, osservando l'ultimo sorso di Lum dondolare sul fondo.

«È così che funziona in politica ora? È questo che fai?»

Mon sbattè le palpebre, colta alla sprovvista. Si guardò intorno prima di rispondere, l'atteggiamento ora guardingo.

«Alcuni sono stati arrestati, ci hanno obbligato a prestare giuramento all'Imperatore, altrimenti venivamo accusati di Alto Tradimento.»

Ves sbuffò.

«Mia madre?»

«Tua madre è una vecchia volpe, ha giurato anche lei. E molti altri. Non so cosa sia successo a quelli che si sono rifiutati.»

Mon prese la bottiglia e sospirò accorgendosi che era vuota.

«Starete bene? Tu e mia madre, intendo.»

«Certo! Non preoccuparti. Siamo animali da Senato io e Regina, non ci metteranno spalle al muro tanto facilmente.»

Ves bevve l'ultimo sorso e si alzò.

«Bene, il tempo stringe, Mon.»

«Quando torni?»

Quando Ves non rispose, Mon si alzò.

«Hai almeno salutato tua madre?»

Si limitò a scuotere la testa.

Mon sospirò, prese le spalle dell'amica tra le mani e l'attirò a sé in un lungo abbraccio.

«Abbi cura di te.»

«Non dovrebbe essere difficile. Ci sono solo io.»