UN FAVORE

Horatio Caine da giorni rimaneva in coma, sembrava sorridere dal lieve segno delle labbra verso l'alto. I medici si mostrarono fiduciosi nella ripresa del paziente con risultati eccellenti. Ebbe due colpi d'arma da fuoco nel torace che avrebbero quasi potuto ucciderlo ma il suo organismo riuscì nel resistere alla sconfitta. Nella stanza singola in piedi al letto Settembre osservava il corpo inerme poi sparì.

Olivia stava uscendo di casa dopo aver ricevuto la solita chiamata di Broyles su un nuovo caso ma nel salotto si trovò Settembre che osservava foto poste sul comodino "Che ci fai qui?" alzò lentamente il capo piegando il capo verso di essa "Ho bisogno del tuo aiuto"

"Che vuoi che faccia?" chiese confusa "Potresti salvare una persona per me" tese la propria mano invitandola ad afferrarla.

Portò Olivia a Miami nella stanza del Miami General dove Caine risiedeva da pochi giorni. Non comprendeva le ragioni di Settembre per cui necessitava il suo aiuto "Lui è Horatio Caine e l'ho salvato dalla morte ma non sono riuscito fino infondo, non posso svegliarlo dal coma ma forse tu potresti riuscirci"

"Perché è importante salvarlo?" inclinò il capo calvo "Perché in passato salvò me per una mia distrazione" voleva chiedere altro ma svanì passò solo l'infermiera per il controllo del paziente "Bene una visita, potrebbe migliorare sapendo di non essere solo"

"Sono Olivia Dunham FBI. Mi sa dire che gli è successo?" l'infermiera distolse lo sguardo dal monitor "Si chiama Horatio Caine tenente della scientifica, lo hanno portato qui per due colpi d'arma da fuoco al costato non so altro".

Non si rese conto di quante chiamate perse aveva nella lista tutte di Broyles e Peter. Attese almeno due ore il volo per New York aspettandosi una ramanzina da Broyles per il lungo silenzio. Di ritorno al laboratorio dovette alla squadra spiegazioni "Ho visto Settembre, è venuto da me per chiedermi aiuto"

"Che tipo di aiuto?" Peter le diede un bacio poi le porse una tazza di caffè "Vuole che lo aiuti a salvare un uomo ma per farlo devo andare a Miami attualmente è in coma".

La squadra Fringe si trovava ogni giorno a contatto con fatti non analoghi al genere umano ed entrare nelle menti altrui ne ebbero già fatto esperienza "Se non è possibile portarlo qui in laboratorio allora porta Peter con te, di cortexiphan ne hai a sufficienza ma vi serviranno le mie scorte di LSD".

Le condizioni di Caine erano stabili e sul volto appariva sempre quel sorriso lieve in stanza non c'era anima viva "Sei sicura che non vuoi che venga con te la dentro?" scosse la testa attaccando gli elettrodi alla fronte "No ho bisogno che qualcuno curi la stanza mentre io sarò la dentro"

Il Cortexiphan fece da filo conduttore con l'LSD. Nella mente di Caine ogni cosa era in equilibrio, pace e disordine erano distaccati ma bastava uno scompenso per farle andare in conflitto; osservò la donna estranea capitata nel suo inconscio avvertendo quel senso di invasione all'interno della sua mente "Lei chi è?"

"Olivia Dunham" disse sorridente "Sono dell'FBI … sono venuta a salvarla" Caine rispose accigliato: "Non capisco, le mi vuole dire che è il suo lavoro entrare nelle menti degli altri?"

"Non proprio" aggiunse lei "Ma una persona di comune conoscenza mi ha mandato qui per aiutarla". Abbassò la testa rossiccia giocando con le stanghette degli occhiali polarizzati "Un uomo calvo … Mi ricordo di lui ebbi l'onore di salvarlo e adesso lui salva me molto ironico".

Peter Bishop monitorava dal computer le due coscienze muoversi nel programma, le onde che formavano erano sempre regolari senza picchi nessun ostacolo correva dentro la coscienza di Caine. I passi nel corridoio si fecero sempre più vicini fino ad entrare nella stanza, Peter puntò l'arma di Olivia verso Delko a sua volta con l'arma in mano "Chi siete e che state facendo a Horatio Caine?"

"Ti risponderò solamente se deporrai la pistola" disse con tono minaccioso. Il silenzio affollò la stanza ma poco dopo Delko si convinse "Come vuoi" lentamente entrambi deposero la propria arma "Lei è Olivia Dunham dell'FBI e io mi chiamo Peter Bishop"

"Ok Peter Bishop …. Eric Delko scientifica lui è il mio capo" s'avvicinò a Caine toccandogli la mano come segno di vicinanza poi posò l'attenzione verso Oliva ed infine sul computer "Perché questi cavi?" Peter illustrò il programma sul computer con il monitoraggio in funzione.

"Sono in grado di controllare le due coscienze da qui, si trova dentro la testa di Cane in questo momento e dispone di un ora sola"

"E che succede se rimane a lungo la dentro?"

"Morirebbe. Pensa ad una mente che contiene due coscienze …. Una mente ne può contenere una sola" Delko afferrò il concetto anche se trovava tutto così assurdo.

Il tempo stava per scadere ed Olivia lo lesse sul quadrante dell'orologio "Non ho più tempo. Devi venire con me" sorrise "Qua c'è pace, c'è orine" passò al fianco un Clavo Cruz del tutto pacifico salutando con un cenno di mano "Ma la fuori hanno bisogno di persone come te a sistemare il disordine. Per favore vieni con me" rimbrottò. Il timer dell'orologio suonava lampeggiando il che terminava il tempo a sua disposizione. Peter lesse la fine del tempo e Olivia non aveva aperto gli occhi. Il monitor segnalava ancora le due coscienze ancora sovrapposte

"Per quanto ancora può resistere?" nemmeno Peter conosceva la risposta ma aveva sempre avuto fiducia in quella donna dando una risposta molto vaga.

Passarono altri quindici minuti e Olivia tornò cosciente voltandosi verso Horatio e poi verso Peter "è sveglio? Stava tornando con me ne sono sicura" Peter le controllò i parametri vitali senza trovare nulla di anormale "Ne sei sicura? Sei stata troppo la dentro" il PC segnava le due coscienze distaccate, nella mente di Horatio solo una singola coscienza era viva in lui. In un secondo momento rinvenne "Sembra stare bene Peter" illuminò le pupille blu con la luce "Sta bene tenente, ora è tornato" rispose al sorriso fiero di Olivia dicendo: "La mia salvatrice ha mantenuto la parola".

Ci volle un ora prima che l'infermiere desse il permesso alle visite, un'attesa vana per stendere un rapporto seduta nella mensa con davanti il PC e una tazza di caffè "Possiamo vederlo, l'infermiere ha dato il via libera" distaccò l'attenzione dal monitor inviando il rapporto a Broyles "Andiamo allora". Stava meglio di umore e salute voltato verso la finestra aperta godendo dell'aria di Miami portata dalla spiaggia con l'odore di salsedine entrare nella stanza.

"Voleva vedermi?"

"E' così infatti" affermò "Mi ha salvato la vita e le sono riconoscente"

"Non deve ringraziarmi piuttosto è Settembre che l'ha salvata, ha modificato gli eventi come ha potuto". Osservò la donna in silenzio mostrando qualche sprazzo di gioia ma la domanda davvero importante era: "Come lo conosci? Voglio dire Settembre" scoccò le lebbra "Lo abbiamo incontrato spesso sul nostro cammino".

Peter porse un foglio scritto in modo fitto con lo spazio firma infondo al foglio. Un accordo di riservatezza chiesto da Broyles a cui andava posta la firma del tenente Caine "Noi assistiamo a casi strani ogni giorno alla quale chiediamo riservatezza. Le persone non devono sapere".

Caine firmò il foglio senza discutere ma rise per l'assurdità dell'FBI di tenere tutto segreto ma non preferì astenersi sul fare commenti.

Scambiati convenevoli lo lasciarono riposare ma Olivia si trattenne sulla porta "Non si faccia domande, Settembre l'ha salvata e questo è l'importante. A me ha detto che in ogni futuro io muoio ma fin ora non mi è successo ancora nulla" s'avvicinò a lui di pochi passi "Quello che sto cercando di dire è che …. Lasci andare le cose così come sono".

La guardò mentre se ne andava senza nemmeno chiederle spiegazioni aggiuntive ma si sentì bene, confuso ma stava bene ed era vivo e questo contava "Sarà fatto agente Dunham".