F come Furto e Famiglia
(Scritto da Padmini)
Da qualche tempo a Konoha l'ufficio di Sarutobi era stato invaso da denunce di furti, una dietro l'altra, anche più di una al giorno. Nonostante i ninja cercassero disperatamente di scoprire chi fosse o fossero gli autori dei furti non c'erano ancora riusciti, sembrava che fossero anche loro dei ninja.
Molte case erano state derubate, soprattutto quelle dei Clan più ricchi, molti cimeli di famiglia erano stati sottratti, oggetti preziosi non solo dal punto di vista economico ma anche e soprattutto emotivo, perciò tutti sentivano la necessità di sfogarsi, non passava giorno senza che qualcuno si lamentasse.
In tutto questo, l'unico che ancora passeggiava in giro per il villaggio senza preoccupazioni era Naruto.
Naruto non amava la sua casa, non l'aveva mai considerata tale, non c'era nulla in quelle stanze che lo facesse sentire al sicuro e amato, considerava quei luoghi solo un posto dove dormire quando faceva troppo freddo per farlo fuori o quando pioveva, anzi, erano per lui luoghi in cui si sentiva ancor più solo: se nella natura amava ascoltare i versi degli animali, il vento tra le foglie, il fruscio dell'acqua del torrente, il silenzio della sua "casa" era opprimente e lo faceva sentire abbandonato.
Per questo motivo, mentre gli altri si lamentavano di aver subito uno o più furti, lui se ne fregava, oltre alle poche monete che era riuscito a risparmiare e a qualche confezione di ramen vuota non c'era altro in casa sua, chi mai avrebbe pensato di volerlo derubare?
Quando sei tranquillo e cammini sereno per strada perché, ehi, le cose non potrebbero andare peggio di così, ecco, è allora che la sfiga colpisce brutalmente e ti ferisce fisicamente ed emotivamente.
Naruto non aveva dormito a casa nelle notti precedenti, odiava farlo quando era estate, preferiva approfittare della brezza che accarezzava le fronde degli alberi del bosco, mangiare il pesce che lui stesso pescava, tanto nessuno si preoccupava per lui, nessuno lo aspettava, nessuno gli diceva di riordinare, anche perché possedeva talmente poche cose la sua "casa" era in ordine per forza, se non fosse stato per le ragnatele e la polvere che si accumulavano soprattutto quando lui restava fuori per tanto tempo.
Per questo motivo, quando quel giorno tornò a casa restò di sasso vedendo che era stata completamente distrutta.
Al contrario dei furti perpetrati nelle altre case, dove i ladri avevano adoperato una precisione quasi chirurgica e avevano lasciato pochissimi segni visibili, la casa di Naruto era stata devastata, apparentemente in un impeto d'ira.
I vetri delle finestre erano rotti, le tende lacerate, i mobili devastati, il letto sfatto e ogni cosa fatta di stoffa strappata, la spazzatura era sparsa sul pavimento, inoltre erano spariti i pochi centesimi che era riuscito a mettere da parte e tutto il cibo.
Naruto era allibito, tutta quella devastazione lo aveva spaventato non tanto per la rovina di quei pochi oggetti che possedeva ma per la ferocia che c'era stata dietro.
Cosa poteva fare? Non aveva soldi per pagare qualcuno che gli riparasse i vetri e tantomeno per comprare dei vetri nuovi, così come i mobili, perciò cercò di rimediare come meglio poté ai danni.
Prese le tende e, grazie all'aiuto di qualche chiodo e pezzi di legno presi dai mobili rotti le fisso nei buchi lasciati dai vetri, quindi si dedicò a ciò che restava degli scaffali e decise di tenere solo quelli che ancora potevano svolgere la loro missione. Dopo ore e ore di lavoro si ritrovò con le finestre chiuse dalle tende, i pensili della cucina privi di sportelli ma vuoti e il letto sfatto ma in qualche modo comodo e, stanchissimo, si addormentò.
I giorni seguenti nessuno notò nulla, nessuno guardava casa sua perciò se nessuno si era reso conto che qualcuno l'aveva distrutta, nessuno si era reso conto delle maldestre riparazioni di Naruto perciò lui aveva continuato così, aggiustando man mano ciò che cadeva e ricucendo maldestramente ciò che si strappava.
Fino a quella notte.
Naruto aveva sperato di poter dormire ancora fuori ma pesanti nuvole grigie si stavano addensando all'orizzonte e aveva preferito ritornare a casa, si era chiuso dentro e aveva sperato che il temporale non diventasse troppo violento.
Poche ore più tardi, mentre stava dormendo, era accaduto: il vento forte aveva brutalmente strappato le sue finestre di stoffa e i mobili già precari erano crollati definitivamente mentre Naruto aveva appena fatto in tempo a svegliarsi per mettersi al riparo.
Quando tutto era finito, però, la casa era tornata allo stato di devastazione procurato dai ladri, Naruto era sporco di fango e sembrava fosse appena uscito da un uragano.
Forse non sarebbe cambiato niente se, proprio in quel momento, non fosse passato di fronte a casa sua Kakashi Hatake.
Il copia-ninja era appena tornato da una lunga missione perciò non aveva saputo del tentativo di furto compiuto a casa di Naruto, pensava di tornare e trovare tutto a posto, invece c'era solo distruzione.
Entrò silenziosamente e trovò Naruto in bagno mentre cercava di pulirsi dal fango appiccicato ai capelli.
"Hey, piccolino."
Naruto si voltò di scatto. Si ricordava di quel ninja strano ma non lo vedeva da quel giorno, quel giorno in cui … Rivederlo gli fece tornare in mente quel giorno, quanto aveva sofferto, ma anche quanto lui gli era stato d'aiuto e quanto quell'incontro fosse stato illuminante per lui.
"Sto bene" disse "Devo solo rimettere tutto in ordine."
Kakashi si guardò attorno.
"Qui c'è ben poco da mettere in ordine" disse "La tua casa è distrutta, non lo vedi?"
"Non ho un altro posto dove andare" spiegò Naruto "Non c'è nessuno che mi possa aiutare a sistemare perciò mi devo accontentare."
Kakashi continuò a guardarsi attorno. Le finestre erano distrutte, i mobili a pezzi, le pareti e i pavimenti pieni di foglie e rami secchi.
"Non so cosa sia successo e forse me lo racconterai, ma non qui" disse Kakashi "D'ora in poi vivrai a casa mia. Da quel giorno mi sono proposto di tenerti d'occhio, la mia ultima missione mi ha tenuto decisamente troppo impegnato, ma d'ora in poi sarà diverso. Vuoi vivere a casa mia?"
Kakashi aveva detto quelle cose senza pensare, il senso di colpa per non essergli stato vicino nel momento del bisogno lo aveva portato a pensare che, avendolo più vicino, avrebbe potuto proteggerlo meglio; si chiese se il Terzo Hokage avrebbe approvato, ma in quel momento non gli importava, c'era un altro Hokage a cui doveva la sua fedeltà, in quel momento.
Naruto nel frattempo aveva esitato, era molto legato alla sua libertà e vivere con Kakashi avrebbe cambiato molto. Tuttavia … tuttavia forse quel cambiamento gli avrebbe fatto bene, in fondo aveva sempre desiderato uscire dalla sua solitudine.
Non conosceva bene Kakashi, non sapeva se poteva fidarsi di lui, ma decise di farlo.
"Dopotutto" pensò "Cosa potrebbe andare storto?"
Più tardi, pulito, profumato e sfamato, disteso su un comodo letto, il più comodo in cui avesse mai dormito, Naruto ascoltava.
"Non ti preoccupare" gli disse "Conosco Kakashi, puoi fidarti di lui, è posto."
Naruto sorrise e, esausto, si addormentò.
