Premessa: dalla fine del terzo episodio della quarta serie di Lucifer ( episodio dal titolo:Che uomo di poca fede, Padre)

Sentito il clic dell'ascensore che si chiudeva, Lucifer si portò la mano destra agli occhi. Era un vano tentativo per fermare le lacrime. Lui ricordava che aveva pianto poche volte nella sua eternità. La prima volta fu quando si ritrovò all'inferno. Poi alla morte del fratello Uriel. Quella era la terza volta. Pensò che fosse la peggiore. Perché oltre ad avere l'orgoglio spezzato per aver scoperto che la detective lo considerava come tutti un mostro, neanche con il coraggio di guardarlo. Oltre tutto era certo, quel cuore che la detective aveva liberato dalle spine si era irrimediabilmente spezzato. Decise di ubriacarsi con vino demoniaco, l'unico che poteva stenderlo del tutto. Un rumore lo insospettì. Gli sembrava come un lamento. Cercò di seguirlo, arrivando alla sua scrivania vicino l'entrata del balcone.

Nella zona per le gambe sotto la scrivania, Lucifer vide rannicchiata Trixie che piangeva. Il terrore sommerse Lucifer, certo che l'avesse visto nella versione bruciata, finendo per essere terrorizzata. Disse alla ragazza mentre correva alla poltrona del salotto dove aveva lasciato il cellulare

"Beatrice tranquilla. Chiamo tua madre"

Fu decisamente stupito quando Trixie uscì da sotto la scrivania, gridandogli con voce rotta

"NON FARLO! non voglio più vederla! Non doveva farti tutti questi torti, non lo meriti"

Lucifer rise nervosamente, certo che avesse perso la testa. Invece Trixie gli disse avvicinandosi a lui di qualche passo

"Quando ero nascosta nel hangar ti ho visto sul pavimento in una pozza di sangue. Sei diventato nella versione rossa. Non mi hai fatto paura, perché sapevo che volevi salvarci…"

Lucifer respirò come se avesse trattenuto l'aria fino a quel momento

"...non c'è motivo di aver paura di te. Sempre tu sei riuscito nel salvare la mia mamma quando quel cattivo l'aveva avvelenata. Tu ci sei sempre per noi…"

Singhiozzo di pianto di Trixie

"...non sei come ti descrivono quelli che non ti conoscono. Tu punisci solo i cattivi"

Lucifer si ritrovò nell'abbraccio di quella piccola umana senza nessuna voglia di allontanarsi. Appoggiò la mano destra sulla testa di quell'anima splendente che fu come un salvagente nel mare di angoscia che sentiva.

Ancora incredulo, Lucifer si staccò dall'abbraccio di Trixie, sedendosi sulla stessa poltrona dove lo aveva trovato la detective. Disse a Trixie, dandole il fazzoletto nel suo taschino per pulirsi la faccia. Quel gesto sembrò per Lucifer immenso. Mai aveva consegnato a qualcuno il fazzoletto nel taschino o tantomeno permettergli di appoggiare la faccia bagnata sui suoi vestiti. Cercando di mettere da parte quel momento, Lucifer disse con tono fermò a Trixie

"Puoi avermi visto nella versione da inferno da lontano. Di certo vedendola da vicino scapperai via come…"

Trixie finì la frase

"Come mia madre volevi dire. Ti giuro che non lo farei mai. Puoi mostrarmi la tua faccia bruciata"

Lucifer era certo che sarebbe stato devastante vedere quella umana spaventarsi, andando via magari gridando. Però non voleva neanche restare sulle bugie. Chiuse gli occhi diventando nella forma bruciata.

Quel re dell'inferno così triste, certo di sentire i passi di Trixie che correva via, non si aspettava invece un tocco gentile sulla guancia destra. Aprì gli occhi di fuoco sorpreso. Trixie gli toccava la guancia destra e poi la guancia sinistra con le mani. Gli domando visibilmente preoccupata

"Ti fa ancora male?"

Lucifer balbettò, ancora incredulo

"U…una volta…non molto"

Trixie gli prese la mano destra tra le sue, dicendo mentre la accarezzava

"Mi dispiace per tutto il dolore che devi aver provato. Però come vedi non mi fai paura…"

Lucifer si sentì quasi illuminato come dal sole al sorriso più ampio di Trixie che gli domandò

"...possiedi delle ali? Posso vederli?"

Lucifer annuì positivamente. Per il re dell'inferno era strano sentire una gioia enorme dopo la tristezza incredibile provata per la detective Chloe. Mano nella mano con Trixie si diresse nel balcone, dicendole

"Meglio fare uscire le mie ali in un posto più ampio"

Trixie non vedeva l'ora.

Un paio di ore dopo.

Chloe uscì dall'ascensore guardandosi intorno. Lucifer seduto al bar dell'attico le disse

"Come ti ho detto nei vari messaggi, Trixie si trova al piano di sotto nell'appartamento di Maze. L'ho convinta che dovevo incontrare delle persone per fare affari"

Chloe si sentiva piuttosto imbarazzata, dicendogli

"Grazie per averla calmata…"

Abbassò lo sguardo

"...sono riuscita nel deludere anche Trixie"

Lucifer posò sullo sgabello del pianoforte un bicchiere di vetro chiaro, dicendole mentre tornava allo sgabello del bar

"Se vuoi bere, si tratta di semplice acqua, visto che dovrai guidare…"

Tornato seduto continuò

"...se ti fidi puoi berla"

Chloe afferrò il bicchiere bevendo in una volta l'acqua nel bicchiere, dicendo a Lucifer con sguardo convinto

"Lucifer, ricorda che io posso sbagliare come tutti. Come alcuni riesco ad imparare dai miei errori. Quindi per favore, smettila di credere che non mi fido di te…"

La detective si avvicinò a Lucifer che si irrigidì leggermente

"...quando sono stata qui un paio di ore fa mi sentivo uno schifo sapendo di averti fatto del male. Quindi non ero molto lucida. Poi sono tornata nel mio appartamento dove mia figlia mi lasciò un biglietto, rivelando che sapeva tutto di te, accettando tutto. Sono stata così orgogliosa della mia bambina…"

Appoggiò la mano sinistra sull'avambraccio destro di Lucifer

"...provando allo stesso tempo rabbia verso me stessa che ero nonostante tutto ottusa. Inevitabilmente sono ed ancora sono terrorizzata ma non di te. Sinceramente neanche della tua versione bruciata. Sono terrorizzata di aver perso per sempre mia figlia e anche di averti perso. In quel mare di sensazioni terribili tu sei stato un'ancora di salvataggio con i tuoi messaggi. Quindi sono qui chiedendo di aiutarmi. Rivoglio l'affetto di mia figlia, voglio che tu mi senta nuovamente un amica. Ti prego aiutami"

Lucifer le sorrise comprensivo, dicendole mentre appoggiava la sua mano destra su quella di Chloe appoggiata al suo avambraccio

"Detective, ammetto di avere anche io le mie colpe. Avevo creato troppe bugie pensando di fare del bene. Va bene…"

Lucifer respirò profondamente, versando in due bicchieri del whisky, offrendo uno alla detective che accettò

"...siediti qui al bar con me. Tira fuori tutte le domande che vuoi farmi. Io sarò totalmente sincero"

La detective Chloe accettò con piacere.

La mattina dopo.

Dall'ascensore uscì correndo Trixie, seguita da Maze che portava alcune buste della spesa. La ragazzina chiamò preoccupata

"Lucifer! Lucifer dove sei?"

La voce di Lucifer le disse

"Sono in cucina"

Sorridendo Trixie gli disse mentre lo raggiungeva

"Ho fatto la spesa con Maze. Facciamo le…"

Si bloccò vedendo sua madre seduta all'isola della cucina che beveva un caffè. Lucifer era appoggiato al bancone dove era la macchina del caffè. Trixie lo raggiunse, mettendosi di fronte a Lucifer dicendo con durezza alla madre

"Mamma che ci fai qui? Ti avevo scritto nel biglietto che ti avrei detto io quando tornavo all'appartamento. Non ti permetterò di far del male a Lucifer. Non lo farai andare via"

Chloe accennò un sorriso, non avendo il coraggio di ribattere, così si sentiva in colpa. Fu Lucifer che disse a Trixie, mettendole le mani sulle spalle

"Trixie ti ringrazio della tua difesa. Però devo dirti che tua madre vuole essere nostra amica. Abbiamo parlato tantissimo. Credo nella sua volontà. Vuoi dargli anche tu una possibilità?"

Trixie si voltò a Lucifer, dicendogli con sguardo addolcito

"Va bene. Le posso dare un periodo di prova, dimostrando così di essere cambiata"

Andando verso la madre, allungando il braccio destro con la mano aperta. La stretta di mano tra madre e figlia riuscì nel far sentire bene Lucifer. Grazie a quella piccola umana aveva ritrovato la voglia di essere felice, di sperare. L'arrivo di Maze con le buste della spesa spezzò quel momento, dicendo Lucifer a Trixie

"Prole, vuoi essere la mia assistente per fare le frittelle con gocce di cioccolata?"

Un sì entusiasta di Trixie piacque al re dell'inferno.

Qualche giorno dopo. Pomeriggio. Attico.

Il trillo di un messaggio nel cellulare fermò il gioco del Monopoli tra Lucifer, Chloe e Trixie. Con un messaggio testuale nel cellulare di Chloe dal carcere la informavano che l'ex prete Kinley voleva vederla, prima di essere rimandato in Italia. Chloe digitò la risposta in silenzio

"Ditegli che questa detective non sbaglia due volte. Mi dimentichi come io cercherò di dimenticare lui"

Inviò il messaggio dicendo a Lucifer e Trixie che la guardavano

"Nulla di importante. Chi aveva il turno?"

Ritornando l'armonia. Un'armonia dove Trixie vide con felicità sua madre e Lucifer guardarsi complici. Non gli avrebbe mai detto che l'altra notte mentre guardavano un film nell'attico, li aveva visti baciarsi diverse volte.

FINE