EPISODIO 1*6

Rory e Richard, a causa della scuola e del lavoro, non erano più andati a giocare a golf insieme.

Lorelai e la figlia avevano comunque presenziato alle cene del venerdì nonostante la frequente assenza del capofamiglia.

Tutto era tranquillo e normale finché non si arrivò al compleanno della ragazza.

La nonna mise la quinta con turbo e niente potè distoglierla dal suo intento.

"Emily" disse quella sera Richard entrando in salotto lottando come al solito col cravattino.

"Faccio io"

Smise di abbaiare ordini a destra e sinistra e prese la seta tra le mani, legando velocemente ma perfettamente.

Figuriamoci se si faceva scappare l'occasione di toccare il marito!

Era davvero inetto o voleva che lei si occupasse di lui?

"Spero che i Larson vengano stasera"

"Richard dimentica gli affari stasera, è il party di tua nipote"

"Ma se parliamo di lavoro 5 minuti non roviniamo la serata"

"5 minuti figurati"

"Emily!"

"In vita mia non ti ho mai sentito parlare di lavoro solo per 5 minuti"

"Emily!"

"Se cadessi a terra stecchita tu non smetteresti comunque di parlare di lavoro, passeresti sul mio cadavere"

"Emily!"

"Cosa?"

La fissò per un momento interminabile e, incurante totale dello staff, disse:

"Sei molto bella stasera!"

Arrossì e rispose con un "Grazie..." stupito.

Purtroppo furono interrotti ma lui non perse l'ondeggiare dei fianchi di sua moglie mentre usciva accaldata dal complimento.

Sorrise sornione. Forse quella sera avrebbe fruttato qualcosa di succulento.

Purtroppo non fu così.

Rory si rivelò essere tale e quale a sua madre: viziata e ingrata.

Urlò di tutto alla nonna davanti agli ospiti con una tale maleducazione che non ci fu da sorprendersi se Emily rifiutava di parlare con lei a fine serata.

Richard in disparte aveva visto e sentito tutto.

Spesso e volentieri faceva il tonto per evitare discussioni ma, in quell'occasione, sapeva che doveva fare qualcosa per sua moglie.

"Emily" chiamò quando bussò alla porta del bagno più tardi.

"Esco subito" rispose a voce tremante.

"Stai bene?"

"Mai meglio" mentì uscendo e sorpassandolo per mettersi sotto le coperte.

"Emily cara..."

"Buonanotte Richard"

Detto questo spense la luce.

Lui poteva comunque ancora vederla grazie al lampione posto nel vialetto e alla luce della luna.

Vedeva chiaramente che le spalle si muovevano come in preda alle convulsioni e probabilmente si stava mordendo forte il labbro per non fare rumore.

Era vero, sua moglie aveva spesso un carattere duro e un temperamento forte.

Più di una volta questo suo essere le aveva creato problemi con sua figlia ma solo perché, nel profondo, le due erano uguali.

Non si sarebbe mai aspettato però che avrebbe litigato con la nipote.

"Tesoro.."

"Non voglio parlarne"

"Ti fa male tenere tutto dentro"

"Perché Richard! Perché?! Cosa ho che non va? Perché devo rovinare sempre tutto?" esplose alla fine.

Lui accese la luce e la prese tra le braccia.

"Non hai fatto nulla di male"

"Allora perché la mia unica nipote mi tratta così quando tutto quello che volevo era farle una festa di compleanno?"

"Non lo so"

"Che devo fare Richard... ogni mossa che faccio finisce in una lite. Con Lorelai ci sono abituata ma Rory... non riuscivo a guardarla in faccia dopo"

"Perché ti ha ferito. Tremendamente. E non te lo meritavi"

"Mi dispiace"

"Per cosa? Per essere umano?"

"Speravo che stasera potessimo... sai...e invece..."

"Oh signora Gilmore niente mi farebbe più piacere"

"E in che stato devo essere"

"Sei bellissima"

"Me lo dici per calmare le acque"

"No, lo dico perché è vero" e così la baciò dolcemente sulle labbra.

"Richard... non... mi va molto"

"Non dobbiamo fare niente"

"Ma se tu..."

"No no no. O siamo insieme o niente. E ti dirò, sono un po stanco"

"E non ti risentirai con me per avertelo negato?"

Effettivamente non facevano l'amore da prima che egli partisse per la Germania.

"Emily cara, ultimamente non siamo stati insieme come vorrei... e mi dispiace. Ma non mi comporterò come se dovessi grattare un prurito. C'è sempre domani"

"Grazie...A domani allora"

"Non vedo l'ora"

"Nemmeno io"