Calore, per la prima volta da non ricorda nemmeno quando Piper si svegliò sentendo calore. Non in senso fisico, beh, anche quello, ma quello che sente è mentale, quasi spirituale, come se una coperta le avvolgesse l'anima. Ieri è stato inaspettato, ma se quello che le ha detto Percy è vero, allora è in grado di sentire le emozioni altrui, un altro regalo di sua madre, che per la prima volta si ritrovò a ringraziare sinceramente. Quello che sta sentendo in questo momento è ciò che prova Percy verso di lei, una quantità enorme di calore. Non è veramente un'emozione, ma più una sensazione, un istinto.
Al campo, sebbene non se ne sia accorta, ha provato il dolore e la paura residui dei semidei rimasti dopo la battaglia, anche la loro speranza, tuttavia è sempre stato in quantità… non sa come definirli, dopotutto non si può quantificare un'emozione, ma quella che sente adesso non è normale. Se unisse assieme tutto ciò che ha provato nei mesi scorsi, impallidirebbe rispetto ai sentimenti di Percy. Sono troppo intensi, in maniera quasi spaventosa.
"Ti sei svegliata?" La voce di Percy le fece aprire gli occhi, solo per incontrare il verde mare dei suoi. Per la prima volta vede qualcosa di diverso dalla solita indifferenza nel suo sguardo. Una sorta di calore che quasi stona con l'immagine del semidio romano che ha imparato a conoscere. Calore, ma anche una certa intensità nascosta nei suoi occhi, che corrisponde a quello che le permette di provare, perché sa fin troppo bene che non potrebbe percepire nulla senza il suo consenso. Mormora in risposta, prima di cercare di alzarsi, solo per venire fermata dalla sua mano che la stringe a sé. "Non andare, rimani ancora un po'." Cede velocemente al suo invito, appoggiandosi al suo petto.
Inizia a disegnare cerchi sulla sua vita, mentre la preoccupazione per l'anormalità dei sentimenti di Percy cresce. In realtà è combattuta, dopotutto è quello che desiderava da mesi, svegliarsi accanto a lui la mattina, baciarlo, assaggiarlo, e anche… un leggero rossore le colora le guance mentre ripensa a quello accaduto la sera prima, dopotutto sono rimasti nudi, lei appoggiata a lui, sul divano. Vorrebbe rifarlo all'istante, percorrendo nuovamente ogni singola cosa accaduta, e provandone di nuove, tuttavia non può, prima deve capire cosa c'è che non va in Percy.
"Percy, io, riesco a sentire quello che provi, e… non è normale." La reazione del figlio di Nettuno alle sue parole fu più intensa di quel che sperava, perché trattenne il fiato per qualche secondo, come temendo la domanda che le aveva posto. Fortunatamente durò solo qualche secondo, prima di rilassarsi, mentre prese a stringerla più forte, non facendola male, ma come se temesse che possa scomparire da un momento all'altro se non presta abbastanza attenzione.
"Lo so." Piper si aspettava che lo negasse, che tentasse di farle cambiare idea, magari che tentasse di sviare l'argomento o la ignorasse direttamente, ma la semplice conferma delle sue parole non era quello che si aspettava. Il sottotono di colpa nella sua voce era evidente, come se le avesse fatto un torto semplicemente ammettendo ciò che prova. "Non ti sto incolpando Percy, sono solo curiosa." Dopo averle dette si ritrovò ad ammettere che è vero, non le importa se le sue emozioni non sono normali, diamine, sarebbe strano se stesse ancora bene dopo quello che abbiamo affrontato. E in realtà le piace molto che quell'intensità è rivolta nei suoi confronti, la fa sentire… speciale.
"Chirone ti ha detto cosa è successo a mia madre vero?" Annuì alle sue parole, sapendo che non voleva sentire le sue condoglianze, probabilmente ha fatto pace con la loro morte nell'ultimo mese se è in grado di parlarne così liberamente. "Allora non ho avuto tempo per pensarci veramente, i preparativi per la partenza dell'Argo II, il successivo scontro con i romani, e tutto quello che è successo dopo… almeno fino a quando non caddi nel Tartaro." Aspettò qualche secondo, come per soppesare le sue parole, mentre Piper non emetteva un fiato per timore che potesse smettere di raccontare.
"In realtà non ricordo molto di quello che successe lì…" Spalancò gli occhi alla sua affermazione, per poi calmarsi rapidamente, se quello ha raccontato loro Nico riguardo quel posto è vero, allora forse è meglio così. "Ricordo però che ho provato disperazione pura. Non sapevo se sarei stato in grado di vivere il giorno successivo, ogni volta che mi addormentavo, per sfinimento, sognavo mia madre e la mia sorellina, per poi svegliarmi e capire che era solo un sogno. In breve, ho perso la voglia di lottare, di tornare a casa, di vivere." Prese una boccata d'aria fredda alla sua ultima affermazione, impaurita da quello che sarebbe potuto succedere, così lo abbracciò, posando le sue labbra su quelle del semidio romano. Passarono qualche secondo persi nel bacio, fino a quando Percy non si staccò, accarezzandole dolcemente il viso, mentre si appoggiava al bracciolo del divano. Le sorrise prima di riprendere a parlare. "Per non lasciarmi andare completamente ho dovuto aggrapparmi a qualcosa, in modo da non perdere la speranza. Già prima che cadessi mi piacevi, quindi ti ho trasformato nella mia ancora. Mi dispiace se…" Interruppe le sue parole con un altro bacio, questa volta più intenso.
"Non mi dispiace. Solo perché non me l'hai detto prima?" Si accigliò a quella domanda, come a rievocare ricordi spiacevoli. "Nettuno non è un dio benvoluto al Campo Giove. Rispettato, magari venerato, tuttavia soprattutto temuto. E i suoi figli non ricevono un trattamento diverso. Tutti ti guardano con paura, cercano di nasconderlo, ma posso vederlo, il timore che hanno di me, e la situazione è solo peggiorata dopo l'attacco al Monte Otri. Coloro che mi trattavano meglio mi veneravano, mentre il resto non fece nemmeno finta di non avere paura di me, persino Reyna mi temeva. Quindi non sapevo se tu…" Lo fermò nuovamente, questa volta con un colpetto affettuoso sulla fronte. "Dei Percy, come puoi essere così ottuso. Mi piaci anche tu, mi sei piaciuto fin dal primo istante, e mi piaci ogni giorno di più. Ti amo, Percy Jackson." "Ti amo anch'io Piper Mclean." Dopo aver finito di parlare si baciarono nuovamente, riprendendo da dove si erano interrotti la sera prima, dopotutto oggi era sabato, e avrebbero avuto l'intero fine settimana interamente per loro.
