Passarono due giorni e le cose non erano migliorate.
Lady Mary continuò ad evitare Sir Strallan, che aveva iniziato a puntare (ricambiato sinceramente) sulla compagnia di Edith.
Lady Sybil divideva la sua esistenza tra cercare di tirar su il morale a Gwen inutilmente (la povera cameriera infatti aveva deciso di smettere di sognare) e la sua passione per la politica, andando a vedere in piazza il risultato delle votazioni contro ogni buon senso, al segreto da suo padre e mettendo Branson in una brutta posizione.
Fortunatamente per lei quando l'atmosfera si fece bollente e iniziarono le rappresaglie arrivò Matthew che, con l'autista, la portarono via di peso. Letteralmente in quanto rimasta ferita.
Quella sera il povero giovane irlandese dovette andare dalla primogenita Crawley e portarla di corsa da Lady Isobel, dove giaceva la sorella minore che veniva curata.
Quando si svegliò e recuperò le forze decisero di portarla a casa e Lady Mary si sentì male nel vedere lo sguardo adorante di Sybil nei confronti del cugino. Si stava innamorando di lui?
Era a conoscenza dei suoi sentimenti per il giovane erede ma non li avrebbe mai ammessi, né a sé stessa né a chiunque altro. Prima di tutto perché odiava fare ciò che altri le imponevano di fare o pensassero lei dovesse fare. Lady Mary Crawley non ubbidisce a NESSUNO.
Secondo, lo aveva dato per scontato, considerandolo una costante che non poteva cambiare.
Lui sarebbe stato lì per lei, punto. Chi era meglio di Lady Mary Crawley?!
Intanto al piano di sotto...
"Vorrei che mi diceste cosa vi preoccupa. Se si tratta della faccenda del signor Bates..."
"Oh non è quello. Prima o poi arriverò alla verità"
"Mi auguro che facciate presto. Se c'è una cosa che odio è una atmosfera tesa e in questi giorni la tensione si taglia con il coltello qui dentro. Sono voci infondate che vanno subito messi a tacere"
"È alquanto sgradevole vedere infangato il nome di una persona per la quale si nutre affetto. Dà un senso di impotenza"
"Io di sicuro rispetto il signor Bates ma di qui a provare affetto ..."
Non capiva. Nutriva affetto per qualcuno che lo aveva deluso?
Chi era?
Come poteva deluderlo?
Che tipo di affetto era?
"Non mi riferivo al Signor Bates..."
"Signor Carson devo parlarvi!" esclamò la sguattera entrando come una furia.
La signora Hughes si voltò e cercò di trattenere la rabbia quando disse:
"Daisy! Non lo vedi che il signor Carson è occupato?!" mentre pensava:
'Stavo per scoprire qualcosa accidenti!'
Non voleva esser maleducata con la povera ragazza, ma erano così rari ultimamente i momenti che aveva sola col maggiordomo che essere interrotta le faceva salire la mosca al naso.
Non appena Daisy ammise di aver mentito, Carson e la signora Hughes si scambiarono uno sguardo d'intesa.
Non era difficile capire chi fosse 'l'amico' al quale la ragazza si riferiva, vista che la situazione.
"Scusatemi" bussò Anna alla porta.
"Si Anna?"
"Posso parlarvi signora Hughes?"
"Certamente" disse lasciando la stanza, dopo aver scambiato uno sguardo con il maggiordomo.
"Ebbene?" chiese poi alla cameriera.
"Lady Mary è tornata. Con lei c'era Lady Sybil e il signor Crawley. Credo che sia successo qualcosa. E non credo che il signore abbia mangiato. Mi sono permessa di far preparare un vassoio dalla signora Patmore"
"Ottimo. Vado ad avvisarli. E... Anna? Quando hai finito di portarlo va ad aspettarmi nella dispensa del signor Carson. Dobbiamo parlare"
