Naruto non sognava più. A occhi aperti non serviva e quando era addormentato fluttuava sempre nelle immagini più belle del mondo.

Non sognava perché ora aveva.

Ogni mattina si svegliava sempre prima di Itachi, adorava osservarlo addormentato e ringraziava i timidi raggi del sole che venivano a solleticargli gli occhi per destarlo in tempo.

L'estate era esplosa all'improvviso, a Naruto piaceva l'aroma di iodio del mare e il boato delle onde al tramonto. Viveva per vedere il viso di Itachi quando lo sorprendeva donandogli conchiglie strane durante le loro passeggiate, si concludevano sempre a rotolarsi sulla sabbia in barba ai granelli ruvidi che si infilavano ovunque.

Era stato un periodo impegnativo, Itachi si era riscritto a Filosofia e lui, Sasuke e Sakura avevano appena superato la maturità a pieni voti. Naruto continuava con il lavoro al pronto soccorso mentre Sasuke e Itachi lo avevano sostituito al fast food per mantenersi gli studi. Naturalmente Iruka, fiero di loro, non aveva mai smesso di aiutarli.

Naruto, Sasuke e Sakura studiavano insieme, lì o alla casa di legno, spesso si lasciavano prendere dalle chiacchiere finché Itachi non arrivava da loro infuriato per farli smettere.

Infuriato per modo di dire, dopo aver finto di emettere aria dal naso come un toro, l'ultima volta Itachi li aveva presi a cuscinate mentre nascondeva il viso per non far vedere che gli scappava da ridere.

Naruto sorrideva rievocando il ricordo. Bellissimo, come ormai lo era ogni giorno.

Continuando a stare sdraiato sulla schiena come si era ritrovato appena sveglio, si era voltato a sinistra. Itachi era immerso nel sonno, completamente nudo sia sopra che sotto il lenzuolo che gli arrivava appena sotto l'ombelico. Non avevano mai tempo di infilarsi qualcosa, boxer compresi, ogni sera crollavano sfiniti dalla passione senza più riuscire a muoversi.

Lo sguardo di oceano di Naruto era partito proprio da lì per ammirare la pelle di marmo di Itachi, la mano abbronzata e vellutata del biondo si era allungata per posare i polpastrelli sulle forme degli addominali. Pur restando sottile e slanciato, il moro era diventato molto più tonico dopo mesi di allenamento alla palestra di Juugo. Chi lo avrebbe mai detto che Juuso si sarebbe messo con un tipo pigro come Suigetsu? Naruto aveva soffocato una risata ripensando ai continui battibecchi di quei due.

Il grande cuore di Itachi aveva sempre spazio per comprendere tutti.

Intanto le dita di Naruto continuavano a salire, si erano fermate sul ventre di Itachi che si alzava e abbassava al ritmo del respiro. Naruto amava guardarlo respirare, una volta ci era rimasto per un'ora intera quando il moro gli si era addormentato con la testa sulla spalla guardando un film demenziale.

Con l'indice, Naruto aveva percorso la circonferenza dell'ombelico, era bastato questo per fargli esplodere l'eccitazione tra le gambe.

La mano abbronzata era salita ancora più su, il palmo passava sui pettorali e i capezzoli di Itachi. Naruto aveva iniziato a liberargli il collo dai lunghi capelli che si erano aggrovigliati nel movimenti del sonno, era rimasto sottile e delicato, Naruto voleva vederlo. Le labbra del biondo si erano posate lievi sulle clavicole sporgenti, lievi baci erano saliti piano sulla bocca di velluto di Itachi, Naruto respirava il suo respiro come linfa vitale.

Itachi aveva sospirato emettendo un lieve gemito sulle labbra di Naruto, lo aveva svegliato. Le lunghe ciglia si erano sollevate, lo sguardo di ossidiana non aveva pietà paralizzando Naruto con la dolcezza.

"Ehi" Naruto non aveva avuto bisogno di dire altro, la tenerezza era passata dallo sguardo e dalla carezza con cui aveva liberato la fronte di Itachi dalla lunga frangia.

Il moro gli aveva agguantato le spalle che si stavano facendo larghe e solide, si era raddrizzato per stendersi sul petto di Naruto senza smettere di guardarlo, lo baciava passando le dita tra i capelli biondi, entrambi avevano chiuso gli occhi.

Naruto stingeva la vita sottile del moro, sentiva la sua eccitazione premergli su una coscia. Itachi si muoveva piano, sinuoso come solo lui sapeva essere. Avanti e indietro, il respiro gli si era fatto rovente e accelerato.

Era appena iniziata una giornata speciale, Madara stava per atterrare alle dieci all'aeroporto di ritorno dagli Stati Uniti per partecipare alla loro festa della maturità, sarebbe stato ospite da Sasuke per i dieci giorni successivi, non si vedevano da un anno. Naruto e Itachi dovevano andare a prenderlo, ma valeva comunque la pena di fare un po' di ritardo. Madara avrebbe compreso.

Ormai era deciso. Naruto si era sollevato alzando Itachi per sederselo in grembo, Il moro lo guardava adorante, gli aveva preso il viso tra le mani e avvolto il busto con le gambe slanciate, i capelli neri accarezzavano il petto di Naruto.

Naruto non era riuscito a trattenere un gemito gutturale quando il sesso eccitato gli era finito tra le natiche di Itachi, gli allenamenti le avevano rese dure come il marmo e leggermente squadrate. Le dita di Naruto ne percorrevano le forme, aveva chiuso di nuovo gli occhi per godersi il bacio e il corpo perfetto del moro. Itachi ondeggiava leggermente i fianchi, aveva conficcato il sesso teso sugli addominali di Naruto, goccioline di piacere bagnavano la pelle dorata.

Naruto quelle natiche le aveva allargate, Itachi diventava irresistibile quando arcuava la schiena per facilitargli il lavoro, un giorno di quelli lo avrebbe fatto morire d'infarto. Le dita di Naruto massaggiavano l'entrata del moro, Itachi era unico al mondo, quando era in preda al desiderio le grinze gli si facevano sporgenti. Le dita di Naruto erano sprofondate nella carne bianca e tenera, dentro Itachi era un incendio, gli gemeva sulla bocca come se lo stesse supplicando di continuare.

Naruto gli aveva artigliato le natiche più forte, gli era bastato sollevarlo di pochi centimetri per calarselo sul sesso che gli svettava tra le gambe teso al massimo.

Ogni volta era come la prima ma sempre più bella, Naruto aveva buttato indietro la testa con le vene del collo che stavano per esplodergli, il respiro gli si era mozzato, Itachi era corso a percorrerle con la punta della lingua.

Naruto non era sicuro che avrebbe potuto riprendere a respirare, intanto era riuscito ad alzare la testa per guardare Itachi. Il moro lo stava cavalcando elegante, sembrava danzare. Sebbene i capelli gli fossero scesi davanti alla faccia, Naruto poteva vedere lo scintillio degli occhi, le ciocche corvine si sollevavano al ritmo del respiro affannoso.

Naruto lo lasciava condurre, non esisteva niente di meglio del movimento che solo Itachi riusciva a fare, si sollevava e gli ricadeva addosso contraendo i muscoli che non sarebbero mai diventati esagerati. Il biondo aveva teso le mani tremanti per accarezzargli la curva della schiena inarcata così provocante.

Gli affondi di Itachi si facevano progressivamente più pesanti mentre le loro labbra continuavano a schioccare per divorarsi a vicenda, Naruto ormai conosceva a memoria tutti i suoi piccoli segnali, quando si lasciva sfuggire gemiti a ogni movimento, tremava e gli sprofondava così tanto addosso da fargli male, era vicino.

Naruto era venuto soffocando un urlo nel petto di Itachi, il moro gli aveva bagnato la pancia con un singhiozzo strozzato e appena percettibile.

Naruto era crollato sulla schiena trascinandosi dietro Itachi, il moro gli era rimasto sdraiato sopra, i loro cuori battevano così forte da sembrare un terremoto dentro i petti premuti insieme.

Itachi era stato il primo a riaversi, sorrideva al biondo accarezzandogli la frangia sudata: "Resta qui, ti preparo la colazione e te la porto."

"Agli ordini" Naruto lo aveva baciato già sapendo che lo aspettava una dolce sorpresa.

Si era rilassato appoggiandosi un braccio dietro la testa, aveva sorriso al soffitto realizzando che si sarebbe svegliato così ogni giorno per sempre. Non era un sogno, era la realtà.

"Andiamo a prendere Madara con la moto?" Itachi aggrottava le sopracciglia rigirandosi tra le mani un terzo casco che gli aveva passato Naruto, gli altri due li avevano già calcati in testa.

"Mi piacerebbe accogliere tuo cugino in Limousine, ma purtroppo è l'unico mezzo di cui dispongo" Il sorriso di Naruto era sempre incantevole, ma, dopo essersi rimpinzato con tre smoothie bowl ai lamponi con semini, cereali e frutta fresca, lo era ancora di più.

"Naruto, saremo tre al ritorno. Forse è meglio che io vi aspetti qui."

"Nessuno può contestarci niente, ricordi?" Naruto si era avvicinato al compagno sornione "E poi questo completo che ti ho regalato finalmente ti sta… WOW! Esattamente come avevo previsto. Non posso rinunciare a cotanto splendore."

"Naruto, sei incorreggibile" Itachi rideva prendendosi l'abbraccio e il bacio "Costringi sempre tutti a dirti di sì."

Era la prima volta che Naruto e Itachi vivevano insieme l'estate, e lo stesso era stato per la primavera, mancava solo l'autunno ma sarebbe arrivato.

La città non era mai sembrata così bella nella mattinata estiva mentre sfrecciavano sotto l'ombra di un viale di platani. La giornata già si preannunciava rovente e i bar erano già stati presi d'assalto dai turisti che reclamavano granite e ghiaccioli.

Naruto sorrideva prendendosi il vento in faccia, Itachi aggrappato dietro come aveva sempre desiderato, le sue mani allacciate alla vita erano il gioiello più prezioso, decise e delicate allo stesso tempo.

Erano passati davanti al locale dove quella sera avrebbero festeggiato la maturità, un camion era fermo lì davanti a scaricare fusti di birra.

"Hai visto, Itachi? Sanno già che razza di soggetti stanno per arrivare" Naruto si era voltato un istante indietro per guardarlo, i capelli gli volavano dietro come seta nera, il casco di Madara agganciato al gomito.

Una splendida visione.

"Dici che faremo restare Iruka e Madara traumatizzati?"

"Non credo, ormai hanno gettato la pugna."

Avevano riso insieme, poi Naruto aveva suonato il clacson, Choji e Hinata passeggiavano mano nella mano.

"Ciao, a stasera!" aveva gridato il biondo a squarciagola.

I due avevano salutato con la mano, ma non prima di essere sobbalzati.

"Sono contento per il professore, Itachi. Finalmente anche lui è riuscito ad archiviare quel passato che gli impediva di andare avanti."

"Mi sono perso qualcosa dopo la splendida riconciliazione con Mizuki?"

"Direi di sì, la parte migliore" Naruto aveva sorriso nello specchietto per farsi vedere da Itachi "Ricordi Genma, il preside della mia vecchia scuola? Lui e Iruka erano rimasti solo migliori amici perché Genma lo stava aspettando. Ci saranno entrambi stasera. E persino Konohamaru che il diploma lo prenderà l'anno prossimo."

"Naruto, è tutto meraviglioso."

Itachi gli aveva sussurrato all'orecchio mettendogli i brividi, poi gli aveva baciato la spalla. Viaggiare in moto con lui era fantastico anche per questo, non lo avrebbe lasciato a casa nemmeno se fossero stati in dieci.

L'aeroporto era a una decina di chilometri, Naruto era sceso dalle rampe della tangenziale aumentando inconsciamente la velocità. Percorrere le strade con la sensazione di libertà invece che con la paura della morte è scontato per la maggior parte delle persone. Peccato, non avrebbero mai saputo cosa si perdevano.

"Dai, Itachi, sbrigati. Non ho avuto il tempo di avvertirlo del ritardo, Madara ha dovuto tenere il telefono spento per oltre dieci ore."

Naruto tirava il moro da una mano attraversando di corsa il parcheggio dell'aeroporto, era grande e affollato, cercare Madara era come trovare un ago in un pagliaio. Forse il cugino maggiore si era già stancato di aspettarli ed era andato via in taxi.

Ma Madara era il pagliaio in persona e di cercare l'ago non c'era bisogno, Itachi e Naruto lo avevano visto uscire dalle porte a vetri proprio in quel momento nonostante fossero distanti. Madara non aveva bisogno dello smoking per essere elegante, riusciva a esserlo anche in jeans, camicia bianca e mentre si trascinava appresso una grossa borsa. Non erano poi così in ritardo.

A Madara erano venuti gli occhi lucidi vedendoseli saltare al collo, si erano abbracciati per dieci minuti nel bel mezzo del parcheggio incuranti delle macchine costrette a schivarli. Il maggiore aveva qualche piccola ruga in più ma il viso era tornato pieno e gradevole come un tempo; malgrado svolgesse sempre un lavoro che prevedeva molte ore davanti a un computer, Madara non aveva più il colorito malsano con cui lo avevano conosciuto. Gli occhi ridenti e pieni di vita come non li avevano mai visti.

Erano arrivati davanti alla moto senza sciogliesi mai dall'abbraccio.

"Naruto" Madara lo aveva squadrato riducendo gli occhi a due fessure e incrociando le braccia al petto, la voce gli si era fata grave "L'organizzazione ha ripulito me, ma non credo sia disposta a farlo anche con un ragazzino che si fa beffe del codice stradale. Apprezzo la vostra accoglienza, non sai quanto, ma forse è meglio che io chiami un taxi."

"Madara, io e Sasuke siamo liberi di fare quello che vogliamo in questa città" Naruto si era massaggiato la nuca vedendo lo sguardo di Madara farsi ancora più cupo. È successo qualcosa in tua assenza, non te lo abbiamo detto per farti una sorpresa."

"D'accordo, diciamo che facendo uno sforzo mi fido" Madara era stato rassicurato da sorriso di Itachi "Dove mettiamo questa?"

"La diamo a Itachi" Naruto aveva prelevato la grossa borsa dalle mani di Madara "Sarà al sicuro, se la metterà sulle gambe visto che ce lo strizzeremo in mezzo come una fretta di prosciutto in un panino."

Itachi era stato prima stritolato tra le braccia di Naruto.

Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha. I ragazzi che da soli hanno lottato per risolvere i problemi degli adulti.

Questo diceva la targa nella piazza in centro dove passavano migliaia di persone ogni giorno.

"Non fanno altro che chiederci autografi e scattarci foto" Naruto si grattava ancora la nuca, ma ora sorrideva.

"Naruto, io…" Madara era senza fiato e con gli occhi lucidi "Cosa significa?"

"Che siamo stati riconosciuti eroi a tutti gli effetti, coloro che hanno catturato il più terribile narcotrafficante latitante da anni. Ma non abbiamo mai voluto approfittarcene, tutti abbiamo continuato a lavorare e studiare."

Naruto si godeva l'abbraccio di un Itachi giustamente orgoglioso di lui mentre Madara continuava a fissare la targa sbiancato e con il respiro leggermente affannoso. Sì, avrebbe dovuto esserci anche Obito tra loro.

"Ehi, se hai bisogno di sederti basta dirlo" Naruto tirava sorridente una manica di Madara "Sto morendo di fame e non vedo l'ora di fare colazione."

"Naruto, sei sempre il solito" Itachi gli aveva dato un affettuoso scappellotto.

"Non avete mangiato niente?" Madara lo guardava ancora sconvolto.

"No, tuo cugino si è messo in testa di farmi morire di fame."

"Che bugiardo!" Itachi gli era saltato addosso stringendogli le gambe alla vita, cercava di atterrarlo tirando dalla maglietta.

Nonostante il biondo non facesse altro che stupirsi di quanto fosse aumentata la sua forza, era riuscito a ribaltare la situazione sbatacchiando Itachi con la schiena per terra.

"Mi ha fatto una colazione degna di un re" era stato costretto ad ammettere Naruto "l'ho detto solo perché Madara stava per svenire."

"Allora, Madara, raccontaci di te."

Erano riusciti a sedersi dopo venti minuti di foto, autografi e congratulazioni anche dalle cameriere.

"Non posso scendere nei dettagli del lavoro, devo sottostare a regole molto rigide, ma è l'esperienza più gratificante che io abbia mai fatto" Madara girava lentamente il cappuccino che aveva davanti, ma ora il suo stomaco non sembrava più occupato dal dolore, sembrava esserci altro "Sono grato di avere avuto una seconda possibilità, mi sento rinato. Adesso i criminali contribuisco a catturarli."

"Madara, è un onore averti nella nostra famiglia" Itachi gli aveva afferrato la mano sul tavolo.

"Ma c'è altro, vero?" Naruto ghignava con il sorriso asimmetrico, briciole di croissant gli erano rimaste appiccicate alle guance.

Gli zigomi di Madara si erano colorati leggermente di rosa mentre tornava a guardare in basso, quando aveva sollevato di nuovo gli occhi brillavano: "Ho ritrovato un mio vecchio amico, non avevo idea che si fosse trasferito negli Stati Uniti. È un artista, fa sculture in legno. Il suo stile è particolare e non veniva capito, le mani sono sempre le protagoniste delle sue opere. Finalmente è riuscito a sfondare diventando famoso."

"Non è che ti piacciono anche le sue di mani, Madara?" la gomitata di Itachi non era riuscita a spegnere la ghigna di Naruto.

"Ci siamo conosciuti da bambini, ci sbranavamo come animali" il sorriso di Madara era sognante, Itachi e Naruto non ricordavano di averlo mai visto arrossire "Lo insultavo da matti, ma lui prendeva le mie parole come complimenti. Una persona speciale. Ci hai visto giusto, Naruto, come sempre. Purtroppo sembrava sparito dalla faccia della Terra."

"Non sei mai riuscito a rintracciarlo con le tue abilità informatiche?" Itachi aveva inclinato la testa di lato, lo faceva sempre quando si interrogava su qualcosa.

"Diciamo che non volevo" Madara si era sgonfiato in un sospiro "Si era sposato e avevo deciso di non vederlo più, ma non mi ero mai chiesto i reali motivi della sua decisione. Solo adesso ho saputo che l'amore non c'entrava proprio niente."

"Come si chiama? Hai una foto?" le domande di Naruto avevano investito Madara a raffica.

"Ma certo" la mano affusolata di Madara aveva estratto il telefono dalla tasca molto volentieri "Si chiama Hashirama ma per me è sempre stato Sequoia. Pensa che è più alto di me."

"Beh, voi Uchiha avete sempre del buon gusto" Naruto si era impettito inconsapevolmente pur tenendo gli occhi sulla foto.

"Cosa vorresti dire, Naruto?" Itachi lo guardava scaltro abbassandogli la mano col telefono, poi si era rivolto più serio a Madara: "Ci piacerebbe conoscerlo."

Naruto era sobbalzato sentendo squillare il suo telefono, il trillo sembrava trasmettere l'impazienza della persona che lo cercava.

"Dannazione, Naruto, dove siete finiti!" Sasuke strillava come un'aquila nella cornetta, Naruto era stato costretto ad allontanarsela dall'orecchio mentre Itachi e Madara avevano udito chiare le sue parole "Pensavo che Itachi ti facesse rigare dritto e invece è diventato un irresponsabile come te."

"Sasuke…"

"Naruto, davvero, sono in tutti gli stati" nonostante Sasuke avesse abbassato il volume si continuava a sentire "Io non ho mai partecipato a una festa così grande, insomma… mi serve un minimo di preparazione."

Itachi si era fatto passare il telefono: "Otouto, ti assicuro che anche Naruto può farcela, per cui stai tranquillo."

"Grazie, Itachi!" Naruto era balzato dalla sedia con i pugni stretti mentre il moro rideva facendogli segno di stare calmo.

"Nii – san, non è solo quello. Sto per rivedere Madara, la sua trasformazione… un sacco di emozioni, ecco."

"E queste emozioni sono belle, Otouto?"

"Nii – san, è un sogno."

"No, Otouto. È la realtà."