8. Le rivelazioni di un prigioniero

(…lacrime di gioia purissima brillarono nei suoi occhi, neri diamanti splendenti. Poi scivolarono lievi, rotolando come perle delicate sulle sue gote pallide…)

Piton non aveva ancora girato l'angolo in fondo al corridoio, quando una nuvola di fumo avvolse improvvisamente i due giovani Mangiamorte. Uno di loro fece appena in tempo ad aprire la porta della cella quando si accasciarono entrambi al suolo privi di sensi. Severus mormorò alcune parole a fior di labbra ed un angusto passaggio segreto si aprì repentinamente lungo il muro alla sua destra. Ottimo: ricordava ancora perfettamente tutti i segreti di quella fortezza. Si introdusse faticosamente nel passaggio, come se stesse trasportando qualcosa di pesante. Poi sigillò nuovamente l'ingresso e si inginocchiò a terra dove una vaga luce tremolante stava apparendo. Un breve lampo di luce rivelò infine la figura di Remus Lupin, semi accasciata al suolo.

Gli sollevò con discrezione la testa avvicinandogli una minuscola ampolla alle labbra, sussurrando piano:

- Bevila tutta, Remus, ne hai ancora un estremo bisogno. –

Guardava il mago adagiato tra le sue braccia, duramente provato dalle torture dei Mangiamorte… e poi dalle sue stesse sevizie, che succhiava avido il liquido dall'ampolla. Ripensò con vergogna all'impulso di felicità che aveva percepito appena l'aveva visto in trappola. Poi ricordò la raffica di odio intenso e violento che aveva immediatamente rivolto a se stesso, per aver provato, anche se solo per quel trascurabile istante, quell'ignobile pensiero. La seconda emozione aveva istantaneamente congelato quella spregevole scintilla di felicità, facendola svanire nel nulla più assoluto. Ma si chiese, ugualmente, con quale coraggio avrebbe potuto guardarsi ancora allo specchio dopo aver osato essere felice per ciò che stava accadendo a Lupin.

- Grazie… - mormorò Remus con voce flebile - … anche se non credo di aver capito cosa è successo… esattamente. –

- E' successo che hai resistito alle loro torture ed hai impedito all'Oscuro Signore di aver accesso alla tua mente. Un'ottima prova di Occlumanzia, Remus, i miei complimenti. – mormorò Severus con distacco.

- Fin lì avevo capito perfettamente cos'era successo. – sorrise lievemente Remus – E' il tuo arrivo che mi ha disorientato. Non mi aspettavo di vederti tra loro… proprio come uno di loro… -

- E come credevi che mi procurassi le informazioni che passavo all'Ordine? – rispose bruscamente Severus.

- Dal tuo iniziale comportamento… ho creduto che tu fossi veramente uno di loro. –

Piton rispose con un sorriso storto che gli increspò curiosamente le labbra:

- Se non fosse arrivato Malfoy, tutto sarebbe stato più semplice. Ma lui ti conosce… e così ho dovuto anticiparlo e rivelare chi eri. –

- Mmmm… poi non si può certo dire che tu mi abbia riservato un trattamento particolarmente delicato…- sospirò Lupin. Ma i suoi profondi occhi grigi erano nuovamente limpidi e sorridenti.

- Mi dispiace Remus… veramente – Severus deglutì a fatica, socchiudendo un attimo gli occhi - Ma non ho potuto fare altrimenti. -

- Ho temuto che tu volessi sgozzarmi… -

- Stavi parlando troppo Remus. Rischiavi di tradirci entrambi. – sospirò ancora Piton.

- E quando mi hai dato quella pozione, nella cella, ho paventato il peggio. –

- Noto che sei particolarmente ottimista stanotte… - tentò di sdrammatizzare Severus - … era solo una pozione Corroborante: ne avevi proprio bisogno! –

- Ho cominciato a capire qualcosa solo quando hai passato quell'unguento sulle mie ferite… ed il dolore ha cominciato a svanire… -

Piton si morse un labbro… erano delle brutte ferite, ma al momento non poteva fare altro per lui.

- Ad ogni modo sei stato molto in gamba, Remus. – mormorò Severus strizzandogli l'occhio - I tuoi urli di dolore apparivano veramente strazianti: dovevi vedere le facce di quei due poveri ragazzi là fuori. –

- E l'altra pozione cos'era? Quella che mi è costata quella tua spiacevole ginocchiata… -

- Avresti anche potuto aprire la bocca senza fare tante storie… - ammiccò Severus.

- Mmmm… volevo farti fare bella figura con quel bastardo di Malfoy. - sorrise Lupin di rimando – Ma non era certo Veritaserum… –

- Una pozione per aiutarti a sopportare il dolore. – mormorò Severus inarcando lievemente un sopracciglio - Con Malfoy tra i piedi sono stato io che ho cominciato a temere il peggio… per te. –

- Già… la Cruciatus. – sospirò Remus – Sai, a quel punto ho nuovamente dubitato di te. –

Severus lo guardò stupito.

- So bene che per lanciare una Cruciatus veramente efficace occorre odiare la propria vittima e godere del dolore che le s'infligge.  E la "tua" Cruciatus era pienamente efficace… te lo assicuro! – mormorò Lupin, estremamente serio. – Io non saprei lanciarne una così potente su di te. Ho pensato che tu volessi veramente uccidermi e vendicarti… di quello scherzo! -

Piton scosse lievemente il capo mentre le sue labbra s'incurvavano in un sorriso triste:

- Remus non ricordi? Siamo amici ora, schierati dalla stessa parte. Hai affermato che non sapevi nulla di quello scherzo… e finalmente ti credo. Non è forse venuto il momento che anche tu creda pienamente in me? – mormorò con voce sommessa e triste.

 – Non potevo lanciarti una falsa Cruciatus davanti a Malfoy: per quanto tu fossi stato bravo a recitare, Lucius se ne sarebbe accorto. – Severus si morse nuovamente il labbro, fissando il pavimento – Mi spiace. Non ho potuto fare diversamente. E non credere che sia stato… facile farlo… anche per me. –

Piton si rialzò bruscamente.

- Dobbiamo andarcene da qui… alla svelta. Prima che Lucius torni. – disse mentre aiutava Lupin a rialzarsi e lo sorreggeva camminando.

- Va molto meglio, adesso. Quella tua pozione è veramente formidabile. – mormorò con un sorriso, liberandosi del suo sostegno.

Camminarono per un po' in silenzio. Si trovavano in uno scuro ed angusto passaggio segreto, non più usato da lunghi anni, illuminato solo dalla fievole luce della punta della bacchetta di Piton che ritraeva scuri riflessi verdastri dall'umidità che ricopriva le pareti con una sorta di viscida muffa semi-liquida. All'improvviso il mago si fermò ed accostò l'orecchio al muro:

- Per ora la via è bloccata. Dobbiamo attendere un momento. –

- Bene. Così avrò il tempo di ringraziarti. –

Severus guardava imbarazzato l'altro mago che gli stava sorridendo apertamente.

- Io ho dubitato di te… ma tu mi hai salvato la vita. Rischiando di farti scoprire. E non oso neppure immaginare quale spietato trattamento Voldemort può riservarti se scopre il tuo tradimento. –

- Al momento preferisco proprio non immaginarlo… – sospirò Piton con un'alzata di spalle.

- Avresti anche potuto abbandonarmi al mio destino… o magari uccidermi velocemente affinché io non fossi indotto a tradire l'Ordine… -

- No. Non potevo farlo. –Severus sospirò ancora una volta, socchiudendo gli occhi:

- Io "dovevo" salvarti. Possibile che tu non capisca… -

Lupin lo guardava stupito.

- Perché tu, solo tu, puoi farla felice, puoi amarla… Non io… non io…–

La voce di Severus era stata un sussurro così sommesso che Remus aveva quasi solo intuito le sue parole.

- Ed ho un regalo in serbo per voi… sai Remus… - mormorò Piton, gli occhi scintillanti d'amore - Una pozione per te… che impedirà definitivamente la tua trasformazione! -

Lo stupore sul volto di Remus stava lasciando lo spazio ad un felice sorriso.

- Ti ringrazierò per il resto della mia vita, per quella pozione, Severus. Ma sarà un regalo che farai a me solo! –

Ora lo stupore, intenso, era sul volto di Piton.

- Sei tu che non capisci ora. Lei ama te, Severus… solo te! – sussurrò piano Lupin.

- No… non è vero. – balbettò lui.

- Certo che è vero, invece. Lei è sempre stata innamorata di te. – rispose Remus con dolce insistenza – Credo che lo fosse, inconsciamente forse, fin da quando era una tua allieva… Dovresti sentirla quando parla di te, vederla… con quegli occhi sognanti! –

Piton barcollò un attimo, arretrando di un passo.

- Non è possibile. Io vi ho visto insieme, più di una volta. – insistette con voce roca – Ho notato come la confidenza tra voi cresceva, di giorno in giorno. Ho spiato i vostri sguardi, i vostri abbracci… la sua mano nelle tue… - terminò Severus, appoggiandosi al muro e volgendo lo sguardo a terra.

- Sei un idiota… un caro idiota. – gli sorrise Remus con pazienza – Io la consolavo quando lei mi parlava del suo amore impossibile per te… -

Ora la voce di Lupin era pervasa di rassegnata tristezza.

- Ho fatto di tutto affinché lei ti dimenticasse. Perché anch'io la amo… e tu lo sai bene! Ma il suo amore per te è radicato troppo profondamente nel suo cuore… -

Severus aveva rialzato il viso ed i suoi occhi brillavano intensamente, colmi di lacrime di gioia.

Una grossa e gonfia goccia d'acqua pendeva dal soffitto basso, riflettendo la fioca luce della bacchetta del mago. Lentamente si staccò e scivolò giù, in mezzo ai due maghi, confluendo nella piccola pozza che si era raccolta in un avvallamento del pavimento sconnesso.

Severus era ancora incredulo… ancora non riusciva a sperare in tanta felicità.

- E tu ti meriti l'amore di Alhyssa. Tu, solo tu la hai salvata quella volta[1]… mentre io sono rimasto ad aspettare. –

Ora era Remus che aveva abbassato lo sguardo a terra e parlava con voce arrochita dal dolore per il suo amore infelice.

- Tu solo la meriti… tu solo sei degno del suo amore! –

Severus si guardò intorno: in quel luogo ostile, freddo ed oscuro, quell'inaspettata rivelazione stava illuminando la sua vita, avvolgendolo nel dolce tepore della speranza.

Lentamente e faticosamente la felicità si stava facendo strada nell'anima tormentata di Severus; pian piano la gioia invadeva il suo povero cuore straziato con la forza inarrestabile di una marea. Un solo pensiero riempiva completamente la sua mente, ubriaca di estasi: Alhyssa lo amava, lo amava immensamente. Non l'aveva persa… lei era sua… era sempre stata sua!

Lacrime di gioia purissima brillarono nei suoi occhi, neri diamanti splendenti. Poi scivolarono lievi, rotolando come perle delicate sulle sue gote pallide. Non era mai stato così felice in tutta la sua vita.

La mano di Remus, fraternamente appoggiata sulla sua spalla, lo riscosse. Il mago gli stava sorridendo amichevolmente e non sembrava neppure in imbarazzo di fronte alle sue lacrime. Si rese conto della crudele assurdità della situazione: la sua gioia trovava corrispondenza nella rassegnata tristezza dell'altro. E lui non sapeva neppure cosa dirgli. Rimase muto… odiandosi per questa incapacità di esprimere i suoi sentimenti. Remus sembrò quasi capire e gli si avvicinò accennando ad un abbraccio. Nessuno aveva mai fatto prima un tale gesto per lui.

Per la prima volta nella sua vita, Severus abbandonò ogni intima difesa e ricambiò il caldo abbraccio fraterno che l'altro gli offriva.

All'improvviso ogni rumore cessò dall'altro lato del muro. Rimase solo il lieve stillicidio delle gocce che si staccavano, lentamente, dal basso soffitto nero per raggiungere le compagne, unendosi a loro in un abbraccio supremo per poi confondersi nella scura pozza d'acqua sul pavimento.

Severus si sciolse dall'abbraccio di Remus e, con un sorriso imbarazzato, disse:

- Ora dobbiamo pensare alla tua fuga. E per far questo devi ferirmi, piuttosto gravemente. – concluse con decisione tendendogli il suo pugnale.

Remus spalancò gli occhi per la sorpresa:

- Tu sei pazzo. Al massimo posso schiantarti. –

- No, non potrei ritornare alla tua cella. Devi fare quello che ti dico, e subito, oppure mi scopriranno. – disse Severus con decisione.

Con mano tremante Remus impugnò il pugnale e lo sollevò.

- Dal petto alla spalla. Un colpo secco e deciso. – suggerì Severus con un sorriso rassicurante – Sarà meno doloroso in questo modo. –

Remus faticava a respirare. Sapeva che Severus aveva completamente ragione… ma sembrava che il suo braccio si rifiutasse di obbedire ai comandi della mente.

- Avanti… non esitare. Io lo farei al tuo posto. – lo incitò Severus.

Remus socchiuse gli occhi per un istante… quindi inferse il colpo, mentre i denti gli laceravano nuovamente le ferite sulle labbra.

Piton barcollò per un attimo, investito dall'improvviso dolore bruciante, quindi si premette con forza la mano sulla profonda ferita alla spalla sinistra e mormorò l'incantesimo per svelare l'apertura del passaggio segreto, facendogli segno di seguirlo.

- Stai perdendo molto sangue. – mormorò Remus preoccupato.

- Appunto. Stai zitto e seguimi velocemente. – ordinò stingendo i denti.

Dolorante, Severus lo guidò verso l'esterno della fortezza, quindi gli spiegò con precisione la via da seguire e gli consegnò un'altra ampollina di Pozione Corroborante.

- Buona fortuna Remus. –

- Grazie. Buona fortuna anche a te. Temo che ne avrai bisogno quanto e più di me! - esclamò Lupin con voce preoccupata, incamminandosi velocemente.

Severus lo osservò per alcuni istanti e poi si diresse velocemente alla cella, augurandosi che Malfoy non fosse ancora tornato. La ferita gli doleva terribilmente, ma doveva ancora inscenare tutto il piano che aveva ideato.

Evidentemente quella era la sua notte fortunata. Di Malfoy non c'era traccia ed i due Mangiamorte erano ancora svenuti. Spalancò la porta della cella, quindi pulì rapidamente il suo pugnale dal sangue e lo rimise nel fodero. Prese il pugnale di uno dei due ragazzi e lo fece evanescere. Tolse quindi dalla ferita la mano che fino ad allora vi aveva fortemente premuto ed il sangue scaturì a fiotti: vacillò un attimo mentre immergeva nel suo sangue il pugnale dell'altro giovane Mangiamorte. Ne aveva perso molto ed il dolore cominciava a velargli la vista. Strinse i denti e si chinò a controllare i segni vitali dei due ragazzi: l'effetto della pozione soporifera che avevano respirato era ormai agli sgoccioli. Si trascinò a fatica all'angolo del corridoio e si permise infine di crollare a terra. Buttò la sua bacchetta lontano ed appoggiò a terra, vicino a sé, il pugnale che aveva intinto nel suo sangue. Infine bevve poche gocce di una pozione che gli avrebbe fatto perdere i sensi, simulando uno schiantamento. Ed attese.

*

Pochi minuti dopo uno dei due giovani Mangiamorte era chino su di lui e stava cercando di farlo rinvenire. In lontananza sentiva dei passi che si avvicinavano di corsa: in pochi istanti Malfoy fu di fianco a lui. La ferita sanguinava ancora abbondantemente e la sua vista permaneva leggermente annebbiata. Allontanò rudemente il ragazzo da sé e bevve alcuni sorsi da una fialetta.

- Allora? – domandò Malfoy impaziente, squadrandolo con sospetto.

- Questi due imbecilli se lo sono fatto scappare. Mi sono assentato solo per pochi istanti, maledizione! Quando sono tornato Lupin mi ha assalito e ferito con un coltello… poi mi ha schiantato. - spiegò Piton a bassa voce.

- Il Professor Piton se n'era appena andato… - balbettò il ragazzo più alto – Dalla cella è uscito del fumo… non aveva alcun odore… Io… io ho aperto la porta… -

- Stupidi idioti! - Malfoy era semplicemente furioso e frustava l'aria col suo bastone.

- Poi non ricordo più niente… Quando ci siamo risvegliati il Professor Piton era là a terra, in un lago di sangue, schiantato. -

Tra mille dolorose imprecazioni, Piton aveva avvicinato tra loro i margini della ferita e li aveva cosparsi con l'unguento che aveva già usato per Lupin. Col pugnale tagliò quindi una lunga striscia di stoffa dal mantello e vi avvolse strettamente la spalla ferita. Malfoy stava osservando con attenzione il suo operato. Si pulì le mani sporche di sangue nel mantello e rimise nel fodero il suo pugnale. Quindi raccolse quello che era a terra vicino a lui:

- Questo di chi è? – chiese con voce gelida, sollevando il pugnale sporco di sangue.

Il ragazzo più alto spalancò gli occhi e si tastò il fianco. Poi abbassò il capo.

Piton si alzò a fatica. La testa gli girava ancora ma la vista stava tornando normale. Si appoggiò al muro.

- Sono certo che qualche pezzo grosso del Ministero è fermamente convinto che l'Oscuro Signore sia ritornato, Lucius. E sta prendendo ottime contromisure. Ma non so ancora di chi si tratta. – affermò sicuro Piton, rivolto a Malfoy – Se avessi avuto più tempo a disposizione Lupin sarebbe crollato del tutto. Sono passati solo pochi minuti… non può essere andato lontano. Andiamo! – concluse staccandosi dal muro.

- Ci penso io. – sibilò Malfoy, facendogli segno di fermarsi – Tu saresti solo d'impaccio. Hai bisogno di cure… quel taglio è profondo: Lestrange ti aiuterà. –

- Non ho bisogno d'alcun aiuto. Ho le mie pozioni a Hogwarts… -

- Fai come vuoi. – borbottò Malfoy con un'alzata di spalle.

- Tornerò il prima possibile… fammi sapere appena l'avrai ripreso. Quell'uomo è mio… chiaro? – minacciò Piton.

- Io prendo ordini solo dall'Oscuro Signore… non ricordi? – e con una risata sprezzante Malfoy si allontanò velocemente, impartendo istruzioni agli altri Mangiamorte.

Piton strinse i denti e si portò nuovamente la mano alla spalla sinistra. Quindi si smaterializzò.



[1] Vedi Only for your Eyes