(.un sorriso sbocciato dal suo infinito amore, un sorriso puro che brillava, fulgido e sicuro, illuminando la notte dei suoi occhi e riscaldando infine la sua anima .)
Camminavano veloci nella notte oscura della Foresta Proibita, in silenzio come al solito, lei che lo seguiva, qualche passo più indietro, in quella sua perenne ed ormai rassegnata rincorsa. Poi Severus si fermò di botto ed Alhyssa andò a sbattergli addosso. Lo guardò stupita, notando il suo viso pallido e particolarmente stanco.
- Ecco, ora hai visto esattamente chi sono. - mormorò a voce bassa, come rassegnato ad una grave perdita imminente.
- E chi saresti? - chiese dolcemente Alhyssa.
- Un assassino. solo un assassino. uguale a Voldemort! -
La voce di Severus era gelo disperato che si cristallizzava sulle sue labbra.
- Noooo! Non sei un assassino. non sei come lui! - esclamò la maga.
- Era ferma la mia mano. sicura la mia voce. ma loro erano solo dei ragazzi. -
- Ho visto la tua mano, ho udito la tua voce. ma sono certa che erano altre le parole pronunciate dal tuo cuore, Severus. - mormorò la maga, tremante davanti a lui.
Non c'era la luna a rischiarare quella notte nera e un'oscurità profonda e silenziosa era intorno a loro. Severus guardava fisso a terra, incapace di parlare. con due nuovi, immensi ed intollerabili macigni che gli stritolavano il cuore.
- Come puoi amarmi ancora? Non era giusto quello che stavo facendo. ma dovevo farlo. non era della mia vita che m'importava. - sussurrò disperato, con un filo di voce.
Alhyssa allungò una mano, per accarezzare il suo viso distrutto dal dolore. Ma lui l'allontanò bruscamente.
- Ho serrato gli occhi per non guardare l'orrore che c'è in me. Ho turato le orecchie per non ascoltare l'urlo agghiacciante del mio cuore. Un cuore che pensavo di avere perduto sedici anni fa. ma che, invece, avevo solo sepolto vivo in un oscuro baratro d'indicibile sofferenza. - sussurrò il mago, con voce rotta dal dolore.
Alhyssa gli si avvicinò, spostando la mano che lui aveva allungato per allontanarla:
- Perché, perché vuoi continuare a rimanere solo e a soffrire così? Perché non mi permetti di starti vicino? -
Il mago scosse il capo, desolatamente:
- Erano ragazzi, solo ragazzi. non c'era nessun motivo. Forse le loro mani non avevano mai neppure toccato il sangue. -
- Presto l'avrebbero comunque fatto. -
- Mi chiedo se. non ci fosse stato un altro modo, non cruento e migliore, per fermare il loro braccio. -
La fiamma dei suoi occhi sembrava quasi spenta, soffocata dal rimorso. La voce era nuovamente gelida e tagliente. ma solo rivolta contro se stesso:
- Domattina, nella mia aula, il fuoco resterà inesorabilmente spento sotto due calderoni. E sarà stata solo colpa mia. -
- NO! - gridò Alhyssa, ormai incapace di sopportare oltre il dolore dell'uomo che amava immensamente - Non è tua la colpa. non sei tu il responsabile di tutto ciò. Anche io ho ucciso Severus, più di una volta, e tu mi hai visto farlo. Ma è Voldemort. -
- Ho ucciso per l'Oscuro Signore - l'interruppe il mago con voce incrinata - ed ho ucciso per Silente. Troppe volte ormai. Non riesco a vedere più alcuna differenza. Vedo solo il sangue grondare dalle mie mani. Ed ha lo stesso colore. il sangue degli innocenti e quello dei loro carnefici. Non ne posso più, sono stanco. tutto mi appare sempre più inutile e crudele. non riesco più a vedere la fine di questo vano massacro. -
Alhyssa cercò ancora, inutilmente, di superare completamente la resistenza della sua mano che, ancora, la teneva lontana impedendogli di avvicinarsi a lui.
- Ti amo Severus, ti amo. - sussurrò dolcemente - Amo il tuo cuore incontaminato, straziato dal dolore e dal rimorso. Amo la tua anima pura, squarciata in due dall'incertezza e dal dubbio, quell'anima rosa dal timore e dal sospetto di compiere, ancora una volta, la scelta sbagliata. L'anima di un uomo giusto. non di un assassino. -
Le lacrime scendevano silenziose sul viso di Alhyssa mentre esclamava:
- Io ti amo. ho bisogno di te. Stringimi tra le tue braccia. sfiora le mie labbra, anche solo per un istante. un momento di sogno incantato. E capirai quanto sconfinato ed incrollabile è il mio amore per te! -
Gli occhi di Severus, inestimabili stelle nere che sfolgoravano imprigionate in quella sua notte di tenebra purissima. incandescenti fiamme nere che emergevano prepotentemente dalla profondità del suo cuore incontaminato, ardevano intensi e splendenti di luce sul suo volto diafano. Le sua bocca, appena dischiusa, le labbra frementi di desiderio. un'esplosione incontenibile di passione che sfociava in quella disperata invocazione silenziosa, che solo il suo cuore poteva udire.
Alhyssa, amore mio!
Perché solo il suo cuore aveva parlato.muto era stato il suo grido. solo le splendide fiamme nere dei suoi occhi urlavano il suo amore.
Alhyssa mosse di nuovo un passo verso di lui, ma la sua mano, tremante, ancora si alzò per fermarla. ma poi si tese verso di lei con infinito amore.
Ed Alhyssa, finalmente, riuscì ad abbracciarlo ed a stringerlo forte a sé.
Severus aveva chiuso gli occhi e lasciava che le dolci e fatate parole di Alhyssa, della donna che amava più di se stesso, scendessero su di lui, come una benefica pioggia purificatrice, entrassero nel suo cuore a scacciare quelle tenebre opprimenti ed ormai insostenibili. Lasciava che le sue braccia lo stringessero, consolatorie e protettive come quelle di una madre. e si abbandonò a quell'abbraccio, come un bimbo impaurito e pentito, mentre le lacrime scendevano silenziose sul suo volto di adulto, duro e scavato dal dolore. Lasciava che i teneri baci di lei asciugassero le sue lacrime, mentre il suo soave sorriso, lentamente, entrava a riscaldare il suo cuore, a riportare la speranza, a scacciare per sempre la sua terribile solitudine.
Lasciava che l'amore di Alhyssa compisse, finalmente, il miracolo mai neppure sperato. che penetrasse in lui fino ad incontrare il suo amore, per riportarlo infine alla vita. Quella vita di cui, forse, era ancora degno. Quell'amore che bramava con tutto il suo intimo essere per dimenticare, finalmente, tutto l'odio che lo aveva sempre ottenebrato. Quell'odio contro il quale aveva combattuto per tutta la vita, che sempre aveva cercato di arginare.
Ma ora c'era solo l'amore davanti a lui. E nulla poteva fare contro l'amore. se non arrendersi.
All'improvviso si ricordò come si faceva a sorridere. Un sorriso dapprima timido ed esitante, appena lievemente accennato, che s'intensificava sempre di più, pieno di amore e di luce, per la sua donna, la sua Alhyssa, il suo dolce angelo salvatore.
Un sorriso incantato, sempre più caldo e luminoso, che nasceva dal profondo dentro di lui, che stava rischiarando e mettendo fine all'interminabile notte che per troppi anni lo aveva incatenato nelle sue gelide tenebre. Un sorriso felice che si specchiava negli occhi verdi e limpidi di lei, un sorriso sbocciato dal suo infinito amore, un sorriso puro che brillava, fulgido e sicuro, illuminando la notte dei suoi occhi e riscaldando infine la sua anima. Un sorriso che liberò per sempre il suo cuore dal baratro profondo in cui tanti anni prima l'aveva imprigionato con atroce crudeltà e sciolse ogni residuo laccio che gli impediva di amare con tutto se stesso.
Raddrizzò le spalle e si sciolse dall'abbraccio di Alhyssa, ma solo per avvolgerla nel proprio abbraccio, intriso di sconfinato amore.
- Ti amo Alhyssa, ti amo immensamente. - sussurrò Severus con voce incredibilmente dolce e profonda - Grazie per essere qui, vicina a me. grazie per avermi restituito alla vita. grazie per aver salvato il mio cuore. Grazie, solo grazie, infinitamente grazie. -
La strinse a sé, sempre più forte e con travolgente passione:
- Ormai è inutile combattere contro il mio desiderio per te. Sei così profondamente radicata nella mia mente e nei miei pensieri che nulla più può fare differenza. -
Era così suadente il sorriso di Alhyssa, così bello lo splendore dei suoi occhi, così dolci e calde le sue labbra. in quel primo delizioso ed indimenticabile bacio d'amore, quel bacio così a lungo anelato, ma del quale si era sempre reputato indegno. Le sfiorava le labbra, con dolce delicatezza, con infinita lentezza, con immenso rispetto, mentre il suo cuore impazziva di gioia. La stringeva a sé in un tenero e languido abbraccio, puro come il suo sconfinato amore, intenso come la sua infuocata passione. Le sue labbra bruciavano di desiderio per lei, mentre le sfioravano il viso con delicato ardore. Ogni fibra del suo corpo vibrava in un delirio d'eccitazione, mentre le sue mani accarezzavano lievemente il corpo morbido e caldo di Alhyssa, così intimamente congiunto al suo.
Infine le sue labbra, frementi ora, si schiusero su quelle di lei, per un travolgente ed appassionato bacio, mentre la stringeva sempre più forte a sé e lei ricambiava con la stessa bramosia, la stessa incontenibile eccitazione, lo stesso profondo ed infinito amore. Un bacio interminabile, al quale nessuno dei due non avrebbe mai voluto mettere fine. Un bacio che fece erompere tutto il suo ardore, che da troppo tempo covava, crudelmente imprigionato sotto le braci roventi, in uno scoppio d'incandescente passione, che s'innalzò improvviso in una fiammata di desiderio che tutto poteva consumare in un breve istante. E si trovò lì, strettamente avvinto a lei, sotto la luce vivida delle stelle. desiderando ben oltre un bacio. mentre le sue mani carezzavano, con irrefrenabile bramosia, il corpo dell'unica donna che mai aveva desiderato con tale intensità..
- Severus. - sussurrò Alhyssa, ansimante.
Con incredibile sforzo, quasi richiamato alla realtà dalla voce di Alhyssa, Severus si staccò un poco da lei, col respiro affannato ed il cuore che sembrava volesse balzargli fuori dal petto. Non aveva mai desiderato tanto una donna. ma neppure mai amato tanto. e la Foresta Proibita non era la cornice adatta per poter amare Alhyssa come lui voleva amarla.
- Ti voglio Alhyssa, sono pazzo di te. ma non qui, amore mio, non ora. - mormorò a fatica, mentre contemplava la sua Alhyssa, bella come la più splendente delle stelle, che palpitava di desiderio tra le sue braccia. il viso arrossato e lievemente sudato, il respiro affannato, la bocca dischiusa nell'attesa di un altro intenso bacio e gli occhi pervasi dalla luce della felicità.
- Severus. - sussurrò piano, con un delizioso sorriso su quelle labbra appassionate.
- Ti amo. immensamente. non tentarmi. - sussurrò con voce roca, irrimediabilmente attirato da quelle labbra - . non saprei resistere oltre. -
Ed ancora sfiorò delicatamente con le labbra quella morbida bocca dal sapore di miele, quelle gote vellutate come petali, quei lunghi e serici capelli, inebriandosi del suo profumo. e sentì la terra mancargli sotto i piedi, sentì il suo animo librarsi nel regno sconfinato della felicità e del sogno. Chiuse gli occhi e rimase a lungo immobile, stringendo il suo amore tra le braccia e respirando l'incantata essenza della sua anima.
Infine si staccò da lei, con un lungo e dolce sospiro.
- Torniamo al castello. - sussurrò, prendendole una mano per portarla alle labbra con infinita dolcezza e poi tenendola forte con la sua, per guidarla nella buia foresta. Sopra di loro un cielo di soffice velluto nero, trapunto di brillanti, sorrideva al loro amore nella tiepida brezza della notte estiva.
Per la prima volta Alhyssa non si trovò più ad inseguirlo faticosamente. anzi ogni più piccolo ostacolo era una scusa affinché Severus la prendesse di nuovo tra le braccia, sollevandola per sorpassare un tronco caduto, per aggirare un cespuglio di rovi, per oltrepassare delle rugose radici che spuntavano infide dal terreno. Ogni abbraccio era arricchito da un bacio. dolce ed appassionato insieme, colmo di desiderio e foriero di tenere promesse. Ogni volta gli occhi di Severus si perdevano nel limpido e tranquillo mare di quelli di Alhyssa ed il suo sorriso illuminava sempre più il suo volto finalmente felice e sereno.
La maga sapeva bene di non aver alcun bisogno del suo aiuto. ma era così bello fingere d'essere infinitamente debole, farsi protegge ed aiutare da lui. perdersi in quei meravigliosi occhi e nel suo sorriso, anelare di nuovo ai suoi baci non appena le sue labbra la lasciavano.
Ormai erano arrivati al castello e Severus la guidò veloce e silenzioso fino ai sotterranei ed alla sua stanza.
Entrarono nel buio quasi completo della notte. Severus sigillò la porta e con un gesto elegante gettò il mantello sul divano. Poi la strinse a sé con impeto veemente, chinandosi a baciarla con ardente passione. Le sue mani, incendiate dal desiderio, volarono con impulsivo trasporto a percorrere il corpo di Alhyssa, soffermandosi con bramosa irruenza sui morbidi seni, cercando affannosamente di aprirle l'abito, mentre le sue labbra bruciavano, anelando a quella pelle liscia e delicata.
Poi ebbe l'improvvisa e stonata sensazione che il corpo di Alhyssa si fosse inaspettatamente irrigidito tra le sue braccia. Col respiro affannato ed il cuore che batteva impazzito allentò la stretta del suo abbraccio appassionato. cercando di comprendere quello che stava accadendo.
Alhyssa era stata inaspettatamente soggiogata da un terrore muto, che la sua mente non riusciva ad arginare. I suoi occhi erano dilatati nel buio gelido e silenzioso di un altro sotterraneo, lontano nel tempo e nello spazio, sentiva altre mani strapparle brutalmente le vesti e violarle l'anima.
Le sue labbra si mossero a fatica, per pronunciare, quasi senza voce, quel nome maledetto:
- . M. M-alfoy. -
La mano di Severus guizzò rapida a far accendere le candele, poi cercò la dolce luce dei suoi occhi. Ed in quell'amato mare di smeraldo, in quella verde distesa di speranza. lui lesse ora tutta la sua insopportabile angoscia. La sua donna non fremeva di desiderio tra le sue braccia, la sua adorata Alhyssa stava. tremando di paura!
- Amore. amore mio! - sussurrò stupito - Cosa c'è mio dolce amore ? -
Alhyssa era tornata al presente ma non riusciva a comprendere cosa le stesse accadendo. Desiderava immensamente Severus, i suoi baci, i suoi abbracci e le sue carezze. eppure, ora che era consapevole che lui non era più trattenuto da nulla, quel folle terrore l'aveva assalita ed i ricordi della violenza subita da Malfoy erano tornati prepotentemente a galla nella sua memoria e sembrava che si sovrapponessero quasi perfettamente ai gesti dell'uomo che amava.
- Sono io. Severus. - balbettò affannato - Perché. perché hai paura di me? -
Lei continuava a guardarlo con gli occhi spalancati, quasi ritraendosi dal lui.
Mentre la consapevolezza di quanto stava accadendo si faceva strada nella sua mente, Severus si sentì morire. Le sue mani corsero delicate ad accarezzare dolcemente quel viso terrorizzato e le sue labbra lo sfiorarono nuovamente con teneri e piccoli baci:
- Perdonami amore. perdona l'irrispettosa irruenza del mio desiderio. Ma non ti ho fatto nulla. nulla di male. - sussurrò con voce tremante - Io. i miei gesti. non posso averti ricordato Malfoy. non è possibile. -
- Mi dispiace. Severus. Ma non ci sono mai stati altri gesti.altri uomini.che potrei ricordare. -
Quell'inaspettata rivelazione colpì violentemente il mago, spazzando i suoi pensieri come un gelido ed impetuoso turbine di vento. Il suo cuore urlava di dolore: la sua adorata Alhyssa. quando quel demonio l'aveva violentata lei era. era ancora. pura e incontaminata. Lui l'aveva profanata. le aveva odiosamente carpito la purezza e la dolcezza della sua prima volta. L'avrebbe ucciso. sì, ucciso, ma prima l'avrebbe fatto orribilmente soffrire a lungo! Chiuse stretti gli occhi, cercando disperatamente di impedire alle lacrime di uscire, strinse forti i denti, fino a sentirli stridere.
- Perdonami. ti prego. - mormorò Alhyssa, spaventata, tra le lacrime.
Severus spalancò gli occhi, sorpreso, poi tornò a stringerla teneramente a sé, mentre le asciugava le lacrime con piccoli e delicati baci:
- Non sei tu che devi chiedere perdono. non tu. Io, solo io ho sbagliato. Ma non sapevo. non potevo immaginare. - disse in un tenero sussurro - Perché. quella notte. non hai voluto accettare l'Oblivion che ti avevo offerto? -
Alhyssa lo guardò con amore, mentre il mare verde dei suoi occhi sembrava infine ritrovare la serenità tanto anelata:
- Tu mi stringevi a te, mi cullavi tra le tue braccia. Io non volevo rischiare di dimenticare anche la tua meravigliosa e così. inaspettata dolcezza. -
Severus scrollò lievemente la testa, mentre un dolce sorriso tornava finalmente sulle sue labbra:
- Alhyssa, Alhyssa mio dolce, immenso amore! - sospirò.
E tornò a cullarla, con infinito amore, tra le sue braccia, accarezzandole lievemente i lunghi capelli castani, mentre sfiorava con le labbra la sua fronte:
- Ti amo, ti amo, ti amo. - sussurrò dolcemente - Non devi aver paura di me. -
- Non ho più paura. ora. -
Per lunghi momenti Severus continuò a cullare teneramente la sua donna, con gli occhi chiusi ed un soave sorriso appena accennato sulle labbra, finché sentì che lei si abbandonava completamente fra le sue braccia, di nuovo fiduciosa. Quindi estrasse la bacchetta e pronunciò il complesso incantesimo che fece ricomparire la scala interna e la porta che immettevano nell'appartamento di Alhyssa.
La tristezza comparve immediatamente sul volto della giovane maga:
- Ti prego. no! Non mandarmi via da te. - esclamò.
Lui sorrise dolcemente:
- Non ho nessuna intenzione di mandarti via. Questa notte ti terrò dolcemente stretta a me. e così sarà per ogni prossima notte - sussurrò piano - . ma questi oscuri abiti da Mangiamorte non sono adatti. -
La guidò con la mano fino alla scala:
- Vai a cambiarti. e torna presto! -
Rimase fermo, ai piedi della scala, mentre la seguiva con lo sguardo, gli occhi che brillavano intensamente nel viso sorridente.
*
Un fuoco freddo ardeva nel camino, illuminando la stanza coi suoi bagliori pieni di vita, mentre dalla grande finestra entrava a fiotti la tiepida e profumata brezza estiva. L'intenso velluto nero del cielo era trapunto di stelle rilucenti ed una musica dolce pervadeva l'aria.
Severus era ancora ai piedi della scala e teneva tra le mani il purpureo fiore di rovo. Indossava un pigiama di morbida seta nera, con la casacca aperta sulla pelle bianca e liscia del petto. Uno splendido sorriso gli illuminava il viso pallido, incorniciato dai lunghi capelli corvini. I neri diamanti dei suoi occhi sfolgoravano di felicità mentre attendeva la sua donna.
La porta in cima alla scala si aprì. e lui trasalì mentre l'incantata visione di Alhyssa riempiva i suoi occhi di splendida bellezza. In poche frazioni di secondi il fiato gli mancò del tutto mentre il cuore gli batteva in gola, martellante. Lei scendeva le scale, quasi volando, avvolta in trasparenti e lucenti veli neri che ondeggiavano languidamente, i lunghi capelli sparsi sulle spalle nude e negli occhi il verde sconfinato della prateria.
Socchiuse gli occhi e deglutì a fatica, chiedendosi come. come avrebbe potuto dominare l'intensa eccitazione che la vista della sua donna aveva il potere di scatenare così impetuosamente in lui. Ma sapeva bene che il suo desiderio avrebbe dovuto ancora attendere. molto a lungo.
Tese una mano ad incontrare quella di Alhyssa, aiutandola a scendere gli ultimi gradini. Sorridendo silenziosamente le sistemò il fiore tra i capelli e portò alle labbra la sua mano, ricoprendola di appassionati baci, sul dorso, sul palmo, sulle dita. e poi giù fino al polso sottile. Poi la sollevò tra le braccia e la portò fino al letto, adagiandovela delicatamente e chinandosi a baciarle ed accarezzarle il viso, dolcemente, con amore e tenero rispetto, scendendo poi con languida lentezza lungo il collo e verso la spalla, tutti i suoi sensi tesi allo spasimo, attento a percepire ogni più piccola reazione, mentre le sue braccia avvolgevano il corpo di Alhyssa in un tenero e carezzevole abbraccio.
Tornò a guardarla dolcemente negli occhi, sussurrandole piano:
- Non devi più avere paura. Io ti farò dimenticare ogni cosa. il mio amore sarà la magia che avrà il potere di annullare quei terribili ricordi. E presto. desidererai ciò che ora ti terrorizza. -
Le carezzava i lunghi e soffici capelli, traendone caldi riflessi ramati alla luce del fuoco, mentre i suoi occhi neri ardevano più delle fiamme. di amore e passione.
- Scoprirai dolcezza infinita ed estasi di piacere in ciò che ora ricordi solo come violenza e dolore. Un delicato incanto d'amore, racchiuso tra i soffici petali del tempo. nel lento fluire dei giorni e delle notti in cui tu sarai sempre, dolcemente, tra le mie braccia. -
La sua voce la cullava in un tenero sussurro d'amore, mentre con le labbra tornava a sfiorarle soavemente il viso:
- . finché il mio desiderio sarà anche il tuo desiderio. ed io lo vedrò riflesso nei tuoi splendidi occhi. amore mio. -
NOTA AL CAPITOLO 12
Questo sarebbe dovuto essere il capitolo conclusivo della storia: Severus era finalmente riuscito ad accettare ed amare se stesso, grazie all'aiuto di Alhyssa. Poteva quindi abbandonarsi, finalmente, all'amore, alla felicità. alla vita. Non era rimasto più nulla da raccontare. eppure, eppure diversi uccellini, forse feriti, forse solo un po' preoccupati, mi hanno sussurrato la loro paura, il loro timore della "prima volta". Ed io ho pensato: cosa ci può essere di più rassicurante che essere accompagnati proprio dall'adorato e dolcissimo Severus. in questo meraviglioso momento?!
E così. la storia ricomincia!
Spero che vorrete rimanere tutte con me.
