Alla fine, William fu mandato di sopra con la colazione, proprio mentre Lord Robert Crawley conte di Grantham, scendeva le scale insieme al suo cane Iside.
Aveva appreso la notizia (probabilmente da Thomas mentre lo vestiva) e quindi, invece di scambiare i soliti convenevoli con Carson come ogni mattina, godendosi un minimo di silenzio prima che le sue ragazze lo raggiungessero (le due più grandi beccandosi come galline e riempiendogli la testa dei dettagli delle loro giornate) oggi chiese delucidazioni sul fatto di cronaca.
Robert Crawley era diverso dalla maggioranza dei nobiluomini dell'epoca.
Non giocava, raramente fumava. L'unico diletto era il bere. Ma sempre con contegno.
Certo aveva fatto un matrimonio di convenienza come consuetudine dell'epoca ma si era ritrovato poi perdutamente innamorato dell'americana Lady Cora Crawley nata Levinson che aveva preso in moglie.
Era un uomo buono, di nobili principi perché ci credeva, non perché gli era imposto dal suo titolo.
Certo risentiva della mancanza del padre e non era contento di essergli succeduto alla morte (senza avere quindi la sua approvazione per le scelte fatte), ma era fiero di poter dimostrare il suo valore nella direzione della tenuta almeno alla madre e alla sorella.
La cosa che lo rendeva diverso e migliore da chiunque altro, era il fatto che aveva a cuore ogni singolo componente della sua casa, che facesse parte della sua famiglia o del piano di sotto.
Lo dimostrò per l'ennesima volta quando, parlando dei superstiti e dei deceduti al fattaccio, rispondendo a Carson (che aveva detto "Dicono che per la maggior parte le signore si sono salvate") disse:
"Forse quelle che viaggiavano in prima classe... se penso a quei poveretti dei ponti inferiori... Tante vite stroncate così. Che tragedia"
E lo intendeva davvero. Lo si capiva da come si era seduto, da come aveva scosso il tovagliolo per metterselo in grembo. Da come aveva sospirato.
Poco dopo entrarono le sue figlie e Sybil, la minore, gli porse un telegramma appena arrivato.
A quel punto, la notizia sul giornale non fu la più scioccante della giornata.
Quella mattina era cominciata davvero male!
Corse da sua moglie, che da Lady sposata faceva colazione nella sua stanza, per renderla edotta della nuova sciagura che si era abbattuta.
Questa era peggiore perché non era più astratta, qualcosa di lontano che non ti sfiora anche se puoi sentirne l'odore.
No, questa li toccava nel vivo, infatti il futuro erede al titolo dei Grantham (dato che Robert e Cora avevano solo figlie femmine) e suo figlio erano tra i morti del Titanic.
John Bates intanto aveva fatto il suo ingresso indisturbato dall'entrata di servizio.
Era un uomo ben piazzato ma che ahimè zoppicava a causa di una ferita di guerra, e per questo usava il bastone.
Avrebbe potuto incontrare chiunque, se solo fosse venuto in un altro giorno.
Invece la sua accoglienza fu resa glaciale più dell'iceberg del Titanic, dalla signorina O'Brian, cameriera personale di Lady Crawley.
La donna era la versione femminile di Thomas: antipatica, viscida, maleducata.
Credendosi chissà chi e non facendo mai nulla più del dovuto a meno che non le garantisse per certo un qualche vantaggio personale. E, come tutte le persone che lo sono dentro, Sarah O'Brian era anche brutta.
L'unico raggio di sole di quell'incontro era stata la presenza gentile, sorridente e timida di Anna Smith, la capocameriera.
Anche la gentilezza della signora Hughes era stata corroborante.
Pur avendo anche lei qualche remora ed esser rimasta un po sconvolta nel vederlo, chiese con gentilezza:
"Ma pensate di farcela?"
Il suo tono era incerto ma si capiva che non le interessavano gli alti standard di Downton bensì la salute del pover uomo che avrebbe:
1) Avuto una camera in soffitta
2) Fatto colazione, pranzo, cena e presa del the praticamente nel sottoscala
3) Dovuto dirigersi al primo piano della casa per vestire e svestire Lord Grantham (cosa che sarebbe successa almeno 5 volte al giorno in una giornata normale e se mylord non fosse uscito)
